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Vienna-Salisburgo - IIS Falcone

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Vienna-Salisburgo - IIS Falcone
viaggio d’istruzione 2015
Classe 5Ae - 4Dg - 3Dg
...from
IIS Falcone-Righi
viale Italia 24/26 - Corsico
Salisburgo to Vienna
inizio
Austria – Österreich
Paesi confinanti
Slovacchia, Rep. Ceca, Germania, Francia, Svizzera, Italia, Slovenia, Ungheria.
Divisone amministrativa
L’Austria è composta da 9 stati federati a loro volta suddivisi in
84 Distretti e 15 città a statuto autonomo.
Capitale
Vienna (525 km2) 1,72 milioni di abitanti (2010).
Superficie: 83 871 km2
Abitanti: 8 500 000
Fuso orario: (GMT+1 ora)
Valuta: Euro
Prefisso internazionale: +43
info: www.austria.info
Altre città importanti (abitanti)
I capoluoghi degli altri Stati federati: St. Pölten, Linz, Salisburgo, Innsbruck, Bregenz, Klagenfurt, Graz ed Eisenstadt.
L’Austria è situata nel cuore dell’Europa, antico crocevia delle civiltà latina, germanica e slava, punto di unione tra l’Europa occidentale e quella orientale. A partire dal I secolo d.C. è stata parte
dell’impero romano fino a divenire secoli dopo il cuore dell’impero degli Asburgo, che sono gli ultimi eredi del titolo imperiale
passato al trono tedesco dopo la morte di Carlo Magno e trasferito alla dinastia austriaca durante la prima metà del XV secolo.
I Babenberg prima e gli Asburgo dopo hanno segnato profondamente il destino dell’Austria.
Alla stregua del Commonwealth per i britannici e della Grandeur
per i francesi, la casata d’Austria ha finito per permeare di sé la
storia e la cultura di questo popolo. I segni degli Asburgo sono
ancora visibili nel modo di pensare e di vivere degli austriaci: dal
Tirolo al Salzburg, dalla Bassa Austria all’Alta Austria, città piccole e grandi come Salisburgo, Linz o Klagenfurt, conservano nei
loro splendidi centri storici, i ricordi dei fasti asburgici.
Ducato di Baviera.
Fu così che successivamente, nel X secolo, Ottone II figlio dell’imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I, diede in governo
quelle terre di confine ai Baberberg, una famiglia di conti marchesi (conti della Marca o margravi in tedesco) originaria della
Bavaria, affermatisi in quei territorio dal 955.
Il primo governatore della Marca orientale fu Leopoldo I, il primo dei 12 Babenberg che governarono il territorio, dal quale per
tradizione si fa risalire l’inizio alla storia dell’Austria.
Dinastia dei Babenberg
Poco si parla di questa famiglia austriaca, eppure quando si tratta
di citare i maggiori avvenimenti della storia dell’Austria i Babenberg sono tanto importanti quanto gli Asburgo, loro diretti successori.
La posizione centrale dell’Austria ha favorito lo sviluppo storico
del paese fin dai Romani, stanziatisi nella valle del Danubio intorno al I secolo a.C.; tra Longobardi e Bavari, Carlo Magno prendeva poi possesso di quei territori facendone il luogo di confine
più avanzato del suo impero e punto d’onore contro un eventuale
attacco da parte degli àvari. Era la cosiddetta Marca orientalis carolingia (Regno Orientale = Österreich), che veniva inclusa nel
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Leopoldo I verrà seguito da altri 11 governatori, tra cui Enrico I
di Babenberg che ricevete a titolo ereditario i territori della Bassa
Austria, Leopoldo III che acquisì quelli del Mühlviertel dell’Alta
Austria, il duca Leopoldo V che ereditò i territori della Stiria nel
1102 e con il quale l’intero territorio ricevete il titolo di Ducato
d’Austria.
Si andava così a formare la fase embrionale dell’attuale Austria, in
origine un luogo popolato da diverse popolazioni, tutte riunite
sotto un unico casato, quello dei nobili Babenberg. A loro si deve
l’esistenza della nazione e lo sviluppo unitario delle radici austriache, amalgamate sotto un unico regno.
Ancora prima degli Asburgo, l’Austria era quindi governata dal
976 al 1246 dalla casata dei Babenberg, che con l’istituzione di
una vera e propria classe politica, lanciava in Europa l’idea di un
governo ad amministrazione moderna.
Amministrato il territorio attraverso una ventina di famiglie nobili, la loro forte influenza politica, andava ben oltre i confini
austriaci, tanto che il Paese rimase indenne dalla lotta che vide
l’Impero in contrasto con il Vaticano.
Stabilirono la propria residenza ufficiale nelle città di Pöchlarn,
Melk, Tulln, Leopoldsberg e Vienna.
In Vienna l’arciduca Enrico II Jasomirgott vi trasferì la residenza
ufficiale nel 1155, la Am Hof. Da lì a breve la città sarebbe divenuta capitale dell’Arciducato d’Austria; dopo Colonia una delle più
importanti del territorio germanico.
Con i Babenberg fiorisce l’architettura religiosa in stile romanico.
In particolare, quella posta in atto dagli ordini monastici, i benedettini o quelli cistercensi, e soprattutto agostiniani. Si citano
in particolare monumenti come le cattedrali di Gurk e Seckau,
il chiostro di Millstatt, il monastero benedettino di Lambech e la
chiesa romanica di Santo Stefano a Vienna (l’odierna Cattedrale).
Ricordiamo che Leopoldo III, conte della Marca austriaca tra il
1095 e il 1136, fu canonizzato da Papa Innocenzo VIII, divenendo San Leopoldo III di Babenberg, noto come il Pio o il Santo,
santo patrone della nazione, di Vienna e di altre regioni austriache.
Nel 1246 la linea principale dei Babenburg si estingueva con la
morte dell’ultimo duca ereditario dei Babenberg, Federico II il
litigioso, caduto nella battaglia contro i magiari.
Dopo un periodo durato trenta anni, durante il quale il paese
fu governato da Ottocaro di Boemia, Rodolfo d’Asburgo venne
nominato successore legittimo della dinastia Babenberg (anche
se non di diretta discendenza); ebbe così inizio l’era infinita degli
Asburgo, che in quei territori vi rimasero fino al 1918.
L’Austria degli Asburgo
La storia dell’Austria è indissolubilmente legata a quella degli
Asburgo fin dal 1282, quando
Alberto I ottenne il ducato dAustria dal padre Rodolfo I, re di
Germania ed Imperatore del Sacro Romano Impero.
In seguito, anche grazie ad una
accorta politica matrimoniale
dei duchi della casata, si posero
le basi per quel vasto impero che
sarebbe sopravvissuto in Europa
fino al 1918, ampliando enormemente i propri domini territoriali, estendendosi dal Mare del Nord al Mediterraneo, alle Americhe e al Nord Africa con l’imperatore Carlo V.
Tra i possedimenti della Corona ci furono la Spagna e i territori
oltremare di questa (sotto gli Asburgo dal 1516 al 1700), Milano
(austriaca dal 1706 al 1859), Verona, il Granducato di Toscana
(con il ramo collaterale dei Lorena), Napoli (1706 - 1734) e la
Sicilia (dal 1718 al 1740), sulle quali la dinastia asburgica dominò
in periodi diversi, le provincie dell’Olanda e della Germania, e
successimavamente quelle dell’Ungheria.
Gli Asburgo ottennero definitivamente il titolo imperiale con
l’avvento al trono di Alberto V, duca d’Austria, il quale nel 1438
divenne imperatore con il nome di Alberto II.
Il suo successore, Federico V eletto imperatore con il nome di Federico III trasformò l’Austria da ducato in arciducato; da allora in
poi l’unico titolo riconosciuto sarà quello di imperatore. Diversi
sono stati gli asburgo divenuti imperatori, tra cui Massimiliano
I e Carlo V del Belgio durante il XVI secolo. Nel 1804 il titolo di Imperatore d’Austria diviene di Francesco II che assumerà
il nome di Francesco I. Dopo di lui la dinastia proseguì fino al
1918, con Carlo I, ultimo rappresentante della casata con il quale
ebbe fine il glorioso impero.
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Stemma dell’Impero Austro-Ungarico
in uso dal 1866 al 1915.
La famiglia di Francesco Carlo
e Sofia d’Asburgo nel 1861.
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4. Glockenspiel ➲ (Carillon)
Con le sue 35 campane, sorge lungo la Residenz
e sin da tempi antichi offre a turisti e abitanti la
possibilità di ascoltare le note musicali più rappresentative della città.
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➲ Salisburgo, regina dell’omonima regione del Salisburghese, conserva un autentico ed affascinante patrimonio
storico e culturale. Dichiarata dall’unesco patrimonio culturale dell’umanità, è ricca di cose da vedere. La Città Vecchia si trova tra la riva sinistra del fiume Salzach ed il crinale
conosciuto come il Mönchsberg, che sorge ad una altezza
di 503 metri.
1. Franziskanerkirche ➲
La chiesa dei Francescani
di Salisburgo è una delle
maggiori attrazioni della
città situata alla fine di
Siegmund-Haffner-Gasse,
angolo Franzikanergasse,
collegata al Residenz.
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3. Cattedrale di Salisburgo ➲
Situato tra la Residenzplatz e la Domplatz, il Duomo di Salisburgo è un’antica costruzione in stile Barocco edificata tra il
1614 e il 1655. Le sue origini sono tuttavia ben più antiche:
questo stesso luogo era infatti già considerato un luogo sacro
per i rituali pagani dei Celti e successivamente dei Romani.
2. Casa di Mozart in Makartplatz ➲
Al numero civico 9 della Getreidegasse, la via principale del
centro storico, troviamo la Geburtshaus, dove si possono ammirare numerose testimonianze appartenenti al grande artista
austriaco: strumenti musicali, partiture e oggetti appartenuti
alla sua vita quotidiana.
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Luogi e monumenti di
Salisburgo, 1712 ca.
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Ricostruzione del territorio dell'antica Juvavum
(Salisburgo) nel II secolo a.C.
Mappa di Salisburgo, 1897.
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5. Fortezza di Hohensalzburg ➲
È una delle attrazioni più fotografate di Salisburgo: un castello imponente e di colore bianco, situato sulla collina di Festungsberg, ad un centinaio di metri sopra il livello del fiume Salzach.
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6. Monastero di Nonnberg ➲ (Benediktinenstift Nonnberg)
Un monastero medievale situato all’interno del grande complesso fortificato in cima alla collina e distinguibile per il pittoresco tetto rosso del suo campanile visibile da quasi ogni punto della città.
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Salisburgo:
dal gotico al barocco
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Con l’inaugurazione del nuovo DomQuartier ➲ avvenuta il 17 maggio
2014, Salisburgo ospita nel cuore della città una nuova attrazione turistica
di puro stampo culturale. Il fulcro del potere dei principi arcivescovi di un
tempo – il complesso costituito dalla Residenza e dal Duomo – con l’aggiunta
del Monastero dei Benedettini di San Pietro, è riaperto al pubblico dopo ben
due secoli e sarà accessibile e visitabile nell’ambito di un interessante e ricco
percorso circolare.
Più di 400 anni prima i potenti principi arcivescovi avevano cominciato a trasformare la città di Salisburgo in un gioiello barocco. Influenzati dall’opulento
fasto dello Stato Pontificio di Roma, anche la capitale della diocesi salisburghese – già ricca e benestante grazie al commercio del sale, dell’oro e di altre
materie prime – avrebbe dovuto rifiorire. I più grandi architetti del tempo
vennero chiamati a Salisburgo ed invitati a concepire quell’opera d’arte architettonica che oggi fa parte del Patrimonio culturale dell’Umanità dell’Unesco.
Uno dei costruttori più importanti della Salisburgo barocca fu il principe arciIl DomQuartier include:
vescovo Guidobald Graf von Thun, che
• Saloni di gala della Residenza – Centro del potere temporale dei principi arciveregnò dal 1654 al 1668. A lui si devono
scovi
gli archi del Duomo, le piazze della Re• Galleria della Residenza – Pittura europea di levatura internazionale
sidenza e del Duomo e l’odierna Galle• Terrazza sugli archi del Duomo – Panorama sul centro barocco di Salisburgo
ria lunga. Il tal modo creò le “premesse”
• Oratorio settentrionale – Mostre straordinarie incentrate sul barocco
necessarie per il nuovo giro dei musei,
• Tribuna dell’organo del Duomo – Uno sguardo nel centro spirituale della città
che verrà inaugurato nella primavera del
• Museo del Duomo – Opere d’arte che coprono 1.300 anni di storia
• Camera dell’arte e delle meraviglie – Curiosità e oggetti naturali ed artistici
2014. La città di Salisburgo ospita anche
• Galleria lunga – 70 metri impressionanti decorati con notevoli lavori in stucco
molti altri esempi di architettura barocca
• Museo di S. Pietro – Opere d’arte del monastero più antico nel territorio di
oltre al DomQuartier Salisburgo – tutto
lingua tedesca
ciò la rende la città barocca più impor• Chiesa dei Francescani – Uno sguardo all’interno di una delle chiese più antiche
tante a nord delle Alpi.
di Salisburgo
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La storia segreta di una tradizione:
Cappuccino e Cornetto
di Daniele De Sanctis
Immaginatevi una colazione perfetta: belli, vestiti come meglio
vi aggrada, magari in compagnia del vostro amato o della vostra amata, con un poco di brezza che vi arruffa i capelli e gli
occhiali da sole. Seduti magari a riva a Trieste, ai giardini di
Venezia, a Vienna nei pressi delle mura, in uno dei tanti meravigliosi caffè o fornai. Chiamate il cameriere e, rigorosamente
seri, fornitegli un cd: Mozart opera in A major K.331; se amate
il jazz un più semplice Dave Brubeck, Blue Rondo à la Turk.
Fatto? l’incontro tra oriente e occidente è cruento ma porta anche scambi e sviluppo. Ordinate acqua, cappuccino e cornetto,
senza zucchero. Prima però leggete questo articolo.
Il mondo è sconvolto dalla Jihad, ma non da stamane, precisamente da quando i discendenti di Maometto hanno litigato
per l’eredità morale e temporale. Io parto dal 1571, dopo il
massacro di Famagosta, la caduta di Cipro e Nicosia. Occhiali,
il prete-pirata calabrese, è padrone del mediterraneo; fedele a
Solimano è re di Tobruk, marcia sulle coste della Dalmazia e
devasta La Spezia. Gli ottomani arrivano alle porte di Roma:
Urbano Ghisleri, Papa forte della vittoria dei Cavalieri a Malta
e delle loro piratesche razzie, tenta di resistere alla flotta turca
e crea la Santa Alleanza. Il 7 ottobre 1571, a Lepanto, batte la flotta turca con l’aiuto decisivo delle galeazze veneziane.
“30mila morti, nubi di frecce che oscurano il sole, il mare rosso
di sangue. La voglia di tornarci. Per capire com’erano, allora, gli
scontri di civiltà”: lo scrive Paolo Rumiz su Repubblica partendo dal forte San Giorgio e diretto proprio a Levanto. L’incontro
tra Oriente e Occidente è cruento: fedi contrapposte, momenti
difficili, ma anche scambi e sviluppo. Quando L’Ungheria cade
sotto l’egemonia del sultano (siamo nel 1582) anche il Sacro
Romano Impero è in bilico.
Nel mentre Prospero Alpini, medico e botanico di ritorno
dall’Egitto, porta in occidente la pianta del caffè e la consegna
al senatore Costantino Garzoni, a cui racconta dell’uso diffuso
a Istanbul, “La sublime porta” di bere “una certa acqua negra”
in locali pubblici. Fiutato l’affare, la Serenissima avvia l’importazione: il caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei
Prospero Alpini
semi di arbusti tropicali del genere Coffea, le cui più diffuse
sono l’arabica e la robusta. La parola araba Gahwa (in turco
Kahve) diviene in Italiano caffè.
Pellegrino Artusi (1820-1911) la descrive così: “V’è chi ritiene
il caffè originario della Persia, chi dell’Etiopia e chi dell’Arabia Felice; ma di qualunque posto sia, è certamente una pianta
orientale sotto forma di un arboscello sempre verde il cui fusto
si innalza dai 4 ai 5 metri e non acquista per ordinario più di 5
ad 8 centimetri di diametro. Il miglior caffè è pur sempre quello di Moka, il che potrebbe convalidare l’opinione esser questo
veramente il suo luogo nativo. Si dice che un prete musulmano, a Yemen, avendo osservato che quelle capre le quali mangiavano le bacche di una pianta di quelle contrade, erano più
festevoli e più vivaci delle altre, ne abbrustolì i semi, li macinò e
fattane un’infusione scoprì il caffè tal quale noi lo beviamo (…)
Venezia per i suoi rapporti commerciali in Oriente fu la prima
a far uso del caffè in Italia, forse fin dal secolo XVI” (La scienza
in cucina e l’arte di mangiare bene, 1891).
Gli affari dei veneziani con la Sublime Porta, guerra e inquisizione permettendo, vanno comunque avanti, mentre il mare
è pacificato momentaneamente. Per terra Solimano cerca di
prendere Vienna e poi magari Roma. La Jihad è in corso: Ungheria, Stiria e Balcani, tutti cadono sotto la Spada di Allah e
ne sono devastati; Vienna è sotto il secondo assedio. Nel 1583
un frate cappuccino in odore di santità, Marco d’Aviano, è inviato a Vienna dal Papa con l’obiettivo di convincere i potenti
europei a intervenire per fermare i turchi. Marco d’Aviano non
è un prete qualsiasi: oltre che cardinale è anche un noto guaritore, accreditato nelle corti imperiali. Arriva mentre Vienna è
assediata e gli ottomani bombardano con obici le mura, usano
truppe leggere per scalarle giornalmente, scavano trincee e gallerie sotterranee, minano le fortificazioni.
A luglio gli ottomani cercano di entrare attraverso un tunnel che
finisce contro la parete di una panetteria: i fornai si accorgono
dell’intrusione e danno l’allarme. Quando l’11 settembre la coalizione cristiana guidata da Giovanni Sobieski libera la città, i
fornai festeggiano confezionando un dolce a base di uova, farina
, burro, zucchero lievito e acqua tiepida con
la forma di mezzaluna
turca: è nato il kipferl,
in italiano il cornetto. Fuggendo i turchi
lasciano sul campo
quintali di caffè, di cui
un ufficiale polacco
(Franciszek Jerzy Kulczycki) fa bottino.
Apre così il primo
caffè viennese: Marco D’Aviano, priore
cappuccino e rappresentante del Papa e di
Dio in terra (in tempo
d’inquisizione non è
cosa da poco) entra e
ne ordina uno. La beinizio
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vanda non gli piace: è amara, nera e non può addolcirla perché lo
zucchero è arabo. Chiede come si possa migliorarne il sapore con
qualcosa che sia dolce e magari cattolico e gli aggiungono del latte: il colore gli ricorda il suo saio. Nasce così il melange viennese,
che in suo onore sarà poi ribattezzato kaputziner (cappuccino).
Per arrivare al cappuccino come lo conosciamo noi serve l’avvento
del vapore e del brevetto della macchina da caffè: nel 1901 Luigi
Bezzera brevetta la prima macchina da espresso, esposta alla Fiera
Internazionale di Milano nel 1906.
Dopo la prima guerra mondiale il caffè si diffonde anche nel
Sud Italia, soprattutto nel napoletano. Non entro nel merito
della ricetta, ma copio quello che riporta l’Istituto Nazionale
Espresso Italiano: “il cappuccino di qualità e rispettoso della
tradizione è composto da 25 ml di espresso e da 100 ml di
latte montato con vapore. Alla base del Cappuccino Italiano
Certificato c’è sempre un Espresso Italiano Certificato, preparato in conformità alle regole previste nella certificazione a
marchio Espresso Italiano (CSQA n. 214 del 24/9/1999, DTP
008 Ed. 1). Da un punto di vista sensoriale il Cappuccino Italiano Certificato si presenta di colore bianco, ornato da bordo
marrone più o meno spesso nel cappuccino classico, con dise-
gni che vanno dal marrone al nocciola nel cappuccino decorato. La crema ha maglie strette con occhiatura molto fine o
assente. Ha un aroma intenso in cui, ai soffusi sentori di fiori
e di frutta si, aggiungono quelli più intensi di latte, di tostato
(cereali, caramello), cioccolato (cacao, vaniglia) e frutta secca.
Sono assenti odori empireumatici e biochimici negativi. Il corpo è importante e si esprime con una sensazione suadente, di
panna e di elevata percezione sferica, supportato da un sapore
amaro tenue e da una bilanciata acidità, quasi impercettibile.
L’astringenza è praticamente assente”. Giuro, non ho capito se
scherzano oppure no.
Non vi do la ricetta né del cornetto né del cappuccino: è la cosa
più anticlericale che mi venga in mente. Bevetevelo al bar, in
buona compagnia, e pensate semmai a quanto siano poco cambiate le cose, a quanto voi siate fortunati di stare seduti a berlo
tranquilli, mangiando un cornetto a forma di mezzaluna. Solo
un consiglio: il cornetto deve essere di pasticceria e fragrante, la
macchina del caffè in buone condizioni, il cameriere simpatico
e fugace come un’apparizione, la giornata lieve e la compagnia
allegra. Per i commenti mi trovate al caffè.
fonte: http://www.agrodolce.it/
WIEN café
Cafè Landtmann
1, Dr Karl Lueger Ring 4
Ritrovo storico di studenti, attori e registi; d’estate si può
stare in terrazza.
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Cafè Central
1., Herrengasse 14
Questo locale dagli arredi pregiati è da sempre tra i
prediletti degli artisti, per gustare caffè viennesi con
sottofondo musicale.
Bräunerhof
1., Stallburgasse 2
Atmosfera suggestiva per il caffè con la maggiore scelta di
quotidiani in consultazione.
Palmehaus in Burggarten
1., Burgarten/eingang Albertina
Una serra ottocentesca e cucina aperta fino a tardi per
questo suggestivo locale nei pressi dell’Albertina.
Mayer am Pfarrplatz
19.,Pfarrplatz 2
Bella musica, buona cucina, ottimi vini e tanta allegria in
questo famoso Heurigen.
Winzerhof Leopold
21., Stammersdorfer Strasse
Arredato con gusto, il locale offre vini pregiati, sia bianchi
che rossi.
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➲ Anche se il primo insediamento nel luogo dove attualmente
sorge la città risale al terzo millennio a.C., le notizie più approfondite di Vienna riguardano il periodo dell’Impero romano e
parlano di un municipio creato con il nome di Vindibonia. Nel
decimo secolo Vienna è guidata dalla dinastia dei Babenberg e comincia una fase di crescente sviluppo; la successiva annessione del
paese ai domini asburgici porta la città ad un periodo di grande
prosperità.
Divenuta sede principale del Sacro Romano Impero nel 1438, nei
secoli Vienna respinge per due volte l’assedio turco (1529, 1683) e
per due volte è occupata dalle truppe napoleoniche (1805, 1809).
Il 1700 è comunque il “secolo d’oro” della città che cresce economicamente e demograficamente. Dopo la prima guerra mondiale
e lo sfascio dell’Impero, il paese si libera dal dominio degli Asburgo ma nel 1938 subisce l’invasione delle truppe tedesche e Vienna
diventa provincia del Reich.
Le tragiche vicende della Seconda Guerra Mondiale portano
in città le macerie e l’esercito russo, che nel 1945 libera Vienna
dall’invasore tedesco. A guerra finita le potenze vincitrici gestiscono il controllo di Vienna dividendola in quattro parti; la cit-
tà riacquista la propria autonomia nel 1955 e diventa negli anni
importante centro della diplomazia internazionale, grazie alla dichiarazione di neutralità della nazione.
Vienna è oggi la “porta” che dall’Occidente conduce in Oriente,
l’ingresso privilegiato dell‘est europeo al cuore del Vecchio Continente. Se la posizione strategica è stata la causa delle tentate invasioni dell’esercito ottomano, la collocazione di assoluto rilievo
in imperi di grande estensione ha lasciato in eredità alla città uno
spirito cosmopolita ed una suggestiva struttura monumentale.
Voluta così da sovrani “illuminati” che chiamarono a corte architetti geniali per farne una sontuosa capitale, Vienna è diventata
nei secoli cornice speciale delle creazioni degli artisti più affermati.
Nonostante Vienna sia ormai considerata una grande metropoli,
si possono trovare spazi verdi anche in centro città. Il parco più
grande è lo Stadtpark che offre ai suoi visitatori una bella distesa di giardini all’inglese ed un laghetto. Vicino al monumentale
Hofburg si trovano il Burggarten e il Volksgarten, che è il parco
più antico della città. Da non perdere anche il giardino del Castello del Belvedere, la barocca residenza estiva di Eugenio di Savoia
che si trova appena fuori il “Ring”.
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1. Ringstrasse
La costruzione dei viali del Ring di Vienna fu un capolavoro urbanistico. I lavori di costruzione durarono più
di mezzo secolo.
Lungo la Ringstrasse si succedono i più significativi
edifici dell’Austria: Opera di Stato di Vienna, Hofburg/
Neue Burg, Kunsthistorisches Museum, Museo di
Storia naturale, Parlamento, Municipio, Burgtheater,
Università, Museo austriaco di Arti Applicate.
Il 1° maggio 1865 l’imperatore Francesco Giuseppe
inaugurò ufficialmente i viali del Ring. Nel 2015
Vienna celebra il suo 150° anniversario con
numerose manifestazioni e mostre.
Lasciatevi rapire in un viaggio interattivo intorno
alla Ringstrasse di Vienna! Scoprite il viale più
bello del mondo e goditevi lo splendore dei
monumenti viennesi degli ultimi 150 anni.
http://ringview.vienna.info/it/ ➲
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1873, Gustav Veith: panorama della zona di espansione urbana; in evidenza il tracciato della Ringstraße.
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2. MAK – Museo Arte Applicata ➲
Il MAK è il regno del design. Nel museo, infatti, sono esposti mobili, oggetti in vetro, porcellana o argento e tessuti dal
Medioevo a oggi. Notevoli i preziosi oggetti d’artigianato della
Wiener Werkstätte, i mobili in legno curvo della Thonet e i
capolavori dello stile Liberty come il modello rivestito di lamine in oro realizzato da Gustav Klimt per il fregio del palazzo
Stoclet a Bruxelles.
Museo della tecnica ➲
Con una superficie espositiva di circa 22.000 m², il museo della
Tecnica di Vienna introduce il visitatore nel mondo della tecnica con una visione del tutto insolita.
Fin dalla fondazione del Museo della Tecnica si tenne conto anche di una collezione espositiva per la corporazione dei fabbricanti
di strumenti musicali. Il ruolo più importante lo rivestivano i fabbricanti di pianoforti, che all’inizio del XIX secolo realizzavano
anche organi. Un fatto poco noto è che la fisarmonica fu inventata a Vienna nel 1829. I fabbricanti di strumenti musicali tentavano
continuamente, attraverso prove ed errori, di migliorare i loro prodotti. Un settore espositivo a parte è dedicato a questi esperimenti, i quali alla fine sfociarono, nel XX secolo, nello sviluppo degli strumenti elettronici.
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4. Kunsthistorisches Museum (Museo di storia dell’arte) ➲
Il Kunsthistorisches Museum (Museo di storia dell’arte), vicino
alla Hofburg, fu costruito nel 1891 per ospitare le vaste collezioni della casa imperiale. Con la sua collezione di importanti
opere e la collezione di Bruegel più grande del mondo esso è
oggi una delle collezioni d’arte più importanti del mondo.
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3. Duomo di Santo Stefano ➲
Il duomo di Santo Stefano è il simbolo di Vienna. L’inizio della sua costruzione risale al XII secolo. Oggi è il
più importante monumento gotico dell’Austria.
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5. Hofburg - Residenza Imperiale ➲
Fino al 1918 la Hofburg è stata al centro dell’enorme impero asburgico. Gli imperatori della casa d’Asburgo hanno arredato
in maniera sontuosa quell’area che era stata originariamente progettata come foro imperiale, il “Kaiserforum” – dalla “città
vecchia” del 13° secolo fino alla parte più recente, risalente intorno al 1900. Oggi la Hofburg di Vienna è la residenza del
Presidente federale austriaco: qui vi attendono oltre due dozzine di collezioni di livello internazionale.
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6. Albertina ➲
L’Albertina possiede una delle collezioni di grafica più estese e
più preziose del mondo con opere come “La giovane lepre” di
Dürer e gli studi di donna di Klimt. Inoltre, la nuova collezione
esposta presenta capolavori dell’epoca moderna che spaziano da Monet a
Picasso a Baselitz.
L’Albertina è il più grande palazzo residenziale asburgico e troneggia sulle mura di uno degli ultimi bastioni di Vienna all’estremità sud della
Hofburg.
7. Schönbrunn ➲
Ex-residenza estiva dell’imperatrice Sisi. Un capolavoro di arte barocca nel mezzo di parchi stupendi e in più: Casa delle
Palme, Gloriette e il Giardino Zoologico di Vienna. Passate una giornata a Schönbrunn, visitando le sale aperte al pubblico
nell’ambito di un “Grand Tour con audioguida”, ammirando le prestigiose Berglzimmer e facendo un giro nel “Labirinto”.
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8. Belvedere ➲
Ammirate il leggendario dipinto di Gustav Klimt “Il bacio” e i
capolavori di Schiele e Kokoschka. Restate affascinati dallo stupendo aspetto del castello barocco e del suo smisurato giardino.
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Vienna offre numerose occasioni di luoghi di sicuro interese
storico e architettonico posti a breve distanza fra loro.
Un possibile breve itinearario è quello che parte dallo Stadtpark e arriva al Naschmark passando per il Resselpark.
È così possibile ammirare alcuni capolavori dell'architettura
Jugendstil ➲, passeggiare per parchi e viali alberati, oltre che
sostare in famosi e rinomati caffè.
Jugendstil
5. Secessione ➲
1. Stadtpark ➲
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4. Naschmarkt ➲
3. Resselpark ➲
2. Monumento a Beethoven ➲
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L'architettura
di Hundertwasser
Il quartiere Hundertwasser ➲ (Löwengasse angolo Kegelgasse)
con le sue fantasiose soluzioni architettoniche e i suoi colori
fu fatto erigere dal Comune di Vienna a metà degli anni ’80 a
fronte del piano di sviluppo di edilizia popolare. Il complesso
abitativo con 50 appartamenti nacque dall’estro e dalla magia
del pittore Friedensreich Hundertwasser che ricorda la stupefacente fantasia architettonica e controcorrente dello spagnolo
Gaudì.
Vi sono elementi che richiamano gli stili classici: facciate che
si ispirano agli antichi palazzi veneziani, alte torri a bulbo dorato, pareti ondulate, decori in ceramica po-licroma, colonne
pendenti, appartamenti contraddistinti da
un diverso colore, che li rende unici, con
porte e finestre di forma irregolare.
Fritz Hundertwasser ha inteso abolire l’uniformità dello standard abitativo creando un unicum di piacevole irregolarità,
pensata e creata per essere goduta da chi
vi abita e da chi la osserva.
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inizio
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Architektur
L'architetto ed artista Otto Wagner (1841-1918) è stato
uno dei maggiori precursori del Modernismo. Era il fautore di uno stile architettonico immerso nella propria epoca,
in grado di soddisfare le esigenze di vita dell'uomo moderno, che soddisfa il motto "non può essere bello qualcosa
che non sia funzionale".
Furono soprattutto Otto Wagner (a sinistra) e Josef Hoffmann (a destra) a influenzare l'immagine della capitale austriaca: gran parte delle costruzioni Jugendstil di Vienna fu
infatti eretta in base ai progetti dei due architetti.
Le stazioni, i parapetti ed i ponti dell'ex-Stadtbahn di Vienna, la metropolitana di superficie della città, la Casa delle
maioliche e quella delle Muse lungo la Wienzeile, la prima
chiesa "moderna" d'Europa (St. Leopold am Steinhof ) e l'edificio della cassa di risparmio postale lungo la Ringstrasse
furono tutti costruiti da Otto Wagner.
La splendida stazione all’inizio della grande Karlsplatz, fu realizzato dall’architetto
Otto Wagner intorno al 1900 per la ferrovia urbana di Vienna (Stadtbahn). In essa
si possono trovare molti elementi comuni
della Jugendstil: ornamenti floreali, decorazioni in oro, elaborazione accuratissima fin
nei minimi dettagli.
Il palazzo della k.k. Postsparkasse (cassa di
risparmio regio-imperiale) fu costruito negli anni tra il 1904 ed il 1906 e tra il 1910
ed il 1912. Portano la firma di Otto Wagner anche arredamento e mobilio.
A paragone con gli altri edifici di quell’epoca come ad esempio con quello dove aveva
sede il Ministero della guerra regio-imperiale, che si trova di fronte, lo stile di Wagner è
Nell'architettura si affermò lo Jugendstil
Viennese, detto anche Stile Secessionista e quasi ad ogni angolo di Vienna ci
sono testimonianze della svolta artistica
avvenuta a cavallo tra Ottocento e Novecento (Modernismo ➲).
Il palazzo della Secessione, costruito nel
1898, è uno dei più celebri edifici in
stile Jugendstil viennese, ma a Vienna
esistono ancora numerosi altri palazzi di
elevato interesse architettonico.
coerentemente moderno e funzionale.
La facciata è rivestita di piastre di granito
e di marmo resistenti alle intemperie, l’alluminio inossidabile – una novità per quel
tempo – è stato utilizzato sia all’esterno che
all’interno, ad esempio per le ringhiere e le
figure ornamentali sul tetto, le guarnizioni
metalliche delle porte e gli erogatori di aria
calda nella sala casse.
La Chiesa am Steinhof costruita da Otto
Wagner dal 1904 al 1907 sul terreno
dell'ex-manicomio della Bassa Austria –
l'attuale ospedale psichiatrico della città di
Vienna – è un'opera fondamentale dello
stile viennese.
La cupola di rame si vede anche da lontano,
in quanto la chiesa fu costruita sul punto
più alto della zona. I mosaici di vetro delle
finestre furono disegnati da Kolo Moser. La
chiesa dell'ospedale, consacrata a San Leopoldo, può essere visitata (anche dall'esterno) solo con delle guide
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Postsparkasse
Stadtbahn
Steinhof
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G. Klimt, esempio di tessuto (Manufacturer: Wiener Werkstätte).
Wiener Werkstätte ➲
G. Klimt, part. fregio per Palazzo Stoclet, 1905-09.
La Secessione Viennese ➲
Si tratta di una corrente artistica caratterizzata da una forte sensualità ed
opulenza estetica che si inserisce nel
contesto delle avanguardie degli inizi del XX secolo.
Nel 1903 l'architetto Josef Hoffmann ed il grafico e pittore Koloman Moser, sotto il patrocinato
dell'industriale Fritz Waerndorfer fondarono la
Wiener Werkstätte secondo il modello del movimento inglese e scozzese Arts and Crafts. Questa
comunità di produzione formata da artisti figurativi era tipica del periodo a cavallo tra Ottocento
e Novecento, la fase di avvio del Modernismo.
Il termine – in tedesco Wiener Secession o Sezessionstil – nasce dall'abbandono (secessione) di parecchi membri del più importante circolo artistico
della Mitteleuropa, la Wiener Künstlerhaus (Casa degli Artisti di Vienna) che rappresentava l'Associazione Ufficiale degli Artisti viennesi.
Questa secessione nota anche come l'Unione degli Artisti Austriaci, avvenne per le divergenza di idee sullo scopo dell'arte e sul tradizionale
orientamento verso lo storicismo di 18 artisti fra cui Gustav Klimt che
ne fu anche presidente.
Secessione Viennese è la definizione che l'Art Nouveau, conquistando
tutta l'Europa, prende in Austria; in Francia viene denominata "Stile di
Nancy" e "Art Deco", "Jugenstil" in Germania, "Liberty" in Italia, "Modernismo" in Spagna e "Modern style" in Gran Bretagna.
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