Prevalenza e incidenza dell`infezione da HPV nel mondo ITALIAN
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Prevalenza e incidenza dell`infezione da HPV nel mondo ITALIAN
JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 2, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Prevalenza e incidenza dell’infezione da HPV nel mondo Il papillomavirus umano (HPV) è considerato l’agente eziologico responsabile delle forme di infezioni sessualmente trasmesse più frequenti nella popolazione generale. Si stima, infatti, che oltre il 75% delle donne sessualmente attive risulti positiva all’infezione da HPV almeno una volta nella propria vita. Studi epidemiologici condotti negli USA hanno evidenziato che ogni anno si registrano più di 6.2 milioni di casi di infezione da HPV [1]. Secondo un recente studio, il 26.8% delle donne statunitensi fra 14 e 59 anni risulta positivo all’HPV, vale a dire 24.9 milioni di donne in tutto il Paese [2]. In Europa la prevalenza dell’infezione da HPV in donne sane (in assenza di alterazioni citologiche a carico dell’apparato genitale) è pari a 14% e il tasso di incidenza risulta pari a 7%, con 16 milioni di nuovi casi ogni anno in una popolazione di 230 milioni di persone [3]. A livello mondiale, si stima che la prevalenza di infezioni genitali da HPV nella popolazione femminile vari dal 2% al 44%, con la più bassa prevalenza in Vietnam e la più alta in Senegal [4]. L’ampio range di variazione della prevalenza è spiegato, oltre che dalla sensibilità dei differenti metodi di ricerca del DNA del virus utilizzati nei diversi Paesi, dalla differente distribuzione geografica dell’infezione e dalla differente distribuzione dell’infezione nelle diverse fasce d’età delle popolazioni in studio. Un’importante meta-analisi, che è stata effettuata analizzando 78 studi condotti in diversi Paesi del mondo (Figura 1), ha evidenziato che la prevalenza grezza di HPV complessivamente considerata è risultata pari a 10.0%. Nei Paesi dell’Africa orientale sono stati registrati i più elevati valori di prevalenza (31.6%; IC95%: 29.5– 33.8%). Al contrario, i valori più bassi sono risultati quelli dei Paesi del Sud-Est Asiatico (6.2%; IC95%: 5.5–7.0%), seguiti dai Paesi dell’Europa meridionale (6.8%; IC95%: 5.7–7.2%) [5]. Distribuzione per fasce di età È ormai ampiamente dimostrato che la prevalenza dell’infezione da HPV varia con l’età. Gran parte degli studi, infatti, riporta una relazione di tipo inverso tra la prevalenza dell’infezione e l’età, soprattutto nei Paesi industrializzati. Il picco Figura 1. Prevalenza dell’infezione da HPV nel mondo. La stima è basata sulla meta-analisi di 78 studi. S2 CAPITOLO 1 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 2, 2009 ITALIAN JOURNAL OF di prevalenza dell’infezione, infatti, è registrato nella popolazione di giovani donne sessualmente attive di età < 25 anni. In USA, si stima che il 74% delle infezioni si manifestino in donne di età compresa tra 15 e 24 anni. La prevalenza decresce, invece, nella fascia d’età compresa tra 35-54 anni, probabilmente per lo sviluppo di un’immunità specifica contro l’HPV in grado di prevenire successive infezioni [1]. Studi recenti hanno evidenziato, tuttavia, un secondo picco nella prevalenza dell’infezione in donne in età peripost-menopausale. Tuttavia, le motivazioni che spiegherebbero questo secondo picco di prevalenza sono ancora incerte. In particolare, sono stati ipotizzati tre possibili meccanismi: la riattivazione di infezioni latenti conseguenti alla perdita di specificità dell’immunità acquisita, l’acquisizione di nuove infezioni in seguito al contatto con nuovi partners o l’effetto coorte ascrivibile anche ai cambiamenti nelle abitudini sessuali verificatisi negli ultimi anni, che può avere esposto all’infezione nuove coorti di età [6]. Tipi di HPV L’HPV è caratterizzato da un’ampia variabilità genetica, per cui è possibile distinguere diversi “tipi” di HPV. Ad oggi sono stati identificati più di 120 diversi tipi di HPV e circa 40 sono associati a infezioni dell’apparato genitale. Nella maggior parte dei casi (70-90%), l’infezione da HPV è autolimitante e transitoria, poiché il virus viene eliminato dalla risposta immunitaria attivata dall’organismo. Quando ciò non accade, però, la storia naturale dell’infezione evolve in infezione persistente e, in base al tipo di virus infettante, l’infezione può progredire in lesioni a carattere benigno o in lesioni precancerose e cancerose. In base al potenziale potere oncogeno dei diversi tipi di HPV, questi sono convenzionalmente classificati in due grandi gruppi: a basso rischio oncogeno (convenzionalmente denominati low-risk) e ad alto rischio oncogeno (convenzionalmente denominati high-risk). A questi macro gruppi, si affiancano due piccoli gruppi definiti a probabile rischio oncogeno e a rischio indeterminabile [7]. La Tabella 1 riassume la classificazione dei più PUBLIC HEALTH comuni tipi di HPV. I tipi di HPV a basso rischio sono responsabili dell’insorgenza di lesioni neoplastiche benigne, quali i condilomi anogenitali e sono frequentemente associati a lesioni squamose intaepiteliali (SIL) e neoplasie intraepiteliali della cervice di basso grado (CIN-I); i tipi ad alto rischio, invece, sono associati al cancro della cervice uterina, oltre che al cancro del pene, della vulva, della vagina e dell’ano. Prevalenza e incidenza dell’infezione da HPV in Italia Molteplici studi di prevalenza e incidenza delle infezioni da HPV sono stati condotti in Italia, sebbene riportino risultati spesso differenti, anche a causa dell’eterogeneità delle popolazioni studiate. Uno studio condotto a Torino arruolando 1.013 donne nell’ambito del programma organizzato di screening per il cancro della cervice uterina (di età compresa tra 25-70 anni), ha evidenziato che la prevalenza dell’infezione da HPV nella popolazione femminile è pari a 8.8% (9.5% se standardizzata in base ai dati di composizione della popolazione mondiale). Nell’1.1% dei casi di infezione è stato identificato più di un tipo di HPV. Nel 7.1% dei casi è stato identificato un tipo di HPV ad alto rischio. In particolare, il 36.2% dei casi era associato a infezioni da HPV 16. Lo studio sulla prevalenza dell’infezione in relazione alle diverse fasce di età della popolazione ha confermato i dati internazionali: la prevalenza è risultata più elevata, infatti, per le donne di età compresa tra 25-39 anni (13-14%) con andamento decrescente all’aumentare dell’età (pari a 11.5% per le donne di età compresa tra 40-44 anni e 5% per le donne di età > 45 anni) [8]. Un limite rilevante dello studio di Ronco et al. è rappresentato dal fatto che, essendo inserito nell’ambito del programma di screening per il cancro della cervice uterina, indicato per le donne di età > 25 anni, non permette di avere dati di prevalenza dell’infezione per le giovani donne di età < 25 anni. Uno studio è stato condotto da Ammatuna et al. Tabella 1. Classificazione dei tipi di HPV in relazione all’oncogenicità. (adattata da Baseman JG et al. Journal of Clinical Virology 2005) [7]. CAPITOLO 1 S3 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 2, 2009 ITALIAN JOURNAL OF nell’ambito di programmi di screening effettuati in 6 centri della regione Sicilia. Nello studio sono state arruolate 1.006 giovani donne di età compresa tra 18 e 25 anni. La prevalenza dell’infezione da HPV nelle giovani donne in questa fascia di età è risultata pari a 24.13%. In particolare, la positività ai tipi di HPV ad alto rischio è risultata pari a 18.12%. Tra questi, il tipo di HPV più diffuso è risultato l’HPV 16 (18.6%), seguito dal 53 (11.2%) e dal 62 (9.9%). Inoltre, l’indagine citologica ha evidenziato 29 casi di displasia della cervice uterina (2.89%), 7 SIL e 22 ASCUS. In particolare, 6 casi di SIL e 15 casi di ASCUS sono risultati associati a tipi di HPV ad alto rischio (Figura 2) [9]. Nel periodo compreso tra il 1992-1993, presso l’Istituto per la Ricerca sul Cancro di Genova, è stato eseguito uno studio su 514 donne di età media pari a 51 anni. In questa popolazione la prevalenza dell’infezione da HPV è risultata pari a 15.9%. I tipi di HPV più frequenti sono stati, in ordine di frequenza decrescente: HPV 16 (57.5%), HPV 18 (36.3%), HPV 33 (8.8%) e HPV 6/11 (5%). Tre pazienti sono risultate portatrici di lesioni squamose (LSIL e HSIL): tutte sono risultate HPV positive, due per il tipo HPV 16, una per i tipi HPV 18 e 33 [10]. In uno studio condotto presso gli Spedali Civili di Brescia sono state reclutate 1.500 donne di età compresa tra 18 e 63 anni tra le pazienti che avevano eseguito una visita ginecologica di routine nel periodo compreso tra il 2002 e il 2003: 97 donne (6.6%) sono risultate positive all’HPVDNA.Ancora una volta il tipo di HPV più frequente è risultato l’HPV 16 (27%), seguito dall’HPV 31 (19.5%), HPV 6 (9%) e HPV 58 (8%) [11]. Risultati preliminari di uno studio condotto presso l’IRCCS Ospedale Oncologico di Bari hanno evidenziato che il 30.4% delle donne entrate a far parte dello studio sono risultate positive all’HPV DNA. In particolare, è risultato PUBLIC positivo al virus il 66.7% delle donne di età < 35 anni. L’HPV 16 è risultato il tipo di virus più frequente, insieme ai tipi HPV 31, HPV 51 e HPV 58 [12]. Uno studio condotto, invece, su 1.335 donne risultate affette da anomalie citologiche ai test di screening per il cancro della cervice uterina, effettuati presso l’Ospedale S. Bartolo di Vicenza, ha evidenziato che il 35.3% era positivo. Di queste, il 13.6% è risultato positivo all’HPV 16, il 3.9% all’HPV 31 e all’HPV 58, il 2.3% all’HPV 6 [13]. Utilizzando i dati di prevalenza riportati dai diversi studi effettuati in Italia, l’Istituto di Igiene dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ha effettuato un’analisi pooled della prevalenza dell’infezione da HPV in Italia. Nella popolazione di donne con citologia normale, la prevalenza pooled dell'infezione è risultata pari a 19.17% (IC95%: 10-30%); considerando, invece, le popolazioni di donne con anomalie citologiche, la prevalenza pooled dell’infezione è risultata pari a 60% (IC95%: 40%-80%). Non è stato possibile, invece, calcolare la prevalenza per le diverse fasce d’età a causa della diversità di classi di età considerate nei diversi studi. HPV e condilomi anogenitali Le infezioni indotte dagli HPV a basso rischio oncogeno sono responsabili di una rilevante morbilità e si associano ad elevati valori di spesa, dipendenti dal management delle lesioni. I tipi di HPV a basso rischio sono raramente associati con il cancro ma hanno comunque un grosso impatto sulla salute umana, poiché sono responsabili dell’insorgenza di condilomi anogenitali (o verruche) e lesioni genitali di basso grado. Le verruche genitali esterne sono, infatti, in gran parte il risultato di infezioni da HPV 6 e 11; quasi il 90% dei condilomi è associato a HPV 6, il 30% a HPV 11. I condilomi genitali umani costituiscono una Figura 2. Prevalenza di tipi virali ad alto (HR) e basso (LR) rischio [9]. S4 HEALTH CAPITOLO 1 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 2, 2009 ITALIAN JOURNAL patologia molto frequente e in continuo aumento nella popolazione sessualmente attiva. Dati raccolti negli USA evidenziano che il tasso di incidenza è aumentato da 118 casi per 100.000 anni-persona a rischio nel 1998 a 205 casi per 100.000 anni-persona a rischio nel 2001 [14]. Attualmente si stima che circa 1.4 milioni (1%) di americani soffra di condilomi con 500.000 - 1 milione di nuovi casi l’anno [15]. Uno studio condotto consultando 78 ginecologi provenienti da tutta Italia ha evidenziato che nel 2005 il tasso di incidenza dei condilomi nella popolazione femminile italiana era pari a 4,3 casi per 1.000 donne, mentre la prevalenza stimata era pari a 6,0 casi per 1.000. Questo corrisponde a 84.681 nuovi casi e 118.160 casi di condilomi genitali nel 2005 nella popolazione femminile di età 15-64 anni. L’incidenza e la prevalenza stimata nella popolazione maschile sono risultate rispettivamente pari a 4,7 e 7,6 casi per 1.000 uomini [16]. Se comparate con i dati internazionali, queste stime risultano più elevate. Questo può essere spiegato in parte dai limiti epidemiologici dello studio e dal fatto che i ginecologi inclusi nello studio possono avere sottostimato la popolazione totale di donne da loro visitate, determinando così una sovrastima dell’incidenza. Anche se le lesioni genitali benigne possono risolversi spontaneamente, spesso necessitano di trattamenti specifici. Gli attuali trattamenti, tuttavia, sono spesso lunghi e inefficaci a causa del numero relativamente alto di casi di recidive e di resistenza al trattamento, che comporta ripetute visite e genera un notevole impatto economico [14, 17-20]. I giovani adulti sono più spesso i soggetti che necessitano di cure specifiche [14]. Questo tipo di lesioni, inoltre, ha un elevato impatto psicologico e psicosessuale sui soggetti affetti. HPV e cancro della cervice L’evidenza scientifica negli ultimi 20 anni indica chiaramente che specifici tipi di HPV rappresentano la causa centrale e necessaria per lo sviluppo del cervicocarcinoma. Il carcinoma della cervice uterina è, infatti, il primo cancro a essere riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad un’infezione. L’HPV DNA è presente, infatti, nel 99.7% dei reperti istologici, supportando fortemente la relazione fra infezione da HPV e cancro della cervice uterina. Le Figure 3 e 4 e la Tabella 2 illustrano i dati di prevalenza cumulativa dei più comuni tipi di HPV OF PUBLIC HEALTH nei casi di cancro della cervice uterina in relazione ai differenti tipi istologici (carcinoma a cellule squamose e adenocarcinoma) e nelle donne con citologia normale. Oltre l’85% dei casi di carcinoma squamocellulare è associato ai tipi di HPV 16, 18, 45, 31, 33, 52 e 58; il 94% dei casi di adenocarcinoma è associato ai tipi di HPV 16, 18, 45, 59 e 33. In particolare l’HPV 16 è risultato presente in più del 50% dei casi di carcinoma squamocellulare, mentre l’HPV 18 è responsabile di circa il 36% dei casi di adenocarcinoma [4, 21]. Il cancro della cervice uterina rappresenta il secondo tumore più frequente nelle donne a livello mondiale ed il primo in gran parte dei Paesi in via di sviluppo (Figura 5). Nel 2002 sono stati stimati approssimativamente 493.000 nuovi casi di cancro della cervice uterina in tutto il mondo, l’80% dei quali registrati nei paesi in via di sviluppo, e 274.000 decessi dovuti a tale patologia [22]. L’introduzione di metodiche di diagnosi precoce di lesioni precancerose (Pap-test) e l’organizzazione di programmi organizzati di screening ha determinato un importante riduzione dell’incidenza di questa patologia. Quasi certamente l’ampia variabilità geografica dei tassi di incidenza di malattia è dovuta al minore sviluppo di programmi di screening e di diagnosi precoce di malattia proprio nei paesi in via di sviluppo. HPV e cancro della cervice in italia I dati italiani relativi all’epidemiologia del cancro della cervice uterina derivano, in maggioranza, dai registri tumori attivi sul territorio nazionale. Questi, tuttavia, non sono omogeneamente distribuiti su tutto il territorio. I dati che ne derivano, pertanto, sono parziali. I dati raccolti dall’Associazione Italiana Registro Tumori (AIRT) evidenziano che nel periodo 1998-2002 i casi di carcinoma della cervice uterina hanno rappresentato 1.6% dei nuovi casi di tumore nella popolazione femminile, con una mortalità pari a 0.6% di tutte le cause di morte per tumore nelle donne. Il tasso di incidenza annuale è risultato pari a 9.8 casi per 100.000 (Figura 6). È stato stimato che in Italia ogni anno sono diagnosticati in media 3.418 nuovi casi di carcinoma invasivo della cervice [22]. In relazione alla mortalità per questa patologia, nel 2002 sono stati registrati 370 decessi dovuti al cancro della cervice uterina a cui bisogna aggiungere una parte dei 1.756 decessi dovuti a cancro dell’utero non diversamente specificato. In base a questi dati, il rischio di avere il cancro della cervice uterina nel corso della CAPITOLO 1 S5 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 2, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Figura 3. Prevalenza cumulativa mondiale dei più comuni tipi di HPV in relazione ai differenti tipi istologici di cancro della cervice uterina (carcinoma a cellule squamose e adenocarcinoma) e nelle donne con citologia normale [4]. Figura 4. Distribuzione della frequenza tipo-specifica di tipi di HPV in 9.494 casi di cervicocarcinoma a cellule squamose (SCC) e in 1.949 casi di carcinoma adeno/adenosquamoso (ADC) [21]. S6 CAPITOLO 1 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 2, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Tabella 2. Confronto della distribuzione dei tipi di HPV nel carcinoma a cellule squamose (SCC) e nelle lesioni cervicali di alto grado (HSIL) [21]. 1La prevalenza tipo-specifica include infezioni singole o multiple. di prevalenza corretto per continenti. CI = Intervallo di confidenza. 2Rapporto Figura 5. Tassi di incidenza del cancro della cervice uterina standardizzati per età [22]. (Adattata da Parkin DM et al. 2006 [23]). CAPITOLO 1 S7 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 2, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Figura 6. Relazione tra prevalenza dell’infezione da HPV e incidenza del cervicocarcinoma [24]. propria vita per una donna italiana è stato stimato pari a 6.2‰ (1 caso ogni 161 donne), mentre il rischio cumulativo di morire per tale patologia è risultato pari a 0.8‰ [24]. Altre patologie neoplastiche associate all’HPV I diversi tipi di HPV sono associati a numerose altre patologie. In Tabella 3 sono riassunte le patologie associate all’HPV, specificando i tipi di HPV implicati e i dati di prevalenza riportati in letteratura. I dati di prevalenza riportati in tabella evidenziano un’ampia variabilità. L’associazione tra HPV e patologie diverse dal cancro della cervice uterina è ancora poco studiata e i dati della letteratura sono spesso molto eterogenei tra di loro, anche in relazione alla complessità genetica dei tipi di HPV e alle diverse metodiche utilizzate per l’identificazione dei diversi tipi di HPV nelle lesioni studiate. Tumori ano-genitali L’HPV è responsabile dell’insorgenza di tumori a carico della vulva in una percentuale variabile tra il 30 e l’86%. Tale patologia colpisce prevalentemente le giovani donne, particolarmente se con storia clinica di condilomi genitali [25]. S8 Inoltre, l’HPV è risultato associato all’80% dei casi di carcinoma in situ della vagina e al 60% dei carcinomi invasivi, con una maggior frequenza dell’HPV 16 [26]. Nell’uomo, l’HPV è associato al 90% dei casi di displasia e al 42% dei casi di carcinoma del pene. La Tabella 4 riassume i dati riportati dai più importanti studi effettuati per valutare l’associazione tra cancro del pene e l’HPV. Il tipo di HPV più frequente è risultato l’HPV 16. L’HPV è considerato il più importante agente eziologico del cancro dell’ano [28]. L’HPV è presente, infatti, nell’86%-100% dei tumori anali e perianali, con un’associazione quasi paragonabile a quella con il cancro della cervice uterina [25]. Tumori della cute L’HPV è associato alle forme di carcinoma a cellule squamose della cute. L’HPV è presente nel 50% dei casi in soggetti immunocompetenti e nel 90% dei casi in soggetti immunocompromessi. I tipi di HPV più frequentemente associati sono l’HPV 5 e 8 [29]. Tumori della testa e del collo L’HPV si riscontra nel 10-20 % dei casi di cancro della cavità orale e del laringe [25]. I tipi di HPV più frequentemente associati sono l’HPV 16, CAPITOLO 1 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 2, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Tabella 3. Patologie associate ai vari tipi di HPV. Tabella 4. Associazione tra cancro del pene e HPV. (Adattata da Rubin MA, et al. 2001 [27]). CAPITOLO 1 S9 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 2, 2009 ITALIAN JOURNAL mentre sono meno frequenti il 18, il 6 e l’11. In una specifica forma di cancro della cavità orale, il cancro della tonsilla, la positività all’HPV è pari al 50% [25]. L’HPV 16 e 18 sono, inoltre, frequentemente associati al carcinoma dei seni paranasali. L’HPV 57 è presente, invece, nei papillomi [25]. I primi studi effettuati per studiare l’associazione tra HPV e cancro dell’esofago dimostravano un’elevata associazione tra HPV e questa patologia (uno studio caso-controllo scandinavo riporta un aumento del rischio pari a 6-14 volte in soggetti HPV 16+). Tuttavia, studi successivi effettuati dagli stessi ricercatori hanno mostrato che aggiustando per consumo di alcool e fumo di sigaretta l’associazione non era più presente. Diversi ricercatori hanno suggerito che il ruolo dell’HPV nella patogenesi del cancro dell’esofago è differente a seconda delle diverse zone geografiche [30]. L’istotipo maggiormente associato alla presenza di HPV è quello a cellule squamose. Dati contrastanti sono riportati, invece, in relazione all’eziopatogesi dell’HPV nei tumori dell’ovaio, della prostata, della vescica, dell’uretra, della congiuntiva, del colon e della mammella. Bibliografia 1) Weinstock H, Berman S, Caces W Jr. Sexually transmitted diseases among American youth: incidence and prevalence estimates, 2000. Perspect Sex Reprod Health 2004; 36: 6-10. 2) Epicentro. Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute. Istituto Superiore di Sanità. Disponibile online da http://www.epicentro.iss.it/problemi/hpv/epid.asp#mondo. 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