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Si viaggia! - Liceo Classico V. Gioberti
Anno 11 Numero 2 Marzo Si viaggia! Broadstairs Claviere Atene Primo articolo sulle Joe Box! Gara di hip hop: ci vediamo a Verona per le nazionali! Nuova rubrica sui fumetti! Salve a tutti Giobertini! Vi scrivo questo editoriale con un po’ di amarezza nel cuore. Dovete infatti sapere che mi sono resa conto che forse il giornalino non è importante come penso per noi Giobertini. E di ciò mi dispiaccio. Trovo che questo sia il nostro spazio di espressione ed informazione: perché non sfruttarlo al massimo? Marzo ormai è passato assieme alle gite, alle vacanze di Pasqua e alle prime ansie da fine anno. Bisogna però sapere che è solo l’inizio: maggio è ormai alle porte. Spero che riusciate tutti a gestire questi ultimi mesi pieni di ansia e, soprattutto, spero che leggere il giornalino possa aiutarvi a svagarvi un pochino, che non fa mai male. Al mese prossimo! La caporedattrice, Giulia Scarpante Il vice caporedattore, Gabriele Manzi Sommario 4-7 Rassegna internazionale 8-9 Broadstairs 10-11 Grecia 12-13 Claviere 14-15 Si resta a scuola! 16 Musica 17 Film 18 Serie Tv 19 Teatro 20-21 Libri 22-23 Fumetti 24-27 Cosa è successo questo mese al Gioberti? 28-31 Joe Box 32-33 I pensieri di Oliver Prossima riunione? Venerdì 1 aprile - niente scherzi! - dalle 14:30 alle 16:30 in sede. La nuova redazione Caporedattrice: Giulia Scarpante Vice Caporedattore: Gabriele Manzi Docente responsabile: Emilia De Maria Copertina: Eleonora Zoe Murru Rassegna internazionale: Flavia Achenza Musica: Carolina Dema Film e Broadstairs: Gabriele Manzi Serie Tv, Elettra e Grecia: Alice Argeri Teatro e “si resta a scuola!”: Maryam Ainane Libri: Irene Giovannini Fumetti: Gian Maria Filoni Intervista gara hip hop: Giorgia Dininno Assemblea d’Istituto: Giulia Scarpante Progetto Joe Box: Eleonora Zoe Murru I pensieri di Oliver: Giulia Magrini Battute: Gian Maria Filoni e Francesco Berto Disegno ultima pagina: Stefano Cattaneo Se vuoi unirti alla redazione contribuendo con articoli, disegni, fumetti, foto, o qualsiasi altra cosa tu sappia fare, puoi scrivere a [email protected] e chiedere di partecipare! Rassegna Internazionale Kurdistan – il 17 marzo, il Rojava, la regione al confine tra Turchia e Siria, a maggioranza di popolazione curda, ha dichiarato l’autonomia. L’aspro conflitto tra minoranza curda e governo turco ha portato alla separazione de facto di questo territorio dalla Turchia, accusata di crimini umanitari nei confronti dei Curdi. Dall’inizio del conflitto contro l’ISIS, nel Rojava si è creato un movimento armato popolare che combatte in prima linea contro le milizie islamiche. Nella Siria del nord, nel frattempo, continuano i combattimenti. Francia – “Le monde ou rien” (Il mondo o niente). È stato un marzo di fuoco per la capitale francese, che ha visto protagonista delle piazze un soggetto giovanile determinato, composto da studenti medi ed universitari, contro la nuova riforma del lavoro, “Loi de travail”. Nelle date di mobilitazione generale del 9 e del 17 marzo, l’ingente schieramento di forze dell’ordine ha creato momenti di forte tensione; al termine del corteo del 17 marzo, un’assemblea pubblica autoconvocata dagli studenti universitari nella facoltà del quartiere di Tolbiac, per concludere la giornata, è stata brutalmente interrotta dall’irruzione della polizia. Belgio – Il 18 marzo, a Bruxelles, è stato scovato ed arrestato dalla polizia belga Salah Abdeslam, l’unico jihadista superstite che aveva partecipato alla strage del 13 novembre 2015 a Parigi. Se potessi scegliere tra tutti i soldi del mondo e la pace tra gli uomini, di che colore la vorresti la Lamborghini? Francia – il 29 febbraio è iniziato lo sgombero della “Giungla” di Calais, l’accampamento abusivo che raccoglieva migliaia di profughi in attesa di raggiungere il Regno Unito. La decisone di sgombero ha suscitato la netta opposizione dei migranti stessi e di molte organizzazioni per i diritti umani. Parte degli abitanti della “Giungla” è stata smistata fra i vari centri di accoglienza in Francia. Grecia – La situazione nei campi profughi tra Grecia e Macedonia è in peggioramento: il 29 febbraio, dopo che da Skopje era stato annunciato il blocco delle frontiere, i migranti hanno sfondato le barriere ed occupato i binari in direzione della capitale macedone. Il 20 marzo è entrato in vigore l’accordo tra UE e Turchia per gestire la questione migranti. L’agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea, Frontex, si impegna a mandare 8 navi per respingere in Turchia i clandestini sbarcati in Grecia senza permesso di soggiorno. Bruxelles — Il 22 marzo, nelle ore del mattino, la città di Bruxelles è stata scossa dal rumore di due esplosioni presso i check-in dell’aeroporto Zaventem. Alle 9.11, un’altra bomba è esplosa presso la stazione della metropolitana di Maelbreek, che si trova vicino alle sedi delle istituzioni europee. Il numero totale di vittime ammonta a 34 persone; i feriti sono più di 250. I due attentati sono stati subito rivendicati dallo Stato Islamico. Per alcune ore, la città è stata completamente bloccata; il giorno seguente, il 23, due attentatori sono stati arrestati; il terzo è in fuga. Questa strage di civili si pone sulla scia del fondamentalismo religioso, senza però nascondere le grandi contraddizioni che gli interessi occidentali economici e politici in Medio Oriente sollevano. Flavia Achenza Broadstairs, UK Viaggio in Inghilterra classi 1°A-1°B Non ero mai stato fuori dall’Italia, tantomeno su un aereo; questo viaggio, per me, è cominciato con le novità da subito. Piccola premessa: il viaggio nel suo complesso è durato otto giorni partenza alla domenica mattina, ritorno una settimana dopo, alla sera-, pensavo avremmo avuto tempo per fare nulla ‘magna cum allegria’, ma mi sbagliavo. In questo soggiorno il tempo veramente libero è stato pochissimo, le attività iniziavano alla mattina alle no- ve e finivano dodici ore più tardi con una pausa pranzo, che non prevedeva un rientro dalla famiglia ospitante, e una per cena, che molto probabilmente si faceva da soli a casa, in quanto l’orario costringeva a cenare in contemporanea col pollame. Le attività, per quanto faticose, sono state divertenti e gratificanti; uno dei lati positivi è stato quello di poter recuperare qualche ora di sonno in autobus, dato che i viaggi sono durati il più delle volte un paio d’ore. Le attività serali sono cinque: karaoke, cinema, teatro, danze popolari e discoteca. Personalmente ho trovato più interessanti le prime quattro; in discoteca, noi pochi disinteressati alla pista, abbiamo organizzato una piccola bisca clandestina di scopone. Ma questi sono futili dettagli. Non tutti gli inglesi mangiano male, molti nella mia classe hanno avuto da ridire sul cibo, specialmente sulla pasta scotta e/o senza sale, ma trovo sia necessario perdonarli da questo punto di vista: invidiano la nostra cucina e provano ad imitarla come possono, dovremmo essere felici di questo e perciò non disprezzarli. Più facile a dirsi che a farsi temo, ma ritengo sia così. Il paese, Broadstairs, non è grande, bastano venti minuti per attraversarlo a piedi; è basato sulla scuola che ospita studenti da tutta l’Europa, con noi soggiornavano dei tedeschi, il cui livello linguistico ci umiliava, degli spagnoli, umiliati da noi e da loro, dei francesi che abbiamo incrociato solo una volta e altri italiani. Provando a chiedere alle guide chi fossero i migliori tra gli studenti stranieri, la loro risposta è stata: “Gli italiani.” Non posso scriverlo, altrimenti mi censurano, quindi ve lo faccio capire: pri- ma emote della sedicesima riga nella sezione ‘faccine’ di whatsapp, a ciò fate seguire le bandiere degli stati europei sopra citati. Questo viaggio non è solo divertente, è anche utile, ma non solo dal punto di vista linguistico. Vi rivelo un piccolo segreto: gli insegnanti cambiano durante i viaggi d’istruzione. Detto ciò vi saluto, ad un prossimo articolo. Un abbraccio, Gianni. Gabriele Manzi Tour della Grecia! THE LAST ONE L'ultima gita è una commistione di vari tipi di panico, di malinconia, di gioie, di litigi che o esplodono o evaporano. L'ultima gita, in un liceo Classico, è anche la conclusione di cinque anni passati a studiare la lingua greca, la storia greca, la cultura greca, la letteratura greca...e dove si va? In Grecia! Sei giorni durante i quali abbiamo girato in lungo e in largo per questa fantastica terra avendo la possibilità di vedere, toccare, calpestare quei luoghi che così spesso sono apparsi nelle poesie, nei poemi, nelle versioni. Quegli stessi posti che in una versione tradotta con scarsa maestria non sai come collocare, sono lì: un po' acciaccati ma ancora in piedi, ancora vivi-in qualche modo bizzarro. In questa sede non ho modo né tempo di descrivervi, Giobertin*, tutto quello che la III alpha ha vi- sto, ma posso sicuramente rubarvi due minuti di lettura per dirvi che in posti come Atene non si può fare a meno di rimanere senza fiato nel vedere monumenti antichissimi inseriti nella modernità della metropoli, i paesaggi incredibili di questa terra un po' schizofrenica tra città e piccoli villaggi. Per quanto mi riguarda, davanti ai resti di una civiltà così grande come quella Greca, non sono riuscita ad evitare qualche lacrimuccia. E poi beh, siamo sinceri, certi posti assumono tutto un altro significato se si è in gita scolastica, soprattutto se è l'ultima. Alice Ho finito le battute in serbo. Da oggi solo in greco. Corso di sci a Claviere Claviere: 222 abitanti, un circuito di piste chiamato Via Lattea e via Nazionale. Questo è uno di quei paesi in cui, se non scii, non sei nessuno. Alloggiavamo allo Chalet della Luna che, badate bene, non è un albergo, ma una casa alpina. Tradotto: sempre puntuali ai pasti o non si mangia e idem per le lezioni di sci, con bonus di pane e volpe se non si era particolarmente svegli. Le camere erano in tipico stile montanaro: lenzuola bianche, armadi e letti in legno e doccia con la tenda. Abbiamo comunque apprezzato la pulizia, con servizio effettuato ogni mattina, e la splendida vista dalle finestre. Le lezioni di sci sono state effettuate a seconda del livello personale. Io ero nel gruppo dei principianti poiché non avevo mai sciato in vita mia, ma devo dire che in soli tre giorni il maestro Luciano ci ha ben istruiti. Già il primo pomeriggio abbia- mo preso la seggiovia e abbiamo fatto le piste un po’ più ripide, pur sempre a spazzaneve, ma è solo un dettaglio. Le lezioni si sono svolte dalle 9:30 alle 11:30 lunedì e martedì mattina, dalle 9:30 alle 12:30 mercoledì mattina e dalle 14:00 alle 16:00 nei due pomeriggi. Io e la mia compagna di stanza ci alzavamo alle 7:00 e andavamo a fare colazione ancora in pigiama alle 7:30. Dopo tornavamo in stanza, la 207 al secondo piano, ci cambiavamo con molta calma e alle 8:40 andavamo giù in magazzino a mettere gli scarponi da sci. Ragazzi, vi posso assicurare che non esiste cosa più rigida e scomoda da indossare! Dopo aver messo gli scarponi andavamo nella stanza adiacente a prendere sci, bacchette e caschi. Dovevamo poi fare 250 metri su via Nazionale per raggiungere le piste. Terminata la lezione della mattina lasciavamo gli sci infilati nella neve a bordopista e tornavamo nel magazzino dello chalet per togliere gli scarponi. Pranzo dalle 12:29 alle 13:15, poi 10 minuti di riposo e di nuovo in magazzino a mettere quei maledetti scarponi. Di nuovo in pista alle due e, al termine delle lezioni, se si voleva, potevamo fermarci e fare ancora un giro. Purtroppo al pomeriggio dovevamo portare anche sci, bacchette e caschi in magazzino e quindi, arrivati in stanza, crollavamo sul letto. Se non volevi però perderti la merenda, costituita da pane e nutella con cioccolata o the caldo, dovevi scendere in salone prima delle 17:30. Dopodiché di solito facevamo una doccia e chiacchieravamo nelle camere degli altri fino alle 19:29, ora della cena. Verso le 20:30 ci alzavamo dai tavoli pieni come uova e salivamo a cambiarci per uscire e andare al pub. Qui in tre sere abbiamo incontrato personaggi di tutti i tipi, tra cui uno scozzese di St. Andrew. Anche in seggiovia abbiamo incontrato stranieri, come una coppia francese da Parigi e una maestra inglese da Bath. Tornati in casa alpina, alle 23:00 bisognava essere tutti nelle proprie camere e alle 24:00 calava il buio. Chi non usciva, da quel che ho capito, passava la serata in corridoio a suonare e cantare, visto che qualcuno aveva anche portato la chitarra. Devo ammettere che è stata un’esperienza edificante, che mi ha permesso finalmente di sfatare il mito sulla pericolosità dello sci, ma soprattutto di conoscere molto meglio i miei compagni, passando con loro intere giornate e serate. Assolutamente consigliata per le classi poco unite! Giulia Scarpante Gita a Claviere? No, si rimane a scuola! 6 marzo 2016, 15:30: ecco che la mia classe (la 2^I) è pronta a partire verso un luogo ricco di aria pura, di benessere e di divertimento: parlo di Clavière. Su 19 alunni, solo 3 ragazze hanno scelto di non partecipare a quest'avventura nevosa e freddolosa, e fra queste ci sono anche io. Sì, forse mi pento di non essermi unita alla comitiva, ma nella vita, si sa, soprattutto al giorno d'oggi, bisogna imparare a fare delle scelte. Prima di prendere la decisione definitiva ne ho parlato con i miei genitori e con i professori stessi...però, alla fine, ho preferito rinunciarvi. Perché? Per diversi motivi. Magari li troverete banali e poco convincenti, ma per me significano molto: 1) non ho un buon rapporto con il ghiaccio e la neve; 2) lo sci è uno sport che non mi ha mai particolarmente attirato; 3) ho deciso, quest'estate, di prendere parte alla gita di due settimane in Germania. Se devo essere sincera, non mi è dispiaciuto affatto rimanere a scuola durante quei 3 giorni: l'atmosfera infatti era più tranquilla, i professori erano più disponibili a rispiegare certi argomenti in vista dei vari compiti in classe e lo studio era più intenso ma nello stesso tempo molto divertente. Ritengo che il fatto di rimanere a scuola durante una gita sia un comportamento da persone matu- altre classi o anche solo divertendosi, cantando e ballando durante la ricreazione, con la persona con cui si condividono questi momenti magici. Non ci credete? Provare per credere! re, poiché, visto che già non si partecipa all'uscita didattica, non sarebbe corretto nei confronti dei compagni, i quali svolgono comunque attività scolastiche, rimanere a casa propria e studiare per conto proprio. Insomma, non bisogna sentirsi sfortunati o tristi se si rimane a scuola mentre la classe è in gita, ma invece bisognerebbe cogliere l'occasione e sfruttare al meglio il tempo a disposizione. In che modo? Studiando e portandosi magari avanti con i compiti, provando a fare amicizia con ragazzi di Maryam Ainane Ti racconto una barzelletta: su un monte ci sono una capra e una mucca Beh? Mu! Musica Falling in reverse avvicina piu al pop-punk che al metal vero e proprio. Nel corso degli anni si e attuata, infatti, una graduale evoluzione della band verso una maggiore "commercializzazione", tralasciando i toni rabbiosi del metal core per qualcosa di piu leggero ma forse piu gioioso. Tra le tracce che merita ascoltare, non tanto per l'originalita ma perche rappresentano l'intero filone americano moderno che segue questo genere musicale: -I'm not a Vampire -Rolling Stone From Behind This Walls, questo doveva essere il nome. Il cantante, Ronnie Radke, infatti ebbe l'idea di formare un gruppo metalcore durante la sua permanenza in prigione, rinchiuso per un omicidio che non aveva commesso. cacciato della sua band dell'epoca, gli Escape the Faith, da dietro le sbarre Ronnie si tenne in contatto con vari musicisti. Nel 2008, a Las Vegas, presero così vita i Falling in Reverse con Derek Jones e Jacky Vincent alle chitarre, Ryan Seaman alla batteria e Mika Horiuchi al basso. Debuttarono con "The Drug in Me is You", un disco pieno di rabbia e sofferenza, il leader era infatti in "rehab" e stava cercando di uscire dalla sua dipendenza da ossicodone. Nel 2015 hanno pubblicato il loro terzo disco, "Just Like You", che si -Wait and See Un gruppo che ,nonostante i temi dolorosi affrontati nelle canzoni, riesce sempre a mantenere quel filo di ironia che conquista anche i piu scettici. Carolina Dema Film Salve lettori. Nell’ultima uscita, se ricordate, ero piuttosto contrariato dalla scarsa fedeltà di “Troy”, così questa volta ho pensato, per il mio bene, di cambiare target. Titolo: Hitman: Agent 47 Anno di produzione: 2015 Genere: azione, secondo svariate fonti anche poliziesco, ma io preferisco definirlo solo azione. La trama non è molto articolata, come in quasi tutti i film di questo genere, ma, nonostante ciò, l’ho apprezzato. Nel 1967 uno scienziato, Liutvenko, conduce delle ricerche per creare le perfette macchine da guerra umane; il progetto è un successo che porta alla creazione di umani privi di emozioni, le cui menti sono altamente più sviluppate e dalle capacità di calcolo e previsione al di sopra di ogni limite naturale; il risultato sono gli Agenti. Dopo il risultato positivo, tuttavia, Liutvenko scompare, senza di lui il progetto Agenti viene sospeso dal governo, tutti i documenti e le informazioni a riguardo sono cancellati, gli Agenti sopravvissuti all’eliminazione delle prove scompaiono senza lasciare tracce. In molti provano ad emulare il lavoro dello scienziato, ma senza successo. L’Agenzia, un’associazione comandata dal presidente Antoin Leclerc finalizzata a creare un esercito di agenti, assume Derriego, un cacciatore professionista, per trovare Liutvenko; non riuscendo a trovare lo scienziato, questo si concentra su sua figlia, Katia Von Diaz, l’unica che può trovarlo. Pensate vi abbia detto la trama? Vi sbagliate, questi dati sono l’introduzione data anche dal film nei primi minuti. Come si può intuire da alcune scene e dal titolo stesso, è ispirato alla più o meno celebre serie di videogiochi sparatutto “Hitman”; e non è il solo: nel 2007 –cioè quasi dieci anni fa, per chi di voi volesse ancora considerarsi giovane- un altro film, di cui non ho preso visione, è stato prodotto sulla base degli stessi videogiochi; trattasi di “Hitman: l’assassino”. I miei complimenti al regista e agli attori –tra cui Rupert Friend nei panni di 47, Zachary Quinto che interpreta John Smith e Hannah Ware come Katia Von Diaz-, che sono stati in grado di rendere un film tratto da un videogioco con scarsa trama qualcosa di adatto al cinema anziché ad una sala giochi. Un dato che ho apprezzato particolarmente è la confusione creata all’inizio, confesso che nel mio cervello era proiettato un enorme punto interrogativo mentre cercavo di capire chi fosse il cattivo. Tutt’ora ritengo sia un ruolo vagante a seconda dei punti di vista. Voto finale: 8, ma solo perché la trama è piuttosto riciclata, anche se resa in modo un po’ diverso dal consueto. Consigliato: direi di sì, ma non aspettatevi troppo, è un buon film, ma aspettative troppo alte lo appiattirebbero. Detto ciò io vi saluto e mi raccomando: se vi sembra di essere apatici e di avere istinti omicidi verso un insegnante che vi ha dato un brutto voto, mantenete la calma, non siete agenti. Ci vediamo il mese prossimo con una nuova recensione. Gabriele Manzi SERIE TV Salve Giobertin*! In questo numero vi parlerò di una serie intitolata Please Like Me. Come avrete capito, mentre non amo le serie Tv che i nostri canali si ostinano a trasmettere, sono profondamente innamorata delle serie Tv umane, che sappiano migliorare un giornata triste o che permettano di addormentarsi al caldo dopo aver avuto una scusa per piangere senza sembrare vulnerabili. Il protagonista indiscusso è Josh: giovane ragazzo australiano insolitamente brutto (voi ve lo immaginate un australiano brutto?) che, dopo aver passato molto tempo insieme ad una ragazza, fa coming out. E dopo questo crash neanche tanto inaspettato assistiamo ad un'umanissima crescita, allo sviluppo di un personaggio che di eroico, di poetico, di bello, non ha assolutamente nulla. Eppure non possiamo non amarlo, non possiamo non immergerci nella sua vita condivisa con amici, coin- quilini, ragazzi, ex ragazzi e ragazze e genitori alquanto invadenti, che fanno sentire la loro presenza. Sebbene Josh sia pungente, quasi fastidioso, acido fino al raggiungimento di impensabili vette, problematico, complessato e privo di tatto e di morale nella maggior parte dei casi, non possiamo fare altro che seguirlo nella ricerca affannosa della felicità e di uno scopo che -ci metto la mano sul fuoco- accomuna tutti noi. Questa serie TV ha vinto numerosi premi e ha degli attori straordinari, ma sapete che vi dico? Guardatela perché volete passare una piacevole mezz'ora, guardatela per sentire quel fastidio pungente verso la censura del nostro paese, guardatela perché ogni tanto si ha bisogno di qualcosa che ci faccia vedere le cose “come in un film” senza farci commiserare la vita da esseri umani. Vi auguro una piacevole visione. Alice TEATRO LA MORTE DI DANTON Scritto a soli 21 anni, tra il gennaio e il febbraio del 1835, dall'autore Georg Büchner, questa rappresentazione si concentra principalmente sull'antagonismo tra i personaggi di Danton e Robespierre, i due più grandi e importanti protagonisti della Rivoluzione francese, in seguito ghigliottinati nel 1794. Essi, verso la fine del periodo del Terrore, si confrontano: da un lato infatti si ha la limpida razionalità di Danton che sostiene il mondo liberale e tollerante contro il fanatismo di Robespierre; dall'altro lato si ha l'avversario che persegue la linea giacobina, intransigente e furiosa. Nell'opera di Büchner troviamo la libertà di pensiero, la natura della rivoluzione, la violenza e il terrore, il determinismo e il materialismo. Accanto allo strabiliante Giuseppe Battiston, il quale interpreta il protagonista della rappresentazione, e al fantastico Paolo Pierobon, il quale incarna l'avversario di Danton, ovvero Robespierre, si muove una selva di altri personaggi come l'attrice Iaia Forte, che si cala nel personaggio della moglie di Danton, e Alfonso Santagata, che ha come ruolo quello di Lacroix. Attraverso una serie di opulenti sipari di velluto rosso, che si aprono e si chiudono rivelando elementi di arredamento collocati e rimossi da un'incredibile squadra di maestranze, "La Morte di Danton" agevola, soltanto con l'occhio, l'ascolto di un testo affascinante, originariamente destinato forse alla sola lettura. Le 3 ore abbondanti volano e sembrano portarti indietro nel tempo, all'epoca della ghigliottina e delle rivolte, della regina Maria Antonietta e del suo re, Luigi XVI. Maryam Ainane I R B I L TRAMA La vita di Margherita è composta solo da inizi che tendono a finire subito, senza neanche avere il tempo di evolversi in qualcosa di più grande. Margherita è una ragazza di quattordici anni, lentiggini sul viso e capelli neri, impacciata e timida. Dietro alla sua esile figura c'è una ragazzina ancora più fragile, tormentata dalla fase adolescenziale e desiderosa, al tempo stesso, di sporcarsi le mani nel mondo. I suoi dubbi sono dovuti in parte al trauma subito in seguito all'abbandono del padre che, tramite un messaggio, le aveva comunicato la sua decisione di andarsene di casa. La nonna, una dolce vecchietta che, attraverso i suoi ricordi, riesce a rendere più forte la personalità di Margherita, cerca di compensare questa Alessandro D’Avenia Cose che nessuno sa mancanza provando ad essere una seconda mamma, una mamma alla quale rivelare tutto e con la quale confrontarsi senza vergogna. Con l'inizio del liceo avvengono molti cambiamenti per la ragazza, ma soprattutto Margherita incontra persone molto diverse da lei che la aiuteranno ad uscire dalla burrasca che ella cela nella sua mente. Il primo incontro davvero significativo è quello con il Professore. Egli è un uomo giovane, molto colto e innamorato dei libri, al punto che non riesce a distinguere la vita reale e da quella dei libri. A scuola inoltre conosce Giulio, il ragazzo del quale si innamora, e il loro incontro segnerà la rottura di un equilibrio già precario e l'inizio di un percorso di crescita che condurrà entrambi a maturare e ad assumersi le proprie responsabilità senza però rinunciare a vi- vere fino in fondo le proprie emozioni. Nelle pagine è nascosta una felicità che a primo impatto sembra non esserci, ma che, come i fiori, ha bisogno di essere curata e mantenuta viva affinché il fiore che si cela in ognuno sbocci aprendosi al mondo. Irene Giovannini Fumetti: rat-man “Fletto i muscoli e sono nel vuoto”, questo è il grido di battaglia di Rat -Man spesso lanciato dalla cima di un palazzo prima di gettarsi sui criminali e finire spiaccicato contro un palo o contro la finestra di qualche povera vecchietta. Rat-Man, ovvero “l’uomo-ratto”, il cui vero nome è Deboroh (con tanto di H finale) La Roccia, nato dalla mente, probabilmente non del tutto sana, di Leo Ortolani. Il personaggio viene creato a Parma ormai quasi trent’anni fa come parodia dei supereroi americani che ancora oggi ricoprono un ruolo di spicco nel mondo dei fumetti. Il Ratto deve il suo nome a uno dei più iconici supereroi della storia: Batman, da cui prende anche la caratteristica di essere un miliardario con un fedele maggiordomo, Arcibaldo, che appena scende la notte si reca sulle strade per combattere il crimine. Questo supereroe, se così si può chiamare Rat-Man, è caratterizzato da una stupidità fuori dal comune, inoltre è spaventosamente imbranato e finisce spesso per essere massacrato dai criminali con i quali si scontra o per combinare qualche colossale pasticcio; la comicità del personaggio deriva infatti principalmente dalle situazioni demenziali nelle quali si trova il personaggio e dalle esilaranti gag idiote che accompagnano quasi ogni singola vignetta della storia strappando sempre una risata al lettore. Le storie di RatMan anche se possono sembrare stupide e banali riescono a tenere alta la concentrazione di chi è dall’altra parte del fumetto tenendolo con il fiato sospeso fino all’ultima vignetta e sbalordendolo con numerosi colpi di scena. Rat-Man col passare degli anni non ha perso la caratteristica di essere parodia dei supereroi pur sviluppando una personalità e dei va- lori morali sempre meglio delineati che gli permettono di avere una vita propria del tutto indipendente dal resto. Un’altra caratteristica che fa appassionare un lettore a questo fumetto sono i personaggi di contorno, quelli convolti nelle avventure di Rat-Man che condividono con lui rapporti diversi dall’amicizia all’odio, due dei “principali” personaggi secondari sono il Commissario Brakko, un poliziotto se possibile ancora più stupido del protagonista di cui è il migliore amico e con cui si trova spesso al centro di gag estremamente stupida e divertenti, l’altro personaggio è Cinzia un transessuale, una volta postino, che si innamora di Rat-Man che tuttavia la rifiuta più e più volte. Durante gli anni il personaggio di Rat-Man ha ricoperto ruoli del tutto estranei al mondo dei supereroi andando a prendere vita in storie che sono parodie di grandi classici del cinema e della cultura popolare in generale, infatti Leo Ortolani ha realizzato parodie divenute molto famose come la saga di “Star Rats” (Star Wars), “299+1” (dal film “300”), “Il Signore dei Ratti” (Il Signore degli Anelli), e molti altri ancora. L’autore del Ratto aveva annunciato molteplici volte che avrebbe portato a termine la saga di Rat- Man nel n°100, tuttavia ha rimandato la fine del personaggio fino a poche settimane fa quando ha annunciato che Rat-Man avrebbe avuto soltanto più dieci uscite, e sarebbe terminato con il n° 122, questa notizia ha gettato molto sconforto nei cuori degli appassionati che sperano in un cambio di idea da parte di Leo Ortolani, uno dei fumettisti italiani più influenti. ATTENZIONE: consiglio vivamente di leggere questo fumetto, TUTTAVIA lo sconsiglio a coloro a cui dà fastidio l’umorismo demenziale o a cui non piace ridere. Gian Maria Filoni Cosa è successo al Gioberti questo mese? Gara di hip hop Il 6 marzo allo stadio Nebbiolo del parco Ruffini, si è tenuta la gara di hip hop che ha visto la squadra del Gioberti vincitrice per il terzo anno consecutivo. La gara è stata preceduta da un balletto di danza classica eseguito da un gruppo di ragazze e alcuni ragazzi. La squadra che rappresenta la nos tra scuola ha portato un pezzo di dirty dancing compiendo anche la famosa presa. La coreografia è stata montata dall'istruttrice Elisabetta Condoleo e le professoresse che accompagnavano e rappresentavano la squadra erano la prof. Sabatini e la prof. Formetta. Al termine dell'esibizione la squadra ha risposto alle domande poste. "Raccontate com'è l'esperienza dello stare nella squadra del Gioberti" "Io sono tre anni che faccio parte della squadra e mi sono sempre trovata benissimo perchè al primo anno, appena entrati, ci hanno accolto tutti calorosamente e quindi siamo diventati un gran bel gruppo" Alcune ragazze del primo anno, data la loro poca esperienza nella "Quando vi capita di dimenticare dei passi come risolvete?" "Si va avanti e ti seguono gli altri" squadra, non potevano dire molto hanno comunque confermato ciò che Giorgia, una delle componenti della squadra, aveva detto poco prima. "L'ansia gioca brutti scherzi, come li evitate?" "Quando sei sul palco ti diverti, non ci pensi" "Stai talmente bene che te la dimentichi" "A volte può anche aiutare" "Ti prende al momento prima e poi basta" "Le canzoni vengono scelte da voi o dalla coreografa?" "Vengono scelte dall'insegnante, Elisabetta" "Il tema invece lo abbiamo scelto tutte insieme" Intanto noi attendiamo le nazionali che si terranno nel mese di maggio a Verona. Giorgia Dininno MIA DOLCE ELETTRA Salve Giobertin*! Dal 16 al 18 dicembre nell'Aula Magna del nostro liceo si sono tenute delle repliche dello spettacolo teatrale “Mia Dolce Elettra” della scuola di teatro “Sergio Tofano” coordinate dal professor De Miranda e accompagnate dalle presentazioni di Laura Caliri, Ulpia Dionisi e Enrico Varesio, Daniela Settembrini, Monica Gargano e Franco Chiarle. Che dire di questa rappresentazione? Come credo accada per la maggior parte delle persone su questa Terra io trovo il mito di Elettra incredibilmente commovente e con una carica emotiva non facile da descrivere. La compagnia è stata perfettamente all'altezza della grande tragedia, è riuscita a muoversi tra luci e ombre senza cadere in banali clichet e ha portato sulla scena degli attori belli, sensuali, reali, che sono stati in grado di mantenere un intero pubblico di adolescenti con il fiato sospeso e gli occhi spalancati per quasi due ore… e questa non è impresa facile. Inoltre, almeno secondo me, quando sul palco ci sono personaggi così affiatati, così vibranti, così capaci di gestire anche qualche piccolo imprevisto sulla scena, un qualsiasi spettacolo non può che diventare un bellissimo spettacolo. Semplicemente, nella modernizzazione di un dramma così psicologicamente complesso, non ho particolarmente apprezzato i vari stacchetti musicali ( pur non tradendo nulla di quanto detto sopra), ma questa è una personalissima opinione. Così questa volta vi invito ad abbandonare lo streaming e il calore della coperta, di vestirvi decentemente e di andare a teatro. Alice L’Assemblea d’Istituto Come tutti ben sapranno, martedì 22 marzo si è svolta la seconda Assemblea d’Istituto di questo anno scolastico. Anche questa volta sono stati proposti una miriade di gruppi alquanto interessanti. Non potrò però parlare di tutti questi, ma solo di quelli che sono riuscita a vedere o di cui mi hanno parlato. Personalmente ho partecipato a quello sugli outlines, presentato da Anita Vaira e Giorgia Dininno. Durante le due ore di tempo entrambe le ragazze si sono destreggiate bene e hanno saputo spiegare al meglio come utilizzare uno dei programmi atti alla realizzazione di opere grafiche. Altro gruppo che ha particolarmente stupito è stato il cruciverbone. A detta di persone fidate l’idea di lanciare caramelle a chi aveva intuizioni talmente geniali da indovinare una parola, è stata un’intuizione ancor più geniale. Gruppo che sembra aver catturato l’attenzione dei suoi partecipanti è stato quello di teatro, dove sono state improvvisate varie scene da tutti coloro che si trovavano nell’aula, tenuto fra l’altro dal nostro vice, Gabriele Manzi. Per non parlare di quello sul buddhismo, ammirato non solo per la positività infusa ai partecipanti, ma anche per l’aspetto appagante di coloro che spiegavano. Molto contrastanti sono state invece le opinioni sul cineforum “Requiem for a dream”: c’è chi ha apprezzato le tecniche di montaggio e soprattutto l’interpretazione del protagonista, mentre altri sono rimasti leggermente traumatizzati data la trama alquanto pesante. Vi sono inoltre state delle lamentele in succursale riguardanti la palestra: infatti ci sono stati problemi con le casse e l’ultimo gruppo, riguardante il freestyle, non è stato tenuto. In ogni caso queste sono cose che possono capitare, poiché non è comunque facile gestire tanti gruppi con ancor più esterni. In generale, a mio parere, l’assemblea sembra essersi svolta abbastanza tranquillamente e in modo organizzato. Giulia Scarpante Joe Box -uno spazio per la tua VoceBuongiorno lettori! Vi ringrazio per i numerosi bigliettini che avete lasciato nelle scatole in questo mese! Premetto che, avendo a disposizione solo due pagine all’interno del giornalino, non posso trattare in ogni articolo tutti i bigliettini che meriterebbero uno spazio, ma potrei utilizzarli per gli articoli dei mesi successivi. Posso dirvi che i bigliettini da voi lasciati trattavano diverse tematiche , come ad esempio, sensazioni personali, problematiche legate allo studio e altre che riguardavano la vita di istituto. Il primo messaggio che voglio inserire è molto breve, ma dà subito uno spunto di riflessione: quell’unica frase “LA MIA VOCE!”, seguita da questo punto esclamativo, mi dà l’occasione per ribadire che qui cercheremo di dare “uno spazio alla vostra voce”. Quello che poi ci auguriamo, ma che non dipenderà solamente da noi, è che queste voci possano trovare ascolto, tra i compagni, gli insegnanti e tutti coloro che vivono nell’istituto Gioberti. Vi riporto ora altri messaggi che sono arrivati: Uno studente propone alcuni suggerimenti riguardo al piano di studio, dando la possibilità a noi ragazzi di alternare uno studio teorico ad uno studio pratico ed un altro messaggio propone di concentrarsi ogni settimana su determinate materie, per esempio non programmando troppe verifiche nella stessa settimana. Qualcuno vuole condividere la POESIA, che segue, con tutti i lettori: “Il tuo corpo non è un tempio. I templi possono essere distrutti e dissacrati. Il tuo corpo è una foresta d’acero e di profumati fiori selvatici che nascono dal sottobosco. Tu ricrescerai ancora, non importa quante volte tu venga distrutta”. Poiché credo che sia interessante prendere spunto dalle poesie per delle riflessioni sul nostro modo di essere ed anche perché disegni molto bene, mi piacerebbe conoscerti e invitarti ad entrare a far parte della redazione…se vuoi maggiori informazioni, sono disponibile negli intervalli, puoi trovarmi in IV C. Un altro compagno/a esprime una sensazione “che forse lo faceva sentire un po’ giù”, ritenendo che alcuni voti non rispecchino realmente quanto lui o lei pensa di meritare. Ovviamente noi non possiamo entrare nel merito delle valutazioni degli insegnanti, ma possiamo immaginare che, alcune volte, magari non riusciamo a trasmettere, esattamente il nostro valore, magari per un po’ di emozione o di ansia o magari per altri motivi personali e questo a volte può demoralizzare perché pensiamo che il nostro impegno non sia stato adeguatamente ripagato. Il suggerimento che posso dare è quello di non abbattersi e magari in un secondo momento, più tranquillo, cercare un dialogo con l’insegnante, non per modificare quel voto, ma per comunque cercare di trasmettere le proprie sensazioni e far conoscere un po’ più di sé, trovando magari un modo per sciogliere ad esempio l’ansia, la prossima volta, e sentirsi più in sintonia con quello che il nostro insegnante vuole tra- smetterci. un ambiente facilitante lo studio. Diversi bigliettini specie della succursale (che ha partecipato con tanti messaggi) chiedono un’attenzione rispetto a problemi tecnici della scuola. Alcuni ragazzi di entrambi le sedi gradirebbero l’aggiunta di altri prodotti nei distributori automatici e dalla succursale è arrivata una segnalazione anche da qualcuno del Gobetti che chiederebbe l’aggiunta di una macchinetta dei panini anche da loro al terzo piano, (a quanto pare sembra che l’iniziativa abbia stimolato anche i ragazzi dell’altro Istituto!). In alcuni casi i ragazzi si lamentano perché hanno avuto gior- L’idea di un ragazzo/a della succursale è di rendere il cortile più accogliente in previsione della stagione primaverile, per esempio aggiungendo delle panchine; questa iniziativa potrebbe essere utile anche per il giardino della sede, molto frequentato durante gli intervalli. nate di freddo motivando la temperatura bassa per insufficienza di termosifoni. Consiglio ai rappresentanti d’Istituto di discuterne con il Preside o la Vicepreside e mi auguro possa essere trovata una soluzione per il prossimo inverno, in modo da poter vivere in Ancora in succursale lamentano delle problematiche sui bagni che sembrano insufficienti, poiché molto spesso alcuni di questi sono chiusi. Chiudendo il discorso sui problemi di tipo tecnicoorganizzativo e tornando di più sulle nostre sensazioni personali vorrei concludere con una LETTERA D’AMORE di un ragazzo che ha ritenuto utile provare ad usare questo spazio per liberare i suoi sentimenti che altrimenti ha difficoltà ad esprimere. Spero che la ragazza interessata legga l’articolo. Riporto di seguito alcuni indizi che permetteranno alla ragazza interessata di identificarsi in queste parole della sua lettera: ”Sono tre anni che sei la mia vicina di banco e non posso più trattenere l’impetuoso fiume di emozioni che mi ruggisce dentro. Io ti amo ti amo da quando ti ho visto per la prima volta. Amo quando i tuoi lunghi capelli biondi catturano la luce del sole che entra dalla finestra” La lettera si conclude con un “appuntamento”: <<Raggiungimi davanti alle macchinette alle 9:00>> Ovviamente non è chiaro il giorno, forse intendeva quello successivo alla pubblicazione dell’arti- colo, ma chissà se lei leggera questa lettera e se si riconoscerà nella descrizione fatta…. Magari le prossime settimane nelle scatole troveremo una risposta della ragazza interessata! Vi ricordo che il progetto Joe Box è un IMPORTANTE MEZZO DI COMUNICAZIONE fra chi vuole esporre dei concetti a noi altri studenti, Preside, professori e operatori scolastici, in modo da permetterci di conoscere il clima di vita del Gioberti. Chiunque leggendo l’articolo voglia commentare o rispondere alle tematiche riportate nell’articolo può mettere un bigliettino con scritto quale concetto sta commentando e in seguito potrei aggiungerlo nell’articolo del prossimo mese. ASPETTO LA TUA VOCE… Elly Zoe I pensieri di Oliver Oggi durante l’ora di motoria la nostra prof ci ha fatto un annuncio bellissimo: A fine aprile faremo un’esperienza di canottaggio. Cinque ore nelle quali impareremo a stare su una barca! In fondo l’idea non mi dispiace, se non fosse per il fatto che sono negatissimo per ogni sport e che non so nuotare. Da piccolo mia madre mi ha fatto fare un corso di nuoto, ha tenuto duro per circa due mesi e poi mi ha iscritto in una squadra di calcio. La prima lezione di nuoto non mi era dispiaciuta. Potevo stare a mollo nell’acqua e giocherellare un pochino con vari oggetti che trovavo (avevo circa sei anni). Tuttavia non pensavo che ci sarei dovuto tornare... e specialmente che la volta dopo avrei dovuto iniziare a nuotare sul serio! La terza volta mia madre mi ha dovuto trascinare fuori dalla macchina, accompagnata da urla da parte mia. Come già detto, dopo circa due mesi si è arresa. Dopo questa esperienza, ogni attività che potrebbe coinvolgere il nuoto, non mi piace più di tanto. Si può aggiungere il fatto che non sono capace di praticare alcuno sport, a parte gli scacchi (che secondo il comitato olimpico sono uno sport). Si aggiunge il fatto che io sono una di quelle persone, che dopo cento metri di corsa necessitano di essere portate al pronto soccorso nel re- parto emergenze gravi. Per evitare figuracce che si racconterebbero nei decenni a seguire, ho fatto una piccola ricerca su internet e ho visto un video nel quale un gruppo di uomini faceva una gara di canottaggio. Non so se voi avete presente una di quelle azioni, che quando la vedete fatta da qualcun altro sembra la cosa più facile e meno faticosa al mondo e poi provi a farla tu stesso e non riesci neanche a iniziarla? Canottaggio non fa parte di queste azioni. Solo guardando questo video, ho realizzato che la mia fine sarebbe stata vicina. Non so ancora come morirò; se per l’umiliazione davanti a tutta la mia classe, quando non riuscirò a muovere la barca di mezzo millimetro mentre gli altri sono già arrivati da ore al traguardo, congelato nel Po o annegato. L’unica cosa che so per certo è che, per una causa inspiegabile, la mia gamba sarà rotta da fine aprile a metà maggio. Giulia Magrini e Oliver La mia non è pancia, è la cover degli addominali.