...

Si viaggia! - Liceo Classico V. Gioberti

by user

on
Category: Documents
12

views

Report

Comments

Transcript

Si viaggia! - Liceo Classico V. Gioberti
Anno 11
Numero 2
Marzo
Si viaggia!
Broadstairs
Claviere
Atene
Primo articolo
sulle Joe Box!
Gara di hip hop: ci vediamo a Verona per le
nazionali!
Nuova rubrica
sui fumetti!
Salve a tutti Giobertini!
Vi scrivo questo editoriale con un po’ di
amarezza nel cuore. Dovete infatti sapere
che mi sono resa conto che forse il giornalino non è importante come penso per
noi Giobertini. E di ciò mi dispiaccio. Trovo che questo sia il nostro spazio di
espressione ed informazione: perché non
sfruttarlo al massimo?
Marzo ormai è passato assieme alle gite,
alle vacanze di Pasqua e alle prime ansie
da fine anno. Bisogna però sapere che è
solo l’inizio: maggio è ormai alle porte.
Spero che riusciate tutti a gestire questi
ultimi mesi pieni di ansia e, soprattutto,
spero che leggere il giornalino possa aiutarvi a svagarvi un pochino, che non fa
mai male.
Al mese prossimo!
La caporedattrice, Giulia Scarpante
Il vice caporedattore, Gabriele Manzi
Sommario
4-7 Rassegna internazionale
8-9 Broadstairs
10-11 Grecia
12-13 Claviere
14-15 Si resta a scuola!
16 Musica
17 Film
18 Serie Tv
19 Teatro
20-21 Libri
22-23 Fumetti
24-27 Cosa è successo questo mese al
Gioberti?
28-31 Joe Box
32-33 I pensieri di Oliver
Prossima riunione?
Venerdì 1 aprile - niente scherzi!
- dalle 14:30 alle 16:30 in sede.
La nuova redazione
Caporedattrice: Giulia Scarpante
Vice Caporedattore: Gabriele Manzi
Docente responsabile: Emilia De Maria
Copertina: Eleonora Zoe Murru
Rassegna internazionale: Flavia Achenza
Musica: Carolina Dema
Film e Broadstairs: Gabriele Manzi
Serie Tv, Elettra e Grecia: Alice Argeri
Teatro e “si resta a scuola!”: Maryam Ainane
Libri: Irene Giovannini
Fumetti: Gian Maria Filoni
Intervista gara hip hop: Giorgia Dininno
Assemblea d’Istituto: Giulia Scarpante
Progetto Joe Box: Eleonora Zoe Murru
I pensieri di Oliver: Giulia Magrini
Battute: Gian Maria Filoni e Francesco Berto
Disegno ultima pagina: Stefano Cattaneo
Se vuoi unirti alla redazione contribuendo con articoli, disegni, fumetti, foto, o qualsiasi altra cosa tu sappia fare, puoi scrivere a
[email protected] e chiedere di partecipare!
Rassegna Internazionale
Kurdistan – il 17 marzo, il Rojava, la regione al confine tra Turchia e Siria, a maggioranza di popolazione
curda, ha dichiarato l’autonomia. L’aspro conflitto tra
minoranza curda e governo turco ha portato alla separazione de facto di questo territorio dalla Turchia, accusata di crimini umanitari nei confronti dei Curdi.
Dall’inizio del conflitto contro l’ISIS, nel Rojava si
è creato un movimento armato popolare che combatte in
prima linea contro le milizie islamiche.
Nella Siria del nord, nel frattempo, continuano i combattimenti.
Francia – “Le monde ou rien” (Il mondo o niente). È
stato un marzo di fuoco per la capitale francese, che
ha visto protagonista delle piazze un soggetto giovanile determinato, composto da studenti medi ed universitari, contro la nuova riforma del lavoro, “Loi
de travail”. Nelle date di mobilitazione generale del
9 e del 17 marzo,
l’ingente schieramento di forze
dell’ordine
ha
creato momenti di
forte
tensione;
al termine del
corteo
del
17
marzo, un’assemblea pubblica autoconvocata dagli
studenti universitari nella facoltà del quartiere di
Tolbiac, per concludere la giornata, è stata brutalmente interrotta dall’irruzione della polizia.
Belgio – Il 18 marzo, a
Bruxelles, è stato scovato ed arrestato dalla polizia belga Salah Abdeslam, l’unico jihadista
superstite che aveva partecipato alla strage del
13 novembre 2015 a Parigi.
Se potessi scegliere
tra tutti i soldi del
mondo e la pace tra
gli uomini, di che colore la vorresti la
Lamborghini?
Francia – il 29
febbraio è iniziato lo sgombero
della
“Giungla”
di
Calais,
l’accampamento abusivo che raccoglieva migliaia
di profughi in
attesa di raggiungere il Regno Unito. La decisone di
sgombero ha suscitato la netta opposizione dei migranti
stessi e di molte organizzazioni per i diritti umani.
Parte degli abitanti della “Giungla” è stata smistata
fra i vari centri di accoglienza in Francia.
Grecia – La situazione nei campi
profughi tra Grecia e Macedonia è
in peggioramento:
il 29 febbraio,
dopo che da Skopje
era stato annunciato il blocco delle frontiere, i migranti hanno
sfondato le barriere ed occupato i binari in direzione
della capitale macedone.
Il 20 marzo è entrato in vigore l’accordo tra UE e
Turchia per gestire la questione migranti. L’agenzia
per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione
Europea, Frontex, si impegna a mandare 8 navi per respingere in Turchia i clandestini sbarcati in Grecia
senza permesso di soggiorno.
Bruxelles — Il 22 marzo, nelle ore del mattino, la
città di Bruxelles è stata scossa dal rumore di due
esplosioni presso i check-in dell’aeroporto Zaventem.
Alle 9.11, un’altra bomba è esplosa presso la stazione della metropolitana di Maelbreek, che si trova vicino alle sedi delle istituzioni europee.
Il numero totale di vittime ammonta a 34 persone; i
feriti sono più di 250. I due attentati sono stati
subito rivendicati dallo Stato Islamico. Per alcune
ore, la città è stata completamente bloccata; il
giorno seguente, il 23, due attentatori sono stati
arrestati; il terzo è in fuga. Questa strage di civili si pone sulla scia del fondamentalismo religioso,
senza però nascondere le grandi contraddizioni che
gli interessi occidentali economici e politici in Medio Oriente sollevano.
Flavia Achenza
Broadstairs, UK
Viaggio in Inghilterra classi 1°A-1°B
Non ero mai stato fuori dall’Italia, tantomeno su un aereo; questo viaggio,
per me, è cominciato con le novità da
subito.
Piccola premessa: il viaggio nel suo
complesso è durato otto giorni partenza alla domenica mattina, ritorno una settimana dopo, alla sera-, pensavo avremmo avuto tempo per fare
nulla ‘magna cum allegria’, ma mi sbagliavo. In questo soggiorno il tempo veramente libero è stato pochissimo, le
attività iniziavano alla mattina alle no-
ve e finivano dodici ore più tardi con
una pausa pranzo, che non prevedeva
un rientro dalla famiglia ospitante, e
una per cena, che molto probabilmente si faceva da soli a casa, in quanto l’orario costringeva a cenare in contemporanea col pollame.
Le attività, per quanto faticose, sono
state divertenti e gratificanti; uno dei
lati positivi è stato quello di poter recuperare qualche ora di sonno in autobus, dato che i viaggi sono durati il più
delle volte un paio d’ore.
Le attività serali sono cinque: karaoke,
cinema, teatro,
danze popolari
e
discoteca.
Personalmente
ho trovato più
interessanti le
prime quattro;
in
discoteca,
noi pochi disinteressati alla pista,
abbiamo
organizzato una
piccola
bisca
clandestina
di
scopone.
Ma
questi sono futili
dettagli.
Non tutti gli inglesi mangiano
male, molti nella
mia classe hanno
avuto da ridire
sul cibo, specialmente sulla pasta scotta e/o
senza sale, ma
trovo sia necessario perdonarli da questo punto di vista: invidiano la nostra cucina e provano ad imitarla come possono, dovremmo essere felici di questo e perciò non
disprezzarli. Più facile a dirsi che a farsi
temo, ma ritengo sia così.
Il paese, Broadstairs, non è grande, bastano venti minuti per attraversarlo a
piedi; è basato sulla scuola che ospita
studenti da tutta l’Europa, con noi soggiornavano dei tedeschi, il cui livello
linguistico ci umiliava, degli spagnoli,
umiliati da noi e da loro, dei francesi
che abbiamo incrociato solo una volta
e altri italiani.
Provando a chiedere alle guide chi fossero i migliori tra gli studenti stranieri,
la loro risposta è stata: “Gli italiani.”
Non posso scriverlo, altrimenti mi censurano, quindi ve lo faccio capire: pri-
ma emote della sedicesima riga nella
sezione ‘faccine’ di whatsapp, a ciò fate seguire le bandiere degli stati europei sopra citati.
Questo viaggio non è solo divertente,
è anche utile, ma non solo dal punto di
vista linguistico. Vi rivelo un piccolo segreto: gli insegnanti cambiano durante
i viaggi d’istruzione.
Detto ciò vi saluto, ad un prossimo articolo.
Un abbraccio, Gianni.
Gabriele Manzi
Tour della Grecia!
THE LAST ONE
L'ultima gita è una commistione di
vari tipi di panico, di malinconia, di
gioie, di litigi che o esplodono o
evaporano.
L'ultima gita, in un liceo Classico, è
anche la conclusione di cinque anni passati a studiare la lingua greca, la storia greca, la cultura greca,
la letteratura greca...e dove si va?
In Grecia!
Sei giorni durante i quali abbiamo
girato in lungo e in largo per questa fantastica terra avendo la possibilità di vedere, toccare, calpestare quei luoghi che così spesso
sono apparsi nelle poesie, nei poemi, nelle versioni.
Quegli stessi posti che in una versione tradotta con scarsa maestria
non sai come collocare, sono lì: un
po' acciaccati ma ancora in piedi,
ancora vivi-in qualche modo bizzarro.
In questa sede non ho modo né
tempo di descrivervi, Giobertin*,
tutto quello che la III alpha ha vi-
sto, ma posso sicuramente rubarvi
due minuti di lettura per dirvi che
in posti come Atene non si può fare a meno di rimanere senza fiato
nel vedere monumenti antichissimi inseriti nella modernità della
metropoli, i paesaggi incredibili di
questa terra un po' schizofrenica
tra città e piccoli villaggi.
Per quanto mi riguarda, davanti ai
resti di una
civiltà così
grande come quella
Greca, non
sono riuscita
ad evitare
qualche lacrimuccia.
E poi beh,
siamo sinceri, certi posti
assumono tutto un altro significato se si è in gita scolastica, soprattutto se è l'ultima.
Alice
Ho finito le battute
in serbo. Da oggi
solo in greco.
Corso di sci a Claviere
Claviere: 222 abitanti, un circuito di piste chiamato Via Lattea e via Nazionale. Questo è uno di quei paesi in cui, se
non scii, non sei nessuno.
Alloggiavamo allo Chalet della Luna che, badate bene,
non è un albergo, ma una casa alpina. Tradotto:
sempre puntuali ai pasti o non si mangia e idem per le lezioni di sci, con bonus di pane e volpe se non si era particolarmente svegli. Le camere erano in
tipico stile montanaro: lenzuola bianche, armadi e letti in legno e doccia
con la tenda. Abbiamo comunque apprezzato la pulizia, con servizio
effettuato ogni mattina, e la splendida
vista dalle finestre. Le lezioni di sci sono state effettuate a seconda del livello
personale. Io ero nel gruppo dei principianti poiché non avevo mai sciato in
vita mia, ma devo dire che in soli tre
giorni il maestro Luciano ci ha ben
istruiti. Già il primo pomeriggio abbia-
mo preso la seggiovia e abbiamo fatto
le piste un po’ più ripide, pur sempre a
spazzaneve, ma è solo un dettaglio. Le
lezioni si sono svolte dalle 9:30 alle
11:30 lunedì e martedì mattina, dalle
9:30 alle 12:30 mercoledì mattina e
dalle 14:00 alle 16:00 nei due pomeriggi. Io e la mia compagna di stanza ci alzavamo alle 7:00 e andavamo a fare
colazione ancora in pigiama alle 7:30.
Dopo tornavamo in stanza, la 207 al secondo piano, ci cambiavamo con molta
calma e alle 8:40 andavamo giù in magazzino a mettere gli scarponi da sci.
Ragazzi, vi posso assicurare che non
esiste cosa più rigida e scomoda da indossare! Dopo aver messo gli scarponi
andavamo nella stanza adiacente a
prendere sci, bacchette e caschi. Dovevamo poi fare 250 metri su via Nazionale per raggiungere le piste. Terminata la lezione della mattina lasciavamo
gli sci infilati nella neve a bordopista e
tornavamo nel magazzino dello chalet
per togliere gli scarponi. Pranzo dalle
12:29 alle 13:15, poi 10 minuti di riposo e di nuovo in magazzino a mettere
quei maledetti
scarponi. Di nuovo in pista alle
due e, al termine
delle lezioni, se si
voleva, potevamo fermarci e fare ancora un giro. Purtroppo al
pomeriggio dovevamo portare
anche sci, bacchette e caschi in
magazzino
e
quindi, arrivati in stanza, crollavamo sul
letto. Se non volevi però perderti la
merenda, costituita da pane e nutella
con cioccolata o the caldo, dovevi scendere in salone prima delle 17:30. Dopodiché di solito facevamo una doccia
e chiacchieravamo nelle camere degli
altri fino alle 19:29, ora della cena. Verso le 20:30 ci alzavamo dai tavoli pieni
come uova e salivamo a cambiarci per
uscire e andare al pub. Qui in tre sere
abbiamo incontrato personaggi di tutti
i tipi, tra cui uno scozzese di St. Andrew. Anche in seggiovia abbiamo incontrato stranieri, come una coppia
francese da Parigi e una maestra inglese da Bath. Tornati in casa alpina, alle
23:00 bisognava essere tutti nelle proprie camere e alle 24:00 calava il buio.
Chi non usciva, da quel che ho capito,
passava la serata in corridoio a suonare
e cantare, visto che qualcuno aveva anche portato la chitarra.
Devo ammettere che è stata un’esperienza edificante, che mi ha permesso
finalmente di sfatare il mito sulla pericolosità dello sci, ma soprattutto di conoscere molto meglio i miei compagni,
passando con loro intere giornate e serate.
Assolutamente consigliata per le classi
poco unite!
Giulia Scarpante
Gita a Claviere? No, si rimane a scuola!
6 marzo 2016, 15:30: ecco che la mia
classe (la 2^I) è pronta a partire verso
un luogo ricco di aria pura, di benessere e di divertimento: parlo di Clavière.
Su 19 alunni, solo 3 ragazze hanno scelto di non partecipare a quest'avventura
nevosa e freddolosa, e fra queste ci sono anche io. Sì, forse mi pento di non
essermi unita alla comitiva, ma nella
vita, si sa, soprattutto al giorno d'oggi,
bisogna imparare a fare delle scelte.
Prima di prendere la decisione definitiva ne ho parlato con i miei genitori e
con i professori stessi...però, alla fine,
ho preferito rinunciarvi. Perché? Per
diversi motivi. Magari li troverete banali e poco convincenti, ma per me significano molto:
1) non ho un buon rapporto con il
ghiaccio e la neve;
2) lo sci è uno sport che non mi ha mai
particolarmente attirato;
3) ho deciso, quest'estate, di prendere
parte alla gita di due settimane in Germania.
Se devo essere sincera, non mi è dispiaciuto affatto rimanere
a scuola durante quei 3
giorni: l'atmosfera infatti
era più tranquilla, i professori erano più disponibili a
rispiegare certi argomenti
in vista dei vari compiti in
classe e lo studio era più
intenso ma nello stesso
tempo molto divertente.
Ritengo che il fatto di rimanere a scuola durante
una gita sia un comportamento da persone matu-
altre classi o anche solo divertendosi, cantando e ballando durante la ricreazione, con la persona con cui si condividono questi
momenti magici.
Non ci credete?
Provare per credere!
re, poiché, visto che già non si partecipa all'uscita didattica, non sarebbe corretto nei confronti dei compagni, i quali svolgono comunque attività scolastiche, rimanere a casa propria e studiare
per conto proprio.
Insomma, non bisogna sentirsi sfortunati o tristi se si rimane a scuola mentre la classe è in gita, ma invece bisognerebbe cogliere l'occasione e
sfruttare al meglio il tempo a disposizione. In che modo? Studiando e portandosi magari avanti con i compiti,
provando a fare amicizia con ragazzi di
Maryam Ainane

Ti racconto una barzelletta: su un monte
ci sono una capra e
una mucca

Beh?

Mu!
Musica
Falling in reverse
avvicina piu al pop-punk che al
metal vero e proprio. Nel corso
degli anni si e attuata, infatti, una
graduale evoluzione della band
verso
una
maggiore
"commercializzazione", tralasciando i toni rabbiosi del metal
core per qualcosa di piu leggero
ma forse piu gioioso. Tra le tracce
che merita ascoltare, non tanto
per l'originalita ma perche rappresentano l'intero filone americano moderno che segue questo
genere musicale:
-I'm not a Vampire
-Rolling Stone
From Behind This Walls, questo
doveva essere il nome. Il cantante,
Ronnie Radke, infatti ebbe l'idea
di formare un gruppo metalcore
durante la sua permanenza in prigione, rinchiuso per un omicidio
che non aveva commesso. cacciato della sua band dell'epoca, gli
Escape the Faith, da dietro le
sbarre Ronnie si tenne in contatto
con vari musicisti. Nel 2008, a Las
Vegas, presero così vita i Falling
in Reverse con Derek Jones e
Jacky Vincent alle chitarre, Ryan
Seaman alla batteria e Mika Horiuchi al basso.
Debuttarono con "The Drug in Me
is You", un disco pieno di rabbia e
sofferenza, il leader era infatti in
"rehab" e stava cercando di uscire
dalla sua dipendenza da ossicodone.
Nel 2015 hanno pubblicato il loro
terzo disco, "Just Like You", che si
-Wait and See
Un gruppo che ,nonostante i temi
dolorosi affrontati nelle canzoni,
riesce sempre a mantenere quel
filo di ironia che conquista anche
i piu scettici.
Carolina Dema
Film
Salve lettori. Nell’ultima uscita, se ricordate, ero piuttosto contrariato dalla scarsa
fedeltà di “Troy”, così questa volta ho
pensato, per il mio bene, di cambiare target.
Titolo: Hitman: Agent 47
Anno di produzione: 2015
Genere: azione, secondo svariate fonti anche poliziesco, ma io preferisco definirlo
solo azione.
La trama non è molto articolata, come in
quasi tutti i film di questo genere, ma, nonostante ciò, l’ho apprezzato.
Nel 1967 uno scienziato, Liutvenko, conduce delle ricerche per creare le perfette
macchine da guerra umane; il progetto è
un successo che porta alla creazione di
umani privi di emozioni, le cui menti sono altamente più sviluppate e dalle capacità di calcolo e previsione al di sopra di
ogni limite naturale; il risultato sono gli
Agenti. Dopo il risultato positivo, tuttavia, Liutvenko scompare, senza di lui il
progetto Agenti viene sospeso dal governo, tutti i documenti e le informazioni a
riguardo sono cancellati, gli Agenti sopravvissuti all’eliminazione delle prove
scompaiono senza lasciare tracce. In molti
provano ad emulare il lavoro dello scienziato, ma senza successo. L’Agenzia,
un’associazione comandata dal presidente
Antoin Leclerc finalizzata a creare un
esercito di agenti, assume Derriego, un
cacciatore professionista, per trovare
Liutvenko; non riuscendo a trovare lo
scienziato, questo si concentra su sua figlia, Katia Von Diaz, l’unica che può trovarlo.
Pensate vi abbia detto la trama? Vi sbagliate, questi dati sono l’introduzione data
anche dal film nei primi minuti.
Come si può intuire da alcune scene e dal
titolo stesso, è ispirato alla più o meno celebre serie di videogiochi sparatutto
“Hitman”; e non è il solo: nel 2007 –cioè
quasi dieci anni fa, per chi di voi volesse
ancora considerarsi giovane- un altro
film, di cui non ho preso visione, è stato
prodotto sulla base degli stessi videogiochi; trattasi di “Hitman: l’assassino”.
I miei complimenti al regista e agli attori
–tra cui Rupert Friend nei panni di 47,
Zachary Quinto che interpreta John Smith
e Hannah Ware come Katia Von Diaz-,
che sono stati in grado di rendere un film
tratto da un videogioco con scarsa trama
qualcosa di adatto al cinema anziché ad
una sala giochi.
Un dato che ho apprezzato particolarmente è la confusione creata all’inizio, confesso che nel mio cervello era proiettato
un enorme punto interrogativo mentre
cercavo di capire chi fosse il cattivo.
Tutt’ora ritengo sia un ruolo vagante a seconda dei punti di vista.
Voto finale: 8, ma solo perché la trama è
piuttosto riciclata, anche se resa in modo
un po’ diverso dal consueto.
Consigliato: direi di sì, ma non aspettatevi
troppo, è un buon film, ma aspettative
troppo alte lo appiattirebbero.
Detto ciò io vi saluto e mi raccomando: se
vi sembra di essere apatici e di avere
istinti omicidi verso un insegnante che vi
ha dato un brutto voto, mantenete la calma, non siete agenti.
Ci vediamo il mese prossimo con una
nuova recensione.
Gabriele Manzi
SERIE TV
Salve Giobertin*!
In questo numero vi parlerò di una serie
intitolata Please Like Me.
Come avrete capito, mentre non amo le
serie Tv che i nostri canali si ostinano a
trasmettere, sono profondamente innamorata delle serie Tv umane, che sappiano migliorare un giornata triste o che permettano di
addormentarsi al caldo
dopo
aver avuto
una scusa
per piangere
senza
sembrare
vulnerabili.
Il protagonista indiscusso è Josh: giovane ragazzo australiano insolitamente brutto (voi ve lo
immaginate un australiano brutto?) che,
dopo aver passato molto tempo insieme
ad una ragazza, fa coming out. E dopo
questo crash neanche tanto inaspettato
assistiamo ad un'umanissima crescita, allo sviluppo di un personaggio che di eroico, di poetico, di bello, non ha assolutamente nulla. Eppure non possiamo non
amarlo, non possiamo non immergerci
nella sua vita condivisa con amici, coin-
quilini, ragazzi, ex ragazzi e ragazze e genitori alquanto invadenti, che fanno sentire la loro presenza.
Sebbene Josh sia pungente, quasi fastidioso, acido fino al raggiungimento di impensabili vette, problematico, complessato e privo di tatto e di morale nella maggior parte dei casi, non possiamo fare altro che seguirlo nella ricerca affannosa
della felicità e
di uno scopo
che -ci metto
la mano sul
fuoco- accomuna
tutti
noi.
Questa serie
TV ha vinto
numerosi premi e ha degli attori straordinari, ma sapete che vi dico? Guardatela perché volete
passare una piacevole mezz'ora, guardatela per sentire quel fastidio pungente
verso la censura del nostro paese, guardatela perché ogni tanto si ha bisogno di
qualcosa che ci faccia vedere le cose
“come in un film” senza farci commiserare la vita da esseri umani.
Vi auguro una piacevole visione.
Alice
TEATRO
LA MORTE DI DANTON
Scritto a soli 21 anni, tra il gennaio e il
febbraio del 1835, dall'autore Georg
Büchner, questa rappresentazione si
concentra principalmente sull'antagonismo tra i personaggi di Danton e Robespierre, i due più grandi e importanti protagonisti della Rivoluzione francese, in seguito ghigliottinati nel 1794.
Essi, verso la fine del periodo del Terrore, si confrontano: da un lato infatti
si ha la limpida razionalità di Danton
che sostiene il mondo liberale e tollerante contro il fanatismo di Robespierre; dall'altro lato si ha l'avversario che
persegue la linea giacobina, intransigente e furiosa.
Nell'opera di Büchner troviamo la libertà di pensiero, la natura della rivoluzione, la violenza e il terrore, il determinismo e il materialismo.
Accanto allo strabiliante Giuseppe
Battiston, il quale interpreta il protagonista della rappresentazione, e al fantastico Paolo Pierobon, il quale incarna
l'avversario di Danton, ovvero Robespierre, si muove una selva di altri personaggi come l'attrice Iaia Forte, che si
cala nel personaggio della moglie di
Danton, e Alfonso Santagata, che ha
come ruolo quello di Lacroix.
Attraverso una serie di opulenti sipari
di velluto rosso, che si aprono e si
chiudono rivelando elementi di arredamento collocati e rimossi da un'incredibile squadra di maestranze, "La
Morte di Danton" agevola, soltanto
con l'occhio, l'ascolto di un testo affascinante, originariamente destinato
forse alla sola lettura.
Le 3 ore abbondanti volano e sembrano portarti indietro nel tempo, all'epoca della ghigliottina e delle rivolte, della regina Maria Antonietta e del suo
re, Luigi XVI.
Maryam Ainane
I
R
B
I
L
TRAMA
La vita di Margherita è composta solo da inizi che tendono a finire subito, senza neanche avere il tempo di evolversi
in qualcosa di più grande. Margherita è una ragazza di quattordici anni, lentiggini sul viso
e capelli neri, impacciata e timida. Dietro alla sua esile figura c'è una ragazzina ancora
più fragile, tormentata dalla
fase adolescenziale e desiderosa, al tempo stesso, di sporcarsi le mani nel mondo.
I suoi dubbi sono dovuti in
parte al trauma subito in seguito all'abbandono del padre
che, tramite un messaggio, le
aveva comunicato la sua decisione di andarsene di casa.
La nonna, una dolce vecchietta
che, attraverso i suoi ricordi,
riesce a rendere più forte la
personalità di Margherita,
cerca di compensare questa
Alessandro D’Avenia
Cose che nessuno sa
mancanza provando ad essere
una seconda mamma, una mamma alla quale rivelare tutto e
con la quale confrontarsi senza vergogna.
Con l'inizio del liceo avvengono molti cambiamenti per la
ragazza, ma soprattutto Margherita incontra persone molto diverse da lei che la aiuteranno ad uscire dalla burrasca
che ella cela nella sua mente.
Il primo incontro davvero significativo è quello con il Professore. Egli è un uomo giovane, molto colto e innamorato
dei libri, al punto che non riesce a distinguere la vita reale
e da quella dei libri. A scuola
inoltre conosce Giulio, il ragazzo del quale si innamora, e
il loro incontro segnerà la rottura di un equilibrio già precario e l'inizio di un percorso di
crescita che condurrà entrambi a maturare e ad assumersi le proprie responsabilità senza però rinunciare a vi-
vere fino in fondo le proprie
emozioni.
Nelle pagine è nascosta una
felicità che a primo impatto
sembra non esserci, ma che,
come i fiori, ha bisogno di essere curata e mantenuta viva
affinché il fiore che si cela in
ognuno sbocci aprendosi al
mondo.
Irene Giovannini
Fumetti: rat-man
“Fletto i muscoli e sono nel vuoto”,
questo è il grido di battaglia di Rat
-Man spesso lanciato dalla cima di
un palazzo prima di gettarsi sui
criminali e finire spiaccicato contro un palo o contro la finestra di
qualche povera vecchietta.
Rat-Man, ovvero
“l’uomo-ratto”, il
cui vero nome è
Deboroh
(con
tanto di H finale)
La Roccia, nato
dalla mente, probabilmente non
del tutto sana, di
Leo Ortolani. Il
personaggio viene creato a Parma ormai quasi
trent’anni fa come parodia dei supereroi americani che ancora oggi ricoprono un
ruolo di spicco nel mondo dei fumetti. Il Ratto deve il suo nome a
uno dei più iconici supereroi della
storia: Batman, da cui prende anche la caratteristica di essere un
miliardario con un fedele maggiordomo, Arcibaldo, che appena scende la notte si reca sulle strade per
combattere il crimine. Questo supereroe, se così si può chiamare
Rat-Man, è caratterizzato da una
stupidità fuori dal comune, inoltre
è spaventosamente imbranato e finisce spesso per essere massacrato
dai criminali con i quali si scontra
o per combinare qualche colossale
pasticcio; la comicità del personaggio deriva infatti principalmente dalle situazioni
demenziali nelle
quali si trova il
personaggio e dalle esilaranti gag
idiote che accompagnano
quasi
ogni singola vignetta della storia
strappando sempre una risata al
lettore.
Le storie di RatMan anche se possono sembrare stupide e banali riescono a tenere alta la concentrazione di chi è dall’altra parte del
fumetto tenendolo con il fiato sospeso fino all’ultima vignetta e
sbalordendolo con numerosi colpi
di scena.
Rat-Man col passare degli anni
non ha perso la caratteristica di essere parodia dei supereroi pur sviluppando una personalità e dei va-
lori morali sempre meglio delineati
che gli permettono di avere una vita propria del tutto indipendente
dal resto.
Un’altra caratteristica che fa appassionare un lettore a questo fumetto sono i personaggi di contorno, quelli convolti nelle avventure
di Rat-Man che condividono con
lui rapporti diversi dall’amicizia
all’odio, due dei “principali” personaggi secondari sono il Commissario Brakko, un poliziotto se possibile ancora più stupido del protagonista di cui è il migliore amico e
con cui si trova spesso al centro di
gag estremamente stupida e divertenti, l’altro personaggio è Cinzia
un transessuale, una volta postino,
che si innamora di Rat-Man che
tuttavia la rifiuta più e più volte.
Durante gli anni il personaggio di
Rat-Man ha ricoperto ruoli del
tutto estranei al mondo dei supereroi andando a prendere vita in
storie che sono parodie di grandi
classici del cinema e della cultura
popolare in generale, infatti Leo
Ortolani ha realizzato parodie divenute molto famose come la saga
di “Star Rats” (Star Wars),
“299+1” (dal film “300”), “Il Signore
dei Ratti” (Il Signore degli Anelli),
e molti altri ancora.
L’autore del Ratto aveva annunciato molteplici volte che avrebbe
portato a termine la saga di Rat-
Man nel n°100, tuttavia ha rimandato la fine del personaggio fino a
poche settimane fa quando ha annunciato che Rat-Man avrebbe
avuto soltanto più dieci uscite, e
sarebbe terminato con il n° 122,
questa notizia ha gettato molto
sconforto nei cuori degli appassionati che sperano in un cambio di
idea da parte di Leo Ortolani, uno
dei fumettisti italiani più influenti.
ATTENZIONE: consiglio vivamente di leggere questo fumetto,
TUTTAVIA lo sconsiglio a coloro
a cui dà fastidio l’umorismo demenziale o a cui non piace ridere.
Gian Maria Filoni
Cosa è successo al Gioberti questo mese?
Gara di hip hop
Il 6 marzo allo stadio
Nebbiolo
del
parco
Ruffini, si è tenuta la gara di hip hop che ha visto la squadra del Gioberti vincitrice per il terzo
anno consecutivo. La
gara è stata preceduta
da un balletto di danza
classica eseguito da un
gruppo di ragazze e alcuni ragazzi. La squadra
che rappresenta la nos
tra scuola ha portato un
pezzo di dirty dancing
compiendo anche la famosa presa. La coreografia è stata montata
dall'istruttrice Elisabetta
Condoleo e le professoresse che accompagnavano
e rappresentavano la squadra
erano la prof.
Sabatini e la
prof. Formetta.
Al
termine
dell'esibizione
la squadra ha
risposto alle domande poste.
"Raccontate com'è l'esperienza dello stare nella squadra del Gioberti"
"Io sono tre anni che
faccio parte della squadra e mi sono sempre
trovata benissimo perchè al primo anno, appena entrati, ci hanno
accolto tutti calorosamente e quindi siamo
diventati un gran bel
gruppo"
Alcune ragazze del primo anno, data la loro
poca esperienza nella
"Quando vi capita di
dimenticare dei passi come risolvete?"
"Si va avanti e ti seguono gli altri"
squadra, non potevano
dire molto hanno comunque confermato ciò che
Giorgia, una delle componenti della squadra,
aveva detto poco prima.
"L'ansia
gioca
brutti
scherzi, come li evitate?"
"Quando sei sul palco ti
diverti, non ci pensi"
"Stai talmente bene che
te la dimentichi"
"A volte può anche aiutare"
"Ti prende al momento
prima e poi basta"
"Le
canzoni
vengono scelte da
voi o dalla coreografa?"
"Vengono scelte dall'insegnante, Elisabetta"
"Il tema invece lo abbiamo scelto tutte insieme"
Intanto noi attendiamo le
nazionali che si terranno
nel mese di maggio a Verona.
Giorgia Dininno
MIA DOLCE ELETTRA
Salve Giobertin*!
Dal 16 al 18 dicembre nell'Aula
Magna del nostro liceo si sono
tenute delle repliche dello spettacolo teatrale “Mia Dolce Elettra” della scuola di teatro
“Sergio Tofano” coordinate dal
professor De Miranda e accompagnate dalle presentazioni di
Laura Caliri, Ulpia Dionisi e Enrico Varesio, Daniela Settembrini, Monica Gargano e Franco
Chiarle.
Che dire di questa rappresentazione? Come credo accada per
la maggior parte delle persone
su questa Terra io trovo il mito
di Elettra incredibilmente commovente e con una carica emotiva non facile da descrivere.
La compagnia è stata perfettamente all'altezza della grande
tragedia, è riuscita a muoversi
tra luci e ombre senza cadere
in banali clichet e ha portato
sulla scena degli attori belli,
sensuali, reali, che sono stati in
grado di mantenere un intero
pubblico di adolescenti con il
fiato sospeso e gli occhi spalancati per quasi due ore… e
questa non è impresa facile.
Inoltre, almeno secondo me,
quando sul palco ci sono personaggi così affiatati, così vibranti, così capaci di gestire anche
qualche piccolo imprevisto sulla
scena, un qualsiasi spettacolo
non può che diventare un bellissimo spettacolo.
Semplicemente, nella modernizzazione di un dramma così
psicologicamente complesso,
non ho particolarmente apprezzato i vari stacchetti musicali
( pur non tradendo nulla di
quanto detto sopra), ma questa
è una personalissima opinione.
Così questa volta vi invito ad
abbandonare lo streaming e il
calore della coperta, di vestirvi
decentemente e di andare a
teatro.
Alice
L’Assemblea d’Istituto
Come tutti ben sapranno, martedì 22 marzo si è svolta la seconda Assemblea d’Istituto di
questo anno scolastico. Anche
questa volta sono stati proposti
una miriade di gruppi alquanto
interessanti. Non potrò però
parlare di tutti questi, ma solo di
quelli che sono riuscita a vedere o di cui mi hanno parlato.
Personalmente ho partecipato
a quello sugli outlines, presentato da Anita Vaira e Giorgia Dininno. Durante le due ore di
tempo entrambe le ragazze si
sono destreggiate bene e hanno saputo spiegare al meglio
come utilizzare uno dei programmi atti alla realizzazione di
opere grafiche. Altro gruppo
che ha particolarmente stupito
è stato il cruciverbone. A detta
di persone fidate l’idea di lanciare caramelle a chi aveva intuizioni talmente geniali da indovinare una parola, è stata
un’intuizione ancor più geniale.
Gruppo che sembra aver catturato l’attenzione dei suoi partecipanti è stato quello di teatro,
dove sono state improvvisate
varie scene da tutti coloro che
si trovavano nell’aula, tenuto fra
l’altro dal nostro vice, Gabriele
Manzi. Per non parlare di quello
sul buddhismo, ammirato non
solo per la positività infusa ai
partecipanti, ma anche per l’aspetto appagante di coloro che
spiegavano.
Molto contrastanti sono state
invece le opinioni sul cineforum
“Requiem for a dream”: c’è chi
ha apprezzato le tecniche di
montaggio e soprattutto l’interpretazione del protagonista,
mentre altri sono rimasti leggermente traumatizzati data la trama alquanto pesante.
Vi sono inoltre state delle lamentele in succursale riguardanti la palestra: infatti ci sono
stati problemi con le casse e
l’ultimo gruppo, riguardante il
freestyle, non è stato tenuto. In
ogni caso queste sono cose
che possono capitare, poiché
non è comunque facile gestire
tanti gruppi con ancor più esterni.
In generale, a mio parere, l’assemblea sembra essersi svolta
abbastanza tranquillamente e
in modo organizzato.
Giulia Scarpante
Joe Box
-uno spazio per la tua VoceBuongiorno lettori!
Vi ringrazio per i numerosi bigliettini che avete lasciato nelle scatole in questo mese!
Premetto che, avendo a disposizione solo due pagine all’interno del giornalino, non posso
trattare in ogni articolo tutti i
bigliettini che meriterebbero
uno spazio, ma potrei utilizzarli
per gli articoli dei mesi successivi.
Posso dirvi che i bigliettini da
voi lasciati trattavano diverse
tematiche , come ad esempio,
sensazioni
personali,
problematiche
legate allo studio e altre che riguardavano la vita di istituto.
Il primo messaggio che voglio
inserire è molto breve, ma dà
subito uno spunto di riflessione: quell’unica frase “LA MIA
VOCE!”, seguita da questo
punto
esclamativo, mi dà l’occasione
per ribadire che qui cercheremo di dare “uno spazio alla vostra voce”. Quello che poi ci
auguriamo, ma che non dipenderà solamente da noi, è che
queste voci possano trovare
ascolto, tra i compagni, gli insegnanti e tutti coloro che vivono nell’istituto Gioberti.
Vi riporto ora altri messaggi
che sono arrivati:
Uno studente propone alcuni
suggerimenti riguardo al piano
di studio, dando la possibilità a
noi ragazzi di alternare uno
studio teorico ad uno studio
pratico ed un altro messaggio
propone di concentrarsi ogni
settimana su determinate materie, per esempio non programmando troppe verifiche
nella stessa settimana.
Qualcuno vuole condividere la
POESIA, che segue, con tutti i
lettori:
“Il tuo corpo non è un tempio.
I templi possono essere distrutti e dissacrati.
Il tuo corpo è una foresta d’acero e di profumati fiori selvatici che nascono dal sottobosco. Tu ricrescerai ancora, non
importa quante volte tu venga
distrutta”.
Poiché credo che sia interessante prendere spunto dalle
poesie per delle riflessioni sul
nostro modo di essere ed anche perché disegni molto bene, mi piacerebbe conoscerti e
invitarti ad entrare a far parte
della redazione…se vuoi maggiori informazioni, sono disponibile negli intervalli, puoi trovarmi in IV C.
Un altro compagno/a esprime
una sensazione “che forse lo
faceva sentire un po’ giù”, ritenendo che alcuni voti non rispecchino realmente quanto
lui o lei pensa di meritare. Ovviamente noi non possiamo
entrare nel merito delle valutazioni degli insegnanti, ma possiamo immaginare che, alcune
volte, magari non riusciamo a
trasmettere, esattamente il nostro valore, magari per un po’
di emozione o di ansia o magari per altri motivi personali e
questo a volte può demoralizzare perché pensiamo che il
nostro impegno non sia stato
adeguatamente ripagato. Il
suggerimento che posso dare è
quello di non abbattersi e magari in un secondo momento,
più tranquillo, cercare un dialogo con l’insegnante, non per
modificare quel voto, ma per
comunque cercare di trasmettere le proprie sensazioni
e far conoscere un po’ più di
sé, trovando magari un modo
per sciogliere ad esempio l’ansia, la prossima volta, e sentirsi
più in sintonia con quello che il
nostro insegnante vuole tra-
smetterci.
un ambiente facilitante lo studio.
Diversi bigliettini specie della
succursale (che ha partecipato
con tanti messaggi) chiedono
un’attenzione rispetto a problemi tecnici della scuola.
Alcuni ragazzi di entrambi le
sedi gradirebbero l’aggiunta di
altri prodotti nei distributori
automatici e dalla succursale è
arrivata una segnalazione anche da qualcuno del Gobetti
che chiederebbe l’aggiunta di
una macchinetta dei panini anche da loro al terzo piano, (a
quanto pare sembra che l’iniziativa abbia stimolato anche i
ragazzi dell’altro Istituto!).
In alcuni casi i ragazzi si lamentano perché hanno avuto gior-
L’idea di un ragazzo/a della succursale è di rendere il cortile
più accogliente in previsione
della stagione primaverile, per
esempio aggiungendo delle
panchine; questa iniziativa potrebbe essere utile anche per il
giardino della sede, molto frequentato durante gli intervalli.
nate di freddo motivando la
temperatura bassa per insufficienza di termosifoni.
Consiglio ai rappresentanti d’Istituto di discuterne con il Preside o la Vicepreside e mi auguro possa essere trovata una
soluzione per il prossimo inverno, in modo da poter vivere in
Ancora in succursale lamentano delle problematiche sui bagni che sembrano insufficienti,
poiché molto spesso alcuni di
questi sono chiusi.
Chiudendo il discorso sui problemi
di
tipo
tecnicoorganizzativo e tornando di più
sulle nostre sensazioni personali vorrei concludere con una
LETTERA D’AMORE di un ragazzo che ha ritenuto utile provare
ad usare questo spazio per liberare i suoi sentimenti che altrimenti ha difficoltà ad esprimere. Spero che la ragazza interessata legga l’articolo.
Riporto di seguito alcuni indizi
che permetteranno alla ragazza
interessata di identificarsi in
queste parole della sua lettera:
”Sono tre anni che sei la mia vicina di banco e non posso più
trattenere l’impetuoso fiume
di emozioni che mi ruggisce
dentro.
Io ti amo ti amo da quando ti
ho visto per la prima volta.
Amo quando i tuoi lunghi capelli biondi catturano la luce
del sole che entra dalla finestra”
La lettera si conclude con un
“appuntamento”:
<<Raggiungimi davanti alle
macchinette alle 9:00>> Ovviamente non è chiaro il giorno,
forse intendeva quello successivo alla pubblicazione dell’arti-
colo, ma chissà se lei leggera
questa lettera e se si riconoscerà nella descrizione fatta….
Magari le prossime settimane
nelle scatole troveremo una risposta della ragazza interessata!
Vi ricordo che il progetto Joe
Box è un IMPORTANTE MEZZO
DI COMUNICAZIONE fra chi
vuole esporre dei concetti a noi
altri studenti, Preside, professori e operatori scolastici, in
modo da permetterci di conoscere il clima di vita del Gioberti.
Chiunque leggendo l’articolo
voglia commentare o rispondere alle tematiche riportate
nell’articolo può mettere un
bigliettino con scritto quale
concetto sta commentando e
in seguito potrei aggiungerlo
nell’articolo del prossimo mese.
ASPETTO LA TUA VOCE…
Elly Zoe
I pensieri di Oliver
Oggi durante l’ora di motoria
la nostra prof ci ha fatto un
annuncio bellissimo:
A fine aprile faremo un’esperienza di canottaggio. Cinque
ore nelle quali impareremo a
stare su una barca!
In fondo l’idea non mi dispiace, se non fosse per il fatto che
sono negatissimo per ogni
sport e che non so nuotare.
Da piccolo mia madre mi ha
fatto fare un corso di nuoto,
ha tenuto duro per circa due
mesi e poi mi ha iscritto in
una squadra di calcio.
La prima lezione di nuoto non
mi era dispiaciuta. Potevo stare a mollo nell’acqua e giocherellare un pochino con vari oggetti che trovavo (avevo circa
sei anni).
Tuttavia non pensavo che ci
sarei dovuto tornare... e specialmente che la volta dopo
avrei dovuto iniziare a nuotare
sul serio!
La terza volta mia madre mi
ha dovuto trascinare fuori dalla macchina, accompagnata
da urla da parte mia. Come
già detto, dopo circa due mesi
si è arresa.
Dopo questa esperienza, ogni
attività che potrebbe coinvolgere il nuoto, non mi piace più di
tanto. Si può aggiungere il
fatto che non sono capace di
praticare alcuno sport, a parte
gli scacchi (che secondo il comitato olimpico sono uno
sport). Si aggiunge il fatto
che io sono una di quelle persone, che dopo cento metri di
corsa necessitano di essere portate al pronto soccorso nel re-
parto emergenze gravi.
Per evitare figuracce che si
racconterebbero nei decenni a seguire,
ho fatto una
piccola ricerca
su internet e
ho visto un video nel quale un
gruppo di uomini faceva una
gara di canottaggio.
Non so se voi avete presente
una di quelle azioni, che
quando la vedete fatta da
qualcun altro sembra la cosa
più facile e meno faticosa al
mondo e poi provi a farla tu
stesso e non riesci neanche a
iniziarla? Canottaggio non fa
parte di queste azioni. Solo
guardando questo video, ho
realizzato che la mia fine sarebbe stata vicina.
Non so ancora come morirò; se
per l’umiliazione davanti a
tutta la mia classe, quando
non riuscirò a muovere la barca di mezzo millimetro mentre gli altri sono già arrivati
da ore al traguardo, congelato
nel Po o annegato. L’unica cosa che so per certo è che, per
una causa inspiegabile, la
mia gamba sarà rotta da fine
aprile a metà maggio.
Giulia Magrini e Oliver
La mia non è pancia, è la
cover degli addominali.
Fly UP