Negri Bossi: ``così usciremo dalla crisi`` L`AD Eugenio
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Negri Bossi: ``così usciremo dalla crisi`` L`AD Eugenio
Negri Bossi: ''così usciremo dalla crisi'' L'AD Eugenio Emiliani illustra a Polimerica il piano per il rilancio della società. Completata l'uscita dal mercato azionario, divenuto con il passar degli anni più un vincolo che un'opportunità di sviluppo, il costruttore milanese di presse ad iniezione si appresta a riorganizzare in modo radicale le proprie attività produttive e commerciali, attivando maggiori sinergie all'interno del gruppo Sacmi, che oggi ne detiene il completo controllo. L'obiettivo è quello di sistemare i conti entro la fine del 2010, per poter approfittare di una futura ripresa dei mercati. Mercati che incominciano a mostrare qualche segnale positivo. Dopo un primo trimestre estremamente fiacco, Negri Bossi ha registrato un'inversione di rotta durante e successivamente il Plast09, con tre importanti contratti siglati in Egitto, Polonia e Gran Bretagna: si tratta nel complesso di quasi novanta macchine destinate ai settori dell'auto e degli elettrodomestici. Del presente, ma soprattutto del futuro di Negri Bossi, abbiamo parlato con l'AD Eugenio Emiliani (nella foto), raggiunto dalla nostra redazione. Come procede il piano di ristrutturazione della società? Il piano è già in corsa. L’azionista Sacmi ha provveduto in questi giorni a una capitalizzazione per rifinanziare la società. Seguirà una cessione del ramo d'azienda relativo alle presse a due piani di grande tonnellaggio, serie Bi-Power, alla stessa Sacmi. Già oggi queste macchine vengono lavorate e assemblate presso la sede della casa madre a Imola. L'operazione porterà nelle casse risorse finanziarie ulteriori e consentirà di ridurre l'indebitamento e di sfruttare le capacità tecniche, impiantistiche e finanziarie della Sacmi, per dare più slancio a e competitività alla nostra proposta commerciale. Le presse continueranno ad avvalersi del marchio Negri Bossi, affiancato a quello di Sacmi, e saranno vendute attraverso lo stesso network di vendita. Il terzo step riguarda lo sviluppo di maggiori sinergie fra le filiali commerciali Negri Bossi negli Stati Uniti, in Canada e Francia con le strutture Sacmi operanti negli stessi mercati, nell'ottica di una maggiore razionalizzazione a livello di gruppo. Verranno messe in atto tutte le sinergie possibili per ridurre costi, incrementando il servizio alla clientela attraverso strutture di maggiori dimensioni. A questo fine abbiamo anche già firmato un accordo per riportare all’interno di Negri e Bossi UK l’assistenza tecnica che era stata scorporata cinque anni fa. Da tutte queste operazioni e mettendo in conto anche le entrate provenienti dal consolidato fiscale, otterremo risorse per circa 30 milioni di euro che ci consentiranno di superare la fase più critica della crisi, che - va ricordato - non sta colpendo solo Negri Bossi, ma tutte le aziende che operano nel settore dello stampaggio ad iniezione. Quali saranno i benefici a livello di gruppo? Le strutture commerciali Sacmi e Negri e Bossi all'estero si rafforzeranno e aumenteranno la loro diversificazione, diventando così multibusiness. La struttura Negri e Bossi di Cologno si concentrerà su macchine di piccolo e medio tonnellaggio lasciando alla Sacmi la gestione delle macchine di grande tonnellaggio che normalmente comportano anche il coinvolgimento in impianti e cantieri complessi, in cui Sacmi vanta una esperienza decennale e di grande rilevanza. La ristrutturazione comporterà tagli occupazionali? Abbiamo raggiunto a inizio maggio un accordo sindacale che non prevede tagli occupazionali nel corso di quest'anno. L’accordo prevede il ricorso alla cassa integrazione straordinaria di un anno per 69 addetti, che per il momento stiamo utilizzando solo parzialmente. A maggio dell’anno prossimo anche in funzione dell’andamento del mercato, che monitoreremo costantemente con la RSU interna in questo periodo, decideremo assieme il da farsi. Terminata la fase di emergenza come intendete procedere nel rilancio del marchio? Una volta reperite le risorse finanziarie necessarie all'attività quotidiana, andremo avanti nella politica di ottimizzazione della gamma. Al Plast abbiamo lanciato la nuova serie di presse ibride Janus, che contiamo di promuovere nei prossimi mesi anche attraverso tre open-house che si terranno in Spagna, Gran Bretagna e Italia; quest'ultima probabilmente già nel mese di settembre. Sotto il profilo produttivo, abbiamo investito nello stabilimento di Cologno Monzese per aggiornare gli impianti. Lo stabilimento milanese resterà il principale centro produttivo di Negri Bossi, anche per tutte le lavorazioni per le macchine della serie Sintesi vendute col marchio Biraghi. Il mercato mostra segni di ripresa? I primi tre mesi del 2009 sono stati sicuramente molto fiacchi: le vendite si sono attestate intorno ai 12 milioni di euro, ma il Plast ha segnato un importante punto di svolta. Il secondo trimestre sta andando decisamente meglio, in termini sia di richieste, sia di ordini e, quindi, di macchine vendute. Resta il problema del livello medio dei prezzi, che con la crisi tende a ridursi per effetto della forte concorrenza tra i costruttori. Chi compra oggi, sa di poter comprare bene... Sempre che vi sia ancora liquidità da destinare all'acquisto di presse... Non è un caso che stiamo lavorando più su grandi commesse che su vendite di singole macchine. Chi ha accesso al credito, o sufficiente liquidità, nei periodi di crisi riesce sempre a cogliere ottime opportunità di investimento. Avete ricevuto ordini rilevanti nel corso degli ultimi mesi? Il Plast di Milano è andato molto bene. In Fiera abbiamo siglato un ordine, di cui erano già in corso trattative, per cinquanta presse idrauliche della serie Canbio con forza di chiusura da 55 a 1.000 tonnellate. La commessa, del valore di 4,7 milioni di euro, è arrivata da un'azienda egiziana, già nostra cliente, che opera nel settore del bianco. Le macchine, in parte già consegnate, sono destinate a quattro stabilimenti del gruppo. Subito dopo la Fiera abbiamo ricevuto un ordine da un'azienda italiana per i suoi stabilimenti in Polonia: si tratta di 23 macchine idrauliche di piccolo e medio tonnellaggio destinate alla produzione di componenti auto, per un valore di circa 2,5 milioni di euro, mentre un altro ordine significativo è giunto da un'azienda inglese che opera nel settore automotive; in questo caso per quindici presse ad iniezione. Ma abbiamo ricominciato a vendere bene, specie dopo la fiera, anche singole macchine, tra cui una percentuale interessante di macchine ibride della nuova serie Janus nel settore packaging. Il che ci infonde un po' di speranza per il futuro. E in Italia? Nel nostro Paese il mercato è ancora relativamente fermo: i trasformatori aspettano momenti migliori per comprare, o si rivolgono al mercato dell'usato, che in questi mesi sta prosperando. I principali segnali di ripresa li rileviamo soprattutto nell’Est Europeo e in Gran Bretagna, anche se le richieste crescono un po’ dappertutto. In sintesi, cosa vi aspettate nei prossimi mesi? Abbiamo elaborato un piano industriale 2009-2010, che prevede la completa ristrutturazione dell'azienda e l’ottimizzazione della gamma dei prodotti entro la fine del 2010. Nonostante il calo della domanda nel primo trimestre, stiamo rispettando gli obiettivi che ci siamo posti. Sono sicuro che Negri Bossi, con il sostegno di Sacmi, riuscirà a superare le difficoltà finanziarie in tempo per approfittare della ripresa del mercato, che prevediamo si consoliderà nel corso del prossimo anno. Data: 15 giugno 2009 @ 08:28:37 CEST Argomento: Uomini e Aziende