La casa costruita sulla roccia: una parola da mettere in pratica
by user
Comments
Transcript
La casa costruita sulla roccia: una parola da mettere in pratica
7. LA C ASA COSTRUITA SULLA ROCCIA: UNA PAROLA DA METTERE IN PRATIC A Mt 7,15-29 Ci vengono qui offerte le parole conclusive del primo grande discorso di Gesù; parole pronunciate con autorità da colui che è riconosciuto al Giordano come il Figlio amato (Mt 3,17b), con l’autorità di colui che fa quello che dice e non come gli scribi (v. 29). Gesù è l’uomo saggio – ben più grande di Salomone (Mt 12,42c) – che edifica la casa della sua vita sul Padre dal quale sa d’aver ricevuto ogni cosa nelle mani (Gv 13,3), e per questo mentre ringrazia dei doni ricevuti a Lui si abbandona fiducioso sino all’ultimo respiro (Lc 23,46). Tale abbandono è riconosciuto nella sovra esaltazione pasquale nella quale Gesù è costituito Signore di tutte le cose. E’ sulla roccia pasquale del Cristo crocifisso e risorto che il discepolo è chiamato a edificare la propria vita nella serena e filiale certezza di non restare deluso. UNIAMOCI NELLA PREGHIERA Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen! Raccogliamoci e chiediamo al Signore la Grazia di accogliere la sua Parola con un cuore umile, docile ed obbediente. (Si rimane qualche istante in silenzio poi tutti insieme si recita la preghiera) Signore Gesù le tue parole sono Spirito e Vita. Tu sei il Verbo incarnato, la parola che salva. Fa’ che abbeverandoci ogni giorno alla sorgente della Verità ci lasciamo convertire dal tuo Vangelo che ci invita alla comunione con Te e a seguirti come discepoli. Illumina le nostre menti con la luce del tuo Spirito, apri i nostri cuori all’intelligenza delle Scritture. La tua Parola sia lampada per i nostri Passi luce per il cammino della nostra Chiesa. 25 Che la nostra vita diventi grazie alla tua Parola rivelazione del tuo amore. Amen. Gloria al Padre... ASCOLTIAMO LA PAROLA [15] Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! [16] Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? [17] Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; [18] un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. [19] Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. [20] Dai loro frutti li riconoscerete. [21] Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. [22] In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato i demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. [23] Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità”. [24] Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. [25] Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. [26] Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. [27] Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande”. [28] Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: [29] egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi. UNA CASA COSTRUITA SULLA ROCCIA: UNA PAROLA DA METTERE IN PRATICA ATTUALIZIAMO IL MESSAGGIO Gesù è il Maestro che ci offre quegli atteggiamenti necessari perché l’ascolto della sua Parola possa risultare fruttuoso: - Il primo atteggiamento proprio di chi vuole costruire la sua vita sulla parola di Gesù è quello del rifiuto di ogni doppiezza, tanto nei con- 26 fronti di Dio, quanto nei confronti del prossimo: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!” (v. 15). Porsi in verità, in autenticità, davanti al Mistero Santo di Dio è la condizione basilare perché l’ascolto sia fruttuoso; ciò significa anzitutto cercare, trovare, abitare la “camera” della coscienza nella quale il Padre solo vede e solo ci ricompenserà (Mt 6,5ss). E’ la beatitudine dei “poveri in spirito”, di chi non cerca il plauso della gente, ma unicamente di piacere a Dio. - Un secondo atteggiamento è proprio di chi legge-ascolta-medita la Parola nelle Scritture Sante, poiché in esse è Cristo stesso che parla. “Chiunque ascolta queste mie parole” (v. 26) dice Gesù concludendo il discorso della montagna. Siamo certi che la parola di Gesù è contenuta nella Parola di Dio scritta e chi legge la Bibbia, grazie all’azione Spirito Santo si immerge nel Mistero tre volte Santo della Trinità, nella Verità tutta intera. - Un terzo atteggiamento che ci aiuta a verificare se ci siamo messi in autenticità davanti al Signore e se la nostra Lettura delle Scritture è sincera è quello dei frutti: “Dai loro frutti li riconoscerete” (v. 20); “un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni” (v. 18). E dei frutti di chi vive in trasparenza davanti al Signore, dei frutti dello Spirito è San Paolo a parlarcene nella Lettera ai Galati: “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (5,22). Queste parole ci sollevano dalla deriva soggettivistica, quasi che ognuno possa decidere cosa è o cosa non è frutto dell’azione dello Spirito, come pure ci aiutano ad essere più critici sulle nostre pratiche religiose, a quanto pare non sempre gradite al Padre che è nei cieli: : “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato i demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità” (vv. 22-23). L’autenticità nel porsi davanti a Dio, la Lectio Divina, l’oggettività dei frutti portati, sono le tappe fondamentali per fare la volontà del Padre che è nei cieli e quindi per edificare con sapienza evangelica la casa della vita sulla roccia che è il Cristo morto e risorto. SPUNTI PER CONDIVIDERE IN GRUPPO • La tentazione di separare la pratica della fede (Messa, preghiera, catechesi, Centri di Ascolto…) dalla vita ordinaria è presente in tutti. Da qui il rischio di vivere quasi una vita parallela, doppia non autenticamente credente. La convergenza della vita di fede e della vita di tutti i giorni nella ricerca della volontà del Padre e dell’avvento del suo Regno potrebbero farci uscire dal rischio della doppiezza. Quanto cerchiamo e amiamo la volontà del Padre, ben sapendo che in Dio non vi è volontà di male, o di vendetta e tantomeno i capricci delle divinità pagane? • Il mondo di sempre propone una saggezza non evangelica, perché rifiuta l’ascolto della Parola di Gesù e non cerca la volontà del Padre e la sua regalità. Tutti o comunque molti sanno che le cose del 27 mondo passano, siamo consapevoli della stoltezza spesso legata alle proposte mondane e tuttavia o si accondiscende o le si rifiuta restando con l’amaro in bocca e con una sorta di invidia. Gesù ci invita a costruire la casa sulla roccia, anticipandoci il fatto che prima o poi le difficoltà verranno e che non vorrebbe vederci naufragare. Siamo convinti che costruire la casa sulla roccia è l’unico modo per umanizzare la nostra umanità? Costruire la casa sulla roccia non è anzitutto un’opera di protezione dalle insidie della vita, ma il modo per rendere “beata” l’umana esistenza, ne siamo persuasi? • L’ascolto della Parola di Gesù domanda tempo, possibilmente un luogo appropriato, e del silenzio. Ordinariamente queste sono le condizioni prime per porsi ai piedi del Maestro e ascoltarlo. Le trovi nella tua vita? Se no, perché? • I frutti dello Spirito citatati da San Paolo ci portano ad una sorta di verifica immediata della coerenza tra la fede professata e la fede vissuta. Proprio perché frutti ci rimandano alla pianta, alle sue radici, al terreno al quale la pianta si alimenta. Dove alimenti la tua fede? Il terreno ecclesiale ti aiuta a portare i frutti spirituali della comunione, della corresponsabilità, della correzione e sopportazione fraterna? Sei contento del terreno ecclesiale sul quale stai vivendo? Cosa fai per migliorarlo? CONCLUDIAMO L’INCONTRO UNA CASA COSTRUITA SULLA ROCCIA: UNA PAROLA DA METTERE IN PRATICA Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine. Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore. Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, perché in essi è la mia felicità. Distogli i miei occhi dal guardare cose vane, fammi vivere nella tua via. Osserverò continuamente la tua legge, in eterno, per sempre. (Sal 119) 28