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christine lavant scheda biobibliografica

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christine lavant scheda biobibliografica
Laboratorio di Traduzione
CHRISTINE LAVANT
POESIE
Traduzione di Anna Ruchat
Un’ importante traduzione, dovuta ad Anna Ruchat, di una scrittrice austriaca la cui opera poetica
figura tradotta in italiano solo in una piccola edizione degli Anni Ottanta: Christine Lavant,
scomparsa nel 1973 a soli 58 anni, figura drammatica , di grande intensità mistica pur nella sua
dissacrante disperazione. La scelta di poesie presentata qui è l’anticipazione di un volume che Anna
Ruchat intende pubblicare e mi auguro che possa favorirla.
SCHEDA BIOBIBLIOGRAFICA
CHRISTINE LAVANT (pseudonimo, di Christine Habernig-Thonhauser) è nata a St. Stefan, nella Valle del
Lavant, in Austria, il 4 luglio 1915. Ultima dei nove figli di una poverissima famiglia carinziana, è gracile, malata
fin dalla prima infanzia – di polmonite e poi di tubercolosi – con problemi all’udito e alla vista, e vive, anche a causa dei
ripetuti ricoveri, in grande solitudine. Le molte malattie la costringono a interrompere di continuo gli studi regolari e a
rimanere a lungo a casa dove si dedica al disegno nonché alla maglia e al taglio e cucito, che diventeranno la sua prima
fonte di sostentamento. A partire dal 1931 la Lavant è inoltre soggetta a pesanti depressioni. Nelle fasi produttive tra
una depressione e l’altra scrive il suo primo romanzo che però distrugge, dopo che l’editore l’ha rifiutato, ripromettendosi di
non scrivere più. Nel 1935, poiché gli stati depressivi persistono, si presenta spontaneamente presso l’ospedale psichiatrico di
Klagenfurt e più tardi racconterà quella sua esperienza nelle Aufzeichnungen aus einem Irrenhaus, pubblicati
postumi (Appunti da un manicomio, Forum, Udine 2008). Nel 1937, anno della morte dei suoi genitori, la Lavant
conosce Josef Habering, un pittore di 34 anni più anziano di lei che diventerà suo marito. Nel 1945 riprende a scrivere e
comincia a far circolare tra gli amici le sue poesie, così nel 1948 pubblica una prima plaquette Die Nacht an den Tag
(La notte nel giorno) che andrà persa. Spinta dall’editore la Lavant comincia a scrivere in prosa; esce il racconto Das
Kind (La bambina, Gallio, Ferrara 1992) e un anno più tardi Das Krüglein(La piccola brocca). Segue nel
1956 la raccolta di poesia Die Bettlerschale (La ciotola del mendicante) nel 1959, sempre poesie, Spindel im
Mond (Un fuso nella luna), nel 1960 la raccolta di poesie e racconti Wirf ab den Lehm (Getta via l’argilla),
nel 1962 Der Pfauenschrei (Il grido del pavone). Dopo la morte del marito (1966) la Lavant si trasferisce a
Klagenfurt (1966-68), dove pubblica nel 1967 la silloge Hälfte des Herzens (La metà del cuore). Dopo il rientro
a St. Stefan, nel 1969 esce invece una raccolta di racconti dal titolo Nell (Zandonai, Rovereto 2009). Fin dal dal
1954 i suoi libri sono insigniti di premi e riconoscimenti tra i quali: lo Staatlicher Förderungspreis für Lyrik e il LyrikPreis dei “Neue deutschen Hefte” e per ben due volte (nel 1954 e nel 1964) il “Georg Trakl-Preis” per la lirica.
Christine Lavant muore di un colpo apoplettico il 7 giugno 1973.
Traduzioni italiane poesia:
Christine Lavant, Poesie scelte, a cura di Hans Kitzmuller, Braitan, Cormòns 1986
Traduzioni italiane prosa:
La bambina, Gallio, Ferrara 1992
Appunti da un manicomio, a cura di Elena Polledri, Forum, Udine 2008 ;Nell, Zandonai, Rovereto 2009;
Ultima puntata della serie Salmi tedeschi curata da Luigi Reitani per Uomini e profeti,06/02/2005
da Gedichte
7
Während ich, Betrübte, schreibe,
funkelt in der Vollmondscheibe
jenes Wort, das ich betrachte,
seit die Taube mich verlachte,
Tweil ich aus dem Wasserspiegel
ohne Namen, ohne Siegel
in die Einschicht trat.
Wäre nicht die Saat
der Betrachtung groß geworden,
müsst ich Mond und Taube morden,
die mich ständig überlisten
und in meinem Schlafbaum nisten,
der davon verdorrt.
Oft brennt sich ein Wort
ganz von selbst in seine Rinde,
und dann schicke ich solch blinde
Botschaft, die sich dreht,
nutzlos deinem Schlaf zu Leibe,
während in der Mondesscheibe
heil die Antwort steht
Mentre io, turbata, scrivo,
nel disco della luna piena brilla
la parola che osservo
da quando la colomba mi ha deriso
perché dallo specchio dell’acqua
senza nome, senza sigillo,
entravo nell'arido.
Non fosse cresciuta
la semina dell’osservazione
avrei dovuto uccidere luna e colomba
che sempre m’ingannano
e fanno il nido nel mio albero del sonno
che per questo rinsecchisce.
Spesso una parola brucia
da sé nella sua corteccia,
e allora mando quel cieco
messaggio, che inutilmente si rigira,
aggredendo il tuo sonno
mentre nel disco della luna
è in salvo la risposta.
10
Über so hauchdünnen Schlaf
können nur Vögeln gehen.
Unten im wachen Wasser
pflanzt sich das Hastige fort
ihrer halb schon fliegenden Schritte.
Oh, meine Seele ist schwer!
Wer hat ihr den Stein um den Hals gehängt
und die Flügel verknotet?
Sie allein muss unten verharren
und ist doch die Mutter der hastigen Vögel
und kam einst über die tiefsten Wasser
zu der schimmernden Insel hinüber.
Jetzt horcht sie hinauf,
Sopra un sonno tanto sottile
possono camminare solo gli uccelli.
Sotto, nell’acqua viva,
quel che ha fretta si riproduce
con passi già mezzo volanti.
Oh, quant’è pesante la mia anima!
Chi le ha legato al collo quella pietra
e annodato le ali?
Lei sola deve rimanere ferma là sotto
eppure è la madre degli uccelli frettolosi
e un tempo su profondissime acque
raggiunse l’isola luccicante.
Ora tende l’orecchio verso l’alto
Jetzt horcht sie hinab,
und während über den hauchdünnen Schlaf
die leichten Gedanken wie Vögeln stelzen,
trommelt sie unten auf ihrem Stein:
Ehre sei Gott in der Höhe!
ora lo tende verso il basso,
e mentre su quel sottilissimo sonno
camminano impettiti come uccelli i pensieri
[lievi,
lei sotto tamburella sulla sua pietra:
sia lode a Dio nell’alto dei Cieli!
12
Ich habe dich in meinem Zorn getaucht!
Jetzt bist du stählern oberhalb der Erde
und unten schlagen deine Wurzeln sich
sanftmütig durch das knirschende Gestein.
Ti ho tuffato nella mia rabbia!
E ora sei d’acciaio sopra la terra
e sotto, mansuete, avanzano le tue radici
tra pietre cigolanti.
Trag mir kein Korn! Ich hab dich nicht gestählt, Non portarmi il grano! Non sono io che ti ho
um satt zu werden oder einzuschlafen,
[reso acciaio
mir steht die Hälfte jenes Apfels zu,
per saziarmi o addormentarmi
der im Gezweig des Natterbaumes reift.
a me spetta la metà di quella mela
che matura ora tra i rami dell’albero del
Schwert oder Lilie – beides bist du halb!
[serpente.
Ich will nach oben deine Schärfe schleudern
und mit der Erde sanft verschwistert sein
Spada o giglio – tu li sei entrambi,
und Gott versuchen, wie er mich versuchte.
voglio scagliare in alto la tua affilatezza
ed essere dolce sorella della terra
Er hat dich dreimal in mein Herz getaucht
e indurre in tentazione Dio come lui ha fatto con
und dir befohlen, ihm zu widersagen –
[me.
ich aber habe dich im Zorn gestählt;
bring meine Apfelhälfte seinem Sohn!
Ti ha tuffato tre volte nel mio cuore
e ti ha ordinato di contraddirlo
ma io ti ho ricoperto con l’acciaio della rabbia;
ora porta a suo figlio la mia metà della mela!
13
Du hast mich aus aller Freude geholt.
Aber ich werde dennoch genau,
ganz genau nur so lange darunter leiden,
als es mir selbst gefällig ist, Herr.
Du hast mich im Zustand der wildesten Hoffart
Und des zornigen Mutes vor dir.
Heb deine Hand und schlage mich nieder,
ich werde dann nur um so höher springen,
und du wirst mich ewig vor Augen haben,
den kleinen, roten zornigen Ball.
Jede Stelle wirft mich zu dir zurück,
weil du mich von jener einzigen Stelle,
wo ich Herz war und freudig und weich wie ein
[Vogel,
wegholtest, um mich zusammenzuballen
und ins ewige Leiden zu werfen.
18
So eine kopflose Nacht!
Kein Hund verbellt den gedunsenen Mond,
Mi hai strappato fuori da ogni gioia,
ma io soffrirò soltanto,
solo e unicamente, finché
ne avrò voglia io, Signore.
In uno stato di ferocissima superbia
e di coraggio iracondo ti sto davanti.
Solleva la tua mano e fustigami,
vedrai che salterò sempre più in alto
e tu mi avrai sempre davanti agli occhi,
una piccola sfera rossa e iraconda.
Ogni punto mi scaglia di nuovo verso te
perché tu mi hai strappato via da quell’unico
[punto
in cui io ero cuore, gioiosa e tenera come un
[uccello,
per poi appallottolarmi
e scagliarmi nel dolore eterno.
Che notte senza testa!
Non un cane che abbai contro la luna turgida,
vor dem offenen Fenster verdreht sich der Wind
zurück, von wo er gekommen.
Kehrichtgeruch wohnt in allem ein
und kommt zu Würden und richtet sich auf
zu einem winzigen Babel aus Staub,
in dem meine durstigen Augensterne
die Geißel Gottes erblicken.
Niemand zeigt auf mein Herz,
ich kann seine Stunde nicht wissen.
Die Nacht ohne Kopf ist eine zu winzige
[Wunde,
in der niemand stirbt oder fromm wird.
O Gott meiner Angst, o gehorchsamer Gott,
geh hin und löse die Hundezungen,
bis der Mond vor Schreck sich verdichtet
und schmal und schneidend dem Wind befiehlt
den Turm von Babel zu tilgen,
diese Würde im Staube.
Ich atme lieber erniedrigten Staub,
ich möchte nirgends zu Würde kommen!
Niemand zeigt auf mein Herz
und ohne verlässliche Stunde
überfällt mich ein kopfloser Schlaf.
davanti alla finestra aperta il vento si volta
e torna da dove è venuto.
Odore d’immondizia sta in tutte le cose
e ottiene dignità e si solleva
in una minuscola Babele di polvere
in cui le stelle delle mie pupille assetate
intravedono il flagello di Dio.
Nessuno indica il mio cuore,
non posso conoscere la sua ora.
La notte senza testa è una ferita troppo piccola
in cui nessuno muore o si fa pio.
Oh Dio della mia paura, oh Dio che pretendi
[obbedienza
vai lì e sciogli la lingua ai cani,
finché la luna non si rapprenderà per lo spavento
e stretta e tagliente non ordinerà al vento
di eliminare la torre di Babele,
questa dignità finita nella polvere.
Preferisco respirare la polvere umiliata
dignità non ne voglio, in nessun luogo!
Nessuno indica il mio cuore
e senza che ci sia un’ora affidabile
mi assale un sonno senza testa.
24
Wenn du mich einlässt, bevor deine Hähne
[erwachen,
werde ich dienen für dich in dem knöchernen
[Haus,
will die Herztrommel schlagen, den Atem dir
[schöpfen
und dreimal die geistliche Rose begießen
am Morgen, am Mittag, am Abend.
Se mi lasci entrare, prima che si sveglino i tuoi
[galli,
starò al tuo servizio nella casa di ossa
batterò il tamburo del cuore, prosciugherò il tuo
[respiro
e innaffierò tre volte la rosa sacra
al mattino, a mezzogiorno, la sera.
Wenn du mich einlässt, bevor meine Augen
[verbrennen
schmelze ich drinnen für dich dein
[Spiegelbild frei
und mach es zum König über die Engel
und schlage es Gott als sein Ebenbild vor
voll Glauben, voll Hoffnung, voll Liebe.
Se mi lasci entrare, prima che i miei occhi
[brucino,
scioglierò dentro di me la tua immagine riflessa
[e lo libererò
per renderlo re sopra gli angeli
e lo proporrò a Dio come sua copia
piena di fede, di speranza, di amore.
Wenn du mich einläßt, bevor meine Flügel
[zerbrechen,
köpfe ich neunmal für dich mit der Schlange den
[Tod,
grab die Gramwurzel aus und esse sie selber
und hole dir dann aus dem Sonnengeflecht
das Brot, den Wein und die Taube.
Se mi lasci entrare, prima che le mie ali si
[spezzino
decapiterò per te la morte con la serpe
[nove volte
estirperò la radice della pena e la mangerò
poi prenderò per te dal plesso solare
il pane, il vino e la colomba.
26
Hol den Apfel aus der Schale
ohne Messer, ohne Zähne,
hol dein Herz aus dieser Träne,
die ich für den Wahnsinn male
in sein Bilderbuch.
Dann durchquer den Fluch,
den ich nächtelang bewohne
unter einer Natternkrone
auf dem welken Halbmond-Stengel,
überwirf dich mit dem Engel,
der um deiner Lauheit willen
anfing sein Gemüt zu stillen
und dir doch nie gleicht.
Hoffe dich ins Hoffnungslosehier mein Hirn, die Neumond-Rose,
hat es schon erreicht.
Neunmal will ich dein Gedenken
und dir jede Prüfung schenken
bis auf eine, die ich brauche,
wenn ich für dich untertauche
in den Aber-Sinn.
Brich entzwei die Natternkrone
überm Fluch, den ich bewohne,
seit ich einsam bin.
Togli la mela dalla buccia
senza coltello, senza denti
togli il tuo cuore da questa lacrima
che dipingo per la follia
nel suo libro delle immagini.
Poi attraversa la maledizione
in cui dimoro per notti e notti
sotto una corona di serpi
sullo stelo appassito della mezza luna,
e litiga con l’angelo
che per via della tua aridità
ha cominciato a nutrire il suo animo
senza però mai somigliarti.
Spero tu sia dove non c’è speranza –
ecco il mio cervello, la rosa della luna nuova
l’ha già raggiunto.
Nove volte penserò a te
e ti regalerò ogni prova
salvo una che mi servirà
quando mi tufferò per te
nella de-menza.
Spezza in due la corona di serpi
sopra la maledizione in cui
dimoro, da che son sola.
33
Trotzdem der Himmel ein Bleisarg wird
und die Erde steinern auf dein Geheiß,
beleibt und behauptet sich meine Seele
mit furchtsam erworbenem Fleisch und Blut
und seltsam verläßlichen Knochen,
die in Finsternis leuchten.
Es geht schon längst ein Geheimnis um
innerhalb meiner Verlassenheit
und verstellt ihre neunerlei Lichter
bis fast keins mehr verrückt ist.
Erleuchtet, freilich, bleibt immer nur
Der von dir errichtete Fegfeuerstand,
dem Himmel und Hölle gleich fremd sind
und wo Gott sich nie einmengt.
Anche se il cielo diventa una bara di piombo
per ordine tuo, e la terra di pietra,
la mia anima riceve un corpo e una testa
con carne e sangue timidamente conquistati
e ossa stranamente affidabili,
che brillano al buio.
Già da tempo si aggira un segreto
dentro la mia solitudine
e sposta le sue luci di nove tipi,
finché quasi nessuna è più fuori posto.
Illuminato, si sa, rimane sempre soltanto
il purgatorio, che tu hai fondato
cui terra e cielo sono entrambi estranei
e in cui Dio non s’intromette.
Und trotzdem weiß vielleicht Gott allein,
wovon seither meine Seele lebt
und wer zwischen Bleisarg und Felsen
deiner Blume ins Licht hilft.
E tuttavia forse soltanto Dio sa
di cosa vive, da allora, la mia anima
e chi aiuta il tuo fiore a raggiungere la luce
tra la bara di piombo e le rocce.
35
Jag doch den Stern mir fort,
Caccia via da me, la stella,
du meines Nachbars Hund,
er grinst so ohne Grund!
Sag ihm ein Hundewort!
che sghignazza così, senza motivo,
tu, cane del vicino!
Dille una parola di cane!
Bell ihm was Böses zu,
verjag ihn wie ein Wild,
ich brauch kein Sternenbild,
mein Hundsstern bist jetzt du!
Gridale abbaiando qualcosa di cattivo,
inseguila come fosse selvaggina,
non mi serve una vera stella,
il mio Cane Minore ora sei tu!
Denkst das genüge nicht
für dieses schwarze Herz?
Es findet blind den Schmerz
und frißt ihn, bis es bricht.
Pensi forse che non basti
per questo cuore nero?
Lei trova, alla cieca, il dolore
e lo morde finché non si spezza.
Hast du nicht Hunger, Hund?
Geht, freßt zu zweit!
Der Stern verzog sich weit,
jetzt wein ich ohne Grund.
Non hai fame, cane?
Andate e mangiate entrambi!
La stella s’è ritirata lontano
e ora io piango senza motivo.
37
Nun hast du auch mein Unglück noch verlegt.
Soll ich dir leuchten mit den Aber-Augen,
die mir ein Halbtraum durch das Gitter schob
als Totenäpfel oder Grablaternen?
Ora hai messo fuori posto anche la mia
[disgrazia.
Devo forse farti luce con gli altri occhi
occhi alieni,che un mezzo sogno mi ha infilato
[tra le grate
come mele dei morti o lumi delle tombe?
Du horchst nicht her. Bist du vielleicht auch
[taub?
In meinen Ohren läutet überzählig
Ein Glockenpaar, noch immer aus der Zeit,
da mich das Unglück tränkte und ernährte.
Non stai ascoltando. Sei forse sordo anche tu?
Nelle mie orecchie rintocca oltre misura
una coppia di campane, da quel tempo,
quando la disgrazia m’impregnava e mi nutriva.
Was redest du? Ich soll ganz steinern sein
und Wasser sammeln unterm Brunnengitter
bis du zurückkommst mit der Spiegelschrift
für meine unverdienten Aber-Augen
Cosa dici? Che sono tutta di pietra
e raccolgo l’acqua sotto la grata della fontana
finché tu non tornerai con la scrittura speculare
per i miei altri occhi immeritati.
88
Ich will vom Leiden endlich alles wissen!
Zerschlag den Glassturz der Ergebenheit
und nimm den Schatten meines Engels fort.
Dort will ich hin, wo deine Hand verdorrt,
ins Hirn der Irren, in die Grausamkeit
verkümmerter Herzen, die vom Zorn gebissen
sich selbst zerfetzen, um die tolle Wut
hineinzusteuern in das Blut der Welt.
Voglio finalmente sapere tutto del dolore!
Rompi la campana di vetro della devozione
e porta via l’ombra del mio angelo.
Voglio andare là, dove la tua mano rinsecchisce
nel cervello dei pazzi, nella crudeltà
di cuori rattrappiti che, morsi dall’ira,
si lacerano da soli per spargere la rabbia
nel sangue del mondo.
Mein Engel geht, er trägt das Gnadenzelt
auf seinen Schultern, und von deiner Glut
hat jetzt ein Funken alles Glas zerschmolzen.
Ich bin voll Hoffart und zerkau den stolzen
verrückten Mut, mein letztes Stücklein Brot
aus aller Ernte der Ergebenheit.
Du warst sehr gnädig, Herr, und sehr gescheit,
denn meinen Glassturz hätt ich sonst
[zerschlagen.
Ich will mein Herz jetzt mit den Hunden jagen
und es zerreißen lassen, um dem Tod
ein widerliches Handwerk zu ersparen.
Du sei bedankt – ich hab genug erfahren.
Il mio angelo se ne va, con la tenda della
grazia
sulle spalle, e una scintilla delle tue braci
ha fuso ora ogni cosa di vetro.
Sono colma di superbia e rumino il coraggio
pazzo e borioso,
l’ultimo pezzetto di pane che mi resta
da tutto il raccolto della devozione.
Sei stato molto benevolo, Signore, e molto
[intelligente,
perché senza di te la campana di vetro l'avrei
[rotta io.
Adesso voglio dare la caccia al mio cuore con i
[cani
e farlo sbranare, per risparmiare
un lavoro ributtante alla morte.
Sia grazie a te – ora ne so abbastanza.
da Gedichte, Suhrkamp Verlag 1987
ringrazio Stefan Hyner, Paola Quadrelli e Giusi Drago per la rilettura critica e il confronto aperto sulla
traduzione delle poesie. – ndt
Ringraziamo per la gentile concessione della pubblicazione die testi la Fondazione Hans Schmid
Privatstiftung Wien, Kärtner Strasse 6, 1010 Wien che ne detiene i diritti. – ndr
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