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Supporto tecnico di primo SoccorSo per il maSSaggio cardiaco

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Supporto tecnico di primo SoccorSo per il maSSaggio cardiaco
Supporto tecnico di primo
soccorso per il massaggio
cardiaco
Silvia Braconi
A.A.2013/2014
50652
Indice
Definizione del concept
6
1. CONTESTUALIZZAZIONE
L’ Arresto cardiaco
Anatomia di un attacco cardiaco;
Substrato di un arresto cardiaco;
10
12
Primo soccorso
Catena della sopravvivenza;
14
America Heart Association:
Linee guida della rianimazione cardiopolmonare;
Problemi principali di tutti i soccorritori;
Enfasi della RCP di qualità;
16
Rianimazione cardiopolmonare
La sequenza della rianimazione;
Modifica da A-B-C ad C-A-B;
Valutazione ambientale;
Valutazione dello stato di coscienza;
118;
C Circolation
A Airway
B Breathing
18
Quando devo smettere la rianimazione?
Perchè la respirazione non è consigliata in caso di arresto cardiaco?
Riassumendo
28
22
25
26
29
Cenni storici
2. FASE PRE-PROGETTUALE
Il condizionamento psicologico
Aspetti psicologici del primo soccorso;
Perchè è così difficile mantenere la calma?
34
Antropometria
Il petto, la superficie di lavoro;
36
Ricerca di mercato
40
Percorso progettuale
44
3. IL PROGETTO
Vision
Name
Forma ed ergonomia
Posizionamento
Componenti
1.Custodia esterna;
2.Custodia interna;
3.Elemento usa e getta;
Business plan
Disegni tecnici
Render
50
51
52
54
61
62
68
6
Definizione del concept
Il design ha un compito fondamentale
nella vita dell’uomo, nel senso più elevato
del termine, anche nella sua sopravvivenza
e sicurezza. Molti casi, infatti, testimoniano
come un’idea giusta possa veramente fare la
differenza. Per rientrare in questa categoria è
stato progettato un oggetto in grado di aiutare
l’essere umano ad intervenire in maniera
immediata e precisa in caso d’emergenza. Più
nel particolare M.C.1, il progetto in questione, è
un sistema che ha l’intenzione di voler facilitare
la manovra delle compressioni toraciche
effettuata da un soccorritore occasionale,
inesperto e possibilmente impressionabile.
aspettative di riuscita della manovra. Parlando
di sicurezza, ci spostiamo in un ramo più
specifico di essa, la sicurezza sui luoghi di
lavoro. Quando un lavoratore è posto nella
condizione di lavorare senza esporsi a rischi
e incidenti, in particolare quando il luogo di
lavoro è dotato degli strumenti che forniscono
sia assistenza che protezione in caso di
incidenti, è possibile parlare di sicurezza sul
lavoro.
Panico e insicurezza non devono far parte dello
stato d’animo di un soccorritore, piuttosto
l’opposto e questo può essere reso possibile
affiancando ad esso un oggetto che infonda
calma e fiducia in se stessi.
Questo tema, la sicurezza sul lavoro già molto
affrontato e discusso, è anche tutto ciò che
tutela la sicurezza psicologica. Per legge
almeno una persona per ambiente lavorativo
deve frequentare, ogni anno, il corso di primo
intervento. L’incaricato viene quindi istruito
a effettuare le principali tecniche di primo
soccorso. Questo serve a garantire la massima
sicurezza nei luoghi di lavoro (D.LGS. 81/2008).
L’insicurezza è la condizione psicologica
caratterizzata da dubbi su se stessi e dal timore
di sbagliare, questa condizione non offre
sufficienti garanzie di stabilità nell’affrontare
una situazione in cui è bene intervenire
con manovre rapide di primo soccorso.
Questo sentimento rende l’essere umano
poco ottimista riducendo drasticamente le
Conoscere alcune determinate tecniche
d’emergenza può aiutare e determinare la
sopravvivenza dell’infortunato. Addentrandosi
poi in quello che sono nello specifico queste
tecniche è emerso che saper effettuare
correttamente la manovra di Rianimazione
Cardio-Polmonare (RCP), in caso di arresto
cardiaco, può davvero fare la differenza.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
7
DESIGN
processo
fondamentale nella vita
dell’uomo; crea sistemi
finalizzati anche alla
sua sopravvivenza e
sicurezza.
SICUREZZA SUL
LAVORO
quando un lavoratore è posto
nella condizione di lavorare
senza esporsi a rischi fornendo
strumenti per la protezione
e l’assistenza in caso di
emergenza
TECNICHE
DI PRIMO
INTERVENTO
un individuo per
ambiente lavorativo deve
frequentare, per legge,
un corso di primo
intervento.
SISTEMA CHE AIUTI
AD EFFETTUARE
LA TECNICA DEL
MASSAGGIO
CARDIACO CON
SICUREZZA
COMUNICARE CON
LE SENSAZIONI DEL
SOCCORRITORE,
INFONDENDO
POSITIVITA’ E
SICUREZZA
INFORMAZIONI
CHIARE E DIRETTE SU
COME AGIRE IN CASO
DI EMERGENZA
DI FACILE UTILIZZO
DA PARTE DEL
FRUITORE DEL
DISPOSITIVO
INSICUREZZA
condizione psicologica
caratterizzata da dubbi e
dal timore di sbagliare,
rendendo poco ottimisti e
riducendo le aspettative
di riuscita della
manovra.
10
L’arresto Cardiaco
L’arresto cardiaco improvviso viene spesso
confuso con attacco cardiaco. Un attacco
cardiaco avuto nel passato aumenta, nel
futuro, il rischio di arresto cardiaco improvviso,
sebbene siano due cose diverse. Entrambi
i disturbi risultano da problemi di origine
cardiaca, ma ciascuno di essi presenta fattori
di rischio, opzioni terapeutiche e conseguenze
diverse.
Situazione di emergenza
in cui i presenti si trovano
impreparati per ntervenire in
maniera corretta, contesto di
riferimento.
Anatomia di un attacco
cardiaco
Un attacco cardiaco è causato da un problema
di circolazione o alimentazione del cuore,
ossia quando una o più arterie che trasportano
il sangue al cuore si ostruiscono. L’ossigeno
nel sangue, di conseguenza, non raggiunge
il muscolo cardiaco e questo ne viene
danneggiato.
Questo danno al muscolo cardiaco può
provocare disturbi del sistema elettrico del
cuore. A sua volta, un difetto del sistema
elettrico cardiaco può provocare ritmi cardiaci
pericolosamente rapidi che possono sfociare
in un arresto cardiaco improvviso.
Ostruzione dell’arteria che
porta, attraverso il sangue,
ossigeno
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
11
Substrato dell’arresto
cardiaco improvviso
Contrariamente all’attacco cardiaco, l’arresto
cardiaco improvviso in genere è provocato da
un problema elettrico al cuore, si manifesta
quando le camere inferiori del cuore (ventricoli)
sviluppano improvvisamente un ritmo rapido
e irregolare (fibrillazione ventricolare)
provocando la vibrazione dei ventricoli,
invece della loro contrazione. Il movimento
disordinato di vibrazione dei ventricoli rende
il cuore una pompa inefficace e incapace di
fornire ossigeno al corpo e al cervello.
Nel giro di pochi secondi, la persona colpita
da arresto cardiaco improvviso perde i sensi e
presenta un’assenza di polso. Solo una terapia
d’urgenza immediata, quale la rianimazione
cardiopolmonare (RCP) e la defibrillazione
esterna, possono evitare il conseguente
decesso. Per ogni minuto che passa senza
ricevere alcun intervento, dopo la comparsa
dell’arresto cardiaco improvviso, la percentuale
di sopravvivenza si riduce del 10 per cento.
E’, pertanto, indispensabile sottoporre
rapidamente il paziente alla terapia d’urgenza
per prevenire il decesso. Se voi o un vostro
conoscente o familiare è sopravvissuto ad
un attacco cardiaco, è essenziale capire quali
possano essere i fattori di rischio di un possibile
arresto cardiaco improvviso.
Spesso, il cardiologo prescrive al paziente una
terapia al fine di controllare la frequenza
cardiaca o di riportare automaticamente il
cuore al ritmo normale, prevenendo così un
possibile evento di arresto cardiaco improvviso.
In caso di emergenza per arresto cardiaco
improvviso, è possibile salvare la vita del
paziente grazie ad un intervento precoce.
A causa di un ritmo cardiaco
irregolare i ventricoli vibrano
anzichè contrarsi
12
Arresto cardiaco
In Europa
Il 5% degli arresti cardiaci si verifica sui
luoghi di lavoro. Questo significa che oltre 70
lavoratori alla settimana, in Italia, sono colpiti
da arresto cardiaco mentre si trovano sul posto
di lavoro. L’attuale normativa relativa alla
Sicurezza sui Luoghi di Lavoro (L.81/08) non
prevede la dotazione di defibrillatori semiautomatici da parte delle aziende, ma l’obbligo
di formazione del personale al primo soccorso e
la Legge 120 del 2001 confermano l’importanza
della presenza sui luoghi di lavoro di personale
addestrato e di dispositivi idonei a tutelare
al meglio la salute dei lavoratori. La maggior
parte delle obiezioni che vengono sollevate
in merito alla collocazione di un defibrillatore
nella propria azienda sono di tipo finanziario.
400.000
60.000
1.000
PERSONE IN
EUROPA, OGNI
ANNO, SONO
COLPITE DA
ARRESTO
CARDIACO
PERSONE IN
ITALIA, OGNI
GIORNO,
SONO COLPITE
DA ARRESTO
CARDIACO
PERSONE IN
EUROPA OGNI
GIORNO,
SONO COLPITE
DA ARRESTO
CARDIACO
M.C.1 SUPPLEMENTO DI PRIMO SOCCORSO
13
15 %
SOLTANTO NEL 15% DEI CASI DI ARRESTO
CARDIACO IN EUROPA VIENE EFFETTUATA LA
RCP
70 %
IL 70% DEGLI ARRESTI CARDIACI AVVIENE
IN PRESENZA DI QUALCUNO CHE
POTREBBE INIZIARE LA MA RIANIMAZIONE
CARDIOPOLMONARE
100.000
SE SI AUMENTASSE LA PERCENTUALE DI RCP PRIMA DEI SOCCORSI
DALL’ATTUALE 15% AL 50% - 70% DEI CASI, POTREMMO SALVARE
CIRCA 100.000 PERSONE ALL’ANNO IN EUROPA
14
Primo Soccorso
Ognuno, nel corso della vita, può trovarsi
nella condizione di dover affrontare una
situazione nella quale una o più persone si
trovino incidentalmente coinvolte in occasioni
che ne mettono a rischio la vita; incidenti
domestici, incidenti stradali, sul lavoro. Tali
eventi e le relative conseguenze rappresentano
un problema per la sanità pubblica, il Piano
sanitario nazionale dedica una particolare
attenzione alle azioni da promuovere per
contrastare questa morbilità e mortalità,
certamente evitabile. Tuttavia anche la
prevenzione secondaria, basata sugli interventi
da mettere in atto per il primo soccorso di un
infortunato rappresenta un pilastro altrettanto
importante in quanto sapere gestire una
situazione di pericolo o semplicemente essere
in grado di attivare correttamente le strutture
dell’emergenza possono consentire di salvare
una vita umana. L’esito finale di un intervento
di soccorso rimane molte volte legato alla
fortuita presenza sul luogo di soccorritori
occasionali che, nei primi minuti del cosiddetto
“intervallo libero” (tempo che intercorre tra
il momento del malore o del trauma e l’arrivo
dei soccorritori), sappiano praticare le principali
manovre di primo soccorso necessarie. E’
importante, quindi, diffondere le nozioni
di primo soccorso tra tutta la popolazione
consentendo di evitare allarmi falsi o impropri
e quindi inutili soccorsi nei casi di non reale
pericolo immediato. Le principali manovre
di primo soccorso vengono aggiornate ogni
anno dall’ American Heart Association. Questo
ha portato a semplici e pochi passaggi. Il
primo compito del soccorritore occasionale
(come per gli altri soccorritori) è quello di
valutare eventuali pericoli ancora presenti, sia
per la vittima sia per il soccorritore stesso. A
volte il pericolo può essere talmente elevato
da impedire l’intervento occasionale, ed è
necessario attendere i vigili del fuoco, la cui
professionalità ed il cui equipaggiamento
consentono loro di agire nel modo opportuno.
In altre circostanze è possibile allontanare la
vittima rapidamente dal luogo pericoloso. In
assenza di pericolo, o dopo aver allontanato
la vittima, per primo va valutato lo stato
di coscienza della vittima. Una persona
che sembra incosciente va stimolata, per
confermare o meno questa incoscienza. Nel
caso che la persona sia risvegliabile, si valuta
la normalità o meno del respiro e del polso,
ci si informa sull’eventuale storia di diabete
e, se necessario, si provvede alla manovre
di primo soccorso imparate: posizione semi-
seduta per il respiro, posizione anti-shock per
il circolo, somministrazione di zucchero in
caso di diabete in trattamento con farmaci.
All’occorrenza si attiveranno i soccorsi. Nel caso
che la persona non sia risvegliabile, attivati
i soccorsi, si procede al controllo del respiro.
Nel caso sia presente, si valuta anche il polso
carotideo e quindi si mette la persona in
posizione di sicurezza, in attesa dei soccorsi,
controllando periodicamente la persistenza
o meno del respiro e del polso carotideo. Nel
caso che il respiro sia assente, si procede con
la respirazione artificiale a due insufflazioni,
quindi si controlla il polso carotideo. In caso
di presenza del polso carotideo, si prosegue
con la respirazione artificiale, controllando
periodicamente l’eventuale ripresa della
respirazione spontanea, la persistenza della
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
15
mancanza di respiro, la persistenza o la
scomparsa del polso carotideo.In caso di
assenza del polso carotideo, o comunque di
segni indiretti di attività circolatoria, quali il
respiro appunto, colpi di tosse o movimenti,
si procede anche al massaggio cardiaco,
con 15 compressioni, a cui si alterneranno 2
insufflazioni. Se il soccorritore occasionale
è da solo deve alternarsi alle due manovre,
se i soccorritori occasionali sono in due, uno
provvede alla respirazione artificiale, l’altro al
massaggio cardiaco esterno, alternando sempre
2 ventilazioni a 15 compressioni. Tali manovre
dovranno essere proseguite fine all’arrivo
dei soccorritori dell’emergenza sanitaria,
controllando periodicamente l’eventuale
ricomparsa del polso e del respiro.
Schema della “catena della
sopravvivenza”, passaggi
consigliati in caso di primo
intervento per la buona
riuscita di esso.
Catena della sopravvivenza
1.
2.
3.
4.
Accesso precoce al
sistema di emergenza
Inizio precoce delle
procedure di BLS (Basic
Life Support)
Defibrillazione precoce
(arrivo di èquipe
per praticare la
defibrillazione)
Inizio precoce del
trattamento intensivo
16
American
Heart
Association
Linee guida della rianimazione
cardiopolmonare e l’assistenza
cardiovascolare di emergenza
L’ American heart association (Aha) è la più
grande organizzazione no-profit statunitense
contro le malattie cardiovascolari. Fondata
nel 1924, l’Aha è una delle più riconosciute
e rinomate associazioni non scientifiche in
ambito cardiovascolare, e il suo congresso è un
punto di riferimento per clinici ed esperti di
tutto il mondo.
Ogni anno viene organizzato un evento che,
nel tempo, si è evoluto fino a diventare un vero
e proprio meeting scientifico internazionale,
con la partecipazione di esperti da tutto
il mondo e la pubblicazione di contenuti
aggiornati e di profondo impatto scientifico.
La presente “Sintesi delle linee guida” riassume
i principali argomenti e le principali rettifiche
delle Linee guida del 2010 dell’American
Heart Association (AHA) per la rianimazione
cardiopolmonare (RCP) e l’assistenza
cardiovascolare di emergenza (ECC). L’AHA
illustra le raccomandazioni delle linee guida e
gli aspetti della rianimazione più importanti
o controversi o destinati a modificare le
procedure rianimatorie o l’addestramento alla
rianimazione. Inoltre, illustra la motivazione
alla base delle raccomandazioni fornite. Di
seguito è presente sintesi delle linee guida
pubblicate dall’A.H.A. del 2010.
Gli sforzi degli esperti e degli operatori della
rianimazione sono sempre volti a ridurre la
mortalità e le disabilità imputabili a patologie
cardiovascolari e ictus. I testimoni, i primi
soccorritori e gli operatori sanitari rivestono
un ruolo chiave nella RCP delle vittime di un
arresto cardiaco. Inoltre, operatori esperti
possono fornire un’eccellente assistenza periarresto e post-arresto.
Le Linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC
si basano su un processo di valutazione
delle evidenze a livello internazionale, che
coinvolge centinaia di ricercatori ed esperti di
rianimazione che valutano e discutono migliaia
di pubblicazioni scientifiche con revisione
paritaria.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
17
Problemi principali
a tutti i soccorritori
Qui di seguito sono riassunti i principali
problemi evidenziati nelle Linee guida
AHA 2010 per RCP ed ECC, in particolare
relativamente al supporto di base delle
funzioni vitali (BLS, Basic Life Support), che
devono affrontare tutti i soccorritori, dagli
operatori sanitari ai soccorritori occasionali.
Le Linee guida AHA 2005 per RCP ed ECC
sottolineavano l’importanza della qualità delle
compressioni toraciche (frequenza e profondità
adeguate, retrazione toracica completa
dopo ogni compressione e riduzione delle
interruzioni delle compressioni).
Studi pubblicati anche prima del 2005 hanno
evidenziato che:
. La qualità delle compressioni toraciche
necessita di ulteriori miglioramenti, nonostante
l’implementazione delle Linee guida AHA 2005
per RCP ed ECC sia stata associata a una RCP
migliore e a un aumento della sopravvivenza;
. la percentuale di sopravvivenza all’arresto
cardiaco in contesto extra ospedaliero varia
notevolmente a seconda dei sistemi di pronto
soccorso;
. la maggior parte delle vittime di arresto
cardiaco improvviso in contesto extra
ospedaliero non ha ricevuto alcuna RCP da
parte dei testimoni.
Le modifiche consigliate nelle Linee guida
AHA 2010 per RCP ed ECC rappresentano
un tentativo di risolvere questi problemi e
di migliorare l’esito di un arresto cardiaco
enfatizzando l’importanza dell’assistenza
post-arresto.
Enfasi della RCP di qualità
Le Linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC
ancora una volta sottolineano l’esigenza di una
RCP di alta qualità, che offra:
. Una frequenza minima di 100 compressioni
al minuto (contro “circa” 100 compressioni al
minuto);
. Una profondità di compressione di almeno
5 cm negli adulti e di almeno un terzo del
diametro antero-posteriore del torace nei
lattanti e nei bambini (circa 4 cm nei lattanti e
5 cm nei bambini). Si noti che l’intervallo da 4-5
cm non viene più utilizzato per gli adulti e la
profondità assoluta specificata per i lattanti e i
bambini è maggiore rispetto a quanto indicato
nelle versioni precedenti delle Linee guida AHA
per RCP ed ECC;
. Retrazione toracica completa dopo ogni
compressione;
. Riduzione al minimo delle interruzioni nelle
compressioni toraciche
. Eliminazione della ventilazione eccessiva, il
rapporto compressione-ventilazione di 30:2
per singolo soccorritore in adulti, bambini
e lattanti (esclusi i neonati). Si raccomanda
di somministrare l’insufflazione di soccorso
in circa un secondo. Una volta applicato
un supporto avanzato delle vie aeree, le
compressioni toraciche possono diventare
continue (a una frequenza di almeno 100/min)
e non più alternate alle ventilazioni. Si può
quindi eseguire la respirazione di soccorso con
una frequenza di circa 1 insufflazione ogni
6-8 secondi (da 8 a 10 insufflazioni al minuto).
Evitare una ventilazione eccessiva.
Testo tratto dal resoconto
dell’incontro dell’AHA.
18
Rianimazione
cardiopolmonare
Le manovre di rianimazione cardio-polmonare
di base si rendono necessarie per soccorrere
una persona che ha perso coscienza o ha
difficoltà respiratorie o è in arresto respiratorio
per ostruzione delle vie aeree o perchè è
in arresto cardiaco. Queste manovre sono
sequenziali e codificate, servono per valutare
e sostenere, in breve tempo, le funzioni vitali
della persona. L’obiettivo delle manovre di
rianimazione cardio-polmonare di base è
quello di garantire artificialmente un apporto
di ossigeno al cervello ed al cuore, fino a
quando un trattamento medico appropriato e
definitivo possa ripristinare l’attività cardiaca e
respiratoria. Le procedure sono finalizzate sia
a prevenire l’evoluzione verso l’arresto cardiaco
in caso di ostruzione respiratoria o arresto
respiratorio sia per provvedere alla respirazione
ed alla circolazione artificiali in caso di arresto
cardiocircolatorio.
Questo si traduce in un “COMPRARE TEMPO”,
ossia dilazionare il più possibile l’intervallo
di tempo che intercorre tra la morte clinica
(momento in cui si è fermato il cuore) e la
morte del cervello (inizio dei danni cerebrali da
mancanza di ossigenazione).
La sequenza della
rianimazione
cardiopolmonare
La sequenza delle procedure della rianimazione
cardio-polmonare di base consiste in una serie
di momenti in cui si alternano valutazioni e
successive azioni. Le azioni da effettuare si
possono ricordare con più facilità ricordando
le prime tre lettere dell’alfabeto (A – B - C),
ogni azione delle fasi A – B – C deve essere
preceduta da una valutazione: solo dopo
la valutazione si è autorizzati all’azione
conseguente, in modo da evitare manovre
inutili o dannose.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
19
A.B.C.
Airvay
APERTURA DELLE VIE AEREE
Breathing
FUNZIONE RESPIRATORIA
Circulation
FUNZIONE CARDIACA
20
Modifica da A-B-C ad C-A-B
Le Linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC
consigliano di modificare la sequenza del
BLS da A-B-C (Airway, Breathing, Chest
compressions; apertura delle vie aeree, respiro
e circolo) a C-A-B (Chest compressions, Airway,
Breathing - circolo, apertura delle vie aeree
e respiro) in adulti, bambini e lattanti (esclusi
i neonati). Questa modifica fondamentale
nella sequenza RCP richiede una formazione
specifica per tutti coloro che sono stati
addestrati alla RCP, ma gli autori e gli esperti
che hanno partecipato alla stesura delle Linee
guida AHA 2010 per RCP ed ECC convengono
sul fatto che il beneficio giustifichi l’impegno
necessario.
Motivazione: la maggior parte degli arresti
cardiaci si verifica negli adulti e i tassi di
sopravvivenza più elevati si riscontrano nei
pazienti di tutte le fasce di età che sono stati
colpiti in presenza di testimoni da arresto
cardiaco con ritmo iniziale di fibrillazione
ventricolare (FV) o di tachicardia ventricolare
senza polso (TV). In questi pazienti, gli elementi
critici iniziali del BLS sono le compressioni
toraciche e la defibrillazione precoce.
Nella sequenza A-B-C, le compressioni
toraciche vengono spesso ritardate in attesa
che il soccorritore apra le vie aeree per la
respirazione bocca a bocca, recuperi un
dispositivo a barriera o procuri e assembli
un’attrezzatura per la ventilazione.
Modificando la sequenza in C-A-B, l’esecuzione
delle compressioni toraciche viene anticipata
e il ritardo nella ventilazione dovrebbe essere
minimo (ovvero, solo il tempo necessario per
praticare il primo ciclo di 30 compressioni
toraciche o circa 18 secondi; se sono presenti 2
soccorritori per la rianimazione di un lattante o
di un bambino, il ritardo sarà ancora più breve).
La maggior parte delle vittime di arresto
cardiaco in contesto extra ospedaliero non
riceve RCP da parte dei testimoni.Ciò è dovuto
a vari motivi; un ostacolo potrebbe essere la
sequenza A-B-C, che inizia con le procedure che
i soccorritori trovano più difficili, nello specifico
aprire le vie aeree e praticare la respirazione.
Iniziare la RCP con le compressioni toraciche
potrebbe rappresentare un incoraggiamento
per i soccorritori.
Normalmente, la procedura BLS viene descritta
come una sequenza di azioni, il che continua
a essere vero per il soccorritore singolo. La
maggior parte degli operatori sanitari tuttavia
lavora in squadra; in tal caso, le procedure
BLS vengono eseguite simultaneamente. In
presenza di un presunto arresto per asfissia (ad
esempio in caso di annegamento), è necessario
dare priorità alle compressioni toraciche con
respirazione di soccorso per circa 5 cicli (due
minuti) prima di attivare il sistema di risposta
alle emergenze.
Valutazione ambientale
Prima di prestare qualsiasi opera di soccorso,
è indispensabile effettuare la valutazione
dell’ambiente, per valutare eventuali pericoli
per chi presta soccorso e per la vittima.
Solo dopo che si è appurato che non vi sono
pericoli e che l’ambiente è in sicurezza,
è possibile avvicinarsi alla persona per prestare
soccorso.
Valutazione dello stato
di coscienza
Il primo momento nel soccorso per una persona
apparentemente inanimata consiste nella
valutazione dello stato di coscienza.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
21
Per valutare velocemente lo stato
di coscienza si deve:
. Chiamare la persona a voce alta;
. Scuotere la persona delicatamente,
afferrandolo da una spalla.
Il soccorritore si inginocchia
di fianco alla vittima
scuotendola, in maniera
adeguata, stimolando così la
ripresa di coscienza.
La persona può rispondere alla stimolazione
in modo coerente oppure in maniera
incoordinata ed incomprensibile.
1.
2.
Se la persona ha risposto alla stimolazione:
Se la persona non ha risposto alla stimolazione:
. Lasciare la persona nella posizione in cui sta;
. Indagare se sono presenti segni e/o sintomi
suggestivi di trauma;
. Rivalutare periodicamente lo stato di
coscienza, il respiro e il battito cardiaco;
. Chiedere soccorso più qualificato, se
necessario.
. Chiamare aiuto; allerta il Sistema 118;
. Posizionare la persona supina, su piano rigido,
mantenendo in asse il capo, il collo ed il tronco
allineando gli arti e scoprendo il torace;
. Effettuare l’A.B.C. o meglio ancora la C.A.B.
(Airway, Breathing, Circulation).
22
118
Il “118” è il numero telefonico da comporre
in qualsiasi caso di emergenza sanitaria. È un
numero unico per tutto il territorio nazionale,
breve e quindi facilmente memorizzabile, ed
è attivo 24 ore su 24. La chiamata è gratuita
da tutti gli apparecchi, pubblici e privati, di
telefonia fissa o mobile.
Il Sistema 118, con la sua rete di operatori
(medici, infermieri, operatori tecnici) e di
mezzi (ambulanze con medico o infermiere
a bordo, eliambulanza), è in grado di inviare
il mezzo di soccorso più vicino e adeguato
al tipo di emergenza sanitaria e di inviare la
persona presso l’ospedale più adeguato al suo
problema di salute.
Quando si deve attivare il Sistema 118 è
necessario:
. Qualificarsi col proprio nome;
. Dire che cosa è successo e se ci sono più
persone bisognose di soccorso;
. Descrivere, con poche e semplici parole, le
condizioni dell’infortunato/i;
. Comunicare chiaramente il luogo dove si
deve intervenire (comune o città, via, piazza,
numero civico, interno, piano, scala, ecc...);
. Lasciare un recapito telefonico.
. Parlare lentamente e ad alta voce;
. Evitare commenti superflui;
. Rispondere chiaramente alle domande
dell’operatore e seguire le sue indicazioni;
. Mantenere la calma.
C
circulation
Secondo le linee guida dell’Aha è
fondamentale valutare se è presente l’attività
cardiocircolatoria. Per far questo, si ricercano
i segni indiretti di circolo (piccoli respiri e
movimenti) e soprattutto la presenza delle
pulsazioni a lato del collo (polso carotideo).
Per ricercare il polso carotideo:
.Mantenere estesa con una mano la testa della
persona;
.Individuare con l’indice ed il medio dell’altra
mano il pomo d’Adamo;
.Far scivolare le due dita lateralmente fino ad
incontrare il solco generato dai muscoli laterali
del collo;
.Esercitare una lieve pressione e ricercare in
questa area le pulsazioni.
Questa valutazione deve durare 10 secondi
La ricerca del polso carotideo si esegue dallo
stesso lato del soccorritore; evitare quindi di
porre le dita di traverso sulle vie aeree della
vittima, rischiando in tal modo di comprimere
le stesse.
Questa valutazione consente di stabilire se
la persona, pur non cosciente ed in arresto
respiratorio, possiede o no una attività cardiaca
spontanea.
A. Se il polso carotideo è presente:
.Continuare con la respirazione artificiale,
mantenendo un ritmo di 12 atti respiratori al
minuto;
.Controllare periodicamente il polso carotideo,
dopo ogni minuto.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
23
B. Se il polso carotideo non è presente:
Non è presente una attività cardiaca efficace,
quindi è necessario provvedere alla circolazione
artificiale per mezzo delle compressioni
toraciche o massaggio cardiaco esterno.
Si alternano 15 compressioni toraciche esterne
e 2 atti respiratori artificiali.
Ricerca dell’area da
comprimere per valutare la
presenza di polso carotideo.
Ricerca del punto di repere
Il cuore si trova all’interno della gabbia
toracica, dietro lo sterno; comprimendo lo
sterno, il cuore viene schiacciato contro la
colonna vertebrale. Questa compressione,
insieme ad un aumento della pressione
all’interno del torace, permette al sangue
contenuto nel cuore e nei grossi vasi di essere
spinto in circolo; rilasciando il torace il cuore si
riempie di nuovo.
Per identificare il punto esatto su cui esercitare
le compressioni toraciche:
.Far risalire il medio di una mano lungo il
margine dell’arcata costale fino al punto di
incontro con lo sterno, questo è il punto dove
effettuare le compressioni;
.Sovrapporre le mani ed intrecciare le dita,
mantenendole sollevate in modo che non
comprimano le coste.
24
Esecuzione del
massaggio cardiaco
.Posizionarsi accanto alla vittima in modo
da avere le spalle perpendicolari al punto di
compressione e le braccia estese;
.Comprimere ritmicamente il torace ad una
frequenza di 100 compressioni/minuto e con un
abbassamento di circa 4-5 centimetri (a seconda
della corporatura della vittima);
.Mantenere la stessa durata nelle compressioni
e nel rilasciamento;
.Mantenere le braccia tese, sfruttando il peso
del tronco;
.Alternare 15 compressioni e 2 insufflazioni;
Dopo 4 cicli di 15 compressioni e 2 insufflazioni
(ossia dopo ogni minuto circa), si rivaluta la
presenza del polso carotideo.
Se il polso carotideo è di nuovo presente:
.Continuare con la respirazione artificiale,
mantenendo un ritmo di 12 atti respiratori al
minuto;
.Controllare periodicamente il polso carotideo,
dopo ogni minuto.
Se il polso carotideo continua a non essere
presente:
.Si ripetono 4 cicli di 15 compressioni e 2
insufflazioni
In alto: posizione corretta delle
mani sul torace della vittima.
In basso: corretta posizione
delle braccia e del busto del
soccorritore.
M.C.1 SUPPLEMENTO DI PRIMO SOCCORSO
25
A
airway
La perdita di coscienza determina un
rilasciamento muscolare: la mandibola cade
all’indietro e la base della lingua, per la forza
di gravità, scende verso il basso ostruendo in tal
modo le vie aeree superiori.
Per ripristinare la pervietà delle vie aeree:
. Sollevare il mento con due dita di una mano;
. Spingere la testa all’indietro appoggiando
l’altra mano sulla fronte;
Questa manovra impedisce la caduta
all’indietro della base della lingua e permette il
passaggio dell’aria. Occorre sempre controllare
la presenza di corpi estranei o di residui
alimentari nella bocca della persona, e se
possibile asportarli. Le protesi dentarie, se
ben fissate, non occorre rimuoverle. In caso
di trauma della colonna vertebrale, anche
solo sospettato, si solleva la mandibola senza
estendere la testa.
Controllare la presenza di
corpi estranei all’interno della
bocca e della gola.
Sollevare il mento con due dita
di una mano, spingere la testa
all’indietro appoggiando l’altra
mano sulla fronte.
26
B
breathing
Una volta instaurata e mantenuta la pervietà
delle vie aeree, si deve valutare se la persona
respira. Per valutare la presenza della
funzione respiratoria si effettua una manovra
denominata “Manovra del G.A.S.” (Guardo –
Ascolto - Sento) dalle iniziali delle tre azioni
che il soccorritore esegue simultaneamente.
Il Soccorritore si pone di fianco alla testa
della persona, mantiene pervie le vie aeree, e
chinato con il volto verso il torace della vittima:
Guarda - Ascolta - Sente
Questa valutazione deve durare 10 secondi,
con gli occhi con le orecchie con la guancia se il
torace si muove; se vi sono rumori respiratori;
se c’è il flusso espiratorio dell’aria.
A. Se la persona respira:
.Allentare gli indumenti costrittivi (cravatte,
cinture, busti, ecc...);
.Controllare periodicamente e favorire la
funzione respiratoria;
.Posizionare la persona in Posizione Laterale di
Sicurezza (se non si tratta di un trauma);
. telefonare per richiedere aiuto;
.Rivalutare ad intervalli.
In nessun caso bisogna:
.Somministrare bevande, soprattutto alcoliche;
.Spruzzare il viso con acqua;
.Schiaffeggiare e/o scuotere energicamente la
persona;
.Tentare di fare alzare la persona;
.Fare annusare aceto o altre sostanze.
B. Se la persona non respira
Occorre iniziare subito la respirazione
artificiale: si effettuano due atti respiratori
artificiali, lenti (della durata di circa due
secondi) ed efficaci (in grado di fare sollevare il
torace della vittima).
In assenza di strumenti, è possibile effettuare la
respirazione bocca-bocca:
.Mantenere esteso la testa, tenendo una mano
sulla fronte e sollevando il mento con due;
.Stringere il naso col pollice e l’indice della
mano posizionata sulla fronte;
.Effettuare una profonda inspirazione e
posizionare la bocca bene aperta su quella
della persona;
.Soffiare lentamente in modo da gonfiare i suoi
polmoni;
.Osservare durante l’insufflazione il
sollevamento del torace;
.Staccarsi dopo l’insufflazione per consentire
l’espirazione passiva;
. osservare il ritorno del torace.
M.C.1 SUPPLEMENTO DI PRIMO SOCCORSO
27
Grardare
Ascoltare
Sentire
A
posizione laterale
di sicurezza
B
respirazione artificiale
28
Quando devo smettere la
rianimazione?
La risposta è molto semplice: quando i
soccorsi sanitari vi dicono di smettere, oppure
quando siete troppo stanchi per continuare.
Vi ricordiamo però di non interrompere il
massaggio cardiaco se il paziente inizia ad
ansimare, apre gli occhi o si muove, perché
si tratta di segnali che vi indicano che state
lavorando come si deve, e non di segnali di
ripresa del paziente.
Perchè la respirazione non è
consigliata in caso di arresto
cardiaco?
In passato i manuali di primo soccorso
consigliavano di eseguire la rianimazione
cardiopolmonare alternando il massaggio
cardiaco con la respirazione bocca a bocca.
Le ricerche, però, hanno dimostrato che la
rianimazione cardiopolmonare tradizionale
non è il modo migliore per affrontare l’arresto
cardiaco.
Diversamente da quanto accade durante
l’arresto respiratorio, in cui la vittima non
riesce a respirare e quindi il cuore alla fine si
ferma perché non riceve abbastanza ossigeno,
durante l’arresto cardiaco il paziente sviene
anche se pochi secondi prima respirava
normalmente: quindi non c’è alcun motivo per
ritardare il massaggio cardiaco tentando di fare
la respirazione bocca a bocca, perché il sangue
e i polmoni del paziente sono comunque pieni
di ossigeno. Le ricerche hanno scoperto che
il sangue dei pazienti deceduti in seguito a
un arresto cardiaco contiene una quantità di
ossigeno sufficiente a farli sopravvivere per
alcuni minuti.
L’aspetto più importante da ricordare, però, è
che la respirazione bocca a bocca fa perdere
tempo e distoglie dal massaggio cardiaco
continuo, che invece è prioritario. Le ricerche
hanno dimostrato che le persone inesperte
interrompono le serie di compressioni toraciche
per una media di 16 secondi per fare i due
respiri che dovrebbero essere “veloci”. Anche
se ci sono due o più persone che assistono
al malore, è più utile alternarsi al massaggio
cardiaco che dedicarsi uno al massaggio
cardiaco e uno alla respirazione artificiale,
perché eseguire il massaggio cardiaco con
compressioni veloci e profonde senza fermarsi
è davvero faticoso.
La rianimazione cardiopolmonare con
massaggio cardiaco continuo è il metodo di
elezione per i malori improvvisi, tuttavia la
rianimazione tradizionale con respirazione
bocca a bocca rimane la tecnica giusta
per i pazienti con arresto respiratorio:
durante l’arresto respiratorio (causato, nella
maggior parte dei casi, da un’overdose di
stupefacenti, da un’intossicazione alcolica,
dall’avvelenamento da monossido di carbonio,
da attacchi gravi di asma, dall’annegamento
o dal soffocamento) il problema principale
non è il cuore ma la mancanza di ossigeno
(soffocamento) che alla fine può provocare
l’arresto cardiaco. Ricordate che tutte
queste circostanze non provocano un
malore improvviso e inaspettato. Solo un
arresto cardiaco su 20 è dovuto a un arresto
respiratorio. In caso di arresto respiratorio, è
consigliabile eseguire il massaggio cardiaco
accompagnato dalla respirazione artificiale.
Riassumendo
Se siete inesperti: Se non sapete come si pratica
la rianimazione cardiopolmonare, cercate di
praticare solamente il massaggio cardiaco, cioè
una serie ininterrotta di compressioni toraciche
(circa 100 al minuto), finché non arriva
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
29
l’ambulanza. Non è necessario cercare
di ripristinare la respirazione.
Se siete preparati e avete fiducia nelle
vostre capacità, iniziate con il massaggio
cardiaco, anziché controllare per prima cosa
le vie respiratorie e praticare la respirazione
artificiale. Iniziate il massaggio cardiaco con 30
compressioni, e poi controllate la respirazione e
procedete con la respirazione artificiale.
Se siete preparati, ma per qualche motivo
non più di tanto sicuri. Se in passato avete
imparato come si pratica la rianimazione
polmonare, ma non avete più di tanta fiducia
nelle vostre capacità, procedete unicamente
con le compressioni toraciche, al ritmo di 100
al minuto (per adulti e bambini, no neonati).
La rianimazione cardiopolmonare può aiutare
il sangue ossigenato a scorrere verso il cervello
e gli organi vitali, prima che una terapia più
radicale sia in grado di ripristinare il normale
ritmo cardiaco.
Se il battito cardiaco si arresta la mancanza
di sangue ossigenato può causare danni
cerebrali irreversibili, nel giro di pochi minuti
ed il paziente potrebbe morire dopo soli 8-10
minuti.
Per imparare le procedure di rianimazione
cardiopolmonare seguite un corso certificato
di primo soccorso che vi insegnerà a praticare
la rianimazione cardiopolmonare e a usare
il defibrillatore automatico esterno (DAE): il
massaggio cardiaco è infatti molto importante
ma, da solo, non è in grado di riportare il
battito cardiaco alla normalità. In caso di
fibrillazione cardiaca il cuore ricomincerà a
battere normalmente solo grazie a una scarica
elettrica proveniente da un defibrillatore.
Finché non si ha a disposizione un
defibrillatore, tuttavia, il massaggio cardiaco
è l’unico modo per far scorrere il sangue verso
il cervello, il cuore e gli altri organi vitali del
paziente. Senza massaggio cardiaco il cuore
in fibrillazione consuma le proprie riserve di
energia e probabilmente non sarà più in grado
di reagire alla scossa del defibrillatore quando
arriveranno i soccorsi. Il paziente, quindi,
morirà.
Cenni storici
Nel Medioevo si trovano ordini religiosi di
cavalieri, che fornivano aiuto ai pellegrini e
ai cavalieri e insegnavano ad altri cavalieri a
trattare le più comuni ferite da guerra. Tra gli
altri, vi furono i Cavalieri Ospitalieri, costituitisi
nell’undicesimo secolo. La pratica di attuare
tecniche di primo soccorso cadde in disuso nei
secoli successivi. Non si trovano tracce di società
organizzate in questo campo fino al 1859,
quando Henry Dunant, da poco arrivato a
Solferino, organizzò la popolazione locale per
aiutare i soldati reduci dell’omonima battaglia,
organizzando anche l’acquisto del materiale
necessario e la costruzione di strutture
improvvisate in cui curare i feriti. Quattro anni
dopo, nel 1863, nasceva la Croce Rossa, con
il chiaro obiettivo di aiutare i soldati malati
e quelli feriti sul campo. Seguì la formazione
della St. John Ambulance, fondata sugli stessi
principi dell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri:
insegnare le tecniche di soccorso. Molti passi
avanti nel campo del primo soccorso e delle
pratiche mediche hanno avuto come stimolo
le guerre che si sono verificate nel tempo;
un esempio è la Guerra civile americana,
che spinse Clara Barton ad organizzare la
fondazione della Croce Rossa Americana.
Nella Bibbia, il libro secondo dei Re dà la prima
notizia di un riuscito tentativo di rianimazione
“bocca a bocca”, eseguito intorno all’850 a. C.:
“Intanto, il bambino divenne grande e arrivò
il giorno in cui si recò presso suo padre, tra i
mietitori. E disse a suo padre: “La mia testa,
la mia testa’. Il padre, allora, ordinò al servo:
“Portalo a sua madre”. Ed egli lo prese e lo
portò a sua madre. Rimase sulle sue ginocchia
fino a mezzogiorno, poi morì; [...] Eliseo,
intanto, entrò in casa e veramente il fanciullo
morto giaceva sul suo letto. Entrò, dunque,
chiuse la porta dietro loro due e pregò il
Signore. Poi salì e si adagiò sopra il bambino,
pose la sua bocca sulla bocca di lui, i suoi
occhi sopra gli occhi di lui, le sue mani sopra
le mani di lui, stendendosi su di lui. La carne
30
del fanciullo, allora, si riscaldò. Indi si ritirò e
incominciò a camminare per la casa qua e là,
poi salì e si ridistese su di lui. Allora il fanciullo
starnutì sette volte e aprì gli occhi”.
Il metodo bocca a bocca fu impiegato, fino a
divenire una sicura pratica di pronto soccorso
medico. Nella seconda metà del XVIII secolo:
il medico veneziano F. Vicentini, nella sua
Memoria intorno al metodo di soccorrere i
sommersi scriveva: “consiste nell’applicare la
propria bocca a quella del sommerso, e, chiuse
le di lui narici, soffiar con quella alternativa con
la quale respiriamo”.
Nel 1956, in uno studio condotto per incarico
dell’esercito americano, si tabilì che il metodo
“bocca a bocca” rappresenta in guerra il mezzo
di rianimazione respiratoria più pratico ed
efficace, ne sancirono l’introduzione ufficiale
nelle tecniche della moderna rianimazione. Nel
1796, A. V. Zarda, professore all’Università di
Praga ove teneva regolari corsi di rianimazione
e di pronto soccorso, dette alle stampe un
lavoro in cui erano descritti, oltre al metodo
della respirazione artificiale bocca a bocca,
anche il massaggio cardiaco esterno e la
stimolazione elettrica del cuore. Tuttavia,
i vari trattati di rianimazione fissano al
1958 l’introduzione ufficiale nella pratica
rianimatoria del massaggio cardiaco esterno,
quando Jude, Kouwenhoven e Knickerbocker
ne pubblicarono le modalità di esecuzione; si
attribuisce anzi un significato storico al giorno
24 ottobre 1958, in cui per la prima volta fu
eseguito con successo un massaggio cardiaco
esterno su una donna, in arresto cardiaco
dopo essere stata operata per un difetto
atrioventricolare. L’applicazione tempestiva
delle moderne tecniche di rianimazione
cardiorespiratoria è in grado di prevenire la
morte biologica e può essere praticata ovunque
da individui preparati, senza bisogno di
attrezzature particolari.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
Eliseo e il bambino
32
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
33
34
Il condizionamento
psicologico
Il condizionamento è quel processo che si
verifica con l’associazione di uno stimolo
incondizionato (naturale) ad uno condizionato
(artificiale) in un organismo, ove lo stimolo
condizionato induce naturalmente una risposta
della cui si avvale. La particolare forma di
un prodotto può perciò indurre sensazioni,
comportamenti, reazioni volontarie sia nei
fruitori diretti ed indiretti. La psicologia
della Gestalt (dove la parola tedesca gestalt
significa: forma, schema, rappresentazione),
detta anche “psicologia della forma”, è una
corrente psicologica riguardante l’esperienza
percettiva che si iniziò a considerare in ambiti
applicativi concreti verso gli inizi del XX secolo
in Germania. Secondo i principi della gestalt,
quello che noi siamo e sentiamo, il nostro
stesso comportamento, sono il risultato di una
complessa organizzazione che guida anche i
nostri processi di pensiero. La stessa percezione
non è preceduta dalla sensazione, ma è un
processo immediato influenzato dalle passate
esperienze, solo in quanto queste sono lo
sfondo dell’esperienza attuale che deriva dalla
Gestalt, come combinazione delle diverse
componenti di un’esperienza reale-attuale.
La capacità di percepire un oggetto quindi
deve essere rintracciata in una organizzazione
presieduta dal sistema nervoso e non ad una
banale immagine focalizzata dalla retina.
Per comprendere il mondo circostante si
tende a identificarvi forme secondo schemi
che ci sembrano adatti, scelti per imitazione,
apprendimento e condivisione. È attraverso
simili processi che si organizzano sia la
percezione che il pensiero e la sensazione; ciò
avviene di solito del tutto inconsapevolmente.
Con particolare riferimento ad una delle regole
principali dell’organizzazione dei dati percepiti:
quella della buona forma, in cui la struttura
percepita è sempre la più semplice.
Questo particolare legame tra l’importanza
formale di un oggetto e la sua necessaria
intrinseca semplicità, risulta rilevante anche
in termini economici e di ecosostenibilità
ambientale: tecniche di produzione, trasporto,
stoccaggio, smaltimento e riciclaggio.
Aspetti psicologici
del primo soccorso
Dopo quanto detto fino ad ora, soprattutto
nel capitolo precedente, è facile cogliere
l’importanza che riveste la diffusione delle
nozioni di primo soccorso, nozioni che possono
certamente essere imparate da chiunque
dedichi loro un po’ del proprio tempo e abbia
l’occasione di addestrarvisi per impadronirsi di
una tecnica corretta. Ma, ancora, tutto questo
non basta per riuscire ad eseguire un buon
soccorso in caso di bisogno. C’è ancora una
difficoltà da superare, la più grande difficoltà
per un soccorritore, di qualsiasi livello:
mantenere la calma per valutare ed agire
correttamente.
Perchè è così difficile
mantenere la calma?
Perché il nostro modo di agire, il nostro
comportamento, è una cosa molto complessa,
e non sempre è determinato dal pensiero
razionale e dalla volontà. In alcune circostanze,
come quelle di pericolo, l’ansietà che ci assale
può essere talmente intensa da superare la
nostra capacità di autocontrollo; se questo
accade allora “perdiamo la testa”, prende
cioè il sopravvento il nostro inconscio; il
nostro comportamento non sarà più razionale
e reagiremo in modi diversi: bloccandoci,
disperandoci, diventando aggressivi e
inconcludenti, ma comunque difficilmente
potremo essere di aiuto, molto più facilmente
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
35
saremo di danno. Conoscere l’esistenza di
questo meccanismo che può mandare in tilt il
nostro autocontrollo è già il primo passo per
riuscire a controllarsi meglio, concentrandosi
sulle prime cose da fare, imponendosi la calma.
Ma subito dopo è necessario che il soccorritore,
proprio per non perdere il controllo, riesca ad
ignorare eventuali esagitati presenti sul posto e
non entrare in polemica con loro: sono persone
che non sono riuscite a mantenere il sangue
freddo necessario ed il loro comportamento
non può essere pertanto né razionale né utile.
Nessun discorso potrà calmarli: sarà invece
il comportamento sicuro e risoluto dei
soccorritori, concentrati sull’esecuzione del
soccorso, ad avere spesso questo effetto
“miracoloso” (ricordate che sì l’agitazione ma
anche l’autocontrollo è contagioso: vince il più
forte!).
Ma ancora: anche se un soccorritore riesce ad
imporsi la calma e a non entrare in polemica
con gli agitati presenti un ultimo pericolo
minaccia il suo autocontrollo: il pericolo di
tendere esclusivamente al successo del proprio
intervento. I suoi sforzi invece devono essere
concentrati sulla esecuzione corretta di quelle
manovre che gli sono state insegnate per
fronteggiare la specifica situazione in causa,
comunque debba concludersi il suo intervento:
fare questo è già tantissimo, oltre a questo non
si può fare altro.
Fare questo, e solo questo, dipende da lui
mentre la sopravvivenza della vittima rimane
invece sempre e comunque pesantemente
condizionata dalla gravità e dalla irreversibilità
delle lesioni presenti: alcune persone possono
e debbono venire salvate da un buon soccorso,
per altre ciò non è e continuerà a non essere
possibile.
36
Antropometria
Letteralmente l’antropometria è la misurazione
del corpo umano nel suo insieme (statura,
peso) e nei suoi segmenti (testa, tronco, arti), di
cui vengono rilevate le dimensioni misurate tra
punti anatomici o architetturali di riferimento
(punti cefalometrici e somatometrici) e calcolati
i rapporti dimensionali reciproci espressi in
percentuale.
In senso più stretto, è una sezione
dell’antropologia che studia le variazioni
dimensionali dell’individuo in rapporto alla
sua origine etnica, al sesso, all’età, allo stato
fisico, alla condizione socioeconomica, allo
stato di nutrizione e alla sua attività fisica. I
contributi di Leon Battista Alberti (1404-1472)
furono notevoli: egli ideò uno strumento detto
“diffinitore” usato per misurare le dimensioni
di una statua o di una persona.
Gli studi antropologici ebbero un nuovo
impulso durante il Rinascimento. In particolare,
Leonardo da Vinci (1452-1519) ci ha lasciato
disegni anatomici molto curati, in cui l’estetica
si fonde con la conoscenza della meccanica del
corpo umano.
Questa disciplina ha contribuito nella
realizzazione del progetto potendo
sfruttare, per il disegno di esso, le tavole con
rappresentate le medie del corpo umano. Le
misure che questa disciplina ha individuato
come percentili sono fondamentali per la
progettazione di qualsiasi artefatto, definendo
gli ingombri e gli spazi necessari per mettere
in relazione, senza ostacolarlo, l’uomo con gli
oggetti che lo circondano.
Disegno fatto da leonardo
da vinci che rappresenta il
torace del corpo umano con i
rispettivi organi che accoglie.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
37
“
Il corpo umano è il magazzino delle invenzioni,
l’ufficio brevetti, dove ci sono i modelli da cui è preso
ogni suggerimento. Tutti gli attrezzi e i motori sulla terra
Ralph Waldo Emerson
“
sono estensioni delle membra e dei sensi dell’uomo.
38
Il petto, la superficie
di lavoro
Consultando il libro “The measure of man
and woman”, sono state individuate le
misure medie del corpo umano, utili per
il disegno della forma di MC1. Infatti, la
forma dell’oggetto deve adeguarsi alle
linee dimensioni e forme di qualsiasi fisico,
quindi avrà un aspetto e delle misure che lo
renderanno versatile, con la possibilità di essere
utilizzato su ogni tipo di struttura fisica.
Le due fotografia sotto
rappresentano le pagine
fondamentali del libro “The
human measure of man and
woman.
Studi percentili sul corpo
maschile.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
39
Copertina del libro.
Studi percentili del corpo
femminile.
40
Ricerca di mercato
In commercio esistono sistemi simili, che
aiutano, o addirittura prendono il posto,
dell’azione umana durante l’esecuzione
delle tecniche di primo soccorso, nello
specifico durante la rianimazione cardiopolmonare. Tutti questi oggetti hanno una
volontà comune, quella di aiutare l’uomo a
mantenere la calma, fondamentale per la
buona riuscita della manovra “salva vita”.
Prendendo in esame ogni singolo oggetto,
presente in commercio, possiamo capire i pro
ed i contro che caratterizzano questi prodotti;
ad esempio POCKET CPR, che è il più vicino
come caratteristiche ad MC1. E’ un oggetto
piccolo, pratico e non troppo costoso, 150 $.
Il materiale che viene utilizzato è una plastica
rigida, questo comporta un problema durante
le compressioni, diventando un pericolo in caso
di rottura, ma anche poco durevole in caso
venisse usato per più volte, rischiando che la
scocca esterna si rovini. Per questo MC1 sarà
caratterizzato da un materiale più morbido,
quale il silicone, più piacevole al tatto sia da
parte del soccorritore che dell’infortunato.
Sempre in POCKET CPR troviamo una grafica
adesiva attaccata nella parte superiore che
spiega dove collocarlo, questa è poco chiara
e piena di scritte, rendendo non immediato il
fine dell’utilizzo dell’oggetto.
Un altro oggetto interessante è TRUE CPR,
esso misura le compressioni toraciche,
contribuendo a migliorare la profondità ed
il ritmo ad ogni movimento, mantenendo la
coerenza attraverso il feedback di qualità.
Dovendo ottenere un feedback ad ogni
compressione il dispositivo risulta essere
molto complesso, troppo preciso se questo
è utilizzato da un soccorritore occasionale.
Dispone di un metronomo che mira a scandire
104 compressioni al minuto, in linea con le
compressioni stabilite dall’American Heart
Association. E’ molto resistente alla polvere
e all’acqua, ha la possibilità di registrare
tutte le compressioni effettuate e a fine
sessione è possibile sovrascrivere i vecchi dati
memorizzati oppure è possibile passera i dati
ad un pc utilizzando la connessione usb. La
parte che si deve collocare sotto lo sterno
serve a controllare sia l’andata che il ritorno
delle compressioni ed a sapere il punto preciso
in cui si sta effettuando la compressione.
Il collocamento dell’oggetto sul torace del
paziente potrebbe risultare troppo difficile
e richiedere un tempo molto lungo, cosa che
in situazioni come questa la tempestività è
fondamentale. Inoltre, è troppo costoso, quasi
quanto un defibrillatore, più utile in una
manovra di primo soccorso
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
41
Un altro oggetto che semplifica e favorisce
il massaggio cardiaco è CARDIO PUMP.
Questo prodotto permette al soccorritore di
effettuare in modo migliore la rianimazione
cardio-polmonare. Il design del dispositivo
consente di utilizzare la stessa posizione e la
stessa tecnica della manovra di compressione
standard, anche se il distaccamento dal torace,
a mio avviso, non censente di tenere le braccia
tese e di effettuare delle compressioni con
tutta la forza possibile proveniente dalle
spalle. Anche se nelle descrizioni del prodotto
ha tanti aspetti positivi quali: aumentare la
pressione arteriosa, aumentare la pressione
di perfusione coronarica e abbassare la
pressione intratoracica durante la fase di
decompressione, CARDIO PUMP, realizzato
come un vero e proprio pistone, lascia degli
importante segni sul torace del paziente,
fungendo da ventosa su di esso, provocando
ematomi.
Un altro modo per semplificare e dirigere la
manovra di rianimazione cardio-polmonare,
è espresso nell’applicazione ZOLL POCKET
CPR. L’applicazione sfrutta l’accelerometro
situato all’interno del cellulare per misurare
la profondità delle compressioni esercitate.
Nell’applicazione sono descritte tutte le fasi di
primo soccorso, guidando quindi il soccorritore,
e una musica di sottofondo scandisce
ritmicamente le compressioni da esercitare.
Come idea è originale e assolutamente
economica, ma tenere il cellulare tra le mani
durante le compressioni toraciche, creerebbe
un problema nell’effettuazione di esse, in
maniera corretta e precisa.
Nell’immgine di sinistra
troviamo l’interfaccia
dell’applicazione, con disegni
semplici e a lato la profondità
delle compressioni esercitate.
Nell’immagine di destra
vediamo come è possibile
tenere il dispositivo cellulare
durante l’effettuazione delle
compressioni toraciche.
A sinistra, Cardio Pump;
Nella pagina affianco, in basso
a sinistra Pocket CPR; in altro a
destra True CPR.
42
Poi troviamo LUCAS, un dispositivo meccanico
per compressione toracica facile da usare, che
supporta soccorritori, personale di servizio
sulle ambulanze, medici, infermieri o personale
sanitario nell’effettuazione di compressioni
toraciche efficaci e di qualità costante su
pazienti in arresto cardiaco.
Utilizzando il LUCAS, è possibile mantenere
sempre uno standard ottimale nella qualità
della rianimazione cardiopolmonare
(RCP) effettuata, riducendo al minimo le
interruzioni delle compressioni. Inoltre, il
LUCAS rappresenta per gli operatori un
supporto prezioso consentendo di eseguire le
compressioni a mani libere e di concentrarsi
sulle altre terapie critiche mantenendo un
maggiore livello di sicurezza anche durante
il trasporto del paziente sul territorio, tra
i reparti ospedalieri oppure in ambulanza.
Questo fa di LUCAS un oggetto non utilizzabile
da tutti, ma solo da addetti del settore,
per questo risulta essere troppo costoso e
complesso. Ma anche questo ha i suoi aspetti
positivi quali il sostituire l’azione dell’uomo,
ma non sempre questo passare alla macchina
ciò che ha sempre fatto l’uomo ha i suoi lati
positivi.
Lucas, dall’immagine
sottostante è possibile
constatare la complessità
dell’oggetto e la chiarezza del
suo utilizzo.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
43
HEART AID è stato progettato da Sahar
Madanat Haddad nel 2011. È un dispositivo
pensato per la rianimazione cardio-polmonare
effettuata su anziani, che comporta una serie
di accorgimenti in più per quanto riguarda
il loro stato fisico, a volte molto fragile. Per
questo Sarah ha pensato ad un oggetto che
potesse mettere direttamente in contatto il
soccorritore con il centralino del 118, tramite
una video-chiamata visibile in uno schermo
presente nella parte superiore dell’oggetto.
Durante la chiamata il personale del 118 ha la
possibilità di assistere il soccorritore occasionale
durante la rianimazione, dando dei consigli
vocali e visivi su come comportarsi in situazioni
di primo soccorso. L’oggetto è estremamente
complesso e, oltre ad un prezzo sicuramente
elevato per tutte le caratteristiche presenti in
esso, risulta anche estremamente utopico per il
semplice fatto di non riuscire a fare una videochiamata con i centralinisti del 118. L’oggetto
è formalmente piacevole per la possibilità di
richiuderlo su se stesso arrotolandolo tramite le
fasce laterali.
A fianco: Heart Aid.
Prendendo spunto dai pregi di tutti questi
oggetti è nato MC1 che, come ZOLL POCKET
CPR, utilizza un accelerometro per calcolare
la forza durante le compressioni e realizzato
con un materiale morbido, piacevole al tatto,
come la parte a contatto con la pelle di CARDIO
PUMP. In ognuno degli oggetti elencati sopra, è
possibile estrapolarne delle caratteristiche; per
questo in MC1 sono stati aggiunti 3 elettrodi
che riescono a percepire la presenza o l’assenza
del battito cardiaco e aiutare il soccorritore ad
effettuare in maniera immediata il controllo
del battito.
44
Percorso progettuale
Inizialmente il percorso progettuale è iniziato
da un tema differente, riguardante la sicurezza
sui luoghi di lavoro, ossia l’inquinamento
dell’aria all’interno degli uffici, causato dalla
stampanti laser. Da subito, il poco interesse
e la poca vicinanza all’argomento, mi hanno
portato a cambiare completamente strada.
Sono arrivata ad interessarmi del Primo
soccorso, in particolare della manovra del
massaggio cardiaco. L’idea iniziale era di
realizzare un oggetto da affiancare a un
classico defibrillatore semiautomatico,
o comunque di realizzare un semplice
supplemento da applicare ad esso. Già dalle
prime ricerche il problema principale era la
mancanza di defibrillatori negli spazi pubblici
per il prezzo troppo elevato di essi (dai 1.000
ai 2.000 euro). Per questo il mio oggetto non
poteva quindi essere un supplemento ma
doveva poter essere utilizzato singolarmente
e, ovviamente, utile allo stesso modo di un
defibrillatore. In parallelo a queste ricerche
ho da subito guardato quali potessero essere
le dimensioni dell’oggetto, dato che doveva
essere applicato sullo sterno di un infortunato,
di qualsiasi età e dimensione. Consultando
il libro “The measure of man and woman”
scritto da Henry Dreyfuss (autore aziendale) e
Alvin R. Tilley, ho trovato degli spunti molto
interessanti e importanti per individuare il
mio campo di progettazione: IL TORACE. Mi
sono servite le misure e le medie del corpo
umano riportate nel libro proprio per capire
che e quanto grande doveva essere la mia
pettorina per essere utilizzata sia da uomini
che da donne. Le prime forme disegnate, sono
più grandi, rispetto al disegno finale, illustrate
in maniera tale che è difficile comprendere
velocemente il punto di posizionamento della
pettorina sul torace. Inizialmente la forma era
simile ad un bavaglio, con la sagoma del collo,
preso come riferimento, più pronunciata.
A questo punto era ben noto che l’oggetto così
pensato non sarebbe stato funzionale al suo
scopo, cioè FACILITARE la manovra, ma avrebbe
contribuito a creare confusione nella mente di
chi lo avrebbe dovuto utilizzare. Ma prima di
poter parlare di forma è bene chiarire che le
caratteristiche fondamentali del prodotto sono
sempre rimaste le stesse, con delle migliorie,
fin dall’inizio. I primissimi obiettivi erano:
realizzare un oggetto facile da utilizzare, con
un disegno molto semplice e che aiutasse a
comprendere nell’immediato il suo utilizzo;
che aiutasse il soccorritore a definire l’assenza
o la presenza di battito cardiaco, essenziale
per procedere con la manovra di rianimazione
cardio-polmonare; che avesse una parte sonora
e luminosa che aiutassero a scandire il tempo
delle compressioni e la profondità.
Le caratteristiche sopra citate sono rimaste
praticamente invariate dall’inizio, questo mi ha
aiutato a definire con più precisione tutto ciò
che seguiva nella progettazione. Ritornando
alla forma dell’oggetto, inizialmente la sagoma
s’ispirava, non tanto alla forma dello sterno,
ma alla forma del cuore (organo) per questo
presentava una parte più allungata nel lato
destro.
Questa forma creava confusione nel momento
in cui l’oggetto doveva essere posto nello
sterno. Per questo ho successivamente deciso
che avrei dovuto disegnare l’oggetto seguendo
delle linee immaginarie che si vanno a formare
nello sterno umano, questo mi ha aiutata a
trovare forme più appropriate.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
45
Alcuni psicologi hanno identificato le proprietà
della mente che tendono a determinare i nostri
atteggiamenti positivi verso un certo prodotto.
Da sempre i designer vorrebbero sapere quali
caratteristiche visive di un oggetto hanno il
potere di attrarci o respingerci e gli esperti
hanno identificato una serie di linee guida:
tendiamo, per esempio, a preferire oggetti
grandi e con forme arrotondate.
Le forme spigolose attivano i neuroni cerebrali
del centro della paura, l’AMBIGDOLA, più di
quelle tondeggianti. Probabilmente le strutture
appuntite vengono associate a sensazioni di
pericolo. Inoltre la psicologia evoluzionistica
aggiunge che il fatto di preferire linee curve
sarebbe legato al ricordo della percezione di
protezione e calore che si riceve da bambini
soprattutto dalla figura materna. L’impatto
visivo è quindi molto importante.
Studi di psicologia associata al design hanno
rilevato che il giudizio estetico è influenzato
anche dalla simmetria, è noto che preferiamo i
visi simmetrici perché indicano buona salute.
Per questo il disegno di MC1 è ricavato da una
linea curva continua e la curva chiusa che ne
uscirà risulterà simmetrica sia se viene tagliato
verticalmente che orizzontalmente.
Come suggerisce il libro “le leggi della
semplicità” per ottenere un oggetto è bene
rendere la superficie semplice togliendo tutto
ciò che è superfluo, per questo in MC1 regna
la semplicità: la sola faccia sarà bianca, priva
di scritte, questo la renderà sobria e la prima
impressione che avrà il fruitore sarà quella di
un oggetto pulito che vuole comunicare calma
e sicurezza.
46
Le tecnologie di MC1 rimarranno nascoste
all’interno dell’oggetto: una parte sonora
guiderà in tutto e per tutto la manovra delle
compressioni toraciche e i passaggi che dovrà
compiere un soccorritore occasionale; la fascia
led aiuterà a comprendere se le compressioni
esercitate vengono fatte con la forza necessaria
ad abbassare il torace di 5 cm (come indicano le
norme dell’A.H.A.); poi troviamo degli elettrodi
che riescono a determinare la presenza del
battito cardiaco in breve tempo facilitando
la manovra a soccorritorre che, preso dal
momento, potrebbe non capire subito le
condizioni di salute dell’infortunato.
Nell’immagine sopra è
raffigurata la prima idea di
forma quasi definitiva, essa
aveva come riferimento la
forma del cuore.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
47
Mappa di definizione
dell’ambito e del concept.
Schizzi progettuali riguardanti
l’ultima forma definitiva
dell’oggetto.
48
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
49
50
Vision
La vision progettuale è quella di dare all’uomo
un oggetto/sistema che sia i grado di infondere
e suggerire uno stato d’animo positivo e
lucido da tenere in situazione di emergenza.
Una delle cause maggiori di morte improvvisa
è proprio l’arresto cardiaco ma se preso in
tempo, con i dovuti accorgimenti (seguendo
cioè le nozioni base apprese nel corso di primo
intervento) può essere risparmiata una vita.
Fermandoci a riflettere sull’arresto cardiaco
prendiamo consapevolezza del fatto che la
maggior parte di queste situazioni cliniche
avvengono in spazi, luoghi comuni (cioè
condivisi con altri individui) ed è bene pensare
ad un sistema semplice che renda la tecnica
della rianimazione cardiopolmonare precisa e
ovvia.
Name
Prove di logo in negativo
e positivo.
L’oggetto creato è stato chiamato M.C.1,
che sta per: Massaggio Cardiaco, il numero 1
richiama il numero del modello dell’oggetto
(in questo caso il primo modello) e dà al
prodotto una caratteristica in più: la tecnicità.
L’oggetto è stato pensato come un oggetto
situato all’interno di spazi pubblici (come
ad esempio l’estintore, la cassetta di primo
soccorso ecc..), il nome deve riportare quindi a
ciò che è possibile farci. M.C.1 vuole essere un
semplice sigla, facile da ricordare, anche in casi
di estrema confusione come, ad esempio, se ci
si dovesse trovare a soccorrere un infortunato.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
51
Forma ed ergonomia
La forma di M.C. 1 e stata pensata in relazione
al corpo umano, in particolare al toracedi esso.
Prese le micure standard vediamo subito dalle
immagini la perfetta collocazione dell’artefatto
sul petto. Anche la tecnologia all’interno di
M.C.1 ha collaborato a determinare la sagoma
di esso.
La forme dell’oggetto si
adatta sia alla forma del
seno femminile che al seno
maschile, rendondo quasi
spontaneo il posizionamento
dell’oggetto in quella zona
del corpo.
52
Posizionamento
Il posizionamento e la forma dell’oggetto
sono due aspetti, o meglio caratteristiche,
correlati tra loro. La forma è stata dettata dalla
funzione, sia per la presenza degli elettrodi
(situati nei punti che circondano il cuore) sia
per la struttura fisica dell’uomo. M.C.1 va
collocato con la parte rialzata (in cui è presente
l’accelerometro) al centro dello sterno,
esattamente nel punto in cui vanno eseguite
le compressioni. Per riuscire a posizionare
l’oggetto perfettamente ci si servirà delle
linee guida stampate nella parte frontale,
dove la linea arancione corrisponde alla linea
immaginaria che va da capezzolo a capezzolo
mentre, la linea verde corrisponde alla linea
immaginaria che va dal naso all’ombelico.
Il triangolo nel disegno è
detto triangolo di Einthoven
ed è la zona in cui vengono
posizionati gli elettrodi
quando si effettua un
elettrocardiogramma essendo
questa la zona dove è possbile
captare gli impulsi elettrici
derivanti dal cuore.
In alto sono indicati in
arancione i punti in cui sono
stati posizionati gli elettrodi
che determineranno la
presenza o l’assenza di battito
cardiaco
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
53
In questa pagina troviamo
le linee guida per poter
posizionare nel corpo della
vittima M.C.1. Queste linee
sono essenzialmente una
quella che divide il nostro
corpo a metà, dal naso
all’ombelico, per intenderci,
l’altra è una linea immaginaria
che va da capezzolo a
capezzolo. All’incontro di
queste due linee è possibile
individuare il punto di
“repere”, ossia il punto su cui
si esercitano le compressioni
toraciche durantela
rianimazione cardiopolmonare.
Linea immaginaria che va dal
naso all’ombelico
Linea immaginaria che va dal
naso all’ombelico
250
54
Componenti
M.C.1 si divide principalmente in 3 parti
differenti:
1.La custodia esterna, in silicone, protegge
la scatola interna ma ha anche la funzione
di proteggere il torace della vittima dalla
pressione esercitata durante le compressioni;
2. La scatola interna che contiene tutte le
varie tecnologie, è estraibile calla parte
in silicone, permettendo così di cambiare
eventuali componenti in caso di rottura.
Al suo interno contiene: una logica che
elabora i dati convertindoli in segnale sonoro
(presenza o dell’assenza di battito cardiaco);
un accelerometro che misura lo spostamento
del torace, nello spazio apposito destinato
ai segnali visivi, apparirà una banda di
caicamento che cresce e decresce in base
alla forza esercitata dal soccorritore; un
altoparlante speaker che emette tutti i vari
segnali sonori (es. presenza/assenza di battito
cardiaco; un metronomo che scandisce il
ritmo delle compressioni toraciche; eventuali
informazioni utili); una batteria ricaricabile (3.7
V 300mAh); l’accensione e un cavo utilizzato
per ricaricare il dispositivo tramite corrente.
3. la terza parte ha la stessa sagoma della
parte in silicone, è realizzata in tessuto non
tessuto in polipropilene, questo va posizionato
e agganciato tramite dei bottoni a pressione
presenti nella scocca interna permettendo il
collegamento con le parti elettroniche.
1
Custodia esterna
(SILICONE)
2.1
Coperchio contenitore
(POLIPROPILENE)
2.2
Contenitore
parti elettroniche
(POLIPROPILENE)
3
Elemento usa e getta
(TESSUTO NON TESSUTO)
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
55
1
2.1
2.2
3
56
1.CUSTODIA esterna
Metodi di produzione:
Stampaggio ad
iniezione,tampografia
La parte esterna è quella che deve fungere da
scocca protettiva sia alle varie tecnologie che
ci sono all’interno, sia alcorpo della vittima
evitanto lesioni eccessive provocate dalle
compressioni toraciche, attudento i colpi
provocati. La scocca verrà realizzata tramite
lo stampaggio ad iniezione, è un processo
di produzione industriale in cui il materiale
plastico viene fuso e iniettato ad elevata
pressione all’interno dello stampo chiuso,
che viene aperto dopo il raffreddamento del
manufatto.
La tampografia (pad printing) verrà utilizzata
per stampare le linee colorate e le scritte nella
parte frontale della custodia, con inchiostri
indelebili.
Materiale:
Silicone
Le gomme siliconiche sono masse polimeriche
formulate con l’aggiunta di opportuno
catalizzatore o agente di vulcanizzazione.
Sono chiamate LSR Liquid Silicone Rubber
le gomme siliconiche cosiddette liquide che
sono particolarmente adatte, per la loro bassa
viscosità, ad essere iniettate in uno stampo e
sono in genere costituite da due componenti
da miscelare al momento della trasformazione.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
57
2.CUSTODIA interna
Metodo di lavorazione:
Termoformatura
La termoformatura è una tecnica di
stampaggio materie plastiche a caldo, a partire
da lastre o film, sotto pressione o sotto vuoto.
È una valida alternativa alla tecnica ad
iniezione soprattutto se il numero di pezzi
da produrre è elevato e i tempi di consegna
sono ristretti; è necessaria la massima
flessibilità produttiva; lo spessore delle
pareti dei pezzi deve essere molto sottile; la
precisione dimensionale richiesta è superiore
al millimetro; l’oggetto presenta zone in
sottosquadro non eliminabili.
Materiale:
PP in lastra
Il polipropilene (o polipropene, abbreviato
in PP) è un polimero termoplastico.
Scatola per componenti
elettroniche e coperchio
58
Componenti elelttroniche
A
Altoparlante
B
Logica (o circuito integrato)
C
Accelerometro
D
Batteria ricaricabile
E-F Ingresso spinotto corrente,
accensione
G
Display led
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
59
A
B
ALTOPARLANTE
LOGICA
L’altoparlante è un attuatore che converte
un segnale elettrico in onde sonore. Il suono
in sostanza è generato da una serie di
compressioni e rarefazioni dell’aria, compito
dell’altoparlante è generare tali compressioni
e rarefazioni nell’ambiente d’ascolto. Oggi a
parità di diametro si possono avere woofer
molto potenti, basti vedere l’evoluzione del
settore car-audio.
In elettronica digitale e informatica, una logica
è un circuito digitale in grado di implementare
una particolare operazione logica di una o più
variabili booleane. Questo significa che prende
dei dati (esempio gli impulsi elettrici che
provengono dal cuore) e li converte in output,
tradotti in segnali luminosi e sonori.
C
D
ACCELEROMETRO
BATTERIA
RICARICABILE
3.7 V 300 mAh
Oggigiorno abbiamo sempre più a che fare con
minuscoli dispositivi chiamati accelerometri,
ma forse non sappiamo esattamente cosa sono.
MC1 è dotato di uno di questi per permettere
di avere un feedback più o meno preciso,
sulla pressione che viene esercitata durante le
compressioni toraciche.
G
DISPLAY LED
60
3.elemento usa e getta
Metodo di lavorazione:
Fustellatura
La fustellatura è un processo (metodo di taglio)
utilizzato in diversi settori per tagliare un
materiale piatto e sottile in una forma specifica
ed estremamente precisa. Per fustella si intende
quell’attrezzo che permette di eseguire un
taglio preciso. A livello industriale, il processo
di produzione prevede un disegno CAD dello
sviluppo dell’oggetto che si vuole produrre.
Materiale:
Tessuto non tessuto
Tessuto non tessuto (TNT in acronimo) è il
termine generico per indicare un prodotto
industriale simile a un tessuto ma ottenuto
con procedimenti diversi dalla tessitura e dalla
maglieria. Pertanto in un non tessuto le fibre
presentono un andamento casuale, senza
individuazione di alcuna struttura ordinata
mentre in un tessuto le fibre presentono due
direzioni prevalenti ed ortogonali fra di loro
(trama ed ordito).
Caratteristiche:
. Idrorepellenza;
. Resistenza a temperature basse ed anche
elevate;
. Morbidezza o almeno non abrasività al tatto .
. Possibilità di renderlo molto sottile.
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
61
Business plan
Materie prime e
lavorazioni
Costo
Costo unitario
Costo 1.000 pezzi
CUSTODIA ESTERNA
Stampo per
stampaggio ad
iniezione:
15.000 €
Silicone:
35 € al Kg
1 pz = 100 g = 3,5 €
Termoformatura:
95 € all’ora
0,60 € (150 pz/h)
Lastra PP
1 € un foglio A4
15.000 €
3.500 €
SCATOLA INTERNA
( 2 pezzi )
1.235 €
2.000 €
( 1.000 € coperchio e
1.000 € contenitore )
ELEMENTO USA E
GETTA (10 per ogni
confezione )
Fustellatura:
100 € ( 10.000 pz )
10 € 1000 pz
0,01 € al pz
100 € ( 10.000 pz )
Tessuto non tessuto
PP ( polipropilene ):
2 € al 1 kg
1 pz = 5 g = 0,01 €
Elettrodi:
30 pz = 1,84 €
0.06 € al pezzo
1,50 €
8€
6€
7€
4€
= 26,5 €
26.500 €
di componenti
elettroniche per
pezzo
- 20 %
TOT.
45 €
45.000 €
1.840 € ( 30.000 pz )
COMPONENTI
ELETTRONICHE
Speaker:
Batteria 3.7V300mAh:
Accelerometro:
Circuito integrato:
Display led:
= 21.000 €
62
250
90
80
71,5
107
71,5
86,5
86,5
61,25
47,5
61,25
80
39,5
13 27,5
170
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
63
Disegni tecnici
Custodia esterna
39,25
22
3 63
20
8
170
47,5
22
39,25
Scala1:2
64
240
34
15
191
189
8 17,5
R 11
R 90
R 90
R 21
51,5
56
51,5
17,5 8
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
65
Disegni tecnici
Scatola interna
Scala 1:2
8
88
6,5
46
170
4
6,5
46
17,5
3
17,5
1
31
Per saperne di più...
Che cos’è un accelerometro?
Ogni smartphone è dotato
di un accelerometro é grazie
a questo componente che il
cellulare è in grado di capire
che lo stiamo ruotando,
eseguendo di conseguenza le
operazioni di rendering per
ridisegnare il contenuto dello
schermo con l’angolazione
corretta.
Anche alcuni controller
di gioco fanno uso di
un accelerometro. Un
accelerometro è un dispositivo
tanto semplice quanto
sofisticato e trova la sua
vera destinazione d’uso
in applicazioni molto più
professionali piuttosto che in
un semplice videogioco.
Ad esempio, i dispositivi di
navigazione, soprattutto
quelli autonomi, fanno uso di
accelerometri uniti a giroscopi
e magnetometri. Sistemi di
test, controllo e sicurezza
sulle automobili e sui mezzi
di trasporto in genere
sono altre applicazioni che
fanno uso di accelerometri.
Un accelerometro è
sostanzialmente un dispositivo
in grado di rilevare o misurare
un’ accelerazione, ovvero
una variazione di velocità nel
tempo.
Come funziona un
accelerometro
Nella maggior parte degli
accelerometri, il principio di
funzionamento è il medesimo:
si basa sulla rilevazione
dell’inerzia di una massa
quando viene sottoposta ad
un’accelerazione. La teoria su
cui si basa un accelerometro
è il principio di equivalenza
di Einstein, secondo il quale
gravità e accelerazione sono
indistinguibili. La parte
meccanica del sensore è
essenzialmente una massa
attaccata a una “molla”
microscopica. L’accelerometro
misura l’accelerazione e la
gravità a cui è sottoposto
il sensore, la cosiddetta
forza-G, nel momento in
cui il Mems è sottoposto
a una accelerazione, la
massa si sposta e la molla
controbilancia la forza
esercitata: si calcola, quindi, lo
spostamento analogicalmente
o digitalmente. La maggior
parte degli accelerometri
è planare, chip quindi
sensibili solo in un piano
dello spazio. Integrandone
due perpendicolarmente si
riescono, però, a misurare
due assi. Esistono anche gli
accelerometri tridimensionali
che possono misurare ogni
direzione. Bruno Murari, in
cinquant’anni, ha guidato
lo sviluppo di oltre 2000
microchip. Il suo lavoro ha
generato più di 80 brevetti nel
campo dei circuiti integrati.
L’accelerometro è uno di quei
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
Murari, inventore
dell’accelerometro
microchip e fa parte della
famiglia sempre più numerosa
e variopinta dei Mems (Micro
electromechanical systems):
«È un’applicazione che ha
divulgato alle masse la nostra
tecnologia», continua Murari.
«Da qui in futuro entriamo in
una nuova rivoluzione: nuove
menti creative cominceranno
a concepirne diversi modi di
utilizzo. Abbiamo toccato
solo la punta di un iceberg e
mi rammarico che forse non
riuscirò a vedere fin dove
queste invenzioni potranno
spingersi. C’è anche chi pensa
che tra vent’anni si potrà
scaricare il nostro cervello
su un computer… Anche
se secondo me ci vorrà di
più». A oggi Murari e i suoi
colleghi hanno venduto
oltre quattrocento milioni
di accelerometri nel mondo,
diventando il numero
uno dei Mems su diversi
mercati. «Al tempo non
avrei mai immaginato che
la stessa tecnologia avrebbe
rivoluzionato le interfacce
uomo macchina: certo che,
a ripensarci, comandare
un computer con i propri
gesti è qualcosa di molto
mediterraneo, anzi
molto italiano».
La diffusione degli
accelerometri trasformerà
molti aspetti della nostra vita. Alcuni gesti che oggi non
sono codificati diventeranno
intuitivi come stringersi la
mano. Ma le applicazioni di un
componente elettronico che
“sente” il movimento
sono infinite.
68
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
69
70
M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO
71
Bibliografia
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Bruno Munari, “Design e comunicazione visiva”, Editori Laterza, Bari
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Bruno Munari, “Da cosa nasce cosa”, Editore Laterza, Bari 2010
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http://design.rootiers.it
http://www.ordinepsicologisicilia.it
http://it.wikipedia.org
http://www.crescita-personale.it/psicologia-design
http://spazioinwind.libero.it
http://www.silicones.it
Desidero ringraziare gli Ingg. Giulia Montebelli
e Pasquale Pompilio per avermi dedicato il
loro tempo dandomi utili consigli durante lo
svolgimento della mia ricerca, l’Ing. Claudio
Franchini per la pazienza concessa a dirimere i
miei dubbi durante la fase iniziale riguardante
le scelte progettuali, Matteo e mia sorella lucia
per il grande e fondamentale aiuto pratico, il mio
ragazzo, i miei amici e i compagni di corso per
il sostegno e per avermi supportato durante la
preparazione della tesi. Ed infine ho desiderio di
ringraziare con affetto la mia famiglia per avermi
permesso di frequentare questo corso di laurea ed
essermi stati vicino durante i tre anni.
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