Supporto tecnico di primo SoccorSo per il maSSaggio cardiaco
by user
Comments
Transcript
Supporto tecnico di primo SoccorSo per il maSSaggio cardiaco
Supporto tecnico di primo soccorso per il massaggio cardiaco Silvia Braconi A.A.2013/2014 50652 Indice Definizione del concept 6 1. CONTESTUALIZZAZIONE L’ Arresto cardiaco Anatomia di un attacco cardiaco; Substrato di un arresto cardiaco; 10 12 Primo soccorso Catena della sopravvivenza; 14 America Heart Association: Linee guida della rianimazione cardiopolmonare; Problemi principali di tutti i soccorritori; Enfasi della RCP di qualità; 16 Rianimazione cardiopolmonare La sequenza della rianimazione; Modifica da A-B-C ad C-A-B; Valutazione ambientale; Valutazione dello stato di coscienza; 118; C Circolation A Airway B Breathing 18 Quando devo smettere la rianimazione? Perchè la respirazione non è consigliata in caso di arresto cardiaco? Riassumendo 28 22 25 26 29 Cenni storici 2. FASE PRE-PROGETTUALE Il condizionamento psicologico Aspetti psicologici del primo soccorso; Perchè è così difficile mantenere la calma? 34 Antropometria Il petto, la superficie di lavoro; 36 Ricerca di mercato 40 Percorso progettuale 44 3. IL PROGETTO Vision Name Forma ed ergonomia Posizionamento Componenti 1.Custodia esterna; 2.Custodia interna; 3.Elemento usa e getta; Business plan Disegni tecnici Render 50 51 52 54 61 62 68 6 Definizione del concept Il design ha un compito fondamentale nella vita dell’uomo, nel senso più elevato del termine, anche nella sua sopravvivenza e sicurezza. Molti casi, infatti, testimoniano come un’idea giusta possa veramente fare la differenza. Per rientrare in questa categoria è stato progettato un oggetto in grado di aiutare l’essere umano ad intervenire in maniera immediata e precisa in caso d’emergenza. Più nel particolare M.C.1, il progetto in questione, è un sistema che ha l’intenzione di voler facilitare la manovra delle compressioni toraciche effettuata da un soccorritore occasionale, inesperto e possibilmente impressionabile. aspettative di riuscita della manovra. Parlando di sicurezza, ci spostiamo in un ramo più specifico di essa, la sicurezza sui luoghi di lavoro. Quando un lavoratore è posto nella condizione di lavorare senza esporsi a rischi e incidenti, in particolare quando il luogo di lavoro è dotato degli strumenti che forniscono sia assistenza che protezione in caso di incidenti, è possibile parlare di sicurezza sul lavoro. Panico e insicurezza non devono far parte dello stato d’animo di un soccorritore, piuttosto l’opposto e questo può essere reso possibile affiancando ad esso un oggetto che infonda calma e fiducia in se stessi. Questo tema, la sicurezza sul lavoro già molto affrontato e discusso, è anche tutto ciò che tutela la sicurezza psicologica. Per legge almeno una persona per ambiente lavorativo deve frequentare, ogni anno, il corso di primo intervento. L’incaricato viene quindi istruito a effettuare le principali tecniche di primo soccorso. Questo serve a garantire la massima sicurezza nei luoghi di lavoro (D.LGS. 81/2008). L’insicurezza è la condizione psicologica caratterizzata da dubbi su se stessi e dal timore di sbagliare, questa condizione non offre sufficienti garanzie di stabilità nell’affrontare una situazione in cui è bene intervenire con manovre rapide di primo soccorso. Questo sentimento rende l’essere umano poco ottimista riducendo drasticamente le Conoscere alcune determinate tecniche d’emergenza può aiutare e determinare la sopravvivenza dell’infortunato. Addentrandosi poi in quello che sono nello specifico queste tecniche è emerso che saper effettuare correttamente la manovra di Rianimazione Cardio-Polmonare (RCP), in caso di arresto cardiaco, può davvero fare la differenza. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 7 DESIGN processo fondamentale nella vita dell’uomo; crea sistemi finalizzati anche alla sua sopravvivenza e sicurezza. SICUREZZA SUL LAVORO quando un lavoratore è posto nella condizione di lavorare senza esporsi a rischi fornendo strumenti per la protezione e l’assistenza in caso di emergenza TECNICHE DI PRIMO INTERVENTO un individuo per ambiente lavorativo deve frequentare, per legge, un corso di primo intervento. SISTEMA CHE AIUTI AD EFFETTUARE LA TECNICA DEL MASSAGGIO CARDIACO CON SICUREZZA COMUNICARE CON LE SENSAZIONI DEL SOCCORRITORE, INFONDENDO POSITIVITA’ E SICUREZZA INFORMAZIONI CHIARE E DIRETTE SU COME AGIRE IN CASO DI EMERGENZA DI FACILE UTILIZZO DA PARTE DEL FRUITORE DEL DISPOSITIVO INSICUREZZA condizione psicologica caratterizzata da dubbi e dal timore di sbagliare, rendendo poco ottimisti e riducendo le aspettative di riuscita della manovra. 10 L’arresto Cardiaco L’arresto cardiaco improvviso viene spesso confuso con attacco cardiaco. Un attacco cardiaco avuto nel passato aumenta, nel futuro, il rischio di arresto cardiaco improvviso, sebbene siano due cose diverse. Entrambi i disturbi risultano da problemi di origine cardiaca, ma ciascuno di essi presenta fattori di rischio, opzioni terapeutiche e conseguenze diverse. Situazione di emergenza in cui i presenti si trovano impreparati per ntervenire in maniera corretta, contesto di riferimento. Anatomia di un attacco cardiaco Un attacco cardiaco è causato da un problema di circolazione o alimentazione del cuore, ossia quando una o più arterie che trasportano il sangue al cuore si ostruiscono. L’ossigeno nel sangue, di conseguenza, non raggiunge il muscolo cardiaco e questo ne viene danneggiato. Questo danno al muscolo cardiaco può provocare disturbi del sistema elettrico del cuore. A sua volta, un difetto del sistema elettrico cardiaco può provocare ritmi cardiaci pericolosamente rapidi che possono sfociare in un arresto cardiaco improvviso. Ostruzione dell’arteria che porta, attraverso il sangue, ossigeno M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 11 Substrato dell’arresto cardiaco improvviso Contrariamente all’attacco cardiaco, l’arresto cardiaco improvviso in genere è provocato da un problema elettrico al cuore, si manifesta quando le camere inferiori del cuore (ventricoli) sviluppano improvvisamente un ritmo rapido e irregolare (fibrillazione ventricolare) provocando la vibrazione dei ventricoli, invece della loro contrazione. Il movimento disordinato di vibrazione dei ventricoli rende il cuore una pompa inefficace e incapace di fornire ossigeno al corpo e al cervello. Nel giro di pochi secondi, la persona colpita da arresto cardiaco improvviso perde i sensi e presenta un’assenza di polso. Solo una terapia d’urgenza immediata, quale la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e la defibrillazione esterna, possono evitare il conseguente decesso. Per ogni minuto che passa senza ricevere alcun intervento, dopo la comparsa dell’arresto cardiaco improvviso, la percentuale di sopravvivenza si riduce del 10 per cento. E’, pertanto, indispensabile sottoporre rapidamente il paziente alla terapia d’urgenza per prevenire il decesso. Se voi o un vostro conoscente o familiare è sopravvissuto ad un attacco cardiaco, è essenziale capire quali possano essere i fattori di rischio di un possibile arresto cardiaco improvviso. Spesso, il cardiologo prescrive al paziente una terapia al fine di controllare la frequenza cardiaca o di riportare automaticamente il cuore al ritmo normale, prevenendo così un possibile evento di arresto cardiaco improvviso. In caso di emergenza per arresto cardiaco improvviso, è possibile salvare la vita del paziente grazie ad un intervento precoce. A causa di un ritmo cardiaco irregolare i ventricoli vibrano anzichè contrarsi 12 Arresto cardiaco In Europa Il 5% degli arresti cardiaci si verifica sui luoghi di lavoro. Questo significa che oltre 70 lavoratori alla settimana, in Italia, sono colpiti da arresto cardiaco mentre si trovano sul posto di lavoro. L’attuale normativa relativa alla Sicurezza sui Luoghi di Lavoro (L.81/08) non prevede la dotazione di defibrillatori semiautomatici da parte delle aziende, ma l’obbligo di formazione del personale al primo soccorso e la Legge 120 del 2001 confermano l’importanza della presenza sui luoghi di lavoro di personale addestrato e di dispositivi idonei a tutelare al meglio la salute dei lavoratori. La maggior parte delle obiezioni che vengono sollevate in merito alla collocazione di un defibrillatore nella propria azienda sono di tipo finanziario. 400.000 60.000 1.000 PERSONE IN EUROPA, OGNI ANNO, SONO COLPITE DA ARRESTO CARDIACO PERSONE IN ITALIA, OGNI GIORNO, SONO COLPITE DA ARRESTO CARDIACO PERSONE IN EUROPA OGNI GIORNO, SONO COLPITE DA ARRESTO CARDIACO M.C.1 SUPPLEMENTO DI PRIMO SOCCORSO 13 15 % SOLTANTO NEL 15% DEI CASI DI ARRESTO CARDIACO IN EUROPA VIENE EFFETTUATA LA RCP 70 % IL 70% DEGLI ARRESTI CARDIACI AVVIENE IN PRESENZA DI QUALCUNO CHE POTREBBE INIZIARE LA MA RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE 100.000 SE SI AUMENTASSE LA PERCENTUALE DI RCP PRIMA DEI SOCCORSI DALL’ATTUALE 15% AL 50% - 70% DEI CASI, POTREMMO SALVARE CIRCA 100.000 PERSONE ALL’ANNO IN EUROPA 14 Primo Soccorso Ognuno, nel corso della vita, può trovarsi nella condizione di dover affrontare una situazione nella quale una o più persone si trovino incidentalmente coinvolte in occasioni che ne mettono a rischio la vita; incidenti domestici, incidenti stradali, sul lavoro. Tali eventi e le relative conseguenze rappresentano un problema per la sanità pubblica, il Piano sanitario nazionale dedica una particolare attenzione alle azioni da promuovere per contrastare questa morbilità e mortalità, certamente evitabile. Tuttavia anche la prevenzione secondaria, basata sugli interventi da mettere in atto per il primo soccorso di un infortunato rappresenta un pilastro altrettanto importante in quanto sapere gestire una situazione di pericolo o semplicemente essere in grado di attivare correttamente le strutture dell’emergenza possono consentire di salvare una vita umana. L’esito finale di un intervento di soccorso rimane molte volte legato alla fortuita presenza sul luogo di soccorritori occasionali che, nei primi minuti del cosiddetto “intervallo libero” (tempo che intercorre tra il momento del malore o del trauma e l’arrivo dei soccorritori), sappiano praticare le principali manovre di primo soccorso necessarie. E’ importante, quindi, diffondere le nozioni di primo soccorso tra tutta la popolazione consentendo di evitare allarmi falsi o impropri e quindi inutili soccorsi nei casi di non reale pericolo immediato. Le principali manovre di primo soccorso vengono aggiornate ogni anno dall’ American Heart Association. Questo ha portato a semplici e pochi passaggi. Il primo compito del soccorritore occasionale (come per gli altri soccorritori) è quello di valutare eventuali pericoli ancora presenti, sia per la vittima sia per il soccorritore stesso. A volte il pericolo può essere talmente elevato da impedire l’intervento occasionale, ed è necessario attendere i vigili del fuoco, la cui professionalità ed il cui equipaggiamento consentono loro di agire nel modo opportuno. In altre circostanze è possibile allontanare la vittima rapidamente dal luogo pericoloso. In assenza di pericolo, o dopo aver allontanato la vittima, per primo va valutato lo stato di coscienza della vittima. Una persona che sembra incosciente va stimolata, per confermare o meno questa incoscienza. Nel caso che la persona sia risvegliabile, si valuta la normalità o meno del respiro e del polso, ci si informa sull’eventuale storia di diabete e, se necessario, si provvede alla manovre di primo soccorso imparate: posizione semi- seduta per il respiro, posizione anti-shock per il circolo, somministrazione di zucchero in caso di diabete in trattamento con farmaci. All’occorrenza si attiveranno i soccorsi. Nel caso che la persona non sia risvegliabile, attivati i soccorsi, si procede al controllo del respiro. Nel caso sia presente, si valuta anche il polso carotideo e quindi si mette la persona in posizione di sicurezza, in attesa dei soccorsi, controllando periodicamente la persistenza o meno del respiro e del polso carotideo. Nel caso che il respiro sia assente, si procede con la respirazione artificiale a due insufflazioni, quindi si controlla il polso carotideo. In caso di presenza del polso carotideo, si prosegue con la respirazione artificiale, controllando periodicamente l’eventuale ripresa della respirazione spontanea, la persistenza della M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 15 mancanza di respiro, la persistenza o la scomparsa del polso carotideo.In caso di assenza del polso carotideo, o comunque di segni indiretti di attività circolatoria, quali il respiro appunto, colpi di tosse o movimenti, si procede anche al massaggio cardiaco, con 15 compressioni, a cui si alterneranno 2 insufflazioni. Se il soccorritore occasionale è da solo deve alternarsi alle due manovre, se i soccorritori occasionali sono in due, uno provvede alla respirazione artificiale, l’altro al massaggio cardiaco esterno, alternando sempre 2 ventilazioni a 15 compressioni. Tali manovre dovranno essere proseguite fine all’arrivo dei soccorritori dell’emergenza sanitaria, controllando periodicamente l’eventuale ricomparsa del polso e del respiro. Schema della “catena della sopravvivenza”, passaggi consigliati in caso di primo intervento per la buona riuscita di esso. Catena della sopravvivenza 1. 2. 3. 4. Accesso precoce al sistema di emergenza Inizio precoce delle procedure di BLS (Basic Life Support) Defibrillazione precoce (arrivo di èquipe per praticare la defibrillazione) Inizio precoce del trattamento intensivo 16 American Heart Association Linee guida della rianimazione cardiopolmonare e l’assistenza cardiovascolare di emergenza L’ American heart association (Aha) è la più grande organizzazione no-profit statunitense contro le malattie cardiovascolari. Fondata nel 1924, l’Aha è una delle più riconosciute e rinomate associazioni non scientifiche in ambito cardiovascolare, e il suo congresso è un punto di riferimento per clinici ed esperti di tutto il mondo. Ogni anno viene organizzato un evento che, nel tempo, si è evoluto fino a diventare un vero e proprio meeting scientifico internazionale, con la partecipazione di esperti da tutto il mondo e la pubblicazione di contenuti aggiornati e di profondo impatto scientifico. La presente “Sintesi delle linee guida” riassume i principali argomenti e le principali rettifiche delle Linee guida del 2010 dell’American Heart Association (AHA) per la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e l’assistenza cardiovascolare di emergenza (ECC). L’AHA illustra le raccomandazioni delle linee guida e gli aspetti della rianimazione più importanti o controversi o destinati a modificare le procedure rianimatorie o l’addestramento alla rianimazione. Inoltre, illustra la motivazione alla base delle raccomandazioni fornite. Di seguito è presente sintesi delle linee guida pubblicate dall’A.H.A. del 2010. Gli sforzi degli esperti e degli operatori della rianimazione sono sempre volti a ridurre la mortalità e le disabilità imputabili a patologie cardiovascolari e ictus. I testimoni, i primi soccorritori e gli operatori sanitari rivestono un ruolo chiave nella RCP delle vittime di un arresto cardiaco. Inoltre, operatori esperti possono fornire un’eccellente assistenza periarresto e post-arresto. Le Linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC si basano su un processo di valutazione delle evidenze a livello internazionale, che coinvolge centinaia di ricercatori ed esperti di rianimazione che valutano e discutono migliaia di pubblicazioni scientifiche con revisione paritaria. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 17 Problemi principali a tutti i soccorritori Qui di seguito sono riassunti i principali problemi evidenziati nelle Linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC, in particolare relativamente al supporto di base delle funzioni vitali (BLS, Basic Life Support), che devono affrontare tutti i soccorritori, dagli operatori sanitari ai soccorritori occasionali. Le Linee guida AHA 2005 per RCP ed ECC sottolineavano l’importanza della qualità delle compressioni toraciche (frequenza e profondità adeguate, retrazione toracica completa dopo ogni compressione e riduzione delle interruzioni delle compressioni). Studi pubblicati anche prima del 2005 hanno evidenziato che: . La qualità delle compressioni toraciche necessita di ulteriori miglioramenti, nonostante l’implementazione delle Linee guida AHA 2005 per RCP ed ECC sia stata associata a una RCP migliore e a un aumento della sopravvivenza; . la percentuale di sopravvivenza all’arresto cardiaco in contesto extra ospedaliero varia notevolmente a seconda dei sistemi di pronto soccorso; . la maggior parte delle vittime di arresto cardiaco improvviso in contesto extra ospedaliero non ha ricevuto alcuna RCP da parte dei testimoni. Le modifiche consigliate nelle Linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC rappresentano un tentativo di risolvere questi problemi e di migliorare l’esito di un arresto cardiaco enfatizzando l’importanza dell’assistenza post-arresto. Enfasi della RCP di qualità Le Linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC ancora una volta sottolineano l’esigenza di una RCP di alta qualità, che offra: . Una frequenza minima di 100 compressioni al minuto (contro “circa” 100 compressioni al minuto); . Una profondità di compressione di almeno 5 cm negli adulti e di almeno un terzo del diametro antero-posteriore del torace nei lattanti e nei bambini (circa 4 cm nei lattanti e 5 cm nei bambini). Si noti che l’intervallo da 4-5 cm non viene più utilizzato per gli adulti e la profondità assoluta specificata per i lattanti e i bambini è maggiore rispetto a quanto indicato nelle versioni precedenti delle Linee guida AHA per RCP ed ECC; . Retrazione toracica completa dopo ogni compressione; . Riduzione al minimo delle interruzioni nelle compressioni toraciche . Eliminazione della ventilazione eccessiva, il rapporto compressione-ventilazione di 30:2 per singolo soccorritore in adulti, bambini e lattanti (esclusi i neonati). Si raccomanda di somministrare l’insufflazione di soccorso in circa un secondo. Una volta applicato un supporto avanzato delle vie aeree, le compressioni toraciche possono diventare continue (a una frequenza di almeno 100/min) e non più alternate alle ventilazioni. Si può quindi eseguire la respirazione di soccorso con una frequenza di circa 1 insufflazione ogni 6-8 secondi (da 8 a 10 insufflazioni al minuto). Evitare una ventilazione eccessiva. Testo tratto dal resoconto dell’incontro dell’AHA. 18 Rianimazione cardiopolmonare Le manovre di rianimazione cardio-polmonare di base si rendono necessarie per soccorrere una persona che ha perso coscienza o ha difficoltà respiratorie o è in arresto respiratorio per ostruzione delle vie aeree o perchè è in arresto cardiaco. Queste manovre sono sequenziali e codificate, servono per valutare e sostenere, in breve tempo, le funzioni vitali della persona. L’obiettivo delle manovre di rianimazione cardio-polmonare di base è quello di garantire artificialmente un apporto di ossigeno al cervello ed al cuore, fino a quando un trattamento medico appropriato e definitivo possa ripristinare l’attività cardiaca e respiratoria. Le procedure sono finalizzate sia a prevenire l’evoluzione verso l’arresto cardiaco in caso di ostruzione respiratoria o arresto respiratorio sia per provvedere alla respirazione ed alla circolazione artificiali in caso di arresto cardiocircolatorio. Questo si traduce in un “COMPRARE TEMPO”, ossia dilazionare il più possibile l’intervallo di tempo che intercorre tra la morte clinica (momento in cui si è fermato il cuore) e la morte del cervello (inizio dei danni cerebrali da mancanza di ossigenazione). La sequenza della rianimazione cardiopolmonare La sequenza delle procedure della rianimazione cardio-polmonare di base consiste in una serie di momenti in cui si alternano valutazioni e successive azioni. Le azioni da effettuare si possono ricordare con più facilità ricordando le prime tre lettere dell’alfabeto (A – B - C), ogni azione delle fasi A – B – C deve essere preceduta da una valutazione: solo dopo la valutazione si è autorizzati all’azione conseguente, in modo da evitare manovre inutili o dannose. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 19 A.B.C. Airvay APERTURA DELLE VIE AEREE Breathing FUNZIONE RESPIRATORIA Circulation FUNZIONE CARDIACA 20 Modifica da A-B-C ad C-A-B Le Linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC consigliano di modificare la sequenza del BLS da A-B-C (Airway, Breathing, Chest compressions; apertura delle vie aeree, respiro e circolo) a C-A-B (Chest compressions, Airway, Breathing - circolo, apertura delle vie aeree e respiro) in adulti, bambini e lattanti (esclusi i neonati). Questa modifica fondamentale nella sequenza RCP richiede una formazione specifica per tutti coloro che sono stati addestrati alla RCP, ma gli autori e gli esperti che hanno partecipato alla stesura delle Linee guida AHA 2010 per RCP ed ECC convengono sul fatto che il beneficio giustifichi l’impegno necessario. Motivazione: la maggior parte degli arresti cardiaci si verifica negli adulti e i tassi di sopravvivenza più elevati si riscontrano nei pazienti di tutte le fasce di età che sono stati colpiti in presenza di testimoni da arresto cardiaco con ritmo iniziale di fibrillazione ventricolare (FV) o di tachicardia ventricolare senza polso (TV). In questi pazienti, gli elementi critici iniziali del BLS sono le compressioni toraciche e la defibrillazione precoce. Nella sequenza A-B-C, le compressioni toraciche vengono spesso ritardate in attesa che il soccorritore apra le vie aeree per la respirazione bocca a bocca, recuperi un dispositivo a barriera o procuri e assembli un’attrezzatura per la ventilazione. Modificando la sequenza in C-A-B, l’esecuzione delle compressioni toraciche viene anticipata e il ritardo nella ventilazione dovrebbe essere minimo (ovvero, solo il tempo necessario per praticare il primo ciclo di 30 compressioni toraciche o circa 18 secondi; se sono presenti 2 soccorritori per la rianimazione di un lattante o di un bambino, il ritardo sarà ancora più breve). La maggior parte delle vittime di arresto cardiaco in contesto extra ospedaliero non riceve RCP da parte dei testimoni.Ciò è dovuto a vari motivi; un ostacolo potrebbe essere la sequenza A-B-C, che inizia con le procedure che i soccorritori trovano più difficili, nello specifico aprire le vie aeree e praticare la respirazione. Iniziare la RCP con le compressioni toraciche potrebbe rappresentare un incoraggiamento per i soccorritori. Normalmente, la procedura BLS viene descritta come una sequenza di azioni, il che continua a essere vero per il soccorritore singolo. La maggior parte degli operatori sanitari tuttavia lavora in squadra; in tal caso, le procedure BLS vengono eseguite simultaneamente. In presenza di un presunto arresto per asfissia (ad esempio in caso di annegamento), è necessario dare priorità alle compressioni toraciche con respirazione di soccorso per circa 5 cicli (due minuti) prima di attivare il sistema di risposta alle emergenze. Valutazione ambientale Prima di prestare qualsiasi opera di soccorso, è indispensabile effettuare la valutazione dell’ambiente, per valutare eventuali pericoli per chi presta soccorso e per la vittima. Solo dopo che si è appurato che non vi sono pericoli e che l’ambiente è in sicurezza, è possibile avvicinarsi alla persona per prestare soccorso. Valutazione dello stato di coscienza Il primo momento nel soccorso per una persona apparentemente inanimata consiste nella valutazione dello stato di coscienza. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 21 Per valutare velocemente lo stato di coscienza si deve: . Chiamare la persona a voce alta; . Scuotere la persona delicatamente, afferrandolo da una spalla. Il soccorritore si inginocchia di fianco alla vittima scuotendola, in maniera adeguata, stimolando così la ripresa di coscienza. La persona può rispondere alla stimolazione in modo coerente oppure in maniera incoordinata ed incomprensibile. 1. 2. Se la persona ha risposto alla stimolazione: Se la persona non ha risposto alla stimolazione: . Lasciare la persona nella posizione in cui sta; . Indagare se sono presenti segni e/o sintomi suggestivi di trauma; . Rivalutare periodicamente lo stato di coscienza, il respiro e il battito cardiaco; . Chiedere soccorso più qualificato, se necessario. . Chiamare aiuto; allerta il Sistema 118; . Posizionare la persona supina, su piano rigido, mantenendo in asse il capo, il collo ed il tronco allineando gli arti e scoprendo il torace; . Effettuare l’A.B.C. o meglio ancora la C.A.B. (Airway, Breathing, Circulation). 22 118 Il “118” è il numero telefonico da comporre in qualsiasi caso di emergenza sanitaria. È un numero unico per tutto il territorio nazionale, breve e quindi facilmente memorizzabile, ed è attivo 24 ore su 24. La chiamata è gratuita da tutti gli apparecchi, pubblici e privati, di telefonia fissa o mobile. Il Sistema 118, con la sua rete di operatori (medici, infermieri, operatori tecnici) e di mezzi (ambulanze con medico o infermiere a bordo, eliambulanza), è in grado di inviare il mezzo di soccorso più vicino e adeguato al tipo di emergenza sanitaria e di inviare la persona presso l’ospedale più adeguato al suo problema di salute. Quando si deve attivare il Sistema 118 è necessario: . Qualificarsi col proprio nome; . Dire che cosa è successo e se ci sono più persone bisognose di soccorso; . Descrivere, con poche e semplici parole, le condizioni dell’infortunato/i; . Comunicare chiaramente il luogo dove si deve intervenire (comune o città, via, piazza, numero civico, interno, piano, scala, ecc...); . Lasciare un recapito telefonico. . Parlare lentamente e ad alta voce; . Evitare commenti superflui; . Rispondere chiaramente alle domande dell’operatore e seguire le sue indicazioni; . Mantenere la calma. C circulation Secondo le linee guida dell’Aha è fondamentale valutare se è presente l’attività cardiocircolatoria. Per far questo, si ricercano i segni indiretti di circolo (piccoli respiri e movimenti) e soprattutto la presenza delle pulsazioni a lato del collo (polso carotideo). Per ricercare il polso carotideo: .Mantenere estesa con una mano la testa della persona; .Individuare con l’indice ed il medio dell’altra mano il pomo d’Adamo; .Far scivolare le due dita lateralmente fino ad incontrare il solco generato dai muscoli laterali del collo; .Esercitare una lieve pressione e ricercare in questa area le pulsazioni. Questa valutazione deve durare 10 secondi La ricerca del polso carotideo si esegue dallo stesso lato del soccorritore; evitare quindi di porre le dita di traverso sulle vie aeree della vittima, rischiando in tal modo di comprimere le stesse. Questa valutazione consente di stabilire se la persona, pur non cosciente ed in arresto respiratorio, possiede o no una attività cardiaca spontanea. A. Se il polso carotideo è presente: .Continuare con la respirazione artificiale, mantenendo un ritmo di 12 atti respiratori al minuto; .Controllare periodicamente il polso carotideo, dopo ogni minuto. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 23 B. Se il polso carotideo non è presente: Non è presente una attività cardiaca efficace, quindi è necessario provvedere alla circolazione artificiale per mezzo delle compressioni toraciche o massaggio cardiaco esterno. Si alternano 15 compressioni toraciche esterne e 2 atti respiratori artificiali. Ricerca dell’area da comprimere per valutare la presenza di polso carotideo. Ricerca del punto di repere Il cuore si trova all’interno della gabbia toracica, dietro lo sterno; comprimendo lo sterno, il cuore viene schiacciato contro la colonna vertebrale. Questa compressione, insieme ad un aumento della pressione all’interno del torace, permette al sangue contenuto nel cuore e nei grossi vasi di essere spinto in circolo; rilasciando il torace il cuore si riempie di nuovo. Per identificare il punto esatto su cui esercitare le compressioni toraciche: .Far risalire il medio di una mano lungo il margine dell’arcata costale fino al punto di incontro con lo sterno, questo è il punto dove effettuare le compressioni; .Sovrapporre le mani ed intrecciare le dita, mantenendole sollevate in modo che non comprimano le coste. 24 Esecuzione del massaggio cardiaco .Posizionarsi accanto alla vittima in modo da avere le spalle perpendicolari al punto di compressione e le braccia estese; .Comprimere ritmicamente il torace ad una frequenza di 100 compressioni/minuto e con un abbassamento di circa 4-5 centimetri (a seconda della corporatura della vittima); .Mantenere la stessa durata nelle compressioni e nel rilasciamento; .Mantenere le braccia tese, sfruttando il peso del tronco; .Alternare 15 compressioni e 2 insufflazioni; Dopo 4 cicli di 15 compressioni e 2 insufflazioni (ossia dopo ogni minuto circa), si rivaluta la presenza del polso carotideo. Se il polso carotideo è di nuovo presente: .Continuare con la respirazione artificiale, mantenendo un ritmo di 12 atti respiratori al minuto; .Controllare periodicamente il polso carotideo, dopo ogni minuto. Se il polso carotideo continua a non essere presente: .Si ripetono 4 cicli di 15 compressioni e 2 insufflazioni In alto: posizione corretta delle mani sul torace della vittima. In basso: corretta posizione delle braccia e del busto del soccorritore. M.C.1 SUPPLEMENTO DI PRIMO SOCCORSO 25 A airway La perdita di coscienza determina un rilasciamento muscolare: la mandibola cade all’indietro e la base della lingua, per la forza di gravità, scende verso il basso ostruendo in tal modo le vie aeree superiori. Per ripristinare la pervietà delle vie aeree: . Sollevare il mento con due dita di una mano; . Spingere la testa all’indietro appoggiando l’altra mano sulla fronte; Questa manovra impedisce la caduta all’indietro della base della lingua e permette il passaggio dell’aria. Occorre sempre controllare la presenza di corpi estranei o di residui alimentari nella bocca della persona, e se possibile asportarli. Le protesi dentarie, se ben fissate, non occorre rimuoverle. In caso di trauma della colonna vertebrale, anche solo sospettato, si solleva la mandibola senza estendere la testa. Controllare la presenza di corpi estranei all’interno della bocca e della gola. Sollevare il mento con due dita di una mano, spingere la testa all’indietro appoggiando l’altra mano sulla fronte. 26 B breathing Una volta instaurata e mantenuta la pervietà delle vie aeree, si deve valutare se la persona respira. Per valutare la presenza della funzione respiratoria si effettua una manovra denominata “Manovra del G.A.S.” (Guardo – Ascolto - Sento) dalle iniziali delle tre azioni che il soccorritore esegue simultaneamente. Il Soccorritore si pone di fianco alla testa della persona, mantiene pervie le vie aeree, e chinato con il volto verso il torace della vittima: Guarda - Ascolta - Sente Questa valutazione deve durare 10 secondi, con gli occhi con le orecchie con la guancia se il torace si muove; se vi sono rumori respiratori; se c’è il flusso espiratorio dell’aria. A. Se la persona respira: .Allentare gli indumenti costrittivi (cravatte, cinture, busti, ecc...); .Controllare periodicamente e favorire la funzione respiratoria; .Posizionare la persona in Posizione Laterale di Sicurezza (se non si tratta di un trauma); . telefonare per richiedere aiuto; .Rivalutare ad intervalli. In nessun caso bisogna: .Somministrare bevande, soprattutto alcoliche; .Spruzzare il viso con acqua; .Schiaffeggiare e/o scuotere energicamente la persona; .Tentare di fare alzare la persona; .Fare annusare aceto o altre sostanze. B. Se la persona non respira Occorre iniziare subito la respirazione artificiale: si effettuano due atti respiratori artificiali, lenti (della durata di circa due secondi) ed efficaci (in grado di fare sollevare il torace della vittima). In assenza di strumenti, è possibile effettuare la respirazione bocca-bocca: .Mantenere esteso la testa, tenendo una mano sulla fronte e sollevando il mento con due; .Stringere il naso col pollice e l’indice della mano posizionata sulla fronte; .Effettuare una profonda inspirazione e posizionare la bocca bene aperta su quella della persona; .Soffiare lentamente in modo da gonfiare i suoi polmoni; .Osservare durante l’insufflazione il sollevamento del torace; .Staccarsi dopo l’insufflazione per consentire l’espirazione passiva; . osservare il ritorno del torace. M.C.1 SUPPLEMENTO DI PRIMO SOCCORSO 27 Grardare Ascoltare Sentire A posizione laterale di sicurezza B respirazione artificiale 28 Quando devo smettere la rianimazione? La risposta è molto semplice: quando i soccorsi sanitari vi dicono di smettere, oppure quando siete troppo stanchi per continuare. Vi ricordiamo però di non interrompere il massaggio cardiaco se il paziente inizia ad ansimare, apre gli occhi o si muove, perché si tratta di segnali che vi indicano che state lavorando come si deve, e non di segnali di ripresa del paziente. Perchè la respirazione non è consigliata in caso di arresto cardiaco? In passato i manuali di primo soccorso consigliavano di eseguire la rianimazione cardiopolmonare alternando il massaggio cardiaco con la respirazione bocca a bocca. Le ricerche, però, hanno dimostrato che la rianimazione cardiopolmonare tradizionale non è il modo migliore per affrontare l’arresto cardiaco. Diversamente da quanto accade durante l’arresto respiratorio, in cui la vittima non riesce a respirare e quindi il cuore alla fine si ferma perché non riceve abbastanza ossigeno, durante l’arresto cardiaco il paziente sviene anche se pochi secondi prima respirava normalmente: quindi non c’è alcun motivo per ritardare il massaggio cardiaco tentando di fare la respirazione bocca a bocca, perché il sangue e i polmoni del paziente sono comunque pieni di ossigeno. Le ricerche hanno scoperto che il sangue dei pazienti deceduti in seguito a un arresto cardiaco contiene una quantità di ossigeno sufficiente a farli sopravvivere per alcuni minuti. L’aspetto più importante da ricordare, però, è che la respirazione bocca a bocca fa perdere tempo e distoglie dal massaggio cardiaco continuo, che invece è prioritario. Le ricerche hanno dimostrato che le persone inesperte interrompono le serie di compressioni toraciche per una media di 16 secondi per fare i due respiri che dovrebbero essere “veloci”. Anche se ci sono due o più persone che assistono al malore, è più utile alternarsi al massaggio cardiaco che dedicarsi uno al massaggio cardiaco e uno alla respirazione artificiale, perché eseguire il massaggio cardiaco con compressioni veloci e profonde senza fermarsi è davvero faticoso. La rianimazione cardiopolmonare con massaggio cardiaco continuo è il metodo di elezione per i malori improvvisi, tuttavia la rianimazione tradizionale con respirazione bocca a bocca rimane la tecnica giusta per i pazienti con arresto respiratorio: durante l’arresto respiratorio (causato, nella maggior parte dei casi, da un’overdose di stupefacenti, da un’intossicazione alcolica, dall’avvelenamento da monossido di carbonio, da attacchi gravi di asma, dall’annegamento o dal soffocamento) il problema principale non è il cuore ma la mancanza di ossigeno (soffocamento) che alla fine può provocare l’arresto cardiaco. Ricordate che tutte queste circostanze non provocano un malore improvviso e inaspettato. Solo un arresto cardiaco su 20 è dovuto a un arresto respiratorio. In caso di arresto respiratorio, è consigliabile eseguire il massaggio cardiaco accompagnato dalla respirazione artificiale. Riassumendo Se siete inesperti: Se non sapete come si pratica la rianimazione cardiopolmonare, cercate di praticare solamente il massaggio cardiaco, cioè una serie ininterrotta di compressioni toraciche (circa 100 al minuto), finché non arriva M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 29 l’ambulanza. Non è necessario cercare di ripristinare la respirazione. Se siete preparati e avete fiducia nelle vostre capacità, iniziate con il massaggio cardiaco, anziché controllare per prima cosa le vie respiratorie e praticare la respirazione artificiale. Iniziate il massaggio cardiaco con 30 compressioni, e poi controllate la respirazione e procedete con la respirazione artificiale. Se siete preparati, ma per qualche motivo non più di tanto sicuri. Se in passato avete imparato come si pratica la rianimazione polmonare, ma non avete più di tanta fiducia nelle vostre capacità, procedete unicamente con le compressioni toraciche, al ritmo di 100 al minuto (per adulti e bambini, no neonati). La rianimazione cardiopolmonare può aiutare il sangue ossigenato a scorrere verso il cervello e gli organi vitali, prima che una terapia più radicale sia in grado di ripristinare il normale ritmo cardiaco. Se il battito cardiaco si arresta la mancanza di sangue ossigenato può causare danni cerebrali irreversibili, nel giro di pochi minuti ed il paziente potrebbe morire dopo soli 8-10 minuti. Per imparare le procedure di rianimazione cardiopolmonare seguite un corso certificato di primo soccorso che vi insegnerà a praticare la rianimazione cardiopolmonare e a usare il defibrillatore automatico esterno (DAE): il massaggio cardiaco è infatti molto importante ma, da solo, non è in grado di riportare il battito cardiaco alla normalità. In caso di fibrillazione cardiaca il cuore ricomincerà a battere normalmente solo grazie a una scarica elettrica proveniente da un defibrillatore. Finché non si ha a disposizione un defibrillatore, tuttavia, il massaggio cardiaco è l’unico modo per far scorrere il sangue verso il cervello, il cuore e gli altri organi vitali del paziente. Senza massaggio cardiaco il cuore in fibrillazione consuma le proprie riserve di energia e probabilmente non sarà più in grado di reagire alla scossa del defibrillatore quando arriveranno i soccorsi. Il paziente, quindi, morirà. Cenni storici Nel Medioevo si trovano ordini religiosi di cavalieri, che fornivano aiuto ai pellegrini e ai cavalieri e insegnavano ad altri cavalieri a trattare le più comuni ferite da guerra. Tra gli altri, vi furono i Cavalieri Ospitalieri, costituitisi nell’undicesimo secolo. La pratica di attuare tecniche di primo soccorso cadde in disuso nei secoli successivi. Non si trovano tracce di società organizzate in questo campo fino al 1859, quando Henry Dunant, da poco arrivato a Solferino, organizzò la popolazione locale per aiutare i soldati reduci dell’omonima battaglia, organizzando anche l’acquisto del materiale necessario e la costruzione di strutture improvvisate in cui curare i feriti. Quattro anni dopo, nel 1863, nasceva la Croce Rossa, con il chiaro obiettivo di aiutare i soldati malati e quelli feriti sul campo. Seguì la formazione della St. John Ambulance, fondata sugli stessi principi dell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri: insegnare le tecniche di soccorso. Molti passi avanti nel campo del primo soccorso e delle pratiche mediche hanno avuto come stimolo le guerre che si sono verificate nel tempo; un esempio è la Guerra civile americana, che spinse Clara Barton ad organizzare la fondazione della Croce Rossa Americana. Nella Bibbia, il libro secondo dei Re dà la prima notizia di un riuscito tentativo di rianimazione “bocca a bocca”, eseguito intorno all’850 a. C.: “Intanto, il bambino divenne grande e arrivò il giorno in cui si recò presso suo padre, tra i mietitori. E disse a suo padre: “La mia testa, la mia testa’. Il padre, allora, ordinò al servo: “Portalo a sua madre”. Ed egli lo prese e lo portò a sua madre. Rimase sulle sue ginocchia fino a mezzogiorno, poi morì; [...] Eliseo, intanto, entrò in casa e veramente il fanciullo morto giaceva sul suo letto. Entrò, dunque, chiuse la porta dietro loro due e pregò il Signore. Poi salì e si adagiò sopra il bambino, pose la sua bocca sulla bocca di lui, i suoi occhi sopra gli occhi di lui, le sue mani sopra le mani di lui, stendendosi su di lui. La carne 30 del fanciullo, allora, si riscaldò. Indi si ritirò e incominciò a camminare per la casa qua e là, poi salì e si ridistese su di lui. Allora il fanciullo starnutì sette volte e aprì gli occhi”. Il metodo bocca a bocca fu impiegato, fino a divenire una sicura pratica di pronto soccorso medico. Nella seconda metà del XVIII secolo: il medico veneziano F. Vicentini, nella sua Memoria intorno al metodo di soccorrere i sommersi scriveva: “consiste nell’applicare la propria bocca a quella del sommerso, e, chiuse le di lui narici, soffiar con quella alternativa con la quale respiriamo”. Nel 1956, in uno studio condotto per incarico dell’esercito americano, si tabilì che il metodo “bocca a bocca” rappresenta in guerra il mezzo di rianimazione respiratoria più pratico ed efficace, ne sancirono l’introduzione ufficiale nelle tecniche della moderna rianimazione. Nel 1796, A. V. Zarda, professore all’Università di Praga ove teneva regolari corsi di rianimazione e di pronto soccorso, dette alle stampe un lavoro in cui erano descritti, oltre al metodo della respirazione artificiale bocca a bocca, anche il massaggio cardiaco esterno e la stimolazione elettrica del cuore. Tuttavia, i vari trattati di rianimazione fissano al 1958 l’introduzione ufficiale nella pratica rianimatoria del massaggio cardiaco esterno, quando Jude, Kouwenhoven e Knickerbocker ne pubblicarono le modalità di esecuzione; si attribuisce anzi un significato storico al giorno 24 ottobre 1958, in cui per la prima volta fu eseguito con successo un massaggio cardiaco esterno su una donna, in arresto cardiaco dopo essere stata operata per un difetto atrioventricolare. L’applicazione tempestiva delle moderne tecniche di rianimazione cardiorespiratoria è in grado di prevenire la morte biologica e può essere praticata ovunque da individui preparati, senza bisogno di attrezzature particolari. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO Eliseo e il bambino 32 M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 33 34 Il condizionamento psicologico Il condizionamento è quel processo che si verifica con l’associazione di uno stimolo incondizionato (naturale) ad uno condizionato (artificiale) in un organismo, ove lo stimolo condizionato induce naturalmente una risposta della cui si avvale. La particolare forma di un prodotto può perciò indurre sensazioni, comportamenti, reazioni volontarie sia nei fruitori diretti ed indiretti. La psicologia della Gestalt (dove la parola tedesca gestalt significa: forma, schema, rappresentazione), detta anche “psicologia della forma”, è una corrente psicologica riguardante l’esperienza percettiva che si iniziò a considerare in ambiti applicativi concreti verso gli inizi del XX secolo in Germania. Secondo i principi della gestalt, quello che noi siamo e sentiamo, il nostro stesso comportamento, sono il risultato di una complessa organizzazione che guida anche i nostri processi di pensiero. La stessa percezione non è preceduta dalla sensazione, ma è un processo immediato influenzato dalle passate esperienze, solo in quanto queste sono lo sfondo dell’esperienza attuale che deriva dalla Gestalt, come combinazione delle diverse componenti di un’esperienza reale-attuale. La capacità di percepire un oggetto quindi deve essere rintracciata in una organizzazione presieduta dal sistema nervoso e non ad una banale immagine focalizzata dalla retina. Per comprendere il mondo circostante si tende a identificarvi forme secondo schemi che ci sembrano adatti, scelti per imitazione, apprendimento e condivisione. È attraverso simili processi che si organizzano sia la percezione che il pensiero e la sensazione; ciò avviene di solito del tutto inconsapevolmente. Con particolare riferimento ad una delle regole principali dell’organizzazione dei dati percepiti: quella della buona forma, in cui la struttura percepita è sempre la più semplice. Questo particolare legame tra l’importanza formale di un oggetto e la sua necessaria intrinseca semplicità, risulta rilevante anche in termini economici e di ecosostenibilità ambientale: tecniche di produzione, trasporto, stoccaggio, smaltimento e riciclaggio. Aspetti psicologici del primo soccorso Dopo quanto detto fino ad ora, soprattutto nel capitolo precedente, è facile cogliere l’importanza che riveste la diffusione delle nozioni di primo soccorso, nozioni che possono certamente essere imparate da chiunque dedichi loro un po’ del proprio tempo e abbia l’occasione di addestrarvisi per impadronirsi di una tecnica corretta. Ma, ancora, tutto questo non basta per riuscire ad eseguire un buon soccorso in caso di bisogno. C’è ancora una difficoltà da superare, la più grande difficoltà per un soccorritore, di qualsiasi livello: mantenere la calma per valutare ed agire correttamente. Perchè è così difficile mantenere la calma? Perché il nostro modo di agire, il nostro comportamento, è una cosa molto complessa, e non sempre è determinato dal pensiero razionale e dalla volontà. In alcune circostanze, come quelle di pericolo, l’ansietà che ci assale può essere talmente intensa da superare la nostra capacità di autocontrollo; se questo accade allora “perdiamo la testa”, prende cioè il sopravvento il nostro inconscio; il nostro comportamento non sarà più razionale e reagiremo in modi diversi: bloccandoci, disperandoci, diventando aggressivi e inconcludenti, ma comunque difficilmente potremo essere di aiuto, molto più facilmente M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 35 saremo di danno. Conoscere l’esistenza di questo meccanismo che può mandare in tilt il nostro autocontrollo è già il primo passo per riuscire a controllarsi meglio, concentrandosi sulle prime cose da fare, imponendosi la calma. Ma subito dopo è necessario che il soccorritore, proprio per non perdere il controllo, riesca ad ignorare eventuali esagitati presenti sul posto e non entrare in polemica con loro: sono persone che non sono riuscite a mantenere il sangue freddo necessario ed il loro comportamento non può essere pertanto né razionale né utile. Nessun discorso potrà calmarli: sarà invece il comportamento sicuro e risoluto dei soccorritori, concentrati sull’esecuzione del soccorso, ad avere spesso questo effetto “miracoloso” (ricordate che sì l’agitazione ma anche l’autocontrollo è contagioso: vince il più forte!). Ma ancora: anche se un soccorritore riesce ad imporsi la calma e a non entrare in polemica con gli agitati presenti un ultimo pericolo minaccia il suo autocontrollo: il pericolo di tendere esclusivamente al successo del proprio intervento. I suoi sforzi invece devono essere concentrati sulla esecuzione corretta di quelle manovre che gli sono state insegnate per fronteggiare la specifica situazione in causa, comunque debba concludersi il suo intervento: fare questo è già tantissimo, oltre a questo non si può fare altro. Fare questo, e solo questo, dipende da lui mentre la sopravvivenza della vittima rimane invece sempre e comunque pesantemente condizionata dalla gravità e dalla irreversibilità delle lesioni presenti: alcune persone possono e debbono venire salvate da un buon soccorso, per altre ciò non è e continuerà a non essere possibile. 36 Antropometria Letteralmente l’antropometria è la misurazione del corpo umano nel suo insieme (statura, peso) e nei suoi segmenti (testa, tronco, arti), di cui vengono rilevate le dimensioni misurate tra punti anatomici o architetturali di riferimento (punti cefalometrici e somatometrici) e calcolati i rapporti dimensionali reciproci espressi in percentuale. In senso più stretto, è una sezione dell’antropologia che studia le variazioni dimensionali dell’individuo in rapporto alla sua origine etnica, al sesso, all’età, allo stato fisico, alla condizione socioeconomica, allo stato di nutrizione e alla sua attività fisica. I contributi di Leon Battista Alberti (1404-1472) furono notevoli: egli ideò uno strumento detto “diffinitore” usato per misurare le dimensioni di una statua o di una persona. Gli studi antropologici ebbero un nuovo impulso durante il Rinascimento. In particolare, Leonardo da Vinci (1452-1519) ci ha lasciato disegni anatomici molto curati, in cui l’estetica si fonde con la conoscenza della meccanica del corpo umano. Questa disciplina ha contribuito nella realizzazione del progetto potendo sfruttare, per il disegno di esso, le tavole con rappresentate le medie del corpo umano. Le misure che questa disciplina ha individuato come percentili sono fondamentali per la progettazione di qualsiasi artefatto, definendo gli ingombri e gli spazi necessari per mettere in relazione, senza ostacolarlo, l’uomo con gli oggetti che lo circondano. Disegno fatto da leonardo da vinci che rappresenta il torace del corpo umano con i rispettivi organi che accoglie. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 37 “ Il corpo umano è il magazzino delle invenzioni, l’ufficio brevetti, dove ci sono i modelli da cui è preso ogni suggerimento. Tutti gli attrezzi e i motori sulla terra Ralph Waldo Emerson “ sono estensioni delle membra e dei sensi dell’uomo. 38 Il petto, la superficie di lavoro Consultando il libro “The measure of man and woman”, sono state individuate le misure medie del corpo umano, utili per il disegno della forma di MC1. Infatti, la forma dell’oggetto deve adeguarsi alle linee dimensioni e forme di qualsiasi fisico, quindi avrà un aspetto e delle misure che lo renderanno versatile, con la possibilità di essere utilizzato su ogni tipo di struttura fisica. Le due fotografia sotto rappresentano le pagine fondamentali del libro “The human measure of man and woman. Studi percentili sul corpo maschile. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 39 Copertina del libro. Studi percentili del corpo femminile. 40 Ricerca di mercato In commercio esistono sistemi simili, che aiutano, o addirittura prendono il posto, dell’azione umana durante l’esecuzione delle tecniche di primo soccorso, nello specifico durante la rianimazione cardiopolmonare. Tutti questi oggetti hanno una volontà comune, quella di aiutare l’uomo a mantenere la calma, fondamentale per la buona riuscita della manovra “salva vita”. Prendendo in esame ogni singolo oggetto, presente in commercio, possiamo capire i pro ed i contro che caratterizzano questi prodotti; ad esempio POCKET CPR, che è il più vicino come caratteristiche ad MC1. E’ un oggetto piccolo, pratico e non troppo costoso, 150 $. Il materiale che viene utilizzato è una plastica rigida, questo comporta un problema durante le compressioni, diventando un pericolo in caso di rottura, ma anche poco durevole in caso venisse usato per più volte, rischiando che la scocca esterna si rovini. Per questo MC1 sarà caratterizzato da un materiale più morbido, quale il silicone, più piacevole al tatto sia da parte del soccorritore che dell’infortunato. Sempre in POCKET CPR troviamo una grafica adesiva attaccata nella parte superiore che spiega dove collocarlo, questa è poco chiara e piena di scritte, rendendo non immediato il fine dell’utilizzo dell’oggetto. Un altro oggetto interessante è TRUE CPR, esso misura le compressioni toraciche, contribuendo a migliorare la profondità ed il ritmo ad ogni movimento, mantenendo la coerenza attraverso il feedback di qualità. Dovendo ottenere un feedback ad ogni compressione il dispositivo risulta essere molto complesso, troppo preciso se questo è utilizzato da un soccorritore occasionale. Dispone di un metronomo che mira a scandire 104 compressioni al minuto, in linea con le compressioni stabilite dall’American Heart Association. E’ molto resistente alla polvere e all’acqua, ha la possibilità di registrare tutte le compressioni effettuate e a fine sessione è possibile sovrascrivere i vecchi dati memorizzati oppure è possibile passera i dati ad un pc utilizzando la connessione usb. La parte che si deve collocare sotto lo sterno serve a controllare sia l’andata che il ritorno delle compressioni ed a sapere il punto preciso in cui si sta effettuando la compressione. Il collocamento dell’oggetto sul torace del paziente potrebbe risultare troppo difficile e richiedere un tempo molto lungo, cosa che in situazioni come questa la tempestività è fondamentale. Inoltre, è troppo costoso, quasi quanto un defibrillatore, più utile in una manovra di primo soccorso M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 41 Un altro oggetto che semplifica e favorisce il massaggio cardiaco è CARDIO PUMP. Questo prodotto permette al soccorritore di effettuare in modo migliore la rianimazione cardio-polmonare. Il design del dispositivo consente di utilizzare la stessa posizione e la stessa tecnica della manovra di compressione standard, anche se il distaccamento dal torace, a mio avviso, non censente di tenere le braccia tese e di effettuare delle compressioni con tutta la forza possibile proveniente dalle spalle. Anche se nelle descrizioni del prodotto ha tanti aspetti positivi quali: aumentare la pressione arteriosa, aumentare la pressione di perfusione coronarica e abbassare la pressione intratoracica durante la fase di decompressione, CARDIO PUMP, realizzato come un vero e proprio pistone, lascia degli importante segni sul torace del paziente, fungendo da ventosa su di esso, provocando ematomi. Un altro modo per semplificare e dirigere la manovra di rianimazione cardio-polmonare, è espresso nell’applicazione ZOLL POCKET CPR. L’applicazione sfrutta l’accelerometro situato all’interno del cellulare per misurare la profondità delle compressioni esercitate. Nell’applicazione sono descritte tutte le fasi di primo soccorso, guidando quindi il soccorritore, e una musica di sottofondo scandisce ritmicamente le compressioni da esercitare. Come idea è originale e assolutamente economica, ma tenere il cellulare tra le mani durante le compressioni toraciche, creerebbe un problema nell’effettuazione di esse, in maniera corretta e precisa. Nell’immgine di sinistra troviamo l’interfaccia dell’applicazione, con disegni semplici e a lato la profondità delle compressioni esercitate. Nell’immagine di destra vediamo come è possibile tenere il dispositivo cellulare durante l’effettuazione delle compressioni toraciche. A sinistra, Cardio Pump; Nella pagina affianco, in basso a sinistra Pocket CPR; in altro a destra True CPR. 42 Poi troviamo LUCAS, un dispositivo meccanico per compressione toracica facile da usare, che supporta soccorritori, personale di servizio sulle ambulanze, medici, infermieri o personale sanitario nell’effettuazione di compressioni toraciche efficaci e di qualità costante su pazienti in arresto cardiaco. Utilizzando il LUCAS, è possibile mantenere sempre uno standard ottimale nella qualità della rianimazione cardiopolmonare (RCP) effettuata, riducendo al minimo le interruzioni delle compressioni. Inoltre, il LUCAS rappresenta per gli operatori un supporto prezioso consentendo di eseguire le compressioni a mani libere e di concentrarsi sulle altre terapie critiche mantenendo un maggiore livello di sicurezza anche durante il trasporto del paziente sul territorio, tra i reparti ospedalieri oppure in ambulanza. Questo fa di LUCAS un oggetto non utilizzabile da tutti, ma solo da addetti del settore, per questo risulta essere troppo costoso e complesso. Ma anche questo ha i suoi aspetti positivi quali il sostituire l’azione dell’uomo, ma non sempre questo passare alla macchina ciò che ha sempre fatto l’uomo ha i suoi lati positivi. Lucas, dall’immagine sottostante è possibile constatare la complessità dell’oggetto e la chiarezza del suo utilizzo. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 43 HEART AID è stato progettato da Sahar Madanat Haddad nel 2011. È un dispositivo pensato per la rianimazione cardio-polmonare effettuata su anziani, che comporta una serie di accorgimenti in più per quanto riguarda il loro stato fisico, a volte molto fragile. Per questo Sarah ha pensato ad un oggetto che potesse mettere direttamente in contatto il soccorritore con il centralino del 118, tramite una video-chiamata visibile in uno schermo presente nella parte superiore dell’oggetto. Durante la chiamata il personale del 118 ha la possibilità di assistere il soccorritore occasionale durante la rianimazione, dando dei consigli vocali e visivi su come comportarsi in situazioni di primo soccorso. L’oggetto è estremamente complesso e, oltre ad un prezzo sicuramente elevato per tutte le caratteristiche presenti in esso, risulta anche estremamente utopico per il semplice fatto di non riuscire a fare una videochiamata con i centralinisti del 118. L’oggetto è formalmente piacevole per la possibilità di richiuderlo su se stesso arrotolandolo tramite le fasce laterali. A fianco: Heart Aid. Prendendo spunto dai pregi di tutti questi oggetti è nato MC1 che, come ZOLL POCKET CPR, utilizza un accelerometro per calcolare la forza durante le compressioni e realizzato con un materiale morbido, piacevole al tatto, come la parte a contatto con la pelle di CARDIO PUMP. In ognuno degli oggetti elencati sopra, è possibile estrapolarne delle caratteristiche; per questo in MC1 sono stati aggiunti 3 elettrodi che riescono a percepire la presenza o l’assenza del battito cardiaco e aiutare il soccorritore ad effettuare in maniera immediata il controllo del battito. 44 Percorso progettuale Inizialmente il percorso progettuale è iniziato da un tema differente, riguardante la sicurezza sui luoghi di lavoro, ossia l’inquinamento dell’aria all’interno degli uffici, causato dalla stampanti laser. Da subito, il poco interesse e la poca vicinanza all’argomento, mi hanno portato a cambiare completamente strada. Sono arrivata ad interessarmi del Primo soccorso, in particolare della manovra del massaggio cardiaco. L’idea iniziale era di realizzare un oggetto da affiancare a un classico defibrillatore semiautomatico, o comunque di realizzare un semplice supplemento da applicare ad esso. Già dalle prime ricerche il problema principale era la mancanza di defibrillatori negli spazi pubblici per il prezzo troppo elevato di essi (dai 1.000 ai 2.000 euro). Per questo il mio oggetto non poteva quindi essere un supplemento ma doveva poter essere utilizzato singolarmente e, ovviamente, utile allo stesso modo di un defibrillatore. In parallelo a queste ricerche ho da subito guardato quali potessero essere le dimensioni dell’oggetto, dato che doveva essere applicato sullo sterno di un infortunato, di qualsiasi età e dimensione. Consultando il libro “The measure of man and woman” scritto da Henry Dreyfuss (autore aziendale) e Alvin R. Tilley, ho trovato degli spunti molto interessanti e importanti per individuare il mio campo di progettazione: IL TORACE. Mi sono servite le misure e le medie del corpo umano riportate nel libro proprio per capire che e quanto grande doveva essere la mia pettorina per essere utilizzata sia da uomini che da donne. Le prime forme disegnate, sono più grandi, rispetto al disegno finale, illustrate in maniera tale che è difficile comprendere velocemente il punto di posizionamento della pettorina sul torace. Inizialmente la forma era simile ad un bavaglio, con la sagoma del collo, preso come riferimento, più pronunciata. A questo punto era ben noto che l’oggetto così pensato non sarebbe stato funzionale al suo scopo, cioè FACILITARE la manovra, ma avrebbe contribuito a creare confusione nella mente di chi lo avrebbe dovuto utilizzare. Ma prima di poter parlare di forma è bene chiarire che le caratteristiche fondamentali del prodotto sono sempre rimaste le stesse, con delle migliorie, fin dall’inizio. I primissimi obiettivi erano: realizzare un oggetto facile da utilizzare, con un disegno molto semplice e che aiutasse a comprendere nell’immediato il suo utilizzo; che aiutasse il soccorritore a definire l’assenza o la presenza di battito cardiaco, essenziale per procedere con la manovra di rianimazione cardio-polmonare; che avesse una parte sonora e luminosa che aiutassero a scandire il tempo delle compressioni e la profondità. Le caratteristiche sopra citate sono rimaste praticamente invariate dall’inizio, questo mi ha aiutato a definire con più precisione tutto ciò che seguiva nella progettazione. Ritornando alla forma dell’oggetto, inizialmente la sagoma s’ispirava, non tanto alla forma dello sterno, ma alla forma del cuore (organo) per questo presentava una parte più allungata nel lato destro. Questa forma creava confusione nel momento in cui l’oggetto doveva essere posto nello sterno. Per questo ho successivamente deciso che avrei dovuto disegnare l’oggetto seguendo delle linee immaginarie che si vanno a formare nello sterno umano, questo mi ha aiutata a trovare forme più appropriate. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 45 Alcuni psicologi hanno identificato le proprietà della mente che tendono a determinare i nostri atteggiamenti positivi verso un certo prodotto. Da sempre i designer vorrebbero sapere quali caratteristiche visive di un oggetto hanno il potere di attrarci o respingerci e gli esperti hanno identificato una serie di linee guida: tendiamo, per esempio, a preferire oggetti grandi e con forme arrotondate. Le forme spigolose attivano i neuroni cerebrali del centro della paura, l’AMBIGDOLA, più di quelle tondeggianti. Probabilmente le strutture appuntite vengono associate a sensazioni di pericolo. Inoltre la psicologia evoluzionistica aggiunge che il fatto di preferire linee curve sarebbe legato al ricordo della percezione di protezione e calore che si riceve da bambini soprattutto dalla figura materna. L’impatto visivo è quindi molto importante. Studi di psicologia associata al design hanno rilevato che il giudizio estetico è influenzato anche dalla simmetria, è noto che preferiamo i visi simmetrici perché indicano buona salute. Per questo il disegno di MC1 è ricavato da una linea curva continua e la curva chiusa che ne uscirà risulterà simmetrica sia se viene tagliato verticalmente che orizzontalmente. Come suggerisce il libro “le leggi della semplicità” per ottenere un oggetto è bene rendere la superficie semplice togliendo tutto ciò che è superfluo, per questo in MC1 regna la semplicità: la sola faccia sarà bianca, priva di scritte, questo la renderà sobria e la prima impressione che avrà il fruitore sarà quella di un oggetto pulito che vuole comunicare calma e sicurezza. 46 Le tecnologie di MC1 rimarranno nascoste all’interno dell’oggetto: una parte sonora guiderà in tutto e per tutto la manovra delle compressioni toraciche e i passaggi che dovrà compiere un soccorritore occasionale; la fascia led aiuterà a comprendere se le compressioni esercitate vengono fatte con la forza necessaria ad abbassare il torace di 5 cm (come indicano le norme dell’A.H.A.); poi troviamo degli elettrodi che riescono a determinare la presenza del battito cardiaco in breve tempo facilitando la manovra a soccorritorre che, preso dal momento, potrebbe non capire subito le condizioni di salute dell’infortunato. Nell’immagine sopra è raffigurata la prima idea di forma quasi definitiva, essa aveva come riferimento la forma del cuore. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 47 Mappa di definizione dell’ambito e del concept. Schizzi progettuali riguardanti l’ultima forma definitiva dell’oggetto. 48 M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 49 50 Vision La vision progettuale è quella di dare all’uomo un oggetto/sistema che sia i grado di infondere e suggerire uno stato d’animo positivo e lucido da tenere in situazione di emergenza. Una delle cause maggiori di morte improvvisa è proprio l’arresto cardiaco ma se preso in tempo, con i dovuti accorgimenti (seguendo cioè le nozioni base apprese nel corso di primo intervento) può essere risparmiata una vita. Fermandoci a riflettere sull’arresto cardiaco prendiamo consapevolezza del fatto che la maggior parte di queste situazioni cliniche avvengono in spazi, luoghi comuni (cioè condivisi con altri individui) ed è bene pensare ad un sistema semplice che renda la tecnica della rianimazione cardiopolmonare precisa e ovvia. Name Prove di logo in negativo e positivo. L’oggetto creato è stato chiamato M.C.1, che sta per: Massaggio Cardiaco, il numero 1 richiama il numero del modello dell’oggetto (in questo caso il primo modello) e dà al prodotto una caratteristica in più: la tecnicità. L’oggetto è stato pensato come un oggetto situato all’interno di spazi pubblici (come ad esempio l’estintore, la cassetta di primo soccorso ecc..), il nome deve riportare quindi a ciò che è possibile farci. M.C.1 vuole essere un semplice sigla, facile da ricordare, anche in casi di estrema confusione come, ad esempio, se ci si dovesse trovare a soccorrere un infortunato. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 51 Forma ed ergonomia La forma di M.C. 1 e stata pensata in relazione al corpo umano, in particolare al toracedi esso. Prese le micure standard vediamo subito dalle immagini la perfetta collocazione dell’artefatto sul petto. Anche la tecnologia all’interno di M.C.1 ha collaborato a determinare la sagoma di esso. La forme dell’oggetto si adatta sia alla forma del seno femminile che al seno maschile, rendondo quasi spontaneo il posizionamento dell’oggetto in quella zona del corpo. 52 Posizionamento Il posizionamento e la forma dell’oggetto sono due aspetti, o meglio caratteristiche, correlati tra loro. La forma è stata dettata dalla funzione, sia per la presenza degli elettrodi (situati nei punti che circondano il cuore) sia per la struttura fisica dell’uomo. M.C.1 va collocato con la parte rialzata (in cui è presente l’accelerometro) al centro dello sterno, esattamente nel punto in cui vanno eseguite le compressioni. Per riuscire a posizionare l’oggetto perfettamente ci si servirà delle linee guida stampate nella parte frontale, dove la linea arancione corrisponde alla linea immaginaria che va da capezzolo a capezzolo mentre, la linea verde corrisponde alla linea immaginaria che va dal naso all’ombelico. Il triangolo nel disegno è detto triangolo di Einthoven ed è la zona in cui vengono posizionati gli elettrodi quando si effettua un elettrocardiogramma essendo questa la zona dove è possbile captare gli impulsi elettrici derivanti dal cuore. In alto sono indicati in arancione i punti in cui sono stati posizionati gli elettrodi che determineranno la presenza o l’assenza di battito cardiaco M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 53 In questa pagina troviamo le linee guida per poter posizionare nel corpo della vittima M.C.1. Queste linee sono essenzialmente una quella che divide il nostro corpo a metà, dal naso all’ombelico, per intenderci, l’altra è una linea immaginaria che va da capezzolo a capezzolo. All’incontro di queste due linee è possibile individuare il punto di “repere”, ossia il punto su cui si esercitano le compressioni toraciche durantela rianimazione cardiopolmonare. Linea immaginaria che va dal naso all’ombelico Linea immaginaria che va dal naso all’ombelico 250 54 Componenti M.C.1 si divide principalmente in 3 parti differenti: 1.La custodia esterna, in silicone, protegge la scatola interna ma ha anche la funzione di proteggere il torace della vittima dalla pressione esercitata durante le compressioni; 2. La scatola interna che contiene tutte le varie tecnologie, è estraibile calla parte in silicone, permettendo così di cambiare eventuali componenti in caso di rottura. Al suo interno contiene: una logica che elabora i dati convertindoli in segnale sonoro (presenza o dell’assenza di battito cardiaco); un accelerometro che misura lo spostamento del torace, nello spazio apposito destinato ai segnali visivi, apparirà una banda di caicamento che cresce e decresce in base alla forza esercitata dal soccorritore; un altoparlante speaker che emette tutti i vari segnali sonori (es. presenza/assenza di battito cardiaco; un metronomo che scandisce il ritmo delle compressioni toraciche; eventuali informazioni utili); una batteria ricaricabile (3.7 V 300mAh); l’accensione e un cavo utilizzato per ricaricare il dispositivo tramite corrente. 3. la terza parte ha la stessa sagoma della parte in silicone, è realizzata in tessuto non tessuto in polipropilene, questo va posizionato e agganciato tramite dei bottoni a pressione presenti nella scocca interna permettendo il collegamento con le parti elettroniche. 1 Custodia esterna (SILICONE) 2.1 Coperchio contenitore (POLIPROPILENE) 2.2 Contenitore parti elettroniche (POLIPROPILENE) 3 Elemento usa e getta (TESSUTO NON TESSUTO) M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 55 1 2.1 2.2 3 56 1.CUSTODIA esterna Metodi di produzione: Stampaggio ad iniezione,tampografia La parte esterna è quella che deve fungere da scocca protettiva sia alle varie tecnologie che ci sono all’interno, sia alcorpo della vittima evitanto lesioni eccessive provocate dalle compressioni toraciche, attudento i colpi provocati. La scocca verrà realizzata tramite lo stampaggio ad iniezione, è un processo di produzione industriale in cui il materiale plastico viene fuso e iniettato ad elevata pressione all’interno dello stampo chiuso, che viene aperto dopo il raffreddamento del manufatto. La tampografia (pad printing) verrà utilizzata per stampare le linee colorate e le scritte nella parte frontale della custodia, con inchiostri indelebili. Materiale: Silicone Le gomme siliconiche sono masse polimeriche formulate con l’aggiunta di opportuno catalizzatore o agente di vulcanizzazione. Sono chiamate LSR Liquid Silicone Rubber le gomme siliconiche cosiddette liquide che sono particolarmente adatte, per la loro bassa viscosità, ad essere iniettate in uno stampo e sono in genere costituite da due componenti da miscelare al momento della trasformazione. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 57 2.CUSTODIA interna Metodo di lavorazione: Termoformatura La termoformatura è una tecnica di stampaggio materie plastiche a caldo, a partire da lastre o film, sotto pressione o sotto vuoto. È una valida alternativa alla tecnica ad iniezione soprattutto se il numero di pezzi da produrre è elevato e i tempi di consegna sono ristretti; è necessaria la massima flessibilità produttiva; lo spessore delle pareti dei pezzi deve essere molto sottile; la precisione dimensionale richiesta è superiore al millimetro; l’oggetto presenta zone in sottosquadro non eliminabili. Materiale: PP in lastra Il polipropilene (o polipropene, abbreviato in PP) è un polimero termoplastico. Scatola per componenti elettroniche e coperchio 58 Componenti elelttroniche A Altoparlante B Logica (o circuito integrato) C Accelerometro D Batteria ricaricabile E-F Ingresso spinotto corrente, accensione G Display led M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 59 A B ALTOPARLANTE LOGICA L’altoparlante è un attuatore che converte un segnale elettrico in onde sonore. Il suono in sostanza è generato da una serie di compressioni e rarefazioni dell’aria, compito dell’altoparlante è generare tali compressioni e rarefazioni nell’ambiente d’ascolto. Oggi a parità di diametro si possono avere woofer molto potenti, basti vedere l’evoluzione del settore car-audio. In elettronica digitale e informatica, una logica è un circuito digitale in grado di implementare una particolare operazione logica di una o più variabili booleane. Questo significa che prende dei dati (esempio gli impulsi elettrici che provengono dal cuore) e li converte in output, tradotti in segnali luminosi e sonori. C D ACCELEROMETRO BATTERIA RICARICABILE 3.7 V 300 mAh Oggigiorno abbiamo sempre più a che fare con minuscoli dispositivi chiamati accelerometri, ma forse non sappiamo esattamente cosa sono. MC1 è dotato di uno di questi per permettere di avere un feedback più o meno preciso, sulla pressione che viene esercitata durante le compressioni toraciche. G DISPLAY LED 60 3.elemento usa e getta Metodo di lavorazione: Fustellatura La fustellatura è un processo (metodo di taglio) utilizzato in diversi settori per tagliare un materiale piatto e sottile in una forma specifica ed estremamente precisa. Per fustella si intende quell’attrezzo che permette di eseguire un taglio preciso. A livello industriale, il processo di produzione prevede un disegno CAD dello sviluppo dell’oggetto che si vuole produrre. Materiale: Tessuto non tessuto Tessuto non tessuto (TNT in acronimo) è il termine generico per indicare un prodotto industriale simile a un tessuto ma ottenuto con procedimenti diversi dalla tessitura e dalla maglieria. Pertanto in un non tessuto le fibre presentono un andamento casuale, senza individuazione di alcuna struttura ordinata mentre in un tessuto le fibre presentono due direzioni prevalenti ed ortogonali fra di loro (trama ed ordito). Caratteristiche: . Idrorepellenza; . Resistenza a temperature basse ed anche elevate; . Morbidezza o almeno non abrasività al tatto . . Possibilità di renderlo molto sottile. M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 61 Business plan Materie prime e lavorazioni Costo Costo unitario Costo 1.000 pezzi CUSTODIA ESTERNA Stampo per stampaggio ad iniezione: 15.000 € Silicone: 35 € al Kg 1 pz = 100 g = 3,5 € Termoformatura: 95 € all’ora 0,60 € (150 pz/h) Lastra PP 1 € un foglio A4 15.000 € 3.500 € SCATOLA INTERNA ( 2 pezzi ) 1.235 € 2.000 € ( 1.000 € coperchio e 1.000 € contenitore ) ELEMENTO USA E GETTA (10 per ogni confezione ) Fustellatura: 100 € ( 10.000 pz ) 10 € 1000 pz 0,01 € al pz 100 € ( 10.000 pz ) Tessuto non tessuto PP ( polipropilene ): 2 € al 1 kg 1 pz = 5 g = 0,01 € Elettrodi: 30 pz = 1,84 € 0.06 € al pezzo 1,50 € 8€ 6€ 7€ 4€ = 26,5 € 26.500 € di componenti elettroniche per pezzo - 20 % TOT. 45 € 45.000 € 1.840 € ( 30.000 pz ) COMPONENTI ELETTRONICHE Speaker: Batteria 3.7V300mAh: Accelerometro: Circuito integrato: Display led: = 21.000 € 62 250 90 80 71,5 107 71,5 86,5 86,5 61,25 47,5 61,25 80 39,5 13 27,5 170 M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 63 Disegni tecnici Custodia esterna 39,25 22 3 63 20 8 170 47,5 22 39,25 Scala1:2 64 240 34 15 191 189 8 17,5 R 11 R 90 R 90 R 21 51,5 56 51,5 17,5 8 M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 65 Disegni tecnici Scatola interna Scala 1:2 8 88 6,5 46 170 4 6,5 46 17,5 3 17,5 1 31 Per saperne di più... Che cos’è un accelerometro? Ogni smartphone è dotato di un accelerometro é grazie a questo componente che il cellulare è in grado di capire che lo stiamo ruotando, eseguendo di conseguenza le operazioni di rendering per ridisegnare il contenuto dello schermo con l’angolazione corretta. Anche alcuni controller di gioco fanno uso di un accelerometro. Un accelerometro è un dispositivo tanto semplice quanto sofisticato e trova la sua vera destinazione d’uso in applicazioni molto più professionali piuttosto che in un semplice videogioco. Ad esempio, i dispositivi di navigazione, soprattutto quelli autonomi, fanno uso di accelerometri uniti a giroscopi e magnetometri. Sistemi di test, controllo e sicurezza sulle automobili e sui mezzi di trasporto in genere sono altre applicazioni che fanno uso di accelerometri. Un accelerometro è sostanzialmente un dispositivo in grado di rilevare o misurare un’ accelerazione, ovvero una variazione di velocità nel tempo. Come funziona un accelerometro Nella maggior parte degli accelerometri, il principio di funzionamento è il medesimo: si basa sulla rilevazione dell’inerzia di una massa quando viene sottoposta ad un’accelerazione. La teoria su cui si basa un accelerometro è il principio di equivalenza di Einstein, secondo il quale gravità e accelerazione sono indistinguibili. La parte meccanica del sensore è essenzialmente una massa attaccata a una “molla” microscopica. L’accelerometro misura l’accelerazione e la gravità a cui è sottoposto il sensore, la cosiddetta forza-G, nel momento in cui il Mems è sottoposto a una accelerazione, la massa si sposta e la molla controbilancia la forza esercitata: si calcola, quindi, lo spostamento analogicalmente o digitalmente. La maggior parte degli accelerometri è planare, chip quindi sensibili solo in un piano dello spazio. Integrandone due perpendicolarmente si riescono, però, a misurare due assi. Esistono anche gli accelerometri tridimensionali che possono misurare ogni direzione. Bruno Murari, in cinquant’anni, ha guidato lo sviluppo di oltre 2000 microchip. Il suo lavoro ha generato più di 80 brevetti nel campo dei circuiti integrati. L’accelerometro è uno di quei M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO Murari, inventore dell’accelerometro microchip e fa parte della famiglia sempre più numerosa e variopinta dei Mems (Micro electromechanical systems): «È un’applicazione che ha divulgato alle masse la nostra tecnologia», continua Murari. «Da qui in futuro entriamo in una nuova rivoluzione: nuove menti creative cominceranno a concepirne diversi modi di utilizzo. Abbiamo toccato solo la punta di un iceberg e mi rammarico che forse non riuscirò a vedere fin dove queste invenzioni potranno spingersi. C’è anche chi pensa che tra vent’anni si potrà scaricare il nostro cervello su un computer… Anche se secondo me ci vorrà di più». A oggi Murari e i suoi colleghi hanno venduto oltre quattrocento milioni di accelerometri nel mondo, diventando il numero uno dei Mems su diversi mercati. «Al tempo non avrei mai immaginato che la stessa tecnologia avrebbe rivoluzionato le interfacce uomo macchina: certo che, a ripensarci, comandare un computer con i propri gesti è qualcosa di molto mediterraneo, anzi molto italiano». La diffusione degli accelerometri trasformerà molti aspetti della nostra vita. Alcuni gesti che oggi non sono codificati diventeranno intuitivi come stringersi la mano. Ma le applicazioni di un componente elettronico che “sente” il movimento sono infinite. 68 M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 69 70 M.C.1 SUPPORTO TECNICO DI PRIMO SOCCORSO 71 Bibliografia Henry Dreyfuss, “The Measure of Man and Woman: Human Factors in Design”, Whitney Library of Design; Rev Sub edizione (14 ottobre 1993) J.Maeda,”Le leggi della semplicità”, B.Mondadori, Milano 2006 Croce Rossa Italiana, “Manuale del corso di formazione per aspiranti volontari del soccorso, corso base”, Versione 1.1 2009 Bruno Munari, “Design e comunicazione visiva”, Editori Laterza, Bari 2010 Bruno Munari, “Da cosa nasce cosa”, Editore Laterza, Bari 2010 Servizio di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro del dipartimento di prevenzione dell’azienda U.S.L.,”Organizzazione del pronto soccorso nei luoghi di lavoro”, Pesaro Sincert- centro antinfortunistico andreani, “Primo soccorso”, a cura di Renata Tremaroli, 2006 Paolo Tamborrini, “design sostenibile”, Electa, Milano 2012 Sitografia http://www.uoei.it http://cri.it http://www.lavoro.gov.it http://www-3.unipv.it http://www.arrestocardiaco.com http://www.farmacoecura.it http://paduaresearch.cab.unipd.it http://www.medneteurope.com http://www.dryheat.it/it http://design.rootiers.it http://www.ordinepsicologisicilia.it http://it.wikipedia.org http://www.crescita-personale.it/psicologia-design http://spazioinwind.libero.it http://www.silicones.it Desidero ringraziare gli Ingg. Giulia Montebelli e Pasquale Pompilio per avermi dedicato il loro tempo dandomi utili consigli durante lo svolgimento della mia ricerca, l’Ing. Claudio Franchini per la pazienza concessa a dirimere i miei dubbi durante la fase iniziale riguardante le scelte progettuali, Matteo e mia sorella lucia per il grande e fondamentale aiuto pratico, il mio ragazzo, i miei amici e i compagni di corso per il sostegno e per avermi supportato durante la preparazione della tesi. Ed infine ho desiderio di ringraziare con affetto la mia famiglia per avermi permesso di frequentare questo corso di laurea ed essermi stati vicino durante i tre anni.