Aeroporto di Bresso: finito Expo tornano le preoccupazioni sul futuro
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Aeroporto di Bresso: finito Expo tornano le preoccupazioni sul futuro
Aeroporto di Bresso: finito Expo tornano le preoccupazioni sul futuro dello scalo Anna Aglaia Bani • Così ha scritto “Zona Nove” prima che aprisse Expo: Per poter riaprire il prima possibile il campo volo sono stati eseguiti tutti gli interventi richiesti dalla Prefettura quale condizione necessaria per autorizzare un corridoio di volo riservato ai piloti “residenti”. L’Aeroclub Milano e gli altri operatori per riprendere l’operatività dello scalo hanno presentato la relazione dei lavori e la lista di tutti i piloti autorizzati a decollare e atterrare. I piloti avranno a disposizione un “corridoio” della larghezza di circa un chilometro a Nord dell’aeroporto che servirà per le manovre. Rimane in essere invece il divieto di sorvolo di Milano e del sito Expo. Ferree anche le misure di sicurezza all’interno dell’aeroporto: una volta a terra, gli aerei dovranno essere custoditi negli hangar e sorvegliati da antifurto collegati con le forze dell’ordine. Inoltre l’Enac dovrà assicurarsi che non vi siano tratti di recinzione accessibili a estranei e riservare l’accesso al piazzale alle sole persone autorizzate. Come mai si è giunti a queste ferree misure è noto: il caso era esploso a pochi giorni dall’inaugurazione di Expo, quando un’inchiesta giornalista aveva dimostrato la vulnerabilità del nostro aeroporto: qualche folle o qualche terrorista potrebbe impadronirsi di un aereo e schiantarlo, ad esempio, sul sito Expo, che dista da Bresso pochi minuti di volo. • Così scrive oggi, dopo la chiusura di Expo, il sindaco di Bresso, Ugo Vecchiarelli: “Facendo seguito agli impegni assunti presso la Prefettura durante la seduta del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di venerdì 29 maggio, nella quale era stata sospesa l’attività dell’Aeroporto durante i mesi di apertura di Expo, abbiamo chiesto al Prefetto la formale convocazione del tavolo di lavoro sul tema del futuro dell’ Aeroporto di Bresso. Abbiamo inoltre richiesto a Enac, così come previsto dall’ordine del giorno votato all’unanimità nella seduta del Consiglio Comunale aperto del 25 maggio scorso, l’attivazione dello studio di fattibilità finalizzato allo spostamento a est della zona aeroportuale degli hangar delle officine e di tutte le attività aeronautiche anche al fine di consentire la cessione delle aree di frangia al Comune di Bresso e incrementare il Parco fruibile, dando pieno rispetto al Protocollo d’Intesa sottoscritto a Roma il 31 luglio 2007. “Vogliamo dare risposte concrete circa le tempistiche e le modalità di attuazione dello studio presentato dal Dipartimento Aerospaziale del Politecnico di Milano, in ottemperanza al Protocollo sopra citato. Questo studio prevede un sostanziale ridimensionamento dello scalo, volto a tutelare l’equilibrio faticosamente raggiunto tra Parco Nord, Comuni del Nord Milano e Aeroporto di Bresso, che non presuppone un potenziamento dello scalo e neppure l’implementazione del traffico aereo. Esiste un preciso accordo con Enac, Ministero dei trasporti e Parco Nord che stabilisce che l’aeroporto di Bresso sia al servizio dei piccoli aerei mono e biposto da turismo e non si apra agli aereotaxi e al traffico commerciale, quindi non possiamo e non vogliamo accettare che la sicurezza dei cittadini e delle case sia riposta nelle sole mani di chi guida un aereotaxi! Vi terremo aggiornati sull’impegno volto a stabilire un futuro dell’Aeroporto che mantenga la sua vocazione esclusivamente turistica”. E a Milano che si dice? Tutto tace al punto tale che Andrea Bina, consigliere di zona 9 da sempre attento alle vicende dell’aeroporto, ha chiamato in causa, nella sua doppia veste di sindaco di Milano e sindaco della Città Metropolitana, Giuliano Pisapia. Come dargli torto: è vero che l’aeroporto è nel territorio bressese ma l’impatto dell’attività dello scalo ricade anche sui quartieri di Niguarda, Bicocca e San Giuseppe e poi, lo ribadiamo in tutte le salse, bisogna iniziare a ragionare in ottica metropolitana. Un nuovo progetto per la Villa Trotti Sarà finalmente la volta buona? unedì 16 novemL bre, presso la sede del Consiglio di Zona 9, è stata presentata l’ultima versione del progetto di riqualificazione di Villa Trotti e dell’area all’incrocio delle vie Passerini e Graziano Imperatore. All’incontro erano presenti il presidente di Abitare Silvio Ostoni e i progettisti. Per assoluta mancanza di spazio pubblichiamo solo un brevissimo sunto di quanto emerso rimandandovi al numero di gennaio per maggiori dettagli. I precedenti progetti sono stati abbandonati per tre motivi: non si è raggiunto un accordo con il Comune; l’impatto ambientale era pesante; il progetto prevedeva due piani di box interrati rischiando grosse inter- ferenze con il Seveso che scorre a fianco dell’area interessata dal progetto. Rifiutate le ultime versioni del progetto, Abitare ha cambiato i progettisti e contestualmente c’è stata grande aper- tura da parte del Comune. Il progetto è stato completamente rivisitato e il Comune ha autorizzato l’abbattimento della Villa Trotti che verrà ricostruita tale e quale. Tale abbattimento permetterà di costruire sotto la villa un piano di box interrati, così da evitare la costruzione del secondo piano di box interrati sotto le case che, invece, Abitare realizzerà sull’area incolta posta all’incrocio fra le vie Passerini e Graziano Imperatore. Anche la parte abitativa che verrà realizzata, proprio per ridurre l’impatto ambientale, sarà fortemente ridimensionata: al posto dei tre palazzi da 8 piani precedentemente previsti ce ne sarà solo uno solo da 4/5 piani.