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San Rocco - la webcam su Sanba
PARROCCHIA SANTI BARTOLOMEO E ROCCO Giugno 2010 Bimestrale della Comunità Cristiana dei santi Bartolomeo e Rocco in Como Nuova edizione: ANNO I N. 5 - GIUGNO 2010 Sede: Via Milano 161 Como Telefono 031.272.618 Autorizzazione: Registrato presso il Tribunale di Como Autorizzazione n. 19/88 Direttore Responsabile: Rosaria Marchesi Redazione: don Christian Bricola, Andrea Bassoli, Antonia Cairoli, Natale Gagliardi, Giorgio Mondelli, Claudia Verso, Maurizio Gagliardi, Giuseppe Villani, Maria Canziani Collaborazione grafica Attilio Merazzi A questo numero hanno, inoltre, collaborato: don Francesco Vanotti, Andrea Campagnoli, Riccardo Cassineri, Enrico Bello, Fabio Melucci, Patrizia Turba, Terry Vicario, don Giorgio Molteni, Irene Di Ceglie, Giulia Galfetti. Tipografia: Grafica Marelli s.n.c. via Leonardo da Vinci 28 22100 - Como Tel. 031.573.375 Fax 031.570.215 Per inserti Pubblicitari Maria Peverelli Per distribuzione Silvana Cappellini 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Editoriale Comunità Pastorale B. Scalabrini? di don Christian Catechismo L’iniziazione cristiana è un itinerario di don Francesco Oratorio Il Papa buono di Andrea C. e Riccardo C. Oratorio Educare giocando di Enrico B. Oratorio San Bartolomeo: una comunità che accoglie di Fabio M. Ehilà! Si, proprio tu... di Patrizia T. Scalabrini Londra e Como unite da Scalabrini di Rosaria M. Vita comunitaria Appunti di viaggio di Maurizio G. Vita comunitaria Non abbiate paura del Cottolengo di Terry V. Spiritualità Il breviario di don Giorgio San Rocco San Rocco ecumenica di Giuseppe V. Missioni La Romania è diventata una parte di me di Irene Di C. Storia del Borgo Il lazzaretto di Natale G. Registri parrocchiali Defunti, battesimi, sposi Azione Cattolica Assemblea diocesana di Giulia G. Appuntamenti e numeri utili Comunità Pastorale Beato Scalabrini? Editoriale di don Christian Carissimi parrocchiani di san Bartolomeo e san Rocco, ci stiamo preparando alla festa dell‘ Oratorio (ex festa di primavera) ed è una bellissima occasione per poter parlare dei nostri bambini, ragazzi e giovani. Qualcuno ritiene che ormai gli oratori non hanno più nulla da dire ai giovani, perché superati, perché poco accattivanti, perché vecchi… Non sono di questo avviso! Sono cresciuto in oratorio quando ero bambino, sono stato animatore al Grest e ai campi estivi, ho vissuto anni bellissimi sia in Oratorio a Traona che a Fino, per cui sono convinto che l‘oratorio è ancora uno strumento validissimo. Non è in crisi l‘oratorio ma sono in crisi gli adulti cristiani che non hanno più passione per educare, per spendere del tempo gratis per i ragazzi, che non hanno più il desiderio infuocato di far conoscere Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Per cui a conclusione di quest‘anno pastorale vorrei ringraziare tutte le persone che credendo all‘oratorio hanno collaborato con don Francesco e vorrei invitare tutti a ―buttarsi‖ nell‘oratorio perché stando ―con i giovani si diventa più giovani‖. Il nostro oratorio è dedicato al Beato Scalabrini, un grande priore, che 140 anni fa, qui nella nostra parrocchia, si è preoccupato tantissimo dei bambini, costruendo un asilo, costruendo l‘oratorio, scrivendo il primo catechismo per i fanciulli dell‘asilo, organizzando la catechesi per tutti. Il suo Amore per il Signore lo ha spinto a ―fare l‘oratorio‖ con tanta passione e generosità, un po‘ come don Bosco, infatti –strana coincidenzadon Bosco e don Giovanni Battista Scalabrini erano molto amici. Ricchi di questa centenaria esperienza di oratorio, la nostra comunità si deve sentire invitata a coltivare la passione educativa, ad aumentare l‘impegno per l‘annuncio del vangelo, a proporre momenti in cui i ragazzi possano vivere l‘esperienza cristiana: nella preghiera, nel gioco, nelle gite, nello studio, nel divertimento, nell‘impegno, nella carità. Chiediamo al Beato Scalabrini di benedire il nostro oratorio, di proteggere i nostri bambini, di sostenere tutti gli educatori. Infine una domanda: perché invocare Scalabrini solo come protettore del nostro oratorio? Non potremmo affidare a lui tutta la nostra comunità pastorale? Scalabrini è stato un ottimo parroco quando la parrocchia di san Bartolomeo comprendeva anche san Rocco, san Giuseppe e Lora, per cui abbiamo un richiamo all‘unità. Scalabrini è padre dei migranti e si è impegnato, anche qui a Como, per i problemi sociali degli operai, per cui abbiamo un richiamo all‘attenzione ai cambiamenti che stanno avvenendo nelle nostre comunità. Mi sembra che per diversi motivi oggi, 1 giugno ―festa liturgica del Beato Scalabini‖, potrebbe nascere la ―Comunità Pastorale Beato Scalabrini‖ che comprende la parrocchia san Bartolomeo e la parrocchia san Rocco. Perché no? Buona Festa dell‘oratorio e buone vacanze L’oratorio è espressione della passione educativa della nostra comunità cristiana A Scalabrini affidiamo i nostri bambini e giovani e tutte le nostre iniziative 3 Catechismo di don Francesco Continua la nostra riflessione sulla catechesi, proponendovi e spiegandovi alcuni cambiamenti per il cammino che inizierà a settembre L’iniziazione cristiana è un itinerario Nell‘articolo apparso su ‗La voce dei Borghi‘ del mese di settembre 2009, avevamo cominciato ad introdurre il significato dell‘iniziazione cristiana e del suo modello catecumenale: un itinerario per i bambini e i ragazzi che, oggi, la Chiesa italiana, nelle sue varie realtà diocesane, sta rivedendo per venire incontro alle esigenze dei cristiani e delle famiglie che desiderano avvicinarsi alla fede attraverso un cammino graduale e progressivo. Si era parlato delle caratteristiche principali e dei passi in avanti che la nostra Diocesi di Como, in particolare, aveva preso la decisione di compiere. Ora, mi sembra opportuno, dopo quasi un anno di riflessione e sperimentazioni a diversi livelli, entrare più nel merito della struttura, dei contenuti, degli obiettivi e delle verifiche che possiamo trovare in questa proposta che dovrebbe aiutare le nuove generazioni di famiglie cristiane ad acquisire maggiore consapevolezza e responsabilità per ciò che riguarda il loro cammino di fede all‘interno della comunità cristiana. Per questo, presenteremo in breve i primi 3 passaggi con cui la nostra comunità pastorale sta strutturando l‘itinerario di fede dei fanciulli e dei ragazzi dai 6 agli 8 anni. TEMPO della PRIMA EVANGELIZZAZIONE (1^ anno): è l‘anno che corrisponde, per ora, alla prima elementare; si prevedono, a partire dall‘anno pastorale 2010/2011 quattro pomeriggi di accoglienza, di conoscenza e di incontro tra le famiglie (genitori e figli) e l‘equipe educativa. Sarà l‘occasione per fare una prima conoscenza con i genitori, per recuperare e chiarire le motivazioni che li stanno conducendo a scegliere, accanto e per i propri figli, l‘itinerario di iniziazione cristiana. Ci sarà premura, inoltre, di formare la cosiddetta „equipe educativa‟ composta da alcuni genitori, dai catechisti dei bambini e dal catechista guida (sacerdote, diacono o altra figura di riferimento), per formulare insieme l‘itinerario presente e futuro, condividere gli obiettivi, mantenere i rapporti e le relazioni tra le famiglie (gruppo) e coordinare gli aspetti organizzativi. E‘ fondamentale che già da questo primo anno si formi questa equipe educativa al fine di accompagnare i singoli e le famiglie lungo tutto lo svolgersi dell‘itinerario di iniziazione cristiana. TEMPO DELLA PRIMA EVANGELIZZAZIONE (2^ anno): è l‘anno che corrisponde alla seconda elementare; si prevede un cammino di quattro domeniche (dalla S. Messa delle ore 10.30 alle 16.00 del pomeriggio) spalmate durante l‘anno liturgico e pastorale (prevedono la partecipazione dei genitori e dei rispettivi figli), continuando a lavorare sulla corretta formazione e conoscenza all‘interno del gruppo, purificando le motivazioni dei genitori e rendendoli sempre più consapevoli dell‘importanza del loro intervento educativo. Si proporrà anche la partecipazione dei figli e dei genitori –insieme- ai principali momenti celebrativi comunitari (inizio del catechismo, preghiera di Avvento, festa di Natale, mercoledì delle Ceneri, Via Crucis, preghiera mariana nel mese di maggio) e la partecipazione alla Santa Messa domenicale almeno nei tempi di Avvento e di Quaresima (si terrà la liturgia della Parola in cripta apposta per i bambini). Avvicineremo insieme la figura di Gesù che si fa uomo per noi, ci parla, ci chiama e vuole condividere la sua vita con noi. Al termine dei primi due anni di evangelizzazione, le famiglie dovranno decidere, liberamente, se continuare il cammino oppure no; la decisione positiva sarà celebrata nel Rito di Ammissione al catecumenato. TABELLA RIEPILOGATIVA DEI PRIMI DUE ANNI Tempi Obiettivi specifici Contenuti Esperienze Celebrazioni Prima Evangelizzazione (due anni) Formazione del gruppo catecumenale e dell’equipe educativa Vangelo di Marco Catechismo CEI ‘Io sono con Voi’ Pomeriggi insieme, domeniche di condivisione Al termine del secondo anno, rito di Ammissione Accoglienza e purificazione delle motivazioni Scoprire e incontrare Gesù Cristo Scelta libera di continuare il cammino 4 Partecipazione graduale ai momenti celebrativi più importanti durante l’anno liturgico Partecipazione alla S. Messa in Avvento e Quaresima (liturgia della Parola) Il Papa buono TEMPO DEL CATECUMENATO (1anno) è l‘anno che corrisponde alla terza elementare; si attuerà uno sviluppo del metodo e dei tempi proposti durante i primi due anni; gli incontri prevedono, durante l‘anno, 6 domeniche di incontro con genitori e figli (catechesi intergenerazionale) alternate a 9 incontri settimanali con i soli bambini; le domeniche intergenerazionali avranno inizio con la Santa Messa e termineranno il pomeriggio alle ore 16.00; si prevede – per gli incontri settimanali - solo un giorno (e non due o tre come negli altri anni), anche per facilitare l‘incontro dei ragazzi e la partecipazione alle proposte esperienziali; nel rispetto della logica dell‘impianto catecumenale (così rivisto secondo lo schema e l‘idea proposta), non è stata volutamente inserita la tappa della celebrazione della Prima Riconciliazione: si attenderà la valutazione dell‘equipe catecumenale intera che, insieme ai genitori dei bambini, verificheranno insieme la maturità e il cammino svolto. Tra i contenuti fondamentali di questo terzo anno ci sarà l‘incontro fondamentale con il nucleo della storia della Salvezza che professiamo nel Credo, la scoperta del progetto di Dio realizzato nei secoli e completato nella persona di Gesù Cristo, suo Figlio. Importante sarà, poi, la partecipazione assidua, frequente e attiva alla S. Messa domenicale, ai momenti celebrativi principali durante l‘anno e agli incontri catechistici settimanali e intergenerazionali (per almeno 2/3). Al termine dell‘anno, si vivrà il rito di Consegna del Credo Apostolico. Il giorno martedì 6 aprile 2010 noi chierichetti della zona Como Centro siamo andati a Sotto il Monte per vivere una giornata insieme e per conoscere la figura di Sua Santità Papa Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli. Appena arrivati a Sotto il Monte (paese natale di Giovanni XXIII), siamo andati nella sua povera casa. Figlio di Giovanni Battista Roncalli e di Marianna Mazzola, Papa Roncalli dovette fare molti sacrifici per poter studiare; alla fine, però, venne ordinato sacerdote il 10 agosto 1904. Attualmente parte della sua casa è stata ricostruita e adibita al seminario del Pime. Noi ci siamo accomodati in una delle stanze e lì abbiamo fatto un gioco a squadre, per conoscere meglio la vita delle persone che hanno lasciato impresso un segno di pace nella nostra cultura. Successivamente abbiamo pranzato nel parco della casa e nel primo pomeriggio abbiamo fatto un altro gioco a squadre per capire meglio la vita del Papa. C‘è stato poi tempo libero per poter visitare la casa in cui ora sono conservati i paramenti sacri e gli oggetti a lui appartenuti. Dopo la visita alla casa, il nostro don Francesco ha celebrato la Messa con il rinnovo degli impegni dei ministranti. A malincuore ci siamo poi messi in viaggio; dopo questa visita dobbiamo dire che siamo cambiati. Ci ha colpito la bontà di Papa Giovanni XXIII e di quanto amasse soprattutto i bambini e questo ce lo fa capire nell‘enciclica ‗Pacem in terris‘ e nel suo discorso alla luna in occasione dell‘apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, da lui indetto, quando dice: “… Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza”. Per questo motivo dobbiamo comportarci con più bontà verso gli altri e speriamo che il messaggio del Papa, come è arrivato a noi, arrivi anche ai nostri ―colleghi‖ chierichetti restati a casa. Consigliamo a tutti di andare a Sotto il Monte, per scoprire un grandissimo papa terziario francescano che è per noi una guida alla ricerca della fede, della speranza, della carità, dell‘Amore di Dio e dell‘ Amore dei Fratelli. Oltretutto a Sotto il Monte si può incontrare il suo segretario Loris Francesco Capovilla e visitare il museo del Papa. Oratorio di Andrea Campagnoli e Riccardo Cassineri Pellegrinaggio dei Chierichetti a Sotto il Monte “Date una carezza ai vostri bambini e dite questa è la carezza del Papa” 5 Oratorio di Enrico Bello La Libertas san Bartolomeo concludendo un anno si prepara ad una grande festa con tutti i ragazzi 6 Educare giocando Cos‘è oggi la Libertas San Bartolomeo ASD? Una associazione polisportiva che svolge attività di scuola calcio, volley, danza moderna, classica ed hip hop. E‘ in questa società che il grande Gigi Meroni ha iniziato la sua carriera calcistica , tirando i primi calci sul campo in terra dell‘Oratorio di San Bartolomeo. Ed ancora sempre nella Libertas ha militato Mattia Notari già capitano del Mantova. La nostra attuale realtà continua a crescere. E‘ con soddisfazione ed orgoglio constatare che frequentano i nostri corsi oltre 300 bambini/e, ragazzi e ragazze. La nostra proposta oltre al calcio (scuola calcio, nr. 2 squadre pulcini , una esordienti ed una giovanissimi, open-csi ) ed alla pallavolo (una squadra open) si è sviluppata con numerosi corsi di danza sia moderna che classica. Si deve a questo proposito sottolinea- re la grande passione e disponibilità di chi presta la propria collaborazione in maniera volontaria (dirigenti, allenatori e componenti dello staff) . La nostra intenzione è di proseguire nel nostro progetto ―EDUCARE GIOCANDO”. Infatti unitamente alle realtà con le quali ci interfacciamo quotidianamente l ‗Oratorio di San Bartolomeo, il Circolo Scalabrini e l‘Associazione Noi, cerchiamo di proporre un nuovo modo di fare sport inteso come mezzo di crescita educativa e formativa, attraverso lo sviluppo della capacità coordinative e continuative. L‘obiettivo è infatti quello di intendere l‘attività sportiva quale prezioso strumento di educazione fisica e morale, riaffermando valori quali il rispetto, la correttezza , la sportività, lo spirito di identità e di appartenenza ed evitando l‘esasperazione e la tensione del risultato da raggiungere ad ogni costo. Vogliamo così evitare che esempi sbagliati sul campo possano influenzare negativamente i nostri ragazzi. In questo senso abbiamo sviluppato la collaborazione con altre realtà aventi gli stessi principi; in particolare con la Polisportiva LO.RA. abbiamo unito gli sforzi per creare una squadra unica che ha partecipato al cam- pionato di volley juniores. Nel proseguire il cammino intrapreso, anche quest‘anno in occasione della festa della Comunità di San Bartolomeo e San Rocco del 2 giugno si terrà il 3° Torneo ―Gigi nel Cuore‖ in ricordo del grande campione i Gigi Meroni. E per sottolineare che le sue capacità si manifestarono proprio nel piccolo campo del nostro Oratorio parteciperanno al torneo le squadre dei pulcini espressione dei principali Oratori della nostra città : Albatese, Alebbio, Polisportiv a Sant’Agata, Polisportiva Lora e, naturalmente, la Libertas San Bartolomeo . Quest‘anno, infine, per le allieve dei corsi di danza abbiamo organizzato la manifestazione ―Senso ai sensi – danzando l’arte‖ con due spettacoli dove si esibiranno tutte le bambine e ragazze iscritte alla nostra sezione di danza: il 1° giugno alle ore 20,30 presso il Cinema Astra, viale Giulio Cesare ed il 13 giugno alle ore 20.30 presso il teatro Opera Don Guanella in via Tommaso Grossi. San Bartolomeo: una comunità che accoglie ―San Bartolomeo? Chi: il santo?‖ Così ho detto a don Ivan, vicerettore, nel momento in cui mi comunicava il nome della parrocchia per il nuovo anno. E ora che l‘anno è passato… quanti ricordi metto nel mio zaino!!! E‘ proprio vero che le cose belle passano troppo velocemente ed è molto difficile riassumere in poche righe un ‗esperienza così densa di volti e incontri, un‘ esperienza arricchente da tanti punti di vista!!!… Perché passare dalla mia piccola Maccio alla parrocchia più grande della città vi assicuro che è un bel ―salto‖ (11 km). Appena arrivato, mi sono sentito subito accolto (non solo come seminarista venuto a svolgere un servizio ma anche come amico). Mi ricordo ancora il primo giorno, l‘ultimo sabato di settembre: davvero indimenticabile la maxi rissa avvenuta in via Milano! Mi sono detto: ―comincio proprio bene…!‖ Sono, poi, iniziate le diverse e tante attività: i catechismi, corsi animatori, riunioni di diverso genere, corsi fidanzati, ritiri ,ecc... All‘inizio è stata un‘impresa particolarmente difficoltosa imparare cosi tanti nomi in poco tempo. (a proposito, colgo l‘occasione per chiedere scusa alle persone che ho incontrato e che ho salutato con nomi inventati al momento). Da tanti giovani ho imparato la loro voglia di mettersi in gioco su tante cose e il loro attaccamento alla Parrocchia. Mi ha colpito, inoltre, la presenza di famiglie che vengono in oratorio con tanta voglia e costanza e credo che questa voglia di collaborare nella gioia sia una bella testimonianza. Quest‘ultimo aspetto mi ha particolarmente sorpreso perché penso sia una cosa rara vedere degli adulti che si danno da fare per l‘oratorio. Devo ringraziare quelle persone che non si sono messe su un piano diverso rispetto ai tanti stranieri che frequentano l‘oratorio; ho potuto notare una costante e bella accoglienza specialmente tra i giovani… Vi ringrazio anche per un‘altra cosa: ho visto infatti anche una vera intesa, pur con qualche e prevedibile fatica, tra san Rocco e san Bartolomeo… La comunione e la condivisione dei cammini è vera testimonianza di fede e di crescita nell‘amore dell‘unico Signore! Vorrei concludere questo mio saluto ricordando i vostri (ma vorrei dire ―nostri‖) preti. In particolare non dimenticherò mai i pranzi e le colazioni insieme a loro…! le loro battute, le loro attenzioni e consigli… Ricordatevi che è una grazia enorme avere 4 preti così diversi eppure capaci di comunicare e testimoniare nella quotidianità una vera fraternità e amicizia! Grazie a don Christian per la sua capacità di offrirmi occasioni per mettermi in gioco; grazie a don Francesco per la sua sincera condivisione; grazie a don Giorgio per la sua esperienza; grazie a don Roberto per la sua grande attenzione. Vorrei continuare con i ringraziamenti ma per i nomi di tutti coloro che ho incontrato e che ho sentito vicino non basterebbe l‘intero giornalino. Grazie a tutti voi! Vi chiedo una costante preghiera per me e per il seminario. Io vi ricorderò sempre come una comunità capace di accogliere! Un forte abbraccio Ehilà!... Sì, proprio tu… Oratorio di Fabio Melucci Il seminarista Fabio ci saluta al termine di un anno passato tra noi Tutto l’oratorio lo ringrazia per la sua presenza di Patrizia Turba Ciao! Ci presentiamo: siamo 16 allegrissimi bambini tra i 9 e gli 11 anni (frequentiamo dalla terza alla quinta elementare, per intenderci) e da quest‘anno abbiamo cominciato un cammino speciale, quello dell‘A.C.R. ―A. C. che..???‖ ti chiederai. Ma l‘Azione Cattolica dei Ragazzi, naturalmente! Sì, perché l‘Azione Cattolica non è fatta solo dagli adulti e dai nonni, ma anche da noi! Con il motto ―Siamo in onda‖ cerchiamo di sintonizzarci sulle frequenze del Vangelo per imparare ad amare Gesù e a conoscerlo meglio. Abbiamo scoperto che per ascoltare la voce del Signore dobbiamo tenere le orecchie bene aperte e lasciargli spazio dentro di noi. I nostri limiti e le nostre fatiche non devono spaventarci ed isolarci, ma spingerci ad andare incontro agli altri perché solo insieme possiamo superarli e trasformarli in ricchezze. E il modo migliore di incontrare gli altri con la ―I‖ maiuscola è quello di sentirci parte viva della comunità della Chiesa. In questo periodo stiamo riflettendo sul perché è bello e necessario per un cristiano frequentare la Messa della domenica. Il nostro incontro di catechesi fatto di giochi, canzoni, proiezioni e testimonianze, oltre che di condivisione dei nostri pensieri, è al sabato pomeriggio, e quelli di noi che hanno fatto la Prima Confessione o faranno la Prima Comunione si riuniscono agli altri compagni nel periodo di preparazione del sacramento. Se ti va di conoscerci meglio puoi venire con noi a Crema il 16 di maggio per la festa regionale dell‘A.C.R. Se vuoi partecipare, chiedi a don Francesco! 7 Scalabrini di Rosaria Marchesi Una casa per anziani La solidarietà si fa concreta La cappellina con il reliquiario 8 Londra e Como unite da Scalabrini C‘è un filo sottilissimo, ma altrettanto resistentissimo che lega la nostra parrocchia ad un libro appena presentato in Gran Bretagna e destinato al mondo inglese. Il volume in questione si intitola ―Villa Scalabrini a Shenley, una piccola storia italiana‖ il legame come si vede è nel nome e nel carisma del Beato Scalabrini che, nato a Fino Mornasco, fu dal 1870 al 1875, priore della chiesa di San Bartolomeo. Qui promosse la diffusione del Catechismo, ma ebbe anche il suo primo impatto con il mondo del lavoro e della povertà. Divenuto vescovo di Piacenza Scalabrini intuì la necessità di dar vita ad una Congregazione di religiosi (e poi di religiose, come quelle che ci sono a Fino Mornasco) dedicata specificamente ai migranti. Ebbene, il libro nasce nel mondo dell‘emigrazione italiana nel Regno Unito. Esso racconta la storia della prima ed unica casa di riposo italiana e per italiani realizzata nell‘hinterland di Londra a metà degli anni ‘80 del secolo scorso. Gli scalabriniani sono presenti in Inghilterra dalla metà del Novecento e proprio uno di loro, padre Alberto Vico, si è interessato delle necessità dei più anziani. La sua Congregazione gli dette il mandato di esplorare questo pianeta sconosciuto e quello che emerse fu la necessità di realizzare per loro una casa di riposo. Oggi essa è diventata una realtà fiorente e un punto di riferimento per la comunità italiana londinese. Come si è arrivati a questo libro? Presto detto. Tre estati fa ero ospite di P. Vico (che abita in una dependance della casa di riposo) quando questi, quasi scherzando, mi chiese di raccontare la storia della casa. Ho accettato questa proposta ed ho realizzato un libro che raccoglie le testimonianze di oltre trenta persone; esse raccontano del loro coinvolgimento e di quello di altri oramai defunti, per arrivare a costruire la casa di riposo che accolse i primi ospiti nel 1986. Questa casa retta e voluta dagli scalabriniani è nata dalla generosità della comunità italiana, infatti essa nelle modalità più disparate, ha messo a disposizione l‘ingente somma per saldare i prestiti che hanno permesso di acquistare una vecchia clinica, il suo parco e di ristrutturarla a favore dei nostri connazionali, che nelle strutture inglesi non riuscivano a trovare un luogo adatto, soprattutto per problemi legati alla lingua, ma anche per la mancanza di assistenza religiosa. Gli intervistati raccontano il loro coinvolgimento e la loro storia di emigranti. Tra loro c‘è anche un ospite della casa. Quello che ne viene fuori è un grande mosaico che presenta piccole storie che entrano di diritto nella grande storia. Dalle loro interviste si ricostruiscono i vari momenti (acquisto della casa, ristrutturazione, apertura e poi feste per raccogliere fondi e tanto altro ancora) che hanno scandito e scandiscono la vita di Villa Scalabrini. Il libro è scritto, come giusto, in italiano ed in inglese. Molte fotografie mostrano le fasi della ristrutturazione del vecchio edificio, altre la vita degli ospiti: sono un racconto per immagini che si affianca a quello fatto di parole. Questo libro che ci rimanda al ―nostro‖ illustre priore insegna una grande verità, che in Italia è, forse, poco sentita, ovvero che le opere religiose vanno sostenute e fatte proprie anche mettendosi in gioco in prima persona e mettendo a disposizione il proprio tempo e denaro. Vita Comunitaria Appunti di viaggio Il volto di Cristo nella Sindone 15 marzo In preparazione al pellegrinaggio a Torino, si è ritenuto opportuno offrire ai partecipanti e non una serata culturale sulla sacra Sindone tenuta da don Andrea Straffi con il sussidio di immagini proiettate, documentazione storica, informazioni e notizie di epoca attuale. La serata è stata vivacizzata da domande effettuate dai più curiosi e dai più appassionati a questo mistero. Chiesa di San Bartolomeo piena a metà, quella sera; totalmente ricolma però di gratitudine per l'opportunità concessaci di umanizzare una volta di più il nostro rapporto con il Cristo. Elevazione spirituale 19 marzo Quaresima: momento di piccoli sacrifici, di preghiera, di riflessione personale e comunitaria. A mettere in pratica quest'ultimo aspetto ci hanno aiutato i componenti del coro San Benedetto di Comunione e Liberazione, che hanno dedicato una serata alla nostra comunità nella chiesa di San Bartolomeo. Canti e letture di autori diversi e di epoche diverse hanno fornito abbondante materiale per una sentita elevazione spirituale, più che mai coinvolgente. A fine concerto esternavamo il grazie della comunità presente al maestro ed a tutti i componenti della corale, giovani e giovanissimi. Verranno sicuramente riascoltati volentieri in altre future occasioni. Santa Teresina di Lisieux di Maurizio Gagliardi 21 marzo Ennesima occasione di preghiera comunitaria per le nostre due parrocchie è stata la serata di partecipazione in Duomo ad una breve veglia di venerazione della santa bambina Teresa di Lisieux. Ricco di fascino e di riflessione il tempo trascorso nella nostra cattedrale, grazie ad appunti fornitici quale traccia di meditazione dal nostro parroco. Un buon numero dì fedeli provenienti da altre parrocchie ci ha tenuto compagnia nella quiete notturna ed un piccolo gruppo di strumentisti ha eseguito un corretto sottofondo musicale. Si è poi rientrati nelle nostre abitazioni ad ora veramente tarda, con un santino in più in tasca e con qualcosa in più anche nel cuore. Grazie santa Teresina. Croce dei Martiri 26 marzo Alcuni momenti vissuti insieme Via Crucis alla croce dei martiri. Dagli anni 80 doverosa abitudine dei sanrocchini, in memoria di don Luciano, dallo scorso anno meta di preghiera anche dei fedeli di san Bartolomeo. Sotto il cielo stellato, con una temperatura orientata all'invernale, con candele e torce accese, la processione si è snodata da via Rimoldi fino alla località del Genöcc. Don Giorgio ha animato il tutto con canti, riflessioni, letture e preghiere. Buona la partecipazione, con presenza anche di bambini nonostante l'ora serale. Cerimonia particolare dall'indubbio fascino, cui vale sempre la pena di partecipare. S. Messa in ricordo di Chiara Giovedì 15 aprile Ci stiamo veramente incamminando bene sulla strada del mettere in pratica l'accoglienza all'interno della nostra comunità pastorale. Dopo Azione Cattolica, Corali Gospel dei Guanelliani, il coro S. Benedetto di Comunione e Liberazione, Comunità Evangeliche, migranti Africani, Associazioni di Classe ed altri, ecco le porte delle nostre chiese, ma anche i nostri cuori, aprirsi ad accogliere per la seconda volta a San Rocco la comunità dei Focolarini, L'occasione è stata una celebrazione liturgica serale in ricordo di Chiara Lubich, la fondatrice del movimento, e della sua impostazione di vita, come giustamente è stato richiamato nell'introduzione alla messa e nella successiva omelia: attuare il comportamento del buon samaritano per tutto l'arco della nostra esistenza senza chiedere nulla in cambio, neanche un grazie. La scelta della nostra chiesa era già stata concordata dall‘allora parroco pro-tempore Andrea Della Monica, La serata è trascorsa veloce, in amicizia, con una attenzione particolare rivolta alla corale forte di una ventina di elementi ed alla presenza sull'altare di otto sacerdoti concelebranti. Otto quindi le firme sul registro delle sante messe e sopra tutte brilla quella di Diego Coletti. Il celebrante era infatti proprio il nostro vescovo che, in via ufficiosa, è finalmente venuto a trovarci di persona e ci ha donato una sua celebrazione, una sua omelia, una sua particolare benedizione. Personaggio dall'indiscutibile caratteristica di un misto di spirito santo e di saggezza, ha avuto la gentilezza di trattenersi con una lunga serie di postulanti e di curiosi che volevano salutarlo, parlargli, bussare alla porta della sua benevolenza e della sua autorità. Ha avuto per tutti una frase di incoraggiamento, una risposta, una delucidazione. A me personalmente, saputo che ero ―anche‖ pensionato ha tributato un ―Oh! che lazzarone!‖ che mi ha fatto sentire un pochino incompreso. Spero che Dio ce lo conservi in salute e coraggio, come ha raccomandato, e che torni tra noi con la stessa carica di serenità che ha animato l'incontro. Ai Focolarini un grazie per l'esempio di come ―fare comunità‖ che ci hanno dato per tutta la serata. 9 Vita comunitaria di Terry Vicario Il 18 aprile la nostra parrocchia è andata in pellegrinaggio alla Sacra Sindone, s. Messa dalle suore e, per alcuni, visita al Cottolengo 10 Non abbiate paura… del Cottolengo Vogliate scusarmi per aver usato impropriamente questa frase che è di Giovanni Paolo II come titolo dell'articolo, ma, sappiate che ancora oggi la parola Cottolengo desta paura e timore nel visitarlo. Motivo di tale sentimento forse è dovuto ad alcune leggende metropolitane modificate negativamente nel corso del tempo, dove si credeva e si pensa tuttora che vivano delle persone denominate "mostri". Vorrei rincuorarvi e invitarvi ad andare a Torino, come ha deciso di fare un folto gruppo della parrocchia che in merito alla visita alla S. Sindone nel giorno 18 aprile, ha scelto come visita pomeridiana la famosa cittadella. I presenti sono rimasti colpiti per la gentilezza delle suore, che con grazia e sollecitudine hanno accompagnato il gruppo nelle principali zone della casa. Fondato da Santo Giuseppe Cottolengo nell'agosto del 1833, questa dimora accoglie principalmente chi è solo ed emarginato da tutti. Queste persone sono amate per quello che sono perché in Loro c'è il vero volto di Gesù Cristo. Considerati i veri prediletti, perché sono i più difficili e i più fragili e considerati dalla società o- dierna i meno produttivi tanto da emarginarli. La Piccola Casa occupa nella città di Torino una superficie di 112.000 metri quadrati, una città nella città. Si rivolge a persone anziane e disabili, agli ammalati, a suore ammalate e anziane, a persone in situazione di difficoltà e di emarginazione, a minori e giovani con problemi di tossicodipendenza. Al suo interno ci sono un ospedale e una farmacia, scuole per i bambini del circondario, vari ricoveri per anziani e suore, servizio doccia e servizio mensa per i senza dimora. I pasti distribuiti all'interno dell'edificio sono uguali per tutti dal primo all'ultimo, non c'è alcuna differenza se non per chi ha una dieta prescritta dal medico. Il Cottolengo non è semplicemente una realtà assistenziale attraverso la quale viene incontro ai bi- sogni fisici e materiali delle persone che accoglie e ospita, ma, essa si fa carico di sostenerli spiritualmente. La preghiera è il perno della Piccola Casa e viene prima di tutto: sostiene tutti e rafforza l'intera comunità cottolenghina. Molti sono i dipendenti che svolgono il proprio operato all'interno della comunità, oltre le varie figure assistenziali, infermieristiche e mediche, ci sono anche due tipi di volontari: i permanenti cioè coloro che costantemente in settimana aiutano nel tempo libero, gli altri invece sono persone che decidono di fare una esperienza di alcuni giorni per provare un nuovo tipo di volontariato. Il Cottolengo dà vita a diverse famiglie religiose: alle Suore di vita apostolica, a quelle di vita contemplativa, ai fratelli e ai sacerdoti. La Piccola Casa opera in diverse zone del territorio italiano e nel mondo africano, americano ed europeo. Chi visita il Cottolengo ne rimane affascinato e arricchito, tanto da voler far parte di tale realtà. Non privarti di questa opportunità di conoscere la bellezza della solidarietà amorevolmente cristiana. Pregate il padrone della messe L‘anno sacerdotale indetto dal Papa volge al termine e con esso le nostre riflessioni sul sacerdozio. Mi auguro che l‘itinerario seguito, ossia la scelta di presentare il sacerdozio attraverso i simboli che ne caratterizzano la presenza nella comunità cristiana (l‟altare, la stola, il breviario), sia servito a far conoscere meglio la vita del prete e la sua missione. In questo ultimo articolo, desidero fissare lo sguardo su Gesù, come ci viene descritto in due episodi del vangelo che ci permettono di conoscere meglio il suo cuore, il cui amore, secondo la nota espressione del curato d‘Ars, è la sorgente del sacerdozio. Il primo episodio lo troviamo in Matteo. L‘evangelista mette in risalto la compassione che Gesù prova nell‘incontrare le folle che lo seguono lungo le strade della Palestina perché le vede ―stanche e sfinite, come pecore senza pastore‖. Da qui, la richiesta ai suoi discepoli: ―La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!‖. Da duemila anni la Chiesa sente rivolto a sé questo invito del Signore; si sente chiamata e coinvolta nel chiedere al Padre il dono di nuovi sacerdoti, missionari e religiosi, perché al popolo di Dio non manchi mai la guida di pastori secondo il cuore di Gesù. Pregare per le vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione significa non solo essere fedeli al comando di Gesù, ma anche mantenere vivo il suo amore per gli uomini, rinnovandolo alla luce della verità che la Chiesa va maturando sotto la guida dello Spirito Santo, e attuandolo tenendo conto delle esigenze del tempo presente. Per questi motivi ritengo che il proporre ai singoli giovani la vocazione al sacerdozio non sia un coartare la loro libertà, ma indicare loro un modo di donarsi che li può far sentire pienamente realizzati sul piano umano e li rende felici. Il secondo episodio lo troviamo nel racconto dell‘ultima cena di Giovanni, il cui inizio ci introduce a comprendere in modo pieno e vero il mistero della passione e morte del Signore: ―Gesù …avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine‖. Amare sino alla fine è il modo di amare di Gesù; un amore perseverante, prolungato nel tempo e scandito nella fedeltà dei giorni; ma anche un amore totale nella misura e gratuito nel donarsi, perché ―il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda di tradirlo‖; un amore generoso, senza calcoli e senza riserve. ―Li amò sino alla fine‖. Questa affermazione illumina tutti i gesti e le parole di Gesù e ne orienta l‘interpretazione. Egli, il Maestro e il Signore, si alza da tavola, depone le vesti e si cinge ai fianchi il grembiule, versa l‘acqua nel catino e inizia a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l‘asciugatoio, nonostante che anche i discepoli, di lì a poco, l‘avrebbero abbandonato e tradito. Custodire nel cuore l‘icona di Gesù che si fa servo lavando i piedi agli apostoli, significa non perdere mai di vista il vero senso della dignità sacerdotale: servire con amore i fratelli per amore di Cristo. Nel cenacolo, durante l‘ultima cena, Gesù ci ha lasciato in dono due grandi regali, inseparabili l‘uno dall‘altro: l‘Eucaristia e il Sacerdozio. Gesù consegna se stesso nelle fragili mani degli uomini, chiedendo di perpetuare il sacrificio della croce in sua memoria; e l‘Eucaristia è l‘offerta del corpo e del sangue di Cristo che la Chiesa continua ad elevare al Padre per la salvezza degli uomini. Un giovane chiamato al sacerdozio riceve in dono Gesù stesso, tanto che nella tradizione della Chiesa il sacerdote è sempre stato definito come un alter Christus. Nell’ordinazione sacerdotale il Signore stesso si impossessa di un giovane e della sua vita non per dominarlo o soggiogarlo, ma perché l‘ama di più, e questo ―amore di più‖ sta alla base ed è la radice della consacrazione sacerdotale, dove il Signore diventa il TUTTO di un prete e il sacerdote sarà tutto di Dio. Questo grande mistero si cela sotto i veli della carne, è custodito in vasi di creta, pertanto non sempre è apprezzato come un bene prezioso che ci è stato donato dalla bontà del creatore. Tuttavia lo si può sempre cercare nel momento del bisogno, come diceva Giovanni XXIII del sacerdote in genere e del parroco in particolare: ―Il parroco è come la fontana del paese, ci si accosta solo nel momento della sete‖. In breve, come recita la lapide all‘ingresso della canonica del mio paese: ―Parochus pro gloria Dei in hominum salute‖. Non occorre tradurre. Ad maiorem Dei gloriam! Spiritualità di don Giorgio Anno sacerdotale “Gesù… avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” 11 San Rocco ecumenica! San Rocco di Giuseppe Villani Tra gli stranieri ci sono molti cristiani Abbiamo incontrato il pastore Eric che ci ha parlato della Chiesa Evangelica Ghanese La Repubblica del Ghana è uno stato dell'Africa Occidentale che si affaccia, come altri, sull'Oceano Atlantico, con da una parte la Costa d'Avorio e dall'altra il Togo; sopra, guardando la carta geografica, ha il Burkina Faso. Ha una superficie dì 238.540 chilometri quadrati, una popolazione di circa 21 milioni di abitanti e per capitale la città di Accra. Ha un certo nome nel mondo del calcio: ha vinto quattro volte la Coppa d'Africa ed è qualificata per i prossimi campionati mondiali in Sud Africa, inserito nel girone con Australia, Germania e Serbia. Tutto questo per introdurre e per salutare un gruppo di una quarantina di ghanesi che tutte le settimane si riuniscono nel salone teatro dell'oratorio di San Rocco per ringraziare Dio di averli fin qui sostenuti, per chiedere perdono di non essere perfetti, per esprimere la felicità di averlo accanto e di poterlo onorare. Lo fanno a voce alta e potente, sotto la guida del pastore Eric della Chiesa Evangelica Ghanese. Nel tardo pomeriggio del sabato lo fanno in un piccolo gruppo di maschi. La domenica invece ci sono proprio tutti, uomini e donne, bambini, giovani ed adulti; è giorno festivo e quindi si vestono della festa, indossando i loro vestiti migliori, fatti spesso di stoffe dai colori sgargianti. Per tre intere ore leggono la Bibbia (in inglese), pregano (in ghanese), alternando il tutto con canzoni della loro terra di origine che cantano ad alta voce accompagnati da alcuni strumenti musicali e da una splendida batteria di colore rosso vivo; la maggioranza lo fa coralmente, ma c‘è qualcuno che, pur in mezzo al suono assordante dei canti e degli strumenti, riesce ad isolarsi per rivolgersi a Dio con preghiere personali, inginocchiato accanto alla sedia di sua spettanza. Il giovane che il pastore Eric mi ha messo accanto per poterci intendere in italiano è in Italia da tre anni e a Como da uno; malgrado il tempo relativamente breve che ha trascorso in Italia parla un italiano incredibilmente fluente e preciso. Lo stesso, ho avuto modo di capire, lo fa la maggioranza dei giovani e delle giovani presenti in sala. Sono tutti inseriti nel mondo del lavoro e sono contenti di essere qui da noi. Non tutti sono venuti utilizzando i voli low cost della compagnia aerea eDreams che collega Accra con numerosi aeroporti secondari sparsi per l'Italia, ma il racconto del viaggio lo conservano nello spazio segreto del loro ricordo. A parole non hanno nostalgia del loro paese dei loro familiari lontani, ma forse le ore che trascorrono tutti insieme qui da noi in oratorio servono proprio anche a placare il senso di lontananza dal resto delle famiglie e a trasformare la nostalgia in dolce, spensierata e frastornante malinconia. Compravendita ville, appartamenti, terreni, aziende, attività commerciali. Perizie estimative immobiliari ed aziendali Locazioni immobili e affitto d'azienda Studio Abitare S.r.l. unipersonale Via Cadorna 1/A 22100 Como Tel. 031-26.21.80 - Fax 031-26.21.79 P.Iva 02599640139 e-mail: [email protected] 12 NOI e …? di Lorenzo Legnani Non tutti sanno che.. ..anche in oratorio gli aspetti di tipo amministrativo, fiscale e burocratico sono numerosi ed è indispensabile trattarli nella maniera adeguata (bar, palestra, feste, Grest, ecc...). Attorno a questa necessità si è strutturata l‘attività del Circolo Scalabrini che, con il legame a NOI Como Associazione, si occupa di queste esigenze. È sbagliato però dire che „l‟Associazione NOI segue le sue carte e può continuare a farlo senza rompere troppo le scatole”. Una Associazione ha senso di esistere se è viva e partecipata, non si può ridurre a un fatto privato, di pochi: per questo è importante sostenere le attività dell‘oratorio attraverso la partecipazione alla vita del Circolo. Quasi nulla, poco, tanto, l‘importante è avere voglia di lavorare insieme e mettersi in gioco. Altrimenti che senso ha approvare un di bilancio con oltre 10000 euro di utile e più di 9000 euro impiegati in attività dell‘oratorio, se restano solo freddi numeri? Sicuramente è molto meglio avere qualche soldo in meno in cassa ma non avere problemi a stabilire i turni di apertura al bar, a trovare volontari per ‗fare la spesa‘, per sfruttare al meglio la palestra, ecc… La porta è sempre aperta..! La Romania è diventata una parte di me Durante le passate vacanze natalizie mi sono recata presso un orfanotrofio rumeno con l‘Associazione ―Bambini in Romania‖ (http://www. bambiniinromania.it). Obiettivo dell‘associazione Bambini in Romania è il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini romeni orfani e abbandonati, promuovendo ed incentivando la realizzazione di strutture per l‘educazione, lo sviluppo culturale e la formazione professionale dei minori. Quest‘inverno, dal 26 dicembre al 4 gennaio, insieme ad un gruppo di quindici persone, mi sono recata all‘orfanotrofio di Bradet, vicino Bracov in Transilvania. L‘esperienza trovati immersi. Alcuni bambini ci sono corsi incontro, ci sono saltati addosso, volevano giocare con noi, cercavano la nostra attenzione … altri sono restati fermi indifferenti come se nulla fosse successo. Queste sono state le prime sensazioni provate all‘arrivo. Dopo i primi momenti di sconforto non abbiamo avuto dubbi: dovevamo metterci in gioco completamente e dare il massimo per quei bambini. Nell‘istituto di Bradet vivono una sessantina di bambini e ragazzi dai tre anni fino ai venti anni circa, maschi e femmine; molti hanno problemi fisici o psichici. Oltre ad una povertà materiale notevo- manuali per i più piccoli, abbiamo cantato e ballato. Molti bambini hanno fatto progressi incredibili durante i dieci giorni, bambini che non sapevano neppure tenere in mano un pennarello hanno imparato a colorare... Inevitabile porsi una domanda: ma se in dieci giorni questi bambini sono così migliorati come sarebbero se fossero vissuti in una realtà diversa? 4 gennaio 2010: erano passati solo 10 giorni dall‘ arrivo a Bradet ma sembrava di aver vissuto un intera vita. Il groviglio di emozioni provate durante i giorni vissuti nell‘istituto non può essere descritto con le parole: gioia, rabbia, dolore, commozione, vissuta, ricca di emozioni e di difficoltà è stata veramente indimenticabile. 26 dicembre 2009: siamo arrivati a Bradet, località di montagna tranquilla, immersa nel verde; l‘orfanotrofio è costituito da tre edifici bassi circondati da un immenso prato. Appena arrivati siamo entrati nell‘edificio dell‘istituto: una trentina di bambini e ragazzi erano seduti o in piedi in una stanza buia con lo sguardo perso, si dondolavano avanti e indietro, l‘ odore era penetrante... mancava il respiro, ... il senso di impotenza, di non potercela fare, di non riuscire a guardare, a conoscere il mondo in cui ci eravamo le quello che più risulta evidente nell‘istituto è la mancanza di affetto, di attenzione al singolo bambino, alle sue esigenze, alle sue emozioni. I bambini vivono in una situazione fortemente spersonalizzante, non vengono stimolati in nessuna attività così che non possono capire quali sono le proprie attitudini e i propri limiti; le giornate sono sempre uguali, scandite da orari precisi. Durante i giorni trascorsi nell‘istituto abbiamo organizzato attività di animazione cercando di rispondere alle esigenze di bambini e ragazzi; abbiamo così organizzato tornei di ping-pong, calcio per i più grandi e attività stanchezza. Gli sguardi dei bambini, i loro abbracci resteranno per sempre con noi. Tornati nulla è più come prima… si apprezza tutto ciò che normalmente si dà per scontato: l‘amore di una famiglia e degli amici, la possibilità di studiare e di conoscere, l‘importanza di costruire relazioni vere e profonde anche se con fatica. Non si può fare a meno di gridare quello che si è visto, di raccontare ciò che esiste e battersi perché le cose possano migliorare, perché un giorno anche questi bambini possano crescere, costruirsi una personalità, trovare il proprio posto nella società. Missioni di Irene Di Ceglie Racconto di un’esperienza caritativa in aiuto ai bambini di Romania 13 Storia del Borgo di Natale Gagliardi La ex chiesa di san Lazzaro crolla lentamente, indisturbata… Disegno del 1828, copia della “danza macabra” di san Lazzaro 14 Il Lazzaretto Quando il Mille aveva fatto i primi passi, il borgo della convalle, attraversato dalla strada che da nord a sud portava, risalendo le propaggini interne del Baradello, verso Milano, si chiamava "borgo di Porta Torre"; e non si parlava di quello di san Bartolomeo né di quello di san Rocco e le due chiese erano in compagnia di numerosi altri edifici sacri, alcuni scomparsi e altri che hanno lasciato qualche traccia. Tra questi ultimi si potrebbero citare san Martino in silvis (che stava dove ora c'è “Ul ginöcc") o quella dei santi Gervasio e Protasio che stava nell'attuale via Anzani, oppure quella di santa Chiara che stava nell'attuale via Milano poco oltre il ponte sul Cosia ora sostituito dall'incrocio coi semafori, oppure il san Sebastiano che stava affiancato a san Bartolomeo . Questo può voler dire che i fedeli delle chiese sopravvissute del tempo andato, San Bartolomeo e San Rocco, già allora, stavano in fila con altri, ma insieme . Poi, tra quelle che non sono ancora andate del tutto e che, per ora, presentano qualcosa di più di qualche traccia, ce n'è una che risale al secondo secolo del Mille e che è collocata proprio sulla strada che ai tempi del Borgo di Porta Torre era la dorsale della convalle che portava dalla città murata di Como a Milano, strada che ancora oggi sta a fianco della Napoleona, pur essendo nata in tempi in cui non solo quest'ultima non c'era, ma nemmeno aveva fatto la sua comparsa il personaggio cui deve il suo nome. La chiesa, anzi quel che resta dell'ex chiesa, è quella di san Lazzaro , in via Rimoldi, poco più in su di san Rocco, sulla sinistra per chi sale in direzione di san Carpoforo, legata nella sua storia ad uno dei piccoli ospedali della Como di un tempo, un ricovero per malati, per poveri, per lebbrosi (che dovevano restare nei sobborghi e non potevano entrare in città) e anche per quelli che erano di passaggio. L'ospedale (piccoli edifici vicino alla chiesa ora scomparsi) è citato nei documenti del 1100 e del 1200; la chiesa è antecedente e gli avanzi del portale marmoreo, che ancora si vedono, sono di una struttura che risale al 1300 sulla quale c'era affrescata una celebre "danza macabra", andata persa ma che nel 1828 era stata copiata, mi vien da dire "fotografata", da Giovanni Pedraglio, uno che merita molto di più di quelli che stanno lasciando andare quel che resta di un edificio che testimonia l'apertura dei frati Umiliati del 1100, che portarono avanti il piccolo ospedale per tre secoli fino a che tutte le strutture assistenziali della città confluirono nell'ospedale maggiore di S.Anna (che stava dove ora c'è il Conservatorio in via Cadorna). Il santo cui la chiesa era dedicata veniva da Betania, vicino a Gerusalemme, dove nel 1119 nacque appunto l'Ordine di san Lazzaro, inizialmente per la cura dei lebbrosi, ed è il personaggio risuscitato miracolosamente da Gesù, arrivato poi fino in Francia a Marsiglia dove tuttora c'è una artistica Cappella dedicata appunto a San Lazzaro. Molti degli storici di Como hanno parlato della chiesa di San Lazzaro; Paolo Giovio, in particolare, nel suo Carme sulle fonti di Como parla anche della "Copiola", una fontanella che regalava la sua acqua ai frati e agli ammalati, ai lebbrosi e ai poveri e che sgorgava davanti alla chiesa di san Lazzaro vicino "a pesanti marmi -scriveva il Giovioche si appoggiano su colonne sormontate da archi e da spettacolosi dipinti di una danza macabra". La fontana, con il passare degli anni, prima scese verso san Rocco arrivando fino alla confluenza con la Napoleona, poi tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento scomparve. Quelli che non usano parlar male di tutti per partito preso, ma che hanno un briciolo di memoria, ricorderanno che i maggiorenti cittadini a suo tempo fecero intendere che un monumento più storico che sacro (visto che la chiesa è ormai ex) meritava di essere salvato e conservato. Lo dissero e forse fecero qualche operazione non di restauro ma di presenza. Poi il silenzio cala su san Lazzaro, perché ci sono altri problemi come il muro senza vista a lago, le buche, gli incontri e gli scontri elettorali e una infinità di altre cose un po‘ ferme. E come ai vecchietti cadono i capelli, alla chiesa di san Lazzaro, che ha quasi novecento anni, cadono le tegole e i muri si sbriciolano. Se la costruzione crollasse del tutto, qualcuno potrebbe dire o pensare: "Vedete? Ogni intervento, purtroppo, sarebbe stato inutile". In realtà, forse, sarebbe meglio fare qualcosa. E chi si è mosso, si fa per dire, per il castello Baradello (che ricorda il Barbarossa e Como che stava coi forti) potrebbe dare una mano per mantenere in piedi un monumento che attesta la civiltà di gente che a Como, col saio, ha passato qualche secolo con i malati, i poveri, i lebbrosi e magari con quelli che, semplicemente, venivano da lontano e non potevano in alcun modo pensare all'albergo (se c'era). Una delle vie del Signore, che si dicono infinite, potrebbe allora passare per la convalle, su una storica strada del borgo che, una volta, portava a Milano. Defunti Battezzati Sposi (fino al 30 aprile ‘10) (fino al 30 aprile ‘10) (fino al 30 aprile ‘10) san Bartolomeo san Bartolomeo san Bartolomeo 3. GINEVRA Serini, di anni 87 4. MALISANI Antonio, di anni 71 5. SOMMARUGA, Vittoria di anni 77 6. CAPPELLETTI, Giacomo di anni 72 7. MANGHISE Laura, di anni 82 8. DELLA VENTURA, Alfonsina di anni 87 9. OLIVEIRO Gisella, di anni 82 10. SANTONI Aldo, di anni 78 11. DE LUCA Vincenzo, di anni 74 12. UGHETTI Ferruccio, di anni 86 13. SCALISE Maria, di anni 96 14. LA ROSA Angelo, di anni 64 san Rocco 1. APREA Errico, di anni 77 1. CINIERI Elisa il 10 gennaio 2. VAILATI Nicholas il 10 gennaio 3. MORICI Alessandra il 10 gennaio 4. MEHILLI Fabiana il 5 aprile 5. MERLO Clara il 5 aprile 6. CARVAJAL ROMERO Cristopher Daniel il 5 aprile 7. BETTINELLI Francesco il 5 aprile 8. ANDRIN Christian Ervin il 5 aprile 9. PADILLA Megan il 5 aprile 10. GEGA Anabela l‘11 aprile Dai registri parrocchiali 1. IMPERIALI Stefano con LENTINI Veronica sposi dal15/4 2. GENTILE Francesco con LUCA‘ Francesca sposi dal 30/4 san Rocco 1. DENSEN Chiara il 14 marzo 2. BORGHI Kevin il 25 aprile 3. BRIGNOLI Michelle il 25 aprile Assemblea diocesana di Giulia Galfetti Azione Cattolica L‘inizio della primavera, spesso coincidente con l‘Assemblea annuale di Azione Cattolica, ci piace considerarlo come un augurio di un rinnovato slancio di fede e di ardore missionario. Anche la sede scelta, Chiavenna, ha una sua significatività, per le forti tradizioni cristiane che connotano la sua storia, anche recente, arricchita dal martirio di suor Maria Laura Mainetti. In questa terra, così feconda per il buon seme, che è capace di morire per produrre buoni frutti, si è svolta l‘annuale assemblea, alla quale ha partecipato il Vescovo, che ci ha arricchiti con la sua testimonianza e la sua presenza. Qui l‘Azione Cattolica ha mostrato il suo vero volto : quello di chi si fa carico della formazione alla fede di tutte le generazioni, dai bambini alla terza età ; infatti, mentre la sala assembleare era gremita di circa 300 persone adulte, in altri spazi i bambini e i ragazzi erano intrattenuti dai giovani educatori, in numero di circa 100 persone. E‘ stato un incoraggiante spettacolo di Chiesa, che si esprime nella sua coralità! D‘altronde il tema della relazione, tenuta con grande competenza dal dott. Mario Mozzanica era il seguente: ‖Chi ama educa‖. Siamo grati all‘illustre relatore per averci ridato lo slancio necessario per continuare a seminare, anche in un‘epoca di prevalente disincanto e di rovesciamento dei valori tradizionali. La sua relazione si è conclusa con un commovente racconto: un bambino, malato di leucemia, su invito della nonna, scrive una lettera a Dio ogni giorno; nell‘ultima, prima di addormentarsi,così si esprime: ‖Solo Dio ha il diritto di svegliarmi‖. Grazie, Signore, per averci dato quel bambino, e suor Maria Laura! 15 dell’oratorio Beato Scalabrini — Festa Lunedì 1 giugno: Ore 20 saggio di Danza Martedì 2 giugno: Ore 9.30 torneo ―Gigi nel cuore‖ Ore 15.30 stand per bambini Ore 16.30 spettacolo di Magia Ore 18.00 mandato animatori Ore 18.30 musica con Fabio — Grest Tema ―Sotto Sopra. Come in cielo così in terra‖ dal 14 giugno al 2 luglio 2010 Iscrizioni il 2 giugno 2010 estivo medie — Campo Tema: ―Ho una bella notizia: io l‘ho incontrato‖ A Caspoggio 11-17 luglio 2010 estivo superiori — Campo A Lignano Sabbiadoro 18-25 luglio 2010 Iscrizioni entro il 5 giugno 2010 — Festa di san Rocco 16 agosto 22 agosto ore 18 S.Messa ore 11 S.Messa solenne con benedizione pane e animali Madonna Addolorata — Festa 25 settembre ore 20.30 S.Messa celebrata da don Daniele Andreani - processione 26 settembre ore 10.30 S.Messa solenne ore 17.30 Vespri Madonna del Rosario - san Rocco — Festa 3 ottobre ore 11,10 S.Messa celebrata da don Andrea Messaggi Gita a Venezia — Pellegrinaggio 1-3 ottobre 2010 catechismo 2010/2011 — Iscrizioni dal 14 al 17 settembre 2010 — dalle ore 16 alle 19 al bar dell‘oratorio di San Bartolomeo. Per i nuovi iscritti, non battezzati nelle nostre parrocchie, si richiede il certificato di battesimo Giorni e orari catechismo 2010/2011 MARTEDI‘ MERCOLEDI‘ GIOVEDI‘ VENERDI‘ SABATO DOMENICA ore 17-18: gruppi 3^ 4^ 5^ elementare ore 17-18: gruppi 3^ 4^ 5^ elementare ore 17-18: gruppi prima media ore 17-18: gruppi prima media ore 14.30-15.30: gruppo misto di ACR ore 18 quindicinale: 2^ e 3^ media 1^ e 2^ elementare — –— — Appuntamenti e Numeri utili - — — ——— ———– —— ——— — ——— — ——— — — —— — ——— ——— — —— ————— - — – — —— — Ufficio parrocchiale in via Milano 161 (tel. 031.272.618) e‘ aperto per richiedere certificati in questi orari: MARTEDI 17/19 MERCOLEDI 9,30/11,30 VENERDI 9,30/11,30 Numeri utili Don Christian Bricola Parroco e Ufficio tel. 031.27.26.18 fax 031.26.12.56 Don Francesco Vanotti Vicario Oratorio tel. 031 26.23.89 ———– —— ——— — ——— — ——— — — —— — — –— — ——— - — — ——— Don Giorgio Molteni Collaboratore tel. 031.27.13.20 Casa parrocchiale san Rocco via Regina 50 tel 031.26.53.85 Mario Cairoli diacono via Regina 61 tel 031.26.61.69 Casa santa Luisa via Rezia 7 tel. 031.27.93.58 Revv.Suore via Rezia 5 tel. 031.26.53.12 ———– —— ——— — ——— — ——— — — —— — ——— ——— — —— ——- [email protected] www.sanba.org