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San Rocco - la webcam su Sanba

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San Rocco - la webcam su Sanba
PARROCCHIA SANTI BARTOLOMEO E ROCCO
Giugno 2010
Bimestrale
della Comunità Cristiana
dei santi
Bartolomeo e Rocco
in Como
Nuova edizione: ANNO I
N. 5 - GIUGNO 2010
Sede:
Via Milano 161 Como
Telefono 031.272.618
Autorizzazione:
Registrato presso
il Tribunale di Como
Autorizzazione n. 19/88
Direttore Responsabile:
Rosaria Marchesi
Redazione:
don Christian Bricola,
Andrea Bassoli,
Antonia Cairoli,
Natale Gagliardi,
Giorgio Mondelli,
Claudia Verso,
Maurizio Gagliardi,
Giuseppe Villani,
Maria Canziani
Collaborazione grafica
Attilio Merazzi
A questo numero hanno,
inoltre, collaborato:
don Francesco Vanotti,
Andrea Campagnoli,
Riccardo Cassineri,
Enrico Bello,
Fabio Melucci,
Patrizia Turba,
Terry Vicario,
don Giorgio Molteni,
Irene Di Ceglie,
Giulia Galfetti.
Tipografia:
Grafica Marelli s.n.c.
via Leonardo da Vinci 28
22100 - Como
Tel. 031.573.375
Fax 031.570.215
Per inserti Pubblicitari
Maria Peverelli
Per distribuzione
Silvana Cappellini
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Editoriale
Comunità Pastorale B. Scalabrini? di don Christian
Catechismo
L’iniziazione cristiana è un itinerario
di don Francesco
Oratorio
Il Papa buono di Andrea C. e Riccardo C.
Oratorio
Educare giocando di Enrico B.
Oratorio
San Bartolomeo: una comunità che accoglie
di Fabio M.
Ehilà! Si, proprio tu... di Patrizia T.
Scalabrini
Londra e Como unite da Scalabrini
di Rosaria M.
Vita comunitaria
Appunti di viaggio di Maurizio G.
Vita comunitaria
Non abbiate paura del Cottolengo
di Terry V.
Spiritualità
Il breviario di don Giorgio
San Rocco
San Rocco ecumenica di Giuseppe V.
Missioni
La Romania è diventata una parte di me
di Irene Di C.
Storia del Borgo
Il lazzaretto di Natale G.
Registri parrocchiali
Defunti, battesimi, sposi
Azione Cattolica
Assemblea diocesana di Giulia G.
Appuntamenti e numeri utili
Comunità Pastorale Beato Scalabrini?
Editoriale
di don Christian
Carissimi parrocchiani di san Bartolomeo e san Rocco,
ci stiamo preparando alla festa dell‘ Oratorio (ex festa di primavera) ed è una bellissima
occasione per poter parlare dei nostri bambini, ragazzi e giovani.
Qualcuno ritiene che ormai gli oratori non hanno più nulla da dire ai giovani, perché
superati, perché poco accattivanti, perché vecchi… Non sono di questo avviso!
Sono cresciuto in oratorio quando ero bambino, sono stato animatore al Grest e ai
campi estivi, ho vissuto anni bellissimi sia in Oratorio a Traona che a Fino, per cui sono
convinto che l‘oratorio è ancora uno strumento validissimo. Non è in crisi l‘oratorio ma
sono in crisi gli adulti cristiani che non hanno più passione per educare, per spendere
del tempo gratis per i ragazzi, che non hanno più il desiderio infuocato di far conoscere
Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Per cui a conclusione di quest‘anno pastorale vorrei
ringraziare tutte le persone che credendo all‘oratorio hanno collaborato con don Francesco e vorrei invitare tutti a ―buttarsi‖ nell‘oratorio perché stando ―con i giovani si diventa più giovani‖.
Il nostro oratorio è dedicato al Beato Scalabrini, un grande priore, che 140 anni fa,
qui nella nostra parrocchia, si è preoccupato tantissimo dei bambini, costruendo un
asilo, costruendo l‘oratorio, scrivendo il primo catechismo per i fanciulli dell‘asilo, organizzando la catechesi per tutti. Il suo Amore per il Signore lo ha spinto a ―fare l‘oratorio‖
con tanta passione e generosità, un po‘ come don Bosco, infatti –strana coincidenzadon Bosco e don Giovanni Battista Scalabrini erano molto amici. Ricchi di questa centenaria esperienza di oratorio, la nostra comunità si deve sentire invitata a coltivare la
passione educativa, ad aumentare l‘impegno per l‘annuncio del vangelo, a proporre
momenti in cui i ragazzi possano vivere l‘esperienza cristiana: nella preghiera, nel gioco, nelle gite, nello studio, nel divertimento, nell‘impegno, nella carità. Chiediamo al
Beato Scalabrini di benedire il nostro oratorio, di proteggere i nostri bambini, di sostenere tutti gli educatori.
Infine una domanda: perché invocare Scalabrini solo come protettore del nostro
oratorio? Non potremmo affidare a lui tutta la nostra comunità pastorale? Scalabrini è
stato un ottimo parroco quando la parrocchia di san Bartolomeo comprendeva anche
san Rocco, san Giuseppe e Lora, per cui abbiamo un richiamo all‘unità. Scalabrini è
padre dei migranti e si è impegnato, anche qui a Como, per i problemi sociali degli operai, per cui abbiamo un richiamo all‘attenzione ai cambiamenti che stanno avvenendo
nelle nostre comunità. Mi sembra che per diversi motivi oggi, 1 giugno ―festa liturgica
del Beato Scalabini‖, potrebbe nascere la ―Comunità Pastorale Beato Scalabrini‖ che
comprende la parrocchia san Bartolomeo e la parrocchia san Rocco. Perché no?
Buona Festa dell‘oratorio e buone vacanze
L’oratorio è
espressione
della passione
educativa
della
nostra comunità
cristiana
A Scalabrini
affidiamo
i nostri
bambini e giovani
e tutte le nostre
iniziative
3
Catechismo
di don Francesco
Continua
la nostra
riflessione
sulla catechesi,
proponendovi e
spiegandovi
alcuni
cambiamenti
per il cammino
che inizierà
a settembre
L’iniziazione cristiana è un itinerario
Nell‘articolo apparso su ‗La voce dei Borghi‘ del mese di settembre 2009, avevamo
cominciato ad introdurre il significato dell‘iniziazione cristiana e del suo modello catecumenale: un itinerario per i bambini e i ragazzi che, oggi, la Chiesa italiana, nelle sue
varie realtà diocesane, sta rivedendo per venire incontro alle esigenze dei cristiani e
delle famiglie che desiderano avvicinarsi alla fede attraverso un cammino graduale e
progressivo. Si era parlato delle caratteristiche principali e dei passi in avanti che la
nostra Diocesi di Como, in particolare, aveva preso la decisione di compiere. Ora, mi
sembra opportuno, dopo quasi un anno di riflessione e sperimentazioni a diversi livelli,
entrare più nel merito della struttura, dei contenuti, degli obiettivi e delle verifiche che
possiamo trovare in questa proposta che dovrebbe aiutare le nuove generazioni di famiglie cristiane ad acquisire maggiore consapevolezza e responsabilità per ciò che
riguarda il loro cammino di fede all‘interno della comunità cristiana. Per questo, presenteremo in breve i primi 3 passaggi con cui la nostra comunità pastorale sta strutturando
l‘itinerario di fede dei fanciulli e dei ragazzi dai 6 agli 8 anni.
TEMPO della PRIMA EVANGELIZZAZIONE (1^ anno):
è l‘anno che corrisponde, per ora, alla prima elementare; si prevedono, a partire
dall‘anno pastorale 2010/2011 quattro pomeriggi di accoglienza, di conoscenza e di
incontro tra le famiglie (genitori e figli) e l‘equipe educativa. Sarà l‘occasione per fare
una prima conoscenza con i genitori, per recuperare e chiarire le motivazioni che li
stanno conducendo a scegliere, accanto e per i propri figli, l‘itinerario di iniziazione cristiana. Ci sarà premura, inoltre, di formare la cosiddetta „equipe educativa‟ composta
da alcuni genitori, dai catechisti dei bambini e dal catechista guida (sacerdote, diacono
o altra figura di riferimento), per formulare insieme l‘itinerario presente e futuro, condividere gli obiettivi, mantenere i rapporti e le relazioni tra le famiglie (gruppo) e coordinare gli aspetti organizzativi. E‘ fondamentale che già da questo primo anno si formi
questa equipe educativa al fine di accompagnare i singoli e le famiglie lungo tutto lo
svolgersi dell‘itinerario di iniziazione cristiana.
TEMPO DELLA PRIMA EVANGELIZZAZIONE (2^ anno):
è l‘anno che corrisponde alla seconda elementare; si prevede un cammino di quattro
domeniche (dalla S. Messa delle ore 10.30 alle 16.00 del pomeriggio) spalmate durante l‘anno liturgico e pastorale (prevedono la partecipazione dei genitori e dei rispettivi
figli), continuando a lavorare sulla corretta formazione e conoscenza all‘interno del
gruppo, purificando le motivazioni dei genitori e rendendoli sempre più consapevoli
dell‘importanza del loro intervento educativo. Si proporrà anche la partecipazione dei
figli e dei genitori –insieme- ai principali momenti celebrativi comunitari (inizio del catechismo, preghiera di Avvento, festa di Natale, mercoledì delle Ceneri, Via Crucis, preghiera mariana nel mese di maggio) e la partecipazione alla Santa Messa domenicale
almeno nei tempi di Avvento e di Quaresima (si terrà la liturgia della Parola in cripta
apposta per i bambini). Avvicineremo insieme la figura di Gesù che si fa uomo per noi,
ci parla, ci chiama e vuole condividere la sua vita con noi. Al termine dei primi due anni
di evangelizzazione, le famiglie dovranno decidere, liberamente, se continuare il cammino oppure no; la decisione positiva sarà celebrata nel Rito di Ammissione al catecumenato.
TABELLA RIEPILOGATIVA DEI PRIMI DUE ANNI
Tempi
Obiettivi specifici
Contenuti
Esperienze
Celebrazioni
Prima
Evangelizzazione
(due anni)
Formazione del gruppo
catecumenale e
dell’equipe educativa
Vangelo di Marco
Catechismo CEI
‘Io sono con Voi’
Pomeriggi insieme,
domeniche di condivisione
Al termine del
secondo anno,
rito di
Ammissione
Accoglienza e
purificazione delle
motivazioni
Scoprire e incontrare
Gesù Cristo
Scelta libera di
continuare il cammino
4
Partecipazione graduale ai
momenti celebrativi più
importanti durante
l’anno liturgico
Partecipazione alla
S. Messa in Avvento e
Quaresima
(liturgia della Parola)
Il Papa buono
TEMPO DEL
CATECUMENATO (1anno)
è l‘anno che corrisponde
alla terza elementare; si
attuerà uno sviluppo del
metodo e dei tempi proposti
durante i primi due anni; gli
incontri prevedono, durante
l‘anno, 6 domeniche di incontro con genitori e figli
(catechesi intergenerazionale) alternate a 9 incontri
settimanali con i soli bambini; le domeniche intergenerazionali avranno inizio con
la Santa Messa e termineranno il pomeriggio alle ore
16.00; si prevede – per gli
incontri settimanali - solo un
giorno (e non due o tre come negli altri anni), anche
per facilitare l‘incontro dei
ragazzi e la partecipazione
alle proposte esperienziali;
nel rispetto della logica
dell‘impianto catecumenale
(così rivisto secondo lo
schema e l‘idea proposta),
non è stata volutamente
inserita la tappa della celebrazione della Prima Riconciliazione: si attenderà la
valutazione dell‘equipe catecumenale intera che, insieme ai genitori dei bambini, verificheranno insieme la
maturità e il cammino svolto. Tra i contenuti fondamentali di questo terzo anno ci sarà l‘incontro fondamentale con il nucleo della
storia della Salvezza che
professiamo nel Credo, la
scoperta del progetto di Dio
realizzato nei secoli e completato nella persona di Gesù Cristo, suo Figlio. Importante sarà, poi, la partecipazione assidua, frequente e
attiva alla S. Messa domenicale, ai momenti celebrativi principali durante l‘anno e
agli incontri catechistici settimanali e intergenerazionali
(per almeno 2/3). Al termine dell‘anno, si vivrà il rito di
Consegna del Credo Apostolico.
Il giorno martedì 6 aprile 2010 noi chierichetti della
zona Como Centro siamo andati a Sotto il Monte per
vivere una giornata insieme e per conoscere la figura
di Sua Santità Papa Giovanni XXIII, al secolo Angelo
Giuseppe Roncalli.
Appena arrivati a Sotto il Monte (paese natale di Giovanni XXIII), siamo andati nella sua povera casa. Figlio di Giovanni Battista Roncalli e di Marianna Mazzola, Papa Roncalli dovette fare molti sacrifici per poter studiare; alla fine, però, venne ordinato sacerdote
il 10 agosto 1904.
Attualmente parte della sua casa è stata ricostruita e
adibita al seminario del Pime. Noi ci siamo accomodati in una delle stanze e lì abbiamo fatto un gioco a
squadre, per conoscere meglio la vita delle persone
che hanno lasciato impresso un segno di pace nella
nostra cultura.
Successivamente abbiamo pranzato nel parco della
casa e nel primo pomeriggio abbiamo fatto un altro
gioco a squadre per capire meglio la vita del Papa.
C‘è stato poi tempo libero per poter visitare la casa in
cui ora sono conservati i paramenti sacri e gli oggetti
a lui appartenuti.
Dopo la visita alla casa, il nostro don Francesco ha
celebrato la Messa con il rinnovo degli impegni dei
ministranti.
A malincuore ci siamo poi messi in viaggio; dopo questa visita dobbiamo dire che siamo cambiati. Ci ha
colpito la bontà di Papa Giovanni XXIII e di quanto
amasse soprattutto i bambini e questo ce lo fa capire
nell‘enciclica ‗Pacem in terris‘ e nel suo discorso alla
luna in occasione dell‘apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, da lui indetto, quando dice: “…
Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del
Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite
una parola buona: il Papa è con noi, specialmente
nelle ore della tristezza e dell'amarezza”.
Per questo motivo dobbiamo comportarci con più bontà verso gli altri e speriamo che il messaggio del Papa, come è arrivato a noi, arrivi anche ai nostri
―colleghi‖ chierichetti restati a casa.
Consigliamo a tutti di andare a Sotto il Monte, per scoprire un grandissimo papa terziario francescano che è
per noi una guida alla ricerca della fede, della speranza, della carità, dell‘Amore di Dio e dell‘ Amore dei
Fratelli.
Oltretutto a Sotto il Monte si può incontrare il suo segretario Loris Francesco Capovilla e visitare il museo
del Papa.
Oratorio
di Andrea Campagnoli e
Riccardo Cassineri
Pellegrinaggio
dei
Chierichetti
a
Sotto il Monte
“Date
una carezza
ai vostri
bambini
e dite
questa è
la carezza
del Papa”
5
Oratorio
di Enrico Bello
La Libertas
san
Bartolomeo
concludendo
un anno
si prepara
ad una
grande festa
con tutti
i ragazzi
6
Educare giocando
Cos‘è oggi la Libertas
San Bartolomeo ASD?
Una associazione polisportiva che svolge attività
di scuola calcio,
volley, danza moderna,
classica ed hip hop. E‘ in
questa società che il
grande Gigi Meroni ha
iniziato la sua carriera
calcistica , tirando i primi
calci sul campo in terra
dell‘Oratorio di San Bartolomeo. Ed ancora
sempre nella Libertas ha
militato Mattia Notari già
capitano del Mantova.
La nostra attuale realtà
continua a crescere. E‘
con soddisfazione ed
orgoglio constatare che
frequentano i nostri corsi
oltre 300 bambini/e,
ragazzi e ragazze. La
nostra proposta oltre al
calcio (scuola calcio, nr.
2 squadre pulcini , una
esordienti ed una giovanissimi, open-csi ) ed
alla pallavolo (una squadra open) si è sviluppata con numerosi corsi di
danza sia moderna che
classica. Si deve a questo proposito sottolinea-
re la grande passione e
disponibilità di chi presta la
propria collaborazione in
maniera
volontaria
(dirigenti, allenatori e componenti dello staff) .
La nostra intenzione è di
proseguire nel nostro progetto ―EDUCARE GIOCANDO”. Infatti unitamente alle
realtà con le quali ci interfacciamo quotidianamente l
‗Oratorio di San Bartolomeo, il Circolo Scalabrini e
l‘Associazione Noi, cerchiamo di proporre un nuovo
modo di fare sport inteso
come
mezzo di crescita
educativa e formativa, attraverso lo sviluppo della
capacità coordinative e continuative. L‘obiettivo è infatti
quello di intendere l‘attività
sportiva quale prezioso
strumento di educazione
fisica e morale, riaffermando valori quali il rispetto, la
correttezza , la sportività, lo
spirito di identità e di appartenenza ed evitando
l‘esasperazione e la tensione del risultato da raggiungere ad ogni costo.
Vogliamo così evitare che
esempi sbagliati sul campo
possano influenzare negativamente i nostri ragazzi. In
questo senso abbiamo sviluppato la collaborazione
con altre realtà aventi gli
stessi principi; in particolare
con la Polisportiva LO.RA.
abbiamo unito gli sforzi per
creare una squadra unica
che ha partecipato al cam-
pionato di volley juniores.
Nel proseguire il cammino intrapreso, anche
quest‘anno in occasione della festa della Comunità di San Bartolomeo e San Rocco del 2
giugno si terrà il 3° Torneo ―Gigi nel Cuore‖ in
ricordo del grande campione i Gigi Meroni.
E per sottolineare che
le sue capacità si manifestarono proprio nel
piccolo campo del nostro Oratorio parteciperanno al torneo le squadre dei pulcini espressione
dei principali
Oratori della nostra
città : Albatese, Alebbio,
Polisportiv a
Sant’Agata, Polisportiva Lora e, naturalmente, la Libertas San
Bartolomeo .
Quest‘anno, infine, per
le allieve dei corsi di
danza abbiamo organizzato la manifestazione ―Senso ai sensi –
danzando l’arte‖ con
due spettacoli dove si
esibiranno tutte le bambine e ragazze iscritte
alla nostra sezione di
danza: il 1° giugno alle
ore 20,30 presso il
Cinema Astra, viale
Giulio Cesare ed il 13
giugno alle ore 20.30
presso il teatro Opera
Don Guanella in via
Tommaso Grossi.
San Bartolomeo: una comunità che accoglie
―San Bartolomeo? Chi: il santo?‖ Così ho
detto a don Ivan, vicerettore, nel momento in cui mi comunicava il nome della parrocchia per il nuovo anno. E ora che
l‘anno è passato… quanti ricordi metto
nel mio zaino!!! E‘ proprio vero che le
cose belle passano troppo velocemente
ed è molto difficile riassumere in poche
righe un ‗esperienza così densa di volti e
incontri, un‘ esperienza arricchente da
tanti punti di vista!!!…
Perché passare dalla mia piccola Maccio
alla parrocchia più grande della città vi
assicuro che è un bel ―salto‖ (11 km).
Appena arrivato, mi sono sentito subito
accolto (non solo come seminarista venuto a svolgere un servizio ma anche come
amico). Mi ricordo ancora il primo giorno,
l‘ultimo sabato di settembre: davvero indimenticabile la maxi rissa avvenuta in via
Milano! Mi sono detto: ―comincio proprio
bene…!‖ Sono, poi, iniziate le diverse e
tante attività: i catechismi, corsi animatori,
riunioni di diverso genere, corsi fidanzati,
ritiri ,ecc... All‘inizio è stata un‘impresa
particolarmente difficoltosa imparare cosi
tanti nomi in poco tempo. (a proposito,
colgo l‘occasione per chiedere scusa alle
persone che ho incontrato e che ho salutato con nomi inventati al momento).
Da tanti giovani ho imparato la loro voglia
di mettersi in gioco su tante cose e il loro
attaccamento alla Parrocchia. Mi ha colpito, inoltre, la presenza di famiglie che
vengono in oratorio con tanta voglia e
costanza e credo che questa voglia di
collaborare nella gioia sia una bella testimonianza. Quest‘ultimo aspetto mi ha
particolarmente sorpreso perché penso
sia una cosa rara vedere degli adulti che
si danno da fare per l‘oratorio.
Devo ringraziare quelle persone che non
si sono messe su un piano diverso rispetto ai tanti stranieri che frequentano
l‘oratorio; ho potuto notare una costante
e bella accoglienza specialmente tra i
giovani… Vi ringrazio anche per un‘altra
cosa: ho visto infatti anche una vera intesa, pur con qualche e prevedibile fatica,
tra san Rocco e san Bartolomeo… La
comunione e la condivisione dei cammini
è vera testimonianza di fede e di crescita
nell‘amore dell‘unico Signore! Vorrei concludere questo mio saluto ricordando i
vostri (ma vorrei dire ―nostri‖) preti. In
particolare non dimenticherò mai i pranzi
e le colazioni insieme a loro…! le loro
battute, le loro attenzioni e consigli…
Ricordatevi che è una grazia enorme avere 4 preti così diversi eppure capaci di
comunicare e testimoniare nella quotidianità una vera fraternità e amicizia! Grazie
a don Christian per la sua capacità di
offrirmi occasioni per mettermi in gioco;
grazie a don Francesco per la sua sincera condivisione; grazie a don Giorgio per
la sua esperienza; grazie a don Roberto
per la sua grande attenzione.
Vorrei continuare con i ringraziamenti ma
per i nomi di tutti coloro che ho incontrato
e che ho sentito vicino non basterebbe
l‘intero giornalino.
Grazie a tutti voi!
Vi chiedo una costante preghiera per me
e per il seminario. Io vi ricorderò sempre
come una comunità capace di accogliere!
Un forte abbraccio
Ehilà!... Sì, proprio tu…
Oratorio
di Fabio Melucci
Il seminarista
Fabio ci saluta
al termine
di un anno
passato tra noi
Tutto
l’oratorio
lo ringrazia
per la
sua presenza
di Patrizia Turba
Ciao! Ci presentiamo: siamo 16 allegrissimi bambini tra i 9 e gli 11 anni (frequentiamo
dalla terza alla quinta elementare, per intenderci) e da quest‘anno abbiamo cominciato
un cammino speciale, quello dell‘A.C.R.
―A. C. che..???‖ ti chiederai. Ma l‘Azione Cattolica dei Ragazzi, naturalmente! Sì, perché l‘Azione Cattolica non è fatta solo dagli adulti e dai nonni, ma anche da noi! Con il
motto ―Siamo in onda‖ cerchiamo di sintonizzarci sulle frequenze del Vangelo per imparare ad amare Gesù e a conoscerlo meglio. Abbiamo scoperto che per ascoltare la
voce del Signore dobbiamo tenere le orecchie bene aperte e lasciargli spazio dentro di
noi. I nostri limiti e le nostre fatiche non devono spaventarci ed isolarci, ma spingerci ad
andare incontro agli altri perché solo insieme possiamo superarli e trasformarli in ricchezze. E il modo migliore di incontrare gli altri con la ―I‖ maiuscola è quello di sentirci
parte viva della comunità della Chiesa. In questo periodo stiamo riflettendo sul perché
è bello e necessario per un cristiano frequentare la Messa della domenica. Il nostro
incontro di catechesi fatto di giochi, canzoni, proiezioni e testimonianze, oltre che di
condivisione dei nostri pensieri, è al sabato pomeriggio, e quelli di noi che hanno fatto
la Prima Confessione o faranno la Prima Comunione si riuniscono agli altri compagni
nel periodo di preparazione del sacramento. Se ti va di conoscerci meglio puoi venire
con noi a Crema il 16 di maggio per la festa regionale dell‘A.C.R. Se vuoi partecipare,
chiedi a don Francesco!
7
Scalabrini
di Rosaria Marchesi
Una casa
per anziani
La solidarietà
si fa
concreta
La cappellina con
il reliquiario
8
Londra e Como unite da Scalabrini
C‘è un filo sottilissimo, ma
altrettanto resistentissimo
che lega la nostra parrocchia ad un libro appena
presentato in Gran Bretagna e destinato al mondo
inglese. Il volume in questione si intitola ―Villa
Scalabrini a Shenley, una
piccola storia italiana‖ il
legame come si vede è
nel nome e nel carisma
del Beato Scalabrini che,
nato a Fino Mornasco, fu
dal 1870 al 1875, priore
della chiesa di San Bartolomeo. Qui promosse la
diffusione del Catechismo, ma ebbe anche il
suo primo impatto con il
mondo del lavoro e della
povertà. Divenuto vescovo di Piacenza Scalabrini
intuì la necessità di dar
vita ad una Congregazione di religiosi (e poi di
religiose, come quelle che
ci sono a Fino Mornasco)
dedicata specificamente
ai migranti. Ebbene, il
libro nasce nel mondo
dell‘emigrazione italiana
nel Regno Unito. Esso
racconta la storia della
prima ed unica casa di
riposo italiana e per italiani
realizzata
nell‘hinterland di Londra a
metà degli anni ‘80 del
secolo scorso. Gli scalabriniani sono presenti in
Inghilterra dalla metà del
Novecento e proprio uno
di loro, padre Alberto Vico, si è interessato delle
necessità dei più anziani.
La sua Congregazione gli
dette il mandato di esplorare questo pianeta sconosciuto e quello che emerse fu la necessità di
realizzare per loro una
casa di riposo. Oggi essa
è diventata una realtà
fiorente e un punto di riferimento per la comunità
italiana londinese. Come
si è arrivati a questo libro?
Presto detto. Tre estati fa
ero ospite di P. Vico (che
abita in una dependance
della casa di riposo)
quando
questi,
quasi
scherzando, mi chiese di
raccontare la storia della
casa. Ho accettato questa
proposta ed ho realizzato
un libro che raccoglie le
testimonianze di oltre
trenta persone; esse raccontano del loro coinvolgimento e di quello di altri
oramai defunti, per arrivare a costruire la casa di
riposo che accolse i primi
ospiti nel 1986. Questa
casa retta e voluta dagli
scalabriniani è nata dalla
generosità della comunità italiana, infatti essa
nelle modalità più disparate, ha messo a disposizione l‘ingente somma
per saldare i prestiti che
hanno permesso di acquistare una vecchia
clinica, il suo parco e di
ristrutturarla a favore dei
nostri connazionali, che
nelle strutture inglesi non
riuscivano a trovare un
luogo adatto, soprattutto
per problemi legati alla
lingua, ma anche per la
mancanza di assistenza
religiosa.
Gli intervistati raccontano il loro coinvolgimento
e la loro storia di emigranti. Tra loro c‘è anche
un ospite della casa.
Quello che ne viene fuori
è un grande mosaico
che
presenta piccole
storie che entrano di
diritto nella grande storia. Dalle loro interviste
si ricostruiscono i vari
momenti (acquisto della
casa,
ristrutturazione,
apertura e poi feste per
raccogliere fondi e tanto
altro ancora) che hanno
scandito e scandiscono
la vita di Villa Scalabrini.
Il libro è scritto, come
giusto, in italiano ed in
inglese. Molte fotografie
mostrano le fasi della
ristrutturazione del vecchio edificio, altre la vita
degli ospiti: sono un racconto per immagini che
si affianca a quello fatto
di parole. Questo libro
che ci rimanda al
―nostro‖ illustre priore
insegna una grande verità, che in Italia è, forse,
poco sentita, ovvero che
le opere religiose vanno
sostenute e fatte proprie
anche mettendosi in gioco in prima persona e
mettendo a disposizione
il proprio tempo e denaro.
Vita
Comunitaria
Appunti di viaggio
Il volto di Cristo
nella Sindone
15 marzo
In preparazione al pellegrinaggio a Torino, si è ritenuto opportuno offrire ai partecipanti e non una serata culturale sulla
sacra Sindone tenuta da don Andrea
Straffi con il sussidio di immagini proiettate, documentazione storica, informazioni e notizie di epoca attuale. La serata è stata vivacizzata da domande effettuate dai più curiosi e dai più appassionati a questo mistero. Chiesa di San
Bartolomeo piena a metà, quella sera;
totalmente ricolma però di gratitudine
per l'opportunità concessaci di umanizzare una volta di più il nostro rapporto
con il Cristo.
Elevazione spirituale
19 marzo
Quaresima: momento di piccoli sacrifici,
di preghiera, di riflessione personale e
comunitaria. A mettere in pratica
quest'ultimo aspetto ci hanno aiutato i
componenti del coro San Benedetto di
Comunione e Liberazione, che hanno
dedicato una serata alla nostra comunità nella chiesa di San Bartolomeo. Canti e letture di autori diversi e di epoche
diverse hanno fornito abbondante materiale per una sentita elevazione spirituale, più che mai coinvolgente. A fine concerto esternavamo il grazie della comunità presente al maestro ed a tutti i
componenti della corale, giovani e giovanissimi. Verranno sicuramente riascoltati volentieri in altre future occasioni.
Santa Teresina
di Lisieux
di Maurizio Gagliardi
21 marzo
Ennesima occasione di preghiera comunitaria per le nostre due parrocchie è
stata la serata di partecipazione in Duomo ad una breve veglia di venerazione
della santa bambina Teresa di Lisieux.
Ricco di fascino e di riflessione il tempo
trascorso nella nostra cattedrale, grazie
ad appunti fornitici quale traccia di meditazione dal nostro parroco. Un buon numero dì fedeli provenienti da altre parrocchie ci ha tenuto compagnia nella
quiete notturna ed un piccolo gruppo di
strumentisti ha eseguito un corretto sottofondo musicale. Si è poi rientrati nelle
nostre abitazioni ad ora veramente tarda, con un santino in più in tasca e con
qualcosa in più anche nel cuore. Grazie
santa Teresina.
Croce dei Martiri
26 marzo
Alcuni
momenti
vissuti
insieme
Via Crucis alla croce dei martiri. Dagli
anni 80 doverosa abitudine dei sanrocchini, in memoria di don Luciano, dallo
scorso anno meta di preghiera anche
dei fedeli di san Bartolomeo. Sotto il
cielo stellato, con una temperatura orientata all'invernale, con candele e torce accese, la processione si è snodata
da via Rimoldi fino alla località del Genöcc. Don Giorgio ha animato il tutto con
canti, riflessioni, letture e preghiere.
Buona la partecipazione, con presenza
anche di bambini nonostante l'ora serale. Cerimonia particolare dall'indubbio
fascino, cui vale sempre la pena di partecipare.
S. Messa in ricordo di Chiara
Giovedì 15 aprile
Ci stiamo veramente incamminando bene sulla strada del mettere in pratica l'accoglienza all'interno della nostra comunità
pastorale. Dopo Azione Cattolica, Corali Gospel dei Guanelliani, il coro S. Benedetto di Comunione e Liberazione, Comunità Evangeliche, migranti Africani, Associazioni di Classe ed altri, ecco le porte delle nostre chiese, ma anche i nostri
cuori, aprirsi ad accogliere per la seconda volta a San Rocco la comunità dei Focolarini, L'occasione è stata una celebrazione liturgica serale in ricordo di Chiara Lubich, la fondatrice del movimento, e della sua impostazione di vita, come giustamente è stato richiamato nell'introduzione alla messa e nella successiva omelia: attuare il comportamento del buon samaritano per tutto l'arco della nostra esistenza senza chiedere nulla in cambio, neanche un grazie. La scelta della nostra
chiesa era già stata concordata dall‘allora parroco pro-tempore Andrea Della Monica, La serata è trascorsa veloce, in amicizia, con una attenzione particolare rivolta alla corale forte di una ventina di elementi ed alla presenza sull'altare di otto
sacerdoti concelebranti. Otto quindi le firme sul registro delle sante messe e sopra tutte brilla quella di Diego Coletti. Il
celebrante era infatti proprio il nostro vescovo che, in via ufficiosa, è finalmente venuto a trovarci di persona e ci ha donato
una sua celebrazione, una sua omelia, una sua particolare benedizione. Personaggio dall'indiscutibile caratteristica di un
misto di spirito santo e di saggezza, ha avuto la gentilezza di trattenersi con una lunga serie di postulanti e di curiosi che
volevano salutarlo, parlargli, bussare alla porta della sua benevolenza e della sua autorità. Ha avuto per tutti una frase di
incoraggiamento, una risposta, una delucidazione. A me personalmente, saputo che ero ―anche‖ pensionato ha tributato
un ―Oh! che lazzarone!‖ che mi ha fatto sentire un pochino incompreso. Spero che Dio ce lo conservi in salute e coraggio,
come ha raccomandato, e che torni tra noi con la stessa carica di serenità che ha animato l'incontro. Ai Focolarini un grazie per l'esempio di come ―fare comunità‖ che ci hanno dato per tutta la serata.
9
Vita
comunitaria
di Terry Vicario
Il 18 aprile
la nostra
parrocchia
è andata in
pellegrinaggio
alla Sacra
Sindone,
s. Messa
dalle suore
e, per alcuni,
visita
al Cottolengo
10
Non abbiate paura… del Cottolengo
Vogliate scusarmi per aver
usato impropriamente questa frase che è di Giovanni
Paolo II come titolo dell'articolo, ma, sappiate che ancora oggi la parola Cottolengo desta paura e timore nel
visitarlo. Motivo di tale sentimento forse è dovuto ad alcune leggende metropolitane modificate negativamente nel corso del tempo, dove
si credeva e si pensa tuttora
che vivano delle persone
denominate "mostri".
Vorrei rincuorarvi e invitarvi
ad andare a Torino, come
ha deciso di fare un folto
gruppo della parrocchia che
in merito alla visita alla S.
Sindone nel giorno 18 aprile, ha scelto come visita pomeridiana la famosa cittadella. I presenti sono rimasti colpiti per la gentilezza
delle suore, che con grazia
e sollecitudine hanno accompagnato il gruppo nelle
principali zone della casa.
Fondato da Santo Giuseppe
Cottolengo nell'agosto del
1833, questa dimora accoglie principalmente chi è solo ed emarginato da tutti.
Queste persone sono amate per quello che sono perché in Loro c'è il vero volto
di Gesù Cristo. Considerati i
veri prediletti, perché sono i
più difficili e i più fragili e
considerati dalla società o-
dierna i meno produttivi tanto da emarginarli.
La Piccola Casa occupa nella città di
Torino una superficie di 112.000 metri
quadrati, una città
nella città. Si rivolge
a persone anziane
e disabili, agli ammalati, a suore ammalate e anziane, a
persone in situazione di difficoltà e di
emarginazione,
a
minori e giovani con
problemi di tossicodipendenza. Al suo
interno ci sono un
ospedale e una farmacia, scuole per i
bambini del circondario, vari ricoveri
per anziani e suore,
servizio doccia e
servizio mensa per i
senza dimora. I pasti distribuiti all'interno dell'edificio sono
uguali per tutti dal
primo all'ultimo, non
c'è alcuna differenza se non per chi ha
una dieta prescritta
dal medico.
Il Cottolengo non è
semplicemente una
realtà assistenziale
attraverso la quale
viene incontro ai bi-
sogni fisici e materiali delle
persone che accoglie e ospita, ma, essa si fa carico
di sostenerli spiritualmente.
La preghiera è il perno della
Piccola Casa e viene prima
di tutto: sostiene tutti e rafforza l'intera comunità cottolenghina.
Molti sono i dipendenti che
svolgono il proprio operato
all'interno della comunità,
oltre le varie figure assistenziali, infermieristiche e mediche, ci sono anche due tipi di volontari: i permanenti
cioè coloro che costantemente in settimana aiutano
nel tempo libero, gli altri invece sono persone che decidono di fare una esperienza di alcuni giorni per provare un nuovo tipo di volontariato.
Il Cottolengo dà vita a diverse famiglie religiose: alle
Suore di vita apostolica, a
quelle di vita contemplativa,
ai fratelli e ai sacerdoti. La
Piccola Casa opera in diverse zone del territorio italiano e nel mondo africano, americano ed europeo.
Chi visita il Cottolengo ne rimane affascinato e arricchito, tanto da voler far parte
di tale realtà.
Non privarti di questa opportunità di conoscere la
bellezza della solidarietà amorevolmente cristiana.
Pregate il padrone della messe
L‘anno sacerdotale indetto dal Papa volge al termine e con esso le nostre riflessioni sul
sacerdozio. Mi auguro che l‘itinerario seguito, ossia la scelta di presentare il sacerdozio
attraverso i simboli che ne caratterizzano la presenza nella comunità cristiana (l‟altare,
la stola, il breviario), sia servito a far conoscere meglio la vita del prete e la sua missione.
In questo ultimo articolo, desidero fissare lo sguardo su Gesù, come ci viene descritto
in due episodi del vangelo che ci permettono di conoscere meglio il suo cuore, il cui
amore, secondo la nota espressione del curato d‘Ars, è la sorgente del sacerdozio.
Il primo episodio lo troviamo in Matteo. L‘evangelista mette in risalto la compassione
che Gesù prova nell‘incontrare le folle che lo seguono lungo le strade della Palestina
perché le vede ―stanche e sfinite, come pecore senza pastore‖. Da qui, la richiesta ai
suoi discepoli: ―La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone
della messe che mandi operai nella sua messe!‖.
Da duemila anni la Chiesa sente rivolto a sé questo invito del Signore; si sente chiamata e coinvolta nel chiedere al Padre il dono di nuovi sacerdoti, missionari e religiosi,
perché al popolo di Dio non manchi mai la guida di pastori secondo il cuore di Gesù.
Pregare per le vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione significa non solo essere fedeli al comando di Gesù, ma anche mantenere vivo il suo amore per gli uomini,
rinnovandolo alla luce della verità che la Chiesa va maturando sotto la guida dello Spirito Santo, e attuandolo tenendo conto delle esigenze del tempo presente.
Per questi motivi ritengo che il proporre ai singoli giovani la vocazione al sacerdozio
non sia un coartare la loro libertà, ma indicare loro un modo di donarsi che li può far
sentire pienamente realizzati sul piano umano e li rende felici.
Il secondo episodio lo troviamo nel racconto dell‘ultima cena di Giovanni, il cui inizio ci
introduce a comprendere in modo pieno e vero il mistero della passione e morte del
Signore: ―Gesù …avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine‖. Amare sino alla fine è il modo di amare di Gesù; un amore perseverante, prolungato nel
tempo e scandito nella fedeltà dei giorni; ma anche un amore totale nella misura e gratuito nel donarsi, perché ―il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda di tradirlo‖; un
amore generoso, senza calcoli e senza riserve.
―Li amò sino alla fine‖. Questa affermazione illumina tutti i gesti e le parole di Gesù e
ne orienta l‘interpretazione. Egli, il Maestro e il Signore, si alza da tavola, depone le
vesti e si cinge ai fianchi il grembiule, versa l‘acqua nel catino e inizia a lavare i piedi
dei discepoli e ad asciugarli con l‘asciugatoio, nonostante che anche i discepoli, di lì a
poco, l‘avrebbero abbandonato e tradito.
Custodire nel cuore l‘icona di Gesù che si fa servo lavando i piedi agli apostoli, significa
non perdere mai di vista il vero senso della dignità sacerdotale: servire con amore i
fratelli per amore di Cristo.
Nel cenacolo, durante l‘ultima cena, Gesù ci ha lasciato in dono due
grandi regali, inseparabili l‘uno dall‘altro: l‘Eucaristia e il Sacerdozio.
Gesù consegna se stesso nelle fragili mani degli uomini, chiedendo di
perpetuare il sacrificio della croce in sua memoria; e l‘Eucaristia è
l‘offerta del corpo e del sangue di Cristo che la Chiesa continua ad
elevare al Padre per la salvezza degli uomini.
Un giovane chiamato al sacerdozio riceve in dono Gesù stesso, tanto
che nella tradizione della Chiesa il sacerdote è sempre stato definito
come un alter Christus. Nell’ordinazione sacerdotale il Signore stesso
si impossessa di un giovane e della sua vita non per dominarlo o soggiogarlo, ma perché l‘ama di più, e questo ―amore di più‖ sta alla base
ed è la radice della consacrazione sacerdotale, dove il Signore diventa il TUTTO di un prete e il sacerdote sarà tutto di Dio.
Questo grande mistero si cela sotto i veli della carne, è custodito in
vasi di creta, pertanto non sempre è apprezzato come un bene prezioso che ci è stato donato dalla bontà del creatore. Tuttavia lo si può
sempre cercare nel momento del bisogno, come diceva Giovanni
XXIII del sacerdote in genere e del parroco in particolare: ―Il parroco è
come la fontana del paese, ci si accosta solo nel momento della sete‖. In breve, come recita la lapide all‘ingresso della canonica del mio
paese: ―Parochus pro gloria Dei in hominum salute‖. Non occorre tradurre. Ad maiorem Dei gloriam!
Spiritualità
di don Giorgio
Anno sacerdotale
“Gesù… avendo
amato i suoi
che erano nel
mondo, li amò
sino alla fine”
11
San Rocco ecumenica!
San Rocco
di Giuseppe Villani
Tra gli stranieri
ci sono
molti cristiani
Abbiamo
incontrato
il pastore Eric
che ci ha parlato
della Chiesa
Evangelica
Ghanese
La Repubblica del Ghana è uno stato dell'Africa Occidentale che si affaccia, come altri, sull'Oceano Atlantico, con
da una parte la Costa d'Avorio e dall'altra il Togo; sopra,
guardando la carta geografica, ha il Burkina Faso. Ha una
superficie dì 238.540 chilometri quadrati, una popolazione
di circa 21 milioni di abitanti e per capitale la città di Accra.
Ha un certo nome nel mondo del calcio: ha vinto quattro
volte la Coppa d'Africa ed è qualificata per i prossimi campionati mondiali in Sud Africa, inserito nel girone con Australia, Germania e Serbia.
Tutto questo per introdurre e per salutare un gruppo di una
quarantina di ghanesi che tutte le settimane si riuniscono
nel salone teatro dell'oratorio di San Rocco per ringraziare
Dio di averli fin qui sostenuti, per chiedere perdono di non
essere perfetti, per esprimere la felicità di averlo accanto e
di poterlo onorare. Lo fanno a voce alta e potente, sotto la
guida del pastore Eric della Chiesa Evangelica Ghanese.
Nel tardo pomeriggio del sabato lo fanno in un piccolo
gruppo di maschi. La domenica invece ci sono proprio tutti,
uomini e donne, bambini, giovani ed adulti; è giorno festivo
e quindi si vestono della festa, indossando i loro vestiti migliori, fatti spesso di stoffe dai colori sgargianti. Per tre intere ore leggono la Bibbia (in inglese), pregano (in ghanese),
alternando il tutto con canzoni della loro terra di origine che
cantano ad alta voce accompagnati da alcuni strumenti
musicali e da una splendida batteria di colore rosso vivo; la
maggioranza lo fa coralmente, ma c‘è qualcuno che, pur in
mezzo al suono assordante dei canti e degli strumenti,
riesce ad isolarsi per rivolgersi a Dio con preghiere personali, inginocchiato accanto alla sedia di sua spettanza. Il
giovane che il pastore Eric mi ha messo accanto per poterci intendere in italiano è in Italia da tre anni e a Como da
uno; malgrado il tempo relativamente breve che ha trascorso in Italia parla un italiano incredibilmente fluente e preciso. Lo stesso, ho avuto modo di capire, lo fa la maggioranza dei giovani e delle giovani presenti in sala. Sono tutti
inseriti nel mondo del lavoro e sono contenti di essere qui
da noi. Non tutti sono venuti utilizzando i voli low cost della
compagnia aerea eDreams che collega Accra con numerosi aeroporti secondari sparsi per l'Italia, ma il racconto del
viaggio lo conservano nello spazio segreto del loro ricordo.
A parole non hanno nostalgia del loro paese dei loro familiari lontani, ma forse le ore che trascorrono tutti insieme qui
da noi in oratorio servono proprio anche a placare il senso
di lontananza dal resto delle famiglie e a trasformare la
nostalgia in dolce, spensierata e frastornante malinconia.
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12
NOI e …?
di Lorenzo Legnani
Non tutti sanno che..
..anche in oratorio gli
aspetti di tipo amministrativo, fiscale e burocratico sono numerosi
ed è indispensabile
trattarli nella maniera
adeguata (bar, palestra, feste, Grest,
ecc...). Attorno a questa necessità si è strutturata l‘attività del Circolo Scalabrini che,
con il legame a NOI
Como Associazione, si
occupa di queste esigenze.
È sbagliato però dire
che „l‟Associazione
NOI segue le sue carte
e può continuare a farlo senza rompere troppo le scatole”. Una Associazione ha senso di
esistere se è viva e
partecipata, non si può
ridurre a un fatto privato, di pochi: per questo
è importante sostenere
le attività dell‘oratorio
attraverso la partecipazione alla vita del Circolo. Quasi nulla, poco, tanto, l‘importante
è avere voglia di lavorare insieme e mettersi
in gioco. Altrimenti che
senso ha approvare un
di bilancio con oltre
10000 euro di utile e
più di 9000 euro impiegati
in
attività
dell‘oratorio, se restano solo freddi numeri?
Sicuramente è molto
meglio avere qualche
soldo in meno in cassa
ma non avere problemi
a stabilire i turni di apertura al bar, a trovare volontari per ‗fare la
spesa‘, per sfruttare al
meglio la palestra,
ecc… La porta è sempre aperta..!
La Romania è diventata una parte di me
Durante le passate vacanze natalizie mi sono recata presso un orfanotrofio
rumeno con l‘Associazione ―Bambini in Romania‖ (http://www. bambiniinromania.it).
Obiettivo dell‘associazione Bambini in Romania è
il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini
romeni orfani e abbandonati, promuovendo ed incentivando la realizzazione di strutture per l‘educazione, lo sviluppo culturale e la formazione professionale dei minori.
Quest‘inverno, dal 26 dicembre al 4 gennaio, insieme ad un gruppo di
quindici persone, mi sono
recata all‘orfanotrofio di
Bradet, vicino Bracov in
Transilvania. L‘esperienza
trovati immersi. Alcuni
bambini ci sono corsi incontro, ci sono saltati addosso, volevano giocare
con noi, cercavano la nostra attenzione … altri sono restati fermi indifferenti
come se nulla fosse successo. Queste sono state
le prime sensazioni provate all‘arrivo.
Dopo i primi momenti di
sconforto non abbiamo avuto dubbi: dovevamo
metterci in gioco completamente e dare il massimo per quei bambini.
Nell‘istituto di Bradet vivono una sessantina di
bambini e ragazzi dai tre
anni fino ai venti anni circa, maschi e femmine;
molti hanno problemi fisici
o psichici. Oltre ad una
povertà materiale notevo-
manuali per i più piccoli,
abbiamo cantato e ballato. Molti bambini hanno
fatto progressi incredibili
durante i dieci giorni,
bambini che non sapevano neppure tenere in mano un pennarello hanno
imparato a colorare... Inevitabile porsi una domanda: ma se in dieci giorni
questi bambini sono così
migliorati come sarebbero
se fossero vissuti in una
realtà diversa?
4 gennaio 2010: erano
passati solo 10 giorni dall‘
arrivo a Bradet ma sembrava di aver vissuto un
intera vita. Il groviglio di emozioni provate durante i
giorni vissuti nell‘istituto
non può essere descritto
con le parole: gioia, rabbia, dolore, commozione,
vissuta, ricca di emozioni
e di difficoltà è stata veramente indimenticabile.
26 dicembre 2009: siamo
arrivati a Bradet, località
di montagna tranquilla,
immersa nel verde;
l‘orfanotrofio è costituito
da tre edifici bassi circondati da un immenso prato.
Appena arrivati siamo entrati
nell‘edificio
dell‘istituto: una trentina di
bambini e ragazzi erano
seduti o in piedi in una
stanza buia con lo sguardo perso, si dondolavano
avanti e indietro, l‘ odore
era penetrante... mancava
il respiro, ... il senso di impotenza, di non potercela
fare, di non riuscire a
guardare, a conoscere il
mondo in cui ci eravamo
le quello che più risulta evidente nell‘istituto è la
mancanza di affetto, di attenzione al singolo bambino, alle sue esigenze, alle
sue emozioni. I bambini
vivono in una situazione
fortemente spersonalizzante, non vengono stimolati in nessuna attività
così che non possono capire quali sono le proprie
attitudini e i propri limiti; le
giornate sono sempre uguali, scandite da orari
precisi. Durante i giorni
trascorsi nell‘istituto abbiamo organizzato attività
di animazione cercando di
rispondere alle esigenze
di bambini e ragazzi; abbiamo così organizzato
tornei di ping-pong, calcio
per i più grandi e attività
stanchezza. Gli sguardi
dei bambini, i loro abbracci resteranno per sempre
con noi.
Tornati nulla è più come
prima… si apprezza tutto
ciò che normalmente si
dà per scontato: l‘amore
di una famiglia e degli amici, la possibilità di studiare e di conoscere,
l‘importanza di costruire
relazioni vere e profonde
anche se con fatica. Non
si può fare a meno di gridare quello che si è visto,
di raccontare ciò che esiste e battersi perché le
cose possano migliorare,
perché un giorno anche
questi bambini possano
crescere, costruirsi una
personalità, trovare il proprio posto nella società.
Missioni
di Irene Di Ceglie
Racconto
di un’esperienza
caritativa
in aiuto
ai bambini
di Romania
13
Storia
del Borgo
di Natale Gagliardi
La ex chiesa
di
san Lazzaro
crolla
lentamente,
indisturbata…
Disegno del 1828,
copia della “danza macabra”
di san Lazzaro
14
Il Lazzaretto
Quando il Mille aveva fatto i primi passi, il borgo della convalle, attraversato dalla strada che da nord a sud portava, risalendo le propaggini interne del Baradello, verso Milano, si chiamava "borgo di Porta Torre"; e non si parlava di quello di san Bartolomeo né
di quello di san Rocco e le due chiese erano in compagnia di numerosi altri edifici sacri,
alcuni scomparsi e altri che hanno lasciato qualche traccia.
Tra questi ultimi si potrebbero citare san Martino in silvis (che stava dove ora c'è “Ul ginöcc") o quella dei santi Gervasio e Protasio che stava nell'attuale via Anzani, oppure
quella di santa Chiara che stava nell'attuale via Milano poco oltre il ponte sul Cosia ora
sostituito dall'incrocio coi semafori, oppure il san Sebastiano che stava affiancato a san
Bartolomeo .
Questo può voler dire che i fedeli delle chiese sopravvissute del tempo andato, San Bartolomeo e San Rocco, già allora, stavano in fila con altri, ma insieme .
Poi, tra quelle che non sono ancora andate del tutto e che, per ora, presentano qualcosa di più di qualche traccia, ce n'è una che risale al secondo secolo del Mille e che è
collocata proprio sulla strada che ai tempi del Borgo di Porta Torre era la dorsale della
convalle che portava dalla città murata di Como a Milano, strada che ancora oggi sta a
fianco della Napoleona, pur essendo nata in tempi in cui non solo quest'ultima non c'era, ma nemmeno aveva fatto la sua comparsa il personaggio cui deve il suo nome.
La chiesa, anzi quel che resta dell'ex chiesa, è quella di san Lazzaro , in via Rimoldi,
poco più in su di san Rocco, sulla sinistra per chi sale in direzione di san Carpoforo,
legata nella sua storia ad uno dei piccoli ospedali della Como di un tempo, un ricovero
per malati, per poveri, per lebbrosi (che dovevano restare nei sobborghi e non potevano
entrare in città) e anche per quelli che erano di passaggio.
L'ospedale (piccoli edifici vicino alla chiesa ora scomparsi) è citato nei documenti del
1100 e del 1200; la chiesa è antecedente e gli avanzi del portale marmoreo, che ancora
si vedono, sono di una struttura che risale al 1300 sulla quale c'era affrescata una celebre "danza macabra", andata persa ma che nel 1828 era stata copiata, mi vien da dire
"fotografata", da Giovanni Pedraglio, uno che merita molto di più di quelli che stanno
lasciando andare quel che resta di un edificio che testimonia l'apertura dei frati Umiliati
del 1100, che portarono avanti il piccolo ospedale per tre secoli fino a che tutte le strutture assistenziali della città confluirono nell'ospedale maggiore di S.Anna (che stava
dove ora c'è il Conservatorio in via Cadorna).
Il santo cui la chiesa era dedicata veniva da Betania, vicino a Gerusalemme, dove nel
1119 nacque appunto l'Ordine di san Lazzaro, inizialmente per la cura dei lebbrosi, ed è
il personaggio risuscitato miracolosamente da Gesù, arrivato poi fino in Francia a Marsiglia dove tuttora c'è una artistica Cappella dedicata appunto a San Lazzaro.
Molti degli storici di Como hanno parlato della chiesa di San Lazzaro; Paolo Giovio, in
particolare, nel suo Carme sulle fonti di Como parla anche della "Copiola", una fontanella che regalava la sua acqua ai frati e agli ammalati, ai lebbrosi e ai poveri e che
sgorgava davanti alla chiesa di san Lazzaro vicino "a pesanti marmi -scriveva il Giovioche si appoggiano su colonne sormontate da archi e da spettacolosi dipinti di una danza
macabra". La fontana, con il passare degli anni, prima scese verso san Rocco arrivando
fino alla confluenza con la Napoleona, poi tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento
scomparve. Quelli che non usano parlar male di tutti per partito preso, ma che hanno un
briciolo di memoria, ricorderanno che i maggiorenti cittadini a suo tempo fecero intendere che un monumento più storico che sacro (visto che la chiesa è ormai ex) meritava di
essere salvato e conservato. Lo dissero e forse fecero qualche operazione non di restauro ma di presenza.
Poi il silenzio cala su san Lazzaro, perché ci sono altri problemi come il muro senza
vista a lago, le buche, gli incontri e gli scontri elettorali e una infinità di altre cose un po‘
ferme. E come ai vecchietti cadono i capelli, alla chiesa di san Lazzaro, che ha quasi
novecento anni, cadono le tegole e i muri si sbriciolano. Se la costruzione crollasse del
tutto, qualcuno potrebbe dire o pensare: "Vedete? Ogni intervento, purtroppo, sarebbe
stato inutile".
In realtà, forse, sarebbe meglio fare qualcosa. E chi si è mosso, si fa per dire, per il
castello Baradello (che ricorda il Barbarossa e Como che stava coi forti) potrebbe dare
una mano per mantenere in piedi un monumento che attesta la civiltà di gente che a
Como, col saio, ha passato qualche secolo con i malati, i poveri, i lebbrosi e magari con
quelli che, semplicemente, venivano da lontano e non potevano in alcun modo pensare
all'albergo (se c'era).
Una delle vie del Signore, che si dicono infinite, potrebbe allora passare per la convalle,
su una storica strada del borgo che, una volta, portava a Milano.
Defunti
Battezzati
Sposi
(fino al 30 aprile ‘10)
(fino al 30 aprile ‘10)
(fino al 30 aprile ‘10)
san Bartolomeo
san Bartolomeo
san Bartolomeo
3. GINEVRA Serini,
di anni 87
4. MALISANI Antonio,
di anni 71
5. SOMMARUGA,
Vittoria di anni 77
6. CAPPELLETTI,
Giacomo di anni 72
7. MANGHISE Laura,
di anni 82
8. DELLA VENTURA,
Alfonsina di anni 87
9. OLIVEIRO Gisella,
di anni 82
10. SANTONI Aldo,
di anni 78
11. DE LUCA Vincenzo,
di anni 74
12. UGHETTI Ferruccio,
di anni 86
13. SCALISE Maria,
di anni 96
14. LA ROSA Angelo,
di anni 64
san Rocco
1. APREA Errico,
di anni 77
1. CINIERI Elisa
il 10 gennaio
2. VAILATI Nicholas
il 10 gennaio
3. MORICI Alessandra
il 10 gennaio
4. MEHILLI Fabiana
il 5 aprile
5. MERLO Clara
il 5 aprile
6. CARVAJAL ROMERO
Cristopher Daniel
il 5 aprile
7. BETTINELLI Francesco
il 5 aprile
8. ANDRIN Christian
Ervin il 5 aprile
9. PADILLA Megan
il 5 aprile
10. GEGA Anabela
l‘11 aprile
Dai registri
parrocchiali
1. IMPERIALI Stefano
con LENTINI Veronica
sposi dal15/4
2. GENTILE Francesco
con LUCA‘ Francesca
sposi dal 30/4
san Rocco
1. DENSEN Chiara
il 14 marzo
2. BORGHI Kevin
il 25 aprile
3. BRIGNOLI Michelle
il 25 aprile
Assemblea diocesana
di Giulia Galfetti
Azione
Cattolica
L‘inizio della primavera, spesso coincidente con l‘Assemblea annuale di Azione Cattolica, ci piace considerarlo come un augurio di un rinnovato slancio di fede e di ardore missionario. Anche la sede scelta, Chiavenna, ha una sua significatività, per le
forti tradizioni cristiane che connotano la sua storia, anche recente, arricchita dal
martirio di suor Maria Laura Mainetti. In questa terra, così feconda per il buon seme,
che è capace di morire per produrre buoni frutti, si è svolta l‘annuale assemblea,
alla quale ha partecipato il Vescovo, che ci ha arricchiti con la sua testimonianza e
la sua presenza. Qui l‘Azione Cattolica ha mostrato il suo vero volto : quello di chi si
fa carico della formazione alla fede di tutte le generazioni, dai bambini alla terza
età ; infatti, mentre la sala assembleare era gremita di circa 300 persone adulte, in
altri spazi i bambini e i ragazzi erano intrattenuti dai giovani educatori, in numero di
circa 100 persone. E‘ stato un incoraggiante spettacolo di Chiesa, che si esprime
nella sua coralità! D‘altronde il tema della relazione, tenuta con grande competenza
dal dott. Mario Mozzanica era il seguente: ‖Chi ama educa‖. Siamo grati all‘illustre
relatore per averci ridato lo slancio necessario per continuare a seminare, anche in
un‘epoca di prevalente disincanto e di rovesciamento dei valori tradizionali. La sua
relazione si è conclusa con un commovente racconto: un bambino, malato di leucemia, su invito della nonna, scrive una lettera a Dio ogni giorno; nell‘ultima, prima di
addormentarsi,così si esprime: ‖Solo Dio ha il diritto di svegliarmi‖. Grazie, Signore,
per averci dato quel bambino, e suor Maria Laura!
15
dell’oratorio Beato Scalabrini
— Festa
Lunedì 1 giugno:
Ore 20 saggio di Danza
Martedì 2 giugno:
Ore 9.30 torneo ―Gigi nel cuore‖
Ore 15.30 stand per bambini
Ore 16.30 spettacolo di Magia
Ore 18.00 mandato animatori
Ore 18.30 musica con Fabio
— Grest
Tema ―Sotto Sopra. Come in cielo così in terra‖
dal 14 giugno al 2 luglio 2010
Iscrizioni il 2 giugno 2010
estivo medie
— Campo
Tema: ―Ho una bella notizia: io l‘ho incontrato‖
A Caspoggio 11-17 luglio 2010
estivo superiori
— Campo
A Lignano Sabbiadoro 18-25 luglio 2010
Iscrizioni entro il 5 giugno 2010
— Festa di san Rocco
16 agosto
22 agosto
ore 18 S.Messa
ore 11 S.Messa solenne
con benedizione pane e animali
Madonna Addolorata
— Festa
25 settembre ore 20.30 S.Messa celebrata da
don Daniele Andreani - processione
26 settembre ore 10.30 S.Messa solenne
ore 17.30 Vespri
Madonna del Rosario - san Rocco
— Festa
3 ottobre
ore 11,10 S.Messa celebrata da
don Andrea Messaggi
Gita a Venezia
— Pellegrinaggio
1-3 ottobre 2010
catechismo 2010/2011
— Iscrizioni
dal 14 al 17 settembre 2010 — dalle ore 16 alle 19
al bar dell‘oratorio di San Bartolomeo.
Per i nuovi iscritti, non battezzati nelle nostre parrocchie,
si richiede il certificato di battesimo
Giorni e orari catechismo 2010/2011
MARTEDI‘
MERCOLEDI‘
GIOVEDI‘
VENERDI‘
SABATO
DOMENICA
ore 17-18: gruppi 3^ 4^ 5^ elementare
ore 17-18: gruppi 3^ 4^ 5^ elementare
ore 17-18: gruppi prima media
ore 17-18: gruppi prima media
ore 14.30-15.30: gruppo misto di ACR
ore 18 quindicinale: 2^ e 3^ media
1^ e 2^ elementare
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Appuntamenti
e
Numeri utili
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Ufficio parrocchiale
in via Milano 161
(tel. 031.272.618)
e‘ aperto per richiedere
certificati in questi orari:
MARTEDI
17/19
MERCOLEDI 9,30/11,30
VENERDI 9,30/11,30
Numeri utili
Don Christian Bricola
Parroco e Ufficio
tel. 031.27.26.18
fax 031.26.12.56
Don Francesco Vanotti
Vicario Oratorio
tel. 031 26.23.89
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Don Giorgio Molteni
Collaboratore
tel. 031.27.13.20
Casa parrocchiale
san Rocco
via Regina 50
tel 031.26.53.85
Mario Cairoli
diacono
via Regina 61
tel 031.26.61.69
Casa santa Luisa
via Rezia 7
tel. 031.27.93.58
Revv.Suore
via Rezia 5
tel. 031.26.53.12
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[email protected]
www.sanba.org
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