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Scopri - Valtur
Ilpersonaggio «Il futuro del turismo? Servizi su misura» di Domenico Marasco Montenegrino di origine ma da anni trapiantato in Italia, Franjo Ljuljdjuraj dal 2013 è presidente di Valtur, lo storico marchio tricolore dei villaggi vacanza che oggi sta guidando verso una ritrovata leadership. Alla spiegazione su come sta rilanciando l'azienda, non manca di accompagnare una riflessione sul settore turistico nazionale 26 luglio 2015 In Italia ci è sbarcato quasi per caso. Galeotta fu una borsa di studio per l’Università che, qualche decennio fa, lo ha condotto prima a Roma e poi a Padova. Da allora, dalle italiche coste, non se n’è più andato. Anche perchè, racconta, «come nella più classica delle sceneggiature, a Padova ho anche trovato l’amore della mia vita, mia moglie Cleofe». Al timone di Valtur, Franjo Ljuljdjuraj ci è arrivato forte della robusta esperienza imprenditoriale maturata negli ultimi vent’anni come “patron” di Orovacanze, l’operatore turistico da lui fondato e attraverso il quale, di fatto, ha “salvato” dall’amministrazione straordinaria l’ex compagnia di Stato pioniera dei villaggi-vacanza, rilanciandola con un piano di ristrutturazione e di espansione. Lo studio di Via Conservatorio, a Milano, è la plancia di comando da dove adesso Ljuljdjuraj sta guidando Valtur verso la ritrovata leadership del settore turistico nazionale. «Rilanciare un marchio come questo, che negli ultimi 50 anni ha fatto la storia del turismo in Italia, è un grande onore – spiega – ma implica anche una grande responsabilità: quella di rendere la formula del villaggio-vacanza funzionale alle esigenze degli ospiti di oggi. Tutti gli operatori devono capire che non basta avere il paese più bello del mondo perché il turismo funzioni e “fatturi”: bisogna rendere le strutture in grado di accogliere i turisti anche a maggio e settembre, trovare staff nei villaggi che conosca le lingue, valorizzare il prodotto sui mercati esteri. Questi sono i punti su cui stiamo lavorando in Valtur e i primi risultati si cominciano a vedere. Quest’anno dovremmo arrivare a 85-90 milioni di fatturato». Su quali aspetti strutturali punta il suo piano di rilancio? Il nostro vero punto di forza sono le persone che lavorano con noi. Tutti i ragazzi scelti per far parte della nostra equipe ogni anno frequentano l’Academy, la nostra scuola di formazione certificata che serve a trasmettere le competenze per affrontare la stagione ma Foto di R.Patti E in Italia invece, quali sono le novità? Cinque nuovi Club bellissimi, che sono stati un po’ un omaggio al paese natale di Valtur in occasione dei suoi 50 anni. Abbiamo Simeri e Porto Ada in Calabria; Portorosa, un cinque stelle nella baia tra Milazzo e Tindari in Sicilia, Torre Chia in Sardegna, nei pressi di Villasimius, dove c’è un mare “caraibico”, e infine Lacona all’isola d’Elba, un paradiso per gli amanti della natura e delle immersioni. I tempi sono cambiati e anche i viaggiatori. Qual è il target a cui oggi si rivolge Valtur? La famiglia resta sempre il nostro pubblico principale, perché è il soggetto che può godersi il mondo Valtur a tutto tondo: divertimento, sport, giochi con gli animatori, relax. Quella in Valtur resta la vacanza che non si dimentica più: perché non si dimenticano i luoghi, non si dimentica la sigla del villaggio, la simpatia degli animatori, le lacrime dei bambini che a fine vacanza a non vorrebbero tornare a casa! Il suo è un osservatorio privilegiato. Fotografi l’attuale momento del turismo italiano... C’è poco da dire. In Italia quello del turismo è un settore ancora sottodimensionato rispetto alle sue potenzialità. Chi è nel settore da tanti anni come me lo sa: il turismo può rendere più ricca l’Italia. Foto di R.Patti soprattutto lo spirito Valtur, quello che i nostri clienti cercano. Dall’Academy è nata anche una Fondazione, con l’obiettivo di mettere a frutto questa nostra grande ricchezza attraverso partnership e collaborazioni con Enti di formazione e Università. Nel lungo periodo, invece, puntiamo a internazionalizzare sempre più il brand. La Valtur tornerà all’estero. Stiamo lavorando per mettere in catalogo già dal 2016 Cuba, Croazia, Mozambico e probabilmente anche la Grecia. Non basta avere il paese più bello del mondo perché il turismo "fatturi": bisogna rendere le strutture in grado di accogliere i turisti anche a maggio e settembre, scegliere personale che conosca le lingue, valorizzare il prodotto sui mercati esteri Lanci allora un messaggio al ministro Franceschini: come si rilancia il settore? Mettendo gli operatori in condizioni di lavorare, adoperandosi per snellire tante procedure e burocrazie che mettono in difficoltà chi lavora. Credo anche che bisognerebbe mettere la parola fine sui tanti enti che in passato furono presentati come la soluzione per promuovere l’immagine dell’Italia all’estero. Ormai è evidente che non funzionano. In apertura Franjo Ljuljdjuraj nel suo studio di Via Conservatorio. Qui, scatti dai villaggi Valtur luglio 2015 27