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t t a W 1000 VITO r. Watt a cura di M E G A T S ON UN TALENTO INASPETTATO “Beh, che mi chiamo Vito lo sapete già. È il mio nome d’arte, lo ha scelto mamma Mercedes. Devo ammettere, però, che non è stata una scelta proprio felicissima, visto che giustappunto in Italia sono conosciuto semplicemente come “V”. Forse perché dalle vostre parti Vito non è un nome adatto ad un personaggio come me e prima o poi qualcuno avrebbe finito col chiamarmi Peppino, Tonino o Gigetto. Sarebbe stato davvero insopportabile… Il mio mestiere è suonare, forte e bene. So fare solo questo, anche se da piccolo il mio sogno era quello di girare il mondo scarrozzando famiglie con tanti bambini e tanti bagagli. Ero convinto che questo fosse il mio destino, finché, un giorno, un evento ha cambiato la mia vita da così a così (Vito fa il tipico gesto con la mano “dorso/palmo”, ma lo fa aprendo e chiudendo il cofano motore….!), un incontro che ha cancellato ogni mio sogno di servizievole e affidabile monovolume, scaraventandomi di colpo nel dorato mondo della musica. Insomma, ho incontrato un paio di ragazzi padovani - Deris Babolin e Manuele Zamori che mi hanno guardato con una strana luce negli occhi, certamente non quella di chi progetta un lungo e comodo viaggio… Avevo ragione, i due avevano ben altri progetti sul mio conto. Mi hanno subito portato nel loro “laboratorio” e da quel momento è cominciata la mia trasformazione ma soprattutto è esploso in me l’entusiasmo per ciò che avevo capito che Visti così, i tre “midrange” (le virgolette sono proprio d’obbligo…) Ciare PW-256 da 250 mm fanno una certa impressione, ma ben difficilmente si riesce ad immaginare fino a che punto riescano a spettinare i malcapitati passeggeri del demo-van Mercedes Vito… In secondo piano è visibile, sotto la plancia, una delle unità medioalti a tromba Ciare Chorus. Una panoramica dell’abitacolo del Van-Ciare. Se non fosse per la più che discreta presenza dei supporti delle trombe, nulla farebbe sospettare che si stanno scatendo qualcosa come 2500 e passa watt dentro l’abitacolo. Beh, date un’occhiata attraverso il parabrezza e allora capirete cosa sta succedendo… t t a W 1000 Per ulteriori informazioni: Ciare Div. Comm.le via Fontenovo, 1/b - 60019 Senigallia (AN) tel. 071/7922010 LO SCHEMA DEL “DEMO VAN” CIARE FIATO ALLE TROMBE!!! Chi possiede un Mercedes Vito e un portafoglio discretamente gonfio può provare a vivere in prima persona l’esperienza devastante del demo-van Ciare che appare in queste pagine. Il nostro Terminator è la dimostrazione più che lampante di come qualità e alta pressione sonora rappresentino un connubio perfetto. Il sistema progettato e realizzato da Deris Babolin e Manuele Zamori è schematicamente quanto di più semplice ma al tempo stesso maledettamente efficace si possa immaginare. Ad eccezione del kit Ciare Chorus - le trombe alloggiate nella zona bassa della plancia derivate da componenti “pro” ma studiate per l’uso in auto - tutti gli altoparlanti adottati provengono dalla formidabile famiglia di trasduttori che la Ciare riserva al settore professionale. Altoparlanti destinati all’utilizzo in concerti, quindi, che non temono certo qualche “strapazzatina” tra le pareti di un abitacolo. I “pezzi” più impressionanti sono senza dubbio le immense “unità per basse frequenze a tromba” (questa è la denominazione della stesa Ciare…) BT010 che occupano tutta la zona posteriore del Mercedes Vito. Ogni unità è composta da una coppia di altoparlanti Ciare PW-455 da 460 mm di diametro in parallelo, equipaggiati con membrana in cellulosa e sospensione in tela. La potenza dichiarata è di ben 1000 watt in regime continuativo con una sensibilità di ben 105 dB/W/m! Riuscite ad immaginare le splendide acconciature che potreste creare sui capoccioni dei vostri passeggeri posteriori…? Beh, non ridete troppo, visto che anche la zona anteriore dell’abitacolo è letteralmente investita da un esercito di decibel… sparati, per ciascun canale, da ben tre midrange a cono Ciare PW-256 da 250 mm che si accontentano di “soli” 100 dB di sensibilità e dalle trombe Chorus che spalancano le fauci nella zona bassa della plancia e vi regalano altri 102 dB… Il tutto è alimentato da quattro amplificatori Alpine MRV-1505 che forniscono complessivamente una potenza di oltre 2500 watt (2 chilowatt e mezzo non avrebbero fatto la stessa impressione…). Quindi, se amate guidare con il vento tra i capelli (anche da fermi…) in queste pagine ci sono tutti gli ingredienti per raggiungere il vostro obiettivo. Se invece non sapete guidare con i capelli davanti agli occhi e non riuscite a fare a meno della massima pressione sonora, beh… vi consigliamo una radicale sfoltitina allo scalpo. Alla Kojack, per intenderci… Beh, nessuno ha il coraggio di entrare? segue da pag. 37 sarebbe accaduto: da mite bruco sarei diventato una splendida farfalla, una vera star della musica. Non stavo più nella pelle. Letteralmente, visto che i due in pochissimo tempo mi hanno spogliato completamente. Mi hanno tolto tutto, dai sedili alla tappezzeria e hanno avuto il coraggio di riuscire a migliorare ciò che mamma Mercedes aveva fatto con tanta cura. Eppure tutti dicono che la mamma le cose le sa fare così bene! Mah…! Insomma, Deris e Manuele hanno cominciato a spalmarmi ogni centimetro quadrato della carrozzeria con misteriose sostanze che, secondo loro, avrebbero migliorato la mia voce, smorzando le vibrazioni che la mia pelle avrebbe potuto innescare. Ero perplesso, ma oggi devo ammettere che avevano ragione…. Un giorno, mentre parlottavano lavorando nel mio abitacolo, ho origliato - non giudicatemi male, per favore - e ho scoperto che a decidere di cambiare il mio destino non erano stati loro ma i boss di una grande azienda italiana, la Ciare, che da tanti anni progetta e costruisce altoparlanti apprezzati da migliaia di appassionati in tutto il mondo ma anche da numerosi professionisti della musica che li usano nei loro concerti. Ero al settimo cielo, di lì a poco sarei diventato il testimonial di un nome storico della musica italiana e l’avrei rappresentato al meglio in tutte le manifestazioni, in Italia e forse anche all’estero. Non so se ho reso l’idea… Intanto i lavori continuavano senza sosta. Mi prendevano le misure, costruivano pannelli grandi e piccoli, mi hanno persino tolto l’ultima fila di sedili. Su quest’ultima decisione non avevo le idee chiare, finché un giorno ho visto arrivare Ducato, un mio lontano cugino della Fiat, e ho visto scaricare dal suo cassone alcuni scatoloni con il marchio della Ciare in bella evidenza. A Deris e Manuele brillavano gli occhi come due bambini la notte dell’Epifania ma non capivo il perché. L’ho capito qualche ora più tardi, quando i due miei amici hanno adagiato al posto dei miei ultimi sedili un paio di misteriosi “scatoloni” neri con una paurosa bocca su una delle facce. Lì per lì non capivo cosa fossero e il mistero è durato fino alla fine della mia trasformazione. Intanto, Deris e Manuele proseguivano a costruire pannelli, pannellini e armeggiavano con sconfinati fogli di pelle… Un giorno ho creduto che avessero davvero esagerato. Si sono presentati con quattro “cosi” che chiamavano amplificatori bellissimi, devo ammetterlo - sul cui dorso campeggiava la scritta “Alpine” e hanno cominciato a piazzarmeli proprio sulla testa. Il giorno dopo si sono presentati con altri due ordigni che non avevo mai visto e che loro chiamavano “trombe”: strane, stranissime, queste “trombe” avevano una larga e bassa feritoia che andava restringendosi fino ad una imboccatura alla quale Deris e Manuele hanno fissato una specie di barattolotto che chiamavano “driver”. Mentre erano intenti a sforacchiarmi il testone e il pavimento nella zona dei passaruota anteriori, parlavano di watt, impedenza, efficienza e altre cose che non capivo ma che ho capito perfettamente un po’ di tempo dopo. Erano proprio questi i segreti su cui si stava costruendo il mio successo. Ero destinato a suonare più forte e meglio, molto meglio, di quei miei parenti d’America di cui ogni tanto mi parlava la mamma e di cui ammiravo le foto su quella rivista italiana…come si chiama?….Car Auto…no, Car Audio! La conoscete, no? La mia mamma diceva sempre che avevo più classe dei parenti americani e finalmente stavo per dimostrarlo, grazie alla Ciare, a Deris e a Manuele. Finiti i lavori, ero pronto ad affrontare il pubblico. La Ciare mi ha affidato a Deris e a Manuele, che ora sono i miei manager, e oggi posso dire di aver raggiunto la notorietà e il successo. Mi esibisco in quasi tutte le manifestazioni dimostrando a chiare note (è proprio il caso di dirlo…) che sulle mie quattro ruote la musica si ascolta esattamente, anzi molto meglio, di come si potrebbe ascoltare ad un concerto. Di tutto ciò devo ringraziare la Ciare, che mi ha fornito i suoi migliori altoparlanti, ma anche Deris e Manuele, che sono stati i veri artefici della mia trasformazione. Ho scoperto le trombe e sinceramente compatisco chi ancora si affanna ad ascoltare la musica con quei buffi altoparlantini appiccicati sul cruscotto: non conoscerà mai l’emozione dei 150 dB…! t t a W 1000 La coppia di sub a tromba comincia a familiarizzare con Vito… UN “CHORUS” UNANIME DI CONSENSI… …è quello che si leva dallo stuolo di appassionati che ha avuto l’occasione di ascoltare lo straordinario kit Chorus della Ciare. Installare un paio di unità medioalti a tromba a pochi centimetri dalla faccia è una scelta che denota coraggio e determinazione, ma soprattutto la ferma intenzione di caratterizzare in modo inequivocabile l’impronta timbrica del proprio impianto con una connotazione orientata alla massima pressione sonora possibile. La forza, la limpidezza e l’impatto che solo le trombe posseggono sono doti che chi non ha mai ascoltato questo tipo di trasduttore non è in grado di immaginare e che le parole non descriveranno mai con sufficiente approssimazione. Il kit Ciare Chorus è composto da un driver a compressione dotato di un’apposita flangia di fissaggio della specifica tromba, realizzata in polietilene lineare LLDPE e da un filtro crossover dedicato. Pur derivando da un componente “pro”, il kit in questione è stato tagliato su misura per l’uso in auto e rappresenta il risultato di un lungo lavoro di ottimizzazione su un gran numero di vetture, mirato ad affinarne le caratteristiche elettromeccaniche e di emissione. La particolare sagomatura della tromba stessa non è altro che il risultato di un accurato studio finalizzato ad ottenere un angolo di emissione orientato verso la zona mediana del centro di ascolto e costituisce il migliore compromesso per contenere al massimo l’ingombro di montaggio che è pressoché obbligato nella zona bassa della plancia, possibilmente senza interferire con la libertà di movimento durante la guida. Per il kit Chorus la Ciare dichiara un’estensione di risposta in frequenza estesa in un range compreso tra 700 e 20.000 Hz. Ciò lo rende particolarmente adatto all’utilizzo in sistemi a due vie dotati di una sezione mediobassi in grado di garantire un livello di sensibilità adeguato ai 102 dB dichiarati dal costruttore. È difficile dire se è più impressionante un muro di subwoofer da 380 o 460 mm oppure le fauci spalancate delle due unità BT-010 della Ciare. Vi assicuriamo che il dilemma svanisce pochi secondi dopo essersi accomodati sulle poltroncine posteriori… Una Chorus nel suo stato “naturale”, cioè priva del rivestimento di finitura. Per ottenere le massime prestazioni, il montaggio deve essere eseguito curando con molta attenzione l’orientamento. Non si tratta di una procedura semplice, ma i risultati ripagano ampiamente dell’inevitabile impegno. Parlare di installazione a scomparsa con le trombe è praticamente impossibile. Però ci si può concentrare nella realizzazione di una copertura di finitura che si armonizzi con la plancia e soprattutto con… le gambe dei passeggeri! Indubbiamente l’ingombro della tromba Chorus, pur limitato al minimo dal progetto, non può non penalizzare lievemente i movimenti delle gambe, soprattutto di quelle del guidatore. Però, ne vale proprio la pena… In prossimità dello specchietto retrovisore interno è stato alloggiato, in un’apposita struttura rivestita in pelle, il frontalino dell’unica sorgente, il sintoCD Alpine CDA-7944R. L’idea forse non è del tutto inedita ma l’esecuzione del lavoro è ineguagliabile. Per fissare stabilmente la “permanente” creata dai mostruosi sub a tromba Ciare BT-010 collocati alle spalle dei passeggeri posteriori non c’è niente di meglio del “dolce tepore” emesso dai quattro finali Alpine MRV-1505 fissati sul padiglione del van, a pochi centimetri dal cranio dei malcapitati… Se il violento abbraccio del sub a tromba non fosse sufficiente a terrorizzare i passeggeri, ecco la vera spada di Damocle: la struttura di finitura e copertura dei quattro amplificatori che incombe sui passeggeri. E dire che c’è ancora chi sostiene che la potenza non ha il suo peso… In primissimo piano sono visibili il crossover elettronico Alpine DRE-A500 e il processore ERA-G320 dello stesso costruttore.