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Linguistica applicata

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Linguistica applicata
Linguistica applicata
Semantica e pragmatica in
prospettiva interculturale
Parte quarta –
Prototipi e oltre: schemi, modelli
cognitivi idealizzati, frames e
scripts
Due concezioni dei prototipi
- Prototipi come esemplari tipici: un buon esempio di
una categoria (o un insieme di buoni esempi di una
categoria) costituisce il prototipo.
- Prototipi come rappresentazioni schematiche:
prototipo come “a schematic representation of the
conceptual core of a category” (Taylor, Linguistic
categorization, p. 60). In quanto rappresentazioni
schematiche, i prototipi possono essere sottospecificati
riguardo alla presenza/assenza di determinate
caratteristiche; in questo caso, un buon esempio di una
categoria istanzia il prototipo, ma non è il prototipo.
Prototipi vs. schemi
A prototype is a typical instance of a category, and other
elements are assimilated to the category on the basis of
their perceived resemblance to the prototype; there are
degrees of membership based on degrees of similarity. A
schema, by contrast, is an abstract characterization that is
fully compatible with all the members of the category it
defines (so membership is not a matter of degree); it is an
integrated structure that embodies the commonality of its
members, which are conceptions of greater specificity and
detail that elaborate the schema in contrasting ways. (R.
Langacker,1987, Foundations of Cognitive Grammar, p.
371)
Gli schemi
--- Secondo Langacker, quando si apprende una nuova
categoria (ad es. albero), si procede nel modo seguente:
1) si associa la parola albero con esemplari specifici di
piante di grandi dimensioni, dotate di foglie e decidue;
2) si estrae da questi esemplari una rappresentazione
schematica di ciò che essi hanno in comune;
3) questa rappresentazione schematica funziona come
prototipo: nuove entità potranno essere categorizzate
come albero se presentano una affinità, anche parziale,
con lo schema.
Gli schemi
4) una volta che nuovi esemplari non perfettamente
rispondenti allo schema (ad es. pino) entrano a far
parte della categoria, si estrae un secondo schema
che contiene ciò che il primo schema e i nuovi
esemplari hanno in comune (nel caso di albero, una
volta categorizzato il pino come albero, lo schema
secondario prevederà ad esempio la presenza di un
alto tronco e di rami ma non necessariamente la
presenza di foglie);
5) il processo in 4) si ripete per ogni nuovo esemplare
deviante rispetto allo schema.
Esistono categorie “classiche”?
La teoria dei prototipi non nega l’esistenza di categorie
“classiche”, cioè di categorie aristoteliche definite sulla base
di tratti binari, che definiscono due sottoinsiemi, quello dei
membri e quello dei non-membri. Esempi di categorie
classiche sono quelle di “numero pari” e “numero dispari”.
Anche queste categorie, tuttavia, non sono immuni dai
cosiddetti prototype effects: studi sperimentali hanno
mostrato che i parlanti, alla richiesta di valutare su una scala
numerica il grado di rappresentatività di alcuni membri
delle categorie “numero pari” e “numero dispari”, hanno
attribuito punteggi alti (= alto grado di rappresentatività) a
numeri come 2 e 4 (e 1 e 3), e punteggi più bassi a numeri
come 802 e 93.
Esistono categorie “classiche”?
We speak of small numbers more frequently than large numbers; we
compute with high numbers by dealing with them on a digit by digit
basis; high numbers are generally understood in terms of their
proximity to the ‘cognitive reference points’, such as 500, 1000,
5000, of our decimal counting system; and to determine whether a
number is odd or even we know that all we have to do is look at the
final digit. It is also important to remember that numbers as such are
abstractions. We encounter numbers, not of themselves, but as
attributes of groupings of objects. An odd number of objects is one
that cannot be divided equally amongst two persons. Taking into
account how people normally interact with numbers, it is really not
so surprising that a single digit like 3 should be judged a better
example of ODD NUMBER than 447 […] Nor, given the way we
compute with our decimal counting system, is it at all strange that a
cognitive reference point like 1,000 should be considered a better
even number than 806. (Taylor, op. cit., p.70)
Folk vs. expert categories
Secondo Taylor, la categorizzazione per schemi
caratterizza le cosiddette expert categories, cioè
le categorie che si formano attraverso la
estrapolazione progressiva di un insieme di criteri
che determinano l’appartenenza di un oggetto a
esse (=astrazione di uno schema). Le expert
categories si distinguono dalle cosiddette folk
categories, che caratterizzano il ragionamento
quotidiano e sono strutturate attorno a un nucleo
di esemplari prototipici.
Folk vs. expert categories
Le folk categories funzionano spesso come stereotipi.
Quando attiviamo una folk category per categorizzare
un esemplare, spesso siamo costretti a bloccare
esplicitamente l’inferenza che l’esemplare di cui
stiamo parlando possiede tutte le caratteristiche che
troviamo nel prototipo:
She’s a mother, but she has a job
She’s a mother, but she isn’t a housewife
He’s a bachelor, but he likes babies
*He murdered Alice in that he killed her
He murdered Alice in that he did nothing to keep her
alive
…
Folk vs. expert categories
Le stesse categorie possono essere tanto folk
categories (nel ragionamento delle persone
comuni, nell’uso linguistico quotidiano,
ecc.) quanto expert categories (nel
ragionamento scientifico, ecc.):
- acqua
- oro
- numero pari / numero dispari
-…
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Hedges (Lakoff 1987): strutture linguistiche che (i)
esplicitano che l’uso di un termine avviene mettendo in
atto un ragionamento basato sui prototipi e (ii) fanno
riferimento al tipo di categoria (ad es. folk vs. expert
category) chiamata in causa:
loosely speaking
strictly speaking
par excellence
technically
so-called
regular
ecc.
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
I riflessi linguistici più importanti della
classificazione sono però da individuare nella
“marcatura” grammaticale: le lingue
“marcano” (ad esempio attraverso l’uso di un
morfema o di una costruzione sintattica)
alcune categorie di entità o eventi e studiare le
strategie linguistiche di marcatura delle
categorie ci rivela aspetti importanti
dell’attività di classificazione umana.
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Lingue con classificatori
--- Il caso più evidente di marcatura grammaticale delle
categorie è rappresentato dalle lingue con classificatori.
--- Un esempio: i classificatori in Dyirbal, lingua
australiana; ogni nome deve essere preceduto da un
classificatore in alcuni contesti sintattici specifici:
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Lingue con classificatori
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Il sistema dei classificatori in Dyirbal dà l’idea di una
categorizzazione confusa, senza un criterio uniformante.
In realtà è possibile estrapolare un principio di
classificazione più generale che guida la categorizzazione
delle entità in dyirbal, e che ha una realtà psicologica per
i parlanti dyirbal:
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Il principio di categorizzazione generale è completato da un
altro principio, che Lakoff chiama “il principio del dominio
dell’esperienza”, che guida la classificazione linguistica di
entità nuove e prevede che “if there is a basic domain of
experience associated with A, then it is natural for entities in
that domain to be in the same category as A” (Lakoff 1987,
p. 93). Ad esempio, dato che i pesci richiedono l’uso del
classificatore bayi, lo stesso classificatore è utilizzato per gli
strumenti utilizzati per pescare.
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Un altro principio è quello che Dixon, il linguista che ha
studiato il dyirbal e ne ha descritto la grammatica, chiama
“myth and belief principle”: se un’entità ha la caratteristica
X, che lo farebbe appartenere a una categoria specifica, ma
nel mito dyirbal è legato a un’altra caratteristica Y, è la
caratteristica Y che prevale: ad esempio i dyirbal sono
consapevoli del fatto che gli uccelli sono animali, ma nel
loro mito essi rappresentano le anime delle donne defunte e
quindi sono classificati usando il classificatore balan.
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Un ulteriore principio è quello che Dixon chiama “the
important property principle”: se un’entità ha una
caratteristica X che altre entità simili non hanno, il sistema
dei classificatori segnala questa peculiarità “staccando”
l’entità in questione dalle altre entità simili. Una proprietà
importante che spesso isola alcune entità dalla categoria a
cui apparterrebbero naturalmente è la loro nocività o
pericolosità: un esempio è lo stonefish, velenoso, che è
classificato come balan (classe II).
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
I principi individuati da Dixon, per quanto fortemente
language-specific, possono essere generalizzati nei loro
meccanismi e ricondotti ad alcuni principi di funzionamento
della categorizzazione per prototipi:
Principio di centralità: alcuni membri di una categoria
servono come punto di riferimento per la classificazione di
altre entità, e per questo motivo sono più centrali (ad
esempio, gli esseri di sesso femminile sono membri centrali
della classe II).
Principio di chaining: le categorie complesse sono
strutturate come vere e proprie catene di collegamenti tra
singoli membri ( somiglianze di famiglia).
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Principio dei domini esperienziali: alcuni
domini dell’esperienza possono essere più
centrali di altri per una data cultura (
classificazione della neve in eschimese).
Principio della prevalenza della conoscenza
specifica: in molte culture, la conoscenza
specifica, che può trovare la sua espressione, ad
esempio, nei miti fondativi e nelle credenze
sull’aldilà, prevale sulla conoscenza più generale
nei sistemi di classificazione.
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
I sistemi di classificazione linguistica possono
modificarsi nel tempo. Il dyirbal fornisce un esempio
estremamente interessante di come le categorie
possono ristrutturarsi nel corso del tempo. Quando è
stata documentata da Dixon (1963), la lingua dyirbal
era piuttosto vitale e la cultura dyirbal non era stata
contaminata dalla cultura anglosassone d’Australia.
Vent’anni dopo Dixon (1985), una linguista (Annette
Schmidt) ha studiato il dyirbal delle nuove generazioni,
e ha mostrato che alcuni dei principi di funzionamento
del sistema dei classificatori sono svaniti, e il sistema
di classificazione nella sua complessità si è ristrutturato
attraverso un processo di semplificazione.
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Per la generazione intermedia, ad esempio, la pesca non è più un
dominio di riferimento per la classificazione e gli oggetti utilizzati
per la pesca utilizzano il classificatore generico bala. Alcuni parlanti
non sono più in grado di utilizzare il criterio della nocività (un
criterio language-specific) per la classificazione di alcune entità, e
fanno ricorso a conoscenze generiche (classificando, ad esempio, i
pesci velenosi come gli altri pesci). I parlanti più giovani hanno
mantenuto solo i membri centrali delle prime due classi, hanno
completamente perduto la classe III e utilizzano la classe IV per tutte
le altre entità:
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Il classificatore giapponese hon è utilizzato per oggetti lunghi e sottili
come bastoni, candele, matite, ecc. Oltre a categorizzare oggetti di
questo tipo, è utilizzato anche per i seguenti casi:
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
--- Direzione delle estensioni: dagli oggetti concreti del
livello basico a oggetti astratti come le traiettorie.
--- Problema: le estensioni a partire dagli esemplari
centrali sono casuali o seguono dei criteri regolari?
Le estensioni seguono due principi generali:
1) Il principio della metonimia concettuale: un oggetto
può essere categorizzato come un altro oggetto con cui è
in una relazione tipica, esattamente come avviene nella
metonimia (ho bevuto un’intera bottiglia).
Riflessi linguistici della classificazione per prototipi
Le estensioni seguono due principi generali:
2) Il principio della metafora concettuale: un dominio
concreto può essere utilizzato per concettualizzare un
dominio astratto; le traiettorie, oggetti non concreti,
vengono concettualizzate come degli oggetti concreti di
forma oblunga (frecce, bastoni), esattamente come
avviene quando in inglese si utilizza lo stesso verbo nelle
due espressioni seguenti:
The man ran into the woods
The road ran into the woods
Oltre i prototipi
Parlando dei prototipi e della categorizzazione abbiamo fatto
più volte riferimento alla esistenza di una sorta di “sfondo”
concettuale che ci aiuta a comprendere meglio i meccanismi
implicati nel processo di categorizzazione e gli aspetti
language-specific e culture-specific del ragionamento
categoriale.
George Lakoff (Women, Fire, and Dangerous Things,
Chicago, 1987):
--- la nostra conoscenza del mondo è organizzata attorno a dei
modelli cognitivi idealizzati (MCI; ingl.: idealized cognitive
models, ICMs) che sono alla base dei prototipi e dei prototype
effects.
Oltre i prototipi
MCI: un esempio
La parola Tuesday può essere compresa solo
all’interno di un MCI che comprende
informazioni sulla divisione del tempo in giorni e
sull’organizzazione dei giorni in sequenze di
sette. La parola weekend è comprensibile
all’interno dello stesso MCI, che contiene
l’informazione che all’interno della sequenza di
sette giorni esiste una sequenza più breve di
cinque giorni lavorativi.
Oltre i prototipi
The noun bachelor can be defined as an unmarried adult man, but
the noun clearly exists as a motivated device for categorizing
people only in the context of a human society in which certain
expectations about marriage and marriageable age obtain. Male
participants in long-term unmarried couplings would not ordinarily
be described as bachelors; a boy abandoned in the jungle and
grown to maturity away from contact with human society would not
be called a bachelor; John Paul II is not properly thought of as a
bachelor (Lakoff, op. cit., p. 70).
--- La categoria bachelor è da interpretarsi come una categoria
“aristotelica” (nel senso che un dato individuo o è bachelor o non
lo è) solo ed esclusivamente rispetto al modello cognitivo
idealizzato che dà significato alla categoria stessa.
Oltre i prototipi
--- Un termine può essere interpretato anche con riferimento a MCI
diversi.
Es.: madre
--- modello della nascita: madre è colei che dà alla luce un figlio;
--- modello biologico: madre è colei che è responsabile del 50% del
patrimonio genetico;
--- modello della nutrizione: madre è colei che nutre e cresce un
bambino;
--- modello maritale: madre è la moglie del padre.
Lakoff cluster models: MCI complessi formati dalla
combinazione di MCI più semplici.
Oltre i prototipi
--- Termini come madre, il cui significato richiede il riferimento a
MCI complessi (cluster models), normalmente si riferiscono a
individui che possono essere definiti madre in ciascuno dei MCI
che compongono il cluster model. Se è necessario specificare una
discrepanza tra una data entità e la categoria madre si utilizzano
termini più specifici che “bloccano” l’attivazione del cluster model
e attivano solo un MCI semplice: matrigna, madre adottiva, madre
biologica, ragazza madre, ingl. stepmother, foster mother, donor
mother ecc.
--- Le estensioni metaforiche di un termine spesso coinvolgono
solo un MCI per volta:
Necessity is the mother of invention
He wants his girlfriend to mother him
Frames e scripts
Frames e scripts sono costrutti teorici introdotti
inizialmente nel campo dell’intelligenza artificiale
allo scopo di “formalizzare” la conoscenza di tipo
enciclopedico che entra in gioco nella comprensione
automatica del linguaggio naturale.
I due concetti si sono rivelati utili anche in semantica
perché rappresentano una utile sistematizzazione
delle conoscenze di tipo enciclopedico e procedurale
che fanno da “sfondo” alle attività di
categorizzazione.
Frames e scripts
Frames = configurazioni “statiche” di
conoscenze enciclopediche associate a un dato
concetto (global patterns of common sense
knowledge about some central concept, De
Beaugrande & Dressler 1981)
Scripts = configurazioni “dinamiche” di
conoscenze enciclopediche associate a un dato
evento e a una data situazione (ad es.
sequenza tipica di eventi).
Frames e scripts
I frames riassumono tutte le conoscenze associate a un concetto,
e sono evocati ogni volta che si fa riferimento a quel concetto.
Ad esempio il frame corrispondente al concetto mother
racchiude tutti i MCI che motivano l’uso della parola mother:
“According to the mother frame, a mother is a woman who has
sexual relations with the father, falls pregnant, gives birth, and
then, for the following decade or so, devotes the greater part of
her time to nurturing and raising the child, remaining all the
while married to the father. In such a situation, all five domains
converge. Clearly, such a scenario is highly idealized, in that the
frame abstracts away from its many untypical instantiations.”
(Taylor, Linguistic categorization, p. 88)
Frames e scripts
I frames e gli scripts si attivano quando utilizziamo delle
espressioni linguistiche, e la loro attivazione può essere solo
parziale (può comprendere cioè solo una componente del
frame). Il processo di attivazione di una componente di un frame
si chiama prospettivizzazione.
Esempio: la parola shoe evoca un’insieme di conoscenze
relative alle calzature, alla loro funzione, al materiale di cui sono
fatte, alla stagione in cui possono essere utilizzate, ecc. Singole
espressioni linguistiche (ad esempio delle sequenze nome +
shoe convenzionalizzate) hanno l’effetto di “prospettivizzare” (o
profilare) una ed una sola componente del frame: beach shoes,
winter shoes, crocodile shoes, ecc.
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