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Fermenti dietro le sbarre

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Fermenti dietro le sbarre
GAL 7-12 2010.qxp:GAL NUOVO copia
Euro 1,00
16-11-2010
12:48
Pagina 1
MENSILE · ANNO XVIII, N. 7-12/2010 · SPED. IN ABB. POST. 45% Art. 2 comma 20/b L. 662/96 Filiale di Napoli
LILIANA DE CRISTOFORO
E IL SUO SPACCATO SULLA DETENZIONE FEMMINILE
Fermenti
dietro le sbarre
Donne, cancelli e... pagine dedicate a Sophia Loren
Non deve essere facile dirigere una casa circondariale. E lo deve essere ancora meno quando si è dotati di una sensibilità morale che, oltre alle regole,
guarda alla persona umana, al carico di frustrazione
e di sofferenza che questa si porta dietro. Liliana De
Cristoforo certamente non è stata la direttrice di un
carcere femminile chiusa nel suo ufficio a sbrigare
pratiche, rifuggendo dal contatto con le detenute.
Non ha interposto tra lei e le donne costrette a stare in una cella la barriera delle guardie carcerarie.
Né si è fatta schermo dei regolamenti e della prassi
per svolgere in modo asettico e impersonale il proprio ruolo. Anzi, lo ha umanizzato con una partecipazione emotiva discreta e soccorrevole, mai semplicemente curiosa e men che mai indagatrice o
morbosa.
A contatto con una detenuta la De Cristoforo sa di
avere di fronte una persona umana con un carico di
dolore e di amarezza, talvolta insopportabili. Si tratta spesso di donne che in gioventù, come tutte le ragazze, hanno sognato un avvenire felice e radioso,
che, sulla soglia dell’adolescenza, hanno sentito
sbocciare l’amore e l’entusiasmo per la vita, ma che
poi si sono sentite
tradite dalla persona
in cui avevano riposto le loro speranze
e i loro sogni. Donne vinte dalla vita.
Donne intrappolate
in grovigli emotivi,
in situazioni psicologiche complesse
in cui cozzano paure
ancestrali, pregiudizi sociali, frustrazioni cocenti, spirito di
vendetta.
Donne
nell’animo
delle
quali gradualmente
l’amore cede il posto all’odio, la speranza è soppiantata dalla disperazione, la gentilezza dalla bru-
talità, senza, per questo, cessare di essere figure
umane fragili, desiderose d’attenzione e di confidenza, disponibili al dialogo e al racconto della loro sofferenza.
Da dirigente di una struttura particolarissima, qual
è il carcere, Liliana De Cristoforo ha avvertito, con
Al via dal 4 all’8 dicembre la nona edizione di Più libri più liberi, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria. Anche quest’anno è il Palazzo dei Congressi di Roma ad ospitare le case editrici medio-piccole e un fitto programma di appuntamenti, anteprime, presentazioni, mostre, laboratori, incontri.
Guida partecipa anche con un proprio stand (E07) e presentando
due pubblicazioni.
Sabato 4 dicembre ore 20 Sala Smeraldo Francesca Brotto e
Claudio Federico, esperti in programmi europei per l’istruzione,
presentano “Come le fate” di Antonio Piscitelli.
Lunedì 6 dicembre ore 19 Sala Smeraldo presentazione di “Malabar” di Gino Battaglia. I nomi dei relatori sono: Sergio De Santis e
Adriano Roccucci (la recensione del libro è a pag. 9).
intelligenza e finezza, di poter svolgere il suo ruolo
in modo da servire scrupolosamente lo Stato e le
leggi e contemporaneamente di essere di giovamento psicologico a quell’umanità trafitta e dolorante
affidata alle strutture da lei dirette. Ha compreso,
cioè, il bisogno di quelle detenute di sentire la vicinanza discreta di una persona dotata della disponibilità umana all’ascolto della “loro” verità”. E si è
resa disponibile ad accogliere spontanee confidenze, senza spirito inquisitorio o, peggio, moralistico.
Ha svolto un ruolo paragonabile a quello dello psicanalista. Ha consentito, cioè, ad alcune detenute di
parlare, di operare una sorta di confessione sotto
forma di conversazione e di attivare una specie di
transfert dei propri sentimenti e delle proprie angosce ad un’altra persona. Grazie alla sua finezza ca(segue a pag. 2)
Casavola e i Ritratti italiani
Composti per varie occasioni in
una lunga serie di anni, i venti
testi qui raccolti si inseriscono
nell’appello alla memoria degli
italiani, sollecitato dal centocinquantenario dell’Unità del Paese. Uomini e donne vi appaiono
immersi nei contesti delle loro
vicende individuali, e tuttavia
sempre rivolti alle ragioni di un
migliore futuro per la comunità,
la nazione, il mondo. Religione,
filosofia, politica, diritto diven-
tano fili esistenziali di gente italiana, chiamata a una missione
universale di civiltà.
Il libro vuole infondere fiducia e
speranza alla luce di esempi che
sono parte integrante della civil-
tà e della storia italiane. Nel corso dei secoli, puntualmente, dalle nostre comunità e da parte di
singoli individui sono venute
prove di coraggio, di pazienza,
di originalità, di saggezza, di
creatività, di cultura, non solo
adeguate a fronteggiare le difficoltà presenti, ma anche proiettate in avanti ad anticipare soluzioni e atteggiamenti che si affermeranno nel tempo. Se questo è accaduto in Italia, c’è spe(segue a pag. 2)
Antonio Piscitelli
Come le fate
Collana Lettere Italiane
Guida, pp. 332 Euro 13,00
Ci sono libri che catturano fin dall’incipit, e Come le fate è uno di
questi.
Sul letto di morte dell’amico Angelo, Valerio rievoca momenti del
passato. Dopo aver vissuto la primissima infanzia in un orfanotrofio, è adottato da un’agiata famiglia borghese, della quale è parte
Sepe, l’acquisito fratello ventiduenne. È con lui che Valerio
stringe un singolarissimo patto di complicità e affetto. La sua educazione oscilla tra due modelli, quello dell’austera madre adottiva
e del venerato fratello. In casa aleggia il mistero di Lisa, la secondogenita di cui si tace l’esistenza. Sarà lei a segnare, per Valerio, la
svolta drammatica che lo condurrà alla maturità. Lei, vittima e carnefice di abusi sessuali, guarda il mondo con occhio disincantato.
Valerio ritrova Angelo, un compagno di cui serbava vaga memoria.
Intesse con lui un rapporto di intensa amicizia-amore, in qualche
modo emblema del connubio inestricabile che lo lega alla vita e al
senso di colpa che lo tormenta. Angelo della vita ha tutti gli attributi, il fascino, il mistero, il tormento, la bizzarria istrionesca, la sua
negazione.
L’acme dell’azione narrante ha per sfondo l’Olanda poeticamente
descritta dalla voce narrante.
Antonio Piscitelli, napoletano, ex insegnante. Si è occupato, fin dal
loro sorgere, dei programmi Europei per l’Istruzione e la Formazione. Ha collaborato sia con l’Agenzia LLP di Firenze sia con la
Direzione Generale Affari Internazionali del Ministero della Pubblica Istruzione.
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luglio-dicembre 2010
GUIDA È SUL SITO BOOKREPUBLIC
Titoli in e-pub
Sono molti i titoli Guida già di
sponibili in formato e-pub sul
sito www.bookrepublic.it
La casa editrice Guida annuncia il suo ingresso in Bookrepublic, il servizio di distribuzione online per i libri digitali –
rivolto principalmente agli editori indipendenti – e una libreria
online in cui è possibile acquistare per la prima volta in Italia
ebook in formato epub.
toriali (narrativa italiana e straniera, letteraria e di intrattenimento, saggistica storica, scientifica, filosofica, titoli per ragazzi, manualistica, guide).
Molti i titoli con marchio Guida disponibili su Bookrepublic: narrativa, saggistica, storia
e filosofia, come il saggio dello
studioso tedesco Günter Abel
“La filosofia dei segni e dell’interpretazione” per la prima
Il servizio offre alla piccola e
media editoria di qualità un supporto per l’ingresso nel nascente panorama italiano degli ebook e si presenta ai lettori come il più grande “store digitale”, vantando un ventaglio di offerte molto ampio che spazia fra
tutti gli argomenti e i generi edi-
volta tradotto in italiano, in
uscita nel mese di ottobre.
Una nuova sfida dunque per una
casa editrice indipendente che si
avvicina ad un’esperienza di
lettura diversa dal libro stampato.
Sulla home page del nostro sito
il banner Bookrepublic.
VISITA i nostri SITI
www.guida.it e www.guidaeditori.it
GUIDA AI LIBRI
Un libro di estrema attualità
e un omaggio a tutti gli italiani
per la ricorrenza dei centocinquanta anni
di unità del Paese
ranza ancora oggi per l’Italia e
per gli italiani di risalire la china
e conseguire risultati eccellenti.
Questo è il messaggio di fondo.
I personaggi rievocati appartengono a un arco di tempo che va
dal Rinascimento ai nostri giorni.
La loro azione ha investito molteplici campi, dalla religione alla
morale, dal diritto alla politica,
dalla filosofia alla letteratura. Si
tratta di Sant’Alfonso de’ Liguori, di Beccaria, di Filangieri,
di Garibaldi, di Manzoni, di
Gentile, di Croce, di Gramsci,
di De Gasperi, di Dossetti, di La
Pira, di Vittore Branca e di altri, che risultano complementari
gli uni agli altri e nell’insieme
fanno un soggetto collettivo, artefice di nuovi destini e di nuove
prospettive per sé e per l’Italia intera.
Francesco Paolo Casavola, storico del diritto romano, ha insegnato nelle Università degli Studi di Bari, Federico II di Napoli,
Lateranense e Libera Università
Maria Santissima Lumsa di Roma, Suor Orsola Benincasa di
Napoli. È stato Presidente della
Corte Costituzionale, Garante per
l’editoria e la radiodiffusione,
Presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, Presidente del Comitato Nazionale per
la Bioetica. Ha una estesa produzione giornalistica, storico-politica e giuridica, raccolta in varie
monografie (Studi sulle azioni
popolari romane, 1958; Lex Cincia, 1960; Actio petitio persecutivo, 1965; Giuristi adrianei, 1980;
L’appello del futuro, 1994; Custodia del tempo, 2003; Sententia
legume tra mondo antico e mo-
derno, 3 voll., 2000-2004). Si veda la voce Francesco Paolo Casavola in Enciclopedia Italiana
“Treccani”.
Ugo Piscopo è stato professore e
preside nei licei, quindi per quasi
venti anni ispettore del Ministero
della Pubblica Istruzione. È Benemerito della scuola, della cultura e dell’arte (D.P.R. 6 marzo
1998). Ha una vasta produzione
letteraria e politico-morale (poesia, narrativa, teatro, critica, saggistica, giornalismo). Alcuni suoi
libri per la scuola sono stati dei
bestseller (Antologia di cultura
contemporanea, 1969; Noi e gli
altri (con Carlo Salinari), 1975;
La società civile, 1977). Per la
Casa editrice Guida, dirige la collana “Ritratti di città”, ha diretto
“Guida ai Libri” ed è stato Presidente dell’Associazione “Amici
del Libro Guida”, sezione di Napoli.
Francesco Paolo Casavola
Ritratti italiani
a cura di Ugo Piscopo
Collana Focus
Guida, pp. 240 Euro 12,00
(da pag. 1)
La Loren mi scrisse che augurava a tutte le infelici
obbligate al carcere di trovare un ambiente civile
ratteriale, si è resa disponibile all’ascolto, nella consapevolezza
che, nel confidare a qualcuno la
propria verità, la propria visione
dei fatti, la sequela e la sequenza
degli eventi che hanno segnato la
propria vita, il soggetto si sente
alleggerito di un peso emotivo, in
parte pacificato con se stesso e
quasi giustificato rispetto alle
norme non scritte del diritto alla
felicità e alla giustizia alle quali
ciascuno aspira.
La direttrice Liliana De Cristoforo, nel mentre ascoltava e permetteva alle donne di sciogliere
la durezza interiore nella narrazione degli eventi, appuntava
mentalmente le singole storie. Poi
le ha ripensate. Le ha trasformate
in materia di studio, per esplorare
e comprendere l’animo femminile, per gettare luce nei meandri di
una psiche in cui i sentimenti e le
pulsioni vitali svolgono un ruolo
di primo piano. Una volta depurate dalla veemenza emotiva e dal
calore passionale del racconto
delle singole protagoniste, quelle
storie profondamente umane,
quei spaccati di vite vissute e sofferte, nelle mani e nelle intenzioni della De Cristoforo, sono diventate prezioso materiale letterario.
Si trattava di storie significative,
se non proprio esemplari. Di storie di donne differenti per carattere, per modi di sentire, per età,
per educazione e cultura, ma simili o assimilabili, perché tutte
nutrite di sentimenti forti e di
un’ansia di riscatto e di recupero
della loro dignità violata. Storie
di donne piegate e piagate dalla
violenza di certi rapporti umani,
dentro e fuori dalla famiglia, di
donne travolte dalla furia della
vita. Storie diverse, attinenti a
problematiche di antico retaggio
quali il delitto d’onore, la prostituzione e la violenza carnale, o a
tragedie moderne come l’immigrazione clandestina, la tossicodipendenza e la transessualità. E,
tra esse, una storia particolare:
quella di Sofia Loren, già al culmine della notorietà mondiale,
ospite delle patrie galere per 17
giorni nel 1982 per evasione fiscale.
Delle tante confidenze ricevute,
Liliana De Cristoforo in questo
libro ne ricostruisce dieci. Nove
delle quali sono storie di vite doloranti, di speranze e passioni represse, raccontate, però, con tono
leggero, con scrittura felice, fluida e succosa, piana ed essa stessa
confidenziale. Ne risulta un libro
denso di emozioni, uno spaccato
di vita reale, informativo e for-
mativo, pregevole nell’andamento stilistico e godibilissimo alla
lettura. Un libro capace di lasciare il segno, di incidere profondamente nell’animo del lettore.
Aniello Montano
prof. ordinario
di Storia della filosofia
Università degli studi di Salerno
Liliana De Cristoforo
Donne, cancelli e delitti
Racconti dal carcere
Collana Focus
Guida, 2009
pp. 124 euro 12,20
la scheda del libro
Donne molto diverse fra loro per età e formazione culturale, ma
quasi tutte simili nei sentimenti e nell’aspirazione al riscatto. Delitto d’onore, prostituzione, violenza carnale, immigrazione clandestina, tossicodipendenza sono solo alcune delle questioni che l’autrice affronta mentre svela i segreti e i misteri che hanno condotto
queste donne a una difficile esistenza. Molte si sono rese responsabili di gravi reati, altre sono semplicemente vittime delle avversità
della vita, come Sofia Loren che nel 1982 fu ristretta per 17 giorni
nel carcere di Caserta, per evasione fiscale.
Un libro che nasce dal desiderio di esplorare e comprendere l’animo femminile attraverso storie significative, profondamente umane
e con un sottile risvolto psicologico.
Liliana De Cristoforo ha diretto, per più di trent’anni, istituti penitenziari in prevalenza femminili. Si è sempre interessata alle problematiche riguardanti la condizione della donna e degli aspetti rieducativi della pena. Vive a Caserta dove è impegnata in numerose attività sociali.
Il 15 settembre 2010 l’autrice ha rilasciato un’intervista all’interno
del programma in onda su Rai Uno “A Casa di Paola”, condotto da
Paola Perego.
Organo dell’Associazione
Alfredo Guida Amici del Libro - Onlus
Anno XVIII, numero 7-12/2010
ISBN 978-88-6042-718-2
DIRETTORE RESPONSABILE
DIEGO GUIDA
COORDINAMENTO REDAZIONALE
MARY ATTENTO
REG. TRIB. NAPOLI
N. 4388 del 30.3.1993
REDAZIONE
VIA PORT’ALBA, 19 - 80134 NAPOLI
TEL. 081.290768
FAX 081.299744
E-MAIL: [email protected]
[email protected]
STAMPA
ARTI GRAFICHE SOLIMENE
VIA INDIPENDENZA, 23
CASORIA- NAPOLI
tiratura: 25.000 copie
La Redazione accetta i contributi
provenienti da giornalisti o appassionati del settore, riservandosi ogni decisione sul momento e sulla forma
della pubblicazione. La responsabilità dei testi pubblicati spetta ai rispettivi autori, le cui teorie e opinioni
non impegnano la Redazione. Non è
previsto alcun compenso per il materiale inviato, che di regola non viene
restituito.
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GUIDA AI LIBRI
IL DIES IRAE ALLA BUCHMESSE DI FRANCOFORTE
La nuova legge sull’Editoria
non salva gli editori indipendenti
FRANCOFORTE - Editori “borseggiati” dal governo; parole dure dai grandi e piccoli editori e anche dal presidente dell’AIE Marco Polillo alla
conferenza stampa della Buchmesse: la situazione
attuale è molto dura per chi investe nei libri, nel
2009 abbiamo assistito alla caduta libera del fatturato, il 4,9 in meno, la vendita dei libri nelle edicole è crollata del 30% e quelle rateali del 20%,
solo le vendite in libreria tengono ancora con un
aumento del 2% .Gli editori non si sentono sostenuti, anche perché il governo, come se non bastasse, ha aumentato le tariffe postali agevolate, sei
volte in più (da un euro a 7 euro) per ogni spedizione. Si chiedeva una normativa che desse maggiore ordine al settore e invece si è aggravata per
il blocco di tre milioni di euro per facilitare l’accesso alla lettura ai non vedenti, senza parlare dell’IVA del 20% sugli e-book.
Una legge che annulla se stessa. Le critiche già
non erano mancate alla proposta di legge sul libro
approvata il 17 luglio alla Camera e che ora passa
al Senato per la ratifica. La legge sull’Editoria o
meglio “la legge sul prezzo del libro” aveva il
compito di calmierare i prezzi e garantire i piccoli editori e le piccole
librerie. Pare che niente di tutto questo sia successo, nonostante sia stato stabilito per tutti lo sconto massimo da applicare alla vendita del
15%. La guerra sui prezzi riguarda
anche i libri; essi, come il prosciutto, possiamo acquistarli anche nei
supermercati, a volte a prezzi stracciati.
Per l’acquirente la libertà di sconto
potrebbe sembrare accattivante: acquistare un libro con lo sconto del
30% può far pensare a un piccolo
affare, c’è come sempre il busillis e cioè che, in
molti casi, non acquistiamo ciò che vogliamo, ma
quello che vogliono i grandi gruppi editoriali, che
per spingere avanti un testo lo offrono a prezzi
stracciati. A chi non è capitato di acquistare un libro pluripremiato, pubblicizzato su tutti i mass
media e che una volta iniziata la lettura è divenuto ostico e impossibile da leggere, dopo poche pagine. Anche in questo settore siamo pilotati, dirottati da chi grazie alla sua forza economica crea il
mercato. La legge proposta da Riki Levi sembrava volesse porre un freno ai grandi editori che già
da tempo fanno la parte da leone nelle vendite e ha
imposto lo sconto del 15% per tutti i libri. Fin qui
la proposta di legge non fa una piega, ma subito
dopo prevede vendite promozionali in tutti i pe-
riodi dell’anno della durata di trenta giorni, ad
esclusione del mese di dicembre. Insomma la legge, mentre sembra voglia limitare, poi “si sbraca”.
Di questo passo il pericolo di scomparire è non solo degli Editori liberi e quelli piccoli, ma anche
delle piccole librerie. Un danno notevole soprattutto per la società. Forse è illogico pensare a Umberto Saba che della sua libreria con dieci sedie
creò un salotto culturale, dove si acquistava il libro antico, prezioso, rilegato con carte speciali, inciso in modo fascinoso e le pagine si sfogliavano
con delicato amore, a scoprire pagina dopo pagina
i lembi di vita. Che fine farà il libro, se l’immagine sta diventando unica strada per la conoscenza?
Per chi nella vita ne ha apprezzato l’urgenza, la
compagnia fedele, lo scoprire e sfogliare migliaia
di vite parallele, o opposte alla propria, non può
che mobilitarsi. E, non solo per il libro: per noi
scrittori fondamentali sono le piccole libreria per
presentare una recente pubblicazione, fungono da
calamita per centinaia di cultori che non fanno rumore, ma esistono, eccome! Pare che tutto questo
sia destinato a sparire in nome delle leggi di mercato e per gli interessi di singoli
individui, i quali hanno tradotto
ogni espressione di vita in denaro. Bisogna salvaguardare la piccola editoria e le piccole librerie,
esse testimoniano la civiltà a cui
l’uomo è giunto. Non sembra che
questa legge raggiunga questo
obbiettivo. Alla giungla dei prezzi ha proposto norme che continuano a salvaguardare solo i
grandi editori, bisognerebbe mettere tutti sullo stesso punto di
partenza e semmai eliminare
quegli aumenti di copertina, fatti
mensilmente e operati dai grandi gruppi che vanno poi ad annullare i “grandi” sconti, In questo
modo anche lo sconto del 30% è una presa per i
fondelli per il lettore. La legge salva-libri in verità pare che salvi e arricchisca i soliti noti, mettere
in saldo la cultura non è proponibile. Si potrebbe
accettare per tutti lo sconto massimo del 15%, però, non si può essere d’accordo per vendite promozionali per 11 mesi all’anno, quantomeno riducessero i mesi e forse si potrebbe iniziare a salvaguardare i libri, gli editori, le librerie e i lettori. Intanto negli altri paesi europei le cose vanno diversamente: prezzi rigidi per Germania, Spagna e
Francia, libertà di sconto per l’Inghilterra.
Carmen Moscariello
«Vorrei non provare oggi, così tardi,/
questo senso di libertà disperata./
Vorrei, ancora una volta,/ non dover
essere degna di me/ e di chi mi ha
“educato a essere perfetta”» (da
“Suono afono”). Pochi versi per introdurre alla poesia di Dora Celeste
Amato Ciliberto, giornalista e scrittrice, autrice della silloge Ho dischiuso l’uscio per i tipi Intra Moenia. Una poesia che va dalla disperata ricerca interiore – che spesso non
è altro che l’anticipazione del nuovo
dentro di sé, o meglio dell’inevitabile e indispensabile crescita personale – all’analisi della realtà che ci circonda, dall’astrazione alla quotidianità, dall’indignazione alla rassegnazione, da un silenzio ineguagliabile
a una gioia inenarrabile… «Sento
come l’attesa / di un evento che ha il
sapore/ di una conclusione./ Sento
che domani l’aria dovrà/ essere tersa, spazzata via/ dalle scorie con il
suo volo di angelo./ Sento che attraverso le foglie/ vedo i fantasmi del
dolore» (in “Attesa”) e «Bisogno di
ordine/ di regole/ di normalità./ Bisogno di credere/ che tu sia accanto
a me» (in “Domenica”): ecco come
alcune forme concrete assumono sul
piano psicologico, morale ed emotivo certe scelte e certi vissuti.
Dora Celeste Amato
Ho dischiuso l’uscio
Edizioni Intra Moenia,
pp. 192 euro 9,50
luglio-dicembre 2010
3
GuidAntiquariato
di Marcella Schiavino
GOFF Clarissa. Florence et
some tuscan cities. London,
A. et C. Black, 1905. In 8°,
pp. IX-262, con tavv. a col.
protette da velina dipinte dal
colonnello (in inglese n.t.,
n.d.r.) R. C. Goff. Legatura
edit. in tela cerata di col. rosso con titt. in oro al dorso interamente decorato a motivi
floreali stile Liberty, titt. in
oro anche al piatto sup. decorato da motivo architettonico
e dagli stessi elementi floreali del dorso, tagli sup. in oro,
ex-libris in guardia. Testo in
inglese. 80,00
GREGOROVIUS
Ferdinand. Die insel Capri. Idylle
vom Mittelmeer. Leipzig,
Brodhaus, 1897. In 16°, pp.
[2]-83. Legatura edit. in cartoncino pesante, con titt. al
piatto in doppia cornice linea
re e fregiata, dorso amat., restaurato da mat. adesivo col.,
tagli di col. rosso. Testo in tedesco a caratteri gotici. Terza
edizione (in tedesco n.t.,
n.d.r.). 40,00
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081.5560170 – 081.446377
Gerardo Bianco.
Francesco De Sanctis.
Cultura classica
e critica letteraria
Collana Focus
Guida, pp. 260 Euro 14,00
Le radici classiche di uno dei più illustri critici italiani dell’Ottocento.
Nella vastissima bibliografia desanctiana e negli studi che hanno
scrupolosamente esaminato la formazione del grande critico, esiste
una sorprendente lacuna: è quasi
del tutto ignorata l’influenza che i
giovanili studi delle lingue classiche e degli autori greco-latini esercitarono nella definizione degli orientamenti culturali di questo
grande critico e nell’elaborazione di alcuni criteri interpretativi delle opere e degli autori della storia letteraria italiana ed europea. Il
volume riscopre quelle radici classiche di De Sanctis che determinarono e segnarono le varie tappe della sua vita intellettuale, culturale e politica.
Gerardo Bianco, nato a Guardia Lombardi (Av), dopo la laurea in
lettere classiche, è stato docente universitario ministro della Pubblica istruzione e deputato in diverse legislature dal 1968 al 2006.
Il libro sarà presentato lunedì 6 dicembre alle ore 17,00 a Roma,
nella Sala Igea dell’Istituto Della Enciclopedia da Dante Della Terza, Tullio De Mauro, Giulio Ferroni, Enrico Malato.
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La Collana Leviathan
Con il volume di Agostino Carrino, La destra e le libertà, da
pochi giorni in libreria e al centro di una conversazione nella
sala Aldo Moro della Camera
dei Deputati, il 16 ottobre scorso, con i professori Antonio
Baldassarre, Alessandro Campi
e Biagio de Giovanni, la Collana “Leviathan”, fondata e diretta proprio dal professor Carrino,
raggiunge il n. 11 della serie e
conferma la vocazione a raccogliere una serie di scritti (originali e traduzioni) i quali, pur rigorosi nell’impianto scientifico,
siano utili alla comprensione
della realtà quotidiana da parte
di un pubblico ampio, non necessariamente specialista nelle
questioni della politologia o del
diritto o della dottrina dello Stato, i tre ambiti principali nei
quali ricadono i titoli fin qui
pubblicati.
Come questo volume di Agostino Carrino, anche quelli che lo
hanno preceduto si pongono il
problema di cercare di capire in
profondità le trasformazioni
epocali nei sistemi sociali della
modernità in modo da offrire al
lettore sia strumenti di analisi
sia strumenti di impegno culturale.
Il filo rosso di quasi tutti i volumi fin qui pubblicati è sicuramente costituito dal tema, difficile, complesso, pluriverso, della libertà. Che cos’è la libertà in
una società che pare sempre più
disinteressarsi delle concrete
garanzie che vanno offerte alla
pratica concreta della libertà? E
cosa sono i diritti dell’uomo al
di là di una declinazione retorica di sempre nuove generazioni
di diritti? E qual è il rapporto tra
individuo e comunità al di là e
oltre una formulazione puramente ideologica delle legittime
pretese dell’uno e dell’altra? E
che senso hanno vecchie contrapposizioni come quella tra
destra e sinistra? E qual è il nesso reale tra diritto e politica?
Tutte domande (ma molte altre
sarebbero formulabili) alle quali i volumi di questa Collana
cercando di dare una risposta:
così Alain de Benoist nel suo
Identità e comunità; Raymond
Aron nel suo classico saggio
sulla destra nella società industriale; Kurt Seelmann nella sua
filosofia del diritto; Michel Troper e Julien Freund nei loro
scritti su diritto e politica nella
crisi dello Stato; Hasso Hofmann nella sua ricostruzione
storico-filosofica del concetto
moderno di libertà.
E così vanno ricordati i volumi
in preparazione, da quello di
Michael Oakeshott sulla politica moderna tra scetticismo e fede a quello di Agostino Carrino
sul problema della sovranità
nell’età della globalizzazione.
GUIDA AI LIBRI
A Montecitorio
le Giornate
del libro politico
La Presidenza della Camera dei deputati ha organizzato anche quest’anno la manifestazione “Il volume della democrazia. Giornate
del libro politico a Montecitorio”, dedicata al libro su tematiche politiche. L’evento si è svolto a Roma il 15 e 16 ottobre 2010. La manifestazione prevede una parte di convegni/presentazione di libri e
una libreria tematica allestita nel corso dell’evento.
La casa editrice Guida vi ha partecipato anche quest’anno: per l’evento è stato scelto l’ultimo saggio politico di Agostino Carrino “La
destra e le liberta” (che gode della prefazione del presidente Gianfranco Fini). Illustri personaggi dello scenario politico e culturale
hanno preso parte alla presentazione insieme all’autore il 16 ottobre
presso la Sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio: Antonio Baldassarre, Alessandro Campi e Biagio De Giovanni.
Agostino Carrino
La destra e le libertà
Collana Leviathan
pp. 368 euro 20,50
Il valore dell’identità storica e
culturale è sempre stato un tema
forte per la destra politica. Ma
come declinarlo nella nuova
epoca della globalità, delle
grandi migrazioni e della società multietnica?
“Questo libro – scrive nella Prefazione Gianfranco Fini – conferma quanto sia necessario oggi per la destra interrogarsi sul
valore dell’identità e delle radici in un’epoca plurale e multirazziale. Quello dell’identità è
tradizionalmente uno dei temi
ricorrenti nell’orizzonte culturale della destra. Oggi si tratta di
declinarlo in forme nuove.
Sarebbe un errore culturale e,
quindi, politico voler rinchiudere la destra in definizioni autolimitanti che non tengano conto
della lezione della storia del
Novecento e che trascurino l’evoluzione sociale che viene dal
secolo attuale”.
Agostino Carrino è Professore
ordinario di Diritto costituzionale nell’Università di Napoli
Federico II. Ha insegnato come
Professore invitato nelle Università di Parigi (II, X e XI),
Vienna, Barcellona, Saarbrücken, St. Louis. È stato docente
di Filosofia del diritto, Sociologia del diritto e Dottrina dello
Stato. Ha fondato le riviste Diritto e cultura e Leviathan.
Al via la seconda edizione
del Premio Nati per Leggere
Il nuovo bando del Premio Nazionale “Nati per Leggere”, rivolto a editori, bibliotecari, insegnanti, pediatri, librai, enti
locali, è scaricabile sul sito www.natiperleggere.it fino al 31
gennaio 2011.
la rivista
La casa editrice Guida ha pubblicato il primo volume di “Leviathan. Rivista di cultura politica e
giuridica”.
Si tratta di un’iniziativa che si affianca alla Collana di volumi
dall’omonimo titolo, nella quale
sono apparsi finora numerosi
saggi e traduzioni.
La rivista, diretta da Antonio
Baldassarre e Agostino Carrino,
si presenta come una pubblicazione interdisciplinare, attenta
alle evoluzioni del diritto e della
politica sullo scenario europeo,
ma altresì memore delle tradizioni culturali europee nel campo
della scienza giuridica e della
scienza politica. Essa si pone
idealmente come continuazione
di “Diritto e cultura”, la cui pubblicazione è cessata.
Di seguito le modalità di sottoscrizione di un abbonamento o di
acquisto per numero singolo.
1 numero della rivista: euro
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GUIDA AI LIBRI
luglio-dicembre 2010
Architettura del Settecento:
stagione creativa a Napoli
Il Settecento ha visto fiorire a Napoli una delle più affascinanti stagioni dell’Architettura. Il “Rococò”, concependo le chiese come
opere d’arte totale ed adornando i
palazzi aristocratici con spettacolari portali scultorei e ariose scale aperte. Il saggio ripercorre le
tappe salienti dell’evoluzione
della “Architettura del Settecento
a Napoli”, delineando i profili dei
principali artefici, attraverso una
ricognizione critica delle loro
emblematiche costruzioni. L’agile sintesi storiografica, redatta
con una scrittura deliberatamente
Agostino Nuzzolo
Politiche della Mobilità
e Qualità delle Aree Urbane
Collana Strumenti e ricerche
Guida, pp. 240 euro 15,00
Sotto la spinta dei problemi di
congestione da traffico veicolare,
che affliggono i centri urbani e
che contribuiscono al deterioramento della qualità della vita nelle città, le politiche della mobili-
chiara, è corredata da sistematici
apparati bibliografici per consentire al lettore l’approfondimento
dei temi trattati rinviandolo alla
vasta saggistica
monografica.
Il carattere divulgativo di questo
nuovo libro è rafforzato inoltre
dalla raffinata interpretazione fotografica di Sergio Riccio, articolata su 32 nitide immagini in
bianco e nero delle opere esemplari della “Architettura del Settecento a Napoli”. Le
ampie didascalie che accompagnano le immagini indicano con
immediatezza non solo i nomi degli autori e le date delle realizzazioni, ma anche la collocazione
strategica di tali architetture sulla
scena urbana di Napoli e dei suoi
dintorni. Si tratta insomma di un
racconto per immagini parallelo
al saggio storiografico.
La collana Historia Rerum, diretta da Benedetto Gravagnuolo, che
tà hanno di recente assunto un peso rilevante nelle agende programmatiche delle amministrazioni pubbliche. Si è capito che il
sistema della mobilità, inteso non
solo come insieme di infrastrutture e mezzi di trasporto, ma anche
come insieme di politiche che ne
regolano l’utilizzo, svolge un
ruolo centrale in un sistema urbano. A tale scopo è molto efficace
Il concetto di “Metabolismo Urbano”, che interpreta la città come un organismo che si alimenta
di risorse (materiali e immateriali) per generare benessere sociale
e sviluppo economico, ma che
produce, al contempo, rifiuti da
smaltire e inquinamento ambientale. In tale visione, il ruolo delle
amministrazioni è quello di individuare le strategie ottimali che
permettano di “regolare” tale metabolismo, al fine di migliorare
l’accessibilità e massimizzare il
benessere economico e sociale,
limitando i consumi energetici (in
ha ospitato grandi nomi come
Mario Gioffredo, Vincenzo Ruffo, Domenico Antonio Vaccaro e
Carlo Vanvitelli, con questa nuova opera propone saggi di approfondimento sui più svariati temi
di architettura. Essenziale il formato dei volumi, che però non
abbandonano lo spirito principale
della collana, appunto l’interpretazione fotografica.
Benedetto Gravagnuolo, professore ordinario di Storia dell’Architettura, è stato preside della facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II dal 2002 al 2008. È autore
di numerose pubblicazioni. Per la
casa editrice Guida dirige la collana “Historia rerum”. Sergio
Riccio, autore delle fotografie, è
artista noto in Europa sia per le
sue collaborazioni a riviste di architettura, design e fotografia, sia
per le mostre, personali e collettive. Sue immagini sono conservate alla Bibliotheque Nationale di
Parigi e all’Istituto Nazionale per
la Grafica di Roma.
Franca Della Ratta
L’Annunziata
Collana Focus
Guida, pp. 168 euro 13,00
Benedetto Gravagnuolo
Architettura del Settecento
a Napoli
Dal barocco al classicismo
Collana Historia rerum
Guida, pp. 278 euro 30,00
Foto 1. Carlo Vanvitelli, Fontana dei Delfini nel parco del Real Palazzo di Caserta,
1776 – 79; Foto 2. Jacob Philipp Hackert, Il tempio di Venere a Baia, 1798 Anger
Museum, Gemäldegalerie; Foto 3. Mario Gioffredo, Palazzo Casacalenda, 1754 –
61, Facciata con due portale con colonne toscaniche. Foto di Massimo Velo.
particolare l’uso di fonti energetiche non rinnovabili), la produzione di rifiuti e di emissioni inquinanti. Questo libro vuole offrire
un contributo in tal senso e vuol
essere uno strumento a supporto
di quelle fasi del processo decisionale in cui vengono definiti gli
obiettivi e individuate le strategie
ottimali da perseguire per lo sviluppo sostenibile dei sistemi urbani. È il frutto di una ventennale attività di ricerca, didattica e
consulenza del Laboratorio di
Progettazione dei Sistemi di Trasporto dell’Università di Roma
“Tor Vergata”, di cui fanno parte
Umberto Crisalli, Pierluigi
Coppola, Antonio Comi e Luca
Rosati, autori dei contributi che
compongono il saggio, e Agostino Nuzzolo. curatore dell’opera,
il quale ha portato la sua recente
esperienza di amministratore del
Comune di Napoli, in qualità di
Assessore alla Mobilità.
5
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Catalogo
delle edizioni
Guida
GUIDA
Napoli, via Portalba 19-23,
tel. 081.446377
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Diffusa in tutta Europa a partire
dal XII secolo, la Ruota degli
Esposti era un meccanismo che
separava per sempre, oltre che
materialmente, il destino dei figli
da quello delle madri. I neonati
illegittimi venivano “esposti” alla pietà di famiglie disposte ad
accoglierli.
Il volume racconta, in una forma
sostenuta e dettagliata, la storia
architettonica, istituzionale, folklorica e culturale del Complesso della S.S. Annunziata a Napoli, luogo storico di raccolta e sostegno di “Esposti”.
Corredato da immagini e fonti
documentate, il testo va dal periodo angioino fino ai giorni nostri. Le tante storie di benefattori, i segni distintivi lasciati sui
neonati, i privilegi e le norme
che regolavano la vita di chi, un
tempo, era stato esposto. Come
lo era stato Vincenzo Gemito, insieme a molti altri illustri “esposti”.
Il mistero, come l'incomprensibile e il trascendente, attrae e ha
sempre stimolato la curiosità dell'uomo, colto o ignorante, per il
gusto di riuscire a scoprire a tutti i costi l'impossibile, anche solo a conoscere ciò che non a tutti è noto, o, quanto meno, a dare
libero sfogo alla propria fantasia.
Il soprannaturale ha accompagnato la lunga vita del complesso dell'Annunziata e forse proprio per tale motivo la Real Santa Casa ha suscitato sempre un
fascino particolare sul popolo di
Napoli. L'origine stessa del complesso è ammantata di mistero e
la sua lunga vita, sia pur attraverso enormi difficoltà, è apparsa come un disegno già prefissato contro il quale nessun ostacolo poté opporsi. Nel buio della
notte, senza svelare a nessuno il
motivo di quel gesto, migliaia di
donne vi hanno depositato corpicini la cui identità è rimasta anch'essa ignota. Gli "esposti" ovvero i figli della Madonna.
Franca Della Ratta, nata a Napoli, è referente del progetto
“Adotta un monumento”; insieme ai suoi alunni ha adottato il
complesso della Santissima Annunziata di Napoli.
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GUIDA AI LIBRI
luglio-dicembre 2010
LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE Lettere Italiane Guida LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIMarcello Fasolino
Una Millecento blu
Guida, pp. 320 euro 25,00
L’AUTRICE A RAVISCANINA PER IL PREMIO OLMO
Una storia al femminile
dai tratti erotici e drammatici
Sono le tre del pomeriggio, un pomeriggio assolato e boccheggiante
di afa. Camillo scende dalla macchina e d un calcio a una ruota vicina, guarda in fondo alla strada deserta… È con questa ‘scena’ che
si presenta ‘Lei si chiama Anna’,
l’ultimo romanzo di Maria Pia Selvaggio, scrittrice e docente telesina che dopo la tragica vicenda di
Bellezza Orsini, torna a raccontare
di donne. Lo sfondo è una Roma
lussuriosa dove la protagonista accetta di donarsi a decine di altri
uomini pur di soddisfare il suo
amato marchese. Una storia morbosa e intestina tratta della tragica
vicenda di Anna Fallarino, sposa
del marchese Camillo Casati
Stampa di Soncino.
Maria Pia Selvaggio inaugura il
suo percorso come autrice nel
2006 con Il sapore del silenzio. I
suoi testi graffiano il perbenismo e l’ipocrisia. Nel 2007 arricchisce la
sua attività di scrittrice con due opere: Borgofarsa e Pensieri di donna. Con L’Arcistrea, pubblicato nel 2008, vuole dare voce alle donne
arse al rogo a causa di inutili moralismi. Docente, giornalista per passione, Maria Pia Selvaggio ha partecipato a Galassia Gutenberg e alla fiera del Libro di Torino, riscontrando grandi successi di vendita. È
risultata finalista al premio letterario Feudo di Maida.
Il 28 novembre l’Autrice andrà a ritirare la targa d’onore del Premio
Olmo – A. De Sisto 2010, alla sua settima edizione. La giuria è presieduta da Antonio Malorni. La kermesse culturale si terrà presso
l’auditorium Gaudium et Spes di Raviscanina (CE).
Maria Pia Selvaggio
Lei si chiama Anna
Lettere Italiane - Narrativa
Guida, pp. 160 euro 12,00
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A versamento avvenuto l’Associazione rilascia una ricevuta fiscale il cui importo potrà essere dedotto dal reddito
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rivolgersi alla
Segreteria
organizzativa:
NAPOLI
via Port’Alba, 19
tel. 081.290768/
081.444309
fax 081.299744
Appassionato di arti visuali,
l’autore si confronta con la
scrittura, nella forma condensata della poesia. Più che una
raccolta eterogenea, le poesie
costituiscono un breve e significativo poema amoroso, coinvolgente e commovente. Componimenti in versi, ispirati a un
amore travagliato e, per questo
motivo, di durevole e incessante attualità.
Andrea Vaccaro è nato a Roma nel 1947; ha insegnato per
anni nelle scuole medie statali.
Ha allestito mostre personali a
Roma e partecipato come autore di lungometraggi sperimentali alla rassegna “Il Giovane Cinema Italiano” (1980)
di Roma. Da sempre interessato alla pittura e alla scrittura, è
alla sua prima pubblicazione.
Andrea Vaccaro
Poesie a Dolores
Guida, pp. 72 euro 8,00
Raffaele Mazzarella
L’uomo, per esempio
Venti percorsi
per individuarne
l’impegno nella società
Lettere Italiane - Saggistica
Guida, pp. 140 euro 10,00
Attraverso venti interviste a
odierni protagonisti del mondo
della cultura, dello spettacolo,
della società, dell'economia, dell’astronomia, dell’etica, della religione, l’autore intende stimolare la riflessione sulla centralità
dell’uomo nella storia, con particolare riferimento al contesto
evolutivo e sociale di oggi. Non
sarà tuttavia solo un viaggio nelle responsabilità e nelle attese del
mondo contemporaneo. Il percorso proposto dall’autore sarà
anche tessuto di levità e di gioiosità, nel segno della intensità e
della freschezza. L’invito dell’autore è in definitiva di vivere
la vita fino a fondo, pienamente,
con consapevolezza, ma con serenità.
Gli intervistati sono: Giorgio
Agnisola, Joseph Agnone, Giulio
Base, Orietta Berti, Mario Covelli, Francesco D’Agostino, Margherita Hack, Biagio Izzo, Claudia Koll, Antonio Lubrano, Antonio Mazzi, Annalisa Minetti, Michele Petrucci, don Roberto Ponti, Mons. Vincenzo Rini, padre
Michael Ryan L.C., Benedetto
Santangelo, S.E. Cardinale Crescenzio Sepe, Rosario Trefiletti,
don Giorgio Zucchelli.
Raffaele Mazzarella, dottore in
giurisprudenza, formato e aggiornato in diritto della famiglia
e diritto processuale tributario, è
direttore del Centro Culturale
San Paolo Onlus Campania e responsabile della Federconsumatori zonale. È al suo quarto lavoro editoriale dopo L’Abc del ragioniere (1998), pubblicato a soli 23 anni; Memorandum (1999);
L’abc del lavoro (2004).
“A bordo, i quattro amici, loro, sì,
gli inseparabili, quelli insieme ai
quali era partita la vita: il viaggio
insidioso e ambiguo dell’esistenza, che solo alla fine declina le
sue ragioni, lasciandoci in bocca
l’amaro delle infinite possibilità
rimaste inesplorate”. Un viaggio
porta sempre con sé i ricordi,
quelli di una vita, quelli delle persone importanti che si incontrano
lungo il proprio percorso e che
raramente si dimenticano. Così il
viaggio in treno da Napoli a Roma diventa per Gianni, il protagonista del romanzo, l’occasione
per evocare la sue avventure giovanili racchiuse nella corsa di
“una Millecento blu”, con gli inseparabili amici, Umberto, Emilio e Piero.
Attraverso ritratti inconfondibili,
si snoda il racconto della vita avvincente di Gianni, romantica figura di giovane imprenditore di
successo che ci svela gli aspetti
più veri e significativi della sua
vita e di questa amicizia. E in
questa corsa, evocata anche per
creare un ponte tra passato e futuro, sfrecciano, in rapida sequenza esaltanti bilanci, salde armonie amicali e familiari, i giorni dei divertimenti e delle prove
amare, la memoria, sempre più
cara e presente, di chi non c’è più
e resta, come un’ombra propizia
a seguire il loro cammino.
Andrea Nastri
Il margine interrotto
Lettere Italiane - Narrativa
Guida, pp. 64 euro 11,00
È una raccolta di racconti accomunati da una caratteristica: rappresentare frammenti, spezzoni
di vite che presuppongono sempre un ‘prima’ e un ‘dopo’. Vicende che sconvolgono o quantomeno ti indirizzano su strade non
immaginate, episodi che scavano
un solco tra passato e presente.
Storie in cui l’evolversi degli
eventi, spesso racchiusi nello
spazio di poche ore è un pretesto
per raccontare emozioni e in fondo gli aspetti più problematici
della condizione umana. Racconti che narrano emozioni, sentimenti, insomma che narrano la
vita.
Andrea Nastri (Napoli 1976), è
architetto, giornalista, fotografo,
svolge la sua attività professionale tra Napoli e Capri: Scrive di architettura, urbanistica, arte, cultura e design, collaborando con quotidiani e riviste di settore.
Immacolata Capasso
… per un Natale d’Amore
Lettere Italiane - Poesia
Guida, pp. 112 euro 12,00
Quanta spiritualità e quanta religiosità – scrive nella Presentazione il Cardinale Crescenzio Sepe – traspare da quei versi, che
sembrano una porta aperta sul
soprannaturale, sull’apoteosi dell’amore che è il Natale, esaltazione primaria del valore immenso della vita. Vorrei dire che la
poesia della Capasso è testimonianza di carità, di quella carità
cristiana che la va accompagnando in tutte le sue attività: di medico, di donna, di volontaria.
“Un libro di poesia, quando sorge così necessario e impetuoso
all’interno di un’anima che anela
al Bene, può anche aggiungere
un piccolo filo alla tenue trama
dell’esistenza additandoci il sorriso di quel Bimbo che continua
ad ammaliare gli spiriti più nobili, rendendo meno aspra la strada
di ogni giorno”, afferma nella
Prefazione Silvio Mastrocola.
Aldo De Gioia nell’Introduzione
osserva che “la Capasso si cimenta con contenuti profondamente umani e concreti e fruisce
della sua esperienza per sollevare motivi autobiografici e civili
sul piano di una partecipe contemplazione del destino dell’uomo”.
Immacolata Capasso nasce a
Napoli, è medico, poetessa, giornalista pubblicista, direttore responsabile della rivista La voce
dell’AMAMI (Associazione Mariana Assistenza Malati d’Italia).
Esercita la sua professione di
medico senologo presso l’Istituto
dei Tumori di Napoli, in cui affianca all’attività clinico-chirurgica anche quella di ricerca.
Ha conseguito, di recente, un
prestigioso Premio Internazionale per uno studio di prevenzione
primaria del cancro della mammella. Nella sua professione,
svolta con passione e spirito di
abnegazione, coniuga, da più di
un trentennio, scienza ed umanità, illuminata sempre dalla luce
della Fede. È impegnata in un’intensa attività di volontariato, sia
in campo oncologico che sociale.
Ha vinto numerosi premi di poesia. La sua vita si snoda tra ospedale, famiglia, impegno civile e
poesia che avverte come esigenza di mente, sussurro di cuore e
respiro dell’anima.
Crede nella funzione sociale della Poesia.
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GUIDA AI LIBRI
luglio-dicembre 2010
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LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE Guida LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LI-
Un regalo da fare
I due nuovi “autentici falsi d’autore”
Ad ottobre la collana “Autentici
falsi d’autore” di Guida si arricchirà di due nuovi volumetti: Orson Welles Riccardo III una
sceneggiatura scomparsa di
Gianfranco Bettetini, e Giacomo
Leopardi Lettera a Roberto Benigni di Perle Abbrugiati.
vasa da moltissimi cinefili e curiosi, alla ricerca di eventuali testimonianze e documentazioni.
Provenivano anche da città e da
paesi piuttosto lontani e, profittando del vuoto che riempiva l’abitazione (la salma era già stata
traslata all’obitorio e tutti gli
abitanti, compresa la servitù, vi
si erano trasferiti, mentre mancava ancora qualunque forma di
sorveglianza), aprivano i cassetti, leggevano appunti, cercavano
invano di decifrare una scrittura
criptica”.
Così inizia il suo racconto Bettetini e ci conduce fino alla scoperta della sceneggiatura e, soprattutto, alla scoperta della profonda
stima e affetto che legava Welles
a Herman J. Mankiewicz noto
produttore cinematografico (Naturalmente tutto autenticamente
falsato).
Orson Welles Riccardo III una
sceneggiatura scomparsa
di Gianfranco Bettetini
George Orson Welles (19151985) è stato un attore, regista,
sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense. È considerato uno degli artisti più poliedrici del Novecento in ambito
teatrale, radiofonico e cinematografico, tutti campi in cui raggiunse risultati di eccellenza.
Quarto potere (1940) è il più
grande successo cinematografico
di Welles, ed è considerato tutt’oggi da molti critici il più bel
film della storia del cinema.
Gianfranco Bettetini (Milano,
16 gennaio 1933) è un critico letterario e regista italiano. È stato
un importante regista televisivo
della Rai. Tra i programmi da lui
diretti si segnalano: Campanile
sera (1959), Il signore di mezza
età (1963), Camera 22 (1966),
Processo a Gesù (1968), La fine
di un’avventura (1969). È docente di Scienza della comunicazione presso diversi atenei ed è considerato un esperto dei mezzi di
comunicazione di massa.
... non appena si diffuse la notizia
della sua morte, la sua casa fu in-
PER LA PUBBLICITÀ
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ecco i nostri recapiti:
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tel. 081.446377 [email protected]
Giacomo Leopardi Lettera a
Roberto Benigni
di Perle Abbrugiati
Intanto mi rassomigli.
inutile
negarlo: sei il mio ritratto sputato. Naso, fronte, e anche i capelli scapigliati. Certo, sui ritratti li
ho a posto, ma tieni conto che mi
ritraevano una volta ogni sette
otto anni. Il resto del tempo non
me li curavo certo come un gagà.
Tu al contrario li avresti piatti
ma te li arruffi apposta per le foto, perché fai il comico di professione. Cosa credi, da l dove sono, queste cose le so. E poi ti im-
magini che ai miei tempi i comici
non facessero la stessa cosa?
Hanno un bel dire, ma anch’io
sono un uomo navigato, e sono
andato perfino a vedere Pulcinella. Se no, a Napoli, che ci morivo
a fare ? Dunque, mi rassomigli. E
poi, sei invaghito di letteratura”.
Provate a mettere a confronto una
foto di Leopardi con quella di
Benigni la loro somiglianza è incredibile.
1. L'autore falsificato
Giacomo Leopardi è il più grande poeta dell’Ottocento; peccato
che fosse anche il più grande filosofo pessimista di tutti i tempi,
dicono.
2. Il falso d’autore
Giacomo Leopardi, che di noia si
intendeva, forse s’annoia lì dov’è. Ciò spiegherebbe che egli
scriva epistole, mandandole attraverso canali improbabili. Quella
ritrovata da Perle Abbrugiati si rivolge, nientemeno, a Roberto Benigni, che Leopardi considera qui
come il suo doppio. Si tratta di
convincere l’attore-regista a girare un film filosofico. Possibilmente con la più strepitosa derisione che il comico toscano sia in
grado di sfoggiare. Ed ecco un’operetta che a Cinecittà potrebbe
diventare una superproduzione.
Ma chi l’avrebbe detto che il recanatese avesse una cultura cinematografica così estesa? e nel
pensier si fingesse sceneggiature
hollywoodiane?
3. Il falsificante
Perle Abbrugiati è professoressa
ordinaria di letteratura italiana in
un’università del Sud della Francia. Studia Leopardi, in particolare i Canti, e scrive canzoni, con
particolare disincanto. Incrocia
volentieri la malinconia con l’ironia, nelle sue ricerche come nei
brindisi con gli amici. Del falso
d’autore sarà perdonata, quando
si saprà che coordina un gruppo
di ricerca sulla Riscrittura (un po’
di pratica non nuoce). Tra l’altro,
anche Leopardi scriveva frammenti apocrifi, e dunque…
Piero Craveri (Torino, 2 gennaio 1938) è uno storico e politico italiano. Figlio di Raimondo ed Elena Croce, e nipote quindi di Benedetto Croce, nel 1962 si è laureato in Giurisprudenza all’Università
di Roma La Sapienza.
Ha inizialmente rivolto le proprie attività di ricerca e di docenza al
diritto e alla storia dei partiti e delle istituzioni politiche, insegnando
negli atenei di Genova e di Messina e, a Napoli, sia all’Istituto Universitario Orientale che alla Federico II.
Dalla seconda metà degli anni Ottanta ha rivolto i propri interessi soprattutto alla storia contemporanea, in particolare sulla storia delle
istituzioni e dei sindacati.
Nel suo curriculum compaiono anche significative esperienze politiche: prima consigliere comunale a Napoli e poi consigliere regionale della Campania, nel 1987 è stato eletto senatore della Repubblica
Italiana, tra le file del Partito Radicale.
Questo volume raccoglie vari interventi in onore di Piero Craveri e
coprono un assai diversificato arco di temi e di approcci analitici.
Pur nella diversità degli argomenti, si disegna un percorso con una
identità assai percepibile.
Prima pagina
Eugenio Mazzarella
Vita politica valori
Collana Prima Pagina
Guida, pp. 112 euro 10,00
Politica, filosofia, valori, per un futuro
chiaro e leggibile. La politica oggi deve
cercare un diagramma di leggibilità del
futuro, dove la società del rischio non
venga vissuta, e gestita politicamente, come una società della paura.
Gestire una società della paura significa
la distruzione di una società aperta ed accogliente, solidale, e avvia a derive regressive del paesaggio civile “liberale” delle stesse democrazie occidentali, a cominciare dai temi dei “valori”. Una vera e propria sfida per la politica e di questa sfida, famiglia, religione, morale sono
temi ineludibili. Ad essi sono dedicati gli interventi qui raccolti sui
temi della fecondazione assistita, sul riconoscimento giuridico
delle convivenze omosessuali stabili, sull’etica di fine vita e sui
problemi e i limiti della sua recepibilità nella norma, sulle dinamiche, che virano in tensioni difficili a comporsi, tra identità ed integrazione nella società multiculturale e nei suoi vissuti religiosi.
Eugenio Mazzarella, filosofo, studioso tra i maggiori del pensiero
di Nietzsche e Heidegger, già Preside della Facoltà di Lettere dell’Università “Federico II”, attualmente è deputato del Partito democratico. Per la casa editrice Guida dirige le collane: Micromegas, Filosofia e sapere storico, Segnavia.
Emma Giammattei e Paola De Vivo
Federalismo e Mezzogiorno
Collana Prima Pagina
Guida, pp. 120 euro 10,00
23 gennaio 2009: con 156 voti favorevoli, 6 contrari e 108 astenuti, il Senato ha
approvato il disegno di legge in materia
di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione. Il disegno di legge è alla Camera dei Deputati.
Come può il Mezzogiorno affrontare oggi, con le sue difficoltà, il federalismo?
Emma Giammattei e Paola De Vivo, le
curatrici del volume, hanno posto questa
domanda a storici (Giuseppe Galasso), economisti (Adriano Giannola, Massimo Lo Cicero), politologi (Massimo Marrelli, Amedeo
Di Maio). Unanime la risposta. Nel dibattito politico italiano, il sud
continua ad avere una posizione delicata e il divario con il nord, sia
su un piano economico che sociale, diventa sempre più marcato.
Tuttavia questa può essere una nuova sfida per un Mezzogiorno che
vuole allontanarsi da quella collocazione marginale per riscoprire la
propria identità e avere la possibilità di non subire più la storia ma
di costruirla.
Emma Giammattei insegna presso la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”. Con la casa
editrice Guida ha pubblicato nel 2003 Il romanzo di Napoli. Geografia e storia letteraria nei secoli XIX e XX.
Paola De Vivo è professore associato di Sociologia Economica. Ha
approfondito la prospettiva del neo istituzionalismo emergente tanto nelle scienze economiche che in quelle sociali per applicarli allo
studio dello sviluppo locale nel Mezzogiorno.
Eugenio Capozzi e Maurizio Griffo
Cercare la democrazia
Collana Prima Pagina
Guida, pp. 128 euro 10,00
Quella di una indagine sul significato
della democrazia come forma di convivenza civile analizzata nei suoi vari
aspetti (la vita politica, i modelli costituzionali, le relazioni economiche).
La storiografia è un termometro sensibile degli umori culturali, delle speranze, delle aspirazioni di un’epoca.
Il percorso di ricerca e di vita che queste pagine documentano offre un esempio significativo del rapporto
che sempre lega la ricerca storica alla vita civile.
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GUIDA AI LIBRI
LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE Guida LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE
Ho iniziato la lettura di questo
libro con una certa preoccupazione. L’autore, Ciro Raia, è un
amico che stimo come uomo,
come professionista e come
scrittore di storia. Ho letto le sue
opere e mi è capitato di esprimere su di esse un giudizio molto lusinghiero. Allora, preoccupazione perché? Per due ragioni. La prima è legata alla natura
di questo nuovo libro. Si tratta di un romanzo, ossia di un’opera creativa, diversa da quelle precedenti, della cui validità non
potevo esser sicuro; ecco, provavo fastidio al solo pensiero di
dovere scoprire in quest’opera un valore inferiore rispetto alle
precedenti. La seconda ragione è strettamente personale, riferibile allo stato attuale della mia riflessione sulla narrativa contemporanea, che, per essere spesso triviallitteratur o persino letteratura spazzatura, mi trova spesso critico, dissenziente e alla
fine insoddisfatto. È sempre più raro che un romanzo mi coinvolga a tal punto da non provocarmi noia e un incontenibile desiderio di chiudere il libro definitivamente. D’altra parte, mi
confortava la convinzione che Ciro Raia, che io ho imparato a
stimare, non poteva deludermi. E non mi ha deluso.
Questa nuova opera suppongo sia stata composta in un periodo
molto lungo; la prima e la seconda parte, composte nel corso
degli anni, rispondono ad un progetto di scrittura più semplice,
più lineare che era quello di rievocare il paese dell’infanzia e
dell’adolescenza. In seguito il progetto cambiò e fu aggiunta la
terza parte che volutamente è più ragionata e, dal punto di vista narrativo, più opaca; in essa le motivazioni, che avevano
presieduto l’intento originario, finirono per incanalarsi in un alveo diversamente caratterizzato, meno autorefenziale e più pregnante: quello etico-politico. La mano, e prima ancora la mente, già allenate dello storico che con intelligenza ed acribia si
erano impegnate in lunghe e pazienti ricerche prima e nel lavoro di scrittura dopo, rivelano in questo libro tutta la competenza acquisita. La mente con la sua facoltà della memoria puntigliosamente rievoca, la mano scrupolosamente ma anche abilmente tratteggia, scorcia e icasticamente rappresenta.
Una miriade di personaggi balza come su un palcoscenico, che
riproduce le vie, le piazze del paese natio dello scrittore, gli interni delle abitazioni, le botteghe, i locali pubblici, le case di
campagna, emergendo al boccascena dal sottopalco inesauribile di un passato indimenticato e indimenticabile, recitano la loro parte e scompaiono. L’autore, regista sapiente e insieme buttafuori accorto, li coglie ognuno in un gesto, in una battuta, in
un momento particolare ed emblematico della loro esistenza e
li fissa per sempre in una fisionomia artistica di straordinaria
vitalità. Alcuni sono macchiette, altri figurine patetiche, altri
sono coprotagonisti di un vasta commedia con diversi risvolti
drammatici che interessa tutto il paese. Su tutti domina la figura del padre. Stilisticamente abbiamo un bell’esempio di climax: la rievocazione dei tratti caratteristici del personaggio comincia in tono dimesso, quindi procede e si sviluppa per accumulo di dati e informazioni, dosati sapientemente e distribuiti
ad intervalli più o meno lunghi in tutto il libro. All’inizio il padre è presentato come un operaio che pensa solo a lavorare,
parla poco, conta ancora meno nell’educazione del figlio, anzi
è utilizzato dalla madre come spauracchio per far rigar diritto
il ragazzino; quando si presenta con un pacco regalo nel quale
c’è una base missilistica di latta, come regalo di Natale per il
figlio, basta un intervento inopportuno della madre, che si premura di raccomandare al bambino di conservare e non sciupare quel regalo costato tanto lavoro al genitore, perché questi interrompa quello che poteva essere un ottimo momento di dialogo padre-figlio e si ritiri nel suo angolo solito con il suo mazzo di carte napoletane per dedicarsi ai “suoi interminabili solitari”. Lo chiamano, il figlio e gli amici, Asso di Bastone, per
aver egli pronunziato queste parole un giorno che si era sentito male nel Circolo dove giocava a tressette con gli amici e, caduto in un uno stato di leggera confusione, aveva cominciato a
biascicare parole sconnesse e senza senso. Sono le stesse parole che danno poi il titolo al libro.
Procedendo nella lettura, ci si accorge che lo scrittore torna
spesso nel corso della narrazione a parlare del padre e lo fa con
sempre maggiore tenerezza e potremmo dire, senza timore di
fare retorica, con una profonda pietas che infine include ammirazione. “Avevo un padre mostro. Avevo un padre assente
nelle mie giornate; un padre vendicatore delle mie malefatte.
Avevo, invece, un padre lavoratore. Instancabile. Umile. Sottomesso. Arrendevole. A modo suo aristocratico… Poi, fui contento – negli anni della gioventù, addirittura, sono stato orgoglioso – perché… avevo un padre iscritto al partito socialista…” (p. 11).
Il climax raggiunge il suo culmine quando l’autore riesce finalmente a liberare dentro di sé e illuminare nello specchio della coscienza il sentimento d’amore che nutriva per il genitore:
“Una sera, a una cena, con amici estranei alla mia infanzia, ho
cominciato a parlare di mio padre… Il pomeriggio seguente sono andato di corsa al cimitero, sulla sua tomba. Mi sono fermato a lungo a parlargli. Gli ho raccontato tante cose che lui
ignorava di me… Poi, salutandolo, ad alta voce, sono riuscito
finalmente a dirgli… che gli avevo voluto sempre un gran bene” (pp. 30-31). La figura della madre fa da pendant asimmetrico e disarmonico con quella del padre ed è uno dei ritratti più
riusciti. È tratteggiata in modo impressionistico e secondo uno
stile che caratterizza gran parte del libro, quello del gesto e della battuta significativa ed emblematica. (...)
Nella terza parte (...) non si trovano più personaggi ma persone-ombre, anonime, scarnificate e ridotte a puri comportamenti sociali, quasi sempre scorretti, pratiche professionali e pubbliche all’insegna dell’illecito e dell’illegale. C’è come una
omologazione dei cittadini del paese su una tipologia comportamentale negativa generalizzata: l’intrallazzatore, il politico
arrivista e opportunista, il politico ipocrita e mendace e simili.
In posizione antinomica alcune figure, non veri e propri personaggi, in quanto anch’esse poco definite, dalla identità sfilacciata, ridotte a funzioni emblematiche, che hanno nomi generici, forse fittizi, Michele, Armando, Pasquale, per lo più sognatori che, a differenza degli altri, non si sono voluti piegare,
adattare ai nuovi parametri dell’opportunismo e dell’arrivismo
Porte chiuse,
luci accese sulla cultura
GUIDA aderisce all’iniziativa
Il 12 novembre saremo aperti ma anche noi aderiremo alla mobilitazione nazionale a difesa della cultura insieme a molti musei e centri culturali che resteranno chiusi in segno di protesta contro la manovra
di stabilizzazione finanziaria prevista dal Governo e
i suoi effetti nefasti sulla cultura italiana.
Tutto ciò per SOSTENERE LA CULTURA
garantire l’ACCESSO ALLA CONOSCENZA
dare un nuovo IMPULSO
ALLO SVILUPPO DEL NOSTRO PAESE
A causa del decreto 78, divenuto a luglio legge 122/2010 (contenuta nella cosiddetta Manovra finanziaria) le istituzioni culturali, soprattutto
quelle facenti capo a Regioni o a enti locali, vedranno nel prossimo biennio molto indebolito il loro campo di azione e la possibilità di organizzare la propria attività con tagli che interessano l’80% del budget totale
destinato alle attività culturali.
Jean-Luc Nancy
e Jacques Derrida
a confronto
Come sottrarre la comunità ad ogni forma di comunione
ma anche ad ogni possibile variazione dell’indifferenza,
dell’indistinzione, della pura serie numerica? Si potrebbe dire che questa sia la sfida principale che, ormai da
qualche decennio, impegna la filosofia di Jean-Luc
Nancy. Dopo le lunghe diffidenze che hanno circondato
la nozione e il nome di comunità, compresa l’ultima,
sottile ed elaborata presentata da Jacques Derrida,
Nancy ritiene che il peso del passato, soprattutto del passato del Novecento, non
debba impedire un certo recupero e un radicale ripensamento. La comunità si
può e si deve dunque rinominare senza cadere fatalmente in una qualche forma
di comunitarismo. Il comune tra gli uomini si può e si
deve ripensare, persino riecheggiando una memoria
comunista, in qualche modo
sempre implicita nella vocazione democratica, senza
precipitare nell’ideologia
pratica di un totalitarismo.
Carmelo Meazza è professore associato per il raggruppamento di Filosofia morale presso l’università di Sassari. Tra i suoi studi si segnalano i volumi: L’occhio e il
testimone: dalla logica alla fenomenologia in Hegel
(ETS, Pisa), Il testimone del circolo. Note sulla filosofia
di Levinas (Angeli, Milano), Tra passi di Heidegger e gli
“antichi scolastici” (ETS, Pisa), Note, appunti e variazioni sull’attualismo (ETS, Pisa), Sulla soglia etica del
Pulchrum (Mimesis, Milano), Di traverso in Jacques
Derrida (Guida, Napoli).
Carmelo Meazza
La comunità s-velata
Questioni per Jean-Luc Nancy
Collana Strumenti e ricerche
Guida, pp. 198 euro 12,50
sociale, del camaleontismo politico, della corruttela elevata a
regola di vita. La crisi morale investe tutto il tessuto sociale e
paralizza le istituzioni. “Ora al Palazzo è difficile amministrare, perché c’è stato un grande arrembaggio, nel corso del quale si sono persi valori, ideologie, idealità…” (p. 137).
L’autore che ci ha regalato libri dedicati a uomini illustri, come
Francesco De Martino e Gaetano Arfè, dotati di uno spessore
culturale ed etico-politico eccezionale, sembra volere implicitamente istituire un confronto tra questi giganti e i politici nanerottoli di oggi, uomini di mezza tacca, meschini, opportunisti, miserabili. (...) Ma l’autore non si sente di accettare questo
sfacelo materiale e morale, non si rassegna e non riesce a smettere di sperare che questa realtà possa essere cambiata. Segnali positivi non mancano. Resta la fede religiosa, particolarmente ardente, che alimenta un culto profondo per la Madonna del
Castello e che anima una tradizione folclorica molto viva di feste paesane come quella delle “Lucerne”. E restano persone
semplici e oneste come Giovanni ‘o pignolo (il meticoloso) “a
perpetrare la continuità della tradizione… Giovanni si danna e
si avvelena, nell’intento di preservare la sua comunità dall’ignominia del tempo e dall’irriverenza della modernità. È convinto che le radici siano calore, sentimento e, soprattutto, valori. I valori che mancano; i valori che cambiano; i valori che
mal si capiscono” (p. 157). Non un ritorno all’antico ma una
continuità/discontinuità con il passato. Riscoprire e ripristinare
un quadro valoriale deturpato, tradito, calpestato, non per ripristinarlo sic et simpliciter ma per rinnovarlo e adeguarlo alle
mutate vicende storiche. Questo il messaggio che Ciro Raia affida al suo libro. Con una certezza: che, volendo, ossia dando
fondo alla tenacia e alla forza d’animo proprie della nostra gente contadina e non del tutto scomparse, si può riuscire nell’impresa ardua di risalire la china e di andare avanti.
Giovanni Ariola
“
“
Ciro Raia
Il paese di Asso di Bastone
Collana Orizzonti
Guida, euro 12,00
I libri sono come fari
E. P. Whipple
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GUIDA AI LIBRI
luglio-dicembre 2010
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LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE Guida LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE
Focus, le proposte
Luca Meldolesi
Milano-Napoli
prove di dialogo federalista
Collana Focus
Guida, pp. 260 euro 14,00
“Il federalismo fiscale decolla a
giugno. Ecco il patto segreto Berlusconi-Bossi”. “La Cei boccia il
federalismo fiscale”. “Tremonti
spiega a Santoro il federalismo fiscale”. Questi i titoli di apertura
dei quotidiani italiani. Questo
saggio vuole essere un contributo
sul federalismo fiscale scaturito
dal lavoro sul campo e dalla ricerca diretta. L’Autore delinea
l’attuale situazione italiana: L’esigenza di rilancio produttivo e
civile è sempre più sentita in Italia, in una situazione attuale poco
incoraggiante, di cui non si intravede la fine; il centro-destra domina, da qualche tempo, la vita
italiana; esiste una vera (e in parte giustificata) ossessione dei
conti pubblici; il divario e il contrasto nord-sud aumenta; il federalismo fiscale mette in moto reazioni meridionali, di cui è ancora
difficile prevedere la portata. Tutto ciò (per assonanza, ignoranza e
provincialismo) conduce (sia pur
temporaneamente) a oscurare le
stessa prospettiva in cui potremmo muoverci insomma, che la
babele delle incertezze (e delle
lingue) prevalga, allo stato attuale.
Luca Meldolesi si è laureato in
giurisprudenza all'Università di
Bologna (1963) e in economia
politica all'Università di Cambridge UK (1966). Meldolesi ha
pubblicato un ampio numero di
volumi e di saggi che dall'economia, l'economia applicata, la politica economica e la storia del
pensiero economico sconfinano
nell'economia aziendale, la scienza politica, la sociologia, la psicologia. Parte del suo lavoro è
stato tradotto in inglese, francese,
spagnolo, portoghese e bengalese. Negli ultimi anni, Meldolesi
ha concentrato il suo lavoro sulla
riforma dello Stato, sul Mezzogiorno e sull'emersione e la sicurezza del lavoro, con particolare
riguardo ai sistemi di piccola impresa e all'occupazione. È ordinario di politica economica dell’Università Federico II di Napoli, è
Presidente del Comitato per l’emersione, è esperto di sviluppo
territoriale e di metamorfosi federaliste.
Il libro divertente che insegna l’italiano
Carmelo Conte
Dialoghi nel Tempo,
le verità di un protagonista
Collana Focus
Guida, pp. 120 euro 10,00
Renato de Falco
Per moda di dire
Collana Zibaldone
Guida, pp. 180 euro 12,00
Bettino Craxi: delinquente o
grande statista? Craxi aveva capito che già negli anni settanta e
ottanta era in atto il movimento
epocale, che si fa coincidere
simbolicamente con la caduta
del muro di Berlino (1989). A
questo fine, tentò di promuovere
un grande processo riformatore,
nel segno del socialismo democratico e della partitocrazia; ma
nel delicato passaggio dall’età
della legge all’età dell’interpretazione della legge, prevalse la
politicizzazione repressiva delle
indagini giudiziarie. Gli equilibri
di oggi si fondano sulle dinamiche di potere dell’era Craxiana,
che gettò le basi economiche e
politiche dell’era mediatica Berlusconiana. Il punto di vista privilegiato di chi, da protagonista,
è entrato nella stanza dei bottoni.
E sono ancora da chiarire le verità inquietanti che Craxi racconta in questo libro.
Una mini-rassegna, scevra da
ogni pretesa didascalica o filologica, di vocaboli emergenti, di
neo-espressioni, di mutazioni di
appellativi e qualifiche tradizionali, tutti accomunati dallo scarso rispetto o dalla mancata attinenza a l’italiano.
Si tratta di terminologie derivanti dal politichese al burocratico,
dal tecnologico al televisivo, dal
conformismo al neo-fraseologico, che gratuitamente e prepotentemente si diffondono giorno dopo giorno, stravolgendo gli appropriati significati con irrazionali estensioni e palesi improprietà di linguaggio, dando luogo
ad un autentico oltraggio alla
Madrelingua.
Carmelo Conte vive a Eboli
(Salerno). Avvocato, socialista,
Deputato al Parlamento nazionale per quattro legislature, Sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri (1979-80)
e Ministro delle aree urbane
(1989-93). Presentatore e relatore di importanti leggi: Legge
219/1983 (interventi per le zone
colpite dal terremoto del 1980);
Legge 64/1986 (sviluppo del
Mezzogiorno); Legge 465/1990
(Mondiali di Calcio 1990); Legge 211/1992 (interventi nel settore dei sistemi di trasporto rapidi
di massa). Opinionista de Il Mattino, ha pubblicato L’avventura e
il Seme, 1993; Sasso o coltello,
1994; Dal Quarto Stato al Quarto Partito, 2009.
Francesco Muzzioli
Letteratura come produzione
Collana Idetica
Guida, pp. 184 euro 13,00
Ormai da un certo tempo, dopo
l’ubriacatura degli anni Sessanta, il metodo non ha più buona
fama ed anzi viene visto con una
certa dose di sospetto, come un
cattivo consigliere o uno stru-
BRETELLA
Desueto nastro elastico assicurante il buon sostegno dei pantaloni, che ad essa si abbottonano
anteriormente e posteriormente.
Oggi, invece, con tale appellativo si indica il raccordo o il collegamento fra due autostrade o
grandi vie di comunicazione. E
tanto – forse – perché dette bre-
telle allacciano le medesime…
Ma si tratta di una autentica improprietà di linguaggio, con buona pace delle obsolete, ma autentiche bretelle, che non allacciavano, ma sostenevano cascanti o
troppo larghi calzoni.
CUBISTA
Qualifica un tempo riservata all’artista che si ispirava alla corrente figurativa pittorica molto in
auge nel primo Novecento, ma
che oggi – di rigoroso genere
femminile – designa la ragazza
da discoteca che per guidare ed
incoraggiare i frequentatori,
piazzata su un cubo si esibisce in
ritmiche e sinuose movenze da
sballo.
Quanta la differenza con gli
ascetici anacoreti, denominati
stiliti, che sceglievano di passare
la loro vita sulla cima di una colonna, fattasi per essi tempio e
dimora ...
Un romanzo sull’India e sulla sua seduzione,
sullo scontro e l’incontro tra due civiltà
Gino Battaglia
Malabar
Collana Orizzonti
Guida, pp. 250 euro 14,00
È il 1578. Il giovane Matteo Ricci trascorre alcuni anni in India
per prepararsi all’ordinazione e al
suo ministero di missionario nell’Oriente portoghese. Si trova così per un breve periodo a Cochin,
grande porto del Malabar (la costa sud-occidentale dell’India,
l’odierno Kerala) da cui partono
le vie commerciali che attraversano l’Oceano Indiano, emporio
delle spezie, città di coabitazione
tra comunità religiose ed etniche
diverse. Tra queste vi sono anche
i Cristiani di San Tommaso, antica cristianità dalle origini remote
e misteriose, fondata forse dallo
stesso apostolo. I missionari occidentali li guardano come eretici e
controllano - discretamente, ma
costantemente - i loro vescovi.
Intanto i portoghesi combattono
una guerra continua contro i
“mori” per strappare loro il controllo del commercio delle spezie. Su questo sfondo storico si
svolge la vicenda del romanzo.
Matteo Ricci, di cui ricorre quest’anno il quattrocentesimo della
morte, avvenuta a Pechino appunto nel 1610, sarà il grande
missionario gesuita in Cina, costruttore di dialoghi tra culture allora immensamente lontane. La
ricorrenza è stata solennizzata
con innumerevoli iniziative culturali tra Italia e Cina. Durante gli
anni della sua formazione in India Ricci è inviato dai superiori
del collegio in cui risiede a rintracciare un vecchio missionario,
Padre Álvaro Penteado, che vive
in un antro in fondo al mercato di
Cochin, considerato però da tutti
un uomo santo. Il vecchio, che
sembra confuso e schiacciato dai
suoi fallimenti, con il suo racconto guida il giovane alla scoperta
di un mondo smisurato e conturbante. Prima degli ultimi oscuri
anni di solitudine e di oblio, il
vecchio si era spinto verso nord,
in un viaggio attraverso l’India
fino a raggiungere il Kashmir e il
Tibet, finendo per fare una scoperta sconvolgente. Padre Penteado è stato completamente avvinto e sconfitto da questa terra,
che sembra offrirsi per poi negarsi ai primi europei che la attraversano.
Malabar è un romanzo sull’India,
sulla sua seduzione e sull’inganno del vigore della giovinezza,
sullo scontro e l’incontro tra due
civiltà. L’io narrante del vecchio
Penteado, che si interroga sul suo
fallimento, trascina e sommerge
il giovane gesuita come le acque
torbide della laguna di Cochin: la
corrente lo porta dove egli stesso,
con tutta la sua scienza e la sua
razionalità, non avrebbe mai vo-
m e n t o
spuntato,
per giunta
fuori moda.
Lo si avverte da più
parti come
un condizionamento
invadente,
una griglia
precostituita e rigida, un partito
preso che fa vedere solo quello
che vuol vedere. L’Autore partendo da questo concetto cerca di rispondere a una serie di domande
che oggi giungono da più parti:
Conviene averne uno? Non si
commette delitto di apriorismo
cognitivo? È un’arma spuntata
per la quale non vale la pena di
spezzare una lancia?
luto o pensato. Tra i due si stabilisce un legame tortuoso e tormentato, in cui però, mentre per
il giovane scaturiscono le prime
intuizioni per la sua opera missionaria in Cina, il vecchio ritrova la forza di riprendere il viaggio. Questo rapporto e questi paesaggi (naturali e umani) del Malabar, sospesi tra incanto e inquietudine, diventano lo scenario
in cui viene concepito un grande
disegno per l’incontro tra Europa
e Asia.
Gino Battaglia, lavora con la
Comunità di Sant’Egidio da trent’anni e insegna storia dell’Asia e
si occupa di dialogo ecumenico e
interreligioso. Ha già pubblicato
per la casa editrice Guida Mille
Napoli. La comunità di Sant’Egidio e la città e Europei senza
Patria, che hanno riscosso un
grande successo di vendite.
Francesco Muzzioli è nato a Roma nel 1949. Laureato in Lettere
al’Università di Roma La Sapienza, dove lavora presso il Dipartimento di Italianistica: per un lungo periodo ha svolto attività didattica nell’ambito della Letteratura italiana moderna e contemporanea, più di recente nell’insegnamento della Teoria della letteratura.
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GUIDA AI LIBRI
luglio-dicembre 2010
LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE Lettere Italiane Guida LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE
ragazzi
Erika Stubel Rigo
La Tavola Periodica
degli elementi parlante
Guida, pp. 54 euro 6,00
Erika Stubel Rigo
Le avventure di ammoniaca e
acido solforico
Guida, pp. 48 euro 8,00
Alessandro Senatore
L’anarchico elegante
Lettere Italiane - Narrativa
Guida, pp. 200 euro 15,00 euro
L’affascinante storia di un uomo, Oreste Ferrara, che ha vissuto intensamente e ha amato la
vita a tal punto da sfidare più
volte la morte.
Seppur sconosciuto nella sua
città, Napoli, Oreste Ferrara è
senza dubbio l’italiano che
maggiormente ha inciso sulla
vita pubblica cubana nel primo
sessantennio del secolo XX.
Partito alla volta di Cuba nel
1896 e animato da un forte spirito garibaldino, fu uno dei protagonisti della guerra di liberazione cubana dal dominio spagnolo. Ha attraversato da protagonista le vicende politiche della giovane Repubblica cubana e
la sua lunga permanenza in questa terra affascinante, seppur
complessa e intensa, è costellata di avvenimenti, ricca di successi ma anche di momenti difficili che aprono uno squarcio
sulla realtà storica e politica latinoamericana di quegli anni e
sulla crisi di quella classe dirigente di stampo liberale che, al
pari di quella europea, depositaria di ideali di libertà e progresso, nei primi decenni del Novecento verrà irrimediabilmente
sopraffatta da governi dittatoriali.
Il libro è stato presentato a Napoli, a Roma, all’Avana (per
l’occasione si è ufficializzato il
gemellaggio fra il Consiglio
dell’Ordine degli avvocati di
Napoli e l’Unione dei giuristi
cubani), al Salone del Libro di
Torino.
Alessandro Senatore è avvocato patrocinante in Cassazione,
componente della Commissione
di diritto internazionale del
Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.
Appassionato di storia e di politica, da anni si dedica alla promozione delle relazioni culturali tra Napoli e i Paesi latini e
mediterranei.
Attualmente è Presidente dell’Istituto di Cooperazione e Sviluppo Italia Cuba – Regione
Campania fondato nel 1999.
Collabora come opinionista per
il Corriere del Mezzogiorno Economia ed è componente della commissione costitutiva
dell’“Unione degli Ordini forensi del Mediterraneo”.
Un metodo per avvicinare gli
alunni alla chimica: una materia
non semplice da affrontare e
comprendere.
Erika Stubel Rigo lo fa mediante
“scene teatrali” dove i protagonisti sono gli elementi della tavola
periodica che si esprimono in pri-
ma persona tramite dialoghi e vignette, in cui si intravedono semplici descrizioni della vera natura
di questi elementi. Calcio è fiero
della sua importanza nella crosta
terrestre, Bario lamenta di sentirsi emarginato a causa del suo essere radioattivo, i Gas Nobili
snobbano gli altri con aria di superiorità. Questo vivace studio
rende i due volumetti un chiaro e
semplice strumento educativo.
Erika Stubel Rego, nata a Genova è laureata in Chimica e in Lingue e letterature straniere moderne. È docente di Chimica presso
l’Istituto Tecnico Superiore di
Trieste. Appassionata di musica e
teatro, tramanda questi interessi
alle sue pubblicazioni.
Franco Veltro
Il totem
dei sentimenti piacevoli
Guida, pp. 48 euro 8,00
È la descrizione di una storia vera. Una favola moderna, ma incredibilmente vera, vissuta da ragazzi che credono che tutta la vita sia un’opera d’arte.
Il virus dell’indifferenza colpisce
la città e colora di grigio le case,
le piante, la pelle e perfino l’anima delle persone. L’incontro tra
un bambino e una statua stranamente ancora colorata porterà a
scoprire il mistero di quella terribile epidemia.
L'Indifferenza è come il letto di
un fiume dove prende anima la
vita dei protagonisti, di quelli che
faticosamente costruiscono e di
quelli che consapevolmente o in
modo strumentale, o a volte inconsapevolmente, cercano di
bloccare l'evoluzione dei percorsi
e della storia. Come sempre succede coloro che sentono dentro di
avere una missione da compiere,
coloro che hanno dentro qualcosa
da comunicare agli altri, coloro
che nutrono la speranza, la volontà di cambiare, coloro che cre-
dono che solo innovando, gli uomini possano avere vantaggi e
una vita migliore, riusciranno a
far vivere la scultura e il messaggio che essa porta "Guarda negli
occhi la persona che ha fatto
qualcosa di piacevole per te e dille cosa hai provato". Il testo affida alle parole altri messaggi che
il lettore potrà scoprire leggendo
il testo.
Franco Veltro vive e lavora a
Campobasso. È responsabile dell’Unità Operativa Complessa di
Psichiatria presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso.
Se preferisci ricevere una copia cartacea
del Catalogo delle edizioni Guida,
contatta i recapiti sottostanti e provvederemo
a spedirti al più presto, gratuitamente,
il nostro nuovo catalogo.
GUIDA, Napoli, via Portalba 19-23, tel. 081.446377
[email protected] - [email protected]
Salvatore Cicenia
Lettera a mio figlio sulla scuola
Guida, pp. 118 euro 9,00
Un preside-papà racconta la scuola a suo figlio.
La scuola come famiglia di un
preside, il voler parlare a un mare
di anime, di persone e di maschere che formano questa comunità.
Salvatore Cicenia tenta questa
forma di comunicazione attraverso un dialogo alla pari con suo figlio Elio.
Elio è uno degli studenti dell’universo scolastico: è lontano e vicino all’autore, padre e preside allo
stesso tempo. Gli argomenti trattati sono attuali: gli esami, il collegio dei docenti, la crisi di identità degli insegnanti, la difficile
distanza tra le generazioni. Gli interventi del figlio fungono da interpunzione, intermezzi teatrali
nella visione che da il padre/preside.
Salvatore Cicenia, preside nei licei da molti anni, è autore di vari
saggi pubblicati sulle riviste
scientifiche come Physis, Nucius,
Epistemologia, L’educazione matematica, e ha fatto parte del
gruppo di Storia della Fisica del
CNR presso l’Università Federico
II di Napoli. Giornalista pubblicista, ha allargato il campo dei suoi
interessi al rapporto tra scienza,
letteratura e politica.
Davide Battipaglia
Una leggenda chiamata
Sole e Aratro
Lettere Italiane - Narrativa
Guida, pp. 326 euro 15
È un romanzo tratto da una storia
vera: la vita di Filippo Masi, che
è stato sindaco di un comune del
Sud Italia, San Vitaliano, per oltre
cinquant'anni, dall’immediato dopoguerra fino ai giorni nostri.
L’autore approfondisce con numerosi episodi, aneddoti e riflessioni, la lunga vicenda amministrativa e politica, ma anche umana e sociale, del Primo Cittadino
di San Vitaliano, che ha sempre
operato nell’interesse della cittadinanza, divenendo punto di riferimento per tutto e per tutti. Masi
era infatti il sindaco, il parroco, il
medico, il farmacista, l’avvocato
messi insieme non con le loro
professionalità, naturalmente, ma
per la capacità di ascoltare e risolvere i mille affanni delle tante
persone che a lui si rivolgevano.
Con la prefazione di «Geronimo», pseudonimo letterario di
Paolo Cirino Pomicino.
Michele De Ruggieri
Al di qua del faro
Lettere Italiane - Narrativa
Guida, pp. 280 euro 15,00
Diviso in due parti, il racconto
scorre tra le montagne lucane e il
golfo di Napoli divenendo pagina dopo pagina una appassionata
testimonianza della società provinciale e metropolitana agli albori dell'Unità d'Italia quando
dal nord soffiava sempre più forte il vento di libertà.
La storia inizia il 15 ottobre 1858
quando il protagonista parte in
tutta fretta per Napoli. Nella capitale scopre subito quanto lontana sia la sua terra lucana dai fermenti rivoluzionari e, muovendosi fra caffé e salotti, si ritrova
immediatamente coinvolto e affascinato da chi difende il giglio
borbonico e chi sogna il tricolore sabaudo, chi non vuole rinunziare ad antichi privilegi padronali e chi aspetta il declinare dell'arroganza della piccola nobiltà
terriera, la fine della nobiltà parruccona e corrotta, l'avvento di
nuove classi sociali e di più giustizia sociale.
In questa atmosfera crescono le
speranze e i sogni rivoluzionari
del ventenne protagonista. La vita napoletana però non è fatta solo di appassionate discussioni nel
caffè De Angelis, ritrovo di studenti repubblicani pennaruli o di
vita universitaria, c'è anche la
magica via Toledo, i salotti e i
caffè frequentati dalla nobiltà napoletana, il Teatro San Carlo, i
bordelli di lusso, gli omnibus, lo
storico teatro San Carlino, la vita dei quartieri popolari.
Michele De Ruggeri, di famiglia
lucana, è nato nel 1938 a Palagiano (TA), paese materno. Laureato in farmacia, vive e lavora a
Bari.
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GUIDA AI LIBRI
LETTI D’UN FIATO
di Raffaele Messina
Uno psicanalista che chiede al
proprio paziente di scrivere ricordi e riflessioni è lo spunto da cui
prende l’avvio La coscienza di
Zeno, uno dei romanzi più rappresentativi del Novecento. Ma
cosa succede se proviamo ad attualizzare quell’originaria intuizione sveviana, riportandola ai
giorni nostri?
Dopo circa un secolo, nello studio medico non si ritrovano due
attempati signori, bensì un professionista ancora giovanile e una
piacente signora; alla base della
“malattia” non c’è più il disagio
per non sapersi prontamente adattare ai nuovi valori dominanti
della società capitalistica, ma più
intricate e soggettive dinamiche
psicologiche; a chiedere di comunicare in forma scritta non è il
medico, ma la paziente un po’ intimidita e, tuttavia, per niente rassegnata a restare schiacciata da
quei tabù, quelle convenzioni e
quei ruoli imposti che l’hanno
oppressa per tanti anni, fino a
condurla alla depressione.
Il lettore, però, non tragga da
queste nostre poche righe introduttive la conclusione di trovarsi
di fronte ad un romanzetto sentimentale, leggero e un po’ scontato. In realtà, Cynthia Russo, nonostante sia al suo esordio narrativo (La casa del vento, Marsilio,
2010), si rivela narratrice profonda in grado di dare spessore psicologico al proprio personaggio
e, attraverso questo, di scandagliare l’animo femminile nel momento in cui è posto di fronte a
significativi eventi traumatici, dal
divorzio alla morte del padre.
L’intreccio è costruito con circo-
lare eleganza: il romanzo si apre
e si chiude con due pagine che
portano la stessa data (Roma, 1
ottobre 2006). La data che segna
il momento in cui la protagonista
si libera, nove anni dopo, del
doppio dolore per la morte del
padre e per il distacco dal proprio
compagno. Si libera e ritrova la
voglia di vivere, la voglia di ricominciare: <<L’amore, se dovrà
tornare a bussare alla mia porta,
voglio che mi trovi risanata e libera da frammenti di dolore solo
miei>>.
All’interno di questo ciclo, pagine dedicate alla malattia incurabile del padre (Malta, luglio 1997)
e pagine centrate sulle proprie vi-
rancesco Paolo Bozzelli
La strega di Manfredonia
Collana Orizzonti
Guida, pp. 280 euro 12,50
racconto di sorprendente versatilità per il noto giurista e filosofo,
conosciuto soprattutto per il suo
Un racconto inedito del filosofo
e giurista risorgimentale, tra
folklore e storia.
La stesura del manoscritto originale del Bozzelli risale al XIX
secolo, qui pubblicato per la prima volta ad opera della casa editrice Guida. Un testo custodito e
poi ritrovato dagli eredi dell’autore, inedito rispetto alla produzione scientifica nota. La narrazione è condotta in uno stile accurato, sviluppata con straordinaria fantasia ed una non comune
conoscenza del folclore e delle
vicende storiche della Puglia del
XVII secolo, assillata dai pirati e
dominata dagli spagnoli. Il racconto si apre poi, drammaticamente, sull’invasione della città
di Manfredonia ad opera dei Turchi (1620), che fu occasione di
saccheggi, distruzione, morte. Un
cissitudini coniugali e sentimentali (Todi, dicembre 1998). Un
iniziale alternarsi che, procedendo nella lettura, si trasforma in un
più fitto e intricato dipanarsi e sovrapporsi dei due filoni.
Tuttavia, noi non abbiamo letto le
vicende delle varie crisi coniugali e affettive di Lula (il divorzio
coinvolgimento nei moti d’indipendenza del 1820-21 e delle vicende del Regno di Napoli.
Il romanzo si avvale di una introduzione di Franco Alberti, il patron del Premio Strega.
dal primo marito, Pietro; l’avventura con lo psichiatra Pierluigi; la
separazione dal successivo compagno, Brando) e la malattia e
morte di suo padre come due filoni paralleli, ma come due aspetti diversi del venire meno della
stessa funzione tutoriale della figura maschile. In altre parole,
aspetti e tappe differenti di un
unico processo psicologico di
maturazione, di emancipazione
della propria personalità dai guasti di un’educazione patriarcale
eccessivamente rigida e maschilista, che aveva reso la protagonista tanto dipendente dalla figura
paterna quanto subordinata nelle
relazioni coniugali.
Ecco come, in una delle pagine
centrali del romanzo, la protagonista, scrivendo allo psichiatra,
prima rivela il proprio trauma infantile e poi, alla luce di esso, lucidamente analizza la propria
condizione presente: <<una bambina con i capelli corti e i bluejeans a immagine e somiglianza
di quel figlio maschio, tanto desiderato dai miei genitori, e nato
solo sei anni dopo di me. […]
Quando mi sono data a mio marito, dietro l’apparenza di donna
forte celavo il bisogno di essere
compresa, tollerata, amata. In
lui, senza averne precisa coscienza, ho cercato un protettore. Come una bambina. O una puttana.
[…] Costringendo il mio uomo in
un ruolo prestabilito, l’ho eletto
così, inconsapevolmente, a dittatore della mia vita; per poi rifiutarlo.>> (pp.76-77).
Francesco Paolo Bozzelli
(1786-1864) fu ministro, filosofo
e avvocato. Per motivi politici legati ai moti di indipendenza fu
imprigionato, poi mandato in esilio per 17 anni; arrestato di nuovo nel marzo del 1844 a Napoli
con Mariano D’Ayala e Carlo
Poerio, fu rinchiuso nelle carceri
di Castel S. Elmo. Venne liberato
nel settembre dello stesso anno.
Scrisse poesie e una sessantina di
saggi, contribuì alla testo Costituzionale del Regno di Napoli del
1848. Morì povero e dimenticato
da tutti in una villa di suo fratello a Posillipo. Per onorare la memoria una scuola di Manfredonia
porta il suo nome.
luglio-dicembre 2010
Ritratti di città:
escono due volumi
della collana Guida
Vincenzo Guarracino
Lario d’arte e di poesia
Collana Ritratti di città
Guida, pp. 126 euro 12,00
È un periplo di Como e del suo lago, un campionario di bellezze, paesaggistiche e monumentali, attraverso lo sguardo di artisti e poeti,
“grandi” e meno grandi, tutti comunque legati al Lario, autentico
“paese dell’anima”, un territorio da
cui emergono accanto a luoghi di
universale rinomanza anche altri
mai prima celebrati o assurti agli
onori dell’araldica poetica, a dispetto dei loro sconosciuti ma non meno fascinosi incanti. A testimonianza di un amore e di un’attenzione riservata ad un’area geografica per
bellezza di cielo, di terra e di acque privilegiata dagli dèi e dagli uomini, che dall’antichità fino ai nostri giorni non ha mai cessato di sollecitare stupori e fantasie di quanti l’hanno visitata o abitata.
Vincenzo Guarracino poeta, saggista e traduttore, è nato a Ceraso
(Sa) nel 1948 e risiede a Como. Ha pubblicato tre raccolte di versi:
Gli gnomi del verso, 1979, Paradiso delle api, 1984, Dieci inverni,
1990. Ha curato numerose traduzioni di autori greci e latini, tra cui I
versi aurei di Pitagora, i Carmi di Catullo, I canti spirituali di Ildegarda di Bingen, 1997 e inoltre le antologie dei Lirici greci, 1991, e
dei Poeti latini, 1993. Come critico ha dedicato le sue attenzioni soprattutto a Verga e Leopardi.
Raffaele Matarazzo
Benevento - nobili sibariti e popolo pezzente
Collana Ritratti di città
Guida, pp. 182 euro 11,00
Questo volume vuole offrire una
succinta documentazione delle singolari vicende storiche e della vita
quotidiana di una città come Benevento, che, enclave pontificia per
sette secoli al centro del Regno di
Napoli, fu oggetto nel 1700 di insistenti rivendicazioni da parte dei
più noti giusnaturalisti. Questi, a
partire dal Giannone, vittima poi
delle sue generose battaglie, contestavano alla Diocesi di Benevento e
alla sua vastissima Metropolia, la
sottrazione allo Stato di ingenti risorse economiche e spirituali. La
Città, scossa da terremoti, carestie, pesti e moti popolari, viveva parassitariamente di intermediazione commerciale e di privilegi connessi
alla sua extraterritorialità, tra il lusso dei ceti nobili ed ecclesiastici e
la miseria della plebe, con statuti ambigui di autonomia comunale e
dipendenza romana. Verso la fine del secolo, essa fu occupata prima
dai Borbone, poi dai francesi, che addirittura l'annessero alla loro Repubblica, mentre Napoleone ne fece un Principato per Talleyrand.
Raffaele Matarazzo è nato a Cautano (Benevento) nel 1929. Dopo
giovanili esperienze politico- amministrative, associazionistiche e sindacali, ha concentrato ogni suo impegno sulla scuola, sulla critica letteraria e sulla ricerca storica, collaborando a numerosi giornali e riviste. Già preside nei Licei, è stato insignito della medaglia d’oro dei
Benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte. Ha diretto la Lectura Dantis beneventana per il Centro di cultura dell’Università Cattolica; ha fondato il centro studi del Sannio e dirige col P.L. Rovito la
collana Thesaurus Rerum Beneventanarum per la quale ha curato una
riedizione di cronisti medievali. Attualmente lavora a una Storia della cultura Sannita.
GUIDA
al 1° Salone
Mediterraneo del Libro
Vulcano Buono
(Nola, NA)
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dal 5 al 13 febbraio 2011
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GUIDA AI LIBRI
luglio-dicembre 2010
Francesco Gaeta tra horror vacui ed esprit de finesse
Francesco Gaeta (18791927), uno degli intellettuali
più significativi e inquieti
della cultura postsimbolista e
liberty a Napoli, ha avuto una
curiosa fortuna nella sua città
e in Italia. Apprezzato nel suo
tempo come poeta e letterato
di grande spessore e inventività, godette della stima di
prestigiosi scrittori, come
Roberto Bracco, Salvatore Di Giacomo, Luigi Pirandello,
F.T. Marinetti, Luigi Capuana, Gabriele d’Annunzio, G.A.
Borgese, e grandissimi critici e studiosi, come Benedetto
Croce, Giovanni Gentile, Alfredo Gargiulo, Giuseppe Citanna, Pietro Pancrazi, Emilio Cecchi. Accolto fin da giovanissimo in gruppi selezionati e da parte di autori affermati, fu al centro di dibattiti e attenzioni critiche favorevoli anche dopo la sua morte per suicidio fino alla seconda guerra mondiale. Ma, dal secondo dopoguerra in poi,
la sua figura e la sua opera entrarono in un cono d’ombra
di dimenticanza e di rimozione, per un concorso di fattori, primo dei quali era l’esigenza di dialogare da parte della cultura italiana del tempo con situazioni in movimento
sul piano internazionale, e non ultimo dei quali è stato
l’atteggiamento oggettivamente censorio dei nuovi critici
ufficiali e degli studiosi napoletani organici epigonicamente alla tendenza egemone del lukacsismo e del realismo socialista, disponibili a tenere in conto testi magari
banali e mediocri costituiti sul cronachismo e sull’aneddotismo. Ovviamente, i difensori d’ufficio dell’aneddoto
non potevano non soffrire di allergia per un autore che assumeva verso il medesimo un atteggiamento sofistico alla Wilde e che scriveva che l’aneddoto è sintomo di sterilità e di vecchiaia, che la democrazia può essere una parrucca su una testa calva, che il moralismo in politica è un
baloccarsi da parte di inetti in attesa che la scena venga
occupata da politici di razza, che la patria bisogna amarla, ma mai troppo. Così, Gaeta è stato scaricato e oggi, per
i più, è una specie di ufo per la cultura napoletana e per
la letteratura nazionale.
A riproporcene tutta la ricchezza e complessità intellettuale e umana è oggi una monografia, Francesco Gaeta.
La morte, la voluttà e “i beffardi spiriti” (Napoli, Guida,
2010, pp. 339), curata da Carlo Di Lieto, fine lettore di
poeti e studioso psicoanaliticamente attrezzato, che finora ha proficuamente lavorato su Pirandello, Pascoli, Papini. Questo nuovo lavoro è pregevole, oltre che per la novità della specola critica, anche per l’esaustività e la sistematicità della lettura e per l’utilizzo di carte finora inedite, mai precedentemente da altri consultate. Sono i fa-
scicoli epistolografici e di appunti dello scrittore, conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, che attendono che altri ancora le visitino, perché sono una miniera preziosa di notizie sulla Napoli e sulla cultura italiana
dei primi tre decenni del Novecento. Peccato che una parte dell’epistolario debba restare secretato, per volontà di
una interlocutrice, Maria Algranati, che ebbe con Gaeta
una corrispondenza, non solo letteraria, ma anche di affetti, su cui la stessa ha voluto lei stessa mantenere e che
anche altri mantenessero il silenzio.
Nel libro, con prudenza e abilità, si riallacciano i fili che
legano il poeta al suo tempo e ai suoi ambienti fisiologici, mentre si indaga contemporaneamente sul dramma che
Gaeta vive in riservatezza e in latenza nella relazionalità
col mondo, o meglio con quell’intreccio di fenomenologie, che sono certamente altre rispetto alla letteratura, ma
che sono il terreno di coltura di quei germi che poi giungono e crescono nella letteratura. Che fioriscono in intrecci di parole alla luce del sole, che intanto hanno radici affondate profondamente nell’ombra.
Il libro ha una griglia critica coerente, se non compatta,
sul terreno della metodologia (psicoanalitica), ma presenta molti altri motivi d’interesse e di gradevolezza di lettura, innanzitutto grazie all’apporto degli appunti inediti in
prosa e della ricca produzione epistolografica, che è prevalentemente di vagheggiamento dell’eterno femminino e
dettato da quello che felicemente Benedetto Croce chiama “amore dell’amore”, ma è anche impregnata di umori
variabili e mobili sotto effetto di una reattività immediata
e vibratile alla paticità dell’esserci e all’esposizione ai casi della vita. Attraverso i documenti epistolografici, Carlo
Di Lieto ha modo di ricostruire un reticolo complesso di
psicopatologia dilacerata del poeta in varie direzioni, ma
fondamentalmente tra una vocazione a un misticismo assunto a esperienza rivelatrice dell’ineffabile del divino e
una inesorabile regressione verso gli stadi dell’infanzia
sotto la dominante “imago” materna, che da una parte
svolge una funzione protettiva e rassicurante, dall’altra gli
inibisce ogni relazione col mondo secondo la pulsione del
principio del piacere, anzi lo induce a considerarsi nella
sua povertà e nella sua imperfezione in una mortificante
frequentazione dell’idea di autopunizione.
Così, quanto finora la critica, da Croce a Gargiulo, da Citanna a Pancrazi, alla Giammattei e a Giglio, ha intravisto
e sospettato in Gaeta di torbido, di ambiguo, di tormentoso, come di ascolto di richiami oscuri provenienti da lontano, da un fondo inesplorato in cui germinano dettati di
comportamenti fatali, adesso viene confermato, ampliato e
approfondito da questi testi che lo studioso porta alla luce,
interroga, collaziona con una pazienza di orologiaio e commenta con intelligenza e finezza di glosse ermeneutiche.
Grazie al lavoro di dissodamento e di risistemazione critico-esegetica di Carlo Di Lieto, la vicenda letteraria, culturale ed esistenziale di Francesco Gaeta appare adesso
come un’avventura originale e insieme azzardosa lungo
una linea d’ombra che mette a contatto una ricerca letteraria complessa in articolazioni e prospettive, che si potrebbe collocare sotto il segno dell’esprit de finesse, con
compiacimenti (morbosi) da enfant gâtò tutto assorto
nell’alonalità di una sensibilità distonica, se non anche nevralgica. In interfaccia, infatti, in Gaeta, la tensione allo
spasimo (postsimbolista) di una concezione e di una pratica della letteratura costituite su cifre rigorosamente
mentali si disposa con una tensione egualmente allo spasimo di una esistenza proiettata verso il superamento della materialità e dell’ordinarietà lungo un itinerario ascetico da esplorare alla luce dell’interiorità, libera, però, da
concrezioni ritualistiche, da formule precostituite, da interpretazioni preordinate a liturgie e normativizzazioni.
Questa via alla scoperta dei valori finali è da Gaeta interrogata e infine messa a nudo a proprio rischio e scialo, in
consapevolezza di concordanza con avventure altrui già
compiute o che si stanno compiendo, ma in totale autonomia e in responsabilità personale assoluta, quasi che il
suo sé sia guidato da un azzardo totale. Per tale via, egli
indirizza l’attività letteraria al rispetto di un mestiere severo e serrato, ma insieme esige che l’esercizio letterario
non dia legittimazione a giochi di disimpegno ideale e
morale: la letteratura, infatti, per lui non si riproduce e
sviluppa per partenogenesi, ma per ricerca formale animata però dal palpito della partecipazione intensa e inebriante alla vita e alla storia. Il suo ideale, in breve, è dello scrittore, che sappia maneggiare bene le attrezzature
che ha a disposizione per un prodotto non ripetitivo dell’esistente, ma che nello stesso tempo riversi e riveli nella forma l’agonismo che lo assedia e lo spinge a procedere in avanti. Così, sotto tale aspetto, se deve citare qualcuno come modello, fa i nomi tra i contemporanei di Giovanni Papini e, per la generazione immediatamente precedente, di Giosué Carducci. (...)
Questa monografia fornisce informazione e orientamento
critico per lo studio di un intellettuale fascinoso e scontroso insieme, che, oltre che poeta impegnato a cercare
una sua parola in autonomia dal dannunzianesimo e dintorni, fu anche un prosatore e un giornalista di grande vena, un personaggio molto significativo del suo tempo, un
tempo avido di confronti molteplici, compreso quello fra
arte e vita, e indocile nei riguardi delle ipotesi e delle teorie consolidate per un forte richiamo verso una nuova antropologia e una nuova sensibilità.
Ugo Piscopo
Saletta Rossa a Portalba: gli appuntamenti di dicembre
3 Venerdì Ore 18,00-19,00
Tony Stefanucci presenta Nannina di Ferdinando Sanfelice
come esperienza di Claudio
Gambardella Incontro didattico
con gli studenti di Architettura
4 Sabato Ore 10,30-12,30
Germana Militerni, Antonio
Pardo, Domenico Russo
presentano I Sapori della cucina
Vesuviana di Emilia Capasso
Degustazione di cibi e ricette
tratte dal libro
11 Sabato Ore 11,00-12,00
Ettore Capuano, Pietro Gargano presentano I giardini dell’anima di Enzo Manzoni
conduce Ernesto Filoso
7 Martedì Ore 17,30-18,30
Felice Piemontese, Giuseppina
Scognamiglio presentano
La Patria delle “mezzecalzette”
di Giampaolo Rugarli
9 Giovedì Ore 18,00-19,00
Nicola De Blasi, Matteo Palumbo, Donatella Trotta
presentano Malabar
di Gino Battaglia
10 Venerdì Ore 18,00-19,00
Agostino Bossi, Aldo Masullo
presentano Progettare interni
13 Lunedì Ore 18,00-19,00
Francesco D’Episcopo, Pasquale Malva presentano
Trasfusioni di Sangue
di Gianpasquale Greco
Letture di Chiara Falanga
Fotografie di Marco Tricarico
Pitture di Claudia Grimaldi
15 Mercoledì Ore 18,00-19,00
La Liberi Editore invita a una
Serata con i libri di Mario Savonardo. In anteprima campana il
libro A Testa Alta e una rivisitazione della prima opera Pensieri
di Carta presentati da: Luigi
Amodio, Direttore Fondazione
IDIS Città della Scienza; Luciano Scateni, Giornalista e Scrittore; Carolina Sellitto, Biologa e
Scrittrice. Saranno presenti gli
Autori Recital di Isa Riviò e
Mario Savonardo.
Sarà inaugurata la LiberiWebTv
16 Giovedì Ore 18,00-19,00
Nicola De Blasi, Emma Giammattei, Enzo Moscato, Pasquale Scialò, Sebastiano Martelli
presentano Raffaele Viviani
Poesie opera completa di Antonia Lezza. Letture di Isa Danieli. Il libro sarà presentato al Piccolo Teatro di Milano il 25 novembre 2010 da Toni Servillo
17 Venerdì Ore 18,00-19,00
Roberto Del Santo, Carlo Falato, Clemente Mastella, Marisa
Pumpo Pica presentano
Lei si chiama Anna
di Maria Pia Selvaggio
Letture drammatizzate e buffet
per gli ospiti
20 Lunedì Ore 18,00-19,00
Le due grandi novità della collana Autentici Falsi d’autore
presentate da Matteo Palumbo,
Valerio Caprara e Giovanni
Casertano con la presenza dei
due autori Gianfranco Bettetini
e Perle Abbrugiati
Le anteprime
di gennaio 2011...
11 Martedì Ore 18,00-19,00
Emma Giammattei, Giorgio
Polara, Fulvio Tessitore
presentano Francesco De Sanctis di Gerardo Bianco
12 Mercoledì Ore 18,00-19,00
Isp. Pasquale Esposito
Prof.ssa Loredana Saini
presentano Il Preside Antigano
da Casoria a Scampia di Gennaro Sorrentino
Giovedì 13 Gennaio
Angelo Calabrese e Franco
Cortese presentano Donne così per sempre di Giuseppe
Gabriele
Martedì 18 Gennaio
365 racconti erotici per un anno
di Franco Forte
Mercoledì 19 Gennaio
Come le fate di Antonio Piscitelli
Giovedì 21 Gennaio
Valerio Petrarca e Domenico
Bellantoni presentano Genitori
senza controllo di Loredana De
Vita
Mercoledì 26 Gennaio
Pietro Gargano e Titti Marrone presentano Per moda di dire
di Renato De Falco
Venerdì 28 Gennaio
Per i 150 anni dell’Unit d’Italia presentazione di Ritratti Italiani di Francesco Paolo Casavola.
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GUIDA AI LIBRI
luglio-dicembre 2010
Napoli: nuovo regolamento
per le 13 biblioteche comunali
Il 25 ottobre 2010 il Consiglio comunale di
Napoli ha dato via libera al nuovo regolamento delle biblioteche napoletane, predisposto dall’assessore Diego Guida, rinnovando il testo risalente al lontano 1970. Il nuovo
regolamento prevede lo snellimento delle
procedure di prestito ed una più moderna
gestione, oltre a recepire il manifesto Unesco
per le biblioteche pubbliche, i cui principi
fondamentali ruotano intorno ai valori della
cultura e dell'istruzione.
Le 13 biblioteche napoletane saranno dunque
viste come luogo di cultura e di incontro, capisaldi dell'informazione e dell'alfabetizzazione, oltre che presìdi di legalità per i quartieri a rischio. “Grazie al Nuovo Regolamento e allo stanziamento di fondi che il Comune
ha avviato di recente per rinnovare il patrimonio librario delle Biblioteche Comunali,
Napoli si presenta tra le città più dinamiche al
capitolo delle politiche culturali - commenta
soddisfatto Diego Guida -. Mentre a Firenze,
Torino, Bologna, Roma le Amministrazioni
tagliano i fondi, Napoli rilancia investendo
proprio nelle Biblioteche”. L’approvazione
del regolamento segue, solo nell'ultimo anno,
l’apertura di tre nuove sedi, la riqualificazione di due strutture in stato di abbandono, l’inaugurazione di una biblioteca per ragazzi ed
infine la nascita della “Biblionapolicard”, la
tessera di iscrizione alle biblioteche che dà diritto ad agevolazioni su servizi legati al mondo della cultura (cinema, teatri) e della lettu-
Individuata anche
una quota del 40%
quale incentivo per
l’imprenditoria locale: anticipando le
prossime normative
in tema di federalismo fiscale, si è voluto inserire nel neonato regolamento il
principio delle creazione di una sorta di
“quota federale”, in
virtù della quale ciascuna biblioteca di quartiere dovrà acquisire
opere di editori e di autori locali nella misura
del 40 per cento. “Si tratta di un passo che trasforma le biblioteche comunali da piccole
strutture di libri di “varia” a luoghi di cultura
specifici - ha concluso Guida - e che conferisce loro un preciso legame con il territorio,
aprendosi ad una fruizione non solo da parte
degli amanti della lettura ma anche di studiosi attenti alla storia locale”.
Luciano Carideo
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Antonello Franco
Vita estetica
Collana Strumenti e ricerche
Guida, pp. 176 euro 14,00
L’estetica dei grandi filosofi
rivisitata da un giovane filosofo.
L’Autore partendo dal concetto di estetica di noti filosofi
quali Kant, Hegel, Heidegger,
Gadamer, Pareyson e Aristotele, esprime cosa significa
sentire e percepire il senso
delle cose esteticamente, che
non vuol dire estetismo, al
contrario un’estetica che si riempie di poetica, di etica, di
rivelatività del senso dell’essere, di ermeneutica.
In alto e al centro, Biblioteca nazionale di Napoli Vittorio Emanuele II; Diego Guida; in basso a sinistra, Biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, intitolata ad Anna Caputi, e Biblioteca Oratoriana Statale, annessa al monumento Nazionale dei Girolamini.
ra. Per accogliere un numero sempre crescente di richieste e favorire l’ingresso di ulteriore pubblico, sono stati introdotti inoltre termini di prestito più flessibili e la possibilità di
accedere a servizi multimediali, attraverso
precise modalità di utilizzo della rete da parte degli utenti (consultazione dei siti web, utilizzo della chat e della posta elettronica, della videotelefonia e videoconferenza, accesso
a reti intranet e download - fatto salvo il diritto d’autore).
Antonello Franco, filosofo
per vocazione, è stato allievo
di Gadamer.
Nella stessa collana e dello
stesso autore:
Immagine, senso,
ermeneutica
Essere e senso
Dimora e sostanza
Il cielo stellato di giorno.
Bruno De Vito, scrittore napoletano
Autore poliedrico, in quanto tratta di argomenti sia letterari sia
storici nei suoi numerosi scritti,
ha come filo conduttore di tutte
le sue opere la poetica dell’Autenticismo, ovvero la ricerca dell’autenticità delle cose.
Bruno De Vito “nasce” come
poeta, partecipando su “Il Pungolo” nel 1965 ad un concorso;
su altra rivista, nel ’69, verranno
proposte due poesie dedicate al
pittore porticese Beniamino
Ascione. Il primo testo pubblica-
to risale al 1981, edito dall’Arte
tipografica, dal titolo “Esistenzialismo e vita quotidiana” (in
versi ed in dialoghi). Non a caso
già da qualche anno aveva composto e fatto rappresentare alcune commedie, che egli indicherà
col titolo, nel ’99, di “Satire
agrodolci”, in quanto la satira e
l’umorismo rappresentano un felice connubio teatrale. Seguiranno altri testi letterari e storici; tra
i primi ricordiamo “Umanismi
di… versi”, “Alla ricerca del-
l’autenticità”, “Scritti fantasmagorici”, “Napoli alla ribalta”
(Commedie), e nel 2005 il romanzo storico-esistenziale dal titolo “Solo per caso”, nel quale il
destino dei protagonisti simboleggia il destino di tutti noi. Non
si tratta di un primo romanzo ma,
nel caso del De Vito, del “suo romanzo”, trattando in esso di problematiche universali e della ricerca di veri valori.
Molteplici sono finora i testi storici riguardanti la “memoria storica” della città di Napoli, soprattutto aspetti topografici e l’etimologia dei luoghi: “L’antico
borgo del Limpiano fuori le mura di Napoli”, “I Decumani…”,
“I Borghi…”, “Da Posillipo al
Sebeto” (con parti poetiche, edito da Gallina, nel quale ricorda la
venuta a Napoli di Padre Pio). Le
teorie sul fiume Sebeto, sulle case del Pontano ed altri punti incerti vengono analizzate dando
la possibilità al lettore di avere
una visione completa delle varie
ipotesi, sia pure in testi non “mastodontici” ed accessibili a tutti.
Bruno De Vito è accademico
Pontzen, è stato ampiamente citato nell’Atlante storico della
Città di Napoli dell’architetto
Italo Ferraro, è inserito nell’Enciclopedia della Canzone napoletana del giornalista Pietro Gargano, in “Le più belle pagine della
letteratura italiana” della poetessa Tina Piccolo, nel Catalogo per
autori dell’Associazione Italiana
Editori” (2001 e seguenti). È approdato alla rubrica “Scaffale”
del TG3. Ha trattato di “Cultura
napoletana” con altre emittenti
televisive; suoi testi sono stati recensiti su “Il Mattino”, su altri
quotidiani e su varie riviste, come Miscellanea, Ribalta, Partenope, Polis nova, con le quali ha
collaborato a lungo.
Quale docente di Italiano e Storia negli Istituti superiori, ha cercato di far cogliere attraverso
l’insegnamento ed i messaggi dei
vari autori, l’autenticità della
cultura quale lezione di vita,
spesso ostacolata da iter burocratici. Nel gennaio 2008 ha ricevuto apprezzamenti dal Cardinale
Sepe per i testi inviatigli.
Bruno De Vito
Pensieri al Borgo
2009, pp. 112 euro 9,00
In libreria nel 2011
“I LUOGHI DI NAPOLI antichi e
moderni. Guida storico-topografica”
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GUIDA AI LIBRI
luglio-dicembre 2010
Parliamo di poesia, insieme
di Angela Procaccini
Sembra strano, ma oggi, a Napoli, mentre
cumuli di spazzatura salgono agli angoli
delle strade e aggressività e polemiche crescono, c’è tanta, ma tanta gente che vuole
liberarsi dal “brutto” e vuole dimostrare
quanto invece possa il “bello”: “il bello ci
salverà”, scriveva F.M. Dostoeskij. E il
bello può essere rappresentato dalla musica, dalla poesia, dall’amicizia.
È quanto è accaduto il 29 ottobre 2010 a
casa dell’avvocato Lucio F. e della sua signora Renata, in Via Chiatamone a Napoli, in una serata che aveva qualcosa di magico: napoletani doc, persone di cultura e
di buon gusto si sono ritrovate a godere di
musica (chitarra, mandolino e sax) e poesia, in momenti speciali che hanno aiutato
a distogliere la mente e il cuore da “opache
immagini di male”.
La premessa vuole essere una speranza,
un’alternativa, nonché una conferma di
quanto si sia assetati di luminosità per oltrepassare il buio.
Anche il colloquio ideale che porto avanti
con i lettori è una conferma della necessità che si avverte da più parti della parola
poetica, della Cultura in genere. Gli scritti
poetici parlano sempre nella fiducia che le
parole scritte, e poi pronunciate, “sfocino
nell’ascolto… Del ritmo, dell’energia, dello spazio d’amore” (F. Sicilia). Certamente tema fondante delle liriche che i lettori
mi inviano rimane appunto l’Amore, l’Amore in senso ampio, che è sia quello per
la persona amata, sia quello superiore per
la Divinità.
Ed è proprio da quest’ultimo che vorrei
iniziare, un Amore nobile e puro, un Amore che si eleva ed eleva, un Amore forte
della fede e lieto della speranza futura. Ho
scelto per questo inno d’Amore puro un
messaggio di Padre Laureato Maio di
Benevento, Sacerdote da più di 60 anni,
Direttore della prestigiosa Biblioteca Capitolare, e soprattutto persona ricca di humanitas. Di lui mi è giunto un piccolo libro
“In cammino verso Emmaus” (piccolo villaggio della Palestina, oggi in mano ai
mussulmani) nel quale ci si rifà ad un passo del Vangelo di Luca (XXIV), che può
adattarsi ad ogni epoca: l’animo dell’uomo, disorientato, cerca nella fuga solitaria
un miraggio di pace. Ma un Amico lo segue, un amico vero da cui non ci si può
distaccare, pena il buio dell’anima. Tra le
riflessioni poetiche ispirate da questo brano, ne ho scelta una molto profonda: “Se
Tu, Cristo…”
Cristo,
se Tu non avessi parlato,
la disperazione
avrebbe occupato il vuoto
del tuo silenzio.
Cristo,
se Tu non avessi dato
Te per cibo,
l’uomo
se stesso avrebbe divorato.
Se Tu, Cristo,
non fossi risorto,
la speranza nel mondo
neppure un nome
avrebbe avuto.
Padre Laureato ha una certezza salda,
quella in Cristo, divenuto creatura umana
da un Dio, e che meglio di qualsiasi altra
divinità offre all’uomo comune, disorientato e offuscato da simulacri di vanità, una
mano tesa, conforto, fiducia, speranza.
Straordinaria religione quella cristiana,
unica a predicare l’amore verso chi ci
odia, unica a offrire una giustificazione ed
un varco metafisico al dolore, unica a comprendere il senso alto e nobile del perdono.
Nodo centrale di questo messaggio è appunto il Cristo, che noi cristiani sentiamo
vicino: nella Sua umiltà, nella Sua volontà
di farsi povero, nel Suo estremo generoso
sacrificio di Sé. Questo, tutto questo ci dice Padre Laureato in pochi versi: perché la
parola di Cristo ha allontanato la disperazione, perché il Suo corpo ha impedito la
rabbia tra gli uomini, perché la Sua resurrezione ha ridato la speranza al mondo.
Grazie, Padre Laureato: il tuo messaggio
di fede aiuta un po’ anche noi, pedine frastornate in un mondo allo sbando.
L’altra poesia d’amore è quella del dott.
Giuseppe Memoli di Salerno, composta
in un momento di solitudine, quando ormai
la sua compagna non c’è più. Segno che un
vero amore supera il limite terreno, si
proietta oltre. Anche qui la poesia diventa
mezzo efficace per esorcizzare “tristezza e
noia”, libera l’animo pesante, offre luce
nel buio. Scrive Giuseppe in “Come
un’onda”:
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Guida ai libri
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Angela Procaccini, Dirigente dell’Istituto Superiore “Duca degli Abruzzi” di
Napoli Bagnoli, ideatrice e coordinatrice regionale del Progetto “Leggiamoci
fuori scuola”, ha ricevuto il 24 settembre 2010 il Premio Masaniello - Protagonisti napoletani 2010, nella storica
Piazza Mercato in Napoli (motivazione
del premio: Rivalutazione dell’istruzione tecnica nautica e difesa della cultura
marinara).
Il 20 novembre la prof.ssa Procaccini riceverà presso il Circolo Canottieri Savoia in Via Caracciolo a Napoli il premio “Nettuno delle acque” dall’Associazione Arcipesca, in riconoscimento
della sua sensibilità nei confronti degli
studenti che affrontano gli studi connessi al mare.
Come un’onda che va e viene
passa nel pensiero
il tuo ricordo.
Silenziose volano parole
nell’aria si disperdono
foglie d’autunno
nel silenzio.
Docile il cuore
non batte frementi canti di poesia
quando alla luna
amore cantavano
aspettando il tuo sorriso.
Poesia d’amore e di memoria intrecciati
insieme, nel desiderio che la memoria dell’amore non venga annullata: infatti essa
diventa quasi propositiva, volta a riportare
alla luce i ricordi, tali da essere percepiti
come attuali e densi di tensione emozionale. Per questo la sensazione che si prova alla lettura è quella di una separazione rielaborata positivamente, di un ricordo lieve e
dolce pur se malinconico, diverso dalla angoscia della memoria che si prova alla lettura dei famosi versi di Montale: “Non recidere, forbice, quel volto / solo nella memoria che si sfolla, / non far del grande
suo viso in ascolto / la mia nebbia di sempre…”
Concludo con un altro autore, il dott. Enrico Marco Cipollini di Carrara, filosofo e studioso del pensiero e della poesia
greca antica. È autore di un testo considerevole, “La filosofia greca”, cui caratteristiche prevalenti sono la scientificità ed insieme la chiarezza. Sono una grande estimatrice della cultura greca antica perché
ritengo che quanto era necessario sapere
dell’uomo e del suo percorso di vita, delle
sue aspirazioni e del suo sentire, sia stato
espresso da questo popolo di filosofi, artisti, poeti, matematici. Perciò tutta la mia
riconoscenza e la mia ammirazione per
chi, come il filosofo Cipollini, studia e approfondisce la cultura dei Greci, quelli che
“hanno saputo affrontare le questioni
più enigmatiche con stili di razionalità
che fanno scuola ancora oggi.” È questa
l’eternità cui attinge il pensiero dell’uomo.
Se avete una lirica o un
racconto inediti, potete inviarli a “Guida ai Libri”,
all’attenzione della professoressa Angela Procaccini, che vaglierà il materiale ricevuto per l’eventuale pubblicazione sulla
rivista.
Inviate le vostre lettere
per posta a:
Guida, via Port’Alba, 19
80134 Napoli
o via e-mail agli indirizzi:
[email protected] [email protected]
alla c. a. Corrispondenza
Guida ai libri
Arfacid e Guida
incontri mensili
nella Saletta Rossa
Da gennaio 2011 l’Associazione Alfredo Guida Amici del Libro Onlus
in collaborazione con Arfacid darà
inizio al ciclo di incontri mensili dal
titolo C’era una volta il verde... spigolature, amarcord e testimonianze.
Gli incontri avranno luogo presso la
Saletta Rossa della Libreria Guida
Portalba ogni primo mercoledì del
mese. Ospiti d’eccezione: Antonio La
Gala, Benedetto Gravagnuolo, Ugo
Leone, Mimma Sardella, Giancarlo
Barbieri e Vincenzo Zappia (ideatore
del progetto).
LIBERATORIA
PER GLI AUTORI CHE INVIANO O CONSEGNANO
RACCONTI (O POESIE) DA PUBBLICARE SU
«GUIDA AI LIBRI»
Il sottoscritto ...................................................................
nato a .............................................................................
domiciliato in via ............................................................
cap...................................................................................
tel. ...................................................................................
dichiara che per la pubblicazione e stampa di una sua poesia/racconto sulla rivista “Guida ai libri” fatta per gentile concessione
dell’editore Guida non ha nulla a pretendere, anzi ringrazia per
l’attenzione.
Napoli, .......................
Firma.........................................
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GUIDA AI LIBRI
di Giuseppe Napolitano
di appartenenza artistica come risposta alle istanze profonde dell’animo. “L’artista palesa una
sorta di intento missionario –
scrive a proposito di Friedrich –
che si specchia nella stessa concezione dell’arte”; e aggiunge:
“L’oltre è innanzi tutto in noi, nel
nostro intimo, nel cuore dell’artista e dello spettatore” – con ciò
rimandando appunto al legame
spirituale che deve crearsi, e verificarsi, tra produttore e fruitore
dell’arte, affinché ci sia espressione e comunicazione, ricerca
interiore che si fa dialogo e produce nuova spiritualità.
L’oltranza dello sguardo (in
Friedrich, Monet, Cezanne) è
uno di quei piccoli libri da usare
come un vademecum, ogni volta
che si avverta il bisogno di capi-
re un po’ meglio come ci si debba comportare di fronte ad un
quadro – ma per estensione si potrebbe riferire la tipologia dell’indagine di Agnisola anche ad altre
forme artistiche. La sua proposta
infatti, è più un metodo, è uno stimolo a guardare dentro (e non
soltanto oltre, come dice lui).
In questo libretto critico che si
pone come un maestro privato,
disposto a dare chiarimenti in
merito a… Agnisola raccoglie tre
brevi saggi dedicati ai grandi dello spirito che gli sono congeniali:
il romantico visionario Caspar
Friedrich (di cui opportunamente,
come emblema del libro stesso, si
riporta in copertina il “Viandante
sul mare di nebbia”, famosissima
opera per il suo “avvertimento
quasi panico dell’infinito”) in cui
si avvertono un senso di incompletezza, una “indeterminatezza”
di tipo leopardiano; poi Claude
Monet, “l’occhio”, come venne
definito, il maestro della luce,
l’impressionista appassionato
della “capacità trasfiguratrice che
emana dalla nostra stessa vita e
che lega l’interiore all’esteriore”;
e infine Paul Cézanne, il cantore
della Provenza, per il quale “il visibile non era lo spazio di un mistero in sé, ma il luogo dell’esplorazione di un oltre dominante e assolutamente imprescindibile”.
I tre artisti esaminati hanno un
carattere comune, che è lo sguardo sul mondo che si fa indagine
per entrare nell’oltre-mondo, un
“avvertimento del divino” (variamente inteso ed espresso, ma
convinto senz’altro e perseguito
come scopo creativo), che si fa
specchio del reale in una dimensione quasi mistica: “porto in me
tutte le bellezze che il mondo
ignora o disconosce”… presunto
epitaffio di Cézanne, questa frase
potrebbe anche porsi come eser-
go del libro di Agnisola. “L’oltranza dello sguardo” potendosi
intendersi proprio come la capacità di portare la vista oltre la materia che ci circonda, a vedere
quello che abitualmente i più non
sanno scorgere. Al tempo stesso,
si può guardarsi dentro, e rifarsi
così al pensiero classico, senecano e agostiniano insieme (insieme cercando e toccando il sé e il
divino che si trasforma in “verità”, relativa o assoluta che sia).
Piccolo ma presentato in una pregevole veste tipografica, il libro
che Agnisola pubblica con Il pozzo di Giacobbe (nella collana “Le
forme e la luce”, in cui peraltro
sta benissimo collocato per l’intento che lo anima e gli esiti cui
giunge), è corredato da un prezioso – ancorché necessariamente limitato – album iconografico.
Vi sono i quadri ai quali nella
trattazione si fa riferimento, e costituisce uno strumento non secondario di conoscenza, uno stimolo a vedersi dentro, in chiave
dichiaratamente religiosa (ma la
posizione ideologica di Giorgio
Agnisola è fin dall’inizio esplicita e chiude pertanto il suo libro in
coerenza di sentire ed esporre):
“L’occhio si collega con la mente, con la logica della visione, ma
contemporaneamente si collega
con l’anima, col modo di sentire
la realtà, con il suo orizzonte di
senso, approda a una ricognizione estetico-religiosa”.
Giorgio Agnisola
L’oltranza dello sguardo
Il pozzo di Giacobbe, 2010
pp. 128 euro 13,50
PREMIO SALEMI
A TRE LIBRAI
Pia Benigni di Trento, Fabrizio
Marcatoni di Senigallia (AN) e
Mario Guida di Napoli sono i librai a cui, durante il 65° Congresso Ali a Torino, è stato assegnato il Premio Giovanni Salemi
2010 istituito dall’Ali nel 2009.
Il Premio, dedicato al libraio
scomparso nel 2008, consiste in
una targa-ricordo e viene destinato ogni anno a 3 librai (Nord,
Centro e Sud e Isole) che si sono
particolarmente distinti per l’attività sindacale e per il sostegno
all’Ali Associazione librai italiani Confcommercio-Imprese per
l’Italia nella diffusione della lettura, della cultura e della centralità della libreria sul territorio.
15
Libri Guida: premi
e riconoscimenti
nel 2010
Avvertimento del divino
Spiritualità, in arte, è parola da
far tremare il critico (chi non abbia dimestichezza davvero con le
radici dello spirito e sappia insieme leggere l’opera d’arte come
emanazione dello spirito e non
solo come esercizio di espressione), non è comunque il caso di un
critico avveduto, e profondamente consapevole dei suoi mezzi (e
insieme peraltro convinto della
propria ideologia, della missione
militante del critico), come può
ritenersi Giorgio Agnisola. Al
quale dunque non tremano i polsi, se scrive del sacro, se discetta
luglio-dicembre 2010
Ugo Leone, con Sicurezza Ambientale e con La sicurezza fa chiasso: ambiente, rischio qualità della vita; Antonio Nazzaro, con Il
Rischio Vesuvio. Storia e geodiversità di un vulcano hanno ricevuto un Attestato di merito dall’INPRAT (Istituto Nazionale per lo
studio, la valutazione e la Prevenzione del Rischio nelle Attività
Tecnologiche). Hanno ritirato il riconoscimento il 10 novembre a
Roma nella Sala Guglielmo Marconi del CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel corso della manifestazione scientifico-culturale sull’ “Attualità della relazione rischi-benefici nello sviluppo tecnologico” per celebrare i venticinque anni di attività dell’INPRAT,
presieduto da Roberta Breschi.
La Casa Editrice Guida vanta una
serie di premi e riconoscimenti
ottenuti anche nell’ultimo anno.
Assegnato a quattro volumi editi
da Guida il Premio Letterario
Emily Dickinson XIII edizione,
promosso e presieduto da Carmela Politi Cenere: il libro Qoh let e Leopardi di Loretta
Marcon, classificatosi al secondo posto per la sezione saggistica; il libro di Maria Rosaria
Malapena Ancòra, classificatosi
invece terzo per la sezione poesia; il volume di Luigi Compagnone, Gli ultimi paladini e altri
racconti, curato da Raffaele
Messina e classificatosi al primo
posto per la sezione di critica letteraria; e infine il libro di Mariacarla Rubinacci, La fantasia di
Francesca, primo classificato
per i libri editi di narrativa.
Organizzato dall’associazione
culturale Cristoforo Sparagna e
giunto alla sua 12ª edizione, il
Premio Antonio Sebastiani, detto “Il Minturno”, ha visto quest’anno tra i suoi vincitori l’ultima opera di Carlo Di Lieto. Il
romanzo familiare del Pascoli.
Delitto, “passione” e delirio si è
aggiudicato il primo premio per
la sezione saggistica letteraria.
Angela Luce, la raffinata interprete dell’anima musicale e cinematografica partenopea che si
propone al pubblico nella veste
singolare di poetessa con il suo
Momenti di… Luce, ha vinto il
Premio Speciale del Presidente
nell'ambito della XXII edizione
del Concorso Letterario Camaiore 2009.
Gianni Dell’Aiuto, con Cronache da ultima pagina, vince invece il Premio Ri.P.Di.Co., Scrittori della giustizia, giunto alla
sua quarta edizione. Avvocato di
professione, al suo esordio letterario, l’autore racconta i misteri
della realtà giudiziaria nel nostro
paese; quando la giustizia non è
uguale per tutti e quando anche il
più semplice episodio quotidiano
diventa un’odissea legale spesso
irrisolta.
Riceve inoltre la menzione speciale del Premio Nazionale di
Cultura Benedetto Croce, istituito dal Comune di Pescasseroli, la
studiosa Emma Giammattei per
l’opera I dintorni di Croce. Figure e corrispondenze.
Anche Antonio Lubrano, ottiene un importante riconoscimento
con la sua opera Pomeriggio di
luglio. Una giuria di esperti unitamente al giudizio di alunni delle scuole superiori del circondario scolastico del comune di
Monteverde, ha designato il noto
attore e scrittore, vincitore del
XXIII Premio Letterario Nazionale Città di Monteverde.
E ancora...
Ernesto Mazzetti, Scenari del
sud di ieri e di oggi, vincitore del
Premio Domenico Rea - XV edizione.
Claudio Scamardella e Aldo
Masullo, Napoli siccome immobile, vincitore del Premio Miradois - II edizione.
Mariacarla Rubinacci, La fantasia di Francesca, vincitore del
Premio Letterario Letizia Isaia 7ª edizione.
Mediterraneo 2010. Sfida vitale
per il mezzogiorno, vincitore
Premio Giovi – Città di Salerno IX edizione.
Gino Battaglia, Mille Napoli.
La comunità di Sant’Egidio e la
città, menzione speciale al Premio Sele d’Oro Mezzogiorno
2009 - XXV edizione.
Renzo Piccoli, Tentazioni occidentali, vincitore del Premio
Speciale del Comitato Organizzatore della XI edizione del concorso Semaforo Rosso.
Mariangela Barra, La vita in
un Sert, diploma di merito alla
XVII edizione del Premio Letterario Nazionale Lago Gerundo
2009.
Aurelio Iori, Stato senza gestione, finalista della XXVI edizione
del Premio letterario Città di
Adelfia.
Bartolo Ciccardini, Viaggio nel
Mezzogiorno d’Italia, vincitore
della V edizione Premio Circe
per la sezione viaggi.
Nino Grasso, Racconti Beffardi,
vincitore della V edizione Premio Circe per la sezione opera
prima.
La commissione giudicatrice del
Premio Letterario Città di
Offida-Joyce Lussu 2010 ha
eletto Nino Grasso vincitore assoluto della V Edizione del premio.
La Giuria del Premio Europeo
di Arti Letterarie Via Francigena 2010 ha decretato Rolando
Giannetti vincitore assoluto con
In cerca d’un porto, la canzone
d’autore di Francesco Guccini.
Davide Battipaglia con Una
leggenda chiamata sole e aratro
si aggiudica il Premio Gallo
d’Oro 2010 (sezione letteraria).
Marcello Fasolino con Una Millecento Blu è tra i finalisti del
premio Domenico Rea.
Nel 2010 importanti riconoscimenti vanno anche all’Editore
Mario Guida in persona: il 5
marzo 2010 il consiglio direttivo
dell’Accademia di Alta Cultura
“Europa 2010” ha conferito all’Editore Mario Guida l’OSCAR
SCUGNIZZO D’ORO 2010 per
il settore Editoria. La scelta è dovuta al ricco curriculum vitae
inerente la sua persona, nonché
le acquisizioni professionali e
culturali accumulate ne corso
della sua lunga carriera.
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GUIDA AI LIBRI
luglio-dicembre 2010
Leggiamoci Fuori Scuola:
dodicesima edizione del Progetto
Parte la nuova edizione di Leggiamoci Fuori Scuola. Il progetto, giunto al dodicesimo anno di vita vede coinvolto un numero di scuole medie superiori
sempre maggiore. Quest’anno con la novità che anche un liceo fuori regione Campania, il “Vittoria
Colonna” di Roma, partecipa all’iniziativa.
Un incontro al mese, da dicembre a maggio, in cui
gli studenti campani incontrano autori affermati o
emergenti in location di prestigio, dove dare libero
sfogo alla creatività scaturita dal libro letto.
Grandi personalità del mondo della letteratura aderiscono ogni anno all’iniziativa: ricordiamo Franco
Di Mare, Federico Moccia, Erri De Luca, Andrej
Longo, Antonio Lubrano, Alessandro Siani e Dacia Maraini che a novembre dovrebbe partecipare
alla presentazione del libro “Racconti per Nisida” di
cui ha curato la prefazione. Un volume pubblicato
da Guida nato da una serie di incontri dei giovani
ospiti di un carcere minorile dove si lavora per co-
struire possibilità di speranza con alcuni scrittori napoletani. E saranno proprio i ragazzi dell’Istituto
Penale Minorile i protagonisti dell’incontro inaugurale mercoledì 24 novembre, i quali incontreranno
presso il Centro Europeo di Studi di Nisida gli
studenti delle scuole medie superiori campani interpretando il testo “Racconti per Nisida”.
Mario Guida insieme ad Angela Procaccini, referente regionale del progetto e preside dell’Istituto
tecnico Nautico Duca Degli Abruzzi, crede in questo progetto di sensibilizzazione alla lettura da più
di un decennio sostenendo che in una pluralità di
modelli e di punti di riferimento comportamentali, è
fondamentale riportare i giovani al piacere della lettura e della cultura in senso lato, suggerendo loro la
possibilità di rivalutare il libro e rapportarsi a modelli letterari che offrano la possibilità per una crescita morale e civile.
Il progetto gode dei patrocini di Regione Campania,
Comune e Provincia di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. Lo scorso anno, oltre alla sua
adesione, il Presidente della Repubblica ha messo
a disposizione dell’organizzazione una medaglia di
bronzo da assegnare alla scuola migliore.
L’iniziativa è promossa e organizzata dall’Associazione Alfredo Guida Amici del Libro: un organismo Onlus attivo in tutta la Regione Campania dal
1990 nato per iniziativa di un folto gruppo di docenti, intellettuali e scrittori, convinti della necessità di promuovere il più possibile sul territorio campano l’amore per il libro e il piacere della lettura.
Modalità di attuazione
“Leggiamoci fuori scuola” consiste in una serie di
incontri mensili tra studenti e autori che si terranno
da dicembre a maggio presso strutture istituzionali
e culturali delle diverse città campane. Le scuole
protagoniste per ogni singolo incontro saranno cinque/sei e potranno esprimersi attraverso libere performance interpretative del libro letto: gli studenti,
quindi, avranno l’opportunità di presentare recensioni, drammatizzazioni, disegni, mappe concettuali e presentazioni in power point ed esprimere
così volta per volta le loro riflessioni sotto la guida
indispensabile dei docenti. Tutti gli altri studenti
parteciperanno come spettatori e “giudici” della rassegna.
Coordinatrice Provincia di Napoli e Regione Campania è Angela Procaccini, coordinatrice Provincia
di Avellino Cira Pignalosa, coordinatrice Provincia
di Benevento Maria Cristina Donnarumma, coordinatrice Provincia di Caserta Lia Giaquinto, coadiuvata da Giovanna Anziano, coordinatrice Provincia di Salerno Serenella Sforza.
Info: 081/290768 – [email protected]
Gli studenti romani
aderiscono all’iniziativa
Fuori regione Campania, anche l’Istituto d’Istruzione
Superiore Statale
“Vittoria Colonna”
di Roma (www.vittoriacolonnalicei.it)
aderisce all’iniziativa dell’Associazione Alfredo Guida
Amici del libro Leggiamoci fuori scuola. La dirigente Lina Maria Rosaria D’Amore, la
referente del progetto Annalisa Attento; i docenti di Italiano Bevilacqua (II C), Calcagni (I F), Di Lorenzo (III Q - III E - IV I), Rago (II A) e gli/le studenti/esse incontreranno venerdì 21 gennaio
2011 nell’Aula Magna dell’Istituto Domenico Delle Curti, autore
del libro “Otto ragazzi, sedici genitori, una storia”.
Domenico Delle Curti
Otto ragazzi sedici genitori
una storia
Guida, pp. 180 euro 12,00
Storia di iniziazione all’età adulta di otto
adolescenti, raccontata dall’insolita prospettiva di una psicoterapia di gruppo.
Otto ragazzi di periferia costretti ad affrontare una dolorosa separazione: il leader
della cricca, saldo punto di riferimento, li
abbandona per trasferirsi in un’altra città.
Saranno catapultati nella vita senza reti di
protezione, e costretti a una bizzarra e casuale soluzione: la psicoterapia familiare di
gruppo. Inizia così il viaggio dei protagonisti, che si allargherà a macchia
d’olio coinvolgendo le loro esperienze di vita, le famiglie, fino alla gente del
quartiere.
L’opera è un resoconto delle dinamiche tipiche di una terapia di gruppo trasformata in romanzo. La misteriosa prassi della psicoterapia, salotto inaccessibile e privato, si offre qui ai lettori come prospettiva privilegiata di storie comuni, ma di immediata attualità.
Domenico Delle Curti nasce a Marcianise (Caserta). Medico chirurgo, si
dedica agli studi di psicodiagnosi, quindi si specializza in psicoterapia familiare e sistemico-relazionale. Ha ricoperto diversi ruoli pubblici e attualmente è consigliere comunale della città di residenza.
Nelle foto, gli studenti con Angelo Cannavacciuolo, Franco Di
Mare, Erri De Luca, Antonio Lubrano, Federico Moccia
Le Opere scelte per ogni città
NAPOLI
Giuliana Covella Otto centimetri di morte
Domenico Delle Curti Otto
ragazzi, sedici genitori, una
storia
Sergio De Santis Nostalgia
della ruggine
Raffaele Messina La famiglia De Gregorio
Valerio Pandolfi La voce
dell’oceano
AVELLINO
Giuliana Covella Otto centimetri di morte
Andrea Nastri Il margine in-
terrotto
Davide Battipaglia Una leggenda chiamata Sole e aratro
Domenico Delle Curti Otto
ragazzi, sedici genitori, una
storia
BENEVENTO
Ciro Raia Il paese di Asso di
Bastone
Raffaele Mazzarella L’uomo
per esempio
Andrea Nastri Il margine interrotto
Niccolò Sorrentino Un’aspra realtà
Valerio Pandolfi La voce
dell’oceano
CASERTA
Raffaele Sardo Al di là
della notte
Domenico Delle Curti Otto
ragazzi, sedici genitori, una
storia
Innocenzo Militerni Se fosse
amore
Michele De Simone Settembre al Borgo
SALERNO
Raffaele Messina La famiglia De Gregorio
Valerio Pandolfi La voce
dell’oceano
Domenico Delle Curti Otto
ragazzi, sedici genitori, una
storia
Giuliana Covella Otto centimetri di morte
Niccolò Sorrentino Un’aspra realtà
Fly UP