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Lectio Vieni Spirito di Pietà e di Timore
• • • Prendersi cura di quanto conosciuto, essere vigilanti e perseveranti, crescere nell’amore che fa cogliere e accogliere se stessi e gli altri con benevolenza; crescere nella pazienza attiva che sa valorizzare il tempo che passa e ci fa rimanere in piedi anche di fronte alle inevitabili sfide e sofferenze della vita; rimanere saldi con fedeltà sapendo e credendo che Dio è fedele e realizza quanto ha promesso. Annunciare, ammonire, rimproverare, esortare, insegnare, essere magnanimi… tutti atteggiamenti e azioni che hanno come denominatore comune la relazione interpersonale. È nella relazione che noi cresciamo, diveniamo, viviamo l’amore. La fede non è un’esperienza intimistica, individualistica, ma è comunione, dono, condivisione. Guardare la realtà con gli occhi attenti e benevoli di Dio; affrontare il dolore come luogo privilegiato della condivisione del divino nell’umano; darci da fare, muoverci, non lamentarci delle cose che non vanno ma agire, seminare il bene. Canone: Il Signore è la mia forza Tempo di silenzio e riflessione personale CANONE (mentre un solista legge in sottofondo) Altissimo, onnipotente, buon Signore tue sono le lodi, la gloria e l'onore ed ogni benedizione. A Te solo, Altissimo, si confanno, e nessun uomo è degno di Te. Laudato sii, o mio Signore, per tutte le creature, specialmente per messer Frate Sole, il quale porta il giorno che ci illumina ed esso è bello e raggiante con grande splendore: di Te, Altissimo, porta significazione. Laudato sii, o mio Signore, per sora Luna e le Stelle: in cielo le hai formate limpide, belle e preziose. Laudato sii, o mio Signore, per frate Vento e per l'Aria, le Nuvole, il Cielo sereno ed ogni tempo per il quale alle tue creature dai sostentamento. Laudato sii, o mio Signore, per sora Acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e casta. Laudato sii, o mio Signore, per frate Fuoco, con il quale ci illumini la notte: ed esso è robusto, bello, forte e giocondo. Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra, la quale ci sostenta e governa e produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba. Laudato sii, o mio Signore per… (Chi vuole può aggiungere altre espressioni) INSIEME Laudato sii, o mio Signore, per quelli che perdonano per amor tuo e sopportano malattia e sofferenza. Beati quelli che le sopporteranno in pace perché da Te saranno incoronati. Laudato sii, o mio Signore, per nostra sora Morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scampare. Guai a quelli che morranno nel peccato mortale. Beati quelli che si troveranno nella tua volontà poiché loro la morte non farà alcun male. Laudate e benedite il Signore e ringraziatelo e servitelo con grande umiltate. (cf Cantico delle creature di san Francesco D’Assisi) BENEDIZIONE EUCARISTICA / I doni dello Spirito… per riconoscere il Mistero che ci abita VIENI SPIRITO DI PIETÀ e TIMOR DI DIO Umiltà, fiducia e affidamento CANTO DI ESPOSIZIONE Credo, o Signore, di essere alla tua presenza e ti adoro profondamente. Aiutami a fare silenzio intorno a me e dentro di me, per poter ascoltare meglio la tua voce. Rendimi libero da tante cose che mi opprimono, attento ad evitare la dispersione in molti interessi superficiali, impegnato nella ricerca continua della tua volontà. Illumina la mia intelligenza e fortifica la mia volontà, affinché la mia vita venga pian piano trasformata dall'incontro con Te. Ispira tu i miei pensieri, sentimenti, desideri, decisioni, affinché io cerchi sempre e unicamente quello che è più gradito a Te. Spirito Santo, crea in me un cuore nuovo, capace di amare Cristo e i fratelli. Maria, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, modello di disponibilità alla voce di Dio, aiuta la mia con la tua preghiera. Dalla prima lettera di san Paolo Apostolo a Timoteo (4,7-16) 8 Allénati nella vera fede, perché l’esercizio fisico è utile a poco, mentre la vera fede è utile a 9 tutto, portando con sé la promessa della vita presente e di quella futura. Questa parola è 10 degna di fede e di essere accolta da tutti. Per questo infatti noi ci affatichiamo e combattiamo, perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di 11 tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono. E tu prescrivi queste cose e inségnale. 12 Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii di esempio ai fedeli nel parlare, nel 13 comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. In attesa del mio arrivo, dèdicati alla 14 lettura, all’esortazione e all’insegnamento. Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato conferito, mediante una parola profetica, con l’imposizione delle mani da parte dei presbìteri. 15 Abbi cura di queste cose, dèdicati ad esse interamente, perché tutti vedano il tuo progresso. 16 Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano. Spunti di riflessione Spirito di Pietà • Col termine pietà (pìetas, in latino), si intende valorizzare tutti quei sentimenti di amore, rispetto, dedizione che solitamente sentiamo verso le persone a noi care, come i genitori, verso le persone significative, verso la patria ecc; tali sentimenti umani e che ci aprono alla relazione sono orientati in maniera molto più definita anche a Dio, verso il quale siamo chiamati ad avere sentimenti di amore, rispetto, ascolto, preghiera, dono, sacrificio, ecc. • Tale tensione verso Dio non dovrebbe essere sentita come un obbligo ma come un’ esigenza del cuore, che, come per l’amore umano, ci porta ad un sano timore di perderlo per cui ci fa cercare delle strade per tenere viva la relazione. Il dono della pietà ci porta alla relazione con Dio ad un livello privilegiato: Egli per noi non è solo il Creatore, Colui che provvede, ma è addirittura Padre e perciò ci porta a sentire verso di Lui sentimenti filiali che CANTO FINALE 4 1 naturalmente dovrebbero sgorgare in delicatezza e rispetto, non solo verso di Lui ma verso tutto quanto proviene da Lui. • La pietà è innanzitutto un atteggiamento integrale e totalizzante: cioè non riguarda solo qualche aspetto della persona ma coinvolge la volontà, l’azione, i sentimenti. È un dono dello Spirito a fondamento dell'intera vita spirituale perché costituisce il clima, lo spazio vitale in cui gli altri doni possono crescere ed essere fecondi. Per comprendere la necessità del dono della pietà, è molto importante cogliere bene le modalità con cui il dono agisce nel nostro intimo. Per questo guardiamo a Gesù nella sua relazione con il Padre. • Fin da bambino, la sua aspirazione è quella di interessarsi delle cose del Padre: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? " (Luca 2,48). • "Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite" (Gv 8,29). • Al cuore della sua preghiera e del suo insegnamento c'è sempre l'annuncio della paternità di Dio: "Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome..." (Mt 6,9). • Nella preghiera del Getsemani, gettandosi a terra pregava così: "Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu" (Mc 14,35-36). • Fino all'abbandono supremo: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 23,46). Per vivere tutto questo è necessario, come ci ricorda san Paolo, fare alcune scelte: • Allenarsi nel cammino di fede per crescere nella libertà e nella capacità di comprendere il presente ed accogliere il futuro. • Esercitare la virtù della speranza che ci orienta a Dio che è per noi la salvezza. • Divenire educatori secondo il cuore di Dio, testimoni del dono di fede ricevuto, vivere con passione la carità, la fede, la purezza, crescere nell’approfondire la scienza di Dio anche attraverso lo studio. A tale riguardo, don Severino Dianich, in un intervento ad una tavola rotonda sul precariato, che si è tenuto a novembre del 2011, ricorda che: «Non esiste alcuna cura della propria vocazione senza studio e lavoro. Non esiste lavoro che non sia risposta ad una vocazione. Non esiste studio che non sia lavoro per corrispondere alla propria vocazione». CANONE: Nulla ti turbi Tempo di silenzio e riflessione personale 5 perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero. Spunti di riflessione Spirito del Timor di Dio • Il timore di Dio è il dono necessario che ci aiuta a vivere l’amore, l’ascolto, il rispetto verso Dio. • Un ambito che ci aiuta a comprendere il dono del timore di Dio è certamente quello dell’ascolto. • Pensiamo all’esperienza di Mosè di fronte al roveto ardente (cf Es 3,1-6), egli vive il timore di Dio che si esprime attraverso il rispetto, la fiducia, la consapevolezza di trovarsi su un terreno sacro. • Vi è una sostanziale differenza tra la paura e il timore. La paura blocca, ha effetti psicosomatici; il timore è la capacità di cogliere la grandezza di Dio, ha come base la fede in Gesù e come ambito quello dell’ascolto, ed ha come espressione anche l’amore al prossimo, perché se il dono del timore di Dio è l’amore che si prova per Lui, include anche l’amore al prossimo. • Il dono del Timore di Dio trova il suo compimento nella Chiesa, sia nella sua comunione d’amore con il Signore Gesù, sia nella sua testimonianza dello stesso amore attraverso il servizio. • Il Timore di Dio è un dono attivo che implica un dinamismo. Attivo perché è sempre nuovo e va accolto come tale; dinamico perché nel cammino di fede guai a sentirsi arrivati! Bisogna stare dietro i passi di Gesù… sempre!!! Vivere la fede, significa: • vivere il dono della libertà in maniera piena; • impegnarsi a crescere in un cammino di continua conformazione a Gesù; • vivere in Lui e per Lui; • andare contro gli schemi che a volte sono impregnati di puro perbenismo e di ipocrisia; • vivere la straordinarietà del quotidiano; • metterci continuamente alla scuola degli altri; • riconoscere che è per grazia di Dio che siamo quello che siamo e che la sua grazia non è stata vana (cf 1Cor 15,10); • attendere con timore e tremore alla nostra salvezza perché è Dio che suscita in noi il volere e l’operare (cf Fil 2,12-13). “La fede non è una certezza leggera, ma una fiducia tutta tremante: fiducia viva, stupita, vigilante. La nostra salvezza è un miracolo che Dio «opera in noi», è per questo che richiede tutta la nostra attenzione. Prendendo consapevolezza che ogni momento della nostra vita è incontro con Dio e in ogni momento Lui è con noi” (Lettera di Taizè 2004/4). CANONE: Nulla ti turbi Dalla seconda lettera di san Paolo Apostolo a Timoteo (4,1-5) 1 Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua 2 manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non 3 opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini 4 si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per 2 E, ancora guidati da Paolo, ricordiamo che per vivere tutto questo occorre: • Non trascurare i doni, le capacità, i talenti ricevuti da Dio. L’umiltà è la capacità di riconoscere con molta franchezza e onestà quanto di bello portiamo dentro e condividerlo…. Talvolta facciamo fatica a riconoscere i doni di Dio; altre volte per comodità preferiamo dire che non ne abbiamo; altre ancora ne facciamo un uso improprio come se tutto fosse merito nostro… non trascurare i doni ricevuti. 3