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Conoscere il territorio della città in cui viviamo, essere in grado di

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Conoscere il territorio della città in cui viviamo, essere in grado di
RAPPRESENTAZIONE, LETTURA E FRUIZIONE DELL’IMAGO URBIS: FONTE INDISPENSABILE DI
EDUCAZIONE ALLA CONOSCENZA DEL TERRITORIO
Conoscere il territorio della città in cui viviamo, essere in grado di leggere l’imago urbis significa riscoprire la
realtà che ci circonda e di cui siamo parte integrante. Così come sviluppare la conoscenza del territorio,
acquisire la capacità di relazionarsi col patrimonio da tutelare e conservare risulta di basilare importanza al fine
di recuperare le radici storiche e culturali del nostro vivere quotidiano. Consideriamo, in particolare, le possibili
forme di lettura e di osservazione del territorio a nostra disposizione in rapporto alle tracce lasciate dall’attività
umana, da quell’uomo, attore principale della storia, che con la sua azione ha costruito nel tempo e costruisce
tuttora ciò che lo attornia. In fondo, l’immagine di una città è proprio quella che i suoi stessi abitanti hanno
forgiato, modellato e plasmato nel corso dei secoli in una continua opera di sovrapposizione e di incessante
stratificazione influenzata dalle vicende della storia socio-economica, politica e religiosa. Esistono quindi dei
tratti caratteristici, degli elementi peculiari, determinati dal continuo evolversi della storia, che
contraddistinguono ogni realtà urbana rispetto alle altre. Odierna necessità – a fronte della ‘modernizzazione’
che ogni epoca insegue, crea e in qualche modo subisce – è il tentativo di preservare, di mantenere le tracce
distintive di questa realtà storico-territoriale, siano esse chiaramente visibili o costrette a una progressiva
trasformazione ed eliminazione.
Cosa rappresentano l’imago urbis e il territorio nell’immaginario collettivo? O meglio cosa esprimono per noi
questi due ‘concetti’? In primis possiamo fare riferimento alla letteratura, ai racconti di viaggio che descrivono in
maniera particolareggiata una città come Bergamo, evidenziandone gli elementi caratterizzanti e peculiari; ma
possiamo anche portare la nostra attenzione all’ambito più urbanistico o architettonico andando quindi a
riscoprire le diverse tappe dello sviluppo della città. Potremmo ancora interpretare i due ‘concetti’, di immagine
della città e di territorio, in chiave geomorfologica studiando il territorio e la città dal punto di vista geologico,
morfologico, ambientale o come entità politica-amministrativa, antropica, etnografica, socio-economica.
Esistono, in realtà, molteplici possibilità di lettura in relazione alle nozioni di imago urbis e di territorio legate alla
diversa prospettiva1 da cui ci si pone nel guardare alla città, nell’analizzare il suo entourage territoriale, come
viene chiaramente affermato da L. Pagani nel suo studio Il volto della città di Bergamo nel catasto napoleonico:
Il tema del ‘volto della città’, anche limitatamente a un preciso momento storico, si apre ad ampie prospettive di
lettura. Parlando di Bergamo non possono non venire alla mente, con effetto emblematico, i noti lavori di Luigi
Angelini…, o gli studi di altri autori, dedicati alle diverse tappe o a particolari ritmi dello sviluppo della città e alla
progressiva definizione della ‘forma urbis’. Si è invitati d’altra parte a riflettere sul ‘volto’ della città quale ci viene
dalla rappresentazione cartografica o iconografica in genere, distinguendo…il sempre insostituibile uso della
rappresentazione…da una verifica del significato della rappresentazione in se stessa2.
L’aspetto che ci interessa trattare in un discorso educativo concernente la rappresentazione, la lettura e la
fruizione dell’imago urbis è principalmente legato ad una chiave interpretativa di tipo storico, che consente di
acquisire una visione complessiva del territorio attraverso un’articolata e variegata lettura dell’immagine della
città. L’analisi storica applicata a questo tema porta, infatti, ad avere una visione multidisciplinare e dà adito a
numerose argomentazioni riguardanti il contesto economico, sociale, politico, culturale, religioso, ma anche e
non ultimo quello urbanistico e catastale.
A seguito di queste considerazioni, risulta evidente che una proposta di educazione al territorio e alla
conoscenza del volto della città di Bergamo nel XIX e XX secolo è di primaria importanza sia per stimolare che
per avvicinare gli studenti a tale tematica, che nell’attività scolastica risulta il più delle volte inesistente o
comunque trova uno spazio ridotto. Il progetto, elaborato nel 2001 dal Gruppo didattico culturale del Museo
storico, di un laboratorio didattico incentrato sullo studio dell’immagine di Bergamo tra Ottocento e Novecento
nasce proprio dal tentativo di stimolare negli studenti un’iniziale forma di ‘curiosità’, che si trasformi, poi, in vero
e proprio percorso di ricerca e di lettura dei documenti storici.
L’attualità e l’importanza che tale argomento riveste, oltre alla possibilità di diversificare le modalità di
approccio, hanno consentito di proporlo anche a un pubblico adulto nel contesto di un’attività di formazione
permanente. In tal modo, la prospettiva di fruizione dello studio sull’immagine della città partendo dagli studenti
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Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28
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giunge sino agli adulti, attraverso un legame generazionale che si fa stimolo reciproco al continuo
approfondimento e avvicinamento a tale tematica .
Il software di Sgi (sistema geografico informativo)
Il progetto elaborato dal Gruppo didattico culturale ha preso avvio dall’importantissimo lavoro svolto
dall’architetto Paolo Oscar per il Museo storico: l’informatizzazione dei dati catastali di Bergamo e dei comuni
censuari alla data del 1853, informatizzazione per la quale è stato utilizzato un software di Sgi predisposto3.
Attraverso la rielaborazione informatica delle mappe del Catasto Lombardo-Veneto e attraverso
l’informatizzazione dei registri di corredo – materiale conservato presso l’Archivio di Stato di Milano e di
Bergamo – è stata prodotta la “base geografica”, ossia la struttura portante del sistema informativo, supporto
per l’inserimento di un’ulteriore serie di dati riguardo le singole parti della città derivati da fonti documentarie. Si
è così raccolto ed elaborato un insieme di informazioni relative alla città e ai comuni censuari, informazioni
visibili sotto forma di mappe tematiche, di tabelle, di immagini e ricercabili secondo differenti chiavi. Ad esempio
è possibile visualizzare una mappa della città con l’indicazione della destinazione d’uso delle particelle
catastali: terreni coltivati o incolti, edifici di culto o civili, case private o botteghe, ecc. O ancora è possibile
identificare i possessori delle particelle o conoscere la denominazione di terreni, strade, quartieri che nel
volgere dei decenni si è persa o trasformata.
Innumerevoli le possibilità di utilizzo dei dati informatizzati: dalla ricerca storica di taglio economico-sociale alla
ricerca di taglio urbanistico o politico; dall’attività educativa di carattere storico per la scuola alla formazione
professionale inerente l’utilizzo del software specifico. Una prima ipotesi di inserimento del lavoro dell’architetto
Oscar all’interno di un progetto educativo è rappresentata dal laboratorio sull’imago urbis curato dal Gruppo
didattico.
Il laboratorio “L’immagine della città di Bergamo”
Il laboratorio dal titolo “L’immagine della città” viene proposto in modo diversamente calibrato per scuole
elementari, medie e superiori e prevede lo sviluppo di un’attività svolta a più livelli nell’intento di stimolare
l’osservazione, lo spirito critico e far emergere la capacità di posizionarsi a livello spazio-temporale. Per ciò che
concerne il periodo storico compreso nelle attività del laboratorio si considerano il XIX e il XX secolo, in
particolare dagli anni cinquanta dell’Ottocento sino agli anni trenta del Novecento.
La prima fase, che consente un avvicinamento alle nozioni di base inerenti le fonti storiche proposte, prevede
un’introduzione generale concernente l’immagine, le diverse modalità di rappresentazione utilizzate nel tempo
e la cartografia e successivamente un momento in cui l‘operatore illustra e presenta la fonte catastale (In che
cosa consiste? Come si utilizza? Perché è importante?).
Viene poi richiesto agli studenti una prima osservazione globale della città di Bergamo, durante la quale,
partendo dalla loro esperienza cognitiva del territorio, scoprono gli elementi peculiari che oggi
contraddistinguono Bergamo da altre città italiane e straniere.
Segue quindi una fase di concreta partecipazione al laboratorio, in cui i ragazzi esplorano la loro città, si
accostano alla sua storia, colgono le mutazioni avvenute tra
Ottocento e Novecento e imparano a posizionarsi sul territorio stesso: gli studenti vengono invitati a confrontare
le diverse immagini della città a loro disposizione, svolgendo un lavoro di ricerca su documenti recenti (mappa
digitalizzata) e carte d’epoca ottocentesca.
L’attività richiesta ai partecipanti a questo punto si diversifica in base alle classi.
Per le scuole elementari e medie viene proposta una lettura dell’imago urbis legata alla capacità individuale di
guardare ed esaminare nonché al legame cognitivo che ogni studente possiede con la città di Bergamo.
L’iniziativa, articolata in un’attività di osservazione, ricerca e posizionamento spazio-temporale, prevede un
gioco di riconoscimento e collocazione delle immagini4 nello spazio e nel tempo, ossia all’interno della città e
nei secoli. L’operatore distribuisce ad ogni partecipante una o due schede-immagini (raffiguranti edifici o
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monumenti connessi alle vicende urbane e storiche di Bergamo), un foglio di lavoro che rimane ai ragazzi (da
utilizzare per verificare l’attività effettivamente svolta e per successivi approfondimenti in classe) e un foglioaiuto per gli alunni delle scuole elementari.
Lo studente, dopo aver identificato l’immagine (cosa rappresenta?), coadiuvato dall’operatore la ricerca sulle
mappe, prima sulla mappa attuale di Bergamo, poi su quella del 1853 (digitalizzata e catastale) e infine
sull’aerofotografia risalente al 1924. Nel corso di questa fase si aprono al ragazzo due possibilità: individuare
l’immagine e localizzarla sulle quattro mappe; oppure non riuscire a riconoscerla e collocarla su una o più
mappe o perché nel corso dei secoli ha modificato la denominazione o in quanto non ancora o non più
esistente: è stimolato quindi a scoprire, con l’aiuto dell’operatore, le motivazioni legate ai mutamenti storiciurbanistici della città.
L’ultima fase del laboratorio prevede, infine, il confronto tra i risultati ottenuti in rapporto alla realtà storica,
politica-economica e sociale e una riflessione sull’immagine della città di Bergamo emersa dal lavoro dei
partecipanti stessi.
Sarà poi possibile, su richiesta degli insegnanti, visionare, con l’ausilio dell’operatore, anche la mappa della
città presente all’interno del software di Sgi (sistema geografico informativo) e effettuare ricerche di base.
Per quanto attiene alle scuole superiori è previsto, invece, un maggiore approfondimento del confronto tra le
immagini di Bergamo nell’Ottocento e nel Novecento allo scopo di ricostruire le vicende urbane della città in
rapporto con gli avvenimenti storici nazionali e con quelli legati alla realtà di Bergamo. Viene, inoltre, proposto
agli studenti un riferimento costante alla letteratura di viaggio e a quella locale, andando a riscoprire la
Bergamo descritta da altri e cercando di intravederne le mutazioni avvenute nel tempo attraverso la lettura e lo
studio dei topoi presenti in queste descrizioni. L’analisi delle impressioni sullo spazio urbano e sulla sua
popolazione, espresse chiaramente da molti viaggiatori e noti scrittori, è di grande rilievo per ‘documentare’ le
fasi di trasformazione della città e per costruire l’immagine di Bergamo nel corso dei secoli.
Gli studenti verranno quindi guidati dall’operatore nell’utilizzo del software di Sgi attraverso il quale si possono
effettuare ricerche tematiche e monotematiche (toponimi, proprietà, tipologie di edifici, localizzazione dei gelsi,
ecc.) riguardanti la città di Bergamo e i comuni censuari, nonché produrre mappe rispondenti alle diverse
esigenze e ricostruire i diversi volti della città in base alla chiave di lettura prescelta.
Il materiale utilizzato per questo laboratorio, dove gli studenti lavorano e interagiscono con documenti storici, è
molto vario, di forte impatto e di grande coinvolgimento: una serie di schede-immagini, mappe d’epoca, mappe
catastali, mappe digitalizzate, foto-piano della città, aerofotografie, stampe, quadri, fotografie.
Inoltre, il confronto tra queste diverse tipologie di materiale, ed in particolare tra quello cartaceo e quello
digitalizzato, rende l’attività educativa ancor più innovativa e di ampio respiro in quanto diversificata nelle
possibilità di lettura e fruizione.
Obiettivi
Uno degli obiettivi principali del laboratorio “L’immagine della città” è quello di avvicinare le scuole allo studio
del territorio e consentire ai partecipanti di imparare a ‘leggere’ l’immagine della città di Bergamo attraverso le
mappe e la cartografia dell’Ottocento e Novecento; di ‘accostarsi’ alle diverse forme di rappresentazione
(quadri, stampe, fotografie) e di poter ‘fruire’ degli elementi scoperti e appresi durante le attività per essere in
grado di posizionarsi all’interno del territorio stesso e di riconoscersi nella dimensione spazio-tempo.
L’attività, diversamente strutturata in base alle classi di appartenenza, consente, inoltre, agli studenti di divenire
consapevoli dell’unicità dei beni culturali contribuendo a mantenere vivo o sviluppare in loro il senso civico. La
parte del confronto tra le immagini di Bergamo nell’Ottocento e nel Novecento, in relazione sia agli avvenimenti
politici-economici-sociali che ai principali eventi urbanistici, permette di cogliere le mutazioni avvenute in tale
periodo e di scoprire il legame esistente tra lo sviluppo delle vicende urbane e il divenire storico.
Durante lo svolgimento delle attività gli studenti vengono costantemente avvicinati alla lettura e alla
comprensione delle fonti storiche imparando a osservare, interrogare, consultare e periodizzare il materiale di
ricerca nelle sue varie accezioni.
Infine la visione e la fruizione del software di Sgi permettono al ragazzo di acquisire la capacità di svolgere
ricerche a vari livelli con supporto informatico.
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Il laboratorio nell’ambito della formazione permanente
Il percorso proposto agli adulti risulta diversamente strutturato in considerazione alla diversa e diretta
esperienza cognitiva e affettiva che tale tipologia di pubblico può possedere in relazione alla propria
conoscenza della città di Bergamo.
L’iniziativa consente di riscoprire alcuni elementi fondamentali legati all’imago urbis e può divenire punto di
partenza per porsi delle domande di approfondimento, per valorizzare ulteriormente il rapporto con la
dimensione storica e con il territorio in cui si vive proprio a partire dall’esperienza individuale, dalla diretta
testimonianza dei cambiamenti e dal vissuto che ognuno di noi porta in sé.
Le argomentazioni trattate durante l’attività di formazione coincidono in parte con i temi proposti per le scuole
superiori, temi che vengono però maggiormente approfonditi, seguendo nello specifico il filone della letteratura
e dell’analisi delle diverse forme di rappresentazione del territorio.
Anche in questo caso è di particolare interesse per la lettura dell’imago e della forma urbis, nonché dei
cambiamenti verificatisi nella struttura urbana, il confronto che viene proposto tra le immagini ottocentesche e
novecentesche utilizzando numerose mappe di diversa periodizzazione, materiale cartografico e fotografico
(mappe cartacee e catastali antiche, aerofotografie, foto-piano, mappe digitalizzate, ecc.), descrizioni di
viaggiatori e impressioni di uomini che hanno visitato Bergamo nel corso dei secoli.
L’operatore illustrerà quindi le principali vicende urbane di Bergamo in connessione con gli avvenimenti della
storia locale e nazionale, socio-economica, politica e religiosa, portando il pubblico a riscoprire la città nelle sue
peculiarità e nelle sue modificazioni temporali.
Sarà proposta anche la visione guidata del software di Sgi, attraverso il quale svolgere ricerche secondo
diverse chiavi e ricostruire mappe tematiche-monotematiche della città e dei suoi comuni censuari.
E’ chiaro che un tema come questo, legato allo studio del territorio e alla lettura delle possibili immagini della
città di Bergamo, è quanto mai aperto al confronto diretto, alla ricezione di conoscenze, testimonianze ed
esperienze del pubblico pienamente partecipe della realtà urbana. Risulta quindi di basilare importanza, di
fronte a un pubblico adulto, prediligere e stimolare proprio gli interventi finalizzati alla costruzione di un dialogo
‘edificante’, in vista di un reciproco scambio di conoscenze.
1
Su tale concetto è interessante la riflessione di M. Zanetti, La scoperta del territorio per una cultura
multidisciplinare, in Atti della Giornata di studio regionale, San Donà di Piave, 2000, p 45-53, interamente
dedicata allo studio del rapporto tra museo e territorio in cui si legge:“L’espressione “territorio”, usata
diffusamente e spesso impropriamente, presenta un sostanziale carattere di genericità. Il suo significato può
infatti essere diverso in ragione del riferimento specifico che costituisce l’oggetto dell’espressione stessa…Le
stesse interpretazioni relative all’entità territoriale possono essere formulate in chiave dinamica o in chiave
statica e questa stessa può pertanto presentare una certa variabilità temporale”.
2
L.Pagani, Il volto della città di Bergamo nel catasto napoleonico, in Atti dell’Ateneo di scienze, lettere ed arti di
Bergamo, 1980-81, vol. 42°, p. 783-804.
3
Il lavoro realizzato dall’architetto Oscar verrà presentato più estesamente dall’autore stesso nel prossimo
numero della rivista.
4
Il gioco proposto, una sorta di ‘caccia all’immagine’, è attuato con schede raffiguranti un monumento o un
edificio significativo della città di Bergamo, che deve essere rintracciato su mappe aventi una visione di tipo
catastale (per particelle), quindi facilmente ricercabili.
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