Soia: possibile fonte proteica come trinciato integrale
by user
Comments
Transcript
Soia: possibile fonte proteica come trinciato integrale
SPECIALE SOIA ● INDICAZIONI SULL’UTILIZZO DELLA PIANTA INTERA DA INSILATO Soia: possibile fonte proteica come trinciato integrale Prime esperienze aziendali hanno mostrato che la soia può essere raccolta come trinciato integrale e conservata mediante insilamento. L’utilizzo di inoculi di batteri lattici può ridurre il rischio di fermentazioni anomale nei casi in cui il tenore di sostanza secca alla trinciatura sia troppo basso e non ottimale per il decorso fermentativo di Ernesto Tabacco, Giorgio Borreani I l recente aumento dei costi della componente proteica per l’alimentazione della vacca da latte e la necessità di diversificare le colture e creare aree ecologiche per soddisfare gli impegni della nuova pac ha accresciuto l’interesse per l’utilizzo di leguminose da granella in rotazione annuale nei sistemi colturali della Pianura Padana. I prezzi elevati della granella di soia integrale (oltre 350 euro/t) rendono interessante la coltura anche dal punto di vista economico. La possibilità di conservare la pianta intera mediante insilamento offre inoltre nuove opportunità di utilizzo della coltura, specialmente nelle aziende zootecniche da latte. Alcune prove svolte nell’ultimo triennio hanno avuto lo scopo di valutare le rese produttive ed ottenere indicazioni sul momento più adatto per la raccolta e per avere andamenti delle fermentazioni favorevoli e una conservazione ottimale. 50 Vantaggi per tutte le aziende L’investimento a soia di parte della superficie aziendale può risultare vantaggiosa per le aziende sia cerealicole sia zootecniche. Le prime hanno l’opportunità di inserire in rotazione una coltura azotofissatrice (che quindi parzialmente soddisfa le esigenze legate al greening e migliora la fertilità del suolo) e che gode di un contributo accoppiato specifico (limitatamente alle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia). In più, essendo una dicotiledone, consente di controllare con prodotti diserbanti specifici e senza grosse spese le infestanti graminacee (in primo luogo Sorghum halepense), che spesso infestano i campi in cui prevale la monosuccessione del mais. Nelle aziende zootecniche, oltre ai vantaggi appena descritti, la soia consumata cruda direttamente in razione può contribuire a ridurre i costi legati all’acquisto di proteina extra-aziendale. Questo è particolarmente favorito dalla presenza sul mercato di varietà L’Informatore Agrario • 7/2015 © 2015 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. a basso contenuto di fattori antinutrizionali già sperimentate da Snidaro e Danelon (2009) nell’alimentazione di bovine da latte come farina integrale cruda, senza i trattamenti industriali di estrazione dell’olio e tostatura, che consente tra l’altro maggiori garanzie di genuinità e il recupero dell’energia derivante dalla presenza dell’olio nei semi integrali. Un altro aspetto interessante per l’azienda zootecnica, specialmente da latte, è la possibilità di valorizzare questa leguminosa da granella mediante l’utilizzo della pianta intera come trinciato integrale conservato tramite insilamento. Alcune ricerche statunitensi e canadesi indicano come il trinciato integrale di soia possa fornire una fonte di proteine e di amido per il bestiame, consentendo una riduzione degli acquisti extra-aziendali di proteina (Mustafa e Seguin, 2003; Sheaffer et al., 2001). Nell’ultimo triennio, presso il Centro sperimentale dell’Università di Torino e in alcune aziende zootecniche piemontesi si stanno inoltre valutando alcune varietà precoci di soia, caratterizzate da bassi contenuti di fattori antinutrizionali (Aires, Ascasubi e Hilario) da conservare come trinciato integrale mediante insilamento, coltivate in rotazione stretta con erbai di cereali vernini o loglio italico. Le prove hanno fornito indicazioni precise sulle rese di sostanza secca e sul momento ottimale di raccolta, come illustrato in seguito. La soia nei sistemi colturali e foraggeri La soia è una coltura abbastanza flessibile, con la possibilità di essere seminata in primo raccolto nel mese di maggio (gruppo delle varietà medio-tardive a ciclo lungo, 1 e 1+) o in secondo raccolto dopo il loglio italico, un cereale vernino o il pisello proteico nel mese di giugno (gruppo delle varietà medio-precoci e precoci a ciclo breve, 1– e 0+). GRAFICO 1 - Produzione media di granella di soia in relazione all’epoca di semina GRAFICO 2 - Produzione media di granella in relazione al regime irriguo 5 Produzione granella (t s.s./ha) Produzione granella (t s.s./ha) 4 3 2 1 0 Maggio Giugno Inizio luglio Epoca di semina L’epoca di semina influisce sulla produzione di granella: seminare entro la metà di giugno consente di avere rese superiori a 3 t/ha. 4 3 2 1 0 No Irrigazione Si L’irrigazione consente di avere rese produttive più elevate e costanti rispetto alla coltura asciutta. Alcune esperienze aziendali, in anni con andamenti climatici favorevoli in autunno, hanno dimostrato che è possibile raccogliere la granella di soia seminata dopo la trebbiatura dell’orzo (varietà a ciclo precoce 0+). I risultati delle prove varietali in differenti condizioni agronomiche sono riportate annualmente su questa rivista (Signor et al., 2013). Nell’azienda zootecnica, la possibilità di raccogliere i cereali vernini come trinciato integrale consente inoltre di anticipare i tempi della semina e di utilizzare varietà a ciclo medio-lungo. La semina a giugno permette di raccogliere la soia come trinciato ad inizio ottobre oppure, se le condizioni climatiche sono favorevoli, di trebbiare la granella alla fine di ottobre, avendo ancora il tempo per la semina di un nuovo erbaio di cereali vernini. di inserire una nuova coltura invernale-primaverile). La produzione di granella è inoltre incrementata negli areali in cui, in caso di estati siccitose, è possibile intervenire con l’irrigazione. In coltura irrigua le rese produttive aumentano mediamente del 25% rispetto alle stesse colture condotte in asciutta (grafico 2). Raccogliendo la granella è possibile produrre una quantità di proteina pari a circa 1.400 kg/ha per le semine di maggio e pari a circa 1.100 kg/ha nelle semine effettuate entro la metà di giugno. Nelle aziende zootecniche, la stessa quantità di proteina può essere ottenuta anche con semine eseguite a fine giugno, raccogliendo la pianta intera come trinciato e conservandola mediante insilamento. Rese in sostanza secca e proteina Nelle prove condotte presso il Centro sperimentale dell’Università di Torino e nelle aziende zootecniche, la soia è stata seminata dopo la raccolta degli erbai di cereali vernini allo stadio di maturazione cerosa, dopo la raccolta del pisel- Nel grafico 1 sono riportate le rese di granella (in tonnellate di sostanza secca a ettaro) ottenibili dalla soia in relazione all’epoca di semina. Generalmente la semina nel mese di maggio rispetto a quella di giugno consente di ottenere produzioni più elevate, con differenze che si aggirano attorno ai 5-6 q di granella. Per le semine a luglio dopo la trebbiatura dei cereali, le rese sono ridotte (al massimo 20 q di granella) e non sempre consentono di raccogliere un prodotto di qualità, sia per l’elevata umidità della granella (sempre sopra il 30%, e quindi con costi elevati di essiccazione) sia per il periodo in cui si va a trebbiare (novembre, che preclude la possibilità Il momento ottimale per trinciare SPECIALE SOIA lo proteico o dopo due tagli dell’erbaio di loglio italico. Le semine sono avvenute solitamente nella terza decade di giugno e la raccolta è avvenuta attorno alla metà di settembre per gli stadi precoci e all’inizio di ottobre per gli stadi più tardivi (foto 1). In tutti i casi si è scelto di effettuare la raccolta diretta in campo con trincia semovente, per evitare complicazioni durante la raccolta, legate alla fase di appassimento in campo e ridurre i rischi di perdite dovute ai trattamenti meccanici ( foto 2). Le nuove testate «direct disc» per le trince semoventi consentono di raccogliere la pianta di soia a pochi centimetri dal suolo, riducendo al minimo le perdite di sostanza secca legate alle stoppie lasciate in campo. Dalle prove aziendali, le prime indicazioni operative sono quelle di effettuare la raccolta in stadi piuttosto avanzati, quando la granella ha già raggiunto il suo pieno sviluppo (stadio fenologico R7-R8), in modo da massimizzare la produzione e la concentrazione di proteina e grassi nel foraggio raccolto. Mediamente, la soia trinciata in questo stadio ha un tenore di sostanza secca superiore al 30%, produce oltre 5 t/ha di sostanza secca con oltre 1.000 kg/ha di proteina (grafici 3 e 4). La raccolta in stadi più precoci (quando il baccello comincia il suo riempimento, stadio R5-R6) permette di raccogliere meno sostanza secca e meno proteine per ettaro e il trinciato che si ottiene normalmente ha meno del 25% di sostanza secca. Quando il momento di raccolta viene posticipato a stadi più avanzati, la qualità nutrizionale non peggiora con il contenuto in NDF che si mantiene al di sotto del 50% della sostanza secca, mentre aumentano i contenuti di proteina (dal 15 al 20% della s.s.) e di estratto etereo (dal 3 al 7-8% della s.s.). Foto 1 Stadi di raccolta della soia: precoce (R5-R6), tardivo (R7-R8). Anche con la pianta quasi secca (fino a tenori di s.s. del 50%) la qualità è ottimale con più proteina e grassi nell’insilato 7/2015 • L’Informatore Agrario © 2015 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. 51 TABELLA 1 - Profilo fermentativo di insilati di trinciato integrale di soia (1) Stadio alla raccolta R5-R6 Utilizzo di inoculo no sì R7-R8 no sì 21,7 22,2 30,4 32,1 Tenore s.s. (%) 4,67 4,46 4,91 4,79 pH 61 80 30 40 Acido lattico (g/kg s.s.) 60 67 57 54 Acido acetico (g/kg s.s.) 11 10 4 4 Acido propionico (g/kg s.s.) 25 6 1 0 Acido butirrico (g/kg s.s.) 22 22 23 23 Etanolo (g/kg s.s.) Ammoniaca (% azoto totale) 18,8 15,9 14,7 12,7 Insilato butirrico (R5-R6) 22,4 5,15 1 52 13 50 22 22,2 (1) Raccolto a differenti stadi di sviluppo, con e senza utilizzo di inoculo di batteri lattici. R5-R6 = stadio di raccolta precoce. R7-R8 = stadio di raccolta tardivo. Dai dati si può osservare come la conservazione sia risultata ottimale quando la pianta intera è stata raccolta a stadi avanzati di maturazione. GRAFICO 3 - Produzione media di trinciato integrale in relazione allo stadio fenologico della coltura GRAFICO 4 - Produzione media di proteine in relazione allo stadio fenologico della coltura Proteine raccolte (kg/ha) Produzione trinciato (t s.s./ha) 6 5 4 3 2 1 0 R5-R6 R7-R8 Stadio alla raccolta 1.200 1.000 800 600 400 200 0 R5-R6 R7-R8 Stadio alla raccolta R5-R6 = stadio di raccolta precoce. R7-R8 = stadio di raccolta tardivo. La soia seminata a fine giugno produce mediamente oltre 5 t di sostanza secca, se trinciato a stadi avanzati di maturazione della granella. Andamento fermentativo e qualità di conservazione Al momento della trinciatura la pianta di soia contiene una buona quantità di zuccheri (5-8% della s.s.), soprattutto se la raccolta è posticipata a ottobre, quando i giorni di sole seguiti da notti più fredde consentono di accumulare una maggiore quantità di carboidrati solubili nella pianta. I valori del potere tampone, cioè l’attitudine della pianta a contrastare l’abbassamento del pH durante la fermentazione, sono invece piuttosto elevati (superiori ai 300 meq/kg di s.s.) e, come per tutte le leguminose, possono compromettere il buon andamento delle fermentazioni. Per abbassare il pH dell’insilato a valori tali da scongiurare l’instaurarsi di fermentazioni butirriche sarà quindi 52 necessaria una maggiore quantità di acido lattico. La trinciatura diretta in campo non sempre consente di avere tenori di sostanza secca alla raccolta ottimali (superiori al 30%) e quindi la fermentazione dell’insilato va tenuta sotto controllo. Gli insilamenti effettuati hanno evidenziato che l’utilizzo di inoculi di batteri lattici omolattici possono contribuire alla buona riuscita delle fermentazioni, limitando il rischio di fermentazioni butirriche, soprattutto quando il tenore di sostanza secca alla raccolta non è ottimale. Dai dati di tabella 1 si può osservare come la conservazione sia risultata ottimale quando la pianta intera è stata raccolta a stadi avanzati di maturazione. In questi casi l’inoculo con batteri lattici ha ulteriormente migliorato il quadro fermentativo rispetto agli insilati controllo, con pH leggermente più basso, assenza di acido butirrico e valori di azoto ammoniacale attorno al 12% dell’azoto totale. A stadi di raccolta più precoci, invece, solo con l’utilizzo dell’inoculo si è potuto avere sempre insilati con un profilo fermentativo accettabile. Nel caso di insilamenti senza l’ausilio dell’inoculo invece, in alcuni casi (un esempio è riportato nell’ultima colonna della tabella 1), gli insilati sono risultati butirrici, con valori di pH superiori a 5, quasi totale assenza di acido lattico a scapito di un maggior contenuto di acido butirrico, acetico e propionico e valori di azoto ammoniacale anche superiori al 20% dell’azoto totale. Buone opportunità per la zootecnia La soia introdotta nei sistemi colturali delle aziende cerealicole e zootecniche può fornire quantità interessanti di granella o di foraggio. La possibilità di raccogliere la pianta intera consente di ampliare la finestra di semina della coltura fino alla fine di giugno-inizio luglio. Ernesto Tabacco, Giorgio Borreani Forage Team - Dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari (Disafa) Università di Torino Per commenti all’articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: [email protected] Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografia: www.informatoreagrario.it/ rdLia/15ia07_7840_web L’Informatore Agrario • 7/2015 © 2015 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. SPECIALE SOIA ● ARTICOLO PUBBLICATO SU L’INFORMATORE AGRARIO N. 7/2015 A PAG. 50 Soia: possibile fonte proteica come trinciato integrale BIBLIOGRAFIA Mustafa A.F., Seguin P. (2003) - Characteristics and in situ degradability of whole crop faba bean, pea, and soybean silages. Canadian Journal of Animal Science, 83: 793-799. Signor M., Barbiani G., Spolon S., Viola P., Felloni S. (2013) - Varietà di soia per le semine 2013. L’Informatore Agrario, 8: 51-54. Sheaffer C.C., Orf J.H., Devine T.E., Jewett J.G. (2001) - Yield and quality of forage soybean. Agronomy Journal, 93: 99-106. Snidaro M., Danelon I. (2009) - Soia con meno antinutrizionali ottima per rese e nelle razioni. L’Informatore Agrario, 19: 54-56. www.informatoreagrario.it Edizioni L’Informatore Agrario Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera.