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N. 8 – 2011 - Il sito di Tiziano Marelli

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N. 8 – 2011 - Il sito di Tiziano Marelli
MILENA
QUAGLINI
Casalinga,40anni,segniparticolari:
vendicativa
Aveva sopportato stupri e violenze. Si fece giustizia da sola, eliminando gli uomini che la trattavano male.
La Quaglini non riuscì a smettere di uccidere: l’ultima vittima fu se stessa
di Tiziano Marelli - L’Europeo n. 8, 2011
L
astoriacriminaleitaliananoncontamoltedonneserial
killer.Anzi,riconosciutecometali,atutt’oggicenesono
solo tre. La prima è Leonarda Cianciulli (1893-1970),
la“saponificatricediCorreggio”.Lapiùrecenteè SonyaCaleffi:vittimeunnumeroancoroggiimprecisatodi
anzianimalatiterminaliricoveratinell’ospedaleManzonidiLecco
dov’erainfermiera.Arrestatanel2004,laCaleffièstatacondannata
a20annipercinqueomicidivolontarietretentatiomicidi.L’ultima
è forse la meno famosa: Milena Quaglini.
Le sue note biografiche sono scarne, e di fatto demandate ai
racconticheleidecidedifareinunasortadisfogoliberatorio,ormai
assicurataallagiustizia,agliinquirentieaglipsichiatri.MilenaQuaglininascenel1957aMezzanino,inunambientefamiliaremarginaleedegradato:èlasecondafiglia(lasorellaèappenapiùgrande)
diunpadreviolentoealcolista,mentrelamadreèdifattoinesistentenonchétotalmentesottomessaalmarito-padrone.Conseguitoil
diploma di ragioneria, a 18 anni Milena (capelli neri a caschetto,
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minuta,carinaedotatadifascino)abbandonalacasadifamiglia–a
Broni,pochichilometridaPavia–permantenersiconlavorettisaltuari.Tuttosembracambiarequandoincontraquellocheleistessa
definirà“l’uomodellamiavita”:èamoreaprimavista,quasisubito
arrivailmatrimoniocontrasferimentoaComoenascitadiunfiglio,
Dario.L’esistenzasembrascorrerefinalmentetranquilla,mal’uomo
siammalaimprovvisamentedidiabetefulminanteemuorenelgiro
diqualchemese.Èl’iniziodiunavitadevastanteedolorosa,connotata–oltrechedaassassinii–dadepressione,abusodifarmacie
alcol: nuovi “compagni di vita” che non la lasceranno mai.
Rimastavedova,Milenatornanellasuazonad’origine,sistabilisceaPaviaevivacchiadipiccoleoccupazionicheafaticaleconsentonodisopravvivereedicrescereilfiglio.ConosceMarioFogli,
uncamionistaviolentoeanch’essoalcolizzato.Iduesisposano,
mettono al mondo due figlie nei primi tre anni d’unione e fanno
scorrerelaloroesistenzafraprecarietà,ubriacature,disoccupazione
quasicronicaelitigiancheviolentissimiaccompagnatidaquelleche
«Hosbagliato,
malavecchia
Milenanon
esiste più.
L’hosepolta
insieme al
ricordodelle
personeche
houcciso»
Milena Quaglini
all’avvocatoLiciaSardo,
poco prima di
impiccarsi in cella
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A sinistra, Mario Fogli, secondo marito di Milena Quaglini. La picchiava e la violentava. Lei lo uccise incaprettandolo con la corda
di una tapparella. A destra, Angelo Porrello, convivente: la Quaglini lo uccise dopo uno stupro e gettò il cadavere in una concimaia.
leidefiniscevere–ancorchéabitualieperiodiche–violenzesessuali.
La Quaglini ha però tempo e modo di sviluppare il suo talento per
lapittura,afaticasbocciatoesopravvissutoinmezzoallosquallore
diunaquotidianitàdifficile:lapassionedàallenaturemorte(oltre
cheadalcunisoggettidinaturapoliticaespostievendutiaifestival
dipartitodellazona:leieFoglisonoentrambimilitantidellaLega)
ampiomaterialedistudioagliesperticriminologichesioccuperanno di lei negli anni a venire. Nel 1995 e alla soglia dei 40 anni Milenadecidecheèoradidirebastaaisoprusidelsecondomaritoesi
trasferisce con i figli in Veneto.
Abita a Este, vicino Padova. Viene assunta come colf da GiustoDellaPozza,ottantatreennepensionatoeusuraioabituale,che
a una sua richiesta di aiuto economico prima le presta 4 milioni di
lire e poi li richiede subito indietro. In alternativa cerca di imporle
unrapportosessuale.Milenaafferraunalampadaefracassalatesta
all’anziano.Quindiescedicasa,lasciapassarequalcheora,ritorna
echiamaun’ambulanzafingendodiavertrovatoilcorpoaterraal
suo arrivo: si sarebbe trattato di una disgrazia, e la versione è talmentepuntualeeaccoratadaconvincereicarabinieri.DellaPozza
è ricoverato in coma e muore in ospedale qualche giorno dopo. Il
casovienearchiviatocome“morteaccidentale”:secondogliinquirentilefrattureallatestarisultanocompatibiliconunacaduta,forse
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provocatadaunmaloreimprovviso.Milenadecidealloraditornare
con i figli dal marito, convinta di poter stabilire, questa volta, con
lui un buon rapporto.
S
iamonel1997.Passasolounannoprimadellaseconda
tragedia.Standoalsuoracconto,ilprimosabatod’agosto
dell’annosuccessivo,subital’ennesimaviolenzaasuondi
botte,MilenaQuagliniaspettacheilFoglisiaddormenti. Lo incapretta con la cinghia di una tapparella e si fa
anchetrovareprontaperreagireall’incredulaerabbiosareazione.
Lalottacheneconsegueduraalungo,l’uomomuore.Leichiudeil
corpoinduesacchidiplasticachetrasportasulbalconedicasaepoi
locopreconuntappeto.Passanomolteoreesolonelpomeriggio
successivo la donna chiama al telefono i carabinieri di Stradella e
confessal’omicidio,domandandoallefigliedi“confermare”all’apparecchio l’assenza stranamente prolungata del papà.
Imilitarichearrivanosulpostotrovanoleduebambinetranquillamente davanti alla tv (hanno quattro e sette anni: verranno
affidate con il maschio più grande alla sorella di Milena e, da quel
giorno, la Quaglini non le rivedrà praticamente più), il corpo del
padremortoapocadistanza,appenadietrolafinestradelsalotto.
Passasolounannoperilprimoprocesso:lacondannaammontaa
Il letamaio di Bascapè (Pavia) dove la Quaglini seppellì il cadavere di Angelo Porrello. La donna, alcolizzata e agli arresti domiciliari
per uxoricidio, riuscì a nascondere il delitto (commesso il 5 ottobre 1999) fino al 24 novembre, quando confessò.
14annidireclusione.Madelcasodecidedifarsipaladinal’avvocato Licia Sardo, che più avanti si batterà in appello per far ottenere
allasuaassistitalaseminfermitàdimente,riuscendoaottenerne
quasisubitogliarrestidomiciliari.Vistalamancanzadialloggio,
la condizione di solitudine, l’abuso di alcol e già due tentativi di
suicidioincarcere,surichiestadeltribunale,unacomunitàreligiosa
accetta di accogliere Milena. Il tentativo dura solo qualche settimanaperchéleinonvuolecurarsi,anzi:bevesempredipiùeisuoi
comportamentidapersonaviolentaedepressacronicahannoeffetti
negativi anche sugli altri ricoverati.
Obbligataatrovareunaltrodomicilio,ladonnaaccettal’ospitalitàdiunamico,mabenprestoridiventainquieta.Racconteràpoi
diaverdovutorespingereancheinquestocasoleennesimeavance
dell’ennesimo uomo che voleva approfittare di lei. Alla ricerca di
unanuovaabitazione,rispondeaunannuncio:«53ennedivorziato
dinamico,longilineo,casapropria,cercacompagnapiacevolemax
40 anni per amicizia-convivenza».
SitrattadiAngeloPorrellodellavicinaBascapè,fral’altro–ma
questo Milena non lo può sapere – appena scarcerato dopo una
condannaaseianniperviolenzasessualesullefiglie.Iduevengono
vistiinsieme,Porrelloraccontaingirodiessersimessoconunabella
quarantenne.TuttodurafinoachelaQuaglinivienefermatadisera
daicarabinierisuunaRegatabianca(cheinseguitosiscopriràintestataall’uomo).Poichéeraagliarrestidomiciliari,avrebbedovuto
restareincasa:scattaladenunciaperevasioneesiriapronoleporte
delcarcere,aVigevano.Èil7ottobredel1999e,dalgiornoprima,
diPorrellononsihannopiùnotizie.Il24diquellostessomesel’uomovieneritrovatonellavascadimattonidellaporcilaiasottocasa
sua,copertodaunalamieraeinavanzatostatodidecomposizione.
LeindaginiportanoaMilena,ancheperviadidueletterescrittedal
carcereall’uomoormaimorto:quasiuninvitopergliinvestigatori
abussareallaportadellasuacella.Dopounlungointerrogatorio,
laQuagliniconfessacomel’haucciso:con20pastigliediHalcion,
unpotentesonnifero,scioltenelcaffè,inunapausadaleiinvocata
–questalasuadichiarazione–duranteunaviolenzasessualeripetuta.Porrellosarebbecrollatoinstatodiincoscienzadopoqualche
sorso, quindi è stato adagiato a fatica nella vasca da bagno, poi
riempita d’acqua. La Quaglini se ne va, torna dopo qualche ora e
troval’uomoannegato:protettadall’oscurità,locaricasullespalle
trascinandoloescaricandolonellaporcilaia,luogo-simbolofintroppoevidenterispettoallesuereiteratedisgraziecollegatealleviolenze
sessualisubite,vereoimmaginatechesiano.Aquestopuntoleiraccontaanchel’omicidiodelpensionatodiEste,rispettoalqualegli
inquirentisieranogiàinsospettiti.Difatto:sisonoresicontidiaver
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ammazzapadre,madreefratello,
vienedichiaratopazzoepoieredita
1989
Nellanottefrail4eil5agosto1989Giuseppe
Carretta,lamoglieMartaeilfigliominoreNicolapartironoincamperperleferie.Almeno,
cosìavevanodettoaparentieamici.Nontornaronomaipiù.L’8agostoancheilprimogenito,
Ferdinando,lasciòParmaefeceperderelesue
tracce.Gliinvestigatoripuntaronoalungosulla
pistadella“fugaconbottino”:siipotizzòcheGiuseppeavesseprelevatofondineridell’azienda
percuilavoravaesifosserifattounavitadorata
aiCaraibi.Finchénel1998Ferdinandononfu
rintracciatoaLondra.Interrogato,confessòiltripliceomicidio.«Incapacediintendereedivolere»,sentenziarononel1999igiudicidellaCorte
d’assisediParma.Laformuladelviziodimente
temporaneohaconsentitoaCarrettanel2008
diereditarelametàdelpatrimoniodifamiglia.
Milena Quaglini al momento dell’arresto, dopo l’uccisione del marito, Mario Fogli, 52 anni, camionista, il 2 agosto 1998. La donna
aveva chiamato la polizia, autodenunciandosi, dopo aver tenuto il corpo sul balcone per 16 ore. Fu condannata a 14 anni, poi ridotti.
ferdinandocarretta
Qui a fianco, l'allora
pm di Milano Antonio
Di Pietro ispeziona il
camper della famiglia
Carretta abbandonato a
Milano (in alto a destra).
Sulla sinistra, due foto
di Ferdinando Carretta.
Al centro, i suoi genitori,
Giuseppe e Marta.
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davantiunaserialkiller.Dopoessersiliberatadalfardellopsicologicochel’attanagliava,ladonnasembratornareserena,incarcere
stringeamicizie,simostragentilecontuttieriprendeadipingere.Le
suegiornatesonoscanditeanchedalleudienzedeidiversiprocessie
dalle perizie psicologiche degli esperti.
Ilprocessod’appelloperl’omicidiodelmaritodimezzalapena:
seiannieottomesitotali;quellodelpensionatodiEstecomporta
solouncaricoulterioredi20mesiconlamotivazionechesiètrattato di «eccesso colposo di legittima difesa».
L
eperiziepsichiatriche,invece,sirivelanocontraddittorieeallafinerappresenterannoperlapluri-imputatail
problemapiùserio.Selaprimadiquestestabilisceche
ladonnaandrebbecurataperchéincapacediintendere e volere e la seconda paventa che la sua condizione
mentalesiasolodiseminfermità,laterzainvececoncludeperlasua
assoluta“presenza”nell’attodicommettereireati,nemmenogiustificatidall’assunzionedialcolodaaltrecondizionipenalizzanti,
comeladepressioneolaviolenzasubita.SecondoilprofessorMaurizioMarasco,specialistainpsicopatologiaforenseecriminologia
alla Sapienza di Roma, Milena Quaglini «al momento dei fatti per
cuisiprocedeeracapacediintendereedivolere».Nellasuaultima
apparizioneinaulainoccasionedell’interrogatoriodapartedelpm
–siamoallafinedelsettembre2001–MilenaQuagliniapparecalmaerispondeinmanieracollaborativa,infuriandosisoloquando
vieneadombratal’ipotesichel’omicidiodiPorrellosiastatodalei
premeditato:«Eraunmaialebastardo,eseloèmeritato»,urla.La
sentenzaèormaiimminente,maleidecidedinonesserepresente.
Lanottedimartedì16ottobre2001aspettachelaguardiapassi per il controllo notturno, fa a strisce un lenzuolo, lo appende a
unganciopergliabitiesiimpiccaall’armadiettotenendosollevate
legambe.Algirodirondasuccessivovienelanciatol’allarme:respira ancora, ma la corsa all’ospedale civile di Vigevano si rivela
inutile.Soloqualchesettimanaprimaeranoiniziateleindaginisu
alcunicasidiscomparsinellabassaRomagnaenelleMarche,due
zonenellequaliMilenaQuaglini,nelsuogirovagareallaricercadi
unatranquillitàimpossibile,avevaperqualchetempovissuto.In
particolare,gliinvestigatorisieranoconcentratisullavicendadiun
uomodiJesi,chesecondoleindaginiforsel’assassinaavevaavuto
mododiincontrare.Mal’unicatestimonediretta,laQuaglinistessa,
avevadecisocheleconfessionigiàresepotevanobastare:selepuntatedellasuaincredibilestoriad’assassinaserialesianostateanche
altre,èmoltoprobabilechenonlosapremomai.Leiavevasinteticamente dichiarato: «Non sopporto chi mi usa violenza».
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