sistemi di comunicazione digitale: concetti fondamentali
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sistemi di comunicazione digitale: concetti fondamentali
Corso di Sistemi di Telecomunicazione A.A 2012 - 2013 SISTEMI DI COMUNICAZIONE DIGITALE: CONCETTI FONDAMENTALI Prof. Carlo Regazzoni RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] A. Bernardini, “Sistemi di Telecomunicazione - Lezioni”, Capitolo 1, Edizioni Ingegneria 2000, Roma: 1996, disponibile nell’ufficio del prof. Regazzoni. [2] G. Calhoun, “Wireless Access and the Telephone Network”, Capitoli 1 e 2, Artech House, Boston: 1992, disponibile in biblioteca (II polo); [3] A.S. Tanenbaum, “Computer Networks”, (Terza Edizione) Capitolo 1, Prentice-Hall, New York: 1993, disponibile in biblioteca (II polo); [4] J.G. Proakis, “Communication Systems” (Terza Edizione), McGraw-Hill, New York: 1995, disponibile nell’ufficio del prof. Regazzoni. CONTENUTI Definizione di sistema di telecomunicazione; 1. DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE 1.1 DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE PUNTO-PUNTO Un sistema di telecomunicazione punto-punto è costituito da: un unico trasmettitore; da uno o più ripetitori intermedi, collocati ai capi di una o più tratte, le quali complessivamente costituiscono il canale; da un unico ricevitore. Ad ogni tratta vengono associati uno o più mezzi fisici di propagazione del segnale (cavo coassiale, cavo telefonico, fibra ottica, etere, linee ad alta tensione per la distribuzione dell’energia elettrica ecc.). 1. DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE 1.2 DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE MULTI-UTENTE Un sistema di telecomunicazione multi-utente è costituito da: un insieme di uno o più trasmettitori iniziali; da uno o più ripetitori, collocati ai capi di una o più tratte, le quali complessivamente costituiscono il canale; da uno o più ricevitori. Nel caso di un sistema di telecomunicazione punto-punto, il canale è una risorsa dedicata al collegamento tra l’unico trasmettitore e l’unico ricevitore presenti nel sistema; Nel caso di un sistema di telecomunicazione multi-utente, il canale è una risorsa condivisa tra i diversi trasmettitori e/o ricevitori presenti nel sistema. 1. DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE 1.3 ESEMPI DI SISTEMA DI COMUNICAZIONE PUNTOPUNTO E MULTI-UTENTE Sistema di comunicazione punto-punto Trasmettitore Canale Ricevitore Sistema di comunicazione multi-utente (a una via) Ricevitore 1 Trasmettitore 1 Canale Ricevitore 2 Trasmettitore 2 Trasmettitore K Ricevitore K 1. DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE 1.3.1 ESEMPIO DI SISTEMA DI COMUNICAZIONE PUNTOMULTI-UTENTE A DUE VIE Trasmettitore 1 UTENTE 1 Ricevitore 1 Ricevitore Canale 2 UTENTE 2 Trasmettitore 2 •E’ la configurazione più generale di un sistema di comunicazione; •Al concetto di trasmettitore e ricevitore è sostituito il concetto di utente, il quale è in grado sia di trasmettere, che di ricevere dati (es. modem). 1. DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE 1.4 DEFINIZIONE DI RETE DI TELECOMUNICAZIONE E DI ACCESSO Una rete di telecomunicazione comprende tutti gli elementi (tratte, ripetitori, ecc...) di un sistema di telecomunicazione condivisi da più utenti durante il processo di telecomunicazione; L’accesso è il metodo con cui gli utenti residenziali si connettono alla rete. Poiché gli utenti residenziali sono i nodi terminali della rete, essi condividono il tratto finale della rete, in pratica quello che “penetra” all’interno delle abitazioni. Questo tratto è detto ultimo miglio di rete ed è generalmente condiviso da un elevato numero di utenti che desiderano connettersi. 1. DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE 1.5 ESEMPI DI SISTEMI DI COMUNICAZIONE MULTIUTENTE Rete satellitare per la trasmissione broadcast (unidirezionale) Rete satellitare di tipo “store and forward” (bidirezionale) 1. DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE 1.5.1 ESEMPI DI SISTEMI DI COMUNICAZIONE MULTIUTENTE: RETE TELEFONICA Le tre tratte della rete telefonica completamente in rame (1880-1975) Le tre tratte della rete telefonica con accesso misto doppino-wireless (1980-oggi) 1. DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE 1.5.2 ESEMPI DI SISTEMI DI COMUNICAZIONE MULTIUTENTE: RETE TELEFONICA •La rete telefonica, in entrambe le configurazioni viste in 1.5.1 è divisa in tre tratte principali: •Due tratte locali (local loop segment); •Una tratta a lunga distanza per la connessione di due tratte locali(long distance segment). •Le tratte locali sono tuttora costituite da collegamenti in rame e la trasmissione del segnale vocale è interamente analogica nella banda 300 Hz - 3.4 KHz.; •Le tratte a lunga distanza erano, fino a non molti anni fa, anch’esse cablate in rame ed usavano la trasmissione analogica; •Da parecchi anni a questa parte le tratte a lunga distanza sono coperte da collegamenti wireless, da reti satellitari, oppure da fibre ottiche ed usano la trasmissione digitale del segnale vocale. 1. DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE 1.5.2bis ESEMPI DI SISTEMI DI COMUNICAZIONE MULTI-UTENTE: RETE WIRELESS 1. DEFINIZIONE DI SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE 1.6 INTRODUZIONE ALLE TEMATICHE DEL CORSO Il corso di Sistemi di Telecomunicazione si occupa delle problematiche relative all’accesso degli utenti all’ultimo miglio di rete; dei modelli di canale di trasmissione e delle tecniche di ricezione di informazione rumorosa. Il corso di Sistemi di Telecomunicazione si articola nei seguenti punti principali: Tecniche di accesso multiplo (TDMA, FDMA, CDMA) Modulo 1 Sistemi digitali di telecomunicazione Modelli matematico/statistici dei canali di trasmissione Modulo 2 Metodi con cui viene recuperata l’informazione trasmessa (ricezione, teoria della stima) 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.1 EVOLUZIONE DELLA RETE PER TELEFONIA FISSA Storicamente parlando, la prima grande rete di telecomunicazione è stata la rete per telefonia fissa. La storia dell’evoluzione della rete per telefonia fissa, rispecchia, in buona parte, quello che è avvenuto per le altre reti di telecomunicazione, quindi può essere considerata un buon caso di studio. L’evoluzione della rete telefonica passa attraverso tre ere successive: L’era dell’interconnessione (1876-1950); L’era della rete (1950-1990); L’era dell’accesso (1990 - ?). N.B. Queste date si riferiscono all’evoluzione della rete negli USA. In Italia devono intendersi sfasate da un ritardo dell’ordine di circa dieci anni. 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.2 L’ERA DELL’INTERCONNESSIONE (1876-1950) •L’inizio dell’era telefonica, sia negli Stati Uniti, che in Europa, è stato caratterizzato da una tecnologia molto artigianale e da una grossa confusione gestionale; •Durante gli anni di inizio secolo, soprattutto negli USA, erano nate dal nulla moltissime compagnie telefoniche private (la Bell Telephone, futura AT&T, era solo una delle tante...), ognuna delle quali forniva il servizio su scala locale, senza alcuna connessione con altre reti o altre compagnie; •Grandi sforzi, anche economici, sono stati fatti nel periodo tra le due Guerre per interconnettere queste reti locali, in un contesto sfavorevole di programmi tecnologici diversi e spesso in stridente contrasto tra loro; •I risultati di questi sforzi sono stati talmente modesti che, a tutto il 1950, il concetto di servizio telefonico era inteso solo come servizio locale e le chiamate a lunga distanza avvenivano solo tramite collegamenti “ad hoc”, che non riuscivano a garantire l’uniforme copertura del territorio. 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.2.1 SCHEMA GENERALE DELLA RETE TELEFONICA NELL’ERA DELL’INTERCONNESSIONE (1876-1950) Le singole reti telefoniche locali erano delle specie di “isole” che potevano o no essere interconnesse tra loro (la maggior parte non lo erano) 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.3 L’ERA DELLA RETE (1950-1990) •All’inizio degli anni Cinquanta, a causa del sempre crescente numero di utenti, l’esigenza di avere una rete unificata è diventata una vera emergenza; • Si è così aperta l’era della rete telefonica, caratterizzata da una crescente automazione ed informatizzazione delle infrastrutture nel corso degli anni; •Le reti locali sono diventate sempre più estese, mentre l’accresciuta capacità di interconnessione ha abbattuto enormemente i costi delle chiamate a lunga distanza (anche internazionali !), rendendo il servizio pressochè ubiquo; •In questi quarant’anni sono stati raggiunti traguardi quali: •L’instradamento delle chiamate è effettuato in gran parte via computer con opportuni algoritmi software; •Le chiamate assistite dall’operatore sono state eliminate anche nei casi di chiamate intercontinentali; 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.3.1 SCHEMA GENERALE DELLA RETE TELEFONICA NELL’EPOCA DELLA RETE (1950-1990) Servizio telefonico ubiquo (interconnessione totale e trasparente) 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.4 L’ERA DELL’ACCESSO (1990 - ?) •L’estrema penetrazione del servizio telefonico conseguita nell’era della rete, ha fatto sorgere l’idea di utilizzare la rete telefonica per fornire agli utenti una più vasta gamma di servizi (non solo trasmissione vocale); •L’ostacolo principale a questo progetto risiede nelle obsolete tecniche di comunicazione su doppino telefonico, le quali, sebbene rese infinitamente più efficienti, sono rimaste sostanzialmente quelle dei tempi di A. G. Bell; •L’accesso locale (corrispondente all’ultimo miglio di rete) su doppino telefonico è estremamente costoso e tendenzialmente inadatto a gestire i servizi emergenti, basati sulla trasmissione digitale ad elevato bit-rate; •La nuova era nell’evoluzione della rete telefonica, detta era dell’accesso, intende superare le limitazioni imposte dalle tecnologie basate su doppino telefonico. 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.4.1 ERA DELL’ACCESSO: PARAGONE CON LE FERROVIE •Il parallelo tra rete telefonica e rete ferroviaria è quanto mai calzante. •Per lungo tempo il maggiore sforzo delle industrie ferroviarie, è stata la costruzione delle ferrovie stesse, con binari e traversine. Lo stesso è avvenuto per la rete telefonica: è stato necessario un altrettanto grande sforzo per diffondere il doppino telefonico ovunque (era della rete); •In tempi recenti, tuttavia, sono stati progettati treni superveloci, per i quali l’attuale rete ferroviaria è inadeguata. Sicchè ora si stanno progettando anche nuovi tipi di linea ferroviaria adatti a reggere le velocità dei nuovi treni; • In maniera analoga, sono stati inventati apparati per la trasmissione digitale ad elevato bit-rate, che non possono essere supportati dal doppino telefonico; •Solo negli anni novanta si è concretamente pensato di sostituire il vecchio “binario” (cioè il doppino telefonico), con nuove linee di comunicazione. 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.4.2 NUOVE TECNOLOGIE DI ACCESSO NELLA TERZA ERA DELLA RETE TELEFONICA •Durante l’era dell’accesso, la “tirannia” del doppino in rame nell’ultimo miglio di rete verrà finalmente superata, come pure verrà superata la filosofia “monoservizio” (oltre alla voce verranno trasmessi anche dati ed immagini); •Vi sono diverse tecnologie alternative, che si stanno affiancando al doppino in rame per la trasmissione della voce in ambito locale. Le più note sono due: trasmissione digitale su fibra ottica (ideale per collegamenti su lunghe distanze, troppo costosa per l’accesso locale); trasmissione digitale wireless (telefonia cellulare: GSM, IS-95 e futuro standard UMTS); 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.4.3 SCHEMA GLOBALE DELLA RETE TELEFONICA DURANTE L’ERA DELL’ACCESSO (1990 - ?) Accesso alla rete multi-servizio con differenti modalità 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.4.4 ESEMPIO: LA RETE TELEFONICA TELECOM ITALIA La piattaforma della rete per il trasporto della voce di TELECOM ITALIA utilizza: •5 centri internazionali; •33 aree gateway; •66 centrali di transito (SGT); •628 centrali locali (SGU); •10.400 centrali di accesso (SL). 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.5 DAL CONCETTO DI RETE A COMMUTAZIONE A QUELLO DI RETE ETEROGENEA ED INTELLIGENTE •Durante il secondo stadio di evoluzione (era della rete), la struttura ideale della rete telefonica era costituita da un albero i cui nodi rappresentano le centraline di commutazione (vedi Figura 2.3.1); •Il numero delle centraline di commutazione era molto elevato, in quanto aumentando il numero delle centraline, si diminuiva la lunghezza delle tratte di trasmissione in rame, le quali sono tuttora molto costose; •Il costo delle centraline di commutazione, un tempo complessi dispositivi elettromeccanici ora in gran parte informatizzate, è infatti sceso molto più velocemente rispetto al costo dei cavi in rame (che rimane molto alto); •Nell’era della rete, il concetto dominante nella telefonia era pertanto quello di commutazione. La rete telefonica è tuttora, in gran parte, una rete a commutazione. 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.5 (bis) DAL CONCETTO DI COMMUTAZIONE A QUELLO DI RETE ETEROGENEA ED INTELLIGENTE •Attualmente diversi mezzi di trasmissione si stanno affiancando al costoso doppino in rame, facendo dire a qualcuno che il costo delle tratte di trasmissione potrebbe scendere più velocemente rispetto a quello della commutazione; •In realtà non è proprio così. Quello che davvero sta accadendo è il passaggio da una rete di tipo omogeneo (tutta cablata in rame) ad una rete di tipo eterogeneo, con differenti mezzi di trasmissione nelle differenti tratte (cavo telefonico, fibra ottica, wireless ecc.); •Inoltre l’introduzione ai diversi livelli della rete di parti intelligenti, cioè capaci di gestire il traffico in maniera efficiente ed adattiva rispetto alle condizioni della rete medesima, sta progressivamente portando al superamento della vecchia dicotomia commutazione/trasmissione. 2. CENNI STORICI SULL’EVOLUZIONE DELLA RETE TELEFONICA 2.6 DALLA TRASMISSIONE COMPLETAMENTE ANALOGICA ALLA TRASMISSIONE COMPLETAMENTE DIGITALE •Per circa un secolo la trasmissione della voce su rete telefonica è stata attuata in maniera completamente analogica sulla larghezza di banda propria del segnale vocale (300 Hz. - 3.4 KHz.); •I primi standard di trasmissione wireless per la telefonia mobile erano pur essi basati sull’analogico (TACS in Europa, AMPS negli USA); • Attualmente si sta andando verso la trasmissione della voce in maniera completamente digitale. Ciò avviene già nei più diffusi standard per la telefonia mobile, quali il GSM (Europa) e IS-95 (USA); •Anche su doppino si fa strada la trasmissione di dati e fonia in digitale: esistono infatti modem operanti sulla banda del segnale vocale e modem basati sulla tecnologia ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Line), che sfruttano tutta la banda disponibile del canale telefonico per la trasmissione ad alto bit-rate. 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.1 GENERALITA’ I sistemi di comunicazione che forniscono accesso locale, storicamente, sono stati progettati per specifiche applicazioni (reti monoservizio); Come si è già visto, le reti telefoniche (almeno per lunghissimo tempo) sono state costruite e gestite esclusivamente per la trasmissione del segnale vocale; Un altro tipo di rete monoservizio è costituito dalle reti per la distribuzione del segnale televisivo via cavo a comunità locali (reti CATV). Esse sono state ideate per fornire esclusivamente il servizio televisivo broadcast. Dalla moderna tecnologia, emerge invece la possibilità di fare convergere diverse applicazioni (TV, trasmissione-dati, telefonia, ecc.) in un unico mezzo di comunicazione digitale che non distingua una applicazione dall’altra. Rete monoservizio a banda stretta Reti multiservizio a banda larga (reti multimediali) 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.1.1 ESEMPIO DI RETE A LARGA BANDA MULTISERVIZIO 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.1.2 ESEMPIO: LA RETE DATI DI TELECOM ITALIA La struttura di rete dati è costituita da: •Oltre 200 Point of presence distribuiti sul territorio nazionale; •Circa duemila nodi terminali; •Circa 200 nodi di backbone (ATM o IP); •Una disponibilità infrastrutturale di banda sulla rete nazionale di 60 Gbits; •Una disponibilità di banda sulla rete internazionale di circa 3 Gbits. 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.2 CONCETTO DI AUTOSTRADA INFORMATICA WAN Wide Area Network MAN Regional or Metropolitan Network LAN Local Distribution (last mile) End - user IP Rete di accesso Locale End - user 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.3 ESEMPI DI SERVIZI OFFERTI DALLE RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA Tra i servizi offerti dalle reti multimediali a larga banda possono essere segnalati i seguenti: Broadcast TV digitale (già esistente su reti CaTV); Video-telefonia; Servizi informativi: accesso a shopping, mappe del tempo, ecc. Accesso a Internet: e-mail, discussioni di gruppo, www, etc; Applicazioni industriali: lavoro di gruppo, ecc.; Tele lavoro; Commercio elettronico e tele shopping; Educazione: permettere a studenti l’accesso alle risorse educative (esempio: biblioteche e banche-dati direttamente da casa). 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.4 TECNOLOGIE IN COMPETIZIONE Nella corsa alla fornitura di servizi multimediali ad utenti appartenenti all’ultimo miglio di rete, le seguenti tecnologie sono in competizione tra loro: ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Line): trasmissione digitale a larga banda su doppino telefonico; Fibra ottica dentro gli edifici (FTTB Fiber-To-Building); Sistemi di comunicazione a larga banda satellitari (broadband satellite communication), un esempio noto è il sistema TELEDESIC sponsorizzato dalla MICROSOFT®; Sistemi di comunicazione a larga banda su reti a cavo coassiale per TV via cavo (reti CATV), che utilizzano la tecnologia dei cable modem; Sistemi di comunicazione che usano la rete per la distribuzione dell’energia elettrica come mezzo di trasmissione dell’informazione. Sistemi di comunicazione wireless (Wireless LAN, reti cellulari). 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.5 MODELLO GENERALE DI ACCESSO ALLA RETE •Un modello generale che descriva l’accesso ad una rete generica a larga banda per la fornitura di servizi ad utenti residenziali è costituito da quattro blocchi fondamentali: Terminale (subscriber station); Stazione-base (base station); Controller di rete (network controller); Rete (network) 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.5 RETE DI ACCESSO IN EUROPA E SVILUPPO ACCESSI A LARGA BANDA PREVISTI DA TELECOM ITALIA 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.5.1 SCHEMA A BLOCCHI DEL MODELLO GENERALE DI ACCESSO ALLA RETE 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.5.2 DESCRIZIONE DEI SINGOLI BLOCCHI Terminale è posto all’interno del sito residenziale (telefono cellulare, modem telefonico, cable modem, ecc.), costituito essenzialmente da un transceiver digitale; Stazione-base è localizzata centralmente rispetto ai siti residenziali serviti. La stazione-base è il punto di connessione tra i terminali e la rete a cui si vuole accedere (ad esempio una MAN). Essa è costituita da un insieme di transciever digitali, simili a quelli presenti singolarmente nei terminali, amplificatori di potenza, filtri, ed altri dispositivi di elaborazione digitale del segnale; Controllore di rete, gestisce tutte le operazioni di accesso alla rete, sia a livello di terminale, che di stazione-base. Rete: è la rete alla quale si vuole accedere. 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.5.3 SCHEMA A BLOCCHI DI UN TERMINALE 3. RETI MULTIMEDIALI A LARGA BANDA PER LA FORNITURA DI SERVIZI AD UTENTI RESIDENZIALI 3.5.4 SCHEMA A BLOCCHI DI UNA STAZIONE-BASE 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.1 IL CONCETTO DI ACCESSO MULTIPLO •Attualmente i sistemi di telecomunicazione sono per lo più caratterizzati dall’accesso multiplo al canale di trasmissione. Solo i sistemi più vecchi prevedevano l’accesso singolo; •L’accesso singolo impone un vincolo pesante: un utente che trasmette interdice l’accesso al canale a tutti gli altri utenti, finchè non ha terminato il suo messaggio. Inoltre i messaggi trasmessi vengono ascoltati anche da utenti non interessati alla loro ricezione (broadcast). Questo vecchio sistema è usato tuttora dai radiotaxi e dalla polizia; •L’accesso multiplo è basato, invece, su politiche di condivisione del canale di trasmissione. In realtà non viene condiviso fisicamente il mezzo di trasmissione (ciò è possibile solo usando il CDMA puro). La condivisione avviene in senso lato, con modalità trasparenti per gli utenti i quali “vedono” effettivamente una trasmissione simultanea dei loro messaggi. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.2 MIGLIORAMENTI INTRODOTTI DALL’ACCESSO MULTIPLO RISPETTO ALL’ACCESSO SINGOLO •I sistemi ad accesso multiplo sono progettati per consentire la trasmissione simultanea (in senso lato, vedi slide precedente) ad un numero ragionevole di utenti; •I sistemi ad accesso multiplo consentono una comunicazione privata tra utente ed utente (non ascoltata da utenti non interessati). In pratica viene assegnato un circuito virtuale tra due utenti privati che si connettono; •I circuiti virtuali sono tronchi, nel senso che non c’è un pre-assegnamento di alcun circuito ad alcun utente. Ogni utente può ottenere l’accesso a qualsiasi circuito e può usare differenti circuiti per differenti chiamate; •I circuiti virtuali sono generalmente “demand assignment”, cioè attribuiti agli utenti con la filosofia del “primo venuto-primo servito”. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.3 PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO •I principali metodi di accesso multiplo che consentono ai diversi utenti di gestire la condivisione del canale di trasmissione sono i seguenti: Accesso multiplo a DIVISIONE DI FREQUENZA (FDMA - Frequency Division Multiple Access); Accesso multiplo a DIVISIONE DI TEMPO (TDMA - Time Division Multiple Access); Accesso multiplo a DIVISIONE DI CODICE (CDMA - Code Division Multiple Access); •Esistono anche metodi ibridi, che sfruttano la combinazione di due o anche di tutte e tre le tecniche sopra menzionate (un esempio è il GSM che utilizza un metodo di accesso multiplo che è un ibrido tra TDMA/FDMA). 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.4 ACCESSO MULTIPLO A DIVISIONE DI FREQUENZA (FDMA) •E’ storicamente il primo metodo di accesso multiplo. E’ usato soprattutto nelle trasmissioni analogiche (tuttora impiegato nella trasmissione analogica del segnale radio e TV), ma trova anche limitate applicazioni nelle trasmissioni digitali; •Il metodo FDMA si basa su un concetto molto semplice: lo spettro totale disponibile viene suddiviso in un gran numero di canali separati. Ogni canale è in grado di supportare un circuito virtuale; •Ogni utente può accedere ad ognuno di questi canali, dietro la supervisione di un controller del sistema; 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.4.1 ESEMPIO DI ARCHITETTURA FDMA PER LA TRASMISSIONE DEL SEGNALE VOCALE 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.4.2 CARATTERISTICHE PECULIARI DI UN SISTEMA FDMA PER LA TRASMISSIONE DIGITALE Agilità in frequenza: ogni utente deve essere in grado di sintonizzarsi automaticamente su una qualsiasi dei canali disponibili, dietro la supervisione del controller del sistema, in modo da evitare collisioni; Trasmissione continua: Un sistema FDMA trasmette in continuità fino a che il messaggio non è ultimato; Trasmissione e ricezione simultanea: Un sistema FDMA deve trasmettere e ricevere simultaneamente. Ciò comporta la necessità una circuiteria di duplexer installata sia a livello di terminale che di stazione-base; Bassa ridondanza nell’informazione trasmessa: la trasmissione digitale multiutente con modalità FDMA richiede pochi bit di header nel messaggio trasmesso, poiché il controller deve effettuare poche e semplici operazioni (non deve effettuare recuperi di sincronismo come, ad esempio, avviene nel TDMA) 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.4.2 CARATTERISTICHE PECULIARI DI UN SISTEMA FDMA PER LA TRASMISSIONE DIGITALE (CONTINUAZIONE) Elevato costo delle infrastrutture hardware: tale costo è dovuto alla necessità di di garantire un singolo canale per ogni portante. Quindi, per ognuno dei canali è necessario avere un sistema separato di trasmissione e ricezione a livello di stazione-base; Vulnerabilità nei confronti dell’interferenza di co-channel: per conseguire la massima efficienza spettrale, è necessario che la larghezza di banda dei singoli canali sia il più possibile ridotta. Canali di dimensione ridotta sono maggiormente vulnerabili rispetto all’interferenza di co-channel; Complessità dell’operazione di hand-off: poichè la trasmissione FDMA è continua, un’operazione di hand-off (cioè far passare un utente da un circuito ad un altro durante la trasmissione di un messaggio) è assai difficile senza interrompere brevemente la comunicazione. Un’interruzione del servizio può essere fatale nelle operazioni di trasmissione-dati digitale. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.4.2 CARATTERISTICHE PECULIARI DI UN SISTEMA FDMA PER LA TRASMISSIONE DIGITALE (CONTINUAZIONE) Mancanza di flessibilità dell’hardware nei confronti delle nuove tecnologie: il maggiore problema delle architetture FDMA è, oltre al costo dell’hardware, l’impossibilità di adattamento dell’hardware medesimo nei confronti dell’evoluzione tecnologica (per effettuare degli upgrade è necessario sostituire tutto l’hardware in blocco); Mancanza di flessibilità nei confronti dei nuovi servizi: i sistemi FDMA digitali consentono di trasmettere ad un bit-rate piuttosto modesto (sono ottimizzati per i servizi di trasmissione vocale). Soluzioni teoricamente possibili, come quella di affasciare insieme un certo numero di canali FDMA per trasmettere a più alto rate, sono assolutamente da scartare per l’eccessiva complessità richiesta ai terminali. CONCLUSIONE FDMA non è una tecnologia adatta ai i requisiti imposti dalla nuove tecniche di trasmissione digitale 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.5 ACCESSO MULTIPLO A DIVISIONE DI TEMPO (TDMA) •L’accesso multiplo a divisione di tempo si basa sul concetto di allocare l’intera larghezza di banda disponibile ad un solo link di comunicazione tra due utenti per un certo periodo di tempo (detto slot). •Il TDMA è in pratica un’estensione del concetto di commutazione di circuito, che in questo caso avviene in maniera virtuale e non per tutta la durata della comunicazione; •L’utente, quando attiva un link di comunicazione, in realtà trasmette i suoi dati in maniera “burst” (intermittente), poiché, periodicamente, il collegamento viene “staccato” a lui ed “attaccato” ad altri utenti che ne fanno richiesta; PROBLEMA Come si fa a gestire una trasmissione di questo genere, senza che l’utente si accorga delle interruzioni ? 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.5.1 TRASMISSIONE SINCRONA “BUFFER AND BURST” •E’ stata questa la soluzione adottata dai primi sistemi TDMA; •Ad ogni utente ricevente viene assegnata una determinata slot temporale. I dati trasmessi all’interno di tale slot sono detti burst. Il ricevitore di tale utente si sincronizza con il trasmettitore della stazione-base e “conta” il numero di slot temporali finchè non raggiunge la slot temporale assegnata; •Dopodichè l’utente attiva il suo ricevitore allo scopo di demodulare e decodificare il messaggio contenuto all’interno del suo burst; •Analogamente, un utente trasmittente inserisce in un buffer i dati da trasmettere e si sincronizza con la stazione-base attendendo la sua slot temporale. Quando raggiunge la slot temporale assegnatagli, il trasmettitore scarica i dati sul canale ad alta velocità ed intanto ricarica il buffer per il burst successivo. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.5.2 SCHEMA DI UN SISTEMA DI TRASMISSIONE SINCRONA “BUFFER AND BURST” (TDMA PURO) 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.5.3 ACCESSO MULTIPLO FD/TDMA (TDMA A DIVISIONE DI FREQUENZA) •Nei sistemi attuali, si preferisce ricorrere ad una combinazione tra TDMA ed FDMA, per sfruttare insieme i vantaggi delle due tecniche, compensandone gli svantaggi. Infatti, al giorno d’oggi, quando si parla di TDMA, ci si riferisce non tanto al TDMA puro, ma al TDMA a divisione di frequenza (FD/TDMA); •Un sistema FD/TDMA può essere rappresentato da una matrice in tempofrequenza (vedere slide successiva), dove ad ogni canale corrisponde un insieme di circuiti virtuali di comunicazione, ognuno dei quali attivato ad una determinata slot temporale. Il protocollo di trasmissione con cui vengono gestiti i singoli circuiti è di tipo sincrono “buffer and burst”; •La larghezza di banda di ogni canale è tipicamente variante tra i 20 ed i 300 KHz; •Ogni canale può supportare da 2 a 30 (o anche più) circuiti virtuali. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.5.4 SCHEMA DI UN SISTEMA DI TRASMISSIONE FD/TDMA (TDMA A DIVISIONE DI FREQUENZA) 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.5.5 CARATTERISTICHE PECULIARI DI UN SISTEMA FD/TDMA PER LA TRASMISSIONE DIGITALE Trasmissione intermittente: il terminale dell’utente residenziale trasmette (e riceve) dati in maniera intermittente, invece che in maniera continua come avveniva per i sistemi FDMA. Questo fatto ha pesanti implicazioni nella progettazione e nell’implementazione dell’hardware richiesto; Maggiore larghezza di banda a disposizione: l’efficienza spettrale di un sistema FD/TDMA è maggiore di quella di un corrispondente sistema FDMA di un fattore approssimativamente uguale al numero di circuiti supportati da ogni portante; Elevata ridondanza nell’informazione trasmessa: un formato di trasmissione burst-TDMA richiede al ricevitore di riacquistare la sincronizzazione ad ogni slot. Sono pertanto necessarie guardie temporali (che sono bytes aggiunti) per garantire che, ad ogni slot, vengano tra loro distanziati utenti che arrivano a richiedere di trasmettere insieme sul canale a causa di ritardi di propagazione dovuti alle differenti distanze a cui essi si trovano dalla stazione-base. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.5.5 CARATTERISTICHE PECULIARI DI UN SISTEMA FD/TDMA PER LA TRASMISSIONE DIGITALE (CONTINUA) Costo delle infrastrutture: rispetto al caso FDMA, la drastica riduzione delle apparecchiature operanti in radiofrequenza (tipicamente oscillatori e simili), compensa l’aumento di costo dovuto all’introduzione della circuiteria TDMA per ogni singola portante, avantaggiando, seppure di poco, l’architettura FD/TDMA; Hand-off: un sistema FD/TDMA può essere progettato per effettuare un perfetto hand-off senza alcuna perdita di informazione, poiché l’hand-off può avvenire durante l’intervallo di attesa della slot assegnata; Maggiore flessibilità: il TDMA è un’architettura principalmente gestita a livello software (al contrario del FDMA pesantemente basato sull’hardware). E’ possibile, ad esempio, cambiare le configurazioni dei valori del bit-rate assegnato ad ogni utente, ridefinendo semplicemente il software di assegnamento delle slot, senza alterare in alcun modo la struttura dell’hardware. Per questo motivo il TDMA si adatta meglio alla richiesta di nuovi servizi digitali emergenti. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.5.6 CONCLUSIONI SU FDMA E TDMA Metodo intensivamente basato sull’ hardware e quindi poco flessibile e riconfigurabile. FDMA TDMA (FD/TDMA) Adatto per trasmissioni analogiche broadcast, non per trasmissione digitale nell’ambito di servizi multimediali, basati sull’attribuzione del bit-rate “on demand”. Metodo intensivamente basato sul software e quindi assai più flessibile ed adattivo. Per la sua flessibilità può essere sfruttato convenientemente per la trasmissione digitale a bit-rate variabile. E’ alla base dei più usati standard di trasmissione digitale (es. GSM). 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.6 ACCESSO MULTIPLO A DIVISIONE DI CODICE (CDMA) •La filosofia che sta alla base del CDMA è totalmente diversa rispetto a quella vista per i sistemi TDMA e FDMA; •I primi due metodi analizzati avevano come obiettivo quello di tenere distinte o nel dominio del tempo o nel dominio della frequenza, o in entrambi i domini le trasmissioni dei singoli utenti, gestendo la condivisione del canale in maniera virtuale; •Il CDMA si basa sulla reale condivisione del canale in senso fisico, senza alcuna restrizione temporale o in frequenza. •In pratica si accetta che i diversi utenti trasmettano i loro messaggi simultaneamente, sulla stessa porzione di banda disponibile. Un utente è distinto da un altro sulla base di una codifica hardware dell’informazione di tipo pseudo-causale. Questa “firma” indelebile sul messaggio trasmesso sopravvive anche quando diverse trasmissioni sono miscelate insieme sul canale. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.6.1 RICEZIONE CDMA E INTERFERENZA DI CO-CHANNEL •Un sistema CDMA richiede un tipo di ricevitore che conosca esattamente in quale modo è stata codificata l’informazione in trasmissione; •Per cui si dice che il ricevitore CDMA è adattato al pattern pseudo-casuale con cui l’informazione viene trasmessa. In pratica, il ricevitore deve in qualche modo replicare l’hardware di codifica dell’informazione, presente nel trasmettitore; •Solo in questo modo è possibile recuperare l’informazione trasmessa da un dato utente, rispetto a quella degli altri utenti. •Un utente del sistema CDMA non può “leggere” quindi l’informazione spedita ad un altro utente. La privatezza del messaggio è pertanto garantita; •Il prezzo che bisogna pagare è imposto dall’interferenza di accesso multiplo (MAI), che è una forma ineliminabile di interferenza di co-channel che tuttavia, al contrario di quella propriamente detta, è possibile in qualche maniera mitigare. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.6.2 METAFORA CON CUI E’ POSSIBILE SPIEGARE I METODI DI ACCESSO MULTIPLO TDMA ED FDMA •Il concetto di accesso multiplo in modalità TDMA ed FDMA può essere paragonato ad un insieme di tubi sottili e non comunicanti tra loro, attraverso i quali ogni utente manda a destinazione delle palline, che hanno la stessa forma di quelle mandate dagli altri utenti. Le palline rappresentano i bit di informazione ed i tubicini i canali di trasmissione; 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.6.3 METAFORA CON CUI E’ POSSIBILE SPIEGARE IL METODO DI ACCESSO MULTIPLO CDMA •Il concetto di accesso multiplo in modalità CDMA può essere paragonato ad un insieme di pacchi di formato diverso che contengono in realtà oggetti di uguale formato (le palline della metafora precedente). •Tutti i diversi pacchi (ad esempio a forma di sfera, di cubo di stella) vengono mandati insieme in un unico tubo di sezione molto più grande rispetto a quella dei tubicini dell’esempio precedente; •All’uscita del tubo vi è un insieme di crivelli, adattati ognuno alla forma di un solo pacco. Ogni crivello lascia passare solo i pacchi che hanno la forma coincidente con quella prevista; •Ovviamente le palline sono, al solito, i bit trasmessi. I pacchi di diversa forma rappresentano la codifica hardware pseudo-casuale in trasmissione ed i crivelli rappresentano i ricevitori adattati. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.6.3 (BIS) METAFORA CON CUI E’ POSSIBILE SPIEGARE IL METODO DI ACCESSO MULTIPLO CDMA (DISEGNO ESPLICATIVO) 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.6.4 METAFORA CON CUI E’ POSSIBILE SPIEGARE IL CONCETTO DI INTERFERENZA DI ACCESSO MULTIPLO •Il problema dell’interferenza di accesso multiplo può essere ben rappresentato dalla ben nota metafora dei tre televisori nella stessa stanza; •Supponiamo che vi siano tre televisori, uno sintonizzato su un canale della TV araba, uno su un canale della TV inglese ed uno sul canale della TV giapponese; •Un inglese, presente nella stanza comprenderà bene le trasmissioni della TV della sua lingua, mentre considererà gli altri due televisori come fonti di puro rumore, lo stesso avverrà per un arabo e quindi per un giapponese; •Se i televisori sono tutti e tre a volume convenientemente basso e la stanza è sufficientemente grande, i tre ascoltatori potranno seguire i loro programmi senza disturbarsi tra loro e senza essere capiti gli uni dagli altri. I problemi sorgono se la stanza è piccola e/o se il numero dei televisori è elevato. In tal modo è difficile, se non impossibile, per gli interessati seguire i programmi indisturbati. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO LA METAFORA DELLE TRE TV NELLA STANZA (SCHEMA) Salam Alaik ! Hallo ! Sayonara ! 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.6.4 (BIS) METAFORA CON CUI E’ POSSIBILE SPIEGARE IL CONCETTO DI INTERFERENZA DI ACCESSO MULTIPLO •Ovviamente gli elementi della metafora rappresentano: Televisori = trasmettitori Uomini presenti nella stanza = ricevitori adattati Lingua (inglese, arabo, giapponese) = codifica Stanza = canale di trasmissione Rumore emesso da televisori che trasmettono in lingua diversa da quella conosciuta = Interferenza di accesso multiplo (MAI) Volume dei televisori = Potenza di trasmissione 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.6.5 CDMA E SISTEMI DI COMUNICAZIONE A BANDA LARGA (CENNO AL CONCETTO DI SPREAD SPECTRUM) •Abbiamo detto in precedenza che la stanza ove si trovano i tre televisori deve essere sufficientemente grande per consentire alle persone presenti di ascoltare il loro programma, senza disturbarsi a vicenda; •Inoltre si può notare dal disegno riportato in 4.6.3 BIS, che il tubo deve essere abbastanza largo per contenere tutti i pacchi dei diversi formati; •Ciò suggerisce che il canale di trasmissione deve occupare una porzione di spettro di dimensioni adeguate per consentire a tutti gli utenti di trasmettere insieme senza disturbarsi a vicenda; •Per questo al concetto di CDMA è indissolubilmente legato il concetto di sistema di comunicazione a banda larga basato sullo SPREAD SPECTRUM (letteralmente “Spettro disperso”), dove si trasmette su una porzione di banda molto più larga di quella effettivamente richiesta dal messaggio trasmesso. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.6.6 CARATTERISTICHE PECULIARI DEL METODO DI ACCESSO MULTIPLO CDMA Capacità del canale intesa in modo flessibile: in un sistema CDMA, il concetto di capacità di canale è legato al numero di utenti che trasmettono simultaneamente sul canale ed a quale potenza trasmettono, nonché alla larghezza di banda disponibile (vedi esempio della stanza con le tre TV). Nei sistemi CDMA la capacità non è quindi un parametro rigido, ma può essere configurata in maniera flessibile, in funzione dei diversi parametri del sistema di comunicazione; Riduzione o cancellazione dell’interferenza grazie a codici ortogonali: l’ineliminabile MAI può essere comunque ridotta, ed in casi particolari, cancellata usando opportuni codici alquanto scorrelati tra loro. Ritornando all’esempio delle tre TV, ciò corrisponde alla trasmissione di programmi in lingue appartenenti a ceppi diversi (quali sono l’inglese, l’arabo ed il giapponese). Codici con scarsa (o nulla) correlazione sono detti ortogonali. 4. PRINCIPALI METODI DI ACCESSO MULTIPLO 4.6.6 CARATTERISTICHE PECULIARI DEL METODO DI ACCESSO MULTIPLO CDMA (CONTINUAZIONE) •Controllo di potenza: è facile capire come un sistema CDMA dove i trasmettitori parlano “lingue” molto diverse tra loro (usano codici ortogonali), funzioni bene se i televisori sono più o meno equidistanti tra loro ed il livello del volume è abbastanza simile (preferibilmente basso). Se la TV che trasmette in arabo fosse molto vicina a quella che trasmette in inglese ed il suo volume fosse molto alto, allora diventerebbe difficile capire per l’utente inglese ciò che viene trasmesso nella sua lingua. Per cui il volume della TV che trasmette in arabo dovrebbe essere convenientemente abbassato, oppure il volume della TV inglese convenientemente alzato, oppure (soluzione ottimale), regolare i due livelli di volume in modo che entrambi gli utenti possano sentire e capire. Questa operazione, nella realtà dei sistemi CDMA, si chiama controllo di potenza ed è fondamentale per garantire buone prestazioni specie, in ambiente radiomobile.