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Paziente morto, indagato il primario
24 CRONACA DI CAGLIARI L’UNIONE SARDA domenica 2 marzo 2008 Brotzu. Gaspare De Agostini, 89 anni, si era alzato perché voleva tornare a casa CERIMONIA Paziente morto, indagato il primario La Procura: fatale la caduta dal letto, medico responsabile Guastavo Guiso, primario del reparto Medicina 1 nel quale il pensionato era ricoverato, deve rispondere di omicidio colposo. Per la morte di Gaspare De Agostini, l’uomo di 89 anni morto al Brotzu un anno fa dopo una caduta dal letto, la Procura ha individuato il presunto colpevole: si tratta di Gustavo Guiso, primario di Medicina 1 dell’ospedale, il reparto in cui la vittima era ricoverata. Il pm Giangiacomo Pilia ha chiuso l’indagine e chiesto il rinvio a giudizio del medico (direttore del dipartimento internistico), che dovrà rispondere di omicidio colposo. LA VICENDA. L’anziano paziente era morto il 2 febbraio 2007 in Neurochirurgia, reparto nel quale venne trasferito dopo l’incidente capitato 48 ore prima. De Agostini aspettava da giorni che le analisi diagnosticassero la causa dell’anemia che lo stava indebolendo. Era stato ricoverato il 19 gennaio in Medicina 1 e il 31 già non ne poteva più: voleva tornare a casa. Nel tentativo di alzarsi dal letto era caduto e aveva battuto la testa per terra. Nonostante un intervento chirurgico, il pensionato era morto tre giorni dopo. La Procura aveva aperto un’inchiesta e dall’autopsia si era scoperto che il trauma cranico mortale era stato causato dalla ca- duta. L’inchiesta, affidata al sostituto procuratore Giangiacomo Pilia, doveva accertare eventuali responsabilità nel decesso: erano state adottate tutte le misure cautelari idonee a impedire l’incidente? Inoltre c’erano alcuni dubbi riguardanti la dinamica della caduta, perché nell’informativa inviata alla Procura si parlava di una caduta dal letto mentre i familiari del pensionato affermavano invece che De Agostini era in piedi e stava camminando con un bastone e all’improvviso si era sentito mancare le gambe. «Era ricoverato all’ottavo piano con altre tre persone», aveva ricordato la figlia Carmen: «Nei dodici giorni di degenza è caduto spesso. Quando tentava di alzarsi faceva qualche passo col bastone e cadeva. Tre giorni prima si era provocato un taglio in testa, un altro giorno un ematoma sulla guancia sinistra. Evidentemente in ospedale non stavano attenti». LA DIFESA. L’avvocato difensore di Guiso, il legale Michele Schirò, preannuncia già battaglia ritenendo assurde le accuse mosse al suo cliente: «Non c’è nulla di concreto. Al massimo si poteva ipotizzare una responsabilità della struttura, non certo del medico. Senza contare che Gustavo Guiso era diventato primario di quel reparto da una sola settimana: che colpe poteva avere lui? E poi, in una situazione del genere, era normale che lì vicino si trovasse un comodino?» STRIBUNALES LE RESPONSABILITÀ. ANDREA MANUNZA “Biancaneve”: in libertà un imputato L’ospedale Brotzu SSSANTISSIMA TRINITÀSS Perizia psichiatrica sul giovane che aggredì i medici dell’ospedale È necessario effettuare una perizia psichiatrica per valutare le condizioni mentali di Simone, il giovane (il giornale non ne pubblica il cognome tenuto conto che si tratta di una persona malata) che circa una settimana fa aveva scatenato la sua furia contro medici e infermieri del reparto Psichiatria dell’ospedale Santissima Trinità. Il ragazzo, difeso dall’av- vocato Marco Lisu, è accusato di danneggiamento aggravato: l’esame medico chiarirà se in quel momento fosse capace di intendere e di volere. Simone era arrivato al pronto soccorso dell’ospedale il 22 febbraio poco prima dell’una chiedendo di essere ricoverato. Gli infermieri, conoscendolo bene, l’avevano accompagnato in Psichiatria. Qui il giovane, poco dopo aver espresso il desiderio di essere visitato «solo dalla dottoressa», aveva rifiutato la terapia prescritta dal medico e dato il via al caos: scrivanie rovesciate, medici e infermieri feriti e curati al pronto soccorso, tre auto danneggiate, pazienti terrorizzati. Insomma, un intero reparto messo sotto sopra. (an. m.) È tornato il libertà per decisione del giudice per le indagini preliminari Giorgio Altieri: Andrea Farris, uno dei tanti indagati nella recente inchiesta chiamata "Biancaneve" sul traffico di droga che ha coinvolto anche due carabinieri di stanza in città, ha varcato le porte del carcere di Buoncammino ieri mattina. Il giovane (35 anni, difeso dall’avvocato Riccardo Floris) è accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico si parla di cocaina, quella che un mese fa ha portato all’esecuzione di una cinquantina di provvedimenti cautelari. Una banda nella quale, secondo le tesi della Procura, avevano un ruolo centrale la casalinga Ornella Desogus, il suo compagno Augusto Savona, il comandante della sezione antidroga del Nucleo operativo provinciale dei carabinieri Umberto Solvi e il suo braccio destro Luigi Cecere (questi ultimi due accusati di aver trattenuto per sé parte della cocaina e dei soldi sequestrati ai trafficanti grazie alle confidenze della Desogus). Farris e il suo legale hanno proposto il patteggiamento a 1 anno e 6 mesi di reclusione: il gip deciderà a breve. (an. m.) Un momento della premiazione [ELISABETTA MESSINA] Attestati Camera di commercio Un premio fedeltà per gli eroi del lavoro Anni e anni trascorsi dietro il bancone di un negozio, a gestire imprese edili, lavorare negli uffici oppure nei campi. Ieri, la Camera di commercio di Cagliari ha premiato la costanza di imprenditori e dipendenti che si sono distinti per impegno e capacità nei settori dell’industria, commercio, agricoltura e artigianato. Un attestato e una medaglia a rappresentare il ventisettesimo «Premio fedeltà al lavoro ed al progresso economico sono stati consegnati come riconoscimento a chi lavora sempre con grande sacrificio ha detto il presidente de Giancarlo Deidda -. Questa giornata si è rivelata anche una piacevole occasione per conoscere i lavoratori che la Camera di commercio rappresenta». Hanno ricevuto il premio trentasette uomini e donne: il primo è stato Efisio Cocco, da 55 anni titolare di un’attività commerciale nel settore alimentare a Cagliari, che si è distinto tra tutti per anzianità e può essere con- siderato l’emblema della dedizione lavorativa, inossidabile e immutata. «Sono felicissimo - ha detto Cocco - ho 78 anni ma ancora lavoro dietro il bancone al mercato di San Benedetto, dove vendo salumi e formaggi. Ai giovani mi sento di augurare che non manchi mai la buona volontà». Tra i lavoratori chiamati a partecipare alla cerimonia anche Paolo Cocco, con 51 anni alle spalle dedicati alla propria attività commerciale nel settore librario, Egidio Bianchi, orologiaio da ben 53 anni, e Antonina Settembrini, titolare da 40 anni di un salone di parrucchiera. Sono stati infine premiati diversi dipendenti della Coldiretti e della stessa Camera di commercio. Piero Comandini, assessore provinciale allo Sviluppo economico ha parlato di «vera giornata di festa, che riconosce il lavoro umile, silenzioso e molte volte nascosto, di quanti garantiscono lo sviluppo del territorio». (m. l.)