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TIPOLOGIA A: ANALISI DEL TESTO

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TIPOLOGIA A: ANALISI DEL TESTO
TIPOLOGIA A: ANALISI DEL TESTO
LA GUERRA DI PIERO
(F. De Andrè)
È una delle più celebri ballate di De André, e costituisce - soprattutto in relazione alla data in cui fu scritta (1970) una delle rare versioni italiane degli ideali pacifisti cantati oltreoceano da Bob Dylan e Joan Baez. "Un solare inno
pacifista ed antimilitarista", l'ha definita Marco Pandin. "Il protagonista è un soldato, Piero, che in una luminosa
giornata di primavera, dopo un lunghissimo cammino iniziato nel cuore dell'inverno, varca il confine che divide due
nazioni. Mentre riflette sull'inutile ferocia della guerra, vede in fondo alla valle un soldato nemico che certamente
prova le sue stesse paure ed è tormentato dai dubbi. Pur consapevole che soltanto uccidendolo potrà salvarsi, Piero
appare indeciso sul da farsi. Quell'incertezza, frutto di un atto istintivo di umana solidarietà, gli sarà tuttavia fatale,
perché l'avversario, accortosi del pericolo, non esiterà a sparargli". La follia della guerra viene denunciata senza
lanciare proclami, ma con quasi rassegnata tristezza. L'unica colpa di Piero è di non aver ucciso un uomo con la divisa
di un altro colore, non per vigliaccheria, ma, per un senso di fratellanza; per la consapevolezza di essere (come il
nemico) una semplice pedina di un gioco disumano ed assurdo, che schiera umili contro umili in una lotta senza senso.
Nonostante il nome chiaramente italiano del soldato, La guerra di Piero ha una dimensione metastorica e assume un
valore universale, emblematico, di denuncia dell'azione più tragica e assurda che l'uomo possa commettere.
STRUTTURA: Nel testo, composto da quattordici quartine prevalgono gli endecasillabi ma vi sono molti quinari
doppi (ad es. vv. 5, 8, 10, 11, 13, 20, ecc.). Prevale la rima baciata (strofe I, III, V, VI, VII, IX, X, XI, XII, XIV) ma
con eccezioni: a rima incrociata è la strofa II; alla strofa IV (vv. 1-2) vi è una rima imperfetta, alla strofa VIII (vv. 34) vi è un'assonanza atona, e alla strofa XIII (vv. 1-2) un'assonanza tonica.
1
5
10
15
20
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi
Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente
Così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
35
40
Fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce
Ma tu no lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
E mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
25
30
Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue
E se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
E mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia
Cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato
Cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
45
50
55
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno
E mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
COMPRENSIONE
 Riassumi il contenuto informativo del testo in 15 righe
ANALISI
 Fai attenzione al fino narratologico.Nelle strofe si alternano le riflessioni pacifiste del soldato, gli
inviti del narratore e le squenze propriamente narrative. Puoi spiegare questa suddivisione riferendo
ogni strofa alla relativa appartenenza?
 Se osservi, nel testo, ci sono alcune metafore molto particolari: l'inferno al v. 10 e l'anima in spalle al
v. 21. Cosa potrebbero voler dire?
 Quale valore attribuisci ai vv 45-49 "Ninetta mia..."? Perchè quest'invocazione?
 Cerca di dare un senso alle seguenti figure retoriche: l'iperbole delle "parole / troppo gelate per
sciogliersi al sole" dei vv. 51-52; l'anastrofe nell'espressione "dei morti in battaglia ti porti la voce"
(v. 15); le dvierse anafore: "fermati Piero, fermati adesso" (v. 13), "sparagli Piero, sparagli ora" (v.
25), "cadesti a terra senza un lamento / ... / cadesti a terra senza un lamento" (vv. 37-41), "dentro
alle mani stringevi il fucile / dentro alla bocca stringevi parole" (vv. 50-52).
APPROFONDIMENTO
 Le canzoni di De André hanno spesso riferimenti colti, a parte ovviamente quelli che derivano dallo
studio e dall'elaborazione di testi letterari veri e propri (come negli album La buona novella e Non al
denaro, non all'amore né al cielo). Il caso probabilmente più celebre è quello di La città vecchia, che
ha numerosi collegamenti con Città vecchia di Saba. Anche per La guerra di Piero, che è forse la
canzone più antologizzata del nostro autore, è possibile individuare analogie con un testo poetico, e
precisamente col sonetto Le dormeur du val di Arthur Rimbaud. Confronta i due testi cercando di
trovare e commentare i punti di simmetria più significativi.
Le dormeur du val
[Il dormiente nella valle]
É una verde radura dove canta un ruscello
Che appende pazzamente agli steli i suoi cenci
d'argento1; il sole scende dalla montagna altiera2
e luccica nel borro che spumeggia di raggi.
A bocca spalancata, a testa nuda, un giovane
soldato3, con la nuca nel nasturzio4 azzurrino,
dorme; sotto le nubi è disteso nell'erba,
bianco nel letto verde su cui piove la luce.
Ha i piedi nei giaggiuoli. Dorme. Sorride come
sorriderebbe un bimbo che sta male. Sonnecchia.
Cullalo tu, Natura, col tuo calore: ha freddo.
I profumi non fanno fremer le sue narici.
Egli dorme nel sole, con la mano sul petto
calmo. Ha due fori rossi, a destra, sul costato.
1
I "cenci d'argento" (vv. 2.3) alludono probabilmente all'acqua che il ruscello lascia sugli steli che lambisce.
"Altiera" (v. 3) significa superba, sdegnosa.
3
Molti commentatori ritengono che la figura del "giovane soldato" (vv. 5-6) sia un riferimento alla guerra franco-prussiana del 1870,
conclusasi con la sconfitta francese.
4
Il "nasturzio" (v. 6) è una piante che produce fiori di diversi colori e che cresce nei luoghi umidi.
2
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