Improponibile il voto di fiducia: bisogna insistere sul
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Improponibile il voto di fiducia: bisogna insistere sul
Anno IX - numero 25 Martedì 6 luglio 2004 Confederazione E u r o p e a dei Sindacati Indipendenti Società Cultura Lavoro Sped. abb. post. Legge 662/96, art. 2 comma 20, lett. B Filiale di Roma - Euro 0,90 Abbonamento annuale Euro 26,00 SETTIMANALE DI POLITICA E INFORMAZIONE SINDACALE CONFEDERAZIONE GENERALE SINDACATI AUTONOMI LAVORATORI E-mail: [email protected] Sito Internet: www.confsal.it RIFORMA DELLA PREVIDENZA PRODUZIONE INDUSTRIALE Improponibile il voto di fiducia: bisogna insistere sul negoziato Fatturato in aumento ma restano le difficoltà La Confsal reclama il rispetto dei soggetti autenticamente rappresentativi il punto MONTECITORIO La Confsal chiede che venga ripreso con urgenza il confronto sulla riforma del sistema previdenziale mettendo in guardia al tempo stesso l’esecutivo sia dall’assumere decisioni unilaterali che dal porre in atto ingiustificate e illogiche discriminazioni con i sindacati che oltre ad essere lesive dei criteri di rappresentatività disattendono il dettato della Carta Costituzionale. Non tornare alla vecchia concertazione di Marco Paolo Nigi acendo un consuntivo dei rapporti intercorsi tra Governo e sindacato nell’ultimo triennio attraverso il dialogo sociale va detto subito che tale metodo ha in gran parte raggiunto il suo scopo consentendo a tutte le organizzazioni sindacali autonome e confederali di esprimere il proprio punto di vista sulle problematiche in discussione e, al tempo stesso, all’esecutivo di assumere le proprie decisioni in piena autonomia. Particolarmente per quanto concerne la Confsal ciò è accaduto in occasione della sottoscrizione del Patto per l’Italia, di varie modifiche al progetto di riforma del sistema previdenziale e di vari e più efficaci assetti dello stato sociale, del rilancio della politica industriale e di alcune riforme come quella della scuola con lo Snals-Confsal. Il metodo adottato ovvero quello del dialogo sociale ha avuto quindi riscontri positivi ma, a quanto sembra, si sta insistendo da più parti per tornare al sistema concertativo dei primi anni novanta che ha prodotto non pochi guasti primo fra tutti quello del luglio ‘93 che ha portato, tra l’altro, alla soppressione della F a pagina 2 ➧ A PAGINA 3 PENSIONI Incostituzionale la legge delega? Donne penalizzate dal contributivo a Confsal il 1° luglio u.s. ha sollevato, in sede di audizione alla Camera dei Deputati, dubbi di legittimità costituzionale sul testo della legge delega sottoposta all’attenzione del Sindacato. “Sono illegittime - ha dichiarato il Segretario generale Marco Paolo Nigi le penalizzazioni nei confronti delle donne che vogliono conservare anche dopo il 2008 il diritto ad andare in pensione con le regole della riforma Dini in quanto il calcolo della pensione verrebbe interamente effettuato con il metodo contributivo. Non può una legge calpestare L a pagina 3 ➧ Necessita un forte impegno del Governo a produzione industriale italiana è in netto aumento. Lo rende noto l’Istat sottolineando che il fatturato industriale in aprile è cresciuto del 3,6 per cento rispetto a marzo 2004, segnando il maggiore incremento dal luglio 2000 ed è aumentato del 7,9 per cento rispetto ad aprile 2003. La variazione tendenziale, precisa l’Istat, è la più elevata da dicembre 2002, che si era chiuso con un + 9,6 per cento. L’aumento del fatturato rappresenta di certo un segnale positivo ma sarebbe un grave errore L IL MINISTRO MARZANO considerarlo l’inizio di un boom economico come assai superficialmente è stato scritto su alcuni giornali o affermato da politici ancora ottenebrati dai fumi della tornata elettorale. Le motivazioni di tale a pagina 3 ➧ ROTTAMAZIONE Incentivi allo studio del Governo La Confsal aveva proposto il provvedimento un anno fa a Berlusconi l ministro Antonio Marzano, su sollecitazione dei produttori d’acciaio, sta elaborando una campagna di incentivi alla rottamazione di auto, elettrodomestici e macchine utensili per ridare fiato ad un mercato asfittico e ormai sull’orlo del collasso. La decisione ci sembra quanto mai opportuna ed è quindi pienamente condivisa dalla Confsal, che del resto, l’aveva puntualmente suggerita in una nota del Segretario generale, Marco Paolo Nigi, indirizzata al Presidente del Consiglio (vedi giornale Confsal n. 24 del 26 giugno 2003) finalizzata a incentivare in tal modo l’acquisto dei grandi elettrodomestici in analogia a quanto avvenuto per I a pagina 3 ➧ UNIONE EUROPEA LEGGE BIAGI Approvata la Carta costituzionale resta l’incognita dei referendum Incontro sul decreto tra Governo e sindacati Un importante punto di partenza per la formazione di una grande Europa S risultati della recente consultazione elettorale, la prima su scala europea, hanno le del tutto imprevedibili, vanno ricercate prioritariamente in una forma di protesta generalizzata contro i governi della comunità per il persistere di una crisi economica che ormai da troppo tempo imperversa in modo più o meno virulento nel vecchio continente. Tuttavia non va sottovalutato un altro aspetto della pro- I di Federico De Lella pesantemente e, a volte, drasticamente penalizzato i governi dei paesi Ue indipendentemente dalle posizioni assunte dagli stessi in merito alla crisi irachena. Le cause di un simile risultato, alla vigilia elettora- Il Presidente Bertie Ahern a pagina 2 ➧ Verifica complessiva rinviata al 2005 i è tenuta al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali una riunione, con la Confsal e altri sindacati, riguardante i contenuti dello schema di decreto legislativo correttivo del Dec.to Leg.vo n. 276/2003 attuativo della legge n. 30/2003 - Riforma Biagi - mercato del lavoro. Nella riunione è stato convenuto che una verifica complessiva e approfondita del Dec.to Leg.vo n. 276/2003 verrà effettuata a partire dal mese di aprile 2005 (18 mesi dopo l’entrata in vigore), mentre, nel frattempo, proseguirà il confronto sulle integrazioni e correzioni ritenute urgenti. Tale confronto dovrebbe concludersi in tempi brevi. ❐ MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004 2/DALLA PRIMA PAGINA UNIONE EUROPEA il punto Approvata la Carta costituzionale resta l’incognita dei referendum Non tornare alla vecchia concertazione ➧ testa, certamente meno evidente ma non per questo meno rilevante: in molti, ad esclusione degli inguaribili nazionalisti e degli euroscettici per vocazione, si attendevano da una solida unione europea una crescita dei rispettivi paesi in termini di occupazione, produttività e specialmente competitività, tutti fattori questi indispensabili per far fronte allo strapotere economico dilagante e fagocitante dell’industria orientale e statunitense. Tutto ciò non si è verificato perché l’Europa per ben due anni e quattro mesi si è baloccata senza costrutto su un progetto di Costituzione che, se realizzato a tempo debito, le avrebbe consentito di far fronte alle difficoltà politiche ed economiche del momento. Il voto di protesta o l’astensione dal voto che è poi lo stesso hanno avuto dunque anche questa motivazione che i paesi costituenti sembra abbiano ben compreso dal momento che i lavori per l’elaborazione della Magna Charta europea sono ripresi immediatamente e si sono conclusi in soli due giorni con la sua approvazione sia pure con soluzioni di compromesso tali da limitarne in modo considerevole l’efficacia. Ne è scaturito, infatti, un documento assai ridimensionato rispetto alla stesura originaria elaborata da Girard d’Estaing e Giuliano Amato che pure era stata oggetto già di continue modifiche e faticose rielaborazioni per soddisfare le richieste di un po’ tutti i paesi interessati. Più che di una carta costituzionale è stato così elaborato un vero e proprio trattato commerciale ben lontano da quelle che erano state le attese degli europeisti convinti. Va tuttavia evidenziato che qualche modesto risultato positivo, quasi un incoraggiamento per sviluppi futuri, è stato raggiunto: vi sarà un presidente eletto ogni due anni e mezzo la cui carica potrà essere rinnova- QUARTIERE EUROPEO ta una sola volta e anche un ministro degli esteri europeo a cui spetterà anche il compito di provvedere alla difesa comune. Entrambi, tuttavia, avranno limitati poteri di intervento, il primo per l’impossibilità di dettare le linee guida dell’Ue, il secondo per il voto all’unanimità richiesto per le decisioni da assumere in politica estera e per la non meglio precisata e tantomeno costituita forza d’intervento comune a cui fare riferimento in caso di necessità. Pesa, poi, in modo determinante, il voto all’unanimità voluto dall’Inghilterra in campo fiscale e sociale, unanimità assai difficile da conseguire tra ben 25 paesi ai quali assai presto si aggiungeranno Romania e Bulgaria. E anche il sistema di voto non sarà più quello del metodo ponderato ovvero determinato dalla consistenza demografica dei singoli paesi, ma si realizzerà attraverso una doppia maggioranza del 55 per cento degli Stati che raccolgono il 65 per cento della popolazione complessiva dell’Unione. Inoltre ci vorrà il 72 per cento degli Stati se i provvedimenti da attuare non saranno stati proposti dalla Commissione o dal ministro degli esteri. Coefficienti questi troppo elevati che rischiano di far naufragare molte iniziative anche se per le stesse non è richiesto il voto all’unanimità. Anche la composizione del- la Commissione ( una specie di consiglio dei ministri) che sarà composta di 25 membri, uno per ogni paese componente che diventeranno 27 nel 2007 quando dell’Unione faranno parte i due nuovi membri (dal 2014 il numero dei commissari sarà pari ai due terzi degli stati componenti) dà luogo ad un’anomalia di non poco conto. Gli stati più popolosi (Germania, Francia e Inghilterra) che da soli totalizzano il 35 per cento del numero complessivo di abitanti potranno essere posti agevolmente in minoranza nelle decisioni da assumere dai “piccoli” paesi coalizzati dell’Unione. Non ha trovato posto, infine, nel preambolo della Costituzione il riferimento alle radici “giudaico-cristiane” della civiltà occidentale richiesto da Italia, Polonia e, inizialmente, Spagna. Né poteva essere diversamente perché al di là della netta contrarietà della laicissima Francia, intollerante a qualsiasi ostentazione religiosa, di altri paesi e ora anche della stessa Spagna che, con le aperture di Zapatero sull’aborto e sulle coppie gay, ha di fatto incrinato i rapporti con la chiesa cattolica, un simile riferimento sarebbe stato incompatibile con il futuro ingresso della Turchia nell’Unione Europea. E qui al problema religioso si sovrappone quello politico dal momento che la Turchia, a tutti gli effetti integrata nel sistema strategico-militare dell’occidente, rappresenta il trait d’union tra mondo cristiano e islamico, tra civiltà occidentale e civiltà mussulmana, un vero e proprio ponte ideale che potrebbe in futuro rivelarsi essenziale per la pacifica convivenza dei popoli. Del resto anche la comunità ebraica italiana ha giudicato dannoso e controproducente un riferimento alle radici giudaico-cristiane perché “comporterebbe in sé il rischio di uno scontro di civiltà”. Infine è stata allegata alla Costituzione una dichiarazione con cui si ribadisce l’impegno a rispettare il patto di stabilità ovvero di non superare la soglia del 3 per cento nel rapporto deficit-Pil fissata dal trattato di Maastricht. Forti e giustificate le contrarietà a tale obbligo specialmente da parte di Italia, Gran Bretagna, Francia e Germania, ovvero di quei paesi industrializzati che da un eccesso di rigidità del sistema potrebbero vedere compromessi crescita e sviluppo economico. L’accordo di Bruxelles sulla Costituzione europea, sia pure tra le contraddizioni, le incertezze e le difficoltà attuative che lo caratterizzano, è comunque un punto di partenza che potrebbe precludere, con molto ottimismo, alla formazione della grande Europa. Rimane, tuttavia, ancora una forte incognita. Non sono pochi i paesi, tra i quali l’Italia - chiamata in causa a tale proposito dal ministro Frattini - che hanno già deciso di sottoporre a referendum il trattato costituzionale europeo che, per avere validità, dovrà essere ratificato da tutti indistintamente i 25 paesi membri. Il che, purtroppo, appare alquanto problematico perché il partito trasversale degli euroscettici non solo non demorde ma appare rafforzato dalla congiuntura sfavorevole dell’economia europea. Federico De Lella U.E. - Gli obiettivi da perseguire entro il 2010 • Aumentare il tasso di occupazione media nell’Ue dal 61 al 70 per cento, ove possibile, entro il 2010 (67 per cento entro il 2006). • Portare la quota di donne occupate da una media del 51 per cento a oltre il 60 per cento nel 2010. • Far salire il tasso medio di occupazione nell’Ue delle persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni portandolo al 50 per cento. • Tutti gli Stati membri dovrebbero almeno dimezzare il tasso di abbandoni scolastici rispetto al tasso del 2000 per giungere a una media Ue del 10 per cento o meno. • Gli Stati membri dovrebbero diminuire la disparità tra i sessi tra laureati in matematica, scienze, tecnologia, assicurando un notevole aumento generale del numero di laureati rispetto al 2000. • La partecipazione media dell’Ue all’apprendimento permanente dovrebbe raggiungere almeno il 15 per cento della popo- lazione adulta attiva (25 - 64 anni) e in nessun Paese essa dovrebbe essere inferiore al 10 per cento. • Accrescere il numero di persone di età compresa tra i 25 e i 64 anni con un livello di istruzione secondaria superiore all’80 per cento della popolazione attiva. • Aumentare notevolmente gli investimenti annui procapite a favore delle risorse umane. • Concordare gli obiettivi concreti futuri dei sistemi di istruzione e formazione. • Sviluppare un quadro europeo per definire le nuove competenze base da fornire mediante l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. • Definire i mezzi per aumentare la mobilità di studenti, docenti, formatori e ricercatori. • Migliorare l’impiegabilità e ridurre le lacune a livello di competenze. • Incrementare l’occupazione nel settore dei servizi. ➧ cosiddetta scala mobile che oggi avrebbe consentito a lavoratori e pensionati di affrontare con maggiore serenità il difficile momento economico che sta attraversando il Paese. Si vorrebbe riproporre quindi la vecchia concertazione, metodo questo sollecitato oggi dalla Banca d’Italia, da Confindustria, Confcommercio, Confartigianato e Governo e fortemente sostenuto dalla triplice confederale che in tal modo potrebbe imporre i diktat del passato. La situazione negoziale che si viene così a delineare certamente non giova al Paese anche perché non rappresenta la volontà dell’intero mondo del lavoro e porterebbe, pertanto, ad una pesante ed intollerabile discriminazione di “parti assai significative” del movimento sindacale e ad una inconcepibile mortificazione di piccole e medie realtà produttive che hanno inciso e incidono fortemente sulla economia del Paese. Di fatto verrebbe intaccato uno dei cardini del sistema democratico che si identifica nel pluralismo con tutto ciò che questo comporta a danno dell’intera collettività. È un fenomeno che interessa e preoccupa, in particolare, una confederazione come la Confsal che è largamente rappresentativa nel mondo del lavoro pubblico e privato e che non può non preoccupare l’intero movimento sindacale autonomo. Ed oggi, all’indomani di una consultazione elettorale che ha “congelato” tematiche di rilievo per la vita del Paese, riteniamo che si debba riprendere il dibattito politico-sindacale su alcune questioni non più rinviabili tra cui ci paiono prioritarie il rilancio dell’economia, una più incisiva politica del mercato del lavoro, una più equa riforma fiscale che premi i redditi medio bassi, una difesa reale del potere d’acquisto di salari e pensioni, il contenimento delle tariffe, gli investimenti nel Mezzogiorno, il rinnovo dei contratti di lavoro. Proprio sui contratti riteniamo che il negoziato per i lavoratori del pubblico impiego debba essere riaperto con immediatezza considerato che il 3 giugno a Palazzo Chigi l’incontro Governo-sindacati si è concluso in maniera interlocutoria e tutto è stato rinviato ad un dopo elezioni che appare sempre più lontano. Gli esiti di tale negoziato dovranno comunque dar luogo ad un rafforzamento del sistema delle relazioni sindacali col Governo in modo tale che tutti i soggetti in campo, ciascuno nell’ambito delle proprie prerogative e responsabilità, concorrano alla definizione di un punto di incontro. Con ciò rivendichiamo la correttezza del negoziato e respingiamo, come abbiamo fatto in passato, il sistema concertativo degli accordi sottobanco che poi venivano contrabbandati come soluzioni definitive di un confronto ufficiale. Marco Paolo Nigi MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004 a posizione del ministro del Welfare Roberto Maroni sulla riforma della previdenza (il progetto governativo sarà comunque approvato nel mese di luglio così com’è dal momento che ai sindacati è stato già concesso molto) viene respinta con forza dalla Confsal che rivendica il suo ruolo istituzionale di sindacato che è poi quello di operare nell’interesse dei lavoratori. Il confronto, ad avviso della Confsal, è tutt’altro che concluso. Va riaperto con tutti gli interlocutori - Governo, Confindustria e Sindacati - per tentare di pervenire ad un accordo condiviso, esperendo tutti i tentativi che la vertenza richiede, prima di un ricorso al minacciato voto di fiducia che porrebbe una seria ipoteca nei rapporti di reciproca correttezza tra esecutivo e parti sociali. Non voto di fiducia, quindi, ma confronto a tutto campo, immediato e costruttivo, senza la pregiudiziale di un oltranzismo di parte sindacale così come è stato ingiustamente detto dal ministro Maroni. La Confsal ha chiesto con forza tale confronto e continuerà a chiederlo fino a quando non lo avrà ottenuto. E sia ben chiaro che le nostre richieste non saranno per un secco e improponibile “no” preclusivo alle proposte L DALLA PRIMA PAGINA/3 RIFORMA DELLA PREVIDENZA Improponibile il al voto di fiducia: bisogna insistere sul negoziato del Governo ma saranno improntate ad un sano realismo nei confronti di un provvedimento che l’Europa ci chiede per far quadrare il bilancio statale ma che tuttavia non deve penalizzare i lavoratori. La nostra proposta è nel senso di predisporre interventi volti all’aumento del numero dei contribuenti attraverso una lotta al lavoro sommerso e minorile, all’elusione e all’evasione fiscale. Del resto le modifiche alla legge delega si possono ancora effettuare. Lo ha riconosciuto lo stesso ministro Ma- roni quando ha tenuto a precisare che il testo della stessa non è perfetto e quindi, a nostro avviso, implicitamente emendabile. Che poi il Governo nei rapporti col sindacato utilizzi lo strumento del dialogo sociale oppure della concertazione, certamente non quella vecchia maniera, ha poca rilevanza. Il fine ultimo è solo quello di pervenire a risultati concreti di reciproca convenienza. In tale ambito, ma in generale in quello di tutte le contrattazioni, dobbiamo invece denunciare che è in atto una sorta di patto “scellerato” tra Confindustria e Triplice confederale, con la partecipazione assai discreta del Governo, per escludere il sindacalismo autonomo da qualsivoglia trattativa contrattuale. Poiché il fine di tale “alleanza” è quello di ripristinare nei rapporti con il sindacato triconfederale il sistema concertativo, la Confsal rivendica a pieno titolo il suo ruolo istituzionale nel rispetto delle norme sulla rappresentatività sancite, anche se non ancora del tutto definite, dall’art. 39 della Costituzione. E tale diritto è stato puntualmente evidenziato sia al Governo che alla Confindustria in una puntuale nota inviata al vicepresidente Bombassei al quale è stato chiesto un apposito incontro sull’argomento dal momento che i sindacati confederali non possono diventare gli unici interlocutori di problemi che riguardano tutto il mondo del lavoro. Sarebbe, tra l’altro, un ritorno puro e semplice a un passato che l’elettorato ha dimostrato chiaramente di non gradire, cosa questa che dovrebbe allarmare non poco l’esecutivo che aveva nei suoi primi atti di governo contrastato questo sistema di trattativa di fatto ormai superata dalla realtà di un mondo del lavoro in continua evoluzione. Informazioni RICONOSCIMENTO INFERMITÀ Individuati gli organismi di accertamento sanitario per i pubblici dipendenti L’apposito regolamento entrato in vigore dalla pubblicazione sulla GU er il riconoscimento di infermità derivanti o non da causa di servizio, l’articolo 9 del DPR 29 ottobre 2001, n. 461 individuava una pluralità di organismi di accertamento sanitario (aziende sanitarie locali territorialmente competenti, ovvero Commissione medica di verifica di cui all’articolo 2-bis, comma 2, del decreto legislativo n. 157/1997 come modificato dal Dlgs n. 278/1998) ai quali rivolgersi alternativamente e non cumulativamente, in relazione e compatibilmente con i carichi di lavoro della Commissione medicoospedaliera nonché con l’organizzazione anche territoriale della sanità militare. L’articolo 6, comma 13, del medesimo DPR demandava ad un successivo decreto la definizione delle competenze e delle funzioni da assegnare alle suddette strutture. Nella Gazzetta Ufficiale - serie generale n. 44 del 23 febbraio 2004 è stato pubblicato il decreto 12 febbraio 2004 del Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero della giustizia, della difesa, dell’interno e della salute con il quale vengono definiti i “criteri organizzativi per l’assegnazione delle domande agli organismi di accertamento sanitario di cui all’ar- P ticolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2001, n. 461, ed approvazione dei modelli di verbale utilizzabili, anche per le trasmissioni in via telematica, con le specificazioni sulle tipologie di accertamenti sanitari eseguiti e sulle modalità di svolgimento dei lavori”. L’Inpdap, con la circolare n. 37/2004, analizza esclusivamente i riflessi pensionistici connessi alle nuove disposizioni in materia di accertamento sanitario per la concessione della pensione di privilegio ovvero di un trattamento pensionistico riferito ad altre forme di inabilità nei confronti del personale iscritto alle Casse pen- sioni degli ex Istituti di previdenza nonché del personale delle amministrazioni statali per le quali l’Inpdap ha assunto la competenza in materia di liquidazione dei trattamenti pensionistici. Le disposizioni previste dal Decreto citato trovano applicazione nei confronti di tutti i pubblici dipendenti di cui all’articolo 1, comma 2, del Dlgs 30 marzo 2001, n. 165 per il riconoscimento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio nonché per gli accertamenti di inidoneità o altre forme di inabilità. Poiché il Decreto non è da considerarsi un regolamento ma un atto amministrativo immediatamente esecutorio, esso è entrato in vigore il giorno stesso della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, cioè il 23 febbraio 2004. Pertanto, gli organismi sanitari interessati assumono le nuove competenze esclusivamente per le domande ad essi presentate a partire dal 23 febbraio 2004; per contro, ai sensi dell’articolo 9 del decreto in oggetto, rimane ferma la competenza delle Commissioni mediche ospedaliere per le effettuazioni degli accertamenti sanitari relativi ad istanze alle stesse presentate sino al giorno 22 febbraio 2004. PRODUZIONE INDUSTRIALE Fatturato in aumento ➧ crescita, infatti, sono da attribuire ad una serie di elementi concomitanti che vanno dallo smaltimento delle scorte di magazzino al ridimensionamento dell’euro sul dollaro, fatto quest’ultimo che a breve porterà inevitabilmente ad un rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, rialzo del resto già in atto e a cui l’Europa si dovrà adeguare e che peserà notevolmente sull’indebitamento delle imprese e sul debito pubblico. Prospettive non esaltanti, dunque, che devono necessariamente frenare i facili entusiasmi e spingere invece l’esecutivo ad operare per un risanamento reale del Paese investendo in special modo in ricerca e innovazione. ROTTAMAZIONE Incentivi allo studio ➧ il mercato dell’automobile. La risposta del Governo, affidata al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, non si fece attendere (vedi giornale Confsal n. 30 dell’11 settembre 2003). Vi si apprezzava e, in parte, si condividevano le indicazioni della Confsal, ma si negava la possibilità di una rottamazione degli elettrodomestici perché il provvedimento, come era già avvenuto per il settore dell’auto, avrebbe, finito per favorire le industrie straniere. Il che, a nostro avviso, non sarebbe potuto accadere perché, mentre l’industria dell’auto in Italia non è competitiva in rapporto sia alla qualità che al prezzo del prodotto, il settore degli elettrodomestici ha proprio nella competitività il suo punto di forza tant’è che lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, televisori, ecc., ferma restando la loro buona qualità, vengono offerti a prezzi di gran lunga inferiori a quelli praticati all’estero. La Confsal, quindi, plaude all’iniziativa del ministro Marzano nella certezza che contribuirà in modo sostanzioso a incentivare gli acquisti e quindi a sostenere il mercato. Un solo rammarico: perché si è perduto tanto tempo? PENSIONI Incostituzionale la legge delega? ➧ i diritti acquisiti: il sistema contributivo non può essere applicato retroattivamente, bensì solo dal giorno di entrata in vigore della legge. La Confsal - ha proseguito Nigi sollecita la disapplicazione delle norme che prevedono la verifica nel 2005 sul sistema previdenziale ex legge Dini; inoltre chiede che si proceda nel 2007 alla verifica del sistema degli incentivi in modo da evitare, a seguito di un riscontro positivo, il ricorso all’innalzamento dell’età pensionabile. Esprimiamo meraviglia - ha concluso il Segretario generale - perché ancora una volta non è previsto nell’impianto della legge delega la possibilità volontaria di rimanere in servizio oltre l’età di vecchiaia da parte dei lavoratori. Ciò contrasta con lo spirito della delega tendente a innalzare il più possibile volontariamente l’età pensionabile. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 11 12 13 14 5 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004 4/INFORMAZIONI PROGRAMMA OBIETTIVO ASSEGNO FAMILIARE Dal Comitato Nazionale per le pari opportunità l’impegno per la presenza femminile nel lavoro Determinazione reddito complessivo di un componente il nucleo familiare Elaborato un programma che rientra nell’ambito delle azioni positive necessarie Una importante precisazione dell’Inps l Comitato Nazionale per le pari opportunità ha formulato per il 2004 il programma obiettivo per la promozione della presenza femminile nel lavoro. Tale programma rientra nell'ambito delle azioni positive volte al raggiungimento dei seguenti obiettivi. I 1) Favorire la presenza delle donne nei ruoli decisionali mediante precipui iter formativi per l'apprendimento di competenze a livello dirigenziale. 2) Individuare le linee guida per un progetto di modifica dell'organizzazione del lavoro e sperimentare la messa in opera di processi di innovazione in relazione con la gestione del personale, con un criterio di parità e mediante l'adozione di politiche di conciliazione e di responsabilità sociale delle imprese. 3) Verificare processi di sviluppo e consolidamento in ambito professionale delle lavoratrici a tempo parziale e/o impiegate in lavori atipici; 4) Rafforzare imprese con presenza femminile attiva(mediante documentazione probante) da almeno due anni attraverso: a) analisi di fattibilità per lo sviluppo di nuovi prodotti,servizi e mercati; b) azioni di supervisione e sostegno (con ricorso alla tecnica del mentoring) al ruolo di imprenditrice; c) formazione di ca- on la Risoluzione sullo sviluppo dei servizi per la creazione di posti di lavoro(2003/2132(INI)), il Parlamento Europeo, C a) tenendo conto che i Consigli Europei di Nizza e di Stoccolma hanno evidenziato che il settore dei servizi di natura economica generale,non deve essere fisso,bensì rispecchiare le dinamiche di trasformazione dell’ambiente economico,scientifico e tecnologico; rattere professionale per la titolare o per la compagine societaria. 5) Favorire l'applicazione delle pari opportunità attraverso progetti valutati ed attuati da almeno tre soggetti, ognuno secondo le proprie competenze specifiche: un'associazione di genere, un'organizzazione di carattere sindacale o datoriale o un ordine professionale,un ente di na- tura pubblica. Tali progetti si esplicano in azioni di informazione e diffusione di buone prassi e tecniche di implementazione dell'ottica di genere in tutte le strategie politiche e in tutti i livelli della società (Gender Mainstreaming). I soggetti per i quali si prevede possibilità di finanziamento sono: i datori di lavoro pubblici e privati, le cooperative e i loro consorzi, i centri di formazione professionale con accreditamento,le organizzazioni, a carattere sindacale, nazionali e territoriali, le associazioni di vario genere. Per quanto concerne la durata massima dei progetti, quest'ultima si quantifica in un periodo che non potrà essere superiore a ventiquattro mesi. Per quel che concerne la valutazione dei progetti verranno presi in considerazione alcuni criteri quali: a) qualità e logica del progetto; b) congruità a livello economico e finanziario; c) capacità di produzione di effetti di sistema; d) specificità delle analisi di fattibilità. ono stati formulati all’Inps molteplici quesiti in merito alla possibilità, ai fini della determinazione del reddito complessivo di uno dei componenti il nucleo per la concessione dell’assegno per il nucleo familiare, di detrarre dal reddito di lavoro dipendente le perdite di esercizio derivanti dalla partecipazione ad una società di persone in regime di contabilità ordinaria o semplificata. Al riguardo l’Ente precisa, con circolare n. 87 del 26/5/2004, che l’art. 29 del D.L. 23 febbraio 1995, n. 41, convertito nella legge 22 marzo 1995, n. 85, ha modificato l’art. 8, commi 1 e 3, del T.U.I.R., dettando nuove disposizioni in materia di perdite di esercizio derivanti dalla partecipazione ad una società di persone in regime di contabilità ordinaria o semplificata. Più precisamente, per quanto attiene le imprese in regime di contabilità ordinaria, non è più possibile detrarre dal reddito complessivo (inteso in senso fiscale, cioè come somma dei redditi derivanti dalle singole categorie: di lavoro, di impresa, fondiari, di capitale, etc.) le perdite di esercizio derivanti dalla partecipazione ad una società di persone in regime di contabilità S UNIONE EUROPEA Il Parlamento sullo sviluppo dei servizi per la creazione di posti di lavoro Obiettivo: fornire condizioni idonee per la formazione di nuove opportunità IL PARLAMENTO EUROPEO b) sottolineando che il Consiglio Europeo di Bruxelles (marzo 2003), ha ribadito l’importanza dell’innovazione per lo sviluppo di nuovi prodotti,servizi e attività di carattere imprenditoriale; c) tenendo in considerazione che il Consiglio Europeo di Salonicco ha chiesto una maggiore competitività e un maggiore dinamismo mediante investimenti in capitale umano, una più consona applicazione delle risorse tecnologiche e un uso più razionale della ricerca a favore dell’intero sistema economico; ha ritenuto opportuno chiedere alla Commissione Europea di pubblicare un Libro Bianco concernente la realizzazione di uno specifico settore europeo dei servizi in grado di proporre in modo più incisivo strategie politiche per ciascun settore di servizio, in grado di fornire condizioni idonee per la formazione di nuovi posti di lavoro in tutti i settori dei servizi. Ha invitato la Commissione a sostenere la promozione, assieme agli Stati membri, di un metodo aperto di coordinamento delle politiche nazionali in materia di occupazione nel settore dei servizi, avente come fine lo scambio di informazioni per la definizione dei mezzi più idonei atti a consentire un pieno utilizzo e sviluppo, in tutta l’Unione ampliata, del potenziale economico di cui dispone il settore dei servizi. Viene ricordato che i Piani d’Azio- ordinaria, poiché queste ultime possono essere portate in diminuzione, non più dal reddito complessivo, ma soltanto dai redditi derivanti dalle predette attività. Diverso è invece il trattamento delle perdite che derivano dall’esercizio di imprese in regime di contabilità semplificata: esse possono essere portate in detrazione dal reddito complessivo, solo però limitatamente all’anno di produzione. Pertanto, ai fini dell’assegno per il nucleo familiare, nel caso di imprese in regime di contabilità ordinaria, non si può più detrarre dal reddito di lavoro dipendente di uno dei componenti del nucleo le perdite derivanti dalla sua partecipazione a società di persone in contabilità ordinaria o che abbiano optato per tale regime. Nell’ipotesi, invece, di imprese in regime di contabilità semplificata, agli stessi fini il lavoratore che dichiara una perdita di esercizio derivante dalla sua partecipazione ad una società in contabilità semplificata ha facoltà di detrarre algebricamente tale perdita dal proprio reddito da lavoro dipendente. Ovviamente la precisazione dell’Inps rende nulle tutte le precedenti disposizioni. ne nazionali e locali devono essere coordinati per impiegare al massimo l’alto potenziale in termini di creazione di posti di lavoro a livello locale, tenendo in considerazione che proprio a livello locale i mercati della manodopera sono più facilmente accessibili anche ai gruppi a margine della forza lavoro, come ad esempio le donne. Il Parlamento inoltre ha sollecitato la Commissione a delineare politiche e programmi per spingere gli Stati membri a far proprie e ad attuare strategie specifiche in diversi settori quali quello dell’insegnamento, e dell’orientamento e della formazione professionale, fronteggiando le carenze nell’ambito delle competenze, tenendo conto dei legami esistenti tra i vari settori dei servizi, sì da garantire la preparazione di una manodopera specialistica, in grado di adattarsi di continuo alle improvvise e quanto mai veloci trasformazioni tecnologiche, sociali ed economiche. In ultimo il Parlamento ha chiesto di ricorrere ai Fondi strutturali, e in particolare al Fondo sociale europeo, per incoraggiare lo sviluppo del settore dei servizi e ritiene che,tenuto conto dei Vertici di Lisbona e di Feira, la Banca europea per gli investimenti debba sostenere il settore dei servizi e il potenziale che ha nella produzione di posti di lavoro. (Francesca Pizzoli) MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004 elle denunce di malattia professionale che i datori di lavoro devono trasmettere all’Inail vanno indicate solo informazioni sanitarie relative o collegate alla patologia denunciata e non dati sulla salute inerenti a semplici malesseri accusati o ad assenze registrate nel corso del rapporto di lavoro, non rilevanti per la malattia professionale. Anche se l’amministrazione viene a conoscenza di altri dati, deve comunicare e conservare solo quelli necessari prescritti dalla normativa. Tali principi sono stati ribaditi dal Garante (Stefano Rodotà. Giuseppe Santaniello, Gaetano Rasi, Mauro Paissan) in un provvedimento con il quale ha vietato all’Inail di utilizzare i dati sanitari di un’assicurata e ha disposto il blocco di alcune informazioni relative allo stato di salute presenti negli archivi del datore di lavoro e ricavabili dalle diagnosi contenute nei certificati dei lavoratori. All’amministrazione è stato, inoltre, imposto di adottare opportuni accorgimenti per non rendere visibili le diagnosi sulle certificazioni sanitarie detenute. Al blocco dei dati si è INFORMAZIONI/5 N PRIVACY Malattie professionali. Nelle denunce all’Inail solo informazioni indispensabili Il Garante blocca l’uso dei dati sanitari da parte di una P.A. STEFANO RODOTÀ GARANTE PRIVACY SEDE INAIL giunti a seguito di una segnalazione di una dipendente che lamentava un trattamento illegittimo di informazioni sanitarie nel corso della procedura avviata per il riconoscimento di malattia professionale. La misura adottata dal Garante si è resa necessaria per evitare il rischio concreto di un pregiudizio per la segnalante e per tutti gli altri lavoratori i cui dati sanitari sono ricavabili dalle diagnosi ri- portate sui certificati. L’attuale disciplina in materia prevede, infatti, che il lavoratore assente per malattia sia tenuto a presentare al datore di lavoro solo l’attestazione della prognosi. Può capitare, però, che nel certificato venga indicata anche la diagnosi: in questo caso l’amministrazione, che non è legittimata a trattare questi dati, deve quindi adoperarsi per oscurare la diagnosi e adottare op- portuni accorgimenti anche verso lavoratori e medici. L’amministrazione pubblica presso la quale lavora la segnalante, anziché inviare all’Inail, come prescrive la normativa, solo la denuncia di malattia professionale corredata dal certificato medico con la sintomatologia accusata, aveva invece trasmesso tutti i certificati presentati dalla dipendente nel corso del rapporto di lavoro. Nella documentazione erano presenti più di 60 certificati prodotti dal 1985 al 2000 e una nota riepilogativa delle assenze. Erano oltretutto riportate anche le diagnosi relative a malesseri temporanei (stato febbrile, faringite) e patologie che non risultavano collegabili a quella denunciata all’Inail. La trasmissione di questi certificati medici, ha stabilito il Garante, non è giustificata da alcuna disposizione normativa ed è risultata soprattutto in contrasto con la normativa sulla privacy. Si è verificata, quindi, un’illegittima comunicazione di dati non pertinenti ed eccedenti ai fini del riconoscimento della malattia professionale e questi dati non potranno essere utilizzati dall’Inail per la valutazione. Il Garante ha ritenuto necessario disporre ulteriori accertamenti nei confronti dell’amministrazione pubblica che ha comunicato i dati. Copia del provvedimento è stata trasmessa alla magistratura penale per le valutazioni di competenza, perché nel corso del procedimento avviato dal Garante l’amministrazione aveva inoltre negato di aver mai inviato certificati all’Inail. INPAS Il patronato della Confsal alla presentazione di “Inps noi” resso lo “Spazio Etoile” in Piazza San Lorenzo in Lucina a Roma, il Patronato I.N.P.A.S. ha partecipato alla presentazione del Film istituzionale “Inps noi”, regia di Gillo e Marco Pontecorvo e del volume fotografico “Viale della Previdenza Sociale” di Gianni Berengo Gardin. L’invito, che è stato formulato dal Presidente dell’Inps, Gianpaolo Sassi, dal Direttore generale dell’Inps, Vittorio Crecco e dal Presidente del Civ, Francesco Lotito, ha visto la partecipazione di numerose personalità del mondo della politica e della società civile. Il video istituzionale “Inps noi” è stato preceduto da un breve dibattito coordinato da Bruno Vespa durante il quale è stato sottolineato il contributo significativo dato dall’istituto Nazionale di Previdenza Sociale alla crescita e allo sviluppo del nostro Paese. P ANTITRUST TUTELA DELL’INFANZIA Nuove soglie per le concentrazioni Una pdl per vietare le manifestazioni ai bambini Aggiornato il fatturato delle imprese per comunicazione dati ’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha aggiornato, con provvedimento 13174/2004, con decorrenza 24 maggio 2004, le soglie di fatturato oltre le quali scatta l’obbligo di comunicare preventivamente alla stessa Autorità le operazioni di concentrazione. In base a tale decisione, la notifica preventiva dell’Autorità Antitrust dovrà essere effettuata qualora il fatturato totale realizzato a livello nazionale dall’insieme delle imprese interessate sia superiore a 411 milioni di euro, ovvero qualora il fatturato totale realizzato a livello nazionale dall’impresa di cui è prevista l’acquisizio- L ne sia superiore a 41 milioni di euro. “L’incremento del valore delle soglie - si legge in una nota dell’Autorità - corrisponde, come previsto dall’art. 16 della legge n. 287/90, all’aumento dell’indice del deflatore dei prezzi del prodotto interno lordo, che per il 2003, come risulta dalla Relazione Generale sulla situazione economica del Paese, è stato pari al 2,95%”. Alle imprese che non rispetteranno l’obbligo di comunicazione preventiva potrà essere applicata una sanzione amministrativa pecuniaria fino all’uno per cento del fatturato dell’anno precedente a quello in cui è effettuata la contestazione. Per essere operativa deve essere approvata dal Parlamento CONTRATTI A T.D. Disposta dal Governo la proroga per quelli stipulati da alcune p.a. Per preservare esperienza e professionalità acquisite dagli ex l.s.u. on il decreto legge n. 136 del 28 maggio 2004 il Governo ha disposto la proroga fino al 31 dicembre 2004 dei contratti di lavoro a tempo determinato stipulati fra il Ministero del lavoro, l’Inps, l’Inpdap e l’Inail ed ex lavoratori socialmente utili, al fine di preservarne esperienza e professionalità acquisite; alla medesima data è differito il termine di scadenza di contratti stipulati a seguito di offerta di formazione e lavoro per l’assunzio- C ne di giovani disoccupati. Il provvedimento prevede inoltre alcune misure per garantire il funzionamento della Croce Rossa Italiana, ratificando alcuni interventi organizzativi del Commissario straordinario, amplia la platea dei possibili destinatari dei benefici fiscali previsti per le Onlus, risolve alcune incertezze interpretative riguardanti il diritto di opzione per il personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. bambini minori di 11 anni non potranno più partecipare alle manifestazioni di protesta né ad altre riunioni in luogo pubblico, e genitori e organizzatori che non rispettano il divieto rischiano multe salate. È quanto prevede la proposta di legge n. 4647/2004 presentata alla Camera dalla presi- I dente della Commissione per l’infanzia, Maria Burani Procaccini. Obiettivo del provvedimento è impedire “l’uso strumentale dei bambini” nelle manifestazioni politiche, attraverso una modifica al Testo Unico di Pubblica Sicurezza, che dovrebbe portare ad una multa dai 500 ai 2.000 euro per quei partiti o sindacati che organizzino manifestazioni con la partecipazione di bambini. Stessa sanzione pecuniaria è prevista per il genitore o per chi accompagni in qualsiasi momento il bambino in piazza e “si rifiuti di allontanarsi col minore stesso nonostante l’invito rivoltogli dalle forze di Polizia presenti”. Escluse dal divieto le manifestazioni religiose, quelle sportivo-ricreative, quelle a carattere esclusivamente educativo-culturale ed in genere tutte le manifestazioni che “tendono all’affermazione di valori accettati universalmente, quali il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali dei principi consacrati nella Carta della N.U. e dei valori costituzionalmente garantiti”. Anche questa, come tutte le proposte di legge, dovrà essere esaminata e approvata (con eventuali modifiche) dal Parlamento prima di diventare operativa. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004 6/INFORMAZIONI ARAN Si intensificano le trattative su occupazione e mercato del lavoro Incontro per l’avvio del fondo pensioni dei comparti enti locali e sanità Per la Confsal l’atto di indirizzo è di difficile applicazione La Confsal: troppi ritardi, danneggiato il personale roseguono all’Aran le riunioni per l’armonizzazione del CCNQ con la legge 276/03. Nelle precedenti riunioni era stato convenuto che i lavori avrebbero preso in esame i singoli istituti interessati alle innovazioni legislative. Nella riunione del 9 u.s., l’Aran ha rassegnato la prima scheda riguardante il lavoro interinale come previsto dal CCNL ed il contratto di somministrazione come previsto, invece, dalla legge 276/03. Si tenga conto che la legge Biagi non si applica al Pubblico Impiego, se non limitatamente a quegli istituti che trovano applicazione nella P.A. e sono disciplinati negli accordi sindacali esistenti. In sintesi si tratta dei seguenti istituti: - somministrazione a tempo determinato (ex lavoro interinale); - part-time; - collaborazione coordinata e continuativa e lavoro a progetto; - contratti di forma- P zione e contratti di inserimento; - nuove flessibilità. L’atto di indirizzo del Governo all’Aran, si presenta di difficile applicazione, in quanto, come sostenuto dalla delegazione Confsal presente al tavolo, non è agevole raggiungere un accordo tenuto conto che alla scadenza dei CCNL la regolamentazione dei rapporti di lavoro flessibile nel pubblico impiego, resterà di competenza della sola disciplina della legge. Tale conclusione è sicuramente riduttiva per le parti sindacali, in quanto di fatto esclude le stesse da ogni partecipazione ai processi decisionali della P.A.. Tutti ciò nonostante che la legge non sia applicabile nel settore pubblico. Si tratta di passaggi importanti che riguardano la vita dell’Amministrazione nella gestione dei rapporti di lavoro, ma nello stesso tempo il ruolo del sindacato che si ROMA. SEDE ARAN vedrà escluso da un’adeguata forma di partecipazione. Occorrerà trovare una soluzione di buon senso che consenta, comunque, di determinare ambiti di intervento sia della contrattazione collettiva che dell’attuazione di disposizioni legislative, finalizzate sicuramente alla tutela delle parti contraenti. Nella prossima riunione sarà rassegnata la scheda relativa al parttime. i è svolto il 22 giugno u.s. un incontro presso l’Aran per avviare la costituzione del fondo pensione per i comparti degli enti locali e della sanità. È stata esaminata e discussa una bozza di ipotesi di accordo basata sulla falsariga del testo già adottato per l’avvio dell’unico fondo pensioni già attivato nel pubblico impiego: quello relativo al comparto scuola. Trattandosi di una materia per molti aspetti con soluzioni obbligate non vi sono state particolari difficoltà S nel riconoscere il testo proposto come una buona base di partenza su cui è possibile concludere un accordo anche in tempi brevi. Sono emersi però alcuni punti nodali e, per certi aspetti di fatto pregiudiziali, da risolvere che hanno indotto l’Aran a chiedere un aggiornamento. È stato evidenziato che i passaggi mancanti sono resi più lenti temporalmente dalla molteplicità dei soggetti istituzionali coinvolti. I punti in sospeso, che hanno reso l’incontro interlocutorio, possono così sintetizzarsi: 1) mancata pronuncia del comitato di settore; 2) mancanza di risorse per la quota di avvio/fondo di dotazione; 3) mancata disponibilità di risorse per incentivare le adesioni nella fase di avvio; 4) mancato assenso di adesione al fondo da parte dei segretari provinciali e comunali e dei dirigenti amministrativi, sanitari e tecnico-professionali della sanità. La Confsal ha sottolineato come il fattore “tempo” sia un elemento decisivo per il positivo avvio del fondo e come i ritardi accumulati stiano danneggiando oltre ogni misura il personale. È stato sottolineato anche che non si può ignorare il concreto rischio di portare “fuori mercato” la previdenza complementare di questi comparti. È stata data, inoltre, la disponibilità a consentire l’adesione al fondo di quelli che vengono definiti operatori di “settori affini” quali, ad esempio, quelli della sanità privata. È stata sottolineata l’importanza del ruolo dell’Aran in questa situazione in cui vi sono interessi convergenti sia di parte sindacale che pubblica per realizzare l’avvio della previdenza integrativa. L’Aran,a conclusione dei lavori, si è impegnata a operare nei tempi più rapidi possibili e si è riservata di convocare le parti non appena vi siano le risposte almeno sulla maggioranza dei punti in discussione. OCCUPAZIONE ADEPP Stabiliti i contributi per le imprese che stipulano contratti di solidarietà Quali contenuti per il terzo CCNL Il beneficio viene corrisposto per un massimo di due anni l Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali - Direzione generale degli Ammortizzatori sociali degli incentivi all’occupazione - Divisione 1a, il 25 maggio 2004, ha emanato la circolare n. 20 riguardante i contratti di solidarietà di cui all’art. 5 decreto legge n. 148/93, convertito con modificazioni nella legge n. 236/1993. Tale articolo prevede che alle imprese che non rientrano nel campo di applicazione del trattamento di integrazione salariale e che “al fine di evitare o ridurre le eccedenze di personale, nel corso della procedura di mobilità di cui all’art. 24 della legge n. 223/1991, stipulano contratti di solidarietà, viene corrisposto, per un periodo massimo di due anni, un contributo pari alla metà del monte ore retributivo da esse non dovuto a seguito della riduzione di orario. Il predetto contributo viene erogato in rate trimestrali e ripartito in parti uguali tra l’impresa e i lavoratori interessati. Per questi ultimi il contributo non ha natura di retribuzione ai fini degli istituti contrattuali e di legge, ivi compresi gli obblighi contributivi previdenziali ed assisten- I MINISTERO DEL LAVORO ziali. Ai soli fini pensionistici si terrà conto, per il periodo della riduzione, dell’intera retribuzione di riferimento. La circolare tratta in materia anche i seguenti argomenti: a) limiti temporali del contratto di solidarietà; b) imprese destinatarie; c) lavoratori ai quali si applica il regime di solidarietà; d) procedure per l’erogazione del contributo di solidarietà; e) prestazioni eccedenti l’orario di lavoro ridotto; f) incompatibilità e assunzioni a tempo determinato. Gli effetti economici devono essere coerenti con i tassi d’inflazione programmata a Confsal ha partecipato all’incontro promosso dall’Adepp, (Associazione degli Enti Previdenziali Privati) presieduto dall’Avv. Maurizio De Tilla, finalizzato alla stipula del terzo CCNL dei dipendenti degli Enti aderenti. Per quanto riguarda la parte economica l’Adepp ha confermato l’applicabilità dell’Accordo interconfederale del luglio 1993 tra Governo e Parti Sociali che prevede la durata quadriennale del CCNL per la materia normativa e biennale per la materia retributiva. Per l'Adepp gli effetti economici dei CCNL devono essere coerenti con i tassi d’inflazione programmata relativi al biennio di validità della parte economica, tenuto anche conto della comparazione tra inflazione programmata e quella effettiva intervenuta nel biennio precedente. Per quanto concerne le relazioni sindacali, si sono discussi i seguenti temi: a) problematiche sull’applicazione del contratto di secondo livello nel caso di fusione di due o più Enti (art. 2112 c.c.), b) sanzioni e procedure disciplinari con sospensione dal servizio e privazione della retribuzione superiore a 10 giorni così come previsto dalla legge n. 300 del L 1970; c) sospensione cautelare in caso di procedimento penale; d) redazione del Regolamento per l’elezione del rappresentante per la sicurezza. L’Adepp ha ricordato che la tematica del sistema di classificazione del personale è stata affrontata in sede di stipula del primo CCNL e ha subito importanti modifiche con l’introduzione nel secondo CCNL della figura del Quadro e la previsione della declaratoria delle attività ausiliarie polivalenti. Ciò induce a lasciare sostanzialmente inalterato l’impianto esistente. L’Adepp ritiene prioritario adeguare la parte economica in tempi brevi, fermo restando l’impegno delle parti di avviare, entro 30 giorni dalla sottoscrizione del rinnovo, la trattativa per l’adeguamento del contratto alla normativa di base. In ogni caso l’Adepp si impegna ad inviare alle parti sociali entro il 5 luglio 2004 una bozza di documento conclusivo di merito. SOCIETÀ CULTURA LAVORO Confederazione generale Sindacati Autonomi Lavoratori Settimanale di politica e informazione sindacale Direttore MARCO PAOLO NIGI Direttore responsabile FEDERICO DE LELLA Comitato di redazione: Domenico Dimilta - Toti Ferrara Direzione: Via A. Bargoni, 8 sc. H 00153 Tel. 06 - 5852160 Fax 06 - 5809774 Roma Amministrazione: Viale Trasteve- Sito internet www.confsal.it re, 60-00153 Roma e-mail: [email protected] Gestione editoriale: Cooperativa editoriale Società Cultura Lavoro a r.l. Via Bargoni, 78 - 00153 Roma Registrato Tribunale di Roma al n. 495 del 7-10-1996 Spediz. abb. post. comma 20, lett. B, art. 2, legge 23-12-96, n. 662. Stampa: Micro Services s.n.c. di Roberto Salomone & C. Via F. Palasciano, 25/27 Roma Associato L’organo di stampa è aperto a tutte le collaborazioni all’Unione che, per necessità redazionali, potrebbero tuttavia non Stampa essere integralmente accolte. Gli autori degli articoli soPeriodica Italiana no responsabili delle loro opinioni. MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004 GIURISPRUDENZA/7 MOBBING svago, laddove il danno morale è un pati interiore che prescinde da qualsiasi ricaduta sull’agire umano”. Nel caso preso in considerazione per la sentenza del Tribunale di Pinerolo, il lavoratore era stato oggetto di mobbing, consistente in comportamenti vessatori comportanti calo di lavoro (fino alla totale assenza), isolamento nei rapporti umani e demansionamento (art. 2103 c.c.), poi culminati nel licenziamento del lavoratore stesso, quale ultimo atto della complessiva condotta di mobbing. Risarcito il procurato danno per illegittimo licenziamento Lavoratore reintegrato, condannato il datore di lavoro on la sentenza n. 119 del 2/4/2004 il Tribunale di Pinerolo ha accolto il ricorso di un lavoratore dipendente ingiustificatamente licenziato, dichiarando illegittimo il licenziamento, disponendo il reintegro dello stesso e con- C dannando il datore di lavoro anche al risarcimento del danno non patrimoniale patito e patiendo sotto forma di danno morale ed esistenziale. Secondo il giudice del lavoro, “Il danno esistenziale ha la caratteristica di abbracciare quelle compromissioni dell'esistenza quotidiana che siano “naturalisticamente” accertabili e percepibili, traducendosi in modificazioni peggiorative del normale svolgimento della vita lavorativa, familiare, culturale, di INADEMPIMENTO CONTRATTUALE PUBBLICO IMPIEGO Il datore di lavoro deve motivare la scelta del personale Sul mobbing decide il Tar In caso di esclusione illegittima il lavoratore può chiedere i danni graduatoria e l datore di SEDE CASSAZIONE - PARTICOLARE senza che le lavoro ha Ferrovie forl’obbligo di indicare chiaranissero alcuna motivazione. mente i criteri La Suprema di scelta del Corte ha chiapersonale e di rito che il rapmotivare adeporto tra diguatamente pendente e daeventuali tore di lavoro è esclusioni di un rapporto lavoratori, contrattuale, al perché altrimenti può esquale si applisere chiamato cano i doveri di correttezza e di a risarcire i esatto adempidanni derivanmento della ti dall’inademprestazione, pimento concon la consetrattuale. guenza che, in Questo il caso di illegittiprincipio stama esclusione bilito dalla Sezione Lavoro della Corte di Cassazione di un lavoratore dalla selezione ed in con decisione 4462/2004 che ha accolto mancanza di motivazione, l’imprenditoreil ricorso di un dipendente delle Ferrovie datore di lavoro può essere considerato dello Stato che era stato escluso dall’a- inadempiente e condannato a risarcire i vanzamento in carriera nonostante aves- danni causati al lavoratore dalla mancata se conseguito il punteggio più alto in progressione in carriera. I Risolto il lungo contrasto: chiarita finalmente la giurisdizione l dipendente pubblico che subisce il "mobbing" può chiedere i danni al proprio datore di lavoro, e sulla domanda decide il giudice amministrativo. Le Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione, con sentenza 8438/2004, hanno definitivamente chiarito a chi spetta la giurisdizione sui rapporti di pubblico impiego, risolvendo un lungo contrasto I giurisprudenziale in materia. La Suprema Corte ha però precisato che il lavoratore danneggiato dal mobbing può rivolgersi al Tar solo se il proprio rapporto di lavoro sia sorto antecedentemente al 30 giugno 1998, e ferma restando la competenza del giudice civile per le cause di risarcimento dei danni che non derivino direttamente dal contratto di lavoro. PENSIONI Non pignorabile il trattamento minimo Il Tribunale di Teramo conferma quanto stabilito dalla Corte Costituzionale l Tribunale di Teramo, con ordinanza del 19 marzo 2004 ha stabilito che “In mancanza di apposita disposizione legislativa la parte assolutamente impignorabile della pensione va individuata nell’ammontare del cosiddetto trattamento minimo mensile o pensione sociale”. L'ordinanza accoglie in pieno il filone delle decisioni inerenti l’assoluta impi- I gnorabilità della pensione per l’ammontare del trattamento minimo mensile o pensione sociale nel solco di quanto stabilito dalla recente decisione della Corte Costituzionale. Di certo tale soluzione, che limita enormemente le possibilità del creditore di un fruttuoso recupero del credito, dimostra l'assoluta necessità di un intervento legislativo in materia. ORGANISMI PUBBLICI In preparazione un regolamento per individuare le strutture ritenute indispensabili dai ministeri Il varo del testo definitivo terrà conto delle indicazioni puntualmente prospettate dal sindacato a Confsal ha partecipato, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Funzione Pubblica - ad un incontro riguardante la preparazione di un regolamento con l’individuazione degli enti, organismi e agenzie ritenuti indispensabili dai vari Ministeri ai sensi dell'art. 28, comma 1, della legge n. 448 del 28 dicembre 2001 (Finanziaria 2002). Tale articolo (capo III - Patto di stabilità interno per gli enti pubblici - trasformazione e soppressione di enti pubblici) prevede che: 1) “al fine di conseguire gli obiettivi di stabilità e crescita, di ridurre il complesso della spesa di funzionamento delle amministrazioni pubbliche, di incrementarne l’efficienza e di miglio- L rare la qualità dei servizi, con quali non siano affidati compiti uno o più regolamenti, da ema- di garanzia di diritti di rilevanza nare ai sensi dell’articolo 17, costituzionale, finanziati direttacomma 2, della legge 23 agosto mente o indirettamente a carico 1988, n. 400, entro sei mesi dal- del bilancio dello Stato o di altri la data di entrata in vigore della enti pubblici, disponendone la presente legge, il Governo, su trasformazione in società per proposta dei azioni o in fonMinistri dell’edazioni di diritPALAZZO VIDONI conomia e delle to privato, la finanze e per la fusione o l’acfunzione pubcorpamento blica, di concon enti od orcerto con il Miganismi che nistro interessvolgono attisato, individua vità analoghe o gli enti pubblicomplementaci, le amminiri, ovvero la strazioni, le soppressione e agenzie e gli almessa in liquitri organismi ai dazione, senti- te le organizzazioni sindacali per quanto riguarda i riflessi sulla destinazione del personale. 2) Dalle trasformazioni o soppressioni di cui al comma 1 sono esclusi gli enti, gli istituti, le agenzie e gli altri organismi pubblici che: a) gestiscono a livello di primario interesse nazionale la previdenza sociale; b) sono essenziali per le esigenze della difesa o la cui natura pubblica è garanzia per la sicurezza; c) svolgono funzioni di prevenzione e vigilanza per la salute pubblica”. Nella prossima riunione, prevista entro il corrente mese, si procederà al varo del testo definitivo del regolamento in questione. Nel caso esaminato dal Tribunale di Teramo va osservato che il debitore, che aveva subito in via cautelare l’accantonamento del quinto del totale del trattamento pensionistico, al solo fine di alleggerire la propria posizione debitoria, ha consentito, comparendo personalmente, ad assegnare al creditore le somme già accantonate. DANNO BIOLOGICO Aggiornati importi per risarcimento on decreto del Ministero delle attività produttive del 3/6/2004 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10/6/2004 sono stati aggiornati gli importi relativi ai punti di invalidità ai fini del calcolo del danno biologico di lieve entità ex legge 5/9/2001, n. 57, nelle seguenti misure: euro 663,50 per quanto riguarda l’importo relativo al valore del primo punto di invalidità; euro 38,71 per quanto riguarda l’importo relativo ad ogni giorno di inabilità assoluta. C MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004 8/DALLE FEDERAZIONI dalle l Congresso Nazionale del Sindacato Italiano Autonomo Difesa (UNSA/SIAD) riunito in Taranto il 5 giugno 2004, udita la relazione della Segreteria Nazionale, l’approva: Esprime un particolare apprezzamento alla Segreteria Nazionale uscente per il lavoro fin qui svolto che ha determinato, nel breve periodo di tre anni, un aumento consistente di adesioni al Sindacato, a conferma di una crescente e ragionata scelta dei lavoratori per una forma di rappresentanza sindacale libera da qualsiasi condizionamento politico, fondata esclusivamente sulla tutela effettiva dei diritti non scevra da una presa di coscienza dei propri doveri. Un ulteriore doveroso ringraziamento il Congresso esprime a coloro che, a tutti i livelli di rappresentanza periferica, hanno contribuito, con il loro impegno costante e disinteressato, a far crescere la nostra organizzazione sino a renderla, in qualche caso, la prima tra le Organizzazioni sindacali del Ministero della Difesa. Sul piano rivendicativo, il Congresso Nazionale impegna la Segreteria Nazionale a: - perseguire, in via prioritaria, il conseguimento della “atipicità” delle funzioni del personale civile, oltre ad una più ampia perequazione funzionale tra tutte le categorie operanti nel Dicastero; ritiene il conseguimento di un tale obiettivo fondamentale ed unico per il raggiungimento di una reale svolta che possa rendere finalmente giustizia nei confronti del personale civile; - realizzare un “Ordinamento Professionale” rispondente alle reali esigenze del personale civile, nella salvaguardia delle esigenze funzionali del- I FAST IL SADA RESPINGE IL PROGETTO AZIENDALE E SI PREPARA ALLO SCIOPERO GENERALE 2° CONGRESSO NAZIONALE SIAD: LA MOZIONE CONCLUSIVA l’Amministrazione Difesa; - conseguire nuovi organici, sia numerici che professionali, che soddisfino le Il 5 giugno u.s. in Taranto, con la partecipazione dei delegati delle province, si è celebrato il 2° Congresso Nazionale del Siad-Unsa-Confsal. Il Congresso è stato introdotto da un’ampia relazione della Segreteria nazionale. Successivamente si è sviluppato un ampio dibattito. I lavori si sono chiusi con l’approvazione all’unanimità della mozione conclusiva che pubblichiamo e con l’elezione dei nuovi organi statutari. l giorno 16 u.s. si è svolto un incontro tra le organizzazioni sindacali del comparto e l’Anas su societarizzazioni e sul nuovo modello organizzativo dei vari compartimenti. Il Sada-Fast-Confsal, nel corso della riunione, con un articolato documento ha respinto il progetto dell’Azienda. Le osservazioni in via prioritaria riguardano: a) l’assenza della relativa pianta organica; b) l’abolizione della figura professio- I nale del cantoniere; c) l’affidamento a terzi di tutta la manutenzione; d) l’accentramento dell’intero settore legale, limitando di fatto l’attività periferica. Il Sada-Fast-Confsal ha richiesto un ulteriore incontro per meglio approfondire le tematiche del progetto predisposto dall’Azienda, in assenza del quale adotterà tutte le iniziative possibili atte a contrastare la realizzazione di un simile disegno, compreso lo sciopero generale. dalle Regioni l giorno 16 giugno u.s. presso la Direzione Regionale del Lazio delle Politiche del Lavoro e della Formazione si è tenuto un incontro tra il Direttore generale, Dott. Franco Schina, il Segretario regionale della Confsal-Lazio, Luciano Isceri e Gino Vespa della Segreteria regionale dello Snals-Confsal. L’incontro è servito per fare il punto delle relazioni sindacali tra la Direzione regionale, la Confsal e lo Snals-Confsal del Lazio. Il Segretario regionale ha tenuto a sottolineare che, grazie al protocollo d’intesa per le relazioni sindacali che la Confsal ha sottoscritto con la Presidenza della Giunta regionale, la Confederazione ha acquisito piena titolarità su ben 19 tavoli di concertazione regionale ai quali partecipa con un qualificato gruppo di lavoro. È stato espresso il rammarico ed una decisa e ferma presa di posizio- I dife ed anche extra Civilscuoladife anche per consentire un arricchimento professionale del personale, indispensabile per una progressione di carriera; - perseguire,come attuato da altre Amministrazione dello Stato, una progressione in carriera che dia un chiaro riconoscimento all’impegno attuato dal personale nell’assumere incarichi superiori alla qualifica professionale di appartenenza, - proseguire nell’impegno, sin qui attuato, a garanzia dell’impiego del personale e della produttività degli Enti e Stabilimenti confluiti nell’Agenzia Industrie Difesa, garantendo, in ogni caso, il reimpiego del personale in esubero; - reclamare e pretendere di occupare un ruolo effettivo ed ottenere il riconoscimento di appartenenza al “servizio Difesa” con l’integrazione reale rispetto all’attività di istituto svolta dalle Forze Armate, rivendicando, soprattutto, la pari dignità dei ruoli; - realizzare in misura sempre maggiore il raggiungimento di un flusso informativo e di contatto tra la Segreteria Nazionale e la base sindacale; - perseguire gli obiettivi sindacali prefissati, operando sempre più nella specificazione del Contratto Integrativo di categoria, unico strumento ritenuto, allo stato attuale, idoneo. UNSA LAZIO L’IMPEGNO DELLA SEGRETERIA CONFSAL AI TAVOLI DI CONTRATTAZIONE ne su alcuni recenti passaggi che hanno visto l’esclusione della Confsal dal tavolo per la formazione e, più specificatamente, sui progetti dei fondi comunitari. Il Direttore generale nel riconoscere che qualcosa non ha funzionato nell’ambito della propria Direzione ha garantito un immediato ripristino delle relazioni sindacali sia con la Confsal che con lo Snals-Confsal e ha anche ribadito la volontà dell’Amministrazione regionale di emendare, entro dicembre 2004, la legge regionale n. 38 garantendo alla Confederazione quel ruolo istituzionale che merita anche in conseguenza del lavoro proficuo di rapporti e di collaborazione instaurati negli ultimi due anni. La delegazione ha preso atto con viva soddisfazione degli impegni assunti dal Dott. Schina ed ha chiesto l’immediata riapertura del confronto sul sistema formativo regionale. aspettative di riqualificazione del personale civile; - incrementare e potenziare i corsi presso Civilscuola- Il Congresso Nazionale concludendo, formula voti augurali perché il Sindacato possa acquisire sempre maggiore consenso tra il personale civile del Ministero della Difesa, tale da rappresentare un costante punto di confronto e riferimento per tutti coloro che credono in un sindacalismo libero, democratico ed autonomo. SNALS IL COMITATO CENTRALE SUL RINNOVO DEL BIENNIO ECONOMICO 2004-2005 l Comitato Centrale dello Snals-Confsal nella riunione del 16 giugno u.s., ha proceduto all’analisi di alcune tematiche di rilievo riguardanti il personale scolastico. Con riferimento al rinnovo del biennio 2004-2005, il Comitato Centrale in sintonia con le posizioni e l’operato della Confsal circa il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, ha rivendicato la necessità di recuperare la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, appesantita tra l’altro anche dall’effetto euro, quantificabile intorno al 9,5%, nonché lo stanziamento di risorse per gli incrementi dell’ “accessorio”. Per il comparto scuola ha ritenuto essenziale anche la certificazione delle economie di bilan- I cio, in modo da poterle destinare all’incremento della massa salariale disponibile per il contratto. Contestualmente dovranno essere portate rapidamente a conclusione le trattative per i rinnovi contrattuali dei comparti dei dirigenti scolastici, dell’Afam e dell’università. Il Comitato Centrale ha impegnato, altresì, la Segreteria generale, a continuare ad operare, in raccordo con la Confsal, per l’inserimento nel Dpef e nella successiva legge finanziaria 2005 delle risorse indispensabili per realizzare un rinnovo contrattuale che soddisfi le legittime aspettative del personale e consenta un allineamento sostanziale delle retribuzioni alla media europea.