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Improponibile il voto di fiducia: bisogna insistere sul

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Improponibile il voto di fiducia: bisogna insistere sul
Anno IX - numero
25
Martedì 6 luglio 2004
Confederazione
E u r o p e a
dei Sindacati
Indipendenti
Società
Cultura
Lavoro
Sped. abb. post. Legge 662/96,
art. 2 comma 20,
lett. B Filiale di Roma - Euro 0,90
Abbonamento annuale Euro 26,00
SETTIMANALE DI POLITICA E INFORMAZIONE SINDACALE
CONFEDERAZIONE GENERALE SINDACATI AUTONOMI LAVORATORI
E-mail: [email protected]
Sito Internet: www.confsal.it
RIFORMA DELLA PREVIDENZA
PRODUZIONE INDUSTRIALE
Improponibile il voto di fiducia:
bisogna insistere sul negoziato
Fatturato in aumento
ma restano le difficoltà
La Confsal reclama il rispetto dei soggetti autenticamente rappresentativi
il punto
MONTECITORIO
La Confsal chiede
che venga ripreso con
urgenza il confronto
sulla riforma del sistema previdenziale mettendo in guardia al
tempo stesso l’esecutivo
sia dall’assumere decisioni unilaterali che
dal porre in atto ingiustificate e illogiche discriminazioni con i sindacati che oltre ad essere lesive dei criteri di
rappresentatività disattendono il dettato della
Carta Costituzionale.
Non tornare
alla vecchia
concertazione
di Marco Paolo Nigi
acendo un consuntivo dei rapporti intercorsi tra
Governo e sindacato
nell’ultimo triennio
attraverso il dialogo
sociale va detto subito che tale metodo
ha in gran parte raggiunto il suo scopo
consentendo a tutte
le organizzazioni sindacali autonome e
confederali di esprimere il proprio punto
di vista sulle problematiche in discussione e, al tempo stesso,
all’esecutivo di assumere le proprie decisioni in piena autonomia. Particolarmente
per quanto concerne
la Confsal ciò è accaduto in occasione
della sottoscrizione
del Patto per l’Italia,
di varie modifiche al
progetto di riforma
del sistema previdenziale e di vari e più
efficaci assetti dello
stato sociale, del rilancio della politica
industriale e di alcune riforme come
quella della scuola
con lo Snals-Confsal.
Il metodo adottato
ovvero quello del dialogo sociale ha avuto
quindi riscontri positivi ma, a quanto
sembra, si sta insistendo da più parti
per tornare al sistema concertativo dei
primi anni novanta
che ha prodotto non
pochi guasti primo
fra tutti quello del luglio ‘93 che ha portato, tra l’altro, alla
soppressione della
F
a pagina 2 ➧
A PAGINA 3
PENSIONI
Incostituzionale
la legge delega?
Donne penalizzate dal contributivo
a Confsal il 1° luglio u.s. ha sollevato, in sede di audizione alla Camera
dei Deputati, dubbi di legittimità costituzionale sul testo della legge delega
sottoposta all’attenzione del Sindacato.
“Sono illegittime - ha dichiarato il
Segretario generale Marco Paolo Nigi le penalizzazioni nei confronti delle donne che vogliono conservare anche dopo
il 2008 il diritto ad andare in pensione
con le regole della riforma Dini in quanto il calcolo della pensione verrebbe interamente effettuato con il metodo contributivo. Non può una legge calpestare
L
a pagina 3 ➧
Necessita un forte impegno del Governo
a produzione industriale italiana è in
netto aumento.
Lo rende noto l’Istat
sottolineando che il fatturato industriale in aprile
è cresciuto del 3,6 per
cento rispetto a marzo
2004, segnando il maggiore incremento dal luglio 2000 ed è aumentato
del 7,9 per cento rispetto
ad aprile 2003.
La variazione tendenziale, precisa l’Istat, è la
più elevata da dicembre
2002, che si era chiuso
con un + 9,6 per cento.
L’aumento del fatturato rappresenta di certo
un segnale positivo ma
sarebbe un grave errore
L
IL MINISTRO MARZANO
considerarlo l’inizio di un
boom economico come
assai superficialmente è
stato scritto su alcuni
giornali o affermato da
politici ancora ottenebrati
dai fumi della tornata
elettorale.
Le motivazioni di tale
a pagina 3 ➧
ROTTAMAZIONE
Incentivi allo studio del Governo
La Confsal aveva proposto il provvedimento un anno fa a Berlusconi
l ministro Antonio
Marzano, su sollecitazione dei produttori
d’acciaio, sta elaborando una campagna
di incentivi alla rottamazione di auto, elettrodomestici e macchine utensili per ridare fiato ad un mercato asfittico e ormai
sull’orlo del collasso.
La decisione ci
sembra quanto mai
opportuna ed è quindi pienamente condivisa dalla Confsal,
che del resto, l’aveva
puntualmente suggerita in una nota del
Segretario generale,
Marco Paolo Nigi, indirizzata al Presidente del Consiglio (vedi
giornale Confsal n.
24 del 26 giugno
2003) finalizzata a
incentivare in tal modo l’acquisto dei
grandi elettrodomestici in analogia a
quanto avvenuto per
I
a pagina 3 ➧
UNIONE EUROPEA
LEGGE BIAGI
Approvata la Carta costituzionale
resta l’incognita dei referendum
Incontro sul decreto
tra Governo e sindacati
Un importante punto di partenza per la formazione di una grande Europa
S
risultati della recente consultazione elettorale, la prima su scala europea, hanno
le del tutto imprevedibili, vanno ricercate prioritariamente
in una forma di protesta generalizzata contro i governi della
comunità per il persistere di
una crisi economica che ormai
da troppo tempo imperversa in
modo più o meno virulento nel
vecchio continente.
Tuttavia non va sottovalutato un altro aspetto della pro-
I
di Federico De Lella
pesantemente e, a volte, drasticamente penalizzato i governi dei paesi Ue indipendentemente dalle posizioni assunte
dagli stessi in merito alla crisi
irachena. Le cause di un simile risultato, alla vigilia elettora-
Il Presidente Bertie Ahern
a pagina 2 ➧
Verifica complessiva rinviata al 2005
i è tenuta al Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali una riunione, con la
Confsal e altri sindacati, riguardante i contenuti dello schema di decreto legislativo
correttivo del Dec.to Leg.vo n. 276/2003
attuativo della legge n. 30/2003 - Riforma
Biagi - mercato del lavoro. Nella riunione è
stato convenuto che una verifica complessiva e approfondita del Dec.to Leg.vo n.
276/2003 verrà effettuata a partire dal mese di aprile 2005 (18 mesi dopo l’entrata in
vigore), mentre, nel frattempo, proseguirà il
confronto sulle integrazioni e correzioni ritenute urgenti. Tale confronto dovrebbe
concludersi in tempi brevi. ❐
MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004
2/DALLA PRIMA PAGINA
UNIONE EUROPEA
il punto
Approvata la Carta costituzionale
resta l’incognita dei referendum
Non tornare alla
vecchia concertazione
➧ testa, certamente meno evidente ma non per questo meno rilevante: in molti, ad esclusione degli inguaribili nazionalisti e degli euroscettici per vocazione, si attendevano da una
solida unione europea una
crescita dei rispettivi paesi in
termini di occupazione, produttività e specialmente competitività, tutti fattori questi indispensabili per far fronte allo
strapotere economico dilagante
e fagocitante dell’industria
orientale e statunitense.
Tutto ciò non si è verificato
perché l’Europa per ben due
anni e quattro mesi si è baloccata senza costrutto su un
progetto di Costituzione che,
se realizzato a tempo debito, le
avrebbe consentito di far fronte alle difficoltà politiche ed
economiche del momento.
Il voto di protesta o l’astensione dal voto che è poi lo stesso hanno avuto dunque anche
questa motivazione che i paesi
costituenti sembra abbiano
ben compreso dal momento
che i lavori per l’elaborazione
della Magna Charta europea
sono ripresi immediatamente e
si sono conclusi in soli due
giorni con la sua approvazione
sia pure con soluzioni di compromesso tali da limitarne in
modo considerevole l’efficacia.
Ne è scaturito, infatti, un
documento assai ridimensionato rispetto alla stesura originaria elaborata da Girard d’Estaing e Giuliano Amato che
pure era stata oggetto già di
continue modifiche e faticose
rielaborazioni per soddisfare le
richieste di un po’ tutti i paesi
interessati.
Più che di una carta costituzionale è stato così elaborato
un vero e proprio trattato commerciale ben lontano da quelle
che erano state le attese degli
europeisti convinti.
Va tuttavia evidenziato che
qualche modesto risultato positivo, quasi un incoraggiamento
per sviluppi futuri, è stato raggiunto: vi sarà un presidente
eletto ogni due anni e mezzo la
cui carica potrà essere rinnova-
QUARTIERE EUROPEO
ta una sola volta e anche un
ministro degli esteri europeo a
cui spetterà anche il compito di
provvedere alla difesa comune.
Entrambi, tuttavia, avranno
limitati poteri di intervento, il
primo per l’impossibilità di dettare le linee guida dell’Ue, il secondo per il voto all’unanimità
richiesto per le decisioni da assumere in politica estera e per
la non meglio precisata e tantomeno costituita forza d’intervento comune a cui fare riferimento in caso di necessità. Pesa, poi, in modo determinante,
il voto all’unanimità voluto dall’Inghilterra in campo fiscale e
sociale, unanimità assai difficile
da conseguire tra ben 25 paesi
ai quali assai presto si aggiungeranno Romania e Bulgaria. E
anche il sistema di voto non
sarà più quello del metodo ponderato ovvero determinato dalla
consistenza demografica dei
singoli paesi, ma si realizzerà
attraverso una doppia maggioranza del 55 per cento degli
Stati che raccolgono il 65 per
cento della popolazione complessiva dell’Unione.
Inoltre ci vorrà il 72 per
cento degli Stati se i provvedimenti da attuare non saranno
stati proposti dalla Commissione o dal ministro degli esteri. Coefficienti questi troppo
elevati che rischiano di far
naufragare molte iniziative anche se per le stesse non è richiesto il voto all’unanimità.
Anche la composizione del-
la Commissione ( una specie
di consiglio dei ministri) che
sarà composta di 25 membri,
uno per ogni paese componente che diventeranno 27
nel 2007 quando dell’Unione
faranno parte i due nuovi
membri (dal 2014 il numero
dei commissari sarà pari ai
due terzi degli stati componenti) dà luogo ad un’anomalia di non poco conto.
Gli stati più popolosi (Germania, Francia e Inghilterra)
che da soli totalizzano il 35 per
cento del numero complessivo
di abitanti potranno essere posti
agevolmente in minoranza nelle
decisioni da assumere dai “piccoli” paesi coalizzati dell’Unione.
Non ha trovato posto, infine, nel preambolo della Costituzione il riferimento alle radici
“giudaico-cristiane” della civiltà occidentale richiesto da
Italia, Polonia e, inizialmente,
Spagna. Né poteva essere diversamente perché al di là della
netta contrarietà della laicissima Francia, intollerante a qualsiasi ostentazione religiosa, di
altri paesi e ora anche della
stessa Spagna che, con le aperture di Zapatero sull’aborto e
sulle coppie gay, ha di fatto incrinato i rapporti con la chiesa
cattolica, un simile riferimento
sarebbe stato incompatibile con
il futuro ingresso della Turchia
nell’Unione Europea.
E qui al problema religioso
si sovrappone quello politico
dal momento che la Turchia, a
tutti gli effetti integrata nel sistema strategico-militare dell’occidente, rappresenta il trait
d’union tra mondo cristiano e
islamico, tra civiltà occidentale
e civiltà mussulmana, un vero
e proprio ponte ideale che potrebbe in futuro rivelarsi essenziale per la pacifica convivenza dei popoli.
Del resto anche la comunità
ebraica italiana ha giudicato
dannoso e controproducente
un riferimento alle radici giudaico-cristiane perché “comporterebbe in sé il rischio di uno
scontro di civiltà”. Infine è stata
allegata alla Costituzione una
dichiarazione con cui si ribadisce l’impegno a rispettare il patto di stabilità ovvero di non superare la soglia del 3 per cento
nel rapporto deficit-Pil fissata
dal trattato di Maastricht.
Forti e giustificate le contrarietà a tale obbligo specialmente da parte di Italia, Gran Bretagna, Francia e Germania, ovvero di quei paesi industrializzati che da un eccesso di rigidità del sistema potrebbero vedere compromessi crescita e
sviluppo economico.
L’accordo di Bruxelles sulla
Costituzione europea, sia pure
tra le contraddizioni, le incertezze e le difficoltà attuative che
lo caratterizzano, è comunque
un punto di partenza che potrebbe precludere, con molto
ottimismo, alla formazione della
grande Europa. Rimane, tuttavia, ancora una forte incognita.
Non sono pochi i paesi, tra i
quali l’Italia - chiamata in causa a tale proposito dal ministro
Frattini - che hanno già deciso
di sottoporre a referendum il
trattato costituzionale europeo
che, per avere validità, dovrà
essere ratificato da tutti indistintamente i 25 paesi membri.
Il che, purtroppo, appare alquanto problematico perché il
partito trasversale degli euroscettici non solo non demorde
ma appare rafforzato dalla congiuntura sfavorevole dell’economia europea.
Federico De Lella
U.E. - Gli obiettivi da perseguire entro il 2010
• Aumentare il tasso di occupazione media nell’Ue dal 61 al
70 per cento, ove possibile, entro il 2010 (67 per cento entro il
2006).
• Portare la quota di donne occupate da una media del 51
per cento a oltre il 60 per cento nel 2010.
• Far salire il tasso medio di occupazione nell’Ue delle
persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni portandolo al 50
per cento.
• Tutti gli Stati membri dovrebbero almeno dimezzare il tasso di abbandoni scolastici rispetto al tasso del 2000 per giungere
a una media Ue del 10 per cento o meno.
• Gli Stati membri dovrebbero diminuire la disparità tra i
sessi tra laureati in matematica, scienze, tecnologia, assicurando un notevole aumento generale del numero di laureati rispetto
al 2000.
• La partecipazione media dell’Ue all’apprendimento permanente dovrebbe raggiungere almeno il 15 per cento della popo-
lazione adulta attiva (25 - 64 anni) e in nessun Paese essa dovrebbe essere inferiore al 10 per cento.
• Accrescere il numero di persone di età compresa tra i 25 e
i 64 anni con un livello di istruzione secondaria superiore all’80
per cento della popolazione attiva.
• Aumentare notevolmente gli investimenti annui procapite
a favore delle risorse umane.
• Concordare gli obiettivi concreti futuri dei sistemi di istruzione e formazione.
• Sviluppare un quadro europeo per definire le nuove competenze base da fornire mediante l’apprendimento lungo tutto
l’arco della vita.
• Definire i mezzi per aumentare la mobilità di studenti, docenti, formatori e ricercatori.
• Migliorare l’impiegabilità e ridurre le lacune a livello di
competenze.
• Incrementare l’occupazione nel settore dei servizi.
➧ cosiddetta scala mobile che
oggi avrebbe consentito a lavoratori e pensionati di affrontare
con maggiore serenità il difficile
momento economico che sta attraversando il Paese. Si vorrebbe
riproporre quindi la vecchia concertazione, metodo questo sollecitato oggi dalla Banca d’Italia, da
Confindustria, Confcommercio,
Confartigianato e Governo e fortemente sostenuto dalla triplice
confederale che in tal modo potrebbe imporre i diktat del passato.
La situazione negoziale che si
viene così a delineare certamente
non giova al Paese anche perché
non rappresenta la volontà dell’intero mondo del lavoro e porterebbe, pertanto, ad una pesante ed
intollerabile discriminazione di
“parti assai significative” del movimento sindacale e ad una inconcepibile mortificazione di piccole
e medie realtà produttive che
hanno inciso e incidono fortemente sulla economia del Paese.
Di fatto verrebbe intaccato
uno dei cardini del sistema democratico che si identifica nel pluralismo con tutto ciò che questo
comporta a danno dell’intera collettività. È un fenomeno che interessa e preoccupa, in particolare,
una confederazione come la Confsal che è largamente rappresentativa nel mondo del lavoro pubblico e privato e che non può non
preoccupare l’intero movimento
sindacale autonomo.
Ed oggi, all’indomani di una
consultazione elettorale che ha
“congelato” tematiche di rilievo
per la vita del Paese, riteniamo
che si debba riprendere il dibattito politico-sindacale su alcune
questioni non più rinviabili tra cui
ci paiono prioritarie il rilancio dell’economia, una più incisiva politica del mercato del lavoro, una
più equa riforma fiscale che premi
i redditi medio bassi, una difesa
reale del potere d’acquisto di salari e pensioni, il contenimento delle tariffe, gli investimenti nel Mezzogiorno, il rinnovo dei contratti
di lavoro. Proprio sui contratti riteniamo che il negoziato per i lavoratori del pubblico impiego debba essere riaperto con immediatezza considerato che il 3 giugno
a Palazzo Chigi l’incontro Governo-sindacati si è concluso in maniera interlocutoria e tutto è stato
rinviato ad un dopo elezioni che
appare sempre più lontano.
Gli esiti di tale negoziato dovranno comunque dar luogo ad un
rafforzamento del sistema delle
relazioni sindacali col Governo in
modo tale che tutti i soggetti in
campo, ciascuno nell’ambito delle
proprie prerogative e responsabilità, concorrano alla definizione di
un punto di incontro.
Con ciò rivendichiamo la correttezza del negoziato e respingiamo, come abbiamo fatto in
passato, il sistema concertativo
degli accordi sottobanco che poi
venivano contrabbandati come
soluzioni definitive di un confronto ufficiale.
Marco Paolo Nigi
MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004
a posizione del ministro
del Welfare Roberto Maroni sulla riforma della previdenza (il progetto governativo sarà comunque approvato nel mese di luglio così
com’è dal momento che ai
sindacati è stato già concesso molto) viene respinta con
forza dalla Confsal che rivendica il suo ruolo istituzionale di sindacato che è
poi quello di operare nell’interesse dei lavoratori. Il confronto, ad avviso della Confsal, è tutt’altro che concluso. Va riaperto con tutti gli
interlocutori - Governo, Confindustria e Sindacati - per
tentare di pervenire ad un
accordo condiviso, esperendo tutti i tentativi che la vertenza richiede, prima di un
ricorso al minacciato voto di
fiducia che porrebbe una seria ipoteca nei rapporti di reciproca correttezza tra esecutivo e parti sociali.
Non voto di fiducia, quindi, ma confronto a tutto
campo, immediato e costruttivo, senza la pregiudiziale di
un oltranzismo di parte sindacale così come è stato ingiustamente detto dal ministro Maroni.
La Confsal ha chiesto con
forza tale confronto e continuerà a chiederlo fino a
quando non lo avrà ottenuto.
E sia ben chiaro che le nostre richieste non saranno
per un secco e improponibile
“no” preclusivo alle proposte
L
DALLA PRIMA PAGINA/3
RIFORMA DELLA PREVIDENZA
Improponibile il al voto di fiducia:
bisogna insistere sul negoziato
del Governo ma saranno improntate ad un sano realismo nei confronti di un provvedimento che l’Europa ci
chiede per far quadrare il bilancio statale ma che tuttavia non deve penalizzare i lavoratori. La nostra proposta
è nel senso di predisporre interventi volti all’aumento del
numero dei contribuenti attraverso una lotta al lavoro
sommerso e minorile, all’elusione e all’evasione fiscale.
Del resto le modifiche alla
legge delega si possono ancora effettuare. Lo ha riconosciuto lo stesso ministro Ma-
roni quando ha tenuto a precisare che il testo della stessa non è perfetto e quindi, a
nostro avviso, implicitamente
emendabile. Che poi il Governo nei rapporti col sindacato utilizzi lo strumento del
dialogo sociale oppure della
concertazione, certamente
non quella vecchia maniera,
ha poca rilevanza. Il fine ultimo è solo quello di pervenire
a risultati concreti di reciproca convenienza. In tale ambito, ma in generale in quello
di tutte le contrattazioni,
dobbiamo invece denunciare
che è in atto una sorta di
patto “scellerato” tra Confindustria e Triplice confederale, con la partecipazione assai discreta del Governo, per
escludere il sindacalismo autonomo da qualsivoglia trattativa contrattuale.
Poiché il fine di tale “alleanza” è quello di ripristinare nei rapporti con il sindacato triconfederale il sistema
concertativo, la Confsal rivendica a pieno titolo il suo
ruolo istituzionale nel rispetto delle norme sulla rappresentatività sancite, anche se
non ancora del tutto definite,
dall’art. 39 della Costituzione. E tale diritto è stato puntualmente evidenziato sia al
Governo che alla Confindustria in una puntuale nota
inviata al vicepresidente
Bombassei al quale è stato
chiesto un apposito incontro
sull’argomento dal momento
che i sindacati confederali
non possono diventare gli
unici interlocutori di problemi che riguardano tutto il
mondo del lavoro.
Sarebbe, tra l’altro, un ritorno puro e semplice a un
passato che l’elettorato ha
dimostrato chiaramente di
non gradire, cosa questa che
dovrebbe allarmare non poco l’esecutivo che aveva nei
suoi primi atti di governo
contrastato questo sistema
di trattativa di fatto ormai
superata dalla realtà di un
mondo del lavoro in continua evoluzione.
Informazioni
RICONOSCIMENTO INFERMITÀ
Individuati gli organismi di accertamento
sanitario per i pubblici dipendenti
L’apposito regolamento entrato in vigore dalla pubblicazione sulla GU
er il riconoscimento di infermità derivanti o non da
causa di servizio, l’articolo 9
del DPR 29 ottobre 2001, n.
461 individuava una pluralità di organismi di accertamento sanitario (aziende sanitarie locali territorialmente
competenti, ovvero Commissione medica di verifica di cui
all’articolo 2-bis, comma 2,
del decreto legislativo n.
157/1997 come modificato
dal Dlgs n. 278/1998) ai
quali rivolgersi alternativamente e non cumulativamente, in relazione e compatibilmente con i carichi di lavoro
della Commissione medicoospedaliera nonché con l’organizzazione
anche territoriale della sanità militare.
L’articolo 6, comma 13, del medesimo DPR demandava ad un successivo
decreto la definizione delle competenze
e delle funzioni da assegnare alle suddette strutture.
Nella Gazzetta Ufficiale - serie generale n. 44 del 23 febbraio 2004 è stato
pubblicato il decreto 12 febbraio 2004
del Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero della giustizia, della difesa, dell’interno e
della salute con il quale vengono definiti i “criteri organizzativi per l’assegnazione delle domande agli organismi
di accertamento sanitario di cui all’ar-
P
ticolo 9 del decreto del Presidente della
Repubblica 29 ottobre 2001, n. 461,
ed approvazione dei modelli di verbale
utilizzabili, anche per le trasmissioni
in via telematica, con le specificazioni
sulle tipologie di accertamenti sanitari
eseguiti e sulle modalità di svolgimento dei lavori”.
L’Inpdap, con la circolare n.
37/2004, analizza esclusivamente i riflessi pensionistici connessi alle nuove
disposizioni in materia di accertamento sanitario per la concessione della
pensione di privilegio ovvero di un
trattamento pensionistico riferito ad
altre forme di inabilità nei confronti
del personale iscritto alle Casse pen-
sioni degli ex Istituti di previdenza nonché del personale
delle amministrazioni statali
per le quali l’Inpdap ha assunto la competenza in materia di liquidazione dei trattamenti pensionistici.
Le disposizioni previste dal
Decreto citato trovano applicazione nei confronti di tutti i
pubblici dipendenti di cui all’articolo 1, comma 2, del Dlgs
30 marzo 2001, n. 165 per il
riconoscimento della dipendenza dell’infermità da causa
di servizio nonché per gli accertamenti di inidoneità o altre forme di inabilità.
Poiché il Decreto non è da
considerarsi un regolamento ma un
atto amministrativo immediatamente
esecutorio, esso è entrato in vigore il
giorno stesso della pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale, cioè il 23 febbraio
2004.
Pertanto, gli organismi sanitari interessati assumono le nuove competenze
esclusivamente per le domande ad essi
presentate a partire dal 23 febbraio
2004; per contro, ai sensi dell’articolo 9
del decreto in oggetto, rimane ferma la
competenza delle Commissioni mediche
ospedaliere per le effettuazioni degli accertamenti sanitari relativi ad istanze
alle stesse presentate sino al giorno 22
febbraio 2004.
PRODUZIONE INDUSTRIALE
Fatturato
in aumento
➧ crescita, infatti, sono da attribuire
ad una serie di elementi concomitanti
che vanno dallo smaltimento delle
scorte di magazzino al ridimensionamento dell’euro sul dollaro, fatto quest’ultimo che a breve porterà inevitabilmente ad un rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, rialzo del resto già in atto e a cui
l’Europa si dovrà adeguare e che peserà notevolmente sull’indebitamento
delle imprese e sul debito pubblico.
Prospettive non esaltanti, dunque, che devono necessariamente
frenare i facili entusiasmi e spingere
invece l’esecutivo ad operare per un
risanamento reale del Paese investendo in special modo in ricerca e
innovazione.
ROTTAMAZIONE
Incentivi
allo studio
➧ il mercato dell’automobile. La risposta del Governo, affidata al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio, Gianni Letta, non si fece attendere (vedi giornale Confsal n. 30
dell’11 settembre 2003). Vi si apprezzava e, in parte, si condividevano le
indicazioni della Confsal, ma si negava
la possibilità di una rottamazione degli
elettrodomestici perché il provvedimento, come era già avvenuto per il
settore dell’auto, avrebbe, finito per favorire le industrie straniere.
Il che, a nostro avviso, non sarebbe
potuto accadere perché, mentre l’industria dell’auto in Italia non è competitiva in rapporto sia alla qualità che al
prezzo del prodotto, il settore degli elettrodomestici ha proprio nella competitività il suo punto di forza tant’è che lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, televisori, ecc., ferma restando la loro buona
qualità, vengono offerti a prezzi di gran
lunga inferiori a quelli praticati all’estero. La Confsal, quindi, plaude all’iniziativa del ministro Marzano nella certezza
che contribuirà in modo sostanzioso a
incentivare gli acquisti e quindi a sostenere il mercato. Un solo rammarico:
perché si è perduto tanto tempo?
PENSIONI
Incostituzionale
la legge delega?
➧ i diritti acquisiti: il sistema contributivo non può essere applicato retroattivamente, bensì solo dal giorno
di entrata in vigore della legge.
La Confsal - ha proseguito Nigi sollecita la disapplicazione delle norme che prevedono la verifica nel
2005 sul sistema previdenziale ex
legge Dini; inoltre chiede che si proceda nel 2007 alla verifica del sistema degli incentivi in modo da evitare, a seguito di un riscontro positivo,
il ricorso all’innalzamento dell’età
pensionabile.
Esprimiamo meraviglia - ha concluso il Segretario generale - perché
ancora una volta non è previsto nell’impianto della legge delega la possibilità volontaria di rimanere in servizio oltre l’età di vecchiaia da parte dei
lavoratori.
Ciò contrasta con lo spirito della
delega tendente a innalzare il più
possibile volontariamente l’età pensionabile.
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MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004
4/INFORMAZIONI
PROGRAMMA OBIETTIVO
ASSEGNO FAMILIARE
Dal Comitato Nazionale per le pari opportunità
l’impegno per la presenza femminile nel lavoro
Determinazione reddito
complessivo di un componente
il nucleo familiare
Elaborato un programma che rientra nell’ambito delle azioni positive necessarie
Una importante precisazione dell’Inps
l Comitato Nazionale
per le pari opportunità
ha formulato per il 2004
il programma obiettivo
per la promozione della
presenza femminile nel
lavoro.
Tale programma rientra nell'ambito delle
azioni positive volte al
raggiungimento dei seguenti obiettivi.
I
1) Favorire la presenza delle donne nei ruoli
decisionali mediante
precipui iter formativi
per l'apprendimento di
competenze a livello dirigenziale.
2) Individuare le linee
guida per un progetto di
modifica dell'organizzazione del lavoro e sperimentare la messa in
opera di processi di innovazione in relazione
con la gestione del personale, con un criterio
di parità e mediante l'adozione di politiche di
conciliazione e di responsabilità sociale delle imprese.
3) Verificare processi
di sviluppo e consolidamento in ambito professionale delle lavoratrici
a tempo parziale e/o impiegate in lavori atipici;
4) Rafforzare imprese
con presenza femminile
attiva(mediante documentazione probante) da
almeno due anni attraverso:
a) analisi di fattibilità per lo sviluppo di
nuovi prodotti,servizi e
mercati;
b) azioni di supervisione e sostegno (con ricorso alla tecnica del
mentoring) al ruolo di
imprenditrice;
c) formazione di ca-
on la Risoluzione sullo sviluppo
dei servizi per la creazione di posti di lavoro(2003/2132(INI)), il Parlamento Europeo,
C
a) tenendo conto che i Consigli Europei di Nizza e di Stoccolma hanno
evidenziato che il settore dei servizi di
natura economica generale,non deve
essere fisso,bensì rispecchiare le dinamiche di trasformazione dell’ambiente economico,scientifico e tecnologico;
rattere professionale per
la titolare o per la compagine societaria.
5) Favorire l'applicazione delle pari opportunità attraverso progetti
valutati ed attuati da almeno tre soggetti, ognuno secondo le proprie
competenze specifiche:
un'associazione di genere, un'organizzazione di
carattere sindacale o datoriale o un ordine professionale,un ente di na-
tura pubblica.
Tali progetti si esplicano in azioni di informazione e diffusione di
buone prassi e tecniche
di implementazione dell'ottica di genere in tutte
le strategie politiche e in
tutti i livelli della società
(Gender Mainstreaming).
I soggetti per i quali si
prevede possibilità di finanziamento sono: i datori di lavoro pubblici e
privati, le cooperative e i
loro consorzi, i centri di
formazione professionale
con accreditamento,le
organizzazioni, a carattere sindacale, nazionali e
territoriali, le associazioni di vario genere.
Per quanto concerne la
durata massima dei progetti, quest'ultima si quantifica in un periodo che
non potrà essere superiore
a ventiquattro mesi.
Per quel che concerne
la valutazione dei progetti
verranno presi in considerazione alcuni criteri quali:
a) qualità e logica del
progetto;
b) congruità a livello
economico e finanziario;
c) capacità di produzione di effetti di sistema;
d) specificità delle
analisi di fattibilità.
ono stati formulati all’Inps molteplici quesiti in merito alla possibilità, ai fini della determinazione del reddito complessivo di uno dei componenti il nucleo per la
concessione dell’assegno
per il nucleo familiare, di
detrarre dal reddito di lavoro dipendente le perdite
di esercizio derivanti dalla
partecipazione ad una società di persone in regime
di contabilità ordinaria o
semplificata.
Al riguardo l’Ente precisa, con circolare n. 87 del
26/5/2004, che l’art. 29 del
D.L. 23 febbraio 1995, n.
41, convertito nella legge 22
marzo 1995, n. 85, ha modificato l’art. 8, commi 1 e
3, del T.U.I.R., dettando
nuove disposizioni in materia di perdite di esercizio derivanti dalla partecipazione
ad una società di persone
in regime di contabilità ordinaria o semplificata.
Più precisamente, per
quanto attiene le imprese in
regime di contabilità ordinaria, non è più possibile
detrarre dal reddito complessivo (inteso in senso fiscale, cioè come somma dei
redditi derivanti dalle singole categorie: di lavoro, di impresa, fondiari, di capitale,
etc.) le perdite di esercizio
derivanti dalla partecipazione ad una società di persone in regime di contabilità
S
UNIONE EUROPEA
Il Parlamento sullo sviluppo dei servizi
per la creazione di posti di lavoro
Obiettivo: fornire condizioni idonee per la formazione di nuove opportunità
IL PARLAMENTO EUROPEO
b) sottolineando che il Consiglio
Europeo di Bruxelles (marzo 2003),
ha ribadito l’importanza dell’innovazione per lo sviluppo di nuovi prodotti,servizi e attività di carattere imprenditoriale;
c) tenendo in considerazione che il
Consiglio Europeo di Salonicco ha
chiesto una maggiore competitività e
un maggiore dinamismo mediante investimenti in capitale umano, una
più consona applicazione delle risorse
tecnologiche e un uso più razionale
della ricerca a favore dell’intero sistema economico;
ha ritenuto opportuno chiedere alla Commissione Europea di pubblicare un Libro Bianco concernente la
realizzazione di uno specifico settore
europeo dei servizi in grado di proporre in modo più incisivo strategie politiche per ciascun settore di servizio,
in grado di fornire condizioni idonee
per la formazione di nuovi posti di lavoro in tutti i settori dei servizi.
Ha invitato la Commissione a sostenere la promozione, assieme agli
Stati membri, di un metodo aperto di
coordinamento delle politiche nazionali in materia di occupazione nel
settore dei servizi, avente come fine lo
scambio di informazioni per la definizione dei mezzi più idonei atti a consentire un pieno utilizzo e sviluppo,
in tutta l’Unione ampliata, del potenziale economico di cui dispone il settore dei servizi.
Viene ricordato che i Piani d’Azio-
ordinaria, poiché queste ultime possono essere portate
in diminuzione, non più dal
reddito complessivo, ma
soltanto dai redditi derivanti
dalle predette attività.
Diverso è invece il trattamento delle perdite che derivano dall’esercizio di imprese in regime di contabilità semplificata: esse possono essere portate in detrazione dal reddito complessivo, solo però limitatamente all’anno di produzione. Pertanto, ai fini dell’assegno per il nucleo familiare, nel caso di imprese in
regime di contabilità ordinaria, non si può più detrarre dal reddito di lavoro
dipendente di uno dei componenti del nucleo le perdite derivanti dalla sua partecipazione a società di persone in contabilità ordinaria o
che abbiano optato per tale
regime.
Nell’ipotesi, invece, di
imprese in regime di contabilità semplificata, agli stessi fini il lavoratore che dichiara una perdita di esercizio derivante dalla sua
partecipazione ad una società in contabilità semplificata ha facoltà di detrarre
algebricamente tale perdita
dal proprio reddito da lavoro dipendente.
Ovviamente la precisazione dell’Inps rende nulle
tutte le precedenti disposizioni.
ne nazionali e locali devono essere
coordinati per impiegare al massimo
l’alto potenziale in termini di creazione di posti di lavoro a livello locale,
tenendo in considerazione che proprio a livello locale i mercati della
manodopera sono più facilmente accessibili anche ai gruppi a margine
della forza lavoro, come ad esempio
le donne.
Il Parlamento inoltre ha sollecitato
la Commissione a delineare politiche
e programmi per spingere gli Stati
membri a far proprie e ad attuare
strategie specifiche in diversi settori
quali quello dell’insegnamento, e dell’orientamento e della formazione professionale, fronteggiando le carenze
nell’ambito delle competenze, tenendo
conto dei legami esistenti tra i vari
settori dei servizi, sì da garantire la
preparazione di una manodopera specialistica, in grado di adattarsi di continuo alle improvvise e quanto mai
veloci trasformazioni tecnologiche, sociali ed economiche.
In ultimo il Parlamento ha chiesto
di ricorrere ai Fondi strutturali, e in
particolare al Fondo sociale europeo,
per incoraggiare lo sviluppo del settore dei servizi e ritiene che,tenuto conto dei Vertici di Lisbona e di Feira, la
Banca europea per gli investimenti
debba sostenere il settore dei servizi e
il potenziale che ha nella produzione
di posti di lavoro.
(Francesca Pizzoli)
MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004
elle denunce di malattia professionale
che i datori di lavoro devono trasmettere all’Inail
vanno indicate solo informazioni sanitarie relative
o collegate alla patologia
denunciata e non dati
sulla salute inerenti a
semplici malesseri accusati o ad assenze registrate nel corso del rapporto
di lavoro, non rilevanti per
la malattia professionale.
Anche se l’amministrazione viene a conoscenza di
altri dati, deve comunicare e conservare solo quelli
necessari prescritti dalla
normativa.
Tali principi sono stati
ribaditi dal Garante (Stefano Rodotà. Giuseppe
Santaniello, Gaetano Rasi, Mauro Paissan) in un
provvedimento con il quale ha vietato all’Inail di
utilizzare i dati sanitari di
un’assicurata e ha disposto il blocco di alcune
informazioni relative allo
stato di salute presenti
negli archivi del datore di
lavoro e ricavabili dalle
diagnosi contenute nei
certificati dei lavoratori.
All’amministrazione è stato, inoltre, imposto di
adottare opportuni accorgimenti per non rendere
visibili le diagnosi sulle
certificazioni sanitarie detenute.
Al blocco dei dati si è
INFORMAZIONI/5
N
PRIVACY
Malattie professionali. Nelle denunce
all’Inail solo informazioni indispensabili
Il Garante blocca l’uso dei dati sanitari da parte di una P.A.
STEFANO RODOTÀ
GARANTE PRIVACY
SEDE INAIL
giunti a seguito di una segnalazione di una dipendente che lamentava un
trattamento illegittimo di
informazioni sanitarie nel
corso della procedura avviata per il riconoscimento di malattia professionale. La misura adottata dal
Garante si è resa necessaria per evitare il rischio
concreto di un pregiudizio
per la segnalante e per
tutti gli altri lavoratori i
cui dati sanitari sono ricavabili dalle diagnosi ri-
portate sui certificati.
L’attuale disciplina in
materia prevede, infatti,
che il lavoratore assente
per malattia sia tenuto a
presentare al datore di lavoro solo l’attestazione
della prognosi. Può capitare, però, che nel certificato venga indicata anche
la diagnosi: in questo caso l’amministrazione, che
non è legittimata a trattare questi dati, deve quindi
adoperarsi per oscurare la
diagnosi e adottare op-
portuni accorgimenti anche verso lavoratori e medici.
L’amministrazione
pubblica presso la quale
lavora la segnalante, anziché inviare all’Inail, come
prescrive la normativa,
solo la denuncia di malattia professionale corredata dal certificato medico
con la sintomatologia accusata, aveva invece trasmesso tutti i certificati
presentati dalla dipendente nel corso del rapporto
di lavoro. Nella documentazione erano presenti più
di 60 certificati prodotti
dal 1985 al 2000 e una
nota riepilogativa delle assenze. Erano oltretutto riportate anche le diagnosi
relative a malesseri temporanei (stato febbrile, faringite) e patologie che
non risultavano collegabili
a quella denunciata all’Inail. La trasmissione di
questi certificati medici,
ha stabilito il Garante,
non è giustificata da alcuna disposizione normativa ed è risultata soprattutto in contrasto con la
normativa sulla privacy.
Si è verificata, quindi,
un’illegittima comunicazione di dati non pertinenti ed eccedenti ai fini
del riconoscimento della
malattia professionale e
questi dati non potranno
essere utilizzati dall’Inail
per la valutazione.
Il Garante ha ritenuto
necessario disporre ulteriori accertamenti nei
confronti dell’amministrazione pubblica che ha comunicato i dati. Copia del
provvedimento è stata trasmessa alla magistratura
penale per le valutazioni
di competenza, perché nel
corso del procedimento
avviato dal Garante l’amministrazione aveva inoltre negato di aver mai inviato certificati all’Inail.
INPAS
Il patronato
della Confsal
alla presentazione
di “Inps noi”
resso lo “Spazio Etoile” in Piazza San Lorenzo in Lucina a Roma,
il Patronato I.N.P.A.S. ha
partecipato alla presentazione del Film istituzionale “Inps noi”, regia
di Gillo e Marco Pontecorvo e del volume fotografico “Viale della Previdenza Sociale” di Gianni
Berengo Gardin.
L’invito, che è stato
formulato dal Presidente
dell’Inps, Gianpaolo Sassi, dal Direttore generale
dell’Inps, Vittorio Crecco
e dal Presidente del Civ,
Francesco Lotito, ha visto la partecipazione di
numerose personalità
del mondo della politica
e della società civile.
Il video istituzionale
“Inps noi” è stato preceduto da un breve dibattito coordinato da Bruno
Vespa durante il quale è
stato sottolineato il contributo significativo dato
dall’istituto Nazionale di
Previdenza Sociale alla
crescita e allo sviluppo
del nostro Paese.
P
ANTITRUST
TUTELA DELL’INFANZIA
Nuove soglie per le concentrazioni
Una pdl per vietare
le manifestazioni ai bambini
Aggiornato il fatturato delle imprese per comunicazione dati
’Autorità garante della Concorrenza e
del Mercato ha aggiornato, con provvedimento 13174/2004, con decorrenza 24
maggio 2004, le soglie di fatturato oltre le
quali scatta l’obbligo di comunicare preventivamente alla stessa Autorità le operazioni di concentrazione.
In base a tale decisione, la notifica preventiva dell’Autorità Antitrust dovrà essere effettuata qualora il fatturato totale
realizzato a livello nazionale dall’insieme
delle imprese interessate sia superiore a
411 milioni di euro, ovvero qualora il fatturato totale realizzato a livello nazionale
dall’impresa di cui è prevista l’acquisizio-
L
ne sia superiore a 41 milioni di euro.
“L’incremento del valore delle soglie - si
legge in una nota dell’Autorità - corrisponde, come previsto dall’art. 16 della
legge n. 287/90, all’aumento dell’indice
del deflatore dei prezzi del prodotto interno lordo, che per il 2003, come risulta
dalla Relazione Generale sulla situazione
economica del Paese, è stato pari al
2,95%”. Alle imprese che non rispetteranno l’obbligo di comunicazione preventiva
potrà essere applicata una sanzione amministrativa pecuniaria fino all’uno per
cento del fatturato dell’anno precedente a
quello in cui è effettuata la contestazione.
Per essere operativa deve essere approvata dal Parlamento
CONTRATTI A T.D.
Disposta dal Governo la proroga
per quelli stipulati da alcune p.a.
Per preservare esperienza e professionalità acquisite dagli ex l.s.u.
on il decreto legge n.
136 del 28 maggio
2004 il Governo ha disposto la proroga fino al
31 dicembre 2004 dei
contratti di lavoro a tempo determinato stipulati
fra il Ministero del lavoro,
l’Inps, l’Inpdap e l’Inail ed
ex lavoratori socialmente
utili, al fine di preservarne esperienza e professionalità acquisite; alla medesima data è differito il termine di
scadenza di contratti stipulati a seguito di
offerta di formazione e lavoro per l’assunzio-
C
ne di giovani disoccupati.
Il provvedimento prevede
inoltre alcune misure per
garantire il funzionamento della Croce Rossa
Italiana, ratificando alcuni interventi organizzativi
del Commissario straordinario, amplia la platea
dei possibili destinatari
dei benefici fiscali previsti
per le Onlus, risolve alcune incertezze interpretative riguardanti il diritto di opzione per
il personale della Presidenza del Consiglio
dei Ministri.
bambini minori di 11
anni non potranno più
partecipare alle manifestazioni di protesta né
ad altre riunioni in luogo pubblico, e genitori e
organizzatori che non rispettano il divieto rischiano multe salate.
È quanto prevede la
proposta di legge n.
4647/2004 presentata
alla Camera dalla presi-
I
dente della Commissione per l’infanzia, Maria
Burani Procaccini.
Obiettivo del provvedimento è impedire “l’uso strumentale dei bambini” nelle manifestazioni politiche, attraverso
una modifica al Testo
Unico di Pubblica Sicurezza, che dovrebbe portare ad una multa dai
500 ai 2.000 euro per
quei partiti o sindacati
che organizzino manifestazioni con la partecipazione di bambini.
Stessa sanzione pecuniaria è prevista per il
genitore o per chi accompagni in qualsiasi
momento il bambino in
piazza e “si rifiuti di allontanarsi col minore
stesso nonostante l’invito rivoltogli dalle forze di
Polizia presenti”.
Escluse dal divieto le
manifestazioni religiose,
quelle sportivo-ricreative, quelle a carattere
esclusivamente educativo-culturale ed in genere tutte le manifestazioni che “tendono all’affermazione di valori accettati
universalmente,
quali il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali dei
principi consacrati nella
Carta della N.U. e dei
valori costituzionalmente garantiti”.
Anche questa, come
tutte le proposte di legge, dovrà essere esaminata e approvata (con
eventuali modifiche) dal
Parlamento prima di diventare operativa.
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MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004
6/INFORMAZIONI
ARAN
Si intensificano le trattative
su occupazione e mercato del lavoro
Incontro per l’avvio del fondo pensioni
dei comparti enti locali e sanità
Per la Confsal l’atto di indirizzo è di difficile applicazione
La Confsal: troppi ritardi, danneggiato il personale
roseguono all’Aran le
riunioni per l’armonizzazione del CCNQ con
la legge 276/03.
Nelle precedenti riunioni era stato convenuto che i lavori avrebbero
preso in esame i singoli
istituti interessati alle innovazioni legislative.
Nella riunione del 9
u.s., l’Aran ha rassegnato la prima scheda riguardante il lavoro interinale come previsto dal
CCNL ed il contratto di
somministrazione come
previsto, invece, dalla
legge 276/03.
Si tenga conto che la
legge Biagi non si applica al Pubblico Impiego,
se non limitatamente a
quegli istituti che trovano applicazione nella
P.A. e sono disciplinati
negli accordi sindacali
esistenti.
In sintesi si tratta dei
seguenti istituti:
- somministrazione a
tempo determinato (ex
lavoro interinale);
- part-time;
- collaborazione coordinata e continuativa e
lavoro a progetto;
- contratti di forma-
P
zione e contratti di inserimento;
- nuove flessibilità.
L’atto di indirizzo del
Governo all’Aran, si presenta di difficile applicazione, in quanto, come
sostenuto dalla delegazione Confsal presente al
tavolo, non è agevole
raggiungere un accordo
tenuto conto che alla
scadenza dei CCNL la
regolamentazione dei
rapporti di lavoro flessibile nel pubblico impiego, resterà di competenza della sola disciplina
della legge.
Tale conclusione è sicuramente riduttiva per
le parti sindacali, in
quanto di fatto esclude le
stesse da ogni partecipazione ai processi decisionali della P.A..
Tutti ciò nonostante
che la legge non sia applicabile nel settore pubblico.
Si tratta di passaggi
importanti che riguardano la vita dell’Amministrazione nella gestione
dei rapporti di lavoro, ma
nello stesso tempo il ruolo del sindacato che si
ROMA. SEDE ARAN
vedrà escluso da un’adeguata forma di partecipazione.
Occorrerà trovare una
soluzione di buon senso
che consenta, comunque, di determinare ambiti di intervento sia della contrattazione collettiva che dell’attuazione di
disposizioni legislative,
finalizzate sicuramente
alla tutela delle parti
contraenti.
Nella prossima riunione sarà rassegnata la
scheda relativa al parttime.
i è svolto il 22 giugno
u.s. un incontro presso
l’Aran per avviare la costituzione del fondo pensione
per i comparti degli enti locali e della sanità. È stata
esaminata e discussa una
bozza di ipotesi di accordo
basata sulla falsariga del
testo già adottato per l’avvio dell’unico fondo pensioni già attivato nel pubblico impiego: quello relativo al comparto scuola.
Trattandosi di una materia
per molti aspetti con soluzioni obbligate non vi sono
state particolari difficoltà
S
nel riconoscere il testo proposto come una buona base di partenza su cui è
possibile concludere un
accordo anche in tempi
brevi.
Sono emersi però alcuni punti nodali e, per certi
aspetti di fatto pregiudiziali, da risolvere che hanno indotto l’Aran a chiedere un aggiornamento.
È stato evidenziato che
i passaggi mancanti sono
resi più lenti temporalmente dalla molteplicità
dei soggetti istituzionali
coinvolti.
I punti in sospeso, che
hanno reso l’incontro interlocutorio, possono così
sintetizzarsi:
1) mancata pronuncia
del comitato di settore;
2) mancanza di risorse
per la quota di avvio/fondo di dotazione;
3) mancata disponibilità di risorse per incentivare le adesioni nella fase
di avvio;
4) mancato assenso di
adesione al fondo da parte dei segretari provinciali
e comunali e dei dirigenti
amministrativi, sanitari e
tecnico-professionali della
sanità.
La Confsal ha sottolineato come il fattore “tempo” sia un elemento decisivo per il positivo avvio del
fondo e come i ritardi accumulati stiano danneggiando oltre ogni misura il
personale.
È stato sottolineato anche che non si può ignorare il concreto rischio di
portare “fuori mercato” la
previdenza complementare
di questi comparti.
È stata data, inoltre, la
disponibilità a consentire
l’adesione al fondo di
quelli che vengono definiti
operatori di “settori affini”
quali, ad esempio, quelli
della sanità privata. È
stata sottolineata l’importanza del ruolo dell’Aran
in questa situazione in
cui vi sono interessi convergenti sia di parte sindacale che pubblica per
realizzare l’avvio della previdenza integrativa.
L’Aran,a conclusione
dei lavori, si è impegnata
a operare nei tempi più
rapidi possibili e si è riservata di convocare le parti
non appena vi siano le risposte almeno sulla maggioranza dei punti in discussione.
OCCUPAZIONE
ADEPP
Stabiliti i contributi per le imprese
che stipulano contratti di solidarietà
Quali contenuti per il terzo CCNL
Il beneficio viene corrisposto per un massimo di due anni
l Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali - Direzione generale degli Ammortizzatori sociali degli incentivi
all’occupazione - Divisione 1a,
il 25 maggio 2004, ha emanato la circolare n. 20 riguardante i contratti di solidarietà
di cui all’art. 5 decreto legge
n. 148/93, convertito con
modificazioni nella legge n.
236/1993.
Tale articolo prevede che
alle imprese che non rientrano nel campo di applicazione del trattamento di integrazione salariale e che
“al fine di evitare o ridurre
le eccedenze di personale, nel corso
della procedura di mobilità di cui
all’art. 24 della legge n. 223/1991,
stipulano contratti di solidarietà,
viene corrisposto, per un periodo
massimo di due anni, un contributo pari alla metà del monte ore retributivo da esse non dovuto a seguito della riduzione di orario.
Il predetto contributo viene erogato in rate trimestrali e ripartito
in parti uguali tra l’impresa e i lavoratori interessati.
Per questi ultimi il contributo
non ha natura di retribuzione ai fini degli istituti contrattuali e di
legge, ivi compresi gli obblighi contributivi previdenziali ed assisten-
I
MINISTERO DEL LAVORO
ziali.
Ai soli fini pensionistici si terrà
conto, per il periodo della riduzione,
dell’intera retribuzione di riferimento.
La circolare tratta in materia
anche i seguenti argomenti:
a) limiti temporali del contratto
di solidarietà;
b) imprese destinatarie;
c) lavoratori ai quali si applica il
regime di solidarietà;
d) procedure per l’erogazione del
contributo di solidarietà;
e) prestazioni eccedenti l’orario
di lavoro ridotto;
f) incompatibilità e assunzioni a
tempo determinato.
Gli effetti economici devono essere coerenti con i tassi d’inflazione programmata
a Confsal ha partecipato all’incontro promosso dall’Adepp, (Associazione degli Enti
Previdenziali Privati) presieduto
dall’Avv. Maurizio De Tilla, finalizzato alla stipula del terzo
CCNL dei dipendenti degli Enti
aderenti. Per quanto riguarda
la parte economica l’Adepp ha
confermato l’applicabilità dell’Accordo interconfederale del
luglio 1993 tra Governo e Parti
Sociali che prevede la durata
quadriennale del CCNL per la
materia normativa e biennale
per la materia retributiva. Per
l'Adepp gli effetti economici dei
CCNL devono essere coerenti
con i tassi d’inflazione programmata relativi al biennio di
validità della parte economica,
tenuto anche conto della comparazione tra inflazione programmata e quella effettiva intervenuta nel biennio precedente.
Per quanto concerne le relazioni sindacali, si sono discussi i seguenti temi: a) problematiche sull’applicazione
del contratto di secondo livello
nel caso di fusione di due o più
Enti (art. 2112 c.c.), b) sanzioni
e procedure disciplinari con
sospensione dal servizio e privazione della retribuzione superiore a 10 giorni così come
previsto dalla legge n. 300 del
L
1970; c) sospensione cautelare
in caso di procedimento penale; d) redazione del Regolamento per l’elezione del rappresentante per la sicurezza. L’Adepp
ha ricordato che la tematica
del sistema di classificazione
del personale è stata affrontata
in sede di stipula del primo
CCNL e ha subito importanti
modifiche con l’introduzione
nel secondo CCNL della figura
del Quadro e la previsione della declaratoria delle attività ausiliarie polivalenti. Ciò induce a
lasciare sostanzialmente inalterato l’impianto esistente.
L’Adepp ritiene prioritario
adeguare la parte economica
in tempi brevi, fermo restando
l’impegno delle parti di avviare,
entro 30 giorni dalla sottoscrizione del rinnovo, la trattativa
per l’adeguamento del contratto alla normativa di base.
In ogni caso l’Adepp si impegna ad inviare alle parti sociali entro il 5 luglio 2004 una
bozza di documento conclusivo di merito.
SOCIETÀ CULTURA LAVORO
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Italiana
no responsabili delle loro opinioni.
MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004
GIURISPRUDENZA/7
MOBBING
svago, laddove il danno
morale è un pati interiore
che prescinde da qualsiasi
ricaduta sull’agire umano”.
Nel caso preso in considerazione per la sentenza del Tribunale di Pinerolo, il lavoratore era stato
oggetto di mobbing, consistente in comportamenti
vessatori comportanti calo
di lavoro (fino alla totale
assenza), isolamento nei
rapporti umani e demansionamento (art. 2103
c.c.), poi culminati nel licenziamento del lavoratore stesso, quale ultimo atto della complessiva condotta di mobbing.
Risarcito il procurato danno
per illegittimo licenziamento
Lavoratore reintegrato, condannato il datore di lavoro
on la sentenza n. 119
del 2/4/2004 il Tribunale di Pinerolo ha accolto
il ricorso di un lavoratore
dipendente ingiustificatamente licenziato, dichiarando illegittimo il licenziamento, disponendo il reintegro dello stesso e con-
C
dannando il datore di lavoro anche al risarcimento
del danno non patrimoniale patito e patiendo sotto
forma di danno morale ed
esistenziale.
Secondo il giudice del
lavoro, “Il danno esistenziale ha la caratteristica di
abbracciare quelle compromissioni dell'esistenza
quotidiana che siano “naturalisticamente” accertabili e percepibili, traducendosi in modificazioni peggiorative del normale svolgimento della vita lavorativa, familiare, culturale, di
INADEMPIMENTO CONTRATTUALE
PUBBLICO IMPIEGO
Il datore di lavoro deve
motivare la scelta del personale
Sul mobbing decide il Tar
In caso di esclusione illegittima il lavoratore può chiedere i danni
graduatoria e
l datore di
SEDE CASSAZIONE - PARTICOLARE
senza che le
lavoro
ha
Ferrovie forl’obbligo di indicare chiaranissero alcuna
motivazione.
mente i criteri
La Suprema
di scelta del
Corte ha chiapersonale e di
rito che il rapmotivare adeporto tra diguatamente
pendente e daeventuali
tore di lavoro è
esclusioni di
un rapporto
lavoratori,
contrattuale, al
perché altrimenti può esquale si applisere chiamato
cano i doveri di
correttezza e di
a risarcire i
esatto adempidanni derivanmento della
ti dall’inademprestazione,
pimento concon la consetrattuale.
guenza che, in
Questo il
caso di illegittiprincipio stama esclusione
bilito dalla Sezione Lavoro della Corte di Cassazione di un lavoratore dalla selezione ed in
con decisione 4462/2004 che ha accolto mancanza di motivazione, l’imprenditoreil ricorso di un dipendente delle Ferrovie datore di lavoro può essere considerato
dello Stato che era stato escluso dall’a- inadempiente e condannato a risarcire i
vanzamento in carriera nonostante aves- danni causati al lavoratore dalla mancata
se conseguito il punteggio più alto in progressione in carriera.
I
Risolto il lungo contrasto: chiarita finalmente la giurisdizione
l dipendente pubblico che subisce il
"mobbing" può chiedere i danni al proprio datore di lavoro, e sulla domanda decide il giudice amministrativo.
Le Sezioni Unite Civili della Corte di
Cassazione, con sentenza 8438/2004,
hanno definitivamente chiarito a chi spetta la giurisdizione sui rapporti di pubblico
impiego, risolvendo un lungo contrasto
I
giurisprudenziale in materia.
La Suprema Corte ha però precisato
che il lavoratore danneggiato dal mobbing
può rivolgersi al Tar solo se il proprio rapporto di lavoro sia sorto antecedentemente
al 30 giugno 1998, e ferma restando la
competenza del giudice civile per le cause
di risarcimento dei danni che non derivino
direttamente dal contratto di lavoro.
PENSIONI
Non pignorabile il trattamento minimo
Il Tribunale di Teramo conferma quanto stabilito dalla Corte Costituzionale
l Tribunale di Teramo,
con ordinanza del 19
marzo 2004 ha stabilito
che “In mancanza di apposita disposizione legislativa
la parte assolutamente impignorabile della pensione
va individuata nell’ammontare del cosiddetto
trattamento minimo mensile o pensione sociale”.
L'ordinanza accoglie in
pieno il filone delle decisioni inerenti l’assoluta impi-
I
gnorabilità della pensione
per l’ammontare del trattamento minimo mensile o
pensione sociale nel solco
di quanto stabilito dalla recente decisione della Corte
Costituzionale. Di certo tale soluzione, che limita
enormemente le possibilità
del creditore di un fruttuoso recupero del credito, dimostra l'assoluta necessità
di un intervento legislativo
in materia.
ORGANISMI PUBBLICI
In preparazione un regolamento per individuare
le strutture ritenute indispensabili dai ministeri
Il varo del testo definitivo terrà conto delle indicazioni puntualmente prospettate dal sindacato
a Confsal ha partecipato, presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri - Dipartimento Funzione Pubblica - ad un incontro
riguardante la preparazione di un
regolamento con l’individuazione
degli enti, organismi e agenzie ritenuti indispensabili dai vari Ministeri ai sensi dell'art. 28, comma 1, della legge n. 448 del 28 dicembre 2001 (Finanziaria 2002).
Tale articolo (capo III - Patto di
stabilità interno per gli enti pubblici - trasformazione e soppressione di enti pubblici) prevede che:
1) “al fine di conseguire gli
obiettivi di stabilità e crescita, di
ridurre il complesso della spesa
di funzionamento delle amministrazioni pubbliche, di incrementarne l’efficienza e di miglio-
L
rare la qualità dei servizi, con quali non siano affidati compiti
uno o più regolamenti, da ema- di garanzia di diritti di rilevanza
nare ai sensi dell’articolo 17, costituzionale, finanziati direttacomma 2, della legge 23 agosto mente o indirettamente a carico
1988, n. 400, entro sei mesi dal- del bilancio dello Stato o di altri
la data di entrata in vigore della enti pubblici, disponendone la
presente legge, il Governo, su trasformazione in società per
proposta dei
azioni o in fonMinistri dell’edazioni di diritPALAZZO VIDONI
conomia e delle
to privato, la
finanze e per la
fusione o l’acfunzione pubcorpamento
blica, di concon enti od orcerto con il Miganismi che
nistro interessvolgono attisato, individua
vità analoghe o
gli enti pubblicomplementaci, le amminiri, ovvero la
strazioni,
le
soppressione e
agenzie e gli almessa in liquitri organismi ai
dazione, senti-
te le organizzazioni sindacali per
quanto riguarda i riflessi sulla
destinazione del personale.
2) Dalle trasformazioni o soppressioni di cui al comma 1 sono esclusi gli enti, gli istituti, le
agenzie e gli altri organismi pubblici che:
a) gestiscono a livello di primario interesse nazionale la previdenza sociale;
b) sono essenziali per le esigenze della difesa o la cui natura pubblica è garanzia per la sicurezza;
c) svolgono funzioni di prevenzione e vigilanza per la salute
pubblica”.
Nella prossima riunione, prevista entro il corrente mese, si procederà al varo del testo definitivo
del regolamento in questione.
Nel caso esaminato dal
Tribunale di Teramo va
osservato che il debitore,
che aveva subito in via
cautelare l’accantonamento del quinto del totale del trattamento pensionistico, al solo fine di alleggerire la propria posizione debitoria, ha consentito, comparendo personalmente, ad assegnare
al creditore le somme già
accantonate.
DANNO BIOLOGICO
Aggiornati
importi
per risarcimento
on decreto del Ministero delle attività produttive del
3/6/2004 pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale del 10/6/2004 sono
stati aggiornati gli importi relativi ai punti
di invalidità ai fini del
calcolo del danno biologico di lieve entità
ex legge 5/9/2001, n.
57, nelle seguenti misure: euro 663,50 per
quanto riguarda l’importo relativo al valore del primo punto di
invalidità; euro 38,71
per quanto riguarda
l’importo relativo ad
ogni giorno di inabilità assoluta.
C
MARTEDÌ 6 LUGLIO 2004
8/DALLE FEDERAZIONI
dalle
l Congresso Nazionale del Sindacato Italiano Autonomo Difesa (UNSA/SIAD)
riunito in Taranto il 5 giugno 2004, udita
la relazione della Segreteria Nazionale,
l’approva:
Esprime un particolare apprezzamento alla Segreteria Nazionale uscente per il lavoro fin qui svolto che ha determinato, nel breve periodo di tre anni, un aumento consistente di adesioni
al Sindacato, a conferma di una crescente e ragionata scelta dei lavoratori
per una forma di rappresentanza sindacale libera da qualsiasi condizionamento politico, fondata esclusivamente
sulla tutela effettiva dei diritti non scevra da una presa di coscienza dei propri doveri.
Un ulteriore doveroso ringraziamento il Congresso esprime a coloro che, a
tutti i livelli di rappresentanza periferica, hanno contribuito, con il loro impegno costante e disinteressato, a far crescere la nostra organizzazione sino a
renderla, in qualche caso, la prima tra
le Organizzazioni sindacali del Ministero della Difesa.
Sul piano rivendicativo, il Congresso
Nazionale impegna la Segreteria Nazionale a:
- perseguire, in via prioritaria, il
conseguimento della “atipicità” delle
funzioni del personale civile, oltre ad
una più ampia perequazione funzionale tra tutte le categorie operanti nel Dicastero; ritiene il conseguimento di un
tale obiettivo fondamentale ed unico
per il raggiungimento di una reale svolta che possa rendere finalmente giustizia nei confronti del personale civile;
- realizzare un “Ordinamento Professionale” rispondente alle reali esigenze del personale civile, nella salvaguardia delle esigenze funzionali del-
I
FAST
IL SADA RESPINGE
IL PROGETTO AZIENDALE
E SI PREPARA ALLO
SCIOPERO GENERALE
2° CONGRESSO
NAZIONALE SIAD:
LA MOZIONE
CONCLUSIVA
l’Amministrazione Difesa;
- conseguire nuovi
organici, sia
numerici
che professionali, che
soddisfino le
Il 5 giugno u.s. in Taranto, con la partecipazione dei delegati delle province, si è celebrato il 2°
Congresso Nazionale del Siad-Unsa-Confsal.
Il Congresso è stato introdotto da un’ampia relazione della Segreteria nazionale. Successivamente si è sviluppato un ampio dibattito.
I lavori si sono chiusi con l’approvazione all’unanimità della mozione conclusiva che pubblichiamo e con l’elezione dei nuovi organi statutari.
l giorno 16 u.s. si è svolto un incontro tra le organizzazioni sindacali del
comparto e l’Anas su societarizzazioni e
sul nuovo modello organizzativo dei vari compartimenti. Il Sada-Fast-Confsal,
nel corso della riunione, con un articolato documento ha respinto il progetto
dell’Azienda.
Le osservazioni in via prioritaria riguardano:
a) l’assenza della relativa pianta
organica;
b) l’abolizione della figura professio-
I
nale del cantoniere;
c) l’affidamento a terzi di tutta la
manutenzione;
d) l’accentramento dell’intero settore legale, limitando di fatto l’attività
periferica.
Il Sada-Fast-Confsal ha richiesto un
ulteriore incontro per meglio approfondire le tematiche del progetto predisposto dall’Azienda, in assenza del quale
adotterà tutte le iniziative possibili atte a
contrastare la realizzazione di un simile
disegno, compreso lo sciopero generale.
dalle Regioni
l giorno 16 giugno u.s. presso la
Direzione Regionale del Lazio delle
Politiche del Lavoro e della Formazione si è tenuto un incontro tra il Direttore generale, Dott. Franco Schina, il Segretario regionale della Confsal-Lazio, Luciano Isceri e Gino Vespa della Segreteria regionale dello
Snals-Confsal.
L’incontro è servito per fare il
punto delle relazioni sindacali tra la
Direzione regionale, la Confsal e lo
Snals-Confsal del Lazio.
Il Segretario regionale ha tenuto a
sottolineare che, grazie al protocollo
d’intesa per le relazioni sindacali che
la Confsal ha sottoscritto con la Presidenza della Giunta regionale, la
Confederazione ha acquisito piena titolarità su ben 19 tavoli di concertazione regionale ai quali partecipa con
un qualificato gruppo di lavoro.
È stato espresso il rammarico ed
una decisa e ferma presa di posizio-
I
dife ed anche extra Civilscuoladife anche per consentire un arricchimento
professionale del personale, indispensabile per una progressione di carriera;
- perseguire,come attuato da altre
Amministrazione dello Stato, una progressione in carriera che dia un chiaro riconoscimento all’impegno attuato
dal personale nell’assumere incarichi
superiori alla qualifica professionale
di appartenenza,
- proseguire nell’impegno, sin qui
attuato, a garanzia dell’impiego del
personale e della produttività degli
Enti e Stabilimenti confluiti nell’Agenzia Industrie Difesa, garantendo, in
ogni caso, il reimpiego del personale
in esubero;
- reclamare e pretendere di occupare un ruolo effettivo ed ottenere il riconoscimento di appartenenza al “servizio Difesa” con l’integrazione reale
rispetto all’attività di istituto svolta
dalle Forze Armate, rivendicando, soprattutto, la pari dignità dei ruoli;
- realizzare in misura sempre maggiore il raggiungimento di un flusso
informativo e di contatto tra la Segreteria Nazionale e la base sindacale;
- perseguire gli obiettivi sindacali
prefissati, operando sempre più nella
specificazione del Contratto Integrativo di categoria, unico strumento ritenuto, allo stato attuale, idoneo.
UNSA
LAZIO
L’IMPEGNO DELLA
SEGRETERIA CONFSAL
AI TAVOLI
DI CONTRATTAZIONE
ne su alcuni recenti passaggi che
hanno visto l’esclusione della Confsal dal tavolo per la formazione e,
più specificatamente, sui progetti dei
fondi comunitari. Il Direttore generale nel riconoscere che qualcosa non
ha funzionato nell’ambito della propria Direzione ha garantito un immediato ripristino delle relazioni sindacali sia con la Confsal che con lo
Snals-Confsal e ha anche ribadito la
volontà dell’Amministrazione regionale di emendare, entro dicembre
2004, la legge regionale n. 38 garantendo alla Confederazione quel ruolo
istituzionale che merita anche in
conseguenza del lavoro proficuo di
rapporti e di collaborazione instaurati negli ultimi due anni.
La delegazione ha preso atto con
viva soddisfazione degli impegni assunti dal Dott. Schina ed ha chiesto
l’immediata riapertura del confronto
sul sistema formativo regionale.
aspettative
di riqualificazione del
personale civile;
- incrementare e
potenziare i
corsi presso
Civilscuola-
Il Congresso Nazionale concludendo, formula voti augurali perché il
Sindacato possa acquisire sempre
maggiore consenso tra il personale civile del Ministero della Difesa, tale da
rappresentare un costante punto di
confronto e riferimento per tutti coloro
che credono in un sindacalismo libero, democratico ed autonomo.
SNALS
IL COMITATO CENTRALE
SUL RINNOVO
DEL BIENNIO
ECONOMICO 2004-2005
l Comitato Centrale
dello Snals-Confsal
nella riunione del 16 giugno u.s., ha proceduto
all’analisi di alcune tematiche di rilievo riguardanti il personale scolastico. Con riferimento al
rinnovo del biennio
2004-2005, il Comitato
Centrale in sintonia con
le posizioni e l’operato
della Confsal circa il rinnovo dei contratti del
pubblico impiego, ha rivendicato la necessità di
recuperare la perdita del
potere d’acquisto delle
retribuzioni, appesantita
tra l’altro anche dall’effetto euro, quantificabile
intorno al 9,5%, nonché
lo stanziamento di risorse per gli incrementi dell’
“accessorio”.
Per il comparto scuola
ha ritenuto essenziale
anche la certificazione
delle economie di bilan-
I
cio, in modo da poterle
destinare all’incremento
della massa salariale disponibile per il contratto.
Contestualmente dovranno essere portate rapidamente a conclusione
le trattative per i rinnovi
contrattuali dei comparti
dei dirigenti scolastici,
dell’Afam e dell’università.
Il Comitato Centrale
ha impegnato, altresì, la
Segreteria generale, a
continuare ad operare,
in raccordo con la Confsal, per l’inserimento nel
Dpef e nella successiva
legge finanziaria 2005
delle risorse indispensabili per realizzare un rinnovo contrattuale che
soddisfi le legittime
aspettative del personale
e consenta un allineamento sostanziale delle
retribuzioni alla media
europea.
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