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Turismo Religioso Aquileia Ecclesia Mater Al tempo

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Turismo Religioso Aquileia Ecclesia Mater Al tempo
COME E DOVE
Aquileia
Ecclesia
Mater
Fede, cultura e tradizione in Friuli Venezia Giulia
TURISMO RELIGIOSO
Il pieno sviluppo della chiesa aquileiese si ebbe tra la seconda metà del III ed il pieno IV secolo.
Con le sue 57 diocesi la provincia metropolitica di Aquileia fu la più grande di tutto il Medioevo europeo,
seconda per dignità alla sola Roma, unica forse nell’unione di popoli di lingua ed etnia diverse.
Villabassa di Fusine
Fusine in Valromana
Dalla Chiesa madre di Aquileia, la grande città portuale in
rapporti privilegiati con Alessandria d’Egitto (di qui il sottile filo d’oro della leggenda di San Marco), partirono nel III
secolo gli annunciatori del Vangelo alle popolazioni della
Decima Regio Venetia et Histria e dei confinanti territori
d’oltralpe. Teodoro fu vescovo tra il 308 ed il 319 e per primo
sedette sulla cattedra episcopale di Aquileia dopo l’editto di
Costantino del 313, con cui si concedeva libertà di culto al
cristianesimo. Fonti antiche riportano i nomi dei martiri della città, che sembra possano essere stati i quattro vescovi
che precedettero Teodoro assieme ai loro diaconi. A questi
se ne accompagnano altri, come Ilario e Taziano, Canzio,
Canziano e Canzianilla, Proto, Ermagora e Fortunato, Crisogono, Felice e Fortunato, la cui venerazione si diffuse nell’intera Italia Settentrionale. La tradizione vuole che il primo
Sauris di Sotto
Invillino
Caneva
di Tolmezzo
vescovo di Aquileia, Ermagora, sia stato scelto direttamente
da San Marco, invitato ad andare ad Aquileia da San Pietro
per la sua opera di evangelizzazione. La supremazia della
Chiesa di Aquileia si concretizzò con l’assunzione del titolo
di Patriarca da parte dei vescovi della città e con la costruzione, da parte del vescovo Teodoro, della Basilica, centro
di culto episcopale destinato alle celebrazioni liturgiche ed
alla formazione dei catecumeni. La Basilica Patriarcale di
Aquileia è il più antico edificio di culto cristiano nell’Italia
nord-orientale e, di conseguenza, servì come modello per
altre chiese, anche al di fuori dei confini nazionali. Un altro
complesso paleocristiano di Aquileia è la Basilica di Monastero, la cui origine è datata tra la fine del IV e gli inizi del
V secolo. Il Museo paleocristiano completa la visita ai siti
paleocristiani di Aquileia.
Vedronza
Montegnacco
Regione Friuli Venezia Giulia
Aquileia Ecclesia Mater
AUSTRIA
AUSTRIA
Arta Terme
L’itinerario prosegue toccando altre località direttamente legate all’evoluzione della storia della Chiesa di Aquileia.
Nel 569, all’arrivo dei Longobardi, Grado (dove i primi luoghi
di culto cristiano erano sorti alla fine del IV secolo) offrì rifugio al vescovo Paolino, che vi trasportò il tesoro della Chiesa
di Aquileia. Attorno al 606, quando il patriarcato si spezzò in
due in conseguenza dei gravi sconvolgimenti politici e religiosi, un patriarca, sostenuto dai Bizantini, si stabilì a Grado. Da questo momento i patriarchi rimasero due: il ruolo
di Grado sarà più tardi assunto da Venezia, mentre Aquileia,
con Cividale, avrà influenza sui territori continentali.
I luoghi di culto attualmente visitabili sono: il Duomo o Basilica di Sant’Eufemia, il Battistero ottogonale e la Basilica di
Santa Maria delle Grazie.
La storia di San Canzian d’Isonzo è incentrata attorno alle
figure dei tre fratelli martiri Canzio Canziano e Canzianilla,
che in questa località vennero decapitati nel 303, assieme a
Proto, loro maestro.
Il sito delle loro tombe si trova all’esterno della chiesa parrocchiale, edificata sopra una precedente basilica paleocristiana. A poca distanza dalla parrocchiale, lungo la via Gemina, sorge la Cappella di San Proto, con i corpi di San Proto
e San Crisogono. All’interno della Chiesa di San Giovanni in
Tuba, presso le sorgenti del Timavo, poste anch’essa lungo
una via di collegamento tra Aquileia e Trieste, sono visibili i
resti di una basilica paleocristiana del V secolo, che sembra
sia stata edificata sopra i resti di un sacello rettangolare più
Tarvisio
A23
Tolmezzo
Gemona
del Friuli
Piancavallo
San Daniele
del Friuli
SLOVENIA
Europa
Cividale
del Friuli
Regione
Friuli Venezia Giulia
UDINE
SLOVENIA
Italia
PORDENONE
Palmanova GORIZIA
A28
A4
TREVISO
Aeroporto FVG
Ronchi dei Legionari
A4
Aquileia
VENEZIA
Lignano
Sabbiadoro
Grado
TRIESTE
SLOVENIA
COME ARRIVARE
In automobile
Autostrade
A4 Torino - Trieste
A23 Palmanova - Udine - Tarvisio
A28 Portogruaro - Conegliano
In aereo
Aeroporto Regionale Trieste
40 km da Trieste e Udine
15 km da Gorizia
80 km da Pordenone
www.aeroporto.fvg.it
In treno
www.trenitalia.it
Call Center 89.20.21
Progettazione e realizzazione: Five Zone Udine _ Cartografia: AIPEM Udine _ Stampa: Grafiche Risma - Pordenone _ Edizione in lingua italiana stampata nel mese di maggio 2011
Testi a cura dell’Agenzia TurismoFVG _ Fotografie: Archivio Turismo FVG, C. Beltrame, N. Brollo, Bumbaca, G. Crozzoli, B. Deotto, Ecoplane, F. Gallina, Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo,
U. da Pozzo, A. Savella, M. Verin.
L’antica Iulia Concordia divenne sede vescovile fin dal IV secolo (fu Cromazio di Aquileia che consacrò il protovescovo,
forse di nome Lorenzo) e restò aggregata al Patriarcato di
Aquileia anche dopo il trasferimento di questo a Grado.
Del complesso cristiano, presso l’attuale parrocchiale, sono
attestate varie fasi costruttive a partire dal IV secolo, quando
venne realizzata la Basilica Apostolorum, per dare solenne
accoglienza alle venerabili reliquie giunte dall’Oriente degli apostoli Andrea e Tommaso, di Giovanni Battista e degli
evangelisti Luca e Giovanni.
LEGENDA ICONE UTILIZZATE IN MAPPA
CATTEDRALI
INFORMAZIONI TURISTICHE
antico, interpretato come una struttura cristiana connessa
al culto del Battista.
Tra le tracce di arte paleocristiana visibili a Trieste, dove si
diffuse ben presto il cristianesimo irradiato da Aquileia, oltre
a quelle presenti nella Cattedrale di San Giusto (coi resti dei
mosaici paleocristiani della primitiva basilica), si possono
annoverare anche le reliquie esistenti nella Basilica della
Madonna del Mare.
La Basilica Paleocristiana di via Madonna del Mare è una
basilica martiriale suburbana, a navata unica, con pavimenti
musivi di fine IV-inizi V e VI secolo, legata anch’essa al culto
delle reliquie. Difficile riconoscere le reliquie che vi venivano
venerate, forse assegnabili agli Apostoli o ad altri Santi, o
forse al martire Giusto, patrono della città, il cui corpo fu
trovato sul vicino lido marino. Viene nominata la Santa Ecclesia Tergestina.
Monte
Grisa
SANTUARI
AGENZIA TURISMOFVG
Villa Chiozza - Via Carso, 3
I - 33052 Cervignano del Friuli (UD)
tel +39 0431 387111 / fax +39 0431 387199
mail: [email protected]
Basovizza
MONASTERI E ABBAZIE
MUSEI ECCLESIASTICI
Il pass per scoprire il
CAMMINO DELLE PIEVI
LUOGHI DELLA PREGHIERA PER I CADUTI
Turismo Religioso
Vestigia della
Cristianità
Tardoantica
e Medioevale
Fede, cultura e tradizione in Friuli Venezia Giulia
Una terra, il Friuli Venezia Giulia, in cui la fede ha radici antichissime: è apostolica l’origine
della Chiesa madre di Aquileia, come vuole il racconto che sia stato san Marco, inviato da san
Pietro, a consacrare il suo primo vescovo Ermagora. L’eccezionalità di questa matrice si è
riverberata ininterrottamente nel corso dei secoli, alimentando d’un continuo l’ispirazione
dell’ingegno umano in tutte le sue manifestazioni culturali, artistiche, architettoniche, religiose e
devozionali. Una ricchezza di spirito e di apertura che ha permeato questa terra, consentendole
un atteggiamento di accoglienza e dialogo inclusivo verso i popoli e le diverse culture che vi
si sono affacciate, incrociandosi in senso virtuoso. Di questa storia ed esperienza parlano le
innumerevoli vestigia che punteggiano il territorio, rendendolo un unicum inconfondibile.
Qui si trova il più antico edificio di culto cristiano nell’Italia Nord-Orientale: la Basilica Patriarcale
di Aquileia, modello per altre chiese in tutta la Regione da Grado a Trieste, da Zuglio a Cormons.
Era il 569 quando arrivarono i Longobardi, lasciando tracce di assoluto valore a Cividale del
Friuli e a Sesto al Reghena. Dalla montagna alla collina e fino alla pianura, vestigia della
cristianità tardo antica e medioevale. E poi monasteri ed abbazie da Moggio a Rosazzo da
Santa Maria in Sylvis a S. Cipriano a Trieste: un anello di spiritualità al quale si riannoda lo
straordinario cammino delle Pievi montane. Splendide le cattedrali dei capoluoghi, mentre i
santuari impreziosiscono ogni angolo. Scrigni d’arte e di fede i numerosi musei ecclesiastici, con
il Palazzo Patriarcale di Udine affrescato dal Tiepolo. Vivissime le tradizioni che richiamano il
calendario liturgico, tra presepi, rievocazioni e rappresentazioni religiose: dal bacio delle Croci a
Zuglio al Perdon di Barbana, dalla Messa del Tallero a quella dello Spadone.
Di convivenza e rispetto tra le diverse fedi parlano i luoghi di culto serbo-ortodossi e grecoortodossi, cristiano evangelici ed ebraici. Teatro in cui si sono consumati i più grandi conflitti
della storia, la regione ha da sempre ricordato i caduti nella preghiera.
Ne sono testimonianza gli ossari e i sacrari.
Per quanti desiderassero trascorrere in Friuli Venezia Giulia un periodo dedicato ad esercizi
e ritiri spirituali, vi sono infine case religiose e luoghi diffusi in tutta la regione cui riferirsi.
Buon viaggio lungo gli itinerari religiosi del Friuli Venezia Giulia.
Santuario Monte Santo di Lussari Basilica di Aquileia
Santuario Madonna di Barbana
Al tempo
dei Longobardi
Il Friuli Venezia Giulia offre al visitatore un percorso alla scoperta dei Longobardi, popolo legato alle
vicende della penisola a partire dal VI secolo d.C. e protagonista di un periodo per molti aspetti ancora
misterioso: l’Alto Medioevo.
In un itinerario che permette di ripercorrere le vicende della
civiltà longobarda, nota anche per la raffinatissima produzione di oreficeria, si analizzeranno le trasformazioni delle
forme di vita e dell’arte nel corso del processo di cristianizzazione e di assimilazione alle popolazioni preesistenti.
Visitando le collezioni archeologiche, ci si potrà immerge-
Museo Archeologico Nazionale
Cividale del Friuli (Ud)
Il museo fu fondato nel 1817 dal Conte
Michele della Torre Valsassina (17571844). Ha sede nel Palazzo dei Provveditori Veneti (XVI secolo - Palladio).
Sono esposti reperti di epoca romana,
paleocristiana, altomedioevale, romanica e gotica. Al piano terra sono collocate
la sezione lapidaria, quella epigrafica e
quella musiva, nonché interessanti sculture di età altomedioevale. Il primo piano
è dedicato ai Longobardi, con importantissime testimonianze di questa civiltà
(oreficerie, corredi funerari) e altro materiale rinvenuto nel cividalese.
Eccezionali testimonianze dell’arte
longobarda sono, inoltre, visibili nel
Tempietto Longobardo, una delle più
straordinarie e misteriose architetture
alto-medievali occidentali e nel prezioso
Museo Cristiano del Duomo.
Vestigia della Cristianità Tardoantica e Medioevale
re in una dimensione lontana nel tempo alla scoperta delle
vicende, degli usi, della ritualità di questo popolo nomade,
proveniente dall’Europa Centro-Settentrionale, che proprio
in questa regione ed in particolare a Cividale del Friuli - l’antica Forum Iulii, sede del primo ducato Longobardo d’Italia –
ha lasciato alcune delle sue testimonianze più interessanti.
Informazioni
sul Museo Archeologico Nazionale:
piazza del Duomo, 13
Cividale del Friuli
tel +39 0432 700700
Museo Abbazia Benedettina
Santa Maria in Sylvis
Sesto al Reghena (Pn)
Il museo comprende frammenti architettonici di varie epoche provenienti
dall’antica Abbazia Benedettina e dalle
zone circostanti.
E’ allestito nell’atrio dell’Abbazia, risalente alla prima metà dell’VIII secolo
d.C. e decorata al suo interno da uno
splendido ciclo di affreschi di ascendenza giottesca.
Informazioni:
piazza Castello, 3 - Sesto al Reghena
tel +39 0434 699014
Anche la Basilica di S. Maria Assunta a Muggia, gioiello di
architettura romanica, una delle più antiche pievi della diocesi, ricalca la collocazione medioevale e paleocristiana.
Il Duomo di Santa Maria Assunta di Gemona, è un gioiello
d’arte romanico-gotica, che oggi si può ancora godere grazie
all’opera di ricostruzione dopo i danni del terremoto del 1976.
Gianbattista Tiepolo, uno dei più grandi pittori del Settecento europeo, ha lasciato magnifici affreschi
a Udine nel Palazzo Patriarcale e nell’Oratorio della Purità.
Le correnti evangelizzatrici partirono da Aquileia almeno dalla prima metà del IV secolo, muovendosi
lungo la rete viaria antica; Zuglio (Iulium Carnicum), posta su una delle vie per il Norico, dovette
essere una delle prime mete dei missionari aquileiesi.
A sud della città antica, divenuta in seguito sede episcopale, sono affiorati, infatti, i resti di due basiliche paleocristiane affiancate, l’una del IV e l’altra degli inizi del V secolo.
Appare sempre più chiaramente che questo processo si
concretizzò con la creazione di una rete di complessi culturali di riferimento per la popolazione cristiana delle diverse
vallate, in particolare con la fondazione di chiese battesimali, dalle quali si svilupperanno le future pievi medioevali
dislocate in altura, come è attestato, oltre che a Zuglio, anche ad Invillino, Ovaro ed Illegio.
Ad Illegio, sotto la Chiesa di San Paolo Vecchia, tra la fine
del IV ed il V secolo, si sono succeduti due edifici rettangolari legati al culto cristiano e, molto probabilmente, al
battesimo. Basiliche paleocristiane edificate su modello
aquileiese sono visibili sul Colle Zuca di Invillino (fine IV-
inizi V secolo) ed a San Martino di Ovaro (metà del V secolo,
con edificio battesimale antistante).
In età medioevale queste antiche chiese sono state spostate in altura, dove le ammiriamo ai giorni nostri: San Pietro
a Zuglio, San Floriano ad Illegio, Santa Maria Maddalena
ad Invillino, Santa Maria di Gorto ad Ovaro.
E’ nella fascia collinare del Friuli che si riscontra, invece,
una maggiore continuità delle chiese battesimali.
Un esempio è San Martino a Rive d’Arcano, anch’essa oggetto di scavi in questi ultimi anni. Ricordata come pieve a
partire dal XIII secolo, è stata ampliata a partire dai secoli
VIII e IX sopra un edificio paleocristiano di forma rettangolare, dotato di una sepoltura privilegiata ed ha sempre
svolto una funzione importante per la popolazione circostante.
Il cielo
secondo
il Tiepolo
Nel Friuli collinare, a San Daniele del Friuli, il Duomo di San
Michele Arcangelo sorge nell’area occupata dalla chiesa
precedente, probabilmente di epoca longobarda, che contiene pregevoli opere secentesche e settecentesche.
La chiesa paleocristiana e carolingia, con sepoltura privilegiata come quella di Rive d’Arcano, era situata sulla cima
del colle, dove sorge la chiesa matrice (pieve) di San Daniele
in Castello.
Merita una visita anche la Chiesa di Sant’Antonio Abate, di
linee gotiche veneziane, chiamata la “Piccola Sistina del
Friuli” per l’importante ciclo di affreschi rinascimentali.
Il Duomo di Sant’Andrea di Venzone, consacrato nel 1338
dal patriarca Bertrando, anch’esso distrutto dal terremoto,
è stato ricostruito per anastilosi: assieme al Duomo di Gemona è considerato una delle più insigni chiese medioevali
del Friuli. Gli scavi archeologici collegati alla ricostruzione
hanno permesso di verificare, sotto l’attuale, l’esistenza di
un antico edificio di culto ad aula rettangolare databile al
VI secolo e tracce di una chiesa carolingia-ottoniana. Nella
diocesi di Concordia-Pordenone vanno menzionati: il Duomo
di Sant’Andrea a Portogruaro, il Duomo dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia a San Vito al Tagliamento, con dipinti di
Pomponio Amalteo e altari settecenteschi, il Duomo di Santa Maria Maggiore nel Borgo Vecchio di Spilimbergo, considerato uno dei migliori esempi di architettura romanicogotica del Friuli, ricco di opere d’arte di pregio.
Colori, atmosfere, prospettive fanno di questi dipinti degli
autentici capolavori. Arrivò da Venezia nel 1726 su invito del
Patriarca Dionisio Delfino per abbellire la nuova residenza
patriarcale. La sua prima opera è l’affresco del soffitto dello scalone d’onore del Palazzo Patriarcale raffigurante San
Michele che caccia dal Paradiso gli angeli ribelli, che fa del
Tiepolo l’artista più richiesto in città. Il suo momento più alto
viene raggiunto negli affreschi della Galleria degli Ospiti
del Palazzo Patriarcale, dove raffigura la Storia di Abramo,
Isacco e Giacobbe: autentici capolavori creati con luci calde,
composizioni elaborate e straordinaria capacità di creare
prospettive. Degno di nota è anche il Giudizio di Salomone,
circondato dalle figure dei profeti Isaia, Geremia, Daniele
ed Ezechiele, dipinto sul soffitto della sala del Tribunale del
Palazzo Patriarcale. All’interno del Duomo troviamo la cappella del SS. Sacramento e le pale d’altare con la SS. Trinità
e quella raffigurante i santi protettori di Udine: Ermacora e
Fortunato. Tornerà a Udine insieme al figlio, per dipingere
dei ritratti di patriarchi del passato all’interno della sala del
Trono nel Palazzo Patriarcale. Opera importante è il grande
affresco dell’Assunta sulla volta dell’Oratorio della Purità,
piccola ed elegante chiesa costruita accanto al Duomo. Di
Giambattista è anche l’Immacolata sopra l’altare. Del figlio
sono, invece, gli affreschi monocromi delle pareti, che raffigurano episodi dell’Antico e Nuovo Testamento.
Abbazie e Monasteri
I principali Santuari del Friuli Venezia Giulia
I Santuari
Le Cattedrali
La cattedrale, ospita la “cattedra” del vescovo, rappresenta la chiesa cristiana più importante di una
diocesi e costituisce il centro liturgico e spirituale.
Cattedrale di San Giusto
Trieste
La Cattedrale di San Giusto a Trieste è
nata nel XIV secolo dalla fusione di due
basiliche già erette tra il IX e l’XI secolo su
un’area cultuale di epoca paleocristiana.
E’ esternamente impreziosita da un rosone gotico in pietra bianca; internamente
appare come una basilica a cinque navate
ricca di opere d’arte. Di notevole effetto i
mosaici dell’abside e delle pareti.
terali. Sulla facciata spicca l’elegante
portale scolpito nel 1511 da Antonio Pilacorte e le 4 semicolonne del progetto
di Francesco Lazzari interrotto nel 1840.
L’interno serba manufatti di pregio della
sua storia secolare, sculture lapidee e lignee, affreschi a partire dal ‘300, dipinti
cinquecenteschi del Pordenone, Amalteo, Calderai e Fagiolino. Il campanile riporta al gusto decorativo romano-gotico
con eleganti trifore e gli archetti in cotto.
Duomo di Gorizia
dedicato ai Santi Ilario e Taziano
Il Duomo di Gorizia, dedicato ai SS. Patroni Ilario e Taziano, è a tre navate in
stile gotico e ospita la pietra tombale
dell’ultimo Conte di Gorizia. Interessanti l’altare maggiore, gli altari laterali e il pulpito di inizio ‘700. La Pala è
opera di Tomiz, ritrattista ottocentesco
della borghesia goriziana e triestina.
Duomo di Udine
dedicato a Santa Maria Annunziata
Il Duomo di Udine è un imponente edificio
a croce latina con tre navate e cappelle laterali la cui parte più antica risale al 1335.
Ha la facciata modulata su schemi gotici
di transizione, il portale maggiore sovrastato da una lunetta di scuola nordica del
‘300 con bassorilievi e quello laterale in
stile gotico tedesco. L’interno di stile barocco è monumentale e racchiude opere
di Tiepolo, Amalteo, Dorigny. Dal Presbiterio si accede al Museo del Duomo. Di
grande interesse la cappella di S.Nicolò,
affrescata da Vitale da Bologna. Nel Battistero è contenuta l’arca dei SS. Ermacora e Fortunato, esempio della scultura
friulana del medioevo, nella quale fu sepolto il Patriarca Beato Bertrando.
Duomo di Pordenone
dedicato a San Marco, concattedrale
della Diocesi di Concordia-Pordenone.
Degno di visita è il Duomo di San Marco
a Pordenone, eretto a partire dal XIII secolo. Nel ‘400 fu ampliato con la grande
abside poligonale finestrata tra le due
minori e, dal 1593, con le 6 cappelle la-
Duomo di Cormòns
dedicato a S. Adalberto
Cormòns fu per oltre un secolo sede
dei Patriarchi di Aquileia. Il Duomo di
Cormòns, dedicato a Sant’Adalberto, fu
edificato alla metà del Settecento nel
luogo della chiesa precedente andata
distrutta. La facciata si innalza in cima
ad una scenografica gradinata ed entro tre nicchie allineate sono poste le
statue della Madonna della Cintura, di
S. Adalberto e di S. Filippo Neri. L’altare maggiore è tardo barocco, mentre
all’interno vi sono alcuni arredi liturgici
riferibili al Cinquecento. Il campanile è
il più alto della diocesi di Gorizia, dopo
quello di Aquileia. La più importante
chiesa della città è la quattrocentesca
chiesa di San Giovanni Battista, che
porta il titolo di Basilica Patriarcale.
Pieve Matrice di San Pietro in Carnia
Zuglio
Sul colle che domina Zuglio, che nei
primi secoli della Cristianità fu anche
sede vescovile, si staglia la Pieve di
San Pietro, la più antica della Carnia.
La Pieve contiene interessanti opere
d’arte: gli affreschi, il battistero e soprattutto l’altare maggiore intagliato
da Domenico da Tolmezzo.
Il Friuli Venezia Giulia, terra di molteplici culture, crocevia di popoli, è impreziosito da un numero rilevante di Santuari Mariani realizzati nel corso dei secoli, in un arco di tempo che va dall’alto medioevo
fino ai giorni nostri.
Il fascino spirituale dei santuari è spesso amplificato dagli
splendidi paesaggi offerti dalle località che li ospitano: dalla
laguna di Grado alle rive del fiume Tagliamento, dalle zone
collinari ai territori del carso affacciati sul mare, fino a raggiungere le cime dei monti, senza dimenticare le città e i
piccoli borghi. Le origini dei Santuari sono in genere legate
al culto popolare, ma non mancano collegamenti con il verificarsi di fatti prodigiosi, con il ritrovamento di immagini
Il Santuario di Santa Maria Maggiore
a Trieste, con la sua facciata barocca,
dove ogni anno il 21 novembre si celebrano solenni funzioni in onore della
Madonna della Salute.
Il Santuario della Madonna delle
Grazie a Pordenone è una chiesa a
tre navate particolarmente raccolta e
suggestiva. L’attenzione, per chi entra,
è immediatamente attratta dall’immagine della Vergine posta sopra l’altare
maggiore, maternamente protesa verso i suoi figli.
Il Santuario Madonna delle Grazie a
Udine è sorto per custodire un’immagine miracolosa della Madre di Dio,
che un luogotenente del governo veneziano avrebbe ricevuto in dono dal
sultano di Costantinopoli.
sacre e con le apparizioni della Vergine Maria. I titoli mariani
più diffusi sono quelli della Beata Vergine Assunta e della
Beata Vergine delle Grazie, a testimonianza del ricorso fiducioso verso la Madonna nelle necessità e nelle calamità che
infierirono su queste terre. Significativi sono gli innumerevoli “ex-voto” che parlano con viva immediatezza della vita
semplice e laboriosa delle devote popolazioni di questa Regione, che sentono impellente il dovere della riconoscenza.
Il Santuario della Beata Vergine di Castelmonte a Prepotto (Ud) sorge a 618
metri slm. Già dai tempi dei longobardi
e dei franchi, ossia dal VI al IX secolo, la
Chiesa di “Santa Maria del Monte” era
una delle più importanti del Patriarcato di Aquileia. La statua della Madonna
col Bambino è il cuore del Santuario.
Per il suo volto giovanile veniva chiamata “Madonna bella” e per l’atteggiamento vivace e materno, la si chiama
“Madonna viva”. Non ci sono risposte
precise sul motivo del suo incarnato
scuro. Di certo essa si inserisce nella
tradizione delle madonne nere già presenti in vari Santuari europei.
Il Santuario del Monte Santo di Lussari a
Camporosso (Ud)
Il Monte Lussari con i suoi 1.789 metri
sul livello del mare è un gioiello d’in-
comparabile bellezza: da qui è possibile ammirare lo stupendo scenario naturale delle cime svettanti e maestose
delle Alpi Giulie. Esso ospita sulla sua
cima il Santuario dedicato alla Madonna del Lussari. Da secoli questo tempio
mariano è denominato “dei tre popoli”,
in quanto luogo d’incontro, nella fede,
per le genti latine, slave e tedesche.
Oggi, come in passato, il Monte Lussari, insieme al Santuario circondato dal
piccolo e pittoresco borgo, rappresentano un forte richiamato per i pellegrini.
Il Santuario Madonna di Barbana
sull’isola di Barbana a Grado (Go)
sorge su un’isola posta all’estremità
orientale della laguna di Grado. Secondo la tradizione, la nascita del Santuario della Madonna di Barbana risale
all’anno 582 d.C., quando una violenta
Musei Ecclesiastici
Musei
Ecclesiastici
In Friuli Venezia Giulia il ricco panorama museale presenta al suo interno tutta una serie di strutture a
gestione ecclesiastica, comunale o privata, disseminate sul territorio, che offrono a chi abbia il piacere
di visitarle collezioni artistiche a carattere religioso, legate a nomi di singoli artisti di rilievo o espressione di varie scuole e correnti, oreficerie e oggetti sacri, presepi e sculture di particolare interesse.
Dalla montagna al mare, fino al cuore della regione, ecco i principali musei legati alla Fede.
Museo Etnografico di San Giuseppe Ricmanje a San Dorligo della Valle (Ts)
Ospitato all’interno della parrocchia di
San Giuseppe della Chiusa il museo
espone una collezione di 500 oggetti
d’uso quotidiano, attrezzi, paramenti
sacri e arredi d’epoca.
Il museo custodisce una raccolta di
oggetti d’uso appartenuti alla comunità locale e la dotazione dell’antica
cucina parrocchiale, risalente all’inizio
del ‘900. Sono inoltre esposti i preziosi
paramenti sacri, donati da Maria Teresa d’Austria ed utilizzati nel corso
delle celebrazioni della Chiesa di San
Giuseppe, un tempo meta di pellegrinaggio.
Informazioni
via San Giuseppe della Chiusa,
San Dorligo della Valle (Ts)
Museo della Comunità Ebraica
“Carlo e Vera Wagner” a Trieste
Il museo racconta la storia della comunità ebraica di Trieste.
In mostra oggetti, arredi, tessuti, documenti, argenti e manufatti religiosi
databili a partire dal 1594.
Informazioni
via del Monte, 5/7 - Trieste
tel +39 040 633819
Gerusalemme sull’Isonzo
Sinagoga di Gorizia
Nel cuore dello storico ghetto ebraico
di Gorizia, un’antica Sinagoga ospita
una collezione di marmi, fregi e arredi
d’epoca, oggetti rituali, manufatti, libri,
fotografie, stampe e dipinti.
Informazioni
via G.I. Ascoli, 19 Gorizia
tel +39 0481 532115 / +39 0481 522056
Antiquarium Cantianense
a San Canzian d’Isonzo (Go)
Reperti archeologici di età romana e
paleocristiana in mostra per illustrare
la storia di San Canzian d’Isonzo, antica città lungo la strada che collegava
Trieste all’oriente. L’Antiquarium ha
sede in un locale attiguo al fianco settentrionale della Chiesa parrocchiale
di San Canzian d’Isonzo e conserva
numerosi resti di monumenti funerari
romani e paleocristiani e mosaici paleocristiani. Alcuni dei mosaici esposti
provengono dall’antica basilica eretta
nel IV secolo d.C. sulla tomba dei SS.
Canziani, che sorgeva nel prato prospiciente l’Antiquarium.
Informazioni
piazza Santi Martiri,15
San Canzian d’Isonzo (Go)
tel +39 0481 76044
Lapidario del Duomo di Sant’Eufemia
a Grado (Go)
Ospitato nel complesso monumentale
della Basilica di Sant’Eufemia, antica
cattedrale di Grado, il Lapidario raccoglie numerosi reperti di epoca romana rinvenuti nella località balneare
e costituisce una ricca integrazione al
complesso di edifici siti nel cuore della città: oltre al Duomo si segnalano il
Battistero e la Basilica di Santa Maria,
entrambi del V - VI sec. d.C.
Informazioni
Campo Patriarca Elia, Grado (Go)
tel +39 0431 80146
Raccolta d’Arte Sacra S. Adalberto
a Cormons (Go)
Una sapiente combinazione di arte e
religiosità dà vita ad un’esposizione di
preziose sculture, arredi e paramenti
sacri prodotti in oltre quattro secoli di
storia. Le diverse sezioni presentano
campioni di oggetti, raggruppati secondo la classe di appartenenza (pittura e
scultura, oreficeria, documentazione
storica, etc.). Le opere provengono dalla Chiesa parrocchiale e dalle relative
chiese filiali ubicate nella circoscrizione comunale e coprono un arco temporale dal XIII al XX sec.
Informazioni
via Riva della Torre, 4 - Cormons (Go)
tel +39 0481 60130
Il Friuli Venezia Giulia racchiude all’interno dei suoi confini alcuni tra i più importanti luoghi di culto
in Italia dedicati alla memoria di quanti caddero per un ideale nel corso della Prima o della Seconda
Guerra Mondiale.
Sacrario militare - Redipuglia (Go)
Il sacrario militare di Redipuglia è il più grande sacrario
militare italiano ed uno dei più grandi al mondo. Sorge
all’interno del territorio comunale di Fogliano Redipuglia
in provincia di Gorizia e, inaugurato nel 1938, custodisce le
salme di oltre 100.000 caduti della Grande Guerra.
L’opera, realizzata sulle pendici del monte Sei Busi, cima
aspramente contesa nella prima fase della Grande Guerra,
si presenta come uno schieramento militare con alla base la
tomba di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, comandante
della 3ª Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali.
Il duca d’Aosta, morto nel 1931, chiese di avere l’onore
di poter essere qui deposto tra le migliaia di soldati che
persero la vita sul campo di battaglia. Il grande mausoleo
venne realizzato di fronte al primo cimitero di guerra della
3ª armata sul colle Sant’Elia, che oggi è una sorta di museo
all’aperto noto come parco della Rimembranza. Lungo il
viale adornato da alti cipressi, segnano il cammino cippi in
pietra carsica con riproduzioni dei cimeli e delle epigrafi che
adornavano le tombe del primo sacrario.
Informazioni
via Terza Armata, 70 - 34070 Fogliano Redipuglia (Go)
tel +39 0431 489024
www.prolocofoglianoredipuglia.it
Sacrario di Oslavia - Gorizia
A pochi chilometri da Gorizia, su un’altura della riva destra
dell’Isonzo, nel 1938 fu realizzato, su progetto dell’architetto
Ghino Venturi, un imponente sacrario. L’Ossario raccoglie
le salme di sessantamila caduti italiani e, in minima parte,
austroungarici del fronte del medio Isonzo. L’impronta di
sobrietà, il rinvio a immagini di gerarchia e di massa e il
biancore della pietra e dei marmi ricordano Redipuglia e
le altre necropoli del periodo fascista. Ma diversamente
da Redipuglia, tutta distesa nello spazio circostante, il
mausoleo di Oslavia trasmette un’immagine diversa, di
forza concentrata: un sacrario-mausoleo che sembra quasi
presidiare con i suoi caduti le terre orientali annesse all’Italia.
Informazioni
frazione Oslavia - 34170 Oslavia (Go)
tel +39 0481 5317
Musei di Borgo Castello: Museo della Grande Guerra - Gorizia
A Gorizia, dal 1990 il museo della guerra trova collocazione
a Borgo Castello, nei sotterranei del complesso edilizio
costituito dalle cinquecentesche Case Dornberg e Tasso: un
ambiente di particolare suggestione, con soffitti a volta e
mantenuto in pietra a vista, in cui si ripercorrono le tragiche
vicende del fronte dell’Isonzo. Il museo, frutto di un progetto
lungamente meditato e confrontato con la più aggiornata
storiografia, si propone di offrire una rappresentazione chiara
ed efficace degli eventi bellici e dei loro riflessi umani e sociali,
modernamente impostata dal punto di vista espositivo, basata
su una accurata selezione di materiali e documenti.
Informazioni
Borgo Castello, 13 - 34170 Gorizia
tel +39 0431 533926 / 530382
www.provincia.gorizia.it
Il Santuario Monte Grisa a Monrupino
(Ts), tempio di Monte Grisa, è dedicato a Maria Madre e Regina; con la sua
mole domina la città di Trieste e il suo
golfo; con la sua imponenza e sobrietà
sembra sbocciato dalla viva roccia del
costone carsico e dal verde cupo dei
pini. Ma se è vero che il luogo dove sorge è tra i più belli del Carso, Monte Gri-
sa è soprattutto un’oasi di preghiera,
di propiziazione e di perdono per quanti salgono fin qui in cerca di spirituale
rinnovamento e di pace ristoratrice.
Santuario della Beata Vergine Marcelliana a Monfalcone (Go) Nell’antichissimo Santuario è conservata
un’originale statua della Madonna con
Bambino di epoca tardo romanica.
Santuario della Rosa Mistica a Cormons (Go), la cui storia è legata alla
piccola statua della Madonna scolpita
nel 1710 da Francesco Regola, dal cui
braccio destro nel 1737 uscirono alcune gocce che sembravano di sudore e
che furono asciugate con panni di lino
ancora conservati come reliquie. Da
quel giorno si susseguirono una serie
di grazie e straordinarie guarigioni.
Santuario della Madonna Missionaria a
Tricesimo (Ud), alla sommità del colle
del castello.
Santuario Madonna di Rosa a San Vito
al Tagliamento (Pn), dove il 2 febbraio
1655 la Madonna apparve a una fanciulla epilettica, uscendo da un quadro
davanti a cui ella stava pregando.
Il Santuario della Santa Maria Regina
dei Popoli nel Preval a Mossa (Go), le
cui prime testimonianze risalgono alla
fine del 1300.
Santuario di Sant’Antonio da Padova a
Gemona del Friuli (Ud), dove il Santo
si fermò per alcuni mesi, predicando
e compiendo miracoli, lasciando nella
popolazione una profonda convinzione
della sua santità.
Santuario della Beata Vergine di
Screncis a Bertiolo (Ud), eretto nel
luogo del miracoloso ritrovamento di
un’immagine della Madonna.
Oltre ai Santuari già descritti, sono elencate di seguito altre chiese dedicate alla Vergine Maria,
di particolare interesse storico culturale, oltre che religioso.
Arcidiocesi di Gorizia
Chiesa di Santa Maria in Monte a Fogliano, ricca di testimonianze storiche
ed artistiche.
a Cordovado, eretto nel 1600, e oggi,
con le sue molte opere d’arte, si propone come luogo dove poter apprezzare
l’arte friulana e del XVII secolo.
Diocesi di Concordia e Pordenone
Santuario di Madonna del Monte in
località Costa, nei pressi di Aviano, situato in una splendida posizione panoramica.
Santuario della Madonna di Strada a
Fanna, ottocentesco, ove è custodita
una statua della Madonna con il Bambino, oggetto di venerazione da secoli.
Santuario della Madonna delle Grazie
Arcidiocesi di Udine
Santuario della Madonna d’Aiuto a
Corno di Rosazzo, dove si venera una
statuetta lignea della Madonna con
Bambino del XVII secolo.
Pieve di Santa Maria Assunta a Fagagna, risalente al secolo XIV.
Santuario Beata Vergine delle Grazie a
Latisana (Madonna della Sabbionara).
Santuario di Santa Maria a Muris di
Pavia di Udine, ricostruito nel 1800.
Santuario della Madonna delle Pianelle
a Nimis, custodisce una Madonna con
Bambino e Angeli in pietra del XV secolo.
Santa Maria delle Grazie a Pontebba,
che custodisce un Flügelaltar (altare
ligneo a sportelli) datato 1517.
Santuario della Madonna del Carmine
a Ribis di Reana del Roiale, dove si venera un busto in pietra della Madonna,
originario dalle rovine di Aquileia.
Santuario della Madonna del Sasso a
Salino di Paularo.
Santuario della Madonna del Ponte a
Invillino di Villa Santina.
Abbazie
e Monasteri
Monasteri e Abbazie sono edifici dove una comunità di monaci o monache vive sotto l’autorità di un
abate o di una badessa. Nacquero come piccole città in genere autosufficienti dal punto di vista economico e ancora oggi i monaci vi conducono una vita di preghiera e di lavoro, con varianti di grande
importanza a seconda del periodo storico, dell’ordine e della regola di riferimento e della regione a cui
appartengono. Il Friuli Venezia Giulia offre interessanti esempi di Abbazie e Monasteri, la cui storia è
inscindibilmente legata alla tradizione religiosa delle popolazioni contadine friulane.
Abbazia di Santa Maria in Sylvis a Sesto al Reghena (Pn)
L’abbazia di Santa Maria in Sylvis è il più noto ed importante esempio di monastero fortificato del Friuli Venezia Giulia.
Fondata tra il 730 ed il 735, è citata per la prima volta in un documento del 3 Maggio 762, sottoscritto dai fratelli longobardi,
figli di Pietro duca del Friuli, Erfo, Anto e Marco.
Distrutta dagli Ungari nel 889, risorse fortificata e con l’aspetto odierno, svolgendo un ruolo rilevante sia civile che religioso
fino al 1420 quando, assoggettata al dominio della Serenissima, iniziò la sua decadenza.
Riformata all’inizio del XII secolo, questo complesso resta un
importante esempio di struttura romanica.
Alla piazza antistante l’abbazia si accede passando sotto ad
un robusto torrione, unico superstite dei sette che difendevano le mura e oggi sede della Biblioteca Civica.
La massiccia torre vedetta scandita da lesene è stata trasformata in campanile; a sinistra vi è l’antica cancelleria
abbaziale, mentre a destra è visibile la residenza degli abati.
Al suo interno si possono ammirare splendidi affreschi medioevali che vanno dal XII al XV secolo e tra i quali spicca un
nobilissimo albero della vita. Di notevole interesse la cripta,
che si estende sotto il presbiterio ed è scandita da volte a
crociera impostate su colonnine marmoree. Vi si conservano l’Urna di S. Anastasia, splendido monumento d’età longobarda formata dai resti di una cattedra di marmo greco,
il Vesperbild, la quattrocentesca Pietà in pietra arenaria da
attribuire ad un maestro tedesco, l’Annunciazione degli inizi
del XIV sec. con l’angelo e la Vergine iscritti entro una nicchia
aperta su due archi trilobati.
Musei Ecclesiastici
Museo Diocesano d’Arte Sacra
a Pordenone
Diviso in sezioni ed in continuo ampliamento, il museo custodisce diverse
raccolte, costituite da affreschi e sinopie (testimonianza dei cicli pittorici, che un tempo decoravano l’interno
delle chiese), statue lignee, in pietra e
in marmo, dipinti su tela e su tavola,
stampe e tessuti. Il museo rappresenta
una finestra sulle forme artistiche con
le quali il sacro ha trovato espressione.
Informazioni
via Revedole, 1 - Pordenone
tel +39 0434 524340
www.diocesi.concordia-pordenone.it
Raccolta di opere d’arte del Duomo
a Sacile (Pn)
All’interno del quattrocentesco Duomo
dedicato a San Nicolò, è ospitata una
raccolta di arredi, statue, paramenti
e oggetti provenienti dal Duomo e da
altre chiese del territorio. La Raccolta di opere d’arte del Duomo di Sacile,
edificato tra il 1474 e il 1496, conserva
arredi, paramenti e suppellettili provenienti dal Duomo stesso e da altre
chiese della zona.
Informazioni
piazza Duomo - Sacile (Pn)
tel +39 0434 71158 / +39 0434 780702
Galleria d’Arte Moderna Pino Casarini
a Sacile (Pn)
Un museo espone una ricca collezione
di opere di Pino Casarini: 68 dipinti, 146
bozzetti e 800 disegni dell’artista veronese, celebre pittore di arte sacra del
XX secolo. La Galleria d’Arte Moderna
Pino Casarini espone le opere del pittore veronese che ha donato, in due riprese (1982 e 1988), la sua collezione alla
parrocchia di Sacile. L’esposizione è costituita da un corpus di dipinti, disegni
e bozzetti per allestimenti dell’Arena di
Verona, che attraversano cinquant’anni
di attività dell’artista (dal 1920 al 1970).
Informazioni
piazza Duomo, 4 - Sacile (Pn)
tel +39 0434 780702
Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo
a Udine
Aperto nell’attuale sistemazione nel
1995, il museo ha sede nel suggestivo
Palazzo Patriarcale, ora Arcivescovile, conservato nelle forme volute nel
Settecento dal Patriarca Dionisio Delfino e dal suo successore Daniele. La
raccolta comprende dipinti, oreficeria
e sculture lignee. Di grande rilievo gli
affreschi di Giambattista Tiepolo. Lo
scalone d’onore è affrescato con “La
cacciata degli angeli ribelli”, mentre
le Gallerie presentano storie bibliche.
Nella Sala Rossa, o del Tribunale Ecclesiastico, si trova il grande affresco
con il Giudizio di Salomone ed i quattro
profeti maggiori, Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele. Importanti anche gli
interventi di Giovanni da Udine. Nella
Biblioteca Delfino, fatta costruire dal
Patriarca Dionisio, si conservano codici miniati, incunaboli, cinquecentine e
rare prime edizioni.
Informazioni
piazza Patriarcato, 1 - Udine
tel +39 0432 25003
www.musdioc-tiepolo.it
I luoghi della preghiera per i caduti
I luoghi
della preghiera
per i caduti
mareggiata minacciò la città di Grado.
Al termine della tempesta un’immagine della Madonna, trasportata dalle
acque, venne ritrovata ai piedi di un
olmo, nei pressi delle capanne di due
eremiti. Il luogo era allora relativamente lontano dalla linea di costa ed ivi
il patriarca di Grado Elia (571-588 d.C.),
fece erigere una prima chiesa, come
ringraziamento alla Madonna per aver
salvato la città dalla mareggiata. L’isola è dominata dalla mole della chiesa
e del campanile e a poca distanza, sul
luogo dove secondo la tradizione si
arenò l’immagine della Madonna, sorge la cappella dell’apparizione.
Tempio Ossario - Udine
Il Tempio Ossario di Udine sorge sul Piazzale XXVI luglio.
Posta la prima pietra nel 1925, il Tempio sarà inaugurato
solo nel 1940. La costruzione, disegnata dall’architetto
P. Valle, era inizialmente destinata alla parrocchia di San
Nicolò; nel 1927 si pensò di trasformare il sacro edificio in un
più ampio sacrario che accogliesse 25.000 salme di giovani
caduti della Grande Guerra, sepolti in vari cimiteri del Friuli.
Il progetto iniziale fu modificato dagli architetti Limongelli
e Valle, fino a raggiungere la solenne ed inconfondibile
fisionomia definitiva. La cripta del Tempio è la più vasta aula
sotterranea tra le chiese d’Italia: sulle sue pareti di marmo
sono incisi i nomi dei 25.000 caduti che ivi riposano.
Informazioni
piazzale XXVI luglio 1866 - 33100 Udine
tel +39 0432 236081
Tempio Ossario - Timau (Ud)
Equiparato a Cimitero di Guerra, il Tempio Ossario di Timau
fu costruito negli anni 1936 e 1937, inaugurato nel novembre
dello stesso anno e, infine, consacrato nel maggio 1939.
Nel Tempio sono custodite le spoglie di 1.764 caduti nella
Grande Guerra del 1915-1918, provenienti dal fronte dell’Alto
But e dintorni. Tra essi riposa anche una delle «portatrici
carniche», volontarie che costituirono una vera forza di
supporto ai combattenti al fronte, colpita durante il servizio.
Equiparando il Tempio Ossario di Timau ai cimiteri di guerra
si è inteso fornire maggiore tutela a questo importante
luogo, affinché possa rappresentare, a imperitura memoria,
il giusto tributo di ricordo e di gratitudine dell’Italia ai caduti
le cui spoglie sono ivi onorate.
Informazioni
via Nazionale, 90 - 33026 Paluzza (Ud)
tel +39 0433 779168
www.museograndeguerratimau.it
Civico Museo della Risiera di San Sabba
Monumento Nazionale - Trieste (Ts)
Un edificio, teatro di tragici eventi, trasformato in Monumento
Nazionale nel 1965 in memoria delle vittime delle atrocità
compiute dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Lo stabilimento, costruito nel 1913 per la pilatura del
riso, fu utilizzato dopo l’8 settembre 1943 dagli occupanti
nazisti come campo di prigionia, campo di smistamento
dei deportati diretti in Germania e Polonia, deposito di beni
razziati e luogo di detenzione ed eliminazione di ostaggi,
prigionieri politici, partigiani ed ebrei. Il 4 aprile 1944 entrò
in funzione anche il forno crematorio. Dichiarato nel 1965
Monumento Nazionale, il complesso della Risiera è stato
trasformato, secondo il progetto dell’architetto Romano
Boico, in un museo rievocativo delle tragiche vicende che
vi ebbero luogo. Ospita una mostra fotografica permanente
e oggetti appartenenti agli ebrei triestini, donati dalla
Comunità Ebraica di Trieste e dall’ANED (Associazione
Nazionale ex Deportati Politici nei Campi Nazisti).
Informazioni
via Palatucci, 5, Trieste
tel +39 040 826202
www.retecivica.trieste.it/triestecultura
Museo della Campagna di Russia - Pozzuolo del Friuli (Ud)
Il museo ricorda le tragiche vicende legate alla ritirata
dei soldati italiani dalla Campagna Russia nel corso della
Seconda Guerra Mondiale. E’ nato per proseguire l’opera
di don Carlo Caneva, cappellano militare e ideatore, con
altri reduci della prigionia, del Tempio dedicato al Milite
Ignoto. Ospitato nella ex chiesa di Cargnacco, è gestito
dall’U.N.I.R.R. (Unione Nazionale Italiana Reduci di
Russia). In mostra cimeli, fotografie, lettere, documenti,
pubblicazioni, uniformi, armi ed altri oggetti relativi alle
operazioni militari sul fronte orientale fra il 1941 ed il 1943,
alle battaglie, alla prigionia, al rimpatrio delle salme.
Informazioni
via Leonardo da Vinci,10
Cargnacco - Pozzuolo del Friuli
tel +39 0432 561649
www.sacrariomuseotempiocargnacco.org
Museo del Duomo a Udine
Il Museo del Duomo di Udine è dedicato al Patriarca Beato Bertrando di
Saint-Geniès, che con il suo episcopato
(1334-1350) segnò la storia della Chiesa aquileiese e diede impulso alla vita
culturale ed economica di Udine. L’esposizione è collocata nelle cappelle
trecentesche di San Nicolò e del Corpo
di Cristo e nel contiguo battistero. Nella
prima cappella si ammirano suggestivi
affreschi, tra cui quelli di Vitale da Bologna, datati al 1348-49. Nella seconda
cappella ci sono tre interessanti tempere su tavola della fine del XIV secolo,
raffiguranti il Beato Bertrando. Nelle
bacheche sono esposti paramenti sacri,
tra cui quelli del corredo funebre del
Beato. Completano la raccolta oggetti di
oreficeria, parte del tesoro del Duomo.
Da segnalare l’arca marmorea risalente
alla metà del XIV secolo.
Informazioni
piazza Duomo - Udine
+39 0432-505302
Abbazia di San Gallo a Moggio Udinese (Ud)
Sul greto del fiume Fella sorge il vasto complesso monastico
dell’abbazia di San Gallo, fondata nell’XI secolo sui resti di un
antico castello. La Chiesa dell’Abbazia Benedettina di Moggio fu consacrata da Andrea, vescovo di Cittanova d’Istria, il
28 agosto 1118 o forse in seguito a una donazione del 10841086. E’ probabile che i primi monaci provenissero proprio
dalla celebre abbazia di San Gallo in Svizzera, perché ci hanno lasciato codici musicali di sicura provenienza svizzera,
anche se alcuni suppongono che vi siano in essi tracce di
un’antica scrittura musicale friulana. L’abbazia esercitò per
secoli una notevole influenza, civile e religiosa, su tutta la
valle e su vasti possedimenti d’oltralpe. L’abate di Moggio,
che ebbe un posto nel Parlamento della Patria del Friuli, fu
infatti anche titolare di diritti feudali ecclesiastici su varie
parrocchie e pievi in Friuli. L’abbazia vide il suo massimo
splendore durante il XV secolo, periodo nel quale fu anche
retta da San Carlo Borromeo, che però non la visitò mai. Nel
1777 il Senato Veneto sanzionò la fine dell’abbazia e la giurisdizione ecclesiastica fu trasferita all’arcivescovo di Udine.
La struttura attuale dell’abbazia danneggiata, nel corso del
terremoto del 1976 e completamente restaurata, risale alla
metà del XVIII secolo ed è costituita da una serie di edifici:
la chiesa abbaziale dedicata a San Gallo e a San Carlo Borromeo, il rustico chiostro del XVI secolo, con portico a piano
terra e loggiato al primo piano con pilastrini a sostegno della
copertura, la tozza torre del castello che occupava la sommità del colle e la Chiesa di Santo Spirito, risalente al XVI
secolo e da poco ricostruita.
che ne dovevano garantire la difesa, Rosazzo rese difficile la
vita ai monaci benedettini, ai quali nel 1522 subentrarono i
domenicani, che vi rimasero fino alla soppressione dell’abbazia stessa, nel 1773. Durante la guerra tra imperiali e
veneziani, ai primi del ‘500, le mura dell’abbazia vennero
smantellate e tutti coloro che vi avevano cercato riparo, uccisi. Poco tempo dopo, nel 1509, a distruggere ciò che rimaneva dell’abbazia fu un incendio. Una ventina d’anni più
tardi la chiesa risorse per merito dell’abate commendatario
Giovanni Matteo Giberti e di Venceslao Boiani, architetto cividalese. Del pittore veronese Francesco Torbido sono gli
affreschi del coro, mentre nell’antico refettorio dei monaci,
la Crocifissione è opera di Battista dell’Angelo detto il Moro.
Con la soppressione del patriarcato di Aquileia nel 1751,
l’Abbazia cessò di essere ente ecclesiastico e venne concessa ai due arcivescovadi di Udine e Gorizia. Abate di Rosazzo
rimase l’arcivescovo di Udine.
Monastero di Montegnacco (Ud) - Carmelo Gesù di Nazareth
Il Monastero di Montegnacco fu inaugurato il 7 novembre
1965. La Comunità vive con semplicità nello spirito della
Casa di Nazareth, aperta ai fratelli che si recano numerosi
al Carmelo, per unirsi alla preghiera delle monache.
Abbazia di Rosazzo a Rosazzo, Manzano (Ud)
La storia di Rosazzo è avvolta nella leggenda e risale a prima
dell’anno Mille. Nel 960 dalla Lombardia giunsero in questo territorio i monaci regolari di Sant’Agostino e nel 1070
fu inaugurata l’imponente Chiesa dedicata a San Pietro che
ancor oggi sovrasta i fiumi Judrio, Torre, Natisone e Isonzo, insieme alla piana che scende fino alla Chiesa madre di
Aquileia. Una ventina d’anni dopo, nel 1090, il monastero
rosacense venne elevato al rango di abbazia dal Patriarca
aquileiese Vodolrico di Ortenburg, un monaco della svizzera San Gallo. La nuova comunità benedettina che si era
formata fu guidata da Geroldo; la regola benedettina, ispirata alla preghiera ed al lavoro, trasformò la zona selvaggia
(‘in silvis’) in campagna coltivata, diffondendo la cultura e
garantendo alle popolazioni istruzione religiosa e formazione spirituale. Coinvolto nelle lotte tra Aquileia e Cividale,
tra Venezia e gli imperiali, sempre più occupato da soldati
Momenti di Fede
Mostre a Illegio
Le mostre internazionali di arte sacra,
che si tengono ogni anno da maggio a
ottobre a Illegio (comune di Tolmezzo
in provincia di Udine), hanno trasformato questo piccolo paese di montagna in un centro conosciuto in tutta
Europa, con visite di un numero eccezionale di turisti.
Informazioni
www.illegio.it
Casa delle esposizioni:
tel +39 0433 44445 / +39 0433 2054
[email protected]
Museo da Plêf a Ovaro (Ud)
Ospitato in una chiesa di origine altomedioevale, il museo raccoglie quadri,
sculture, reperti archeologici provenienti dal territorio della Pieve di Gorto,
una delle più antiche della Carnia. Di
grande pregio sono gli arredi, le suppellettili e i paramenti sacri, testimoni
dell’importanza della Pieve. Una basilica paleocristiana con battistero del V
secolo è stata scavata presso la Chiesa
di San Martino a Luincis. Una sezione
del museo ha trovato recentemente
posto in un edificio ristrutturato situato
pochi metri più a valle della Pieve.
Informazioni
via Cella - Ovaro (Ud)
tel +39 0433 60358
Momenti
di Fede
Il Friuli Venezia Giulia è teatro di tutta una serie di tradizioni e ricorrenze religiose che vi si tramandano
intatte da secoli e che costituiscono il fulcro di una cultura che accomuna terre dal passato spesso
diverso a seconda della posizione geografica e delle vicissitudini storiche.
Il Bacio delle Croci a Zuglio: domenica dell’Ascensione
La domenica dell’Ascensione a Zuglio si rivive il rito sacro del
“Bacio delle Croci”, una tradizione religiosa antichissima.
Presepio di Teno
Sutrio (Ud)
E’ un presepio realizzato da un artigiano nel secondo dopoguerra: un centinaio di piccole sculture lignee e riproduzioni del paesaggio, delle abitazioni
e degli antichi mestieri di Sutrio.
Informazioni
via Roma, 60 - Sutrio (Ud)
tel +39 339 1979296
Museo Cristiano del Duomo di Cividale
a Cividale del Friuli (Ud)
Nel quattrocentesco Duomo di Cividale, un museo custodisce alcune fra le
più alte espressioni della scultura di
età longobarda, fra cui il Battistero di
Callisto e l’Ara di Ratchis.
Informazioni
via Candotti - Cividale del Friuli (Ud)
tel +39 0432 731144
Il rito trae le sue origini nell’Alto Medioevo, quando la
chiesa principale di Zuglio era la Pieve Matrice di San
Pietro, situata su un’altura sovrastante il paese: è proprio di
questa preminenza sulle altre chiese che resta traccia nella
ricorrenza del “Bacio delle Croci”.
Ogni anno centinaia di fedeli si radunano nel “Plan da
Vincule”, pianoro sottostante alla Pieve e alla chiamata del
parroco salgono alla chiesa, portando in processione fino al
colle di San Pietro le croci argentee provenienti dalle chiese
di tutte le valli della Carnia: le croci sono issate su lunghi
bastoni e ornate con nastri colorati che vengono donati,
come vuole la tradizione, dalle spose dell’anno.
Festa di San Vito: terza domenica di giugno a Marano
La processione di S. Vito a Marano è una delle manifestazioni
liturgico-folkloristiche più rinomate che vanti la Regione.
L’origine è legata alla devozione dei maranesi verso i
Santi Vito, Modesto e Crescienza, venerati da secoli in una
chiesetta sita su un’isola fuori e a sud della fortezza.
Dal 1959 la processione viene fatta con barche a motore
addobbate, con i motopescherecci più grandi e giunge fino
al centro della laguna da dove viene impartita la benedizione
al mare e alle barche disposte a cerchio attorno a quella che
porta la statua del Santo, per glorificare il lavoro e suffragare
i morti in mare.
Prestento di Torreano:
terzo fine settimana di settembre
Prestento torna ad essere il paese dei fiori di carta per
la ricorrenza della Madonna del Perdòn: una tradizione
radicata e suggestiva, in cui il borgo si ravviva con migliaia
e migliaia di corolle colorate realizzate a mano, con un
paziente lavoro di mesi, dalle donne del posto.
Perdòn di Barbana o Processione votiva della Comunità di
L’usanza risale al 1895 ed è ascrivibile a un episodio molto
particolare: aggredito brutalmente da un paesano, il parroco
di Prestento decise di perdonare quel gesto di violenza e, per
dare un rilievo pubblico e simbolico al fatto, istituì la Festa
del Perdòn, stabilendo di celebrarla nella ricorrenza della
Madonna Addolorata.
Da allora ogni settembre la processione con la statua lignea
della Vergine conclude, la domenica pomeriggio, un triduo
di preghiera.
Tutto questo nella singolare e incantevole cornice di un
paesino addobbato in ogni dove da fiori delle più svariate
specie, da ghirlande che adornano finestre e cancelli, da
archi posizionati sulle vie: innumerevoli, minuscole opere
d’arte, cui è dedicata anche una mostra.
Processione nel pomeriggio e chioschi enogastronomici.
Rogazioni di San Floriano: primi giorni di maggio
Secondo il rituale celebrato in lingua friulana, le croci,
disposte in cerchio su un prato, vengono chiamate una a una
dal preposto di San Pietro e inclinate fino a sfiorare quella
della pieve “madre”, in un simbolico bacio di fratellanza
e sottomissione alla chiesa che fu centro del primo
Cristianesimo in Carnia e cattedra vescovile fino all’ottavo
secolo. Quando tutte le croci sono giunte alla Pieve, queste
vengono benedette dal sacerdote, che poi conclude il rito
celebrando la messa solenne.
La giornata prosegue con una festa popolare tra i prati della
zona, dove si possono degustare le specialità gastronomiche
più tipiche della Carnia.
Grado a Barbana: prima domenica di luglio
A Grado, in ricordo di un voto fatto nel 1237 mentre infuriava
la peste, una lunga processione di barche, tutte pavesate
a festa e infiorate, percorre, trasportando la statua della
Madonna, le acque della Laguna fino all’isola di Barbana,
dove c’è un famoso e antico Santuario.
Nel cuore delle Alpi Carniche, in un contesto naturale di
incontaminata bellezza, è sito il gioiello altomedioevale della
fascinosa Pieve di San Floriano a Illegio.
Da diciassette secoli San Floriano è invocato nell’intera
Europa centrale, quale protettore contro gli incendi e contro
le inondazioni. Ogni anno ai primi giorni di maggio, da
centinaia di anni a questa parte, alla pieve di San Floriano
salgono i pellegrini per le Rogazioni e per ricordare il
giorno del martirio di San Floriano. Da Illegio, da Imponzo,
giungendo da diversi altri paesi della Carnia, salgono
attraverso gli antichi sentieri che dai boschi escono nei
prati sottostanti il colle, cantando le storiche melodie
patriarchine. In chiesa viene poi celebrata l’Eucarestia con i
suggestivi canti della Messe Vecje (Messa Antica).
1.700 anni dal giorno del martirio di Floriano: secoli e secoli.
E ancora oggi i sentieri che portano alla pieve di Illegio
risuonano di canti antichi e di preghiere senza tempo.
Presepi,
Passioni
e Rievocazioni
Storiche
Altri luoghi
di Culto
a Trieste
Il cammino
delle Pievi
della Carnia
Il Friuli Venezia Giulia è teatro di tutta una serie di tradizioni storiche e folcloristiche, in cui siamo soliti
ricomprendere quel complesso di manifestazioni esteriori passate, che fanno da cornice al quadro
della vita sociale. Una cornice arcaica che affettivamente ci lega al passato, alle cose di un tempo.
Il passato rivive in tal modo anche nelle feste.
Una delle caratteristiche che distingue Trieste dalle altre città italiane è il suo volto cosmopolita.
Tante piccole “nazioni”, nome che veniva dato alle comunità di fede non cattolica dall’Impero austroungarico, che nel corso del tempo si sono radicate, evolute, trasformate, che hanno saputo costruire
rapporti nuovi dando vita ad un laboratorio in cui le diversità sono simbolo di convivenza pacifica.
Il Cammino delle Pievi in Carnia nasce dalla volontà di creare un percorso congiungente le dieci Pievi
Carniche che anticamente facevano riferimento alla già cattedrale di San Pietro in Carnia,
nel Patriarcato di Aquileia. Informazioni dettagliate al sito www.camminodellepievi.it
Messa dello Spadone e Rievocazione
dell’ingresso nel 1366 del Patriarca
Marquando di Randeck
6 gennaio a Cividale del Friuli
La funzione religiosa è suggestiva per
i costumi e per la triplice benedizione,
con la spada del patriarca Marquando,
da parte del diacono con in capo l’elmo
piumato rosso e bianco (i colori del
comune); al termine viene effettuata
la rappresentazione dell’arrivo di
Marquando di Randeck nella sede
patriarcale.
Messa del Tallero
6 gennaio a Gemona
Tre cortei in costumi medioevali si
incontrano sotto la loggia del municipio
per proseguire verso il Duomo, dove il
capitano del popolo (oggi il sindaco)
offre il tallero all’officiante: è una sorta
di teatro religioso la cui tradizione
risale all’Ottocento.
Epifania Tarcentina
6 gennaio a Tarcento
Un corteo in costume medioevale parte
dal centro di Tarcento e giunge fino ai
ruderi del Castello di Coia, dove viene
acceso il tradizionale Pignarul (falò)
per trarre gli auspici sull’annata.
Processo e Rogo della Vecia
giovedì di metà Quaresima a Pordenone
Antica tradizione di Pordenone che trae
origine nel folclore veneto-friulano, il
cui copione costituisce una satira di
costume con la possibilità di parlare
in piazza, in chiave umoristica, dei
problemi e dei personaggi della zona.
Tradizionale sfilata di San Nicolò
e dei Krampus
5 dicembre a Tarvisio – Pontebba
E’ una tradizione presente a Tarvisio e
in altre località dei dintorni (a Pontebba
si chiamano Spitz Parkli) risalente al
XVI sec., in cui al vescovo che porta
solitamente i regali ai bambini si
contrappongono quattro krampus o
diavoli; il tutto vuole rappresentare il
bene e il male, creando un senso di
mistero.
Messa dello Spadone
24 dicembre Aquileia
Si svolge nella notte di Natale nella
Basilica di S. Maria Assunta di Aquileia,
durante la quale il diacono indossa
parte di un’armatura medioevale e
impartisce la benedizione verso i
quattro punti cardinali per ricordare
l’intero territorio dell’antichissimo
patriarcato.
Presepio vivente
24 e 26 dicembre a Sesto al Reghena
La notte di Natale e nel pomeriggio di
Santo Stefano, nell’antica e suggestiva
abbazia benedettina (VIII sec.), un
centinaio di figuranti rievoca i momenti
più significativi della nascita di Gesù.
Il “Giro Presepi“
Progetto che l’Associazione fra le Pro
Loco del Friuli Venezia Giulia promuove
da alcuni anni all’interno delle quattro
province della Regione, è ormai una
tradizione consolidata. Il tour permette
di visitare vere e proprie opere d’arte,
che rievocano le fondamenta della nostra
cristianità e ha lo scopo di far ammirare
quanto i cultori di questa passione sono
stati capaci di fare, spesso con materiali
semplici e quotidiani.
Tempio Israelitico
Il documento ufficiale più antico
reperibile
che
menzioni
un
insediamento ebraico a Trieste è
datato 1236. L’attuale Sinagoga fu
inaugurata nel 1912: è un’imponente
costruzione in pietra, ispirata a modelli
siriaci e caratterizzata da motivi a
rosoni, che traducono simboli tratti
dall’iconografia ebraica.
Chiesa Serbo-Ortodossa S. Spiridone
La Chiesa fu inaugurata nel 1868: è un
edificio a pianta a croce greca, coperta
da una grande cupola affiancata
da quattro calotte emisferiche, che
ricoprono i quattro bracci della croce.
La sua struttura ricorda lo stile
bizantino delle chiese orientali.
Chiesa Greco-Orientale di S. Nicola
L’edificio fu aperto ufficialmente nel
1787. Entrando si nota l’iconostasi a
intagli dorati e pitture. Nella parte
superiore troviamo 21 dipinti a
tempera con fondo oro, che raffigurano
scene evangeliche, mentre nella parte
inferiore ci sono 8 icone con copertura
d’argento.
Chiesa Evangelica Metodista
La Comunità è presente a Trieste da
più di un secolo. Il Metodismo unisce
l’eredità del non conformismo di
matrice puritana con la spiritualità
e la pratica religiosa del pietismo.
Questo si traduce in una vita nuova
come risposta alla grazia di Dio, nella
predicazione
laica,
nell’impegno
sociale contro la schiavitù e nella
creazioni di missioni. Questo spirito
da vita a molte organizzazioni, tra cui
“l’Esercito della Salvezza”.
Chiesa Evangelica Riformata Elvetica
e Valdese di S. Silvestro
L’edificio in stile romanico è la chiesa
più antica di Trieste. Una lapide
commemorativa nel 1672 fa risalire
qui la presenza di un luogo di culto in
quella che era stata la casa delle prime
cristiane di Trieste: le due martiri Tecla
ed Eufemia. Sopra l’ingresso principale
una lapide ricorda che nel 1785 alcuni
membri della Comunità Evangelica la
acquistarono e la riaprirono al culto
dedicandola al Cristo salvatore. Dalla
fine del 1800 alla Comunità Elvetica si
è affiancata quella Valdese.
Chiesa Cristiana Avventista
Il pastore responsabile della Comunità
di Trieste ha il suo luogo di culto in via
Rigutti 1 ed è anche capo distretto delle
città di Udine, Gorizia e Pordenone. La
Comunità si riunisce il sabato mattina:
la funzione sabbatica è accompagnata
dal suono di strumenti musicali,
canti, preghiere e dall’omelia di un
responsabile che può essere il pastore
o un laico.
Chiesa Evangelica Luterana
Dal 1778 è presente a Trieste una
Comunità Evangelica di Confessione
Augustana. Nel 1778 l’imperatrice
Maria Teresa prima e il figlio Giuseppe
II dopo, autorizzarono lo svolgimento di
funzioni religiose in una casa privata.
Nel 1786 i luterani acquistarono la
chiesa dedicata alla Madonna del
Rosario, sita nella parte più antica della
città. Nel 1870 fu possibile costruire
l’attuale chiesa in stile gotico in Largo
Panfili. All’interno, sopra l’altare,
degna di nota è la bellissima vetrata del
coro, che raffigura la “Trasfigurazione
di Cristo” del Raffaello realizzata dalla
vetreria artistica Zettler di Monaco.
Il comitato che si occupa del progetto “Cammino delle Pievi”
è inserito nell’Arciconfraternita dello Spirito Santo “Pieres
Vives” di San Pietro in Carnia, associazione di fedeli con
riconoscimento canonico e civile. Il percorso è suddiviso
in 18 tappe, che partono da Imponzo di Tolmezzo e si
concludono presso la Chiesa Madre di San Pietro a Zuglio.
Le Pievi storiche della Carnia sono: San Floriano a Illegio di
Tolmezzo, Santa Maria Oltrebut a Tolmezzo, Santo Stefano di
Cesclans a Cavazzo Carnico, San Martino a Verzegnis, Santa
Maria Maddalena a Invillino di Villa Santina, Santi Ilario e
Taziano a Enemonzo, Santa Maria Annunziata a Castoia di
Socchieve, Santa Maria del Rosario a Forni di Sotto, Santa
Maria di Gorto a Ovaro, Pieve di San Pietro a Zuglio; a queste
nel percorso si aggiunge il Santuario di San Osvaldo a Sauris.
Spesso sorte su colli e alture, a guardia della comunità
e dei villaggi sottostanti, le pievi erano nel Medioevo le
custodi dell’identità del popolo e oggi documentano la
vitalità religiosa degli abitanti delle montagne. Durante il
percorso si attraversano paesi di montagna e fondovalle,
vallate, torrenti e alture tra le Prealpi e le Alpi Carniche.
Si possono percorrere una o più tappe al giorno, di seguito
o parzialmente; nell’itinerario vengono utilizzati per la
maggior parte vecchi sentieri evitando, quando possibile,
la strada asfaltata. Il percorso è adatto a tutti: è stato
pensato soprattutto per le famiglie, gruppi parrocchiali e
non. L’obiettivo è quello di proporre una esperienza simile al
plurisecolare Cammino di Santiago di Compostela.
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