Comments
Transcript
Turismo Religioso Aquileia Ecclesia Mater Al tempo
COME E DOVE Aquileia Ecclesia Mater Fede, cultura e tradizione in Friuli Venezia Giulia TURISMO RELIGIOSO Il pieno sviluppo della chiesa aquileiese si ebbe tra la seconda metà del III ed il pieno IV secolo. Con le sue 57 diocesi la provincia metropolitica di Aquileia fu la più grande di tutto il Medioevo europeo, seconda per dignità alla sola Roma, unica forse nell’unione di popoli di lingua ed etnia diverse. Villabassa di Fusine Fusine in Valromana Dalla Chiesa madre di Aquileia, la grande città portuale in rapporti privilegiati con Alessandria d’Egitto (di qui il sottile filo d’oro della leggenda di San Marco), partirono nel III secolo gli annunciatori del Vangelo alle popolazioni della Decima Regio Venetia et Histria e dei confinanti territori d’oltralpe. Teodoro fu vescovo tra il 308 ed il 319 e per primo sedette sulla cattedra episcopale di Aquileia dopo l’editto di Costantino del 313, con cui si concedeva libertà di culto al cristianesimo. Fonti antiche riportano i nomi dei martiri della città, che sembra possano essere stati i quattro vescovi che precedettero Teodoro assieme ai loro diaconi. A questi se ne accompagnano altri, come Ilario e Taziano, Canzio, Canziano e Canzianilla, Proto, Ermagora e Fortunato, Crisogono, Felice e Fortunato, la cui venerazione si diffuse nell’intera Italia Settentrionale. La tradizione vuole che il primo Sauris di Sotto Invillino Caneva di Tolmezzo vescovo di Aquileia, Ermagora, sia stato scelto direttamente da San Marco, invitato ad andare ad Aquileia da San Pietro per la sua opera di evangelizzazione. La supremazia della Chiesa di Aquileia si concretizzò con l’assunzione del titolo di Patriarca da parte dei vescovi della città e con la costruzione, da parte del vescovo Teodoro, della Basilica, centro di culto episcopale destinato alle celebrazioni liturgiche ed alla formazione dei catecumeni. La Basilica Patriarcale di Aquileia è il più antico edificio di culto cristiano nell’Italia nord-orientale e, di conseguenza, servì come modello per altre chiese, anche al di fuori dei confini nazionali. Un altro complesso paleocristiano di Aquileia è la Basilica di Monastero, la cui origine è datata tra la fine del IV e gli inizi del V secolo. Il Museo paleocristiano completa la visita ai siti paleocristiani di Aquileia. Vedronza Montegnacco Regione Friuli Venezia Giulia Aquileia Ecclesia Mater AUSTRIA AUSTRIA Arta Terme L’itinerario prosegue toccando altre località direttamente legate all’evoluzione della storia della Chiesa di Aquileia. Nel 569, all’arrivo dei Longobardi, Grado (dove i primi luoghi di culto cristiano erano sorti alla fine del IV secolo) offrì rifugio al vescovo Paolino, che vi trasportò il tesoro della Chiesa di Aquileia. Attorno al 606, quando il patriarcato si spezzò in due in conseguenza dei gravi sconvolgimenti politici e religiosi, un patriarca, sostenuto dai Bizantini, si stabilì a Grado. Da questo momento i patriarchi rimasero due: il ruolo di Grado sarà più tardi assunto da Venezia, mentre Aquileia, con Cividale, avrà influenza sui territori continentali. I luoghi di culto attualmente visitabili sono: il Duomo o Basilica di Sant’Eufemia, il Battistero ottogonale e la Basilica di Santa Maria delle Grazie. La storia di San Canzian d’Isonzo è incentrata attorno alle figure dei tre fratelli martiri Canzio Canziano e Canzianilla, che in questa località vennero decapitati nel 303, assieme a Proto, loro maestro. Il sito delle loro tombe si trova all’esterno della chiesa parrocchiale, edificata sopra una precedente basilica paleocristiana. A poca distanza dalla parrocchiale, lungo la via Gemina, sorge la Cappella di San Proto, con i corpi di San Proto e San Crisogono. All’interno della Chiesa di San Giovanni in Tuba, presso le sorgenti del Timavo, poste anch’essa lungo una via di collegamento tra Aquileia e Trieste, sono visibili i resti di una basilica paleocristiana del V secolo, che sembra sia stata edificata sopra i resti di un sacello rettangolare più Tarvisio A23 Tolmezzo Gemona del Friuli Piancavallo San Daniele del Friuli SLOVENIA Europa Cividale del Friuli Regione Friuli Venezia Giulia UDINE SLOVENIA Italia PORDENONE Palmanova GORIZIA A28 A4 TREVISO Aeroporto FVG Ronchi dei Legionari A4 Aquileia VENEZIA Lignano Sabbiadoro Grado TRIESTE SLOVENIA COME ARRIVARE In automobile Autostrade A4 Torino - Trieste A23 Palmanova - Udine - Tarvisio A28 Portogruaro - Conegliano In aereo Aeroporto Regionale Trieste 40 km da Trieste e Udine 15 km da Gorizia 80 km da Pordenone www.aeroporto.fvg.it In treno www.trenitalia.it Call Center 89.20.21 Progettazione e realizzazione: Five Zone Udine _ Cartografia: AIPEM Udine _ Stampa: Grafiche Risma - Pordenone _ Edizione in lingua italiana stampata nel mese di maggio 2011 Testi a cura dell’Agenzia TurismoFVG _ Fotografie: Archivio Turismo FVG, C. Beltrame, N. Brollo, Bumbaca, G. Crozzoli, B. Deotto, Ecoplane, F. Gallina, Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo, U. da Pozzo, A. Savella, M. Verin. L’antica Iulia Concordia divenne sede vescovile fin dal IV secolo (fu Cromazio di Aquileia che consacrò il protovescovo, forse di nome Lorenzo) e restò aggregata al Patriarcato di Aquileia anche dopo il trasferimento di questo a Grado. Del complesso cristiano, presso l’attuale parrocchiale, sono attestate varie fasi costruttive a partire dal IV secolo, quando venne realizzata la Basilica Apostolorum, per dare solenne accoglienza alle venerabili reliquie giunte dall’Oriente degli apostoli Andrea e Tommaso, di Giovanni Battista e degli evangelisti Luca e Giovanni. LEGENDA ICONE UTILIZZATE IN MAPPA CATTEDRALI INFORMAZIONI TURISTICHE antico, interpretato come una struttura cristiana connessa al culto del Battista. Tra le tracce di arte paleocristiana visibili a Trieste, dove si diffuse ben presto il cristianesimo irradiato da Aquileia, oltre a quelle presenti nella Cattedrale di San Giusto (coi resti dei mosaici paleocristiani della primitiva basilica), si possono annoverare anche le reliquie esistenti nella Basilica della Madonna del Mare. La Basilica Paleocristiana di via Madonna del Mare è una basilica martiriale suburbana, a navata unica, con pavimenti musivi di fine IV-inizi V e VI secolo, legata anch’essa al culto delle reliquie. Difficile riconoscere le reliquie che vi venivano venerate, forse assegnabili agli Apostoli o ad altri Santi, o forse al martire Giusto, patrono della città, il cui corpo fu trovato sul vicino lido marino. Viene nominata la Santa Ecclesia Tergestina. Monte Grisa SANTUARI AGENZIA TURISMOFVG Villa Chiozza - Via Carso, 3 I - 33052 Cervignano del Friuli (UD) tel +39 0431 387111 / fax +39 0431 387199 mail: [email protected] Basovizza MONASTERI E ABBAZIE MUSEI ECCLESIASTICI Il pass per scoprire il CAMMINO DELLE PIEVI LUOGHI DELLA PREGHIERA PER I CADUTI Turismo Religioso Vestigia della Cristianità Tardoantica e Medioevale Fede, cultura e tradizione in Friuli Venezia Giulia Una terra, il Friuli Venezia Giulia, in cui la fede ha radici antichissime: è apostolica l’origine della Chiesa madre di Aquileia, come vuole il racconto che sia stato san Marco, inviato da san Pietro, a consacrare il suo primo vescovo Ermagora. L’eccezionalità di questa matrice si è riverberata ininterrottamente nel corso dei secoli, alimentando d’un continuo l’ispirazione dell’ingegno umano in tutte le sue manifestazioni culturali, artistiche, architettoniche, religiose e devozionali. Una ricchezza di spirito e di apertura che ha permeato questa terra, consentendole un atteggiamento di accoglienza e dialogo inclusivo verso i popoli e le diverse culture che vi si sono affacciate, incrociandosi in senso virtuoso. Di questa storia ed esperienza parlano le innumerevoli vestigia che punteggiano il territorio, rendendolo un unicum inconfondibile. Qui si trova il più antico edificio di culto cristiano nell’Italia Nord-Orientale: la Basilica Patriarcale di Aquileia, modello per altre chiese in tutta la Regione da Grado a Trieste, da Zuglio a Cormons. Era il 569 quando arrivarono i Longobardi, lasciando tracce di assoluto valore a Cividale del Friuli e a Sesto al Reghena. Dalla montagna alla collina e fino alla pianura, vestigia della cristianità tardo antica e medioevale. E poi monasteri ed abbazie da Moggio a Rosazzo da Santa Maria in Sylvis a S. Cipriano a Trieste: un anello di spiritualità al quale si riannoda lo straordinario cammino delle Pievi montane. Splendide le cattedrali dei capoluoghi, mentre i santuari impreziosiscono ogni angolo. Scrigni d’arte e di fede i numerosi musei ecclesiastici, con il Palazzo Patriarcale di Udine affrescato dal Tiepolo. Vivissime le tradizioni che richiamano il calendario liturgico, tra presepi, rievocazioni e rappresentazioni religiose: dal bacio delle Croci a Zuglio al Perdon di Barbana, dalla Messa del Tallero a quella dello Spadone. Di convivenza e rispetto tra le diverse fedi parlano i luoghi di culto serbo-ortodossi e grecoortodossi, cristiano evangelici ed ebraici. Teatro in cui si sono consumati i più grandi conflitti della storia, la regione ha da sempre ricordato i caduti nella preghiera. Ne sono testimonianza gli ossari e i sacrari. Per quanti desiderassero trascorrere in Friuli Venezia Giulia un periodo dedicato ad esercizi e ritiri spirituali, vi sono infine case religiose e luoghi diffusi in tutta la regione cui riferirsi. Buon viaggio lungo gli itinerari religiosi del Friuli Venezia Giulia. Santuario Monte Santo di Lussari Basilica di Aquileia Santuario Madonna di Barbana Al tempo dei Longobardi Il Friuli Venezia Giulia offre al visitatore un percorso alla scoperta dei Longobardi, popolo legato alle vicende della penisola a partire dal VI secolo d.C. e protagonista di un periodo per molti aspetti ancora misterioso: l’Alto Medioevo. In un itinerario che permette di ripercorrere le vicende della civiltà longobarda, nota anche per la raffinatissima produzione di oreficeria, si analizzeranno le trasformazioni delle forme di vita e dell’arte nel corso del processo di cristianizzazione e di assimilazione alle popolazioni preesistenti. Visitando le collezioni archeologiche, ci si potrà immerge- Museo Archeologico Nazionale Cividale del Friuli (Ud) Il museo fu fondato nel 1817 dal Conte Michele della Torre Valsassina (17571844). Ha sede nel Palazzo dei Provveditori Veneti (XVI secolo - Palladio). Sono esposti reperti di epoca romana, paleocristiana, altomedioevale, romanica e gotica. Al piano terra sono collocate la sezione lapidaria, quella epigrafica e quella musiva, nonché interessanti sculture di età altomedioevale. Il primo piano è dedicato ai Longobardi, con importantissime testimonianze di questa civiltà (oreficerie, corredi funerari) e altro materiale rinvenuto nel cividalese. Eccezionali testimonianze dell’arte longobarda sono, inoltre, visibili nel Tempietto Longobardo, una delle più straordinarie e misteriose architetture alto-medievali occidentali e nel prezioso Museo Cristiano del Duomo. Vestigia della Cristianità Tardoantica e Medioevale re in una dimensione lontana nel tempo alla scoperta delle vicende, degli usi, della ritualità di questo popolo nomade, proveniente dall’Europa Centro-Settentrionale, che proprio in questa regione ed in particolare a Cividale del Friuli - l’antica Forum Iulii, sede del primo ducato Longobardo d’Italia – ha lasciato alcune delle sue testimonianze più interessanti. Informazioni sul Museo Archeologico Nazionale: piazza del Duomo, 13 Cividale del Friuli tel +39 0432 700700 Museo Abbazia Benedettina Santa Maria in Sylvis Sesto al Reghena (Pn) Il museo comprende frammenti architettonici di varie epoche provenienti dall’antica Abbazia Benedettina e dalle zone circostanti. E’ allestito nell’atrio dell’Abbazia, risalente alla prima metà dell’VIII secolo d.C. e decorata al suo interno da uno splendido ciclo di affreschi di ascendenza giottesca. Informazioni: piazza Castello, 3 - Sesto al Reghena tel +39 0434 699014 Anche la Basilica di S. Maria Assunta a Muggia, gioiello di architettura romanica, una delle più antiche pievi della diocesi, ricalca la collocazione medioevale e paleocristiana. Il Duomo di Santa Maria Assunta di Gemona, è un gioiello d’arte romanico-gotica, che oggi si può ancora godere grazie all’opera di ricostruzione dopo i danni del terremoto del 1976. Gianbattista Tiepolo, uno dei più grandi pittori del Settecento europeo, ha lasciato magnifici affreschi a Udine nel Palazzo Patriarcale e nell’Oratorio della Purità. Le correnti evangelizzatrici partirono da Aquileia almeno dalla prima metà del IV secolo, muovendosi lungo la rete viaria antica; Zuglio (Iulium Carnicum), posta su una delle vie per il Norico, dovette essere una delle prime mete dei missionari aquileiesi. A sud della città antica, divenuta in seguito sede episcopale, sono affiorati, infatti, i resti di due basiliche paleocristiane affiancate, l’una del IV e l’altra degli inizi del V secolo. Appare sempre più chiaramente che questo processo si concretizzò con la creazione di una rete di complessi culturali di riferimento per la popolazione cristiana delle diverse vallate, in particolare con la fondazione di chiese battesimali, dalle quali si svilupperanno le future pievi medioevali dislocate in altura, come è attestato, oltre che a Zuglio, anche ad Invillino, Ovaro ed Illegio. Ad Illegio, sotto la Chiesa di San Paolo Vecchia, tra la fine del IV ed il V secolo, si sono succeduti due edifici rettangolari legati al culto cristiano e, molto probabilmente, al battesimo. Basiliche paleocristiane edificate su modello aquileiese sono visibili sul Colle Zuca di Invillino (fine IV- inizi V secolo) ed a San Martino di Ovaro (metà del V secolo, con edificio battesimale antistante). In età medioevale queste antiche chiese sono state spostate in altura, dove le ammiriamo ai giorni nostri: San Pietro a Zuglio, San Floriano ad Illegio, Santa Maria Maddalena ad Invillino, Santa Maria di Gorto ad Ovaro. E’ nella fascia collinare del Friuli che si riscontra, invece, una maggiore continuità delle chiese battesimali. Un esempio è San Martino a Rive d’Arcano, anch’essa oggetto di scavi in questi ultimi anni. Ricordata come pieve a partire dal XIII secolo, è stata ampliata a partire dai secoli VIII e IX sopra un edificio paleocristiano di forma rettangolare, dotato di una sepoltura privilegiata ed ha sempre svolto una funzione importante per la popolazione circostante. Il cielo secondo il Tiepolo Nel Friuli collinare, a San Daniele del Friuli, il Duomo di San Michele Arcangelo sorge nell’area occupata dalla chiesa precedente, probabilmente di epoca longobarda, che contiene pregevoli opere secentesche e settecentesche. La chiesa paleocristiana e carolingia, con sepoltura privilegiata come quella di Rive d’Arcano, era situata sulla cima del colle, dove sorge la chiesa matrice (pieve) di San Daniele in Castello. Merita una visita anche la Chiesa di Sant’Antonio Abate, di linee gotiche veneziane, chiamata la “Piccola Sistina del Friuli” per l’importante ciclo di affreschi rinascimentali. Il Duomo di Sant’Andrea di Venzone, consacrato nel 1338 dal patriarca Bertrando, anch’esso distrutto dal terremoto, è stato ricostruito per anastilosi: assieme al Duomo di Gemona è considerato una delle più insigni chiese medioevali del Friuli. Gli scavi archeologici collegati alla ricostruzione hanno permesso di verificare, sotto l’attuale, l’esistenza di un antico edificio di culto ad aula rettangolare databile al VI secolo e tracce di una chiesa carolingia-ottoniana. Nella diocesi di Concordia-Pordenone vanno menzionati: il Duomo di Sant’Andrea a Portogruaro, il Duomo dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia a San Vito al Tagliamento, con dipinti di Pomponio Amalteo e altari settecenteschi, il Duomo di Santa Maria Maggiore nel Borgo Vecchio di Spilimbergo, considerato uno dei migliori esempi di architettura romanicogotica del Friuli, ricco di opere d’arte di pregio. Colori, atmosfere, prospettive fanno di questi dipinti degli autentici capolavori. Arrivò da Venezia nel 1726 su invito del Patriarca Dionisio Delfino per abbellire la nuova residenza patriarcale. La sua prima opera è l’affresco del soffitto dello scalone d’onore del Palazzo Patriarcale raffigurante San Michele che caccia dal Paradiso gli angeli ribelli, che fa del Tiepolo l’artista più richiesto in città. Il suo momento più alto viene raggiunto negli affreschi della Galleria degli Ospiti del Palazzo Patriarcale, dove raffigura la Storia di Abramo, Isacco e Giacobbe: autentici capolavori creati con luci calde, composizioni elaborate e straordinaria capacità di creare prospettive. Degno di nota è anche il Giudizio di Salomone, circondato dalle figure dei profeti Isaia, Geremia, Daniele ed Ezechiele, dipinto sul soffitto della sala del Tribunale del Palazzo Patriarcale. All’interno del Duomo troviamo la cappella del SS. Sacramento e le pale d’altare con la SS. Trinità e quella raffigurante i santi protettori di Udine: Ermacora e Fortunato. Tornerà a Udine insieme al figlio, per dipingere dei ritratti di patriarchi del passato all’interno della sala del Trono nel Palazzo Patriarcale. Opera importante è il grande affresco dell’Assunta sulla volta dell’Oratorio della Purità, piccola ed elegante chiesa costruita accanto al Duomo. Di Giambattista è anche l’Immacolata sopra l’altare. Del figlio sono, invece, gli affreschi monocromi delle pareti, che raffigurano episodi dell’Antico e Nuovo Testamento. Abbazie e Monasteri I principali Santuari del Friuli Venezia Giulia I Santuari Le Cattedrali La cattedrale, ospita la “cattedra” del vescovo, rappresenta la chiesa cristiana più importante di una diocesi e costituisce il centro liturgico e spirituale. Cattedrale di San Giusto Trieste La Cattedrale di San Giusto a Trieste è nata nel XIV secolo dalla fusione di due basiliche già erette tra il IX e l’XI secolo su un’area cultuale di epoca paleocristiana. E’ esternamente impreziosita da un rosone gotico in pietra bianca; internamente appare come una basilica a cinque navate ricca di opere d’arte. Di notevole effetto i mosaici dell’abside e delle pareti. terali. Sulla facciata spicca l’elegante portale scolpito nel 1511 da Antonio Pilacorte e le 4 semicolonne del progetto di Francesco Lazzari interrotto nel 1840. L’interno serba manufatti di pregio della sua storia secolare, sculture lapidee e lignee, affreschi a partire dal ‘300, dipinti cinquecenteschi del Pordenone, Amalteo, Calderai e Fagiolino. Il campanile riporta al gusto decorativo romano-gotico con eleganti trifore e gli archetti in cotto. Duomo di Gorizia dedicato ai Santi Ilario e Taziano Il Duomo di Gorizia, dedicato ai SS. Patroni Ilario e Taziano, è a tre navate in stile gotico e ospita la pietra tombale dell’ultimo Conte di Gorizia. Interessanti l’altare maggiore, gli altari laterali e il pulpito di inizio ‘700. La Pala è opera di Tomiz, ritrattista ottocentesco della borghesia goriziana e triestina. Duomo di Udine dedicato a Santa Maria Annunziata Il Duomo di Udine è un imponente edificio a croce latina con tre navate e cappelle laterali la cui parte più antica risale al 1335. Ha la facciata modulata su schemi gotici di transizione, il portale maggiore sovrastato da una lunetta di scuola nordica del ‘300 con bassorilievi e quello laterale in stile gotico tedesco. L’interno di stile barocco è monumentale e racchiude opere di Tiepolo, Amalteo, Dorigny. Dal Presbiterio si accede al Museo del Duomo. Di grande interesse la cappella di S.Nicolò, affrescata da Vitale da Bologna. Nel Battistero è contenuta l’arca dei SS. Ermacora e Fortunato, esempio della scultura friulana del medioevo, nella quale fu sepolto il Patriarca Beato Bertrando. Duomo di Pordenone dedicato a San Marco, concattedrale della Diocesi di Concordia-Pordenone. Degno di visita è il Duomo di San Marco a Pordenone, eretto a partire dal XIII secolo. Nel ‘400 fu ampliato con la grande abside poligonale finestrata tra le due minori e, dal 1593, con le 6 cappelle la- Duomo di Cormòns dedicato a S. Adalberto Cormòns fu per oltre un secolo sede dei Patriarchi di Aquileia. Il Duomo di Cormòns, dedicato a Sant’Adalberto, fu edificato alla metà del Settecento nel luogo della chiesa precedente andata distrutta. La facciata si innalza in cima ad una scenografica gradinata ed entro tre nicchie allineate sono poste le statue della Madonna della Cintura, di S. Adalberto e di S. Filippo Neri. L’altare maggiore è tardo barocco, mentre all’interno vi sono alcuni arredi liturgici riferibili al Cinquecento. Il campanile è il più alto della diocesi di Gorizia, dopo quello di Aquileia. La più importante chiesa della città è la quattrocentesca chiesa di San Giovanni Battista, che porta il titolo di Basilica Patriarcale. Pieve Matrice di San Pietro in Carnia Zuglio Sul colle che domina Zuglio, che nei primi secoli della Cristianità fu anche sede vescovile, si staglia la Pieve di San Pietro, la più antica della Carnia. La Pieve contiene interessanti opere d’arte: gli affreschi, il battistero e soprattutto l’altare maggiore intagliato da Domenico da Tolmezzo. Il Friuli Venezia Giulia, terra di molteplici culture, crocevia di popoli, è impreziosito da un numero rilevante di Santuari Mariani realizzati nel corso dei secoli, in un arco di tempo che va dall’alto medioevo fino ai giorni nostri. Il fascino spirituale dei santuari è spesso amplificato dagli splendidi paesaggi offerti dalle località che li ospitano: dalla laguna di Grado alle rive del fiume Tagliamento, dalle zone collinari ai territori del carso affacciati sul mare, fino a raggiungere le cime dei monti, senza dimenticare le città e i piccoli borghi. Le origini dei Santuari sono in genere legate al culto popolare, ma non mancano collegamenti con il verificarsi di fatti prodigiosi, con il ritrovamento di immagini Il Santuario di Santa Maria Maggiore a Trieste, con la sua facciata barocca, dove ogni anno il 21 novembre si celebrano solenni funzioni in onore della Madonna della Salute. Il Santuario della Madonna delle Grazie a Pordenone è una chiesa a tre navate particolarmente raccolta e suggestiva. L’attenzione, per chi entra, è immediatamente attratta dall’immagine della Vergine posta sopra l’altare maggiore, maternamente protesa verso i suoi figli. Il Santuario Madonna delle Grazie a Udine è sorto per custodire un’immagine miracolosa della Madre di Dio, che un luogotenente del governo veneziano avrebbe ricevuto in dono dal sultano di Costantinopoli. sacre e con le apparizioni della Vergine Maria. I titoli mariani più diffusi sono quelli della Beata Vergine Assunta e della Beata Vergine delle Grazie, a testimonianza del ricorso fiducioso verso la Madonna nelle necessità e nelle calamità che infierirono su queste terre. Significativi sono gli innumerevoli “ex-voto” che parlano con viva immediatezza della vita semplice e laboriosa delle devote popolazioni di questa Regione, che sentono impellente il dovere della riconoscenza. Il Santuario della Beata Vergine di Castelmonte a Prepotto (Ud) sorge a 618 metri slm. Già dai tempi dei longobardi e dei franchi, ossia dal VI al IX secolo, la Chiesa di “Santa Maria del Monte” era una delle più importanti del Patriarcato di Aquileia. La statua della Madonna col Bambino è il cuore del Santuario. Per il suo volto giovanile veniva chiamata “Madonna bella” e per l’atteggiamento vivace e materno, la si chiama “Madonna viva”. Non ci sono risposte precise sul motivo del suo incarnato scuro. Di certo essa si inserisce nella tradizione delle madonne nere già presenti in vari Santuari europei. Il Santuario del Monte Santo di Lussari a Camporosso (Ud) Il Monte Lussari con i suoi 1.789 metri sul livello del mare è un gioiello d’in- comparabile bellezza: da qui è possibile ammirare lo stupendo scenario naturale delle cime svettanti e maestose delle Alpi Giulie. Esso ospita sulla sua cima il Santuario dedicato alla Madonna del Lussari. Da secoli questo tempio mariano è denominato “dei tre popoli”, in quanto luogo d’incontro, nella fede, per le genti latine, slave e tedesche. Oggi, come in passato, il Monte Lussari, insieme al Santuario circondato dal piccolo e pittoresco borgo, rappresentano un forte richiamato per i pellegrini. Il Santuario Madonna di Barbana sull’isola di Barbana a Grado (Go) sorge su un’isola posta all’estremità orientale della laguna di Grado. Secondo la tradizione, la nascita del Santuario della Madonna di Barbana risale all’anno 582 d.C., quando una violenta Musei Ecclesiastici Musei Ecclesiastici In Friuli Venezia Giulia il ricco panorama museale presenta al suo interno tutta una serie di strutture a gestione ecclesiastica, comunale o privata, disseminate sul territorio, che offrono a chi abbia il piacere di visitarle collezioni artistiche a carattere religioso, legate a nomi di singoli artisti di rilievo o espressione di varie scuole e correnti, oreficerie e oggetti sacri, presepi e sculture di particolare interesse. Dalla montagna al mare, fino al cuore della regione, ecco i principali musei legati alla Fede. Museo Etnografico di San Giuseppe Ricmanje a San Dorligo della Valle (Ts) Ospitato all’interno della parrocchia di San Giuseppe della Chiusa il museo espone una collezione di 500 oggetti d’uso quotidiano, attrezzi, paramenti sacri e arredi d’epoca. Il museo custodisce una raccolta di oggetti d’uso appartenuti alla comunità locale e la dotazione dell’antica cucina parrocchiale, risalente all’inizio del ‘900. Sono inoltre esposti i preziosi paramenti sacri, donati da Maria Teresa d’Austria ed utilizzati nel corso delle celebrazioni della Chiesa di San Giuseppe, un tempo meta di pellegrinaggio. Informazioni via San Giuseppe della Chiusa, San Dorligo della Valle (Ts) Museo della Comunità Ebraica “Carlo e Vera Wagner” a Trieste Il museo racconta la storia della comunità ebraica di Trieste. In mostra oggetti, arredi, tessuti, documenti, argenti e manufatti religiosi databili a partire dal 1594. Informazioni via del Monte, 5/7 - Trieste tel +39 040 633819 Gerusalemme sull’Isonzo Sinagoga di Gorizia Nel cuore dello storico ghetto ebraico di Gorizia, un’antica Sinagoga ospita una collezione di marmi, fregi e arredi d’epoca, oggetti rituali, manufatti, libri, fotografie, stampe e dipinti. Informazioni via G.I. Ascoli, 19 Gorizia tel +39 0481 532115 / +39 0481 522056 Antiquarium Cantianense a San Canzian d’Isonzo (Go) Reperti archeologici di età romana e paleocristiana in mostra per illustrare la storia di San Canzian d’Isonzo, antica città lungo la strada che collegava Trieste all’oriente. L’Antiquarium ha sede in un locale attiguo al fianco settentrionale della Chiesa parrocchiale di San Canzian d’Isonzo e conserva numerosi resti di monumenti funerari romani e paleocristiani e mosaici paleocristiani. Alcuni dei mosaici esposti provengono dall’antica basilica eretta nel IV secolo d.C. sulla tomba dei SS. Canziani, che sorgeva nel prato prospiciente l’Antiquarium. Informazioni piazza Santi Martiri,15 San Canzian d’Isonzo (Go) tel +39 0481 76044 Lapidario del Duomo di Sant’Eufemia a Grado (Go) Ospitato nel complesso monumentale della Basilica di Sant’Eufemia, antica cattedrale di Grado, il Lapidario raccoglie numerosi reperti di epoca romana rinvenuti nella località balneare e costituisce una ricca integrazione al complesso di edifici siti nel cuore della città: oltre al Duomo si segnalano il Battistero e la Basilica di Santa Maria, entrambi del V - VI sec. d.C. Informazioni Campo Patriarca Elia, Grado (Go) tel +39 0431 80146 Raccolta d’Arte Sacra S. Adalberto a Cormons (Go) Una sapiente combinazione di arte e religiosità dà vita ad un’esposizione di preziose sculture, arredi e paramenti sacri prodotti in oltre quattro secoli di storia. Le diverse sezioni presentano campioni di oggetti, raggruppati secondo la classe di appartenenza (pittura e scultura, oreficeria, documentazione storica, etc.). Le opere provengono dalla Chiesa parrocchiale e dalle relative chiese filiali ubicate nella circoscrizione comunale e coprono un arco temporale dal XIII al XX sec. Informazioni via Riva della Torre, 4 - Cormons (Go) tel +39 0481 60130 Il Friuli Venezia Giulia racchiude all’interno dei suoi confini alcuni tra i più importanti luoghi di culto in Italia dedicati alla memoria di quanti caddero per un ideale nel corso della Prima o della Seconda Guerra Mondiale. Sacrario militare - Redipuglia (Go) Il sacrario militare di Redipuglia è il più grande sacrario militare italiano ed uno dei più grandi al mondo. Sorge all’interno del territorio comunale di Fogliano Redipuglia in provincia di Gorizia e, inaugurato nel 1938, custodisce le salme di oltre 100.000 caduti della Grande Guerra. L’opera, realizzata sulle pendici del monte Sei Busi, cima aspramente contesa nella prima fase della Grande Guerra, si presenta come uno schieramento militare con alla base la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, comandante della 3ª Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali. Il duca d’Aosta, morto nel 1931, chiese di avere l’onore di poter essere qui deposto tra le migliaia di soldati che persero la vita sul campo di battaglia. Il grande mausoleo venne realizzato di fronte al primo cimitero di guerra della 3ª armata sul colle Sant’Elia, che oggi è una sorta di museo all’aperto noto come parco della Rimembranza. Lungo il viale adornato da alti cipressi, segnano il cammino cippi in pietra carsica con riproduzioni dei cimeli e delle epigrafi che adornavano le tombe del primo sacrario. Informazioni via Terza Armata, 70 - 34070 Fogliano Redipuglia (Go) tel +39 0431 489024 www.prolocofoglianoredipuglia.it Sacrario di Oslavia - Gorizia A pochi chilometri da Gorizia, su un’altura della riva destra dell’Isonzo, nel 1938 fu realizzato, su progetto dell’architetto Ghino Venturi, un imponente sacrario. L’Ossario raccoglie le salme di sessantamila caduti italiani e, in minima parte, austroungarici del fronte del medio Isonzo. L’impronta di sobrietà, il rinvio a immagini di gerarchia e di massa e il biancore della pietra e dei marmi ricordano Redipuglia e le altre necropoli del periodo fascista. Ma diversamente da Redipuglia, tutta distesa nello spazio circostante, il mausoleo di Oslavia trasmette un’immagine diversa, di forza concentrata: un sacrario-mausoleo che sembra quasi presidiare con i suoi caduti le terre orientali annesse all’Italia. Informazioni frazione Oslavia - 34170 Oslavia (Go) tel +39 0481 5317 Musei di Borgo Castello: Museo della Grande Guerra - Gorizia A Gorizia, dal 1990 il museo della guerra trova collocazione a Borgo Castello, nei sotterranei del complesso edilizio costituito dalle cinquecentesche Case Dornberg e Tasso: un ambiente di particolare suggestione, con soffitti a volta e mantenuto in pietra a vista, in cui si ripercorrono le tragiche vicende del fronte dell’Isonzo. Il museo, frutto di un progetto lungamente meditato e confrontato con la più aggiornata storiografia, si propone di offrire una rappresentazione chiara ed efficace degli eventi bellici e dei loro riflessi umani e sociali, modernamente impostata dal punto di vista espositivo, basata su una accurata selezione di materiali e documenti. Informazioni Borgo Castello, 13 - 34170 Gorizia tel +39 0431 533926 / 530382 www.provincia.gorizia.it Il Santuario Monte Grisa a Monrupino (Ts), tempio di Monte Grisa, è dedicato a Maria Madre e Regina; con la sua mole domina la città di Trieste e il suo golfo; con la sua imponenza e sobrietà sembra sbocciato dalla viva roccia del costone carsico e dal verde cupo dei pini. Ma se è vero che il luogo dove sorge è tra i più belli del Carso, Monte Gri- sa è soprattutto un’oasi di preghiera, di propiziazione e di perdono per quanti salgono fin qui in cerca di spirituale rinnovamento e di pace ristoratrice. Santuario della Beata Vergine Marcelliana a Monfalcone (Go) Nell’antichissimo Santuario è conservata un’originale statua della Madonna con Bambino di epoca tardo romanica. Santuario della Rosa Mistica a Cormons (Go), la cui storia è legata alla piccola statua della Madonna scolpita nel 1710 da Francesco Regola, dal cui braccio destro nel 1737 uscirono alcune gocce che sembravano di sudore e che furono asciugate con panni di lino ancora conservati come reliquie. Da quel giorno si susseguirono una serie di grazie e straordinarie guarigioni. Santuario della Madonna Missionaria a Tricesimo (Ud), alla sommità del colle del castello. Santuario Madonna di Rosa a San Vito al Tagliamento (Pn), dove il 2 febbraio 1655 la Madonna apparve a una fanciulla epilettica, uscendo da un quadro davanti a cui ella stava pregando. Il Santuario della Santa Maria Regina dei Popoli nel Preval a Mossa (Go), le cui prime testimonianze risalgono alla fine del 1300. Santuario di Sant’Antonio da Padova a Gemona del Friuli (Ud), dove il Santo si fermò per alcuni mesi, predicando e compiendo miracoli, lasciando nella popolazione una profonda convinzione della sua santità. Santuario della Beata Vergine di Screncis a Bertiolo (Ud), eretto nel luogo del miracoloso ritrovamento di un’immagine della Madonna. Oltre ai Santuari già descritti, sono elencate di seguito altre chiese dedicate alla Vergine Maria, di particolare interesse storico culturale, oltre che religioso. Arcidiocesi di Gorizia Chiesa di Santa Maria in Monte a Fogliano, ricca di testimonianze storiche ed artistiche. a Cordovado, eretto nel 1600, e oggi, con le sue molte opere d’arte, si propone come luogo dove poter apprezzare l’arte friulana e del XVII secolo. Diocesi di Concordia e Pordenone Santuario di Madonna del Monte in località Costa, nei pressi di Aviano, situato in una splendida posizione panoramica. Santuario della Madonna di Strada a Fanna, ottocentesco, ove è custodita una statua della Madonna con il Bambino, oggetto di venerazione da secoli. Santuario della Madonna delle Grazie Arcidiocesi di Udine Santuario della Madonna d’Aiuto a Corno di Rosazzo, dove si venera una statuetta lignea della Madonna con Bambino del XVII secolo. Pieve di Santa Maria Assunta a Fagagna, risalente al secolo XIV. Santuario Beata Vergine delle Grazie a Latisana (Madonna della Sabbionara). Santuario di Santa Maria a Muris di Pavia di Udine, ricostruito nel 1800. Santuario della Madonna delle Pianelle a Nimis, custodisce una Madonna con Bambino e Angeli in pietra del XV secolo. Santa Maria delle Grazie a Pontebba, che custodisce un Flügelaltar (altare ligneo a sportelli) datato 1517. Santuario della Madonna del Carmine a Ribis di Reana del Roiale, dove si venera un busto in pietra della Madonna, originario dalle rovine di Aquileia. Santuario della Madonna del Sasso a Salino di Paularo. Santuario della Madonna del Ponte a Invillino di Villa Santina. Abbazie e Monasteri Monasteri e Abbazie sono edifici dove una comunità di monaci o monache vive sotto l’autorità di un abate o di una badessa. Nacquero come piccole città in genere autosufficienti dal punto di vista economico e ancora oggi i monaci vi conducono una vita di preghiera e di lavoro, con varianti di grande importanza a seconda del periodo storico, dell’ordine e della regola di riferimento e della regione a cui appartengono. Il Friuli Venezia Giulia offre interessanti esempi di Abbazie e Monasteri, la cui storia è inscindibilmente legata alla tradizione religiosa delle popolazioni contadine friulane. Abbazia di Santa Maria in Sylvis a Sesto al Reghena (Pn) L’abbazia di Santa Maria in Sylvis è il più noto ed importante esempio di monastero fortificato del Friuli Venezia Giulia. Fondata tra il 730 ed il 735, è citata per la prima volta in un documento del 3 Maggio 762, sottoscritto dai fratelli longobardi, figli di Pietro duca del Friuli, Erfo, Anto e Marco. Distrutta dagli Ungari nel 889, risorse fortificata e con l’aspetto odierno, svolgendo un ruolo rilevante sia civile che religioso fino al 1420 quando, assoggettata al dominio della Serenissima, iniziò la sua decadenza. Riformata all’inizio del XII secolo, questo complesso resta un importante esempio di struttura romanica. Alla piazza antistante l’abbazia si accede passando sotto ad un robusto torrione, unico superstite dei sette che difendevano le mura e oggi sede della Biblioteca Civica. La massiccia torre vedetta scandita da lesene è stata trasformata in campanile; a sinistra vi è l’antica cancelleria abbaziale, mentre a destra è visibile la residenza degli abati. Al suo interno si possono ammirare splendidi affreschi medioevali che vanno dal XII al XV secolo e tra i quali spicca un nobilissimo albero della vita. Di notevole interesse la cripta, che si estende sotto il presbiterio ed è scandita da volte a crociera impostate su colonnine marmoree. Vi si conservano l’Urna di S. Anastasia, splendido monumento d’età longobarda formata dai resti di una cattedra di marmo greco, il Vesperbild, la quattrocentesca Pietà in pietra arenaria da attribuire ad un maestro tedesco, l’Annunciazione degli inizi del XIV sec. con l’angelo e la Vergine iscritti entro una nicchia aperta su due archi trilobati. Musei Ecclesiastici Museo Diocesano d’Arte Sacra a Pordenone Diviso in sezioni ed in continuo ampliamento, il museo custodisce diverse raccolte, costituite da affreschi e sinopie (testimonianza dei cicli pittorici, che un tempo decoravano l’interno delle chiese), statue lignee, in pietra e in marmo, dipinti su tela e su tavola, stampe e tessuti. Il museo rappresenta una finestra sulle forme artistiche con le quali il sacro ha trovato espressione. Informazioni via Revedole, 1 - Pordenone tel +39 0434 524340 www.diocesi.concordia-pordenone.it Raccolta di opere d’arte del Duomo a Sacile (Pn) All’interno del quattrocentesco Duomo dedicato a San Nicolò, è ospitata una raccolta di arredi, statue, paramenti e oggetti provenienti dal Duomo e da altre chiese del territorio. La Raccolta di opere d’arte del Duomo di Sacile, edificato tra il 1474 e il 1496, conserva arredi, paramenti e suppellettili provenienti dal Duomo stesso e da altre chiese della zona. Informazioni piazza Duomo - Sacile (Pn) tel +39 0434 71158 / +39 0434 780702 Galleria d’Arte Moderna Pino Casarini a Sacile (Pn) Un museo espone una ricca collezione di opere di Pino Casarini: 68 dipinti, 146 bozzetti e 800 disegni dell’artista veronese, celebre pittore di arte sacra del XX secolo. La Galleria d’Arte Moderna Pino Casarini espone le opere del pittore veronese che ha donato, in due riprese (1982 e 1988), la sua collezione alla parrocchia di Sacile. L’esposizione è costituita da un corpus di dipinti, disegni e bozzetti per allestimenti dell’Arena di Verona, che attraversano cinquant’anni di attività dell’artista (dal 1920 al 1970). Informazioni piazza Duomo, 4 - Sacile (Pn) tel +39 0434 780702 Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo a Udine Aperto nell’attuale sistemazione nel 1995, il museo ha sede nel suggestivo Palazzo Patriarcale, ora Arcivescovile, conservato nelle forme volute nel Settecento dal Patriarca Dionisio Delfino e dal suo successore Daniele. La raccolta comprende dipinti, oreficeria e sculture lignee. Di grande rilievo gli affreschi di Giambattista Tiepolo. Lo scalone d’onore è affrescato con “La cacciata degli angeli ribelli”, mentre le Gallerie presentano storie bibliche. Nella Sala Rossa, o del Tribunale Ecclesiastico, si trova il grande affresco con il Giudizio di Salomone ed i quattro profeti maggiori, Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele. Importanti anche gli interventi di Giovanni da Udine. Nella Biblioteca Delfino, fatta costruire dal Patriarca Dionisio, si conservano codici miniati, incunaboli, cinquecentine e rare prime edizioni. Informazioni piazza Patriarcato, 1 - Udine tel +39 0432 25003 www.musdioc-tiepolo.it I luoghi della preghiera per i caduti I luoghi della preghiera per i caduti mareggiata minacciò la città di Grado. Al termine della tempesta un’immagine della Madonna, trasportata dalle acque, venne ritrovata ai piedi di un olmo, nei pressi delle capanne di due eremiti. Il luogo era allora relativamente lontano dalla linea di costa ed ivi il patriarca di Grado Elia (571-588 d.C.), fece erigere una prima chiesa, come ringraziamento alla Madonna per aver salvato la città dalla mareggiata. L’isola è dominata dalla mole della chiesa e del campanile e a poca distanza, sul luogo dove secondo la tradizione si arenò l’immagine della Madonna, sorge la cappella dell’apparizione. Tempio Ossario - Udine Il Tempio Ossario di Udine sorge sul Piazzale XXVI luglio. Posta la prima pietra nel 1925, il Tempio sarà inaugurato solo nel 1940. La costruzione, disegnata dall’architetto P. Valle, era inizialmente destinata alla parrocchia di San Nicolò; nel 1927 si pensò di trasformare il sacro edificio in un più ampio sacrario che accogliesse 25.000 salme di giovani caduti della Grande Guerra, sepolti in vari cimiteri del Friuli. Il progetto iniziale fu modificato dagli architetti Limongelli e Valle, fino a raggiungere la solenne ed inconfondibile fisionomia definitiva. La cripta del Tempio è la più vasta aula sotterranea tra le chiese d’Italia: sulle sue pareti di marmo sono incisi i nomi dei 25.000 caduti che ivi riposano. Informazioni piazzale XXVI luglio 1866 - 33100 Udine tel +39 0432 236081 Tempio Ossario - Timau (Ud) Equiparato a Cimitero di Guerra, il Tempio Ossario di Timau fu costruito negli anni 1936 e 1937, inaugurato nel novembre dello stesso anno e, infine, consacrato nel maggio 1939. Nel Tempio sono custodite le spoglie di 1.764 caduti nella Grande Guerra del 1915-1918, provenienti dal fronte dell’Alto But e dintorni. Tra essi riposa anche una delle «portatrici carniche», volontarie che costituirono una vera forza di supporto ai combattenti al fronte, colpita durante il servizio. Equiparando il Tempio Ossario di Timau ai cimiteri di guerra si è inteso fornire maggiore tutela a questo importante luogo, affinché possa rappresentare, a imperitura memoria, il giusto tributo di ricordo e di gratitudine dell’Italia ai caduti le cui spoglie sono ivi onorate. Informazioni via Nazionale, 90 - 33026 Paluzza (Ud) tel +39 0433 779168 www.museograndeguerratimau.it Civico Museo della Risiera di San Sabba Monumento Nazionale - Trieste (Ts) Un edificio, teatro di tragici eventi, trasformato in Monumento Nazionale nel 1965 in memoria delle vittime delle atrocità compiute dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Lo stabilimento, costruito nel 1913 per la pilatura del riso, fu utilizzato dopo l’8 settembre 1943 dagli occupanti nazisti come campo di prigionia, campo di smistamento dei deportati diretti in Germania e Polonia, deposito di beni razziati e luogo di detenzione ed eliminazione di ostaggi, prigionieri politici, partigiani ed ebrei. Il 4 aprile 1944 entrò in funzione anche il forno crematorio. Dichiarato nel 1965 Monumento Nazionale, il complesso della Risiera è stato trasformato, secondo il progetto dell’architetto Romano Boico, in un museo rievocativo delle tragiche vicende che vi ebbero luogo. Ospita una mostra fotografica permanente e oggetti appartenenti agli ebrei triestini, donati dalla Comunità Ebraica di Trieste e dall’ANED (Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei Campi Nazisti). Informazioni via Palatucci, 5, Trieste tel +39 040 826202 www.retecivica.trieste.it/triestecultura Museo della Campagna di Russia - Pozzuolo del Friuli (Ud) Il museo ricorda le tragiche vicende legate alla ritirata dei soldati italiani dalla Campagna Russia nel corso della Seconda Guerra Mondiale. E’ nato per proseguire l’opera di don Carlo Caneva, cappellano militare e ideatore, con altri reduci della prigionia, del Tempio dedicato al Milite Ignoto. Ospitato nella ex chiesa di Cargnacco, è gestito dall’U.N.I.R.R. (Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia). In mostra cimeli, fotografie, lettere, documenti, pubblicazioni, uniformi, armi ed altri oggetti relativi alle operazioni militari sul fronte orientale fra il 1941 ed il 1943, alle battaglie, alla prigionia, al rimpatrio delle salme. Informazioni via Leonardo da Vinci,10 Cargnacco - Pozzuolo del Friuli tel +39 0432 561649 www.sacrariomuseotempiocargnacco.org Museo del Duomo a Udine Il Museo del Duomo di Udine è dedicato al Patriarca Beato Bertrando di Saint-Geniès, che con il suo episcopato (1334-1350) segnò la storia della Chiesa aquileiese e diede impulso alla vita culturale ed economica di Udine. L’esposizione è collocata nelle cappelle trecentesche di San Nicolò e del Corpo di Cristo e nel contiguo battistero. Nella prima cappella si ammirano suggestivi affreschi, tra cui quelli di Vitale da Bologna, datati al 1348-49. Nella seconda cappella ci sono tre interessanti tempere su tavola della fine del XIV secolo, raffiguranti il Beato Bertrando. Nelle bacheche sono esposti paramenti sacri, tra cui quelli del corredo funebre del Beato. Completano la raccolta oggetti di oreficeria, parte del tesoro del Duomo. Da segnalare l’arca marmorea risalente alla metà del XIV secolo. Informazioni piazza Duomo - Udine +39 0432-505302 Abbazia di San Gallo a Moggio Udinese (Ud) Sul greto del fiume Fella sorge il vasto complesso monastico dell’abbazia di San Gallo, fondata nell’XI secolo sui resti di un antico castello. La Chiesa dell’Abbazia Benedettina di Moggio fu consacrata da Andrea, vescovo di Cittanova d’Istria, il 28 agosto 1118 o forse in seguito a una donazione del 10841086. E’ probabile che i primi monaci provenissero proprio dalla celebre abbazia di San Gallo in Svizzera, perché ci hanno lasciato codici musicali di sicura provenienza svizzera, anche se alcuni suppongono che vi siano in essi tracce di un’antica scrittura musicale friulana. L’abbazia esercitò per secoli una notevole influenza, civile e religiosa, su tutta la valle e su vasti possedimenti d’oltralpe. L’abate di Moggio, che ebbe un posto nel Parlamento della Patria del Friuli, fu infatti anche titolare di diritti feudali ecclesiastici su varie parrocchie e pievi in Friuli. L’abbazia vide il suo massimo splendore durante il XV secolo, periodo nel quale fu anche retta da San Carlo Borromeo, che però non la visitò mai. Nel 1777 il Senato Veneto sanzionò la fine dell’abbazia e la giurisdizione ecclesiastica fu trasferita all’arcivescovo di Udine. La struttura attuale dell’abbazia danneggiata, nel corso del terremoto del 1976 e completamente restaurata, risale alla metà del XVIII secolo ed è costituita da una serie di edifici: la chiesa abbaziale dedicata a San Gallo e a San Carlo Borromeo, il rustico chiostro del XVI secolo, con portico a piano terra e loggiato al primo piano con pilastrini a sostegno della copertura, la tozza torre del castello che occupava la sommità del colle e la Chiesa di Santo Spirito, risalente al XVI secolo e da poco ricostruita. che ne dovevano garantire la difesa, Rosazzo rese difficile la vita ai monaci benedettini, ai quali nel 1522 subentrarono i domenicani, che vi rimasero fino alla soppressione dell’abbazia stessa, nel 1773. Durante la guerra tra imperiali e veneziani, ai primi del ‘500, le mura dell’abbazia vennero smantellate e tutti coloro che vi avevano cercato riparo, uccisi. Poco tempo dopo, nel 1509, a distruggere ciò che rimaneva dell’abbazia fu un incendio. Una ventina d’anni più tardi la chiesa risorse per merito dell’abate commendatario Giovanni Matteo Giberti e di Venceslao Boiani, architetto cividalese. Del pittore veronese Francesco Torbido sono gli affreschi del coro, mentre nell’antico refettorio dei monaci, la Crocifissione è opera di Battista dell’Angelo detto il Moro. Con la soppressione del patriarcato di Aquileia nel 1751, l’Abbazia cessò di essere ente ecclesiastico e venne concessa ai due arcivescovadi di Udine e Gorizia. Abate di Rosazzo rimase l’arcivescovo di Udine. Monastero di Montegnacco (Ud) - Carmelo Gesù di Nazareth Il Monastero di Montegnacco fu inaugurato il 7 novembre 1965. La Comunità vive con semplicità nello spirito della Casa di Nazareth, aperta ai fratelli che si recano numerosi al Carmelo, per unirsi alla preghiera delle monache. Abbazia di Rosazzo a Rosazzo, Manzano (Ud) La storia di Rosazzo è avvolta nella leggenda e risale a prima dell’anno Mille. Nel 960 dalla Lombardia giunsero in questo territorio i monaci regolari di Sant’Agostino e nel 1070 fu inaugurata l’imponente Chiesa dedicata a San Pietro che ancor oggi sovrasta i fiumi Judrio, Torre, Natisone e Isonzo, insieme alla piana che scende fino alla Chiesa madre di Aquileia. Una ventina d’anni dopo, nel 1090, il monastero rosacense venne elevato al rango di abbazia dal Patriarca aquileiese Vodolrico di Ortenburg, un monaco della svizzera San Gallo. La nuova comunità benedettina che si era formata fu guidata da Geroldo; la regola benedettina, ispirata alla preghiera ed al lavoro, trasformò la zona selvaggia (‘in silvis’) in campagna coltivata, diffondendo la cultura e garantendo alle popolazioni istruzione religiosa e formazione spirituale. Coinvolto nelle lotte tra Aquileia e Cividale, tra Venezia e gli imperiali, sempre più occupato da soldati Momenti di Fede Mostre a Illegio Le mostre internazionali di arte sacra, che si tengono ogni anno da maggio a ottobre a Illegio (comune di Tolmezzo in provincia di Udine), hanno trasformato questo piccolo paese di montagna in un centro conosciuto in tutta Europa, con visite di un numero eccezionale di turisti. Informazioni www.illegio.it Casa delle esposizioni: tel +39 0433 44445 / +39 0433 2054 [email protected] Museo da Plêf a Ovaro (Ud) Ospitato in una chiesa di origine altomedioevale, il museo raccoglie quadri, sculture, reperti archeologici provenienti dal territorio della Pieve di Gorto, una delle più antiche della Carnia. Di grande pregio sono gli arredi, le suppellettili e i paramenti sacri, testimoni dell’importanza della Pieve. Una basilica paleocristiana con battistero del V secolo è stata scavata presso la Chiesa di San Martino a Luincis. Una sezione del museo ha trovato recentemente posto in un edificio ristrutturato situato pochi metri più a valle della Pieve. Informazioni via Cella - Ovaro (Ud) tel +39 0433 60358 Momenti di Fede Il Friuli Venezia Giulia è teatro di tutta una serie di tradizioni e ricorrenze religiose che vi si tramandano intatte da secoli e che costituiscono il fulcro di una cultura che accomuna terre dal passato spesso diverso a seconda della posizione geografica e delle vicissitudini storiche. Il Bacio delle Croci a Zuglio: domenica dell’Ascensione La domenica dell’Ascensione a Zuglio si rivive il rito sacro del “Bacio delle Croci”, una tradizione religiosa antichissima. Presepio di Teno Sutrio (Ud) E’ un presepio realizzato da un artigiano nel secondo dopoguerra: un centinaio di piccole sculture lignee e riproduzioni del paesaggio, delle abitazioni e degli antichi mestieri di Sutrio. Informazioni via Roma, 60 - Sutrio (Ud) tel +39 339 1979296 Museo Cristiano del Duomo di Cividale a Cividale del Friuli (Ud) Nel quattrocentesco Duomo di Cividale, un museo custodisce alcune fra le più alte espressioni della scultura di età longobarda, fra cui il Battistero di Callisto e l’Ara di Ratchis. Informazioni via Candotti - Cividale del Friuli (Ud) tel +39 0432 731144 Il rito trae le sue origini nell’Alto Medioevo, quando la chiesa principale di Zuglio era la Pieve Matrice di San Pietro, situata su un’altura sovrastante il paese: è proprio di questa preminenza sulle altre chiese che resta traccia nella ricorrenza del “Bacio delle Croci”. Ogni anno centinaia di fedeli si radunano nel “Plan da Vincule”, pianoro sottostante alla Pieve e alla chiamata del parroco salgono alla chiesa, portando in processione fino al colle di San Pietro le croci argentee provenienti dalle chiese di tutte le valli della Carnia: le croci sono issate su lunghi bastoni e ornate con nastri colorati che vengono donati, come vuole la tradizione, dalle spose dell’anno. Festa di San Vito: terza domenica di giugno a Marano La processione di S. Vito a Marano è una delle manifestazioni liturgico-folkloristiche più rinomate che vanti la Regione. L’origine è legata alla devozione dei maranesi verso i Santi Vito, Modesto e Crescienza, venerati da secoli in una chiesetta sita su un’isola fuori e a sud della fortezza. Dal 1959 la processione viene fatta con barche a motore addobbate, con i motopescherecci più grandi e giunge fino al centro della laguna da dove viene impartita la benedizione al mare e alle barche disposte a cerchio attorno a quella che porta la statua del Santo, per glorificare il lavoro e suffragare i morti in mare. Prestento di Torreano: terzo fine settimana di settembre Prestento torna ad essere il paese dei fiori di carta per la ricorrenza della Madonna del Perdòn: una tradizione radicata e suggestiva, in cui il borgo si ravviva con migliaia e migliaia di corolle colorate realizzate a mano, con un paziente lavoro di mesi, dalle donne del posto. Perdòn di Barbana o Processione votiva della Comunità di L’usanza risale al 1895 ed è ascrivibile a un episodio molto particolare: aggredito brutalmente da un paesano, il parroco di Prestento decise di perdonare quel gesto di violenza e, per dare un rilievo pubblico e simbolico al fatto, istituì la Festa del Perdòn, stabilendo di celebrarla nella ricorrenza della Madonna Addolorata. Da allora ogni settembre la processione con la statua lignea della Vergine conclude, la domenica pomeriggio, un triduo di preghiera. Tutto questo nella singolare e incantevole cornice di un paesino addobbato in ogni dove da fiori delle più svariate specie, da ghirlande che adornano finestre e cancelli, da archi posizionati sulle vie: innumerevoli, minuscole opere d’arte, cui è dedicata anche una mostra. Processione nel pomeriggio e chioschi enogastronomici. Rogazioni di San Floriano: primi giorni di maggio Secondo il rituale celebrato in lingua friulana, le croci, disposte in cerchio su un prato, vengono chiamate una a una dal preposto di San Pietro e inclinate fino a sfiorare quella della pieve “madre”, in un simbolico bacio di fratellanza e sottomissione alla chiesa che fu centro del primo Cristianesimo in Carnia e cattedra vescovile fino all’ottavo secolo. Quando tutte le croci sono giunte alla Pieve, queste vengono benedette dal sacerdote, che poi conclude il rito celebrando la messa solenne. La giornata prosegue con una festa popolare tra i prati della zona, dove si possono degustare le specialità gastronomiche più tipiche della Carnia. Grado a Barbana: prima domenica di luglio A Grado, in ricordo di un voto fatto nel 1237 mentre infuriava la peste, una lunga processione di barche, tutte pavesate a festa e infiorate, percorre, trasportando la statua della Madonna, le acque della Laguna fino all’isola di Barbana, dove c’è un famoso e antico Santuario. Nel cuore delle Alpi Carniche, in un contesto naturale di incontaminata bellezza, è sito il gioiello altomedioevale della fascinosa Pieve di San Floriano a Illegio. Da diciassette secoli San Floriano è invocato nell’intera Europa centrale, quale protettore contro gli incendi e contro le inondazioni. Ogni anno ai primi giorni di maggio, da centinaia di anni a questa parte, alla pieve di San Floriano salgono i pellegrini per le Rogazioni e per ricordare il giorno del martirio di San Floriano. Da Illegio, da Imponzo, giungendo da diversi altri paesi della Carnia, salgono attraverso gli antichi sentieri che dai boschi escono nei prati sottostanti il colle, cantando le storiche melodie patriarchine. In chiesa viene poi celebrata l’Eucarestia con i suggestivi canti della Messe Vecje (Messa Antica). 1.700 anni dal giorno del martirio di Floriano: secoli e secoli. E ancora oggi i sentieri che portano alla pieve di Illegio risuonano di canti antichi e di preghiere senza tempo. Presepi, Passioni e Rievocazioni Storiche Altri luoghi di Culto a Trieste Il cammino delle Pievi della Carnia Il Friuli Venezia Giulia è teatro di tutta una serie di tradizioni storiche e folcloristiche, in cui siamo soliti ricomprendere quel complesso di manifestazioni esteriori passate, che fanno da cornice al quadro della vita sociale. Una cornice arcaica che affettivamente ci lega al passato, alle cose di un tempo. Il passato rivive in tal modo anche nelle feste. Una delle caratteristiche che distingue Trieste dalle altre città italiane è il suo volto cosmopolita. Tante piccole “nazioni”, nome che veniva dato alle comunità di fede non cattolica dall’Impero austroungarico, che nel corso del tempo si sono radicate, evolute, trasformate, che hanno saputo costruire rapporti nuovi dando vita ad un laboratorio in cui le diversità sono simbolo di convivenza pacifica. Il Cammino delle Pievi in Carnia nasce dalla volontà di creare un percorso congiungente le dieci Pievi Carniche che anticamente facevano riferimento alla già cattedrale di San Pietro in Carnia, nel Patriarcato di Aquileia. Informazioni dettagliate al sito www.camminodellepievi.it Messa dello Spadone e Rievocazione dell’ingresso nel 1366 del Patriarca Marquando di Randeck 6 gennaio a Cividale del Friuli La funzione religiosa è suggestiva per i costumi e per la triplice benedizione, con la spada del patriarca Marquando, da parte del diacono con in capo l’elmo piumato rosso e bianco (i colori del comune); al termine viene effettuata la rappresentazione dell’arrivo di Marquando di Randeck nella sede patriarcale. Messa del Tallero 6 gennaio a Gemona Tre cortei in costumi medioevali si incontrano sotto la loggia del municipio per proseguire verso il Duomo, dove il capitano del popolo (oggi il sindaco) offre il tallero all’officiante: è una sorta di teatro religioso la cui tradizione risale all’Ottocento. Epifania Tarcentina 6 gennaio a Tarcento Un corteo in costume medioevale parte dal centro di Tarcento e giunge fino ai ruderi del Castello di Coia, dove viene acceso il tradizionale Pignarul (falò) per trarre gli auspici sull’annata. Processo e Rogo della Vecia giovedì di metà Quaresima a Pordenone Antica tradizione di Pordenone che trae origine nel folclore veneto-friulano, il cui copione costituisce una satira di costume con la possibilità di parlare in piazza, in chiave umoristica, dei problemi e dei personaggi della zona. Tradizionale sfilata di San Nicolò e dei Krampus 5 dicembre a Tarvisio – Pontebba E’ una tradizione presente a Tarvisio e in altre località dei dintorni (a Pontebba si chiamano Spitz Parkli) risalente al XVI sec., in cui al vescovo che porta solitamente i regali ai bambini si contrappongono quattro krampus o diavoli; il tutto vuole rappresentare il bene e il male, creando un senso di mistero. Messa dello Spadone 24 dicembre Aquileia Si svolge nella notte di Natale nella Basilica di S. Maria Assunta di Aquileia, durante la quale il diacono indossa parte di un’armatura medioevale e impartisce la benedizione verso i quattro punti cardinali per ricordare l’intero territorio dell’antichissimo patriarcato. Presepio vivente 24 e 26 dicembre a Sesto al Reghena La notte di Natale e nel pomeriggio di Santo Stefano, nell’antica e suggestiva abbazia benedettina (VIII sec.), un centinaio di figuranti rievoca i momenti più significativi della nascita di Gesù. Il “Giro Presepi“ Progetto che l’Associazione fra le Pro Loco del Friuli Venezia Giulia promuove da alcuni anni all’interno delle quattro province della Regione, è ormai una tradizione consolidata. Il tour permette di visitare vere e proprie opere d’arte, che rievocano le fondamenta della nostra cristianità e ha lo scopo di far ammirare quanto i cultori di questa passione sono stati capaci di fare, spesso con materiali semplici e quotidiani. Tempio Israelitico Il documento ufficiale più antico reperibile che menzioni un insediamento ebraico a Trieste è datato 1236. L’attuale Sinagoga fu inaugurata nel 1912: è un’imponente costruzione in pietra, ispirata a modelli siriaci e caratterizzata da motivi a rosoni, che traducono simboli tratti dall’iconografia ebraica. Chiesa Serbo-Ortodossa S. Spiridone La Chiesa fu inaugurata nel 1868: è un edificio a pianta a croce greca, coperta da una grande cupola affiancata da quattro calotte emisferiche, che ricoprono i quattro bracci della croce. La sua struttura ricorda lo stile bizantino delle chiese orientali. Chiesa Greco-Orientale di S. Nicola L’edificio fu aperto ufficialmente nel 1787. Entrando si nota l’iconostasi a intagli dorati e pitture. Nella parte superiore troviamo 21 dipinti a tempera con fondo oro, che raffigurano scene evangeliche, mentre nella parte inferiore ci sono 8 icone con copertura d’argento. Chiesa Evangelica Metodista La Comunità è presente a Trieste da più di un secolo. Il Metodismo unisce l’eredità del non conformismo di matrice puritana con la spiritualità e la pratica religiosa del pietismo. Questo si traduce in una vita nuova come risposta alla grazia di Dio, nella predicazione laica, nell’impegno sociale contro la schiavitù e nella creazioni di missioni. Questo spirito da vita a molte organizzazioni, tra cui “l’Esercito della Salvezza”. Chiesa Evangelica Riformata Elvetica e Valdese di S. Silvestro L’edificio in stile romanico è la chiesa più antica di Trieste. Una lapide commemorativa nel 1672 fa risalire qui la presenza di un luogo di culto in quella che era stata la casa delle prime cristiane di Trieste: le due martiri Tecla ed Eufemia. Sopra l’ingresso principale una lapide ricorda che nel 1785 alcuni membri della Comunità Evangelica la acquistarono e la riaprirono al culto dedicandola al Cristo salvatore. Dalla fine del 1800 alla Comunità Elvetica si è affiancata quella Valdese. Chiesa Cristiana Avventista Il pastore responsabile della Comunità di Trieste ha il suo luogo di culto in via Rigutti 1 ed è anche capo distretto delle città di Udine, Gorizia e Pordenone. La Comunità si riunisce il sabato mattina: la funzione sabbatica è accompagnata dal suono di strumenti musicali, canti, preghiere e dall’omelia di un responsabile che può essere il pastore o un laico. Chiesa Evangelica Luterana Dal 1778 è presente a Trieste una Comunità Evangelica di Confessione Augustana. Nel 1778 l’imperatrice Maria Teresa prima e il figlio Giuseppe II dopo, autorizzarono lo svolgimento di funzioni religiose in una casa privata. Nel 1786 i luterani acquistarono la chiesa dedicata alla Madonna del Rosario, sita nella parte più antica della città. Nel 1870 fu possibile costruire l’attuale chiesa in stile gotico in Largo Panfili. All’interno, sopra l’altare, degna di nota è la bellissima vetrata del coro, che raffigura la “Trasfigurazione di Cristo” del Raffaello realizzata dalla vetreria artistica Zettler di Monaco. Il comitato che si occupa del progetto “Cammino delle Pievi” è inserito nell’Arciconfraternita dello Spirito Santo “Pieres Vives” di San Pietro in Carnia, associazione di fedeli con riconoscimento canonico e civile. Il percorso è suddiviso in 18 tappe, che partono da Imponzo di Tolmezzo e si concludono presso la Chiesa Madre di San Pietro a Zuglio. Le Pievi storiche della Carnia sono: San Floriano a Illegio di Tolmezzo, Santa Maria Oltrebut a Tolmezzo, Santo Stefano di Cesclans a Cavazzo Carnico, San Martino a Verzegnis, Santa Maria Maddalena a Invillino di Villa Santina, Santi Ilario e Taziano a Enemonzo, Santa Maria Annunziata a Castoia di Socchieve, Santa Maria del Rosario a Forni di Sotto, Santa Maria di Gorto a Ovaro, Pieve di San Pietro a Zuglio; a queste nel percorso si aggiunge il Santuario di San Osvaldo a Sauris. Spesso sorte su colli e alture, a guardia della comunità e dei villaggi sottostanti, le pievi erano nel Medioevo le custodi dell’identità del popolo e oggi documentano la vitalità religiosa degli abitanti delle montagne. Durante il percorso si attraversano paesi di montagna e fondovalle, vallate, torrenti e alture tra le Prealpi e le Alpi Carniche. Si possono percorrere una o più tappe al giorno, di seguito o parzialmente; nell’itinerario vengono utilizzati per la maggior parte vecchi sentieri evitando, quando possibile, la strada asfaltata. Il percorso è adatto a tutti: è stato pensato soprattutto per le famiglie, gruppi parrocchiali e non. L’obiettivo è quello di proporre una esperienza simile al plurisecolare Cammino di Santiago di Compostela.