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Dall`amore alla politica le conseguenze del rancore

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Dall`amore alla politica le conseguenze del rancore
DIARIO
GIOVEDÌ 28 GENNAIO 2010
DI REPUBBLICA
■ 40
Il caso Delbono è diventato il simbolo della vendetta sul proprio
passato da parte di chi si sente abbandonato e tradito. Un destino
che spesso tocca anche quelli che lasciano un partito o una squadra
EX
Dall’amore alla politica
le conseguenze del rancore
FRANCESCO MERLO
LIBRI
JEANCLAUDE
KAUFMANN
Baruffe
d’amore.
Le piccole
guerre di
coppia
Il Mulino 2008
ZYGMUNT
BAUMAN
Amore
liquido. Sulla
fragilità dei
legami
affettivi
Laterza 2006
FRANCO
LA CECLA
Lasciami.
Ignoranza dei
congedi
Ponte alle
Grazie 2009
PIERO
PASQUINI
Vita da ex.
Famiglie
divise e
ricostruite
San Paolo
Edizioni 2005
PHILIP
ROTH
Ho sposato
un comunista
Einaudi 2005
ELENA
FERRANTE
I giorni dell’
abbandono
Edizioni e/o
2002
ALESSIA
GEMMA
Ex
Rizzoli 2009
ALEXANDRA
HEMINSLEY
Ex and the
city
De Agostini
2008
OLIVIA
GOLDSMITH
Il club delle ex
mogli
Sperling &
Kupfer 2008
irce trasformava gli ex
amanti in porci, Enrico
VIII ammazzava le ex
mogli, Napoleone le
pagava, Bokassa le infilava nel
frigo e poi se le mangiava, Delbono, piccino piccino, ha degradato la sua ex a centralinista,
al “senza di me non sei nulla”.
Pochissimo praticata è la civiltà
dell’exit. Fatta di intelligenza e
di dignità, è il riconoscimento di
una doppia inadeguatezza perché gli ex sono sempre (almeno)
due e l’uscita è così vicina all’entrata da illuminare e svelare
l’intero rapporto. La fine è la
perfezione dell’inizio, e se tutto
comincia con un bancomat è
ovvio che finisca al centralino.
Spesso quella dell’ex è la verità dei fumetti o dell’Opera dei
pupi: “vedete quanto può un
pelo di… Cinzia” o di Monica
(Clinton), o di Cecilia (Sarkozy),
o di Patrizia D’Addario (Berlusconi), o di Natalì (Marrazzo) o
di Emma, amante numero 19 di
Tiger Woods, cinquecentomila
dollari per non raccontare «la
vera storia».
E però, con buona pace dei
poeti, il naso di Cleopatra è una
figura retorica e non (ancora)
un agente della Storia. Solo i bolognesi fingono di crederci, in
mancanza di meglio. Nei rancori degli ex vedono, nientemeno,
la Storia declinata al femminile,
la Her-story contro la His-story.
Promuovono a Regicidio la vendetta giudiziaria dell’ex amante. Credono nel rapimento d’anime e nello smarrimento dei
sensi piuttosto che nella “variante mortadella” della degenerazione del potere italiano
che considera l’Istituzione un
prolungamento del pene.
Nel ripudio di Caterina d’Aragona c’era l’indipendenza dell’Inghilterra e nel ritiro di Giuseppina Bonaparte a Malmaison la discendenza dell’Impero. Furono guerre di patrimonio
e non di matrimonio le spedizioni in Egitto contro Cleopatra.
Anche la furia degli Achei contro un’altra ex – la bella Elena – è
fumo rispetto allo scontro tra
Ettore e Achille, l’Asia e la Grecia… Mai la Storia e neppure la
corruzione politica di un città
viaggiano sulle gambe di una ex,
per quanto bella e spregiudicata.
Più banalmente Cinzia era la
maîtresse del (piccolo) potere, il
loro amore era fatto di affari regionali e di weekend pagati, si
era persa sia nel romanticismo
sia nel bancomat, e tanto nella
tenerezza quanto nella politica,
proprio come le veline di Berlusconi, ricompensate con la can-
Inadeguatezza
C
La civiltà dell’“exit”
pochissimo praticata
è il riconoscimento
intelligente e dignitoso
di una doppia inadeguatezza
e l’uscita illumina sempre
tutto il percorso fatto insieme
Bandiera vecchia
Una donna piange in tribunale
durante la causa del proprio
divorzio negli Stati Uniti degli
anni Quaranta
Poi si scopre che era meglio
quando era peggio, che
la sola bandiera che continua
a sventolare è quella che
si è abbandonata anche se
non ha valore, ma i bis
sono comunque improponibili
didatura alle elezioni e qualcuna persino con pezzi di Stato.
Non è vero che le storiacce e i
rancori degli ex sono più adatti
alla destra che alla sinistra.
Sempre c’è un arretrato di rapporti e di contrasti personali irrisolti, si sfalda una rete di amicizie e solidarietà anche economiche. È destino che, quando si
sono amati male, gli ex ancora si
cerchino, si spiino, si sfuggano,
in un odio tormentoso e profondo, regolato dagli avvocati, «ora
te la faccio vedere io», «ti riduco
sul lastrico» «ti mando al centralino».
Ma non è solo nell’amore che
la fine del gioco rivela i giocatori. La Chiesa bruciava gli spretati e il partito condannava gli ex
comunisti all’annullamento
morale e, quando poteva, anche fisico. Erano spietati perché
l’exit svelava un loro elemento
di depravazione inconfessabile: la militanza vissuta in maniera mistica nel Partito e la religione vissuta in maniera disumana
nella Chiesa.
E ci sono gli ex che diventano
anti, cambiano casacca ma rimangono fanatici e sono i più
feroci contro gli ex fratelli, gli ex
se stessi: sono i convertiti, come
Daniele Capezzone che ha spie-
SILLABARIO
EX
PHILIP ROTH
giusto che lo faccia? Mi riesce facile farlo? Credetemi, è tutt’altro che facile. È il compito più orribile e più arduo di tutta la mia vita. Quali sono
i miei motivi?, si chiederà la gente. Come posso considerare mio dovere patriottico e morale denunciare un
uomo che ho amato tanto quanto ho amato Iron Rinn?
So perché ho sposato quest’uomo: per amore. E perché lui ha sposato me? Perché gliel’aveva ordinato il
Partito comunista! Iron Rinn non mi ha mai amato!
Iron Rinn mi ha sfruttato. Iron Rinn mi ha sposato per
infiltrarsi meglio nel mondo dello spettacolo americano. Sì, ho sposato un comunista machiavellico, un
uomo malvagio e straordinariamente astuto che ha
rovinato la mia vita, la mia carriera e la carriera della
mia adorata figlia. E tutto per favorire i piani di Stalin
per conquistare il mondo.
È
© RIPRODUZIONE RISERVATA
gato sul Giornaleperché non bisogna votare la Bonino, sua ex
leader, ex madrina, ex musa, ex
sorella. Ma è anche vero che ci
può essere il vinto nella parola
ex. Ed è un sentore sordido di
commissioni di epurazione: le
esecuzioni, le umiliazioni delle
ragazze di Salò… Ma nell’ex c’è
pure il trasformismo e c’è, ovviamente, la vanagloria del falso
ex (il partigiano in convento).
C’è infine, nella parola ex, un
amaro sapore di vecchiaia, e
non soltanto perché siamo tutti
ex allievi, ex amici, ex calciatori,
ma anche perché nell’Italia
smaliziata “che non ci crede
più” ciascuno periodicamente
si libera di un altro pezzo di se
stesso, aggiunge una tacca da ex
all’elenco dei propri exit: ex comunisti, ex missini, ex democristiani, ex craxiani, ex sessantottini, ex Ulivo…: tutti pentiti. Come gli ex mafiosi che denunziano la mafia, e che la mafia scioglie nell’acido. E come gli ex terroristi, per i quali è stata
inventata l’impossibile categoria degli ex assassini.
Sino a scoprire che era meglio
quando era peggio, che la sola
bandiera che continua a sventolare nella vita dell’ex è quella
che per prima egli ha disertato e
la cui inutilità nulla toglie al valore. Ma nessuno può rendere
giustizia a se stesso, al proprio
passato, cercando un patetico
bis, una rifondazione, o andando a trovare la propria ex come
nella canzone di Battisti, «scusa… se son venuto qui questa
sera… / signore chiedo scusa
anche a lei», oppure organizzando una pizza di ex. Quando
diventi ex lo resti per sempre.
Eleganza vuole che l’ex non
parli male dell’ex. Persino nelle
aziende gli ex dirigenti sono pagati per tacere. E anche tra i giornalisti c’è l’inciviltà dell’ex che
scrive contro il giornale del quale era una colonna. Meglio non
parlarne affatto, neppure per
dirne bene, perché ci sarà comunque qualcuno che troverà
il veleno dove non c’è. Carlo sarà
per sempre sospettato d’essere
il mandante della morte di Diana, benché sia “un pochino
morto” pure lui nel tunnel di Parigi, come è vero che Cinzia e
Delbono sono figli della stessa
storia e dunque si confondono.
E non si capisce se l’ex più vendicativa sia lei che l’ha denunziato, oppure lui che l’ha spedita al centralino. Ci fosse l’Alighieri, manderebbe anche l’ex
sindaco nel girone infernale dei
centralinisti, a rispondere al telefono alla sua ex. Per l’eternità.
Gli autori
IL TESTO del Sillabario di Philip Roth
è tratto dal romanzo Ho sposato un comunista, pubblicato da Einaudi. Umberto Galimberti insegna Filosofia
della storia a Venezia. Il suo libro più recente è I miti del nostro tempo, pubblicato da Feltrinelli.
I diari on line
TUTTI i numeri del “Diario” di Repubblica, comprensivi delle fotografie e dei
testi completi, sono consultabili su Internet in formato Pdf all´indirizzo web
www. repubblica. it.
I lettori potranno accedervi direttamente dalla home page del sito, cliccando al menu “Supplementi”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Repubblica Nazionale
Oscar Wilde
Simone de Beauvoir
Woody Allen
Quando una donna si risposa
è sempre perché detestava
il suo primo marito
Il suo ri-matrimonio con la exmoglie, esprime la collusione tra
vecchia e nuova borghesia
La mia ex moglie era così
infantile... Mi affondava sempre
le barchette nella vasca da bagno
Il ritratto di Dorian Gray (1891)
A conti fatti (1972)
Stand up comic (1999)
TANGENTOPOLI
MENEM
STEFANIA ARIOSTO
CECILIA SARKOZY
OGGI
Il primo arresto di “Mani
pulite”, quello di Mario
Chiesa, parte dalle
accuse della moglie
per la separazione
A metà anni ’90 il
presidente argentino
è accusato di
corruzione, tra gli altri
dall’ex moglie Zulema
Lasciata dall’avvocato
Dotti, diventa nel 1995
la teste Omega nei
processi Sme e
Mondadori
Dopo parecchi
contrasti, tutti vissuti
in pubblico, nel 2007
divorzia dal
presidente francese
Le accuse della ex
fidanzata Cinzia Cracchi
provocano le dimissioni
del sindaco di Bologna
Flavio Del Bono
■ 41
Le tappe
Se la rivalsa diventa una difesa dalla malinconia Divi e film, spesso la realtà supera le narrazioni
UN ANTIDOTO PEGGIO LA VITA
ALLA NOSTALGIA DELLA FICTION
UMBERTO GALIMBERTI
NATALIA ASPESI
x…” è la radice di “Exodus”, di “Exit” che vuol dire “uscita”. Uscita da che cosa? Da una terra che ci aveva ospitato, da una stazione in cui eravamo approdati. “Ex” è
lasciare qualcosa alle spalle, è guardare al futuro senza
essere trattenuti nel passato. E questo vale per gli amanti che si sentono traditi, per i giocatori che cambiano squadra, per i politici che
cambiano partito, e forse anche per gli stranieri che cambiano patria.
Certo rimane la “nostalgia”, una parola composta da due
vocaboli greci, inventata da un laureando in medicina Johannes Hofer nel 1688, per designare quella sindrome malinconica caratterizzata dal dolore (álgos) determinato da desiderio di ritornare (nóstos) là dove si era. E’ una sindrome molto
seria, a proposito della quale la documentazione psichiatrica
informa che, nei casi più gravi, può portare anche alla morte.
Per difendersi da questa malinconia si è soliti mettere in atto due strategie: la vendetta o il perdono. Due strade sbagliate che non salvano il nostalgico dalla sua atroce malinconia.
La vendetta, si sa, è un piatto che si serve a freddo, dopo un po’
di tempo, quando capita l’occasione giusta per distruggere
definitivamente chi riteniamo ci abbia fatto un torto. Questo
comporta che per giorni, mesi o addirittura anni tutta la nostra psiche sia assediata da questo pensiero, attorcigliata intorno alle strategie più efficaci per vendicarsi, e in questo modo non si hanno più occhi per il presente e tantomeno per il
hi non ha almeno un ex o è a sua volta un ex più o meno
plurimo? Non si dice di raggiungere le vette di Enrico VIII
(sei mogli di cui due diventate ex mediante decapitazione) o ancor più di Elizabeth Taylor (sette mariti di cui uno,
Richard Burton, sposato due volte, totale otto matrimoni e, per
ora, cinque funerali), ma basterebbe ripassare enciclopedie del
ramo quali il film di Fausto Brizzi (2009) intitolato appunto Ex, per
ritrovare un’ampia casistica degli amori infranti, in un intreccio
in questo caso buonista di ex e di ex di ex. Oppure se si è signore,
riguardarsi il vecchio (1996) Il club delle prime mogli, per imparare dalle tre scatenate cinquantenni abbandonate dai mariti
(Diane Keaton, Bette Milder, Goldie Hawn), cosa fare se non si
vuole diventare ex, anche se briose come loro.
Ma la realtà come sempre è più variegata della finzione, offrendo anche alle poste del cuore miriadi di sfumature di scatafasci
amorosi: separazioni, riconciliazioni, ripassioni, divorzi, rimatrimoni, secondi e terzi legami (e oltre), figli, avvocati, tribunali, terrori, trappole, ricatti, vendette, rivalse, suicidi, accoltellamenti, o
addirittura conclusioni tipo Guerra dei Roses; film di vent’anni fa
con doppia strage finale che piacque moltissimo per la crudeltà in
cui ogni marito arrabbiato e ogni moglie furibonda, si ritrovava nel
ghigno satanico di Michael Douglas e nello sguardo assassino di
Kathleen Turner.
Tra le indimenticabili e prime ex, particolarmente malvagie, del
“E
DIVORZI
Sopra, un
divorzio in
una stampa
francese del
1793
A fianco,
il manuale
del divorzio
in un
giornale
satirico
francese
del XIX
secolo
C
Infantile
Scatafasci amorosi
L’amore è una storia a due, dove entrambi soggiacciono
agli inganni di Eros. E la possibilità del tradimento
va messa nel conto, perché solo gli amanti possono
tradirsi e ignorarlo è semplicemente infantile
Le poste del cuore conoscono miriadi di scatafasci
amorosi. Separazioni. riconciliazioni, ripassioni,
divorzi, rimatrimoni, secondi e terzi legami e oltre
terrori, trappole, ricatti, vendette, divorzi e suicidi
futuro. Un arresto dello sviluppo psichico, della sua evoluzione, della sua capacità di cogliere tutte le occasioni che la vita offre per dare un nuovo corso alla nostra vita. Questa è la
vendetta.
Anche il perdono è una strada sbagliata perché in qualche
modo assolve la colpa, la cancella, non consentendo al colpevole di operare una revisione radicale della propria vita. Un
fatto, dice opportunamente la teologia medioevale, non può
ritenersi non fatto, neppure Dio può far questo (Factum infectum fieri non potest, neque Deus). Ogni volta che sento
chiedere ai parenti delle vittime se sono disposti a perdonare, provo un senso di ingiustizia. Non si può pretendere, oltre
al dolore che prova la vittima, anche uno sforzo psichico quale è richiesto per il perdono. La colpa commessa resta una colpa e tale rimane per sempre.
Come si esce da un torto senza vendetta e senza perdono?
Si esce (ex…) congedandosi definitivamente dal passato, impedendo che il passato pregiudichi il futuro diventando la definizione definitiva della nostra vita. Sia Giuda, sia Pietro tradirono Gesù, con la differenza che Giuda assunse il suo passato come conclusione ultima della sua vita, e per questo si
impiccò, mentre Pietro non concesse al suo passato di pregiudicare il suo futuro e così facendo divenne il primo papa.
Capisco le donne, ma anche gli uomini traditi in amore. Ma
l’amore si sa, è una storia a due, dove entrambi per una stagione hanno aderito agli inganni di eros. E la possibilità di essere vittime di un tradimento deve essere messa in conto nel
giorno stesso in cui ci si incanta per amore, perché il tradimento appartiene all’amore come il giorno alla notte. Solo gli
amanti, infatti, possono tradirsi. Ignorarlo è infantile, e dice
di noi che siamo rimasti ancora in quella condizione in cui,
nei primi anni della nostra vita, abbiamo sperimentato quell’amore incondizionato che è proprio delle madri e dei padri,
ma mai degli amanti.
Io sto con Joseph Conrad là dove dice: «Tradire. Parola
grossa: che significa tradimento? Di un uomo si dice che ha
tradito il paese, gli amici, l’innamorata. In realtà l’unica cosa
che l’uomo può tradire è la sua coscienza». E sia la vendetta
sia il perdono sono senz’altro tradimenti della coscienza.
cinema, c’è ne è una cadavere, quella di La prima moglie(di Alfred
Hitchcock, 1940, tratto dal magnifico romanzo per signore incavolate di Daphne Du Maurier) con doloroso, irresistibile Laurence Olivier, vedovo di quella che, pur annegata da anni, trama contro la di lui nuova felicità mediante diabolica governante, e marito della seconda moglie, la giovanissima e soave Joan Fontaine. E
tutto il pubblico a fare il tifo per lei e, potere della cineipocrisia, non
per la funesta defunta giù in fondo al mare! Una cinecoppia ritenuta esemplare ed attualmente in crisi malgrado l’abbondanza di
figli, sei, pare essere quella composta da due massimi divi di cui
chiunque si accontenterebbe di essere ex: Angelina Jolie e Brad
Pitt. Nel loro parco ex ci sono, ufficialmente, per lei due mariti e
una fidanzata, per lui tre fidanzate e una moglie.
Nella vita i divi hanno spesso, o sono, più ex che nei loro film:
tranne gli italiani che preferiscono tenersi la prima moglie o compagna vastamente cornificata e contenta, trasformando di volta
in volta l’amante del momento in ex, o comunque non in seconda
moglie, come tra i tanti fece Marcello Mastroianni, malgrado le
fulminanti passioni per celebri e bellissime signore. Ma i tempi
cambiano e anche gli uomini si fanno meno fifoni di cosa penserà
mamma: e per esempio, tra i tanti, si ricorda Stefano Accorsi che
ha interrotto la lunga relazione con la bella Giovanna Mezzogiorno, preso da passione per la bellissima Laetitia Casta, madre dei
suoi due figli e tuttora (almeno sino a questo minuto) sua compagna. Se la Mezzogiorno, da pochi mesi sposata il che, pare, cancella lo status di ex di Accorsi, è una sfortunata ex di Mussolini nel
film Vincere che le ha fatto vincere vari premi, Accorsi è in questi
giorni sugli schermi con Baciami ancora, seguito dieci anni dopo
di L’ultimo bacio, gran successo popolare di Gabriele Muccino.
È il trionfo degli ex, ormai quarantenni e mai sazi di incasinarsi: lungo ben 140 attorcigliati minuti, nelle varie pericolanti coppie, c’è chi si innamora di un altro e chi sceglie di partire per l’ignoto, chi si suicida e chi minaccia di uccidere, chi cornifica il nuovo compagno col vecchio e chi si rimette insieme: ma tale è il susseguirsi di urla, scenate, sgarberie e teste contro il muro, fiumi di
lacrime e sfrenati singhiozzi, che alla fine ogni legame amoroso si
rivela il peggiore dei mali, da evitare rifugiandosi nel silenzio, la pace e la castità della clausura trappista. Con conseguente fine degli
ex.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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FILM
ATTRAZIONE
FATALE
Michael
Douglas,
yuppie
appagato, è
tormentato
dalla sua ex
amante
Glenn Close.
L’ossessione
sfocerà in
violenza.
Regia di
Adrian Lyne,
1987
LA GUERRA
DEI ROSES
Ancora
Michael
Douglas che
vive stavolta
un pericoloso
divorzio da
Kathleen
Turner. Le
mura
domestiche
diventano
scenario
della faida
coniugale.
Regia di
Danny De
Vito, 1989
IL CLUB
DELLE
PRIME
MOGLI
Diane
Keaton,
Goldie Hawn
e Bette
Midler
formano un
trio di
cinquantenni
“ex” a
Manhattan.
Regia di
Hugh Wilson,
1996
EX
Sei coppie
protagoniste
di amori e
divorzi. Ricco
cast con, tra
gli altri, Silvio
Orlando e
Alessandro
Gassman
Regia di
Fausto Brizzi,
2009
Repubblica Nazionale
Fly UP