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«Verità sul latte italiano» La protesta della Coldiretti

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«Verità sul latte italiano» La protesta della Coldiretti
ECONOMIA
L’ECO DI BERGAMO
GIOVEDÌ 23 LUGLIO 2009
45
La società preannuncia ricorso sul decreto ministeriale. Querelle sulla natura dell’attività svolta
Intermediari finanziari, Centax cancellata dall’albo
Discussione giuridica sulla verifica assegni
■ Il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze è del 14 luglio. Non
è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ma la Banca d’Italia ha già provveduto ad inserire sul suo sito Internet la Centax Spa di Bergamo, specializzata nell’attività di verifica della solvibilità degli assegni, tra le società cancellate dall’elenco degli intermediari finanziari ai sensi dell’articolo 106 del
testo unico bancario. È questo l’elenco generale al quale devono essere iscritte le persone giuridiche, in specifico le
società finanziarie, che svolgono nei
confronti del pubblico attività di assunzione di partecipazioni, concessione di
finanziamenti sotto qualsiasi forma, prestazione di servizi di pagamento e intermediazione in cambi.
A richiedere il decreto al ministero è
stata la Banca d’Italia a seguito di accer-
tamenti ispettivi. La Centax aveva già
chiesto nel 2006 la cancellazione dell’elenco cosiddetto «speciale», dei soggetti che operano ai sensi dell’articolo
107 del Testo unico, al quale sono iscritti gli intermediari finanziari più rilevanti. La richiesta era stata allora accolta
dalla Banca d’Italia in quanto l’attività
svolta da Centax è stata considerata assimilabile ad un’attività di factoring (in
pratica un servizio di cessione crediti).
A seguito di un’ulteriore ispezione,
alla fine dell’anno scorso, la Banca d’Italia ha però rilevato che l’attività svolta da Centax è inquadrabile nell’attività
di rilascio di garanzie per la quale l’ordinamento dispone particolari requisiti di ordine patrimoniale non riscontrati in Centax: da qui la richiesta del decreto di cancellazione.
L’operazione ha sorpreso il quartiere
generale della Centax. «Il provvedimento non ci è ancora stato notificato e non
ne conosciamo il contenuto - dicono . Di sicuro faremo un ricorso al Tar chiedendo la sospensione dell’efficacia del
provvedimento, ritenendo valide le ragioni già esposte a Banca d’Italia».
In particolare il nodo riguarderebbe
la convenzione al servizio accettazione
assegni. In estrema sintesi, secondo la
Centax con il rilascio della validazione
dell’assegno, l’azienda si rende cessionaria del credito vantato dal negozio nei
confronti del suo cliente sollevando il
negozio dal rischio d’insolvenza in
quanto la cessione avviene «pro soluto». L’interpretazione contraria è invece che l’operazione sarebbe una sorta di fidejussione.
In attesa della notifica l’attività di
Centax prosegue, anche se c’è preoccu-
pazione per un provvedimento che mette in discussione l’attività di un’azienda in buona salute che conta 120 dipendenti. «Ci stupisce questa decisione anche perché c’era sempre stata collaborazione con la Banca d’Italia, con la quale abbiamo concordato l’uscita dall’elenco ex 107 e alla quale abbiamo presentato in anticipo i testi dei contratti»
- osservano ancora dall’azienda.
Se il problema è la patrimonializzazione, poi, gli attuali soci di Centax (tra
i quali con una quota di minoranza, il
20%, figura da tre anni anche la Delta, posta recentemente in amministrazione straordinaria) hanno già deliberato l’8 luglio l’aumento del capitale sociale di 3,5 milioni di euro, da 5.648.520
a 9.150.520 euro. L’adeguamento su
questo punto quindi ci sarebbe già stato.
S. R.
«Verità sul latte italiano»
La protesta della Coldiretti
Centinaia di allevatori al presidio davanti alla Lactis di Albano
«Per tutti i prodotti un’etichetta d’origine che li identifichi»
■ Una miriade di cappellini gialli, bandie- il consumatore, danneggia soprattutto il prore della Coldiretti, automezzi, cartelli, stri- duttore in quanto crea delle condizioni di
scioni e fischietti: un presidio in piena rego- mercato sfavorevoli, sfociate nella recente
la quello organizzato ieri mattina dagli agri- crisi in particolare del settore zootecnico
coltori davanti allo stabilimento Lactis del- (molte stalle sono sull’orlo della chiusura) e
di tutta l’agricoltura in generale.
la Parmalat ad Albano Sant’Alessandro.
Queste un paio di frasi riportate ieri mat«Vogliamo sapere cosa arriva sul nostro
territorio e dove va a finire», «Chi acquista tina sui cartelloni davanti alla Lactis: «Voha il diritto di sapere se quello che compra gliamo solo latte italiano nei prodotti itaè veramente fatto in Italia», «I formaggi si liani», «Parmalat o Mondolat? Perché non
fanno con il latte, non con la polvere», que- dire da dove viene il latte che esce dalla Parsti alcuni degli slogan urlati dai circa 400 par- malat?». Curiosamente, nell’intento di contecipanti, con un’alta percentuale di produt- testare le multinazionali, come appunto la
tori di latte, radunatisi alle 9 davanti ai can- Parmalat, la Coldiretti ha scelto di protestacelli dell’azienda e aumentati poi con il tra- re proprio di fronte a uno stabilimento che
di latte straniero non ne utilizza
scorrere delle ore. All’appunproprio e lo dichiara. «La stotamento, che ha visto una masria di questa azienda si connota
siccia adesione di operatori del
Gli slogan dei
per la partecipazione degli allesettore zootecnico bergamasco,
produttori
vatori bergamaschi - ha dichiasono intervenuti agricoltori prolombardi: «Dove
rato Danilo Fontanesi, direttore
venienti da tutta la Lombardia.
Particolarmente elevata l’adesio- va a finire il latte dello stabilimento Lactis di Albano Sant’Alessandro -. Da semne di quelli bresciani.
che arriva sul
pre lavoriamo latte raccolto loLa manifestazione è stata orcalmente e ancora oggi il 90%
ganizzata dalla Coldiretti di Bernostro territorio
proviene dalla Bergamasca e il
gamo, nell’ambito di un’iniziadall’estero?»
resto dalle province di Cremona
tiva di mobilitazione a carattere
e di Lodi. Qui produciamo latte
nazionale definita «Operazione
verità». In contemporanea con il presidio ad fresco pastorizzato e panna fresca pastorizAlbano sono stati organizzati dei blocchi zata. Sono tutti prodotti tracciati dall’Azienai principali valichi montani, soprattutto da sanitaria locale di Trescore Balneario, per
al Brennero, per verificare il passaggio dei cui è garantita la provenienza italiana».
Nonostante la precisazione, la Coldiretti
prodotti provenienti dall’estero. L’iniziativa
è stata chiamata «Operazione verità» perché va avanti ed ha fatto anche una pubblica digli agricoltori vogliono che tutti i prodotti mostrazione di come si può produrre formagche entrano nel nostro Paese vengano ben gio con materie prime provenienti dall’esteidentificati ed abbiano un’etichetta d’origi- ro: questo anche se la Lactis non è un’azienne. In pratica chiedono che il consumatore da casearia, perché il formaggio non lo fa.
sappia che rischia di portare in tavola un for- «Noi non siamo contro le importazioni - ha
maggio con un nome italiano ma in realtà detto Giancarlo Colombi, presidente della
prodotto con materia prima che viene dal- Coldiretti Bergamo - ma vogliamo che sia dil’estero. Fenomeno che, oltre a ingannare stinto ciò che viene trasformato e spacciato
per italiano con il latte che non lo è. Prima
abbiamo chiesto alla Regione Lombardia di
mettere in rete i dati riguardanti le ditte che
importano latte, ora abbiamo scelto uno stabilimento simbolo per dar forza alla nostra
protesta e domani (oggi per chi legge, ndr)
chiederemo a un referente della grande distribuzione, a Milano, che ci vengano riservati degli scaffali dedicati solo ai prodotti
agricoli italiani. Più in generale alla politica
non chiediamo soldi ma regole. Per portare avanti le nostre iniziative stiamo raccogliendo delle firme, finora un milione e mezzo a livello nazionale e - dichiara sempre Colombi - 300 mila solo nella provincia di Bergamo».
Sul nostro territorio sono mille le aziende
che producono latte, mentre gli associati Coldiretti sono 650. E in tutt’Italia, secondo la
Coldiretti, ogni giorno chiudono cinque
aziende del settore.
Intanto, le prime misure di tutela sono in
arrivo con il decreto ministeriale sull’etichettatura di origine obbligatoria per il latte e i
suoi derivati che il ministro delle politiche
agricole Luca Zaia presenterà oggi durante
il tavolo lattiero-caseario in programma al
ministero. Zaia ha anche assunto «impegno
formale» perché anche sui prodotti della
filiera del latte vi sia l’etichetta che ne attesti l’origine. E la prossima settimana le Regioni, i produttori di latte, le società e cooperative di trasformazione si incontreranno
in un tavolo convocato dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Sacconi ha precisato
che «si tratta di aprire un percorso di maggiore trasparenza del mercato che può essere utile tanto ai consumatori quanto ai produttori di latte, che vanno difesi anche da
quei colleghi che possono continuare a produrre latte in nero».
Il presidio Coldiretti ad Albano (foto Yuri Colleoni)
IIE ZOOTECNIAM
MA PER LA CIA IL VERO PROBLEMA È IL PREZZO
«Apprezziamo l’iniziativa del ministro del Welfare Maurizio Sacconi di convocare il tavolo tra
le Regioni, i produttori e le società e le cooperative di trasformazione per discutere dei problemi
della tracciabilità e della pubblicità del mercato del latte. Tuttavia, ribadiamo che il problema
dell’etichettatura di origine, pur importante, non
è urgente come quello del prezzo alla stalla che
non è più remunerativo ed è addirittura più basso di quello praticato venti anni fa». Lo sostiene
il presidente della Cia-Confederazione italiana
agricoltori Giuseppe Politi, preoccupato per il ca-
lo di reddito degli allevatori italiani.
«Indubbiamente è lodevole che da parte del governo si voglia fare massima trasparenza del mercato lattiero-caseario proprio per garantire sia i
produttori sia i consumatori, ma credo - rileva Politi - che in maniera prioritaria occorra affrontare la delicata questione del prezzo pagato agli
allevatori. Sarebbe, quindi, opportuno muoversi
in questa direzione e favorire un accordo interprofessionale realmente valido che sia in grado
di rispondere alle esigenze delle aziende zootecniche da latte».
Francesco Lamberini
Confronto a Bruxelles ieri con Aquisgrana, Bilbao e Lille: l’obiettivo è un progetto comune
Sviluppo, Bergamo raccoglie spunti in Europa
■ «Ad Aquisgrana, in una zona simile alla nostra, ci sono 13 centri tipo Kilometro
Rosso e Servitec e 2.500 posti di lavoro
creati con la ricerca scientifica e tecnologica». È una delle immagini riportate
dalla delegazione bergamasca dopo l’incontro di ieri a Bruxelles, al Comitato economico e sociale europeo (Cese), nato dal
progetto Val Seriana.
Al secondo confronto in sede europea
dopo quello di metà maggio, ieri si discuteva in realtà di un progetto nel progetto,
che viaggerà parallelo alle iniziative messe in campo con il fondo d’investimento, la flex-security (accompagnamento dei
lavoratori verso nuove occupazioni), il sostegno alle piccole e medie imprese negli investimenti e il marketing territoriale. Sul tavolo c’era infatti l’idea di allearsi con territori simili a quello bergamasco
per avviare iniziative comuni rivolte allo sviluppo.
A confronto, oltre a Bergamo, c’erano i
rappresentanti dei territori tedesco di
Aquisgrana (Aachen), spagnolo di Bilbao
e francese di Lille. «Noi siamo i più recenti, gli altri sono partiti molto tempo fa: in
Germania ragionano su questi temi dalla
metà degli anni Settanta, quando hanno
chiuso le miniere, a Lille e a Bilbao da una
ventina d’anni», dice il direttore di Confindustria Bergamo, Guido Venturini. «Gli
spunti sono tantissimi. I tedeschi, ad esempio, stanno lavorando anche sulla cultura, recuperano i vecchi mulini per l’agricoltura sperimentale: è tutto un fermento».
Se Aquisgrana è forte nella meccatronica e nell’innovazione tecnologica, per Bilbao si è parlato in particolare di turismo e
per Lille, con una tradizione tessile oggi
evoluta nelle produzioni più tecniche,
di riconversione delle aree industriali dismesse.
Tra similitudini e differenze, alla prima
presentazione di ieri, davanti alla Commissione consultiva per le trasformazioni
industriali (Ccmi) del Cese, presieduta dall’olandese Joost van Iersel, presenti fra gli
altri i rappresentanti di quattro direzioni
generali della Commissione europea, si
è evidenziato un fattore comune fra i quattro progetti: il valore della coesione sociale. «È emerso il metodo della governance territoriale con la partecipazione della società civile organizzata, come avvenuto in Val Seriana», sottolinea Antonello Pezzini, membro del Cese. «Là dove c’è
coesione sociale, i risultati iniziano a diventare espliciti», ribadisce Patrizio Fattorini della Cisl, presente insieme a Orazio Amboni della Cgil e Amerigo Cortinovis della Uil. «C’è stata una forte sottolineatura anche del ruolo dell’economia sociale: per loro è una frontiera nuova, per
noi è consolidata e può essere importante», aggiunge Giuseppe Guerini di Imprese & Territorio. Della delegazione bergamasca facevano parte anche il nuovo assessore provinciale al Lavoro, Enrico Zucchi, e, per gli industriali, Stefano Cofini
e Luca Pezzini.
Ora ci sarà una fase di approfondimento delle quattro esperienze per riuscire a
mettere a fuoco una pista su cui lavorare
insieme e avviare sperimentazioni. L’esito di questo lavoro sarà quindi portato di
nuovo a Bruxelles e si avvierà la richiesta
di finanziamenti per un progetto comune.
S. G.
Oggi in edicola
IIE PRESENTATA L’EDIZIONE 2009M
IL SALONE NAUTICO DI GENOVA PER IL RILANCIO
IN OTTOBRE ANCHE 20 AZIENDE BERGAMASCHE
Uscire dalle secche, far volare
le barche e la cantieristica da
diporto italiana agganciando
il treno della ripresa. Ci proverà il 49° Salone Nautico internazionale di Genova in programma dal 3 all’11 ottobre
prossimo nel capoluogo ligure. L’importante rassegna mondiale, cui partecipano anche
una ventina di realtà produttive bergamasche, fra aziende
produttrici di imbarcazioni e
accessoristi, è stata presentata ieri a Milano. «Il settore
sembra avere le capacità per
affrontare la grave situazione internazionale», ha sottolineato Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina,
Unione nazionale cantieri e industrie nautiche e affini. «Il salone di Genova dimostra che
il comparto è sano. I dati confermano la leadership mondiale della manifestazione che
vedrà presenti 1.450 espositori, 2.400 imbarcazioni esposte,
550 novità ad oltre due mesi
dal via e oltre il 37% di espositori stranieri. Il tutto in una
superficie espositiva superio-
re ai 150 mila metri quadrati».
«Per quanto riguarda le problematiche di settore, che dà
lavoro a 120 mila persone - ha
aggiunto il presidente Albertoni - siamo soddisfatti per la
conferma di ieri di una nuova
regolamentazione sul leasing
nautico che rimetterà in moto
questo strumento finanziario
strategico per il nostro sviluppo». Il settore nautico nazionale ha chiuso un anno 2008
con un fatturato globale pari a
3,8 miliardi di euro, con un aumento dello 0,5% rispetto al
2007, beneficiando del positivo andamento dei primi nove mesi dell’anno scorso. I dati del primo semestre 2009
hanno però confermato una
forbice dal –21% al –35% con
segnali di ripresa a partire dall’aprile 2009 peraltro non ancora quantificabili e con la
prospettiva che sia il 2009 che
il 2010 andranno a chiudere
con dati inferiori rispetto alle annate precedenti a seguito
della difficile situazione congiunturale.
Luca Cuni
www.larassegna.it
fondata nel 1906
in questo numero...
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