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Memoriale della Shoah di Milano
BINARIO 21
1
Enti Fondatori:
Comune di Milano
Regione Lombardia
Provincia di Milano
Fondazione
Centro di
Documentazione
Ebraica
Contemporanea
Ferrovie dello Stato
Comunità Ebraica di Milano
Fondazione CDEC
Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Associazione Figli della Shoah
Comunità di Sant’Egidio
Questa brochure è stata realizzata
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Fondazione
per il Memoriale della Shoah di Milano
Binario 21 Roberto Jarach*
Un centro di incontro e di confronto,
Un primo impegnativo compito,
È un impegno gravoso per il quale
un laboratorio per la convivenza dove
che richiederà ingenti risorse finanziarie
la Fondazione richiede l’aiuto materiale
dialogo e conoscenza possano porre le basi
per il recupero e l’allestimento
di chi ne condivide gli scopi istituzionali
per la formazione dei giovani, che avranno
del Memoriale nella zona sottostante il piano
e il sostegno per le attività che potranno
la responsabilità di guidare una società
dei binari della Stazione Centrale di Milano,
essere avviate e realizzate appena approntati
sempre più multietnica e multiculturale.
dove furono caricati su carri bestiame
i nuovi locali. La nostra ambizione
Questo è lo scopo delle attività
i prigionieri in partenza dalle carceri
è di poter effettuare un’opera di recupero
della Fondazione per il Memoriale
di San Vittore. Ma anche la realizzazione
di un luogo così emblematico e ricco di
della Shoah di Milano, che avrà il compito
di un centro polifunzionale dove ospitare
contenuti storici per la città e per il territorio
di recuperare alla vista dei cittadini di Milano
incontri, dibattiti, mostre per ricordare
all’altezza della tradizione multiculturale
e dei visitatori di passaggio un luogo simbolo
le atrocità del passato, ma soprattutto dove
della città di Milano. Le istituzioni
della deportazione degli ebrei e degli altri
creare occasioni di dialogo e di confronto
promotrici della Fondazione ne sono
perseguitati verso i campi di concentramento
fra le culture e per educare i giovani,
diventate “Soci fondatori” impegnandosi a
e di sterminio dell’Europa nordorientale.
quali protagonisti della vita degli anni
contribuire alla realizzazione del Memoriale
a venire, a superare le barriere linguistiche,
e a sostenerne le attività: contiamo ora
culturali, sociali e perché la barbarie
su numerose adesioni di privati, enti e società
del XX secolo che vide nella Shoah
per il raggiungimento dei nostri obiettivi
il segno del massimo degrado
e ringraziamo sin d’ora chi vorrà aiutarci.
In copertina
La facciata della Stazione Centrale
di Milano, dai cui sotterranei partirono
i convogli piombati carichi di detenuti
ebrei diretti ai campi di sterminio
nazisti. Il primo convoglio partì
il 6 dicembre 1943 diretto ad
Auschwitz, l’ultimo il 15 gennaio 1945
si fermò al campo di transito
di Fossoli (Carpi).
Foto Civico Archivio Fotografico – Milano
dell’umanità, non possa ripetersi.
Non solo, quindi, un luogo della memoria,
come debito doveroso verso chi
non è più tornato dai viaggi verso
lo sterminio, ma un luogo vivo per chi
avrà domani la responsabilità di migliorare
la società e i rapporti umani.
* membro del Comitato
dei promotori
3
Un’idea diventa realtà
4
Milena Santerini*
Quando, nel 1997, la Comunità
ma viva – degli eventi della
La vicenda della Shoah appare
delle singole vicende umane.
di Sant’Egidio cominciò a
seconda guerra mondiale.
come una pagina della storia
Attraverso la suggestione
ricordare la deportazione verso
Fin dagli inizi, il Memoriale
su cui occorre fermarsi,
del luogo autentico, l’utilizzo
Auschwitz-Birkenau avvenuta
è stato pensato per i giovani,
e un punto di non ritorno
dei mezzi audiovisuali,
dalla Stazione Centrale il 30
nell’intento di lasciare in eredità
nella coscienza dell’umanità:
l’attenzione ai metodi interattivi,
gennaio 1944, pochi avrebbero
il ricordo dei tanti uomini,
ma come spiegarlo
il progetto del Memoriale potrà
immaginato che in quei locali
donne e bambini finiti in quelle
alle nuove generazioni?
contribuire a formare
spogli e bui dei sotterranei
tenebre. Man mano che si
È evidente che occorre evitare
nei giovani una coscienza
di via Ferrante Aporti, da cui
allontanano gli eventi, infatti,
il rischio di una “stanchezza
critica e un impegno civile
era partita Liliana Segre
cambia profondamente la
dell’Olocausto” dato dalla
anche per il futuro.
con tanti altri, sarebbe nato
sensibilità con cui i giovani
sovraesposizione del tema,
un Memoriale della Shoah.
ascoltano la narrazione dello
in particolare sui mass media,
Oggi, il progetto di mettere a
sterminio. Neo-antisemitismo,
soprattutto in occasione di date
disposizione della città
globalizzazione, conflitti
come il Giorno della Memoria.
e delle giovani generazioni
internazionali mutano
Il progetto educativo del
un luogo autentico della
il contesto in cui si trasmette
Memoriale vuole invece evitare
deportazione diviene realtà, con
la memoria.
ogni retorica, legando la storia,
l’obiettivo di trasmettere
cioè la lettura attenta dei fatti,
una memoria – non retorica
alla memoria, ovvero le voci
* docente di Pedagogia Generale
(Scienze della Formazione
primaria) all’università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano
Perché un memoriale
Ferruccio De Bortoli*
Perché la memoria? Perché
La memoria è un dovere morale,
che toglie gradatamente senso
ricordare? Ce lo domandiamo
un impegno civile. Se rituale è
agli avvenimenti, spingendoli
spesso. Anche dopo la più
inutile. Se strumentale, persino
nel pozzo della storia fino
grande delle tragedie la vita
pericolosa. Se scolora nella
a confonderli con tanti altri.
continua. E guardare avanti è
banalità allontana la percezione
Il ricordo è un esercizio
un obbligo, una necessità.
del dolore, l’immensità del
salutare: apre la mente e i
La civiltà del diritto non
sacrificio, la forza dirompente
cuori, ci fa guardare all’attualità
prescinde dall’oblio, ma non
di quei corpi senza carne,
con meno pregiudizi e minori
per i reati di genocidio.
di quei volti muti e sofferenti,
ambiguità. Il ricordo
La Shoah è la tragedia.
eppure così dignitosi.
è protezione dalle suggestioni
L’unico progetto tentato finora,
La memoria autentica scongiura
ideologiche, dalle ondate
concepito nel cuore dell’Europa
la formazione di un vuoto
di odio e sospetti.
più civile e colta, con lo scopo
alle nostre spalle. Attenua
La memoria è il vaccino
di eliminare un intero popolo.
quella comprensibile tendenza
culturale che ci rende immuni
Non ha eguali, ma non si può
alla rimozione del passato
dai batteri dell’antisemitismo
dire che semplicemente
e del razzismo. Purtroppo
per questo non possa ripetersi.
ancora diffusi in un mondo
nel quale c’è ancora chi nega
il diritto a esistere di Israele
Sopra
Milano, binari della Stazione
Centrale. Su questi binari
transitarono, fra il 1943 e il 1945,
15 convogli RSHA: carri bestiame
sui quali furono stipati migliaia
di ebrei diretti alle camere
a gas di Auschwitz-Birkenau.
Sono gli stessi binari
sui quali oggi transitano i treni
in partenza e arrivo
dal capoluogo lombardo.
Foto Civico Archivio
Fotografico – Milano
5
6
e persino lo stesso Olocausto.
prepararono l’Olocausto anche
Chi ha conoscenza critica
in Italia e suscitarono orrore
della storia trova più facilmente
negli italiani rimasti consapevoli
il buon senso e la saggezza
dei grandi valori della nostra
della quotidianità; non fatica
tradizione civile e culturale.
a comprendere o ad accettare
“Per la minoranza ebraica
chi ha etnia o religione diversa
italiana – scrisse De Felice
dalla sua. Chi ha buona
– la persecuzione colpì tanto
memoria è un cittadino migliore.
più quanto più inaspettata”.
Un educatore più attento.
“Come faccio a spiegare ai
Quest’anno la Giornata della
miei bambini – ricordò Memo
Memoria cade nel settantesimo
Bemporad – che non possono
anniversario delle leggi razziali
più andare a scuola con i loro
italiane che, come ha ricordato
amici? Ci ho provato,
il Presidente Napolitano,
ma alle loro domande non so
dell’approvazione delle leggi
del 30 gennaio del 1944,
che cosa rispondere.”
per la difesa della razza.
in una Milano tranquilla e
Furono poche le domande
Nello stesso giorno, in
ancora addormentata. In
e pochi i dubbi allora.
un piccolo riquadro c’era
dicembre, dallo stesso binario,
L’orrore e la tragedia erano
la notizia dell’assegnazione
ne partirono altri 250 e fino al
già seminascosti nel tranquillo
del Nobel per la fisica a Enrico
maggio del 1944 molti ancora
autunno di un’Italia ancora
Fermi, che lo ritirò e
da lì furono deportati e uccisi.
serena e ignara del proprio
non torno più in Italia.
In quei sotterranei sorgerà
destino. Era un venerdì
Non tornarono più anche
il Memoriale della Shoah.
di metà novembre del 1938,
molti ebrei milanesi.
Per ricordarsi di ricordare.
quando sulla prima pagina
Ma non tornarono più da
dei giornali apparve l’annuncio
Auschwitz. Erano partiti,
in più di 600, dai sotterranei
della Stazione Centrale,
* Presidente della Fondazione
Memoriale della Shoah di Milano
una mattina fredda e nebbiosa
Nella pagina a fianco
A sinistra
A destra in alto
Graffiti come questi non sono rari nelle
nostre città, la parola “ebreo” è spesso
divenuta un vero e proprio insulto.
La stella gialla imposta a Elsa
Gross, internata nel ghetto di Theresienstadt.
Auschwitz-Birkenau,selezione di deportati
verso la morte sulla Hauptstrasse: essi
venivano giudicati abili al lavoro oppure
inabili. Gli “inabili” venivano inviati alle
camere a gas senza registrazione.
7
Il processo nazista di sterminio sistematico degli ebrei, avviato tra la fine del 1941
e gli inizi del 1942, prevedeva che le vittime dell’Europa occidentale venissero
deportate con trasporti ferroviari fino ai centri di sterminio allestiti dal Terzo
Reich. All’arrivo, la maggior parte dei deportati era selezionata per l’uccisione
immediata in camere stagne sature di gas venefico, mentre un minor numero era
destinato al lavoro schiavo, anch’esso spesso conclusosi con la morte.
8
1943-1945
La deportazione degli ebrei
dalla Stazione Centrale
Il Memoriale della Shoah
e di sterminio (Auschwitz-
di Milano (Binario 21) sorge in
Birkenau, Bergen-Belsen) o
un’area della Stazione Centrale
instradati verso campi di raccolta
di Milano, situata a livello
e transito situati in territorio
stradale, sotto i binari ferroviari
italiano (Fossoli e Bolzano).
ordinari. L’area era adibita al
Ogni carro veniva stipato con
carico e scarico della posta e
numerose decine di persone.
aveva accesso diretto su via
Una volta piombato, esso
Ferrante Aporti. Tra il 1943 e il
veniva dapprima posizionato
1945, durante l’occupazione
su un carrello traslatore, che
tedesca e la Repubblica Sociale
si muoveva lungo un’enorme
Italiana, essa fu il luogo ove
galleria, poi immesso su
gli ebrei, prelevati dalle carceri
un ascensore montavagoni
di San Vittore, venivano caricati
e sollevato fino a raggiungere
su carri bestiame destinati ai
un binario di manovra all’aria
campi nazisti di concentramento
aperta, situato fra i binari
allestiti dal regime nazista. Lì
18 e 19. Lì i carri venivano
vennero uccisi anche migliaia
agganciati al locomotore
di ebrei, di ambo i sessi e di
e aveva inizio il trasporto.
ogni età, deportati dalla nostra
La Stazione Centrale di Milano
Penisola. Per una parte di essi,
fu il luogo di partenza anche
l’area della Stazione Centrale
Nella pagina a fianco
di alcuni convogli di deportati
di Milano, oggi destinata a
L’arrivo ad Auschwitz-Birkenau
di un gruppo di deportati ebrei
in attesa della selezione.
Il valore documentario di questa
immagine risiede nel fatto
che una delle strutture dello
sterminio (Krematorium)
è chiaramente visibile
sullo sfondo in alto al centro.
politici, avviati a Mauthausen,
Memoriale della Shoah, fu
o, assieme a deportati ebrei,
l’ultimo lembo di suolo italiano
a Fossoli. Fra il 1942 e il 27
calpestato.
gennaio 1945, il campo di
Auschwitz-Birkenau fu il più
grande dei centri di sterminio
Milano
Centrale
In alto
Mappa dell’Europa con i
principali itinerari di deportazione
verso Auschwitz.
Foto: Martin Gilbert, 2000
9
Convogli di deportati ebrei partiti da Milano
1
6 dicembre 1943 per AUSCHWITZ
30 gennaio 1944 per AUSCHWITZ
■ 11 febbraio 1944 per FOSSOLI
(da lì per Auschwitz il 22 febbraio)
■
■
1
2
30 marzo 1944 per FOSSOLI
(da lì per Auschwitz il 5 aprile)
■ 19 aprile 1944 per BERGEN-BELSEN
■ 27 aprile 1944 per FOSSOLI
(da lì per Auschwitz il 16 maggio)
■
3
14 maggio 1944 per FOSSOLI
(da lì per Auschwitz il 16 maggio)
■ 9 giugno 1944 per FOSSOLI
(da lì per Auschwitz il 26 giugno)
■
FOSSOLI
VERONA
10
Foto 1 e 2: le deportazioni
sistematiche degli ebrei
provenienti dai territori occupati
dalle truppe nazifasciste furono
organizzate dall’Ufficio Centrale
per la Sicurezza del Reich
(RSHA). I detenuti venivano
stipati in carri bestiame, senza
acqua né cibo, servizi igienici,
sotto il sole cocente o al gelo
dell’inverno... All’arrivo li
attendeva
la selezione: per la camera
a gas oppure per diventare
manodopera schiava.
Foto 3: i nazisti procedevano
alla selezione dei deportati
sulla Bahnrampe di Auschwitz-
Birkenau. Quelli destinati
alla camera a gas nella foto
compaiono in colonna sullo
sfondo e sono diretti verso i
Krematorium I e II.
Foto 4: immagine scattata
all’arrivo ad AuschwitzBirkenau di uno dei convogli di
ebrei provenienti dall’Ungheria
nel periodo tra fine maggio e
metà giugno 1944.
Il bambino in primo piano
trovò la morte pochi minuti
dopo l’arrivo, come tutti gli
altri bambini che, una volta
giunti ad Auschwitz-Birkenau,
venivano inviati alle camere a
gas o divenivano cavie
per esperimenti medici.
Foto 5: il Krematorium II
in costruzione (1942-1943).
Foto 6: ricostruzione della sala
forni del Krematorium II di
Auschwitz-Birkenau.
3
4
2 agosto 1944 per VERONA
(da lì per Auschwitz il 2 agosto)
■ 17 agosto 1944 per BOLZANO
(da lì per Auschwitz il 24 ottobre)
■ 7 settembre 1944 per BOLZANO
(da lì per Auschwitz il 24 ottobre)
■
5
17 ottobre 1944 per BOLZANO
(da lì per Auschwitz il 24 ottobre)
■ Giorno e mese ignoti
del 1944 per BOLZANO
(da lì per Ravensbrück
e Flossenburg il 14 dicembre)
■
6
■
■
15 dicembre 1944 per BOLZANO
15 gennaio 1945 per BOLZANO
(La lista dei trasporti è tratta da
L. Picciotto Fargion, Gli ebrei in provincia di Milano:
1943/1945. Persecuzione e deportazione, 2° ed.,
Provincia di Milano, Milano 2004)
Auschwitz
Birkenau
BOLZANO
11
Il viaggio
di Liliana Segre
Gli ebrei italiani vivevano da perseguitati fin dal 1938
a causa delle leggi razziali fasciste; con l’occupazione tedesca,
dopo l’8 settembre 1943, non ebbero più scampo: iniziò una vera e propria
caccia all’uomo. Liliana Segre aveva allora 13 anni e suo padre, Alberto
Segre, ne aveva 44. Tentarono di espatriare, furono respinti
dagli svizzeri alla frontiera, vennero arrestati da italiani,
incarcerati prima e deportati poi ad Auschwitz. Liliana sola
è miracolosamente sopravvissuta. Da anni testimonia nelle scuole
e nelle università perché quelle tragiche vicende non siano dimenticate.
12
Negli ultimi giorni di gennaio
Aspettavamo notizie. Nell’attesa
Erano circa 600 nomi, non
il quinto raggio del carcere
fingevamo un distacco
finiva più. Pochissimi furono
di San Vittore si era riempito
benevolo, quasi ottimista.
i “non chiamati”, quasi tutti
di ebrei che arrivavano
In realtà non parlavamo che
coniugi o figli di matrimoni
da tutta Italia; eravamo
del nostro destino e un’ansia
misti. Rino Ravenna, sentito
circa settecento.
devastante trasformava ogni
il suo nome, senza una parola,
Nella nostra cella entrarono
nostra azione, anche la più
si allontanò dal gruppo dei
timidamente due sposini
sciocca, in un caso irripetibile.
condannati. Sul paletot nero,
di Torino, Aldo e Bianca Levi,
A un certo punto, credo
ormai impolverato e grigiastro,
quasi a chiederci scusa
nel pomeriggio, entrò nel
risaltava il collo di canapina
della forzata ospitalità.
raggio un tedesco che lesse i
dal quale i nostri aguzzini
Si sistemarono sulla branda
nomi di quelli che sarebbero
avevano strappato
Nella pagina a fianco
dove dormiva Papà; lui si
partiti il giorno dopo per ignota
la guarnizione di astrakan.
Alberto Segre – nato a Milano
il 12 dicembre 1899, morto
ad Auschwitz il 27 aprile 1944
– con in braccio la sua piccola
Liliana, nata a Milano il 10
settembre 1930, sopravvissuta.
Foto Liliana Segre
mise sul pagliericcio, per
destinazione.
Poco dopo sentimmo un tonfo
terra, vicino a me. Dormivamo
sordo. Si era buttato giù
pochissimo, stavamo zitti per
dal ballatoio dell’ultimo piano
non disturbare gli altri. Faceva
ed era morto sul colpo,
freddo, dormivamo vestiti.
là, sull’impiantito del raggio.
13
Era sfuggito al viaggio.
piano per vedere tutta quella
uomini che, vedendo altri
fummo sbarcati proprio davanti
Noi tutti ci preparammo
gente sconosciuta che si
uomini andare al macello solo
ai binari di manovra che
a partire; ci furono distribuiti
preparava a partire, con gesti
per la colpa di essere
sono ancora oggi nel ventre
dei cestini di carta con sette
uguali. Era la deportazione
nati da un grembo e non da un
dell’edificio.
porzioni di gallette, sette
annunciata, ne facevo parte
altro, ne avevano pietà.
Il passaggio fu velocissimo.
di mortadella, sette di latte
anch’io, la principessa
Fu l’ultimo contatto con esseri
SS e repubblichini non persero
condensato. Perché sette?
del mio Papà.
umani. Poi caricati
tempo: in fretta, a calci, pugni
Perché sette? Come facevo
La mattina dopo, il 30 gennaio
violentemente su camion,
e bastonate, ci caricarono sui
a guardare mio Papà? Come
1944, una lunga fila silenziosa
traversammo la città deserta
vagoni bestiame. Non appena
facevo a chiedergli la ragione
e dolente uscì dal quinto
e, all’incrocio di via Carducci,
un vagone era pieno, veniva
di quello che ci stava
raggio per arrivare al cortile del
vidi la mia casa di corso
sprangato e portato con un
accadendo?
carcere.
Magenta 55 sfuggire alla mia
elevatore alla banchina di
In quelle ultime ore a San Vittore
Attraversammo un altro raggio
vista dall’angolo del telone:
partenza.
tacevo; ma ogni tanto mi
di detenuti comuni. Essi si
mai più. Mai più.
Fino a quando le vetture
allontanavo da Lui, correvo
sporgevano dai ballatoi
Arrivati alla Stazione Centrale,
furono agganciate, nessuno
come una pazza su su fino alle
e ci buttavano arance,
la fila dei camion infilò i
di noi si rese conto della
grandi celle comuni dell’ultimo
mele, biscotti, ma, soprattutto,
sotterranei enormi passando
realtà. Tutto si era svolto nel
ci urlavano parole
dal sottopassaggio di via
buio del sotterraneo della
di incoraggiamento,
Ferrante Aporti;
stazione, illuminato da fari
di solidarietà e di benedizione!
potenti nei punti strategici; fra
Furono straordinari; furono
grida, latrati, fischi e violenze
terrorizzanti. Nel vagone era
di urina, visi grigi, gambe
totale: era difficile calcolare
buio, c’era un po’ di paglia
anchilosate; non avevamo
il tempo. Pochissimi avevano
per terra e un secchio per
spazio per muoverci. I pianti
ancora un orologio e anche
i nostri bisogni. Il treno si
si acquietavano in una
quei pochi privilegiati non lo
mosse e sembrò puntare verso
disperazione assoluta.
guardavano più. Ogni tanto
sud. Andava molto piano,
Io non avevo né fame, né
vedevo qualcuno alzarsi a
fermandosi a volte per ore.
sete. Mi prese una specie di
fatica per cercare di capire
Dalle grate vedevamo la
inedia allucinata come quando
dove fossimo, guardando dalle
campagna emiliana nelle
si ha la febbre alta; quando
grate, schermate con stracci
brume dell’inverno e stazioni
riuscivo a riflettere pensavo
per riparare dal gelo quel
deserte dai nomi familiari. Gli
che forse, senza di me, Papà
carico umano. Si vedeva un
adulti dimostravano un certo
avrebbe potuto scappare da
paesaggio immerso nella neve,
sollievo visto che il treno non
San Vittore, saltare quel muro
si vedevano casette civettuole,
era diretto al confine; alla sera
come aveva proposto un altro
camini fumanti, campanili...
però ci fu un’inversione di
internato, Peppino Levi, o forse
Prima che cominciasse la
marcia e quella notte nessuno
no. Mi stringevo a Lui, che
Foresta Nera, il treno si fermò
dormì. Tutti piangevano,
era distrutto, pallido, gli occhi
e qualcuno poté scendere tra
nessuno si rassegnava al fatto
cerchiati di rosso di chi non
le SS armate fino ai denti, per
che stavamo andando al nord,
dorme da giorni. Mi esortava
prendere un po’ d’acqua e
verso l’Austria; era un coro di
a mangiare qualcosa, aveva
vuotare il secchio immondo.
singhiozzi che copriva il rumore
ancora per me una scaglia di
Anch’io e il mio Papà
delle ruote.
cioccolato; la mettevo in bocca
scendemmo e vedemmo
Dai vagoni piombati saliva un
per fargli piacere, ma non
per la prima volta, scritto
coro di urla, di richiami,
riuscivo a inghiottire nulla.
con il gesso sul vagone:
di implorazioni: nessuno
Nel centro del vagone si formò
“Auschwitz bei Katowice”.
ascoltava. Il treno ripartì. Il vagone
un gruppo di preghiera: alcuni
Capimmo che quella era la
niente da dire. Ci stringevamo
era fetido e freddo, odore
uomini pii, tra i quali ricordo il
nostra meta. Il treno ripartì
ai nostri cari e trasmettevamo il
signor Silvera, si dondolarono
quasi subito e la notizia della
nostro amore come un ultimo
a lungo recitando i Salmi; mi
nostra destinazione gettò tutti
saluto. Era il silenzio essenziale
sembrava che non finissero
in una muta disperazione.
dei momenti decisivi della vita
mai: erano i più fortunati.
Fu silenzio in quel vagone in
di ognuno.
Le ore passavano, così le
quegli ultimi giorni. Nessuno
notti e i giorni, in un’abulia
più piangeva, né si lamentava.
Poi, poi, all’arrivo
Ognuno taceva con la dignità e
fu Auschwitz e il rumore
la consapevolezza degli ultimi
assordante e osceno
momenti. Eravamo alla vigilia
degli assassini intorno a noi.
Nella pagina a fianco
Il Krematorium III
di Auschwitz, “gemello”
del Krematorium II. Entrò in
funzione il 25 giugno 1943
per restare in uso fino al
novembre 1944. I Krematorium
erano le strutture della morte,
costituite da spogliatoi, camere a
gas e forni crematori utilizzati dai
nazisti per attuare la “soluzione
finale della questione ebraica”.
Sopra
Liliana Segre e il suo papà Alberto
fotografati nel 1937. Quando fu arrestata
con suo padre al confine svizzero, Liliana
aveva solo 13. Incarcerati a Como, a
Varese e infine a Milano a San Vittore,
furono deportati ad Auschwitz
il 30 gennaio 1944. Separata per sempre
dal papà, Liliana sopravvisse
e fu liberata a Ravensbrück nel 1945.
Foto Liliana Segre
della morte per la maggior
parte di noi. Non c’era più
15
Memoriale della Shoah di Milano
“Caricati violentamente su camion,
traversammo la città deserta e, all’incrocio di via Carducci,
vidi la mia casa di corso Magenta 35 sfuggire alla mia vista
dall’angolo del telone: mai più. Mai più”.
Liliana Segre, tredicenne, ricorda il 30 gennaio 1944
Il Memoriale permanente
la sequenza degli spazi
Proiezioni al vero riassumono
dei convogli, oggi come allora,
della Shoah e il Laboratorio
riempiti dalle voci dei
la quotidianità della
la quotidianità della Stazione
della Memoria, sistema di spazi
sopravvissuti (Sala delle
discriminazione:
Centrale.
integrati dedicati al dialogo
Testimonianze), da proiezioni
non reperti museali, ma
Il Laboratorio della Memoria
e alla ricerca, rivelano questa
in movimento (Cannocchiale
silenziose storie
offre una sala per dibattiti,
stazione nascosta.
della Discriminazione), dai
in movimento. Nel vano
presentazioni e proiezioni,
Il progetto è un percorso
vagoni aperti (Binario della
di sollevamento dei vagoni,
uno spazio disponibile
che presentifica al visitatore
Destinazione ignota), dal
luogo simbolico e oggettivo
per esposizioni, una
il vuoto, l’assenza, la frattura,
Ricordo (Muro dei Nomi).
della connessione tra Milano
biblioteca specializzata e
determinati dalla Shoah,
e Auschwitz, un “periscopio”
un bookshop, oltre a spazi
l’esperienza di una mancanza
unisce idealmente passato e
accessori, utilizzabili anche
che si oggettiva attraversando
presente. L’immagine
indipendentemente dall’area
del binario esterno da cui
del Memoriale.
partirono i deportati è riflessa:
dall’interno del Memoriale
si scorge il passaggio
Nella pagina a fianco
Itinerario effettuato durante
il trasferimento dei deportati
dal carcere di San Vittore alla
Stazione Centrale.
Foto di Donato Bella
A sinistra
16
Da questo binario nascosto
della Stazione Centrale di Milano,
cui si accedeva tramite
un sottopassaggio, il 30 gennaio
1944 partì un convoglio RSHA
con 605 esseri umani diretti ad
Auschwitz. Solo 20 sopravvissero.
Memoriale
Stazione Centrale
Piazza Repubblica
Corso Magenta
Carducci
angolo Via
Largo Cairoli
Piazza Duomo
carcere di San Vittore
Sezione trasversale
Pianta generale del piano terreno-rialzato
MEMORIALE
LABORATORIO DELLA MEMORIA
MURO DEI NOMI
MOSTRE TEMPORANEE
LUOGO DI RIFLESSIONE
BIBLIOTECA
Fondazione Memoriale della Shoah di Milano
Progetto preliminare:
Prof. Arch. Eugenio Gentili Tedeschi,
Arch. Guido Morpurgo
Progetto definitivo-esecutivo:
Morpurgo de Curtis
ArchitettiAssociati
Superficie lorda
di pavimento totale:
7000 mq in parte seminterrato
19
Sezione longitudinale: posizionamento del Memoriale
20
Pianta del piano seminterrato
BOOKSHOP
DEPOSITO LIBRI BIBLIOTECA
BAR
DEPOSITO
BIBLIOTECA
DEPOSITO
DEPOSITO
AUDITORIUM
21
I 605 nomi che riempiono muti questo spazio, rappresentano il carico
umano del convoglio RSHA partito la mattina del 30 gennaio 1944
dalla Stazione Centrale di Milano con destinazione Auschwitz-Birkenau.
22
Abenaim Ettore, Abenaim Mario, Abenaim Mario, Abenaim Oreste, Abenaim Ottorino, Abenaim Renzo, Abenimolo,
Abolaffia Rebecca, Abraham Hilde Fanny, Abrahamson Betti, Acco David Dario, Ackerman Feige, Adato Amata,
Alhaique Emilio, Altmann Hinde, Altschueler Samuel, Anscherlik Augusta, Anscherlik Franca, Anscherlik Paola,
Aschenasj Sally, Ascoli Margherita, Ass Ester, Astrologo Silvia, Attal Davide, Attal Dina Bona, Attias Giacobbe Giacomo,
Attias Giacomo, Attias Nella, Attias Vitale, Auerhahn Israel, Auerhahn Mosè, Aufrecht Anna, Azria Luigi, Azzarelli Lina,
Bachi Armando, Bachi Arturo Enrico, Bachi Avito, Bachi Michele, Bachi Pia, Bardavid Amalia Caden, Bardavid Ester,
Baruch Baruch’ Baruch Flora, Baruch Giosuè Alessandro, Baruch Isacco, Baruch Mosè, Baruch Rita, Baruch Salomon
Silvio, Baruch Salvatore, Baruch Violetta, Basevi Adele, Bassani Giuseppe Benedetto, Bayona Carlo, Bayona Dora,
Bayona Isacco, Bayona Lucia, Beer Lazar, Belgrado Mario, Bemporad Adolfo, Bemporad Lelia, Benaroyo Fortunata,
Benedetti Elena, Benedetti Jole, Benedetti Valentina, Benvenisti Giannina, Berl Silvio, Bermann Moritz, Berndt
Elisabetta, Bernheim Luisa, Besso Elsa Jolanda, Besso Lina, Besso Menachem, Bick Max Herbert, Bick Paula, Bick
Sigismondo, Bidussa Elsa, Bincer Giovanni, Blinder Etta, Bloch Katherina, Blonder Sara, Boccara Sciaula Dori, Böhm
Michelangelo, Bolaffi Annita, Borgetti Ernestina, Brasch Elsa, Brasch Heinrich, Brauer Jolanda, Brauner Jolanda,
Brogi Giuseppe, Buchsbaum Kurt, Bueno Dino’ Bueno Silla, Bueno Sirio Renzo, Caffaz Ida’ Caivano Angelina, Calò
Fernando, Calò Fiorella, Calò Mario, Calò Matilde, Calò Sara, Camerino Aurelia, Camerino Benvenuta, Camerino Ettore
Felice, Camerino Eugenia, Camerino Jole, Cantoni Margherita, Carmi Adele’ Cassuto Nathan, Chimichi Piero’ Coen
Aronne, Coen Gilda, Coen Giuseppe, Coen Vittorio Angelo, Coen Beninfante Franco, Cohen Rachele, Cohn Erich,
Colombo Alessandro, Colombo Decima, Colombo Elda, Colombo Elsa, Colombo Federico Giacomo, Colombo Rita,
Colonna Leo, Cottignoli Bruno, Cszopp Bernardo, Curiel Amelia, Cuzzeri Amalia, Cuzzeri Elisa, Cuzzeri Irma, Damidt
Erna, Dana Sara, Danon Davide, Danon Joel, David Sandor, De Benedetti Elisa, De Benedetti Ernesta, De Benedetti
Esterina, De Benedetti Giacomo, De Benedetti Vittorio, De Semo Vittorino, Del Vecchio Emma, Della Torre Pia, Della
Pergola Giulio, Dente Anna, Dente Matilde, Dente Moise Morris, Deutsch Nada, Deutsch Zeliko, Diena Ester Wanda,
Di Gioacchino Anna, Dina Salomone Moisè Davide, Dina Smeralda, Disegni Anna, Drechsler Lina Sali, Dresner Lisa, Echl
Barbara, Epstein Simon, Eskenasi Bora, Eskenasi Marina, Fano Bice, Fano Cesare, Fano Fausta, Fano Guglielmo,
Farchy Michele, Feintuch Anna, Feintuch Henia, Feintuch Jakob, Feintuch Manfredo, Feintuch Mayer, Feintuch Rosa,
Feith Maurizio, Feliks Maurizio, Ferrari Angela, Ferro Ferruccio, Fiedler Joseph, Finzi Gina, Finzi Contini Dora,
Fiorentino Iginia, Fiorentino Salvatore, Fiorentino Samuel Emilio, Fitzer Feige Adele, Fleischer Amalia, Foà Augusto,
Foà Bianca, Foà Giacomo, Foà Italo, Foà Wanda Debora, Forti Anna, Forti Elda, Forti Giulio, Forti Ida, Forti Lina, Forti
Lucia, Forti Marianna, Fraenkel Arturo, Fraenkel Walter, Franchetti Olga, Franco Luisa, Frankel Margherita, Frassineti
Alfredo, Frassineti Rodolfo, Fresco Dora, Freund Anna Elena, Friedrich Andrea, Frisch Azriel, Frisch Fritz Efraim,
Frisch Leni, Frisch Max, Fubini Mario, Fuchs Oscar Moritz, Fuerst Arturo, Funaro Mattia Ernesto, Gabbai Salomone,
Galletti Piera, Garda Donato, Geltner Minka Sara, Geltner Renée, Geltner Salomone, Genazzani Lia, Gerstl Matilde,
Ghiron Enrichetta, Giuli Enrica, Giuli Sergio, Goldberg Elisabetta, Goldfarb Rosa, Goldfrucht Lea, Goldschmiedt
Giorgio, Goldstein Oscar, Golombek Elena, Gormezzano Stella, Grauer Marco, Grauer Samuel, Grauer Tito, Grossberger
Francesca, Gruenberger Erico, Guglielmi Gino, Haas Sabine, Haim Giza’ Hakim Matilde, Halua Allegra, Halua Rachele,
Hanau Margherita, Harmik Isak, Harpfen Arturo, Haselnuess Anna, Haselnuess Lea, Hasson Abner, Hasson Edith
Nelly, Hasson Gilberto, Hasson Jean Pierre, Hauser Bela, Hazan Maurizio, Heier Fanny, Heiman Wanda Vera, Hendrix
Gertrude, Herzberg Maddalena, Heymann Clara, Heymann Elena, Hirschen Haendel, Hirschhorn Lea, Hirschl Vera,
Hoffmann Olga, Hohn Zora, Horitzki Adele, Horitzki Regina, Horowitz Gisella, Horvatic Ivana, Jabes Giuseppe Enrico,
Jacchia Beatrice, Jacchia Diana, Jacchia Dina, Jachia Alberto, Jacob Diamante, Jacoby Paolo’ Jeret Marie, Johanan
Anna Adalgisa, Jona Giorgio, Jona Giuseppe, Jona Massimo, Jona Roberto, Jordan Rosa, Jung Bertha, Kabiljo Levi,
Kahlberg Hans, Kalmann Ulrich, Karpeles Anna, Karpeles Arturo, Katz Ethel, Katzenstein Ester, Kaufmann Sofia Sara,
Kirschen Regina Maria, Koen Milo, Koen Nina, Koen Oscar, Koffler Leopoldo, Koffler Michael, Kohn Margherita,
Koretz Amalia, Kramm Emil, Krzentowsky Salomone, Krzentowsky Simeone, Labi Wanda, Lacher Brucha, Landmann
Moses, Landmann Walter Heinz, Laniado Bahia, Lascar Italia, Lascar Luciana, Lascar Wanda, Latis Leone, Latis
Liliana, Lattes Leone Davide, Leblis Giuseppe, Leinberg Marco, Leoni Arturo, Levi Aldo, Levi Aldo, Levi Angelo
Giacomo, Levi Anita, Levi Arrigo, Levi Carlo, Levi Celestina, Levi Cesarina, Levi Clotilde, Levi Elda, Levi Elide, Levi
Elios Natale, Levi Emilia, Levi Emilio, Levi Giannetta, Levi Giuseppe, Levi Margherita, Levi Marietta, Levi Ugo, Levi
Zelinda, Levitan Alessandro, Levy Rudolf, Lind Kurt, Lind Moses, Loewenthal Helmuth, Loewenthal Ugo, Loewy Alice,
Loewy Charlotte, Lublinsky Lipa, Lumbroso Edwin, Luzzatti Silvio, Mano Gioia Perla, Marcos Sara, Matatia Camelia,
Matatia Nino, Mauer Frimeta, Melauri Paolo, Menascè Farida, Menasci Roberto Raffaello, Mendelsohn Abraham,
Mendelsohn Benzion, Mendelsohn Israel, Mendelsohn Jechiel, Mendelsohn Miriam, Mendes Ida, Mendler Leopold,
Millul Egisto Mario, Modiano Flora, Modiano Isacco, Modiano Laura, Modigliani Milena, Molco Oreste Sergio,
Momigliano Ester Tranquilla, Montalcini Virginia, Morais Alberto, Morais Carlo, Morais Graziella, Morpurgo Abram
Alberto, Morpurgo Alice Annetta, Morpurgo Bianca Maria, Morpurgo Maura, Morpurgo Oscar, Moses Clara, Moses
Frieda, Moses Hedwig, Nacamulli Iside, Nacamulli Ruggero, Nagler Giacomo, Nagler Salo, Nathan Fritz, Nathan Fritz,
Nathansen Samuel, Negri Guglielmo, Nemes Maria, Neuberger Ugo, Neufeld Irma, Neufeld Paolina, Norsa Giulio,
Norsa Mario, Norsa Sergio, Norzi Marco, Nuernberg Salomone, Oblath Ivan Gelza, Orefice Edoardo, Orefici Guido,
Orvieto Guido Fortunato, Orvieto Leone Alberto, Osimo Ada, Ostrowka Alfredo, Ottolenghi Dorina, Ottolenghi Enrica,
Ottolenghi Giacomo Salvador David, Ottolenghi Gianni, Ottolenghi Giorgio, Ovazza Ada, Ovazza Alessandro, Pacifici
Loris, Pacifici Luciana, Padovani Grazia Lidia, Paggi Goffredo, Passigli Giuseppe, Passigli Goffredo, Passigli Leone,
Passigli Lidia, Perlmutter Gilmo, Perugia Giacomo, Pescarolo Eleonora, Piazza Angelo, Piazza Maria Luisa, Pickholz
Augusta, Pinsk Regina, Pinto Vera, Pinto Wanda, Piperno Aldrato, Piperno Odorico, Piperno Rambaldo, Piperno Renzo,
Piperno Sigfrido Ezio, Pisetzky Arturo, Plesneri Rachele, Polacco Enrica, Polacco Giulia, Polacco Giuseppe, Polacco
Mosè, Polacco Regina, Popper Alice, Prato Laura, Prister Margherita, Procaccia Aldo, Procaccia Amedeo, Procaccia
Elda, Procaccia Paolo, Rabà Lanciotto, Rabà Lina, Rabbeno Carla, Raffael Emilia, Ragendorfer Benno, Ragendorfer
Lucia, Rajner Darko, Rajner Hela, Reggio Gisella, Reggio Iole, Reggio Rina, Reitzmann Alexander, Revere Ines, Revere
Olga, Richetti Vittorina, Richter Sigfried, Riesenfeld Berthold, Riesenfeld Hans, Rimini Enrichetta, Ritter Ester,
Rodriguez Berta, Rosenberg Friedrich, Rosenberg Otto, Rosenfeld Bertha, Rosenfeld Haim Enrico, Rosenfeld Ottone,
Rosenholz Emilia, Rosenholz Ester Elsa, Rosenholz Leone Lajb, Rosenkranz Feige, Rosenthal Otto, Rossi Sergio
Pellegrino, Roth Sabina, Rozay Teodoro Elia, Rubinfeld Chaim, Rubinfeld Edward, Rubinfeld Enrica, Rutkowski Maria,
Sacerdote Claudio, Sacerdote Giacomo, Sacerdote Laura, Sacerdote Luciana, Sacerdoti Camilla, Sadun Amiel, Sadun
Diodato Gastone, Sadun Lya, Sadun Vittorio Emanuele, Salambrassi Vassiliki Basilia, Samaia Angelo, Sanguinetti
Umberto, Saphier Henni, Schatz Jakob, Schlesinger Luisa, Schnapp Gerda, Schnapp Littman Eisig, Schocenstein
Sonja, Schoenstein Rosette, Schotten Irma, Schulmann Gabriel, Schwertfinger Ester, Segall Maximilian, Segre Alberto,
Segre Annetta, Segre Liliana, Segrè Isidoro, Segrè Marianna Fanny Nella, Servi Fernanda, Servi Lucia, Sezzi Augusto,
Siebzehner Joseph, Silvera Lelio, Silvera Violetta, Simon Max Guenther, Sinigaglia Livia, Sleidinger Arturo, Slukin
Anna, Solal Olga, Sonino Paola, Sorani Aldo, Soria Davide, Spitz Ella, Spizzichino Alfredo, Spizzichino Iride, Spizzichino
Rina, Stabholz Menasse, Staineri Emanuele, Subert Edvige, Syrkus Paul, Talmatzky Gersch, Talmatzky Regina,
Talmatzky Valerio, Tedeschi Eugenia, Tedeschi Giacomo, Tedeschi Mafalda Ida, Tempel Adele Anna, Timberg Sabina,
Todesco Angela, Treves Adelaide, Urbach Kurt, Urbach Leo, Urbach Liliana, Usigli Silvia, Vamos Alberto, Vamos Mira,
Varon Bohor Nahman, Varon Ida, Varon Moisè, Varon Signurù, Verderber Leo, Vigevani Eda Anna Tesaura, Vitale Aldo,
Vitale Cesare Sanson, Vitale Elvira, Vitale Emilia, Vitale Eugenio, Vitale Italo, Vitale Rosa, Vitale Sergio, Vitta Simone,
Vivante Salvatore, Vogelmann Schulim, Vogelmann Sissel Emilia, Waldbaum Meta, Wallach Lotte, Weinberger Haim
Joseph, Weinreich Hilda, Weiss Alfredo, Weiss Felicita, Weiss Franco, Weiss Hermann, Weiss Mira, Weisskopf Alois
Jacob, Weisz Desiderius, Weisz Elisabetta, Weisz Hilda, Wessler Elvira, Wiener Max Israel, Witzmann Ida, Wohlgemuth
Alexander, Wohlgemuth Ella, Wohlgemuth Herta, Wohlgemuth Margherita, Wohlgemuth Max, Wohlgemuth Siegfrid,
Wolf Rachele, Wolfstein Margarethe, Yeni Isak, Yohai Rebecca, Zaccar Allegra, Zaduk Ivan Alfredo, Zamorani Amalia,
Zamorani Elsa, Ziegler Jack, Ziegler Joseph, Ziegler Liana, Ziegler Susanna, Zimmermann Giulia, Zucker Jacob.
I 20 nomi evidenziati sono i nomi di coloro che sopravvissero
alla deportazione [da Liliana Picciotto, Il libro della memoria.
Gli ebrei deportati dall’italia (1943-1945), Mursia, Milano 2002].
23
Per non dimenticare: Sissel Vogelmann di 8 anni, deportata dal Binario 21 il 30 gennaio 1944,
uccisa all’arrivo ad Auschwitz-Birkenau il 6 febbraio 1944.
FONDAZIONE MEMORIALE DELLA SHOAH di MILANO ONLUS
Sede legale: Via Sally Mayer, 2 - 20146 Milano - Codice Fiscale 97475500159
24
Per info: 02 483110223
[email protected] – www.memorialeshoah.it
Per donazioni: INTESA SAN PAOLO
COORDINATA ITALIANA: R 03069 01672 100000000221
IBAN: IT73 R030 6901 6721 0000 0000 221
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