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Trasformazione di socie- tà ed enti

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Trasformazione di socie- tà ed enti
Trasformazione di società ed enti
Tipologie di trasformazione
Con la trasformazione un ente cambia
veste giuridica, passando da un tipo a un
altro (artt. 2498 ss. cod. civ.). Si può trattare
di trasformazione da un tipo di società a un
altro (per esempio: da società in nome collettivo a società in accomandita semplice, da
società in nome collettivo a società a responsabilità limitata), ma anche da ente non
societario a società di capitali e viceversa (per
esempio: da associazione a società per azioni).
Ai fini delle imposte sul reddito occorre
vedere se per effetto della trasformazione:
• muta l’imposta sui redditi applicabile
alla società o ente, poiché un soggetto
IRPEF si trasforma in un soggetto
IRES o viceversa (per esempio: da
società di persone a società di capitali);
• muta la commercialità della società o
ente ai fini delle imposte sui redditi,
poiché un ente non commerciale si
trasforma in un soggetto commerciale per natura o viceversa (per
esempio: da associazione non commerciale a società per azioni).
In relazione a tali profili si possono distinguere cinque tipologie di casi:
1. trasformazione senza effetti sull’imposta sui redditi applicabile e sulla commercialità dell’ente. Si ha nei seguenti
casi:
1) da s.n.c. (o soggetti a essa equiparati dall’art. 5 t.u.i.r.) a s.a.s. (o soggetti a essa equiparati dall’art. 5
t.u.i.r.) e viceversa;
2) dall’uno all’altro dei soggetti seguenti: s.r.l., s.p.a., s.a.p.a., società cooperative, società di mutua assicurazione e qualsiasi tipo di ente commerciale IRES (art. 73, cc. 1, lett. b,
e 2 t.u.i.r.);
3) da un tipo di ente non commerciale
IRES a qualsiasi altro tipo di ente non
commerciale IRES (art. 73, cc. 1,
lett. c e 2, t.u.i.r.);
4) da un tipo di società o ente commerciale non residente a qualsiasi altro
tipo di società o ente commerciale
non residente (art. 73, cc. 1, lett. d,
2.
3.
4.
5.
2 e 5, t.u.i.r.);
5) da un tipo di ente non commerciale
non residente a qualsiasi altro tipo di
ente (diverso dalle società) non commerciale non residente (art. 73, cc.
1, lett. d, 2 e 5, t.u.i.r.);
trasformazione con passaggio da
IRPEF a IRES (senza effetti sulla commercialità dell’ente). Si ha soltanto nel
caso di trasformazione:
1) da s.n.c. o s.a.s. residente (o soggetto equiparato dall’art. 5 t.u.i.r.) a
s.r.l., s.p.a., s.a.p.a., società cooperative o società di mutua assicurazione;
trasformazione con passaggio da
IRES a IRPEF (senza effetti sulla commercialità dell’ente). Si ha soltanto nel
caso di trasformazione:
1) da s.r.l., s.p.a., s.a.p.a., società cooperativa o società di mutua assicurazione a s.n.c. o s.a.s. (o soggetto
equiparato dall’art. 5 t.u.i.r.);
trasformazione con passaggio dalla
non commercialità alla commercialità per natura. Si ha nei seguenti
casi:
1) da un tipo di ente non commerciale
IRES residente (art. 73, cc. 1, lett. c
e 2, t.u.i.r.) a s.r.l., s.p.a. o s.a.p.a.;
2) da un tipo di ente non commerciale
non residente a qualsiasi tipo di
società non residente (art. 73, cc. 1,
lett. d, 2 e 5, t.u.i.r.);
trasformazione con passaggio dalla
commercialità per natura alla non
commercialità. Si ha nei seguenti
casi:
1) da s.r.l., s.p.a. o s.a.p.a. a qualsiasi
tipo di ente non commerciale IRES
residente (art. 73, cc. 1, lett. c e 2,
t.u.i.r.);
2) da qualsiasi tipo di società non residente a qualsiasi tipo di ente non
commerciale non residente (art. 73,
cc. 1, lett. d, 2 e 5, t.u.i.r.).
Passaggio da società a ente non commerciale
Il verificarsi di una trasformazione da soggetto
commerciale per natura in ente non commerciale dipende non solo dal mutamento di forma
giuridica, ma anche dalle circostanze di fatto,
poiché la commercialità di un ente diverso dalle
società (associazioni, fondazione, consorzi e
1
A cura di Novecento media - Settembre 2006
(per maggiori approfondimenti vedi Antonino Spoto - Andrea Aliberti, il Manuale Fiscale 2006,
Fag - Novecento media, Milano, 2006)
così via) dipende dalla sua attività (statutaria ed
effettiva). Pertanto, si ha tale caso soltanto se,
a seguito della trasformazione, lo statuto dell’ente trasformato non prevede quale oggetto
sociale prevalente l’esercizio di un’attività commerciale e una tale attività non è effettivamente svolta.
Ciascuna delle predette cinque tipologie di trasformazione ha un proprio regime ai fini delle
imposte sui redditi.
Trasformazione senza effetti sull’imposta applicabile e sulla commercialità del soggetto
In tali casi la trasformazione:
• è neutra sotto il profilo della determinazione del reddito, poiché non comporta l’emersione delle plusvalenze o minusvalenze latenti (art. 178, c. 1, t.u.i.r.),
né la tassazione delle plusvalenze eventualmente iscritte in sede di trasformazione (artt. 86 e 109 t.u.i.r.);
• è neutra sotto il profilo dell’applicazione
dell’imposta, poiché tutto il reddito prodotto nell’esercizio (prima e dopo la trasformazione) è assoggettato alla
medesima imposta;
• è neutra sotto il profilo formale, poiché,
atteso che non muta l’imposta applicabile, non comporta discontinuità
nelle modalità di dichiarazione del
reddito.
In pratica la società o l’ente trasformato
presenterà un’unica dichiarazione dei redditi
nei termini ordinari, comprendente l’intero
reddito prodotto nel corso del periodo d’imposta in cui è avvenuta la trasformazione.
2.
3.
4.
Trasformazione con passaggio da
IRPEF a IRES
La trasformazione di società di persone in
società di capitali è neutra sotto il profilo
della determinazione del reddito, poiché non
comporta l’emersione delle plusvalenze o
minusvalenze latenti (art. 178, c. 1, t.u.i.r.),
né la tassazione delle plusvalenze eventualmente iscritte in sede di trasformazione (artt.
86 e 109, t.u.i.r.); corrispondentemente i
valori fiscali dei beni rimangono invariati.
Tuttavia:
1. l’esercizio nel quale avviene la trasfor-
5.
mazione si divide in due periodi d’imposta (ris. 18.3.1981, n. 9/2920): il
primo compreso tra l’inizio dell’anno
solare (periodo d’imposta delle società
di persone) e la data di iscrizione dell’atto di trasformazione nel registro
delle imprese (ris. 1.8.1984, n. 9/802);
il secondo compreso tra il giorno successivo alla data dell’iscrizione e la data
di chiusura dell’esercizio della società
risultante dalla trasformazione (chiusura del periodo d’imposta delle società di
capitali) (art. 170, c. 2, t.u.i.r.);
per ciascuno dei due predetti periodi
d’imposta il reddito e la base IRAP
devono essere determinati separatamente, tenendo conto che alcuni componenti di reddito sono ragguagliati alla
durata del periodo (art. 76, c. 2,
t.u.i.r.);
per il primo dei due predetti periodi
d’imposta:
3a) la società deve redigere un apposito conto economico (art. 170,
c. 2, t.u.i.r.);
3b) la società deve determinare il reddito e la base IRAP secondo le regole
applicabili alle società di persone
(art. 170, c. 2, t.u.i.r.);
3c) la società deve presentare un’apposita dichiarazione entro il 7°
mese dell’atto di trasformazione
nel registro delle imprese;
3d) l’IRAP è dovuta dalla società, mentre il reddito (o la perdita) risultante dalla dichiarazione è imputato ai soci, che lo includeranno nella
propria dichiarazione relativa all’anno nel quale è avvenuta la trasformazione;
per il secondo dei due predetti periodi
d’imposta la società redige il bilancio e
presenta la dichiarazione in qualità di
soggetto IRES, secondo le modalità
ordinarie;
le riserve di utili già tassati in capo ai
soci prima della trasformazione, anche
se imputate a capitale in sede di trasformazione, non concorrono a formare il
reddito dei soci in ogni caso di distribuzione (art. 170, c. 3, t.u.i.r.).
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A cura di Novecento media - Settembre 2006
(per maggiori approfondimenti vedi Antonino Spoto - Andrea Aliberti, il Manuale Fiscale 2006,
Fag - Novecento media, Milano, 2006)
Versamenti delle imposte
Acconti e saldi IRPEF:
• la società non è tenuta a versare acconti e
saldi IRPEF, sia prima che dopo la trasformazione.
Acconti e saldi IRES:
• anche dopo la trasformazione la società
risultante non deve versare acconti IRES per
il periodo compreso tra la data della trasformazione e la chiusura dell’esercizio, poiché
tale imposta non risultava dovuta nel periodo d’imposta precedente;
• nel termine ordinario (il giorno 16 del sesto
mese successivo a quello di chiusura dell’esercizio) la società risultante dalla trasformazione deve versare il saldo IRES per il
periodo compreso tra la data della trasformazione e la chiusura dell’esercizio e la
prima rata di acconto IRES per il periodo
d’imposta successivo (calcolato sulla base
della dichiarazione IRES relativa al predetto
periodo compreso tra la trasformazione e la
chiusura dell’esercizio).
Saldo IRAP per l’anno solare precedente:
• indipendentemente dalla data di effetto della
trasformazione, la società deve il saldo
dell’IRAP entro il 16.6 dell’anno solare in cui
ha effetto la trasformazione.
Acconti IRAP per il periodo compreso tra l’1.1 e
la data della trasformazione:
• l’acconto IRAP si determina sulla base della
dichiarazione relativa all’anno solare precedente;
• la prima rata di acconto IRAP deve essere
versata entro il 16.6 (termine per il versamento del saldo della dichiarazione precedente), anche se la trasformazione ha avuto
effetto prima del 16.6 (art. 17, D.P.R. n.
435/2001);
• per la seconda rata di acconto IRAP occorre
distinguere:
a) se la trasformazione ha effetto dopo il
30.11, il versamento va effettuato entro
tale data;
b) se la trasformazione ha effetto entro il
30.6, non v’è un termine per il versamento, poiché la disposizione relativa ai soggetti IRES è inapplicabile, non sussistendo (in tutto o in parte) l’undicesimo mese
del periodo d’imposta (art. 17, c. 3, lett.
b, D.P.R. n. 435/2001).
Saldo IRAP per il periodo compreso tra il 1.1. e
la data della trasformazione:
• la società risultante dalla trasformazione
deve versare il saldo dell’IRAP entro il 20.6
dell’anno di presentazione della dichiarazione
relativa al periodo (art. 17, c. 1, D.P.R. n.
435/2001). Pertanto:
a) se la trasformazione ha effetto entro aprile, la dichiarazione deve essere presentata nello stesso anno e quindi il saldo
dovrebbe essere versato entro il 20.6
dello stesso anno;
b) se la trasformazione ha effetto dall’1.5 in
poi, la dichiarazione deve essere presentata nell’anno successivo e quindi il saldo
dovrebbe essere versato entro il 20.6.
dell’anno successivo.
Tuttavia l’Amministrazione sembra ritenere che
il saldo debba essere versato in ogni caso entro
il termine di presentazione della dichiarazione
(circ. 12.11.1998, n. 263/E).
Acconti IRAP per il periodo compreso tra la data
della trasformazione e la chiusura dell’esercizio:
• l’acconto IRAP si determina in base alla
dichiarazione relativa al periodo compreso
tra l’1.1 e la data della trasformazione (circ.
12.11.1998, n. 263/E);
• la prima rata di acconto IRAP dovrebbe essere versata nel termine previsto per il versamento del saldo IRAP relativo al periodo
compreso tra l’1.1 e la data della trasformazione (art. 17, c. 3, lett. a, D.P.R. n.
435/2001). L’applicazione di tale disposizione di fatto può dare risultati assurdi. Tuttavia
l’Amministrazione sembra ritenere che il versamento debba essere effettuato entro il termine di presentazione della dichiarazione
relativa al periodo compreso tra l’1.1 e la
data della trasformazione (circ. 12 .11.
1998, n. 263/E);
• la seconda rata di acconto IRAP dovrebbe
essere versata entro l’undicesimo mese del
periodo d’imposta (art. 17, c. 3, lett. b,
D.P.R. n. 435/2001). Anche l’applicazione di
tale disposizione di fatto può dare risultati
assurdi.
Saldo IRAP per il periodo compreso tra la data
della trasformazione e la chiusura dell’esercizio:
• la società risultante dalla trasformazione
deve versare il saldo dell’IRAP entro il giorno
20 del sesto mese successivo a quello di
chiusura dell’esercizio.
Trasformazione con passaggio da
IRES a IRPEF
La trasformazione di società di capitali in
società di persone è neutra sotto il profilo
della determinazione del reddito, poiché non
comporta l’emersione delle plusvalenze o
minusvalenze latenti (art. 178, c. 1, t.u.i.r.),
né la tassazione delle plusvalenze eventualmente iscritte in sede di trasformazione (artt.
86 e 109, t.u.i.r.); corrispondentemente i
valori fiscali dei beni rimangono invariati.
Tuttavia:
1. l’esercizio nel quale avviene la trasformazione si divide in due periodi d’im-
3
A cura di Novecento media - Settembre 2006
(per maggiori approfondimenti vedi Antonino Spoto - Andrea Aliberti, il Manuale Fiscale 2006,
Fag - Novecento media, Milano, 2006)
2.
3.
4.
5.
posta (ris. 18.3.1981, n. 9/2920): il
primo compreso tra l’inizio dell’esercizio
(periodo d’imposta delle società di capitali) e la data di iscrizione dell’atto di
trasformazione nel registro delle imprese (ris. 1.8.1984, n. 9/802); il secondo
compreso tra il giorno successivo alla
data dell’iscrizione e la fine dell’anno
solare (periodo d’imposta delle società
di persone) (art. 170, c. 2, t.u.i.r.);
per ciascuno dei due predetti periodi
d’imposta il reddito e la base IRAP
devono essere determinati separatamente, tenendo conto che alcuni componenti di reddito sono ragguagliati
alla durata del periodo (art. 76, c. 2,
t.u.i.r.);
per il primo dei due predetti periodi
d’imposta:
a) la società deve redigere un apposito conto economico (art. 170, c. 2,
t.u.i.r.);
b) la società deve determinare il reddito
e la base IRAP secondo le regole
applicabili alle società di capitali (art.
170, c. 2, t.u.i.r.);
c) la società deve presentare un’apposita dichiarazione entro il 7° mese
(per via telematica) successivo alla
data d’iscrizione dell’atto di trasformazione nel registro delle imprese;
per il secondo dei due predetti periodi
d’imposta la società redige il bilancio e
presenta la dichiarazione in qualità di
soggetto IRPEF, versando l’IRAP e imputando il reddito ai soci secondo le modalità ordinarie;
le riserve di utili (cioè le riserve diverse da quelle costituite con sovrapprezzi
o interessi di conguaglio versati da sottoscrittori di nuove azioni versamenti
dei soci a fondo perduto o in conto capitale, saldi di rivalutazione monetaria
esenti da imposta) esistenti al momento della trasformazione sono tassate in
capo ai soci (secondo le quote di partecipazione alla società post-trasformazione) con il regime dei dividendi:
a) nel caso in cui non risultino iscritte
nel bilancio post-trasformazione, con
l’indicazione della loro origine;
b) nel caso in cui dopo l’iscrizione in
bilancio vengano distribuite o utilizzate per scopi diversi dalla copertura
di perdite (art. 170, cc. 4 e 5,
t.u.i.r.);
6. le eventuali perdite fiscali pregresse
sono utilizzabili in compensazione del
reddito del periodo compreso tra l’inizio
dell’esercizio e la data della trasformazione. Quelle residue continuano a poter
essere utilizzate dalla società trasformata, ma non possono essere imputate
ai soci (ris. 16.5.2005, n. 60/E).
Versamenti delle imposte
Acconti e saldi IRPEF:
• la società non è tenuta a versare acconti e
saldi IRPEF, sia prima che dopo la trasformazione.
Saldo IRES e IRAP per il periodo anteriore a
quello in cui ha effetto la trasformazione:
• la società, anche dopo la trasformazione,
deve presentare la dichiarazione IRES e IRAP
e versare il relativo saldo alle scadenze ordinarie.
Acconti IRES e IRAP per il periodo compreso tra
l’inizio dell’esercizio e la data della trasformazione:
• l’acconto IRES può essere determinato sulla
base della dichiarazione relativa al periodo
antecedente a quello della trasformazione
ovvero con il metodo c.d. previsionale;
• la prima rata dell’acconto IRES e IRAP deve
essere versata entro il giorno 16 del sesto
mese successivo alla chiusura dell’esercizio
precedente (art. 17, c. 3, lett. a, D.P.R. n.
435/2001);
• per la seconda rata dell’acconto IRES occorre distinguere:
a) se la trasformazione ha effetto dopo l’ultimo giorno dell’undicesimo mese dell’esercizio, la seconda rata deve essere versata
entro tale data (art. art. 17, c. 3, lett. b,
D.P.R. n. 435/2001);
b) se la trasformazione ha effetto prima, la
seconda rata non è dovuta;
• per la seconda rata dell’acconto IRAP occorre distinguere:
a) se la trasformazione ha effetto dopo l’ultimo giorno dell’undicesimo mese dell’esercizio, la seconda rata deve essere versata
entro tale data (art. 17, c. 3, lett. b), n.
435/2001);
b) se la trasformazione ha effetto prima, la
seconda rata deve essere versata entro
novembre (art. 17, c. 3, lett. b, n.
435/2001).
Saldo IRES e IRAP per il periodo compreso tra
l’inizio dell’esercizio e la data della trasformazione:
• la società deve versare il saldo IRES e IRAP
entro il giorno 16 del sesto mese successivo
a quello della trasformazione.
Acconti IRAP per il periodo compreso tra la data
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A cura di Novecento media - Settembre 2006
(per maggiori approfondimenti vedi Antonino Spoto - Andrea Aliberti, il Manuale Fiscale 2006,
Fag - Novecento media, Milano, 2006)
della trasformazione e il 31.12:
• l’acconto IRAP si determina in base alla
dichiarazione relativa al periodo compreso
tra l’inizio dell’esercizio e la data della trasformazione (circ. 12.11.1998, n. 263/E);
• la prima rata di acconto IRAP dovrebbe essere versata nel termine previsto per il versamento del saldo IRAP relativo al periodo
compreso tra l’inizio dell’esercizio e la data
della trasformazione (art. 17, c. 3, lett. a,
D.P.R. n. 435/2001). L’applicazione di tale
disposizione di fatto può dare risultati assurdi. Tuttavia l’Amministrazione sembra ritenere che il versamento debba essere effettuato
entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo compreso tra l’inizio dell’esercizio e la data della trasformazione (circ. 12.11.1998, n. 263/E);
• la seconda rata di acconto IRAP dovrebbe
essere versata entro il 30.11 (art. 17, c. 3,
lett. b, D.P.R. n. 435/2001). Anche l’applicazione di tale disposizione di fatto può dare
risultati assurdi.
Saldo IRAP per il periodo compreso tra la data
della trasformazione e il 31.12:
• la società risultante dalla trasformazione
deve versare il saldo dell’IRAP entro il 20 .6.
dell’anno successivo.
Trasformazione di ente non commerciale in società di capitali
La trasformazione di un ente non commerciale in società di capitali è neutra sotto i profili formali, poiché:
• tutto il reddito prodotto nell’esercizio
(prima e dopo la trasformazione) è
assoggettato all’IRES;
• atteso che non muta l’imposta applicabile, non vi è necessità di suddividere
l’esercizio in due periodi d’imposta e
presentare apposite dichiarazioni.
In pratica la società risultante presenterà
un’unica dichiarazione dei redditi nei termini ordinari, comprendente l’intero reddito
prodotto nel corso del periodo d’imposta in
cui è avvenuta la trasformazione.
Di contro può non essere neutra sotto i
profili sostanziali, poiché a seguito della
trasformazione i beni e gli altri elementi del
patrimonio dell’ente non commerciale diventano beni d’impresa e quindi mutano regime
fiscale. Tuttavia, se l’ente non commerciale
esercita un’attività commerciale (in via non
principale), le relative attività e passività sono
già in regime d’impresa. Pertanto vi sono
discipline diverse per il patrimonio aziendale e
per quello non aziendale.
Patrimonio aziendale - Per ciò che concerne le attività e passività relative all’attività
commerciale eventualmente già esercitata
dall’ente non commerciale:
• le eventuali plusvalenze o minusvalenze latenti non si considerano realizzate, anche se sono iscritte in bilancio in
occasione della trasformazione;
• si mantengono i valori fiscalmente
riconosciuti e la continuità negli
ammortamenti e in tutte le altre posizioni fiscali relative al patrimonio aziendale (stratificazione delle rimanenze,
svalutazioni di crediti e relativi accantonamenti ecc.) (art. 171, c. 2, t.u.i.r.).
Patrimonio non aziendale - Per ciò che concerne i beni, i crediti, i debiti e gli altri elementi patrimoniali non relativi ad attività
commerciali la trasformazione produce gli
effetti di un conferimento posto in essere
al di fuori dell’esercizio d’impresa. Pertanto:
• le eventuali plusvalenze o minusvalenze
latenti si considerano realizzate in base
al valore normale del bene e sono
assoggettate a tassazione qualora si
tratti di beni e diritti produttivi di redditi diversi;
• per effetto della trasformazione in
società i beni e gli altri elementi patrimoniali diventano attività e passività
relative all’impresa con costo d’acquisto
(e quindi valore fiscale) pari al valore
normale (art. 171, c. 2, t.u.i.r.).
Trasformazione di società di capitali
in ente non commerciale
La trasformazione di una società di capitali in ente non commerciale è neutra sotto i
profili formali, poiché:
• tutto il reddito prodotto nell’esercizio
(prima e dopo la trasformazione) è
assoggettato all’IRES;
• atteso che non muta l’imposta applicabile, non vi è necessità di suddividere
l’esercizio in due periodi d’imposta e
presentare apposite dichiarazioni.
In pratica l’ente risultante presenterà
un’unica dichiarazione dei redditi nei termini ordinari, comprendente l’intero reddito
prodotto nel corso del periodo d’imposta in
cui è avvenuta la trasformazione.
Di contro può non essere neutra sotto i
profili sostanziali, poiché a seguito della
5
A cura di Novecento media - Settembre 2006
(per maggiori approfondimenti vedi Antonino Spoto - Andrea Aliberti, il Manuale Fiscale 2006,
Fag - Novecento media, Milano, 2006)
trasformazione i beni e gli altri elementi del
patrimonio dell’ente possono perdere la natura di beni d’impresa e quindi mutare regime
fiscale. Tuttavia, se l’ente non commerciale
continua a esercitare un’attività commerciale
(in via non principale), le attività e passività
che confluiscono nell’azienda relativa mantengono il regime dei beni d’impresa.
Pertanto vi sono discipline diverse per il patrimonio “decommercializzato” e per quello
“non decommercializzato”.
Patrimonio non decommercializzato - Per
ciò che concerne le attività e passività che
confluiscono nell’eventuale azienda dell’ente
non commerciale:
• le eventuali plusvalenze o minusvalenze latenti non si considerano realizzate, anche se sono iscritte in bilancio in
occasione della trasformazione;
• si mantengono i valori fiscalmente
riconosciuti e la continuità negli
ammortamenti e in tutte le altre posizioni fiscali relative al patrimonio aziendale (stratificazione delle rimanenze,
svalutazioni di crediti e relativi accantonamenti ecc.) (art. 171, c. 1, t.u.i.r.).
Patrimonio decommercializzato - Per ciò
che concerne i beni, i crediti, i debiti e gli altri
elementi patrimoniali che non confluiscono in
un’eventuale azienda dell’ente non commerciale, la trasformazione produce gli effetti di
una destinazione di beni a finalità estranee all’esercizio dell’impresa. Pertanto:
• le eventuali plusvalenze o minusvalenze latenti si considerano realizzate
in base al valore normale dei beni e
sono assoggettate a tassazione come
redditi d’impresa;
• per effetto della trasformazione in
società, i beni e gli altri elementi patrimoniali diventano attività e passività
non relative all’impresa con costo d’acquisto (e quindi valore fiscale) pari al
valore normale (art. 171, c. 1, t.u.i.r.).
Riserve e perdite fiscali riportabili - Le
riserve di utili (cioè le riserve diverse da quelle costituite con sovrapprezzi o interessi di
conguaglio versati da sottoscrittori di nuove
azioni, versamenti dei soci a fondo perduto o
in conto capitale; saldi di rivalutazione monetaria esenti da imposta) esistenti al momento
della trasformazione sono tassate in capo ai
soci o associati con il regime dei dividendi:
1. nel caso in cui non risultino iscritte nel
bilancio post-trasformazione, con l’indicazione della loro origine (art. 171, c. 1,
lett. b), t.u.i.r.);
2. nel caso in cui vengano distribuite o utilizzate per scopi diversi dalla copertura
di perdite (art. 171, c. 1, lett. a),
t.u.i.r.).
Poiché il riporto delle perdite fiscali è
consentito soltanto nell’ambito del reddito
d’impresa, a seguito della trasformazione le
eventuali perdite pregresse sono utilizzabili
soltanto se l’ente non commerciale continua a
svolgere un’attività commerciale e quindi produce redditi d’impresa.
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A cura di Novecento media - Settembre 2006
(per maggiori approfondimenti vedi Antonino Spoto - Andrea Aliberti, il Manuale Fiscale 2006,
Fag - Novecento media, Milano, 2006)
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