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I capraiesi nella Marina Elbana

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I capraiesi nella Marina Elbana
I capraiesi
nella Marina
Elbana
di Roberto Moresco
D
Buona parte
degli equipaggi
della piccola forza
navale di Napoleone,
nell’esilio dell’Elba,
erano capraiesi
opo la disastrosa ritirata dalla
Russia alla fine
del 1812, Napoleone è
costretto a contrastare
la sesta coalizione dei
sovrani europei (Russia,
Inghilterra, Prussia, Austria, Portogallo, Svezia
e Sicilia). Dopo una serie di battaglie vittoriose in Germania, nell’ottobre del 1813 viene
sconfitto a Lipsia nella
cosiddetta battaglia delle Nazioni e gli eserciti della coalizione si apprestano ad entrare in Francia.
Nel febbraio del 1814 Napoleone sconfigge a più
riprese le forze nemiche che sono ormai penetrate
sul suolo francese ma non riesce ad impedire l’entrata dei Russi e dei Prussiani in Parigi il 31 marzo
del 1814. Ritiratosi a Fontainebleau con i resti della sua Guardia Imperiale, il 4 aprile abdica in favore del figlio, ma il 6 aprile è costretto ad accettare
una resa incondizionata che viene ratificata il 14
aprile con il Trattato di Fontainebleau.
Nel trattato gli viene concesso di mantenere per se
il titolo di Imperatore e per la moglie Maria Luisa
quello di Imperatrice, e gli vengono assegnati la signoria sull’isola d’Elba, una corvetta e i mezzi di
trasporto necessari per trasferirvi la sua guardia,
formata da un distaccamento di quattrocento volontari. La corvetta, dopo il trasporto, rimarrà di
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proprietà dell’Imperatore. Il porto d’imbarco
per l’isola d’Elba viene
fissato a Saint Tropez.
Napoleone, con la sua
corte, lascia Fontainebleau il 20 aprile, ma
invece di dirigersi a
Saint Tropez, a causa
delle strade in cattive
condizioni, devia per il
porto di Fréjus dove il
28 aprile si imbarca sulla fregata inglese Undaunted. In realtà, avrebbe dovuto imbarcarsi sul
brick francese L’Inconstant che gli era stato assegnato in proprietà e che si trovava ad attenderlo a
Saint Tropez insieme alla fregata francese Dryade
che deve scortarlo. Quando i due navigli vengono
informati dell’avvenuto imbarco dell’Imperatore,
si recano a Tolone, mentre il 4 maggio Napoleone
sbarca a Portoferraio e prende possesso dell’isola
che gli è stata assegnata.
L’Inconstant, dopo essere stato revisionato a Tolone, il 25 maggio raggiunge, sempre scortato dalla
Dryade, Portoferraio nell’isola d’Elba. Il 27 l’Inconstant, privo di equipaggio, viene consegnato ufficialmente a Napoleone che ne affida il comando
al guardiamarina François Louis Taillade, che il 29
maggio viene promosso tenente di vascello e comandante della marina elbana. Taillade fa innalzare sull’Inconstant la bandiera del regno elbano.
Una piccola forza
navale
Dopo la partenza dei vascelli che lo avevano scortato, Napoleone si ritrova
ai primi di giugno 1814 con
una piccola flottiglia così
composta: il brick L’Inconstant privo di equipaggio;
tre avvisi, l’Abeille, la Mouche, la Caroline, acquistati
in loco; tre lance dedicate
al servizio dell’Imperatore
e della sua casa.
L’Inconstant era stato costruito a Livorno tra il 1809
e il 1811 e fu varato il 28
novembre 1811 alla presenza della granduchessa
Elisa, sorella di Napoleone.
Aveva una lunghezza di circa 32 metri, una larghezza
di 8,7, un pescaggio di 3,5,
e un dislocamento di 350
tonnellate. Aveva trinchetto e albero maestro con una
Una mappa dell’epoca mostra l’isola d’Elba che, dal mare, fronteggia il principato di Piombino;
velatura di 750 metri quain apertura, la bandiera della piccola Marina napoleonica del periodo elbano
dri. Era armato (al momento della consegna a Napoleone) con 18 carronate da
mente per il trasporto di derrate e rifornimenti dal
18 libbre. Gli effettivi erano di 95 uomini in temcontinente all’isola d’Elba.
po di guerra e 79 uomini in tempo di pace.
L’arruolamento dei capraiesi, che costituiscono la
La prima preoccupazione dell’Imperatore è quella
parte principale dell’equipaggio dei due bastimendi trovare gli uomini necessari a formare l’equipagti,
è stato facilitato dalla situazione in cui si trova
gio dell’Inconstant. Poiché la ricerca di marinai in
l’isola
dopo gli avvenimenti che da oltre mezzo seloco si rivela difficile, suoi emissari si recano all’isocolo ne hanno alterato l’economia.
la di Capraia e a Genova. Un gruppo di dodici capraiesi viene esaminato a bordo del brick il 26 luLa marineria capraiese
glio. Mentre l’arruolamento dei marinai si rivela
Tra la seconda metà del Seicento e la prima metà
difficile tanto da dover fissare l’organico a 60 uodel Settecento, sotto il dominio della Repubblica
mini, quello degli ufficiali si risolve in pochi giordi Genova, gli abitanti di Capraia si sono riconverni: entro agosto l’equipaggio può dirsi completato.
titi
da contadini e pescatori in abili marinai e
Il 5 agosto, Napoleone, per rinforzare la sua maricommercianti.
na militare, decide di acquistare lo sciabecco EtruLa loro flotta di gondole (robusti e capaci lancioni
sco dal capitano e proprietario Marcantonio Bertoche niente hanno a che vedere con le più famose
lani di Portoferraio e lo ribattezza Étoile. È un baimbarcazioni veneziane) nei primi decenni del
stimento di 83 tonnellate con un equipaggio di 16
Settecento si è sviluppata a tal punto di diventare
uomini, che Napoleone affida al guardiamarina
una delle più importanti nel cabotaggio nell’alto e
Richon e fa armare con piccoli cannoni. Anche
medio Tirreno. I marinai di Capraia godono di
per l’equipaggio dello sciabecco è necessario armolta stima per la loro perizia e il loro coraggio
ruolare dei marinai a Genova e all’isola di Capraia.
nel navigare anche in avverse condizioni.
Lo sciabecco, nel 1814, viene utilizzato essenzial-
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La decisione di Pasquale Paoli di impadronirsi dell’isola nel 1767 e la cessione della Corsica da parte
della Repubblica di Genova alla Francia, portano
ad un primo arresto di questo sviluppo. Lo scoppio della rivoluzione francese e la lotta tra Francesi e Inglesi per l’egemonia nel Mediterraneo (Nelson occupa Capraia, nel 1796, per oltre un mese e
le truppe francesi la occupano nel 1801) infliggono un colpo mortale alla vita dell’isola.
Quando, nel 1803, Napoleone impone alla Repubblica Ligure la cessione dell’isola alla Francia e successivamente la annette alla Corsica (Dipartimento del Golo), numerose famiglie capraiesi (oltre
trecento persone in un decennio) si trasferiscono
in Corsica alla ricerca di una migliore condizione
di vita.
Gli arruolamenti forzati, imposti da Napoleone per
formare gli equipaggi della sua flotta, impoveriscono ulteriormente l’economia dell’isola, sottraendole esperti marinai, ma adesso, in queste condizioni,
i superstiti marinai capraiesi accettano ben volentieri l’arruolamento proposto nella sua nuova, piccola Marina, con la speranza di una paga sicura.
Ma ritorniamo alla breve storia della marina elbana di Napoleone seguendo le vicende dei due bastimenti più importanti.
A partire dal luglio, a L’Inconstant spettano le missioni di maggior prestigio. La prima lo porta a Genova per imbarcare molte vettovaglie ed alcuni
patrioti milanesi che vogliono fare delle proposte
all’Imperatore. Rientrato a Portoferraio, riparte subito per Civitavecchia con l’ordine di imbarcare in
quel porto la madre dell’Imperatore, che però si
trova a Livorno. A Civitavecchia imbarca solo i bagagli della madre dell’Imperatore e rientra a Portoferraio.
Il 20 agosto, riparte per Genova con a bordo un
emissario di Napoleone incaricato di una missione
presso l’Imperatrice Maria Luisa che Napoleone
spera di convincere a raggiungerlo con il figlio all’isola d’Elba. L’Inconstant attende invano a Genova
l’arrivo dell’Imperatrice fino ai primi di settembre,
poi rientra a Portoferraio. Da questo porto, il brick
si sposta a Portolongone per dare la caccia a due
vascelli di corsari algerini. Intorno al 20 settembre,
porta Napoleone all’isola di Pianosa dove l’Imperatore si ferma per tre giorni. Verso la fine del mese,
riparte prima per Civitavecchia e poi Baia, per imbarcare Paolina Borghese, sorella dell’Imperatore
che il primo novembre sbarca a Portoferraio.
Tra il 22 e il 23 dicembre, il brick riparte per Civitavecchia per caricare del grano e condurvi André
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Ramolino, cugino della madre dell’Imperatore, incaricato da Napoleone di recarsi a Roma per contattare degli emissari di Gioacchino Murat, re di
Napoli.
Il due gennaio 1815, l’Inconstant riparte da Civitavecchia con il suo carico di grano e Ramolino, rientrato dalla sua missione a Roma. Ma il viaggio di ritorno si rivela difficile a causa delle condizioni del
mare e di un forte vento di grecale che sorprende la
nave all’altezza di Giannutri e la costringe a mettersi alla cappa e a lasciarsi spingere verso la Corsica dove si mette al riparo dal vento e dai flutti nel
golfo di Saint Florent.
Questa sosta si prolunga fino all’11 gennaio, per riparare i danni e in attesa di un tempo favorevole.
Lasciato il riparo di Saint Florent e superato il Capo
Corso, un forte vento di libeccio spinge il brick verso Capraia ma il comandante riesce a mantenere la
rotta per Portoferraio dove arriva verso sera ma
non entra nel porto a causa dell’oscurità.
Alle prime luci dell’alba, il comandante Taillard dà
ordine di entrare nella rada e di calare due ancore
ma queste non tengono e arano e il brick si arena
sulla spiaggia di Bagnaia dopo aver sparato una
cannonata per segnalare di essere in pericolo.
Adesso però rischia di finire in pezzi e i marinai,
mezzi nudi, si danno da fare per cercare di salvare
il vascello: per alleggerirlo scaricano il carico di grano e i cannoni, poi con l’aiuto di diversi battelli
viene trascinato nel porto per essere riparato. Napoleone ordina un’inchiesta sull’accaduto e, il 18
gennaio, nomina il capitano di fregata Jean-Francois Chautard nuovo comandante de L’Inconstant.
La decisione di Napoleone
Nel frattempo, Napoleone ha maturato la decisione di ritornare in Francia, spinto dalle continue
sollecitazioni dei bonapartisti, dalla notizia che a
Vienna nelle discussioni del congresso per la pace
si stava parlando di relegarlo in un’isola più lontana dalle coste francesi, e dal rifiuto dell’Imperatrice Maria Luisa di raggiungerlo all’isola d’Elba con
il figlio.
A metà febbraio, la decisione viene presa e Napoleone dà ordini affinché L’Inconstant venga riparato e messo in condizione di navigare. Tutto deve
essere pronto per la partenza prevista tra il 24 e il
25 febbraio. I lavori di riparazione terminano il 22
febbraio e subito si incomincia a caricare viveri e
munizioni per la spedizione.
L’equipaggio dell’Inconstant prima della partenza è
formato da 59 persone così ripartite:
Una rievocazione storica dei nostri giorni all’Elba; alle spalle del figurante che impersona Napoleone è Roustam, sua guardia del corpo mamelucca che ebbe in dono durante la campagna d’Egitto, nota come “il mamelucco dell’Imperatore”
10 ufficiali e aspiranti; 3 sottocapi; 6 sottufficiali
(4 di Capraia: 2 timonieri, 1 calafato, 1 carpentiere); 19 marinai veterani di 1ª classe (8 di Capraia);
7 marinai di 2ª classe (2 di Capraia); 6 marinai di
3ª classe (5 di Capraia); 1 addetto ai viveri; 5 novizi (2 di Capraia).
I capraiesi sono più di un terzo dell’equipaggio
(50% della bassa forza) e la maggior parte sono
stati arruolati nel 1814. Il ruolo di equipaggio de
L’Inconstant del 1815, depositato nell’Archivio della Marina Francese a Tolone, permette di conoscere i loro nomi e le loro qualifiche. Tra i loro cognomi compaiono quelli delle famiglie che più hanno
contribuito allo sviluppo della marineria capraiese: Chiama, Cuneo, Gregorj, Sussone, Sesini, Olivieri, Trama.
Ma L’Inconstant da solo non è in grado di portare
tutta la truppa, i rifornimenti necessari al viaggio e
il personale della casa imperiale. Viene perciò affiancato dallo sciabecco L’Étoile, dalla polacca fran-
cese Saint-Esprit, requisita da Napoleone mentre si
trovava a Portoferraio, e da due pinchi di Rio.
L’equipaggio de L’Étoile prima della partenza è formato da 18 persone così ripartite: 2 ufficiali; 3 sottocapi; 1 sottufficiale (di Capraia, timoniere); 11
marinai di 1ª classe (4 di Capraia); 1 mozzo (di Capraia). Come si vede in entrambi i bastimenti uno
degli incarichi più delicati, quello di timoniere, è
affidato ai capraiesi.
Il 26 febbraio, alle due del pomeriggio, viene dato
l’ordine di imbarcare la truppa. Alle sette della sera,
Napoleone, in carrozza, lascia la sua residenza dei
Mulini e si dirige all’imbarcadero dove lo attende la
lancia imperiale che lo porta a bordo de L’Inconstant.
Il viaggio non è privo di pericoli in quanto vascelli inglesi e francesi sono stati posti a sorvegliare le
rotte che dall’isola d’Elba portano verso le coste
francesi, poiché da qualche tempo si era sparsa la
voce che Napoleone si preparava a lasciare il suo
piccolo regno.
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“Napoleone si imbarca da Portoferraio per la Francia il 15 febbraio 1815”, olio su tela di Joseph Beaume conservato nel Museo di Versailles
Un trasferimento pericoloso
Verso le nove della sera, la flottiglia lascia Portoferraio, doppia il capo Sant’Andrea e prende la rotta di
nord-ovest per evitare un incontro con la corvetta
inglese Partrigde, che si sapeva di ritorno da Livorno.
Mare calmo e poco vento. Solo alle otto del mattino L’Inconstant si trova all’altezza di Capraia. Nella
mattinata si scorge in lontananza il Partridge che
però non avvista la flottiglia e continua la sua rotta per Portoferraio.
Nel primo pomeriggio, superata Capraia, si scorgono due fregate francesi all’altezza della Corsica,
ma L’Inconstant prosegue la sua rotta verso NordNord-Ovest. Al calar del sole viene scorto un vascello che ben presto viene riconosciuto per il
brick francese Zephir, diretto a Livorno per ricevere ordini relativi alla sorveglianza delle mosse di
Napoleone.
I due vascelli marciano in senso opposto e ben
presto lo Zephir è a portata di voce e tra i due vascelli si scambiano delle conversazioni senza che il
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comandante francese si renda conto che L’Inconstant porta a bordo l’Imperatore. Durante la notte,
mentre il vento rinfresca, L’Inconstant perde di vista gli altri bastimenti della flottiglia che navigavano in ordine sparso per non farsi riconoscere.
Il 28 febbraio al levar del sole si scorgono le montagne della Riviera di Genova e verso sera appaiono le montagne che dominano il Capo de la Garoupe nella Riviera francese. Il primo marzo, alle
luci dell’alba, vengono scorti gli altri vascelli della
flottiglia. L’Inconstant fa ora rotta sul Golfo Juan
nei pressi di Antibes e durante la mattinata si avvicina sempre più alla costa; alle due del pomeriggio
viene gettata l’ancora. Subito inizia lo sbarco, prima le truppe e poi, verso le quattro del pomeriggio, l’Imperatore.
Lasciamo qui Napoleone che dà inizio alla campagna dei Cento Giorni che si concluderà con la
sconfitta di Waterloo (18 giugno 1815), la sua seconda abdicazione (22 giugno), e il suo esilio a
Sant’Elena.
Ambroise Louis Garneray: ”Ritorno dall’Isola d’Elba”, olio su tela; il quadro rappresenta il momento del fortuito incontro tra il brigantino napoleonico Inconstant e quello francese Zephir
Seguiamo invece gli spostamenti successivi de L’Inconstant e la sorte dei marinai capraiesi. Il 2 marzo
la flottiglia elbana, su ordine di Napoleone, lascia il
Golfo Juan e si divide in due gruppi: L’Inconstant e
l’Ètoile fanno rotta per il regno di Napoli in attesa
dello svolgimento degli eventi in Francia, mentre il
resto dei vascelli ritorna all’isola d’Elba.
L’Inconstant arriva a Gaeta il 9 marzo e in quel porto
ripara i danni che ha subito in precedenza e poi si
muove tra Gaeta, Castellamare, Baia, e Napoli. Il 13
maggio parte da Gaeta, di scorta alla fregata Dryade
sulla quale erano imbarcati la madre dell’Imperatore, Girolamo Napoleone Re di Napoli e il cardinale
Fesch, zio di Napoleone, e fa rotta verso Nord.
Il 18 maggio, a causa del cattivo tempo, fa scalo a
Bastia da dove riparte la sera del 19 insieme alla
Dryade. Durante la sosta a Bastia tre capraiesi dell’equipaggio, Costanzo Trama, Leonardo Sussoni,
Nicola Chiama, non si presentano a bordo al mo-
mento della partenza. I due vascelli arrivano nel
Golfo Juan il 22 maggio da dove ripartono per Tolone il 23, dopo che la Dryade ha sbarcato gli illustri passeggeri.
Anche l’Étoile parte da Napoli il 21 maggio con a
bordo diversi ufficiali francesi, e il 29 arriva a Tolone. Il 14 giugno, buona parte dell’equipaggio dell’Étoile, tra cui nove capraiesi, viene trasferito su
L’Incostant.
Con la caduta di Napoleone, i due vascelli vengono
messi in disarmo il 2 luglio. Gli equipaggi vengono
trasferiti sulle due navi da guerra l’Agamemnon e lo
Sceptre. Il ministro della Marina dà ordine che le paghe arretrate e maturate nel breve periodo napoleonico, non vengano pagate. Un solo capraiese, Nicola Lucari, dà le dimissioni e ritorna a casa. Degli altri, che senza rendersene conto erano stati partecipi
di un evento gravido di conseguenze per tutta l’Europa, non si hanno altre notizie.
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