La problematica della determinazione del rilascio delnichel
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La problematica della determinazione del rilascio delnichel
L’allergia da Nichel Il problema La regolamentazione Le norme EN 1810 ed EN 1811:1998 La norma EN 1811:1998/A1:2008 Le norme EN 1811:2011 ed EN 16128 La norma EN 16677 per gli occhiali Il problema Le reazioni allergiche in generale costituiscono un problema crescente; Il Ni è uno dei principali responsabili di dermatiti allergiche in Europa: circa il 20% della popolazione femminile ne è interessato; la reazione allergica da Nichel è provocata dall’assorbimento di ioni di da parte della pelle che causa la sensibilizzazione in soggetti predisposti; Il primo passo per provocare la sensibilizzazione è dunque la corrosione del metallo cioè la formazione dello ione solubile per ossidazione. Il problema Una lega non è semplicemente una miscela di metalli, bensì una squadra dove i singoli costituenti non sono entità separate ma interagiscono l’un l’altro influenzando reciprocamente la reattività; L’alpacca contiene circa il 12% di Ni ed ha un elevato rilascio, l’acciaio 316 ha un contenuto del 16% ed è usato nelle protesi ortopediche (chiodi, fili ecc.) che sono inserite nel corpo in quanto non ne rilascia affatto ; Quindi non si può correlare il contenuto nella lega con la propensione alla corrosione. La regolamentazione Il 26 Luglio 1976 è stata prodotta la Nickel Directive 76/769/EEC dove nell’Annex I Clause 28 “Conditions of restriction”, si mettevano sotto controllo 3 classi di prodotti : 1. Piercing 2. Oggetti in contatto diretto e prolungato con la pelle; nello specifico: collane, braccialetti, anelli, cinturini per orologi, bottoni a rivetto e cerniere per indumenti 3. Oggetti in contatto diretto e prolungato con la pelle aventi un rivestimento non contenente Ni e in grado di assicurare che non vi sia migrazione… La regolamentazione Dato che la sensibilità alla corrosione e quindi il rilascio dello ione non dipendono dal contenuto di Ni ma dai reagenti cioè il tipo di lega e il sudore o altro (es. il plasma sanguigno), è stato ritenuto necessario definire un limite al rilascio che, nella Direttiva 94/27/EEC, è specificato in 0.5 µg/cm2/week; È estremamente complesso e vi è una grande incertezza nel misurare i processi di migrazione tanto più se uno dei reagenti, nella fattispecie il sudore, è estremamente soggettivo e quindi difficile da standardizzare; Nel 1991 il CEN/TC 283 WG4 “Health and safety aspects with special reference to nickel allergy” viene incaricato di definire il metodo analitico che si concretizza nella norma EN 1811:1998. Le norme EN 1811:1998 e EN 1810 La procedura della EN 1811:1998 consiste nell’immergere la superficie da testare in una soluzione di sudore sintetico per una settimana e poi analizzare lo ione di Nichel contenuto nella soluzione stessa; Dati i risultati del test di validazione finale derivato da un European Interlaboratory trial dove fu riscontrata una variazione dei dati fra gli 8 laboratori partecipanti superiore al 120%, fu inserito un fattore di correzione del risultato analitico equivalente a 0.1 il quale andava però, di fatto, a modificare la disposizione del legislatore portando il limite a 5 µg/cm2/week; Per quanto concerne il piercing, si stabilì che il materiale impiegato per la fabbricazione dovesse avere un contenuto di Ni inferiore allo 0,05% in peso sul totale della massa ed essere testato con la norma EN 1810. Ciò però presuppone che il pezzo sia fabbricato tutto con una lega omogenea. La norma 1811:1998 In conseguenza di uno studio dell’ LGC che stabiliva un rapporto di 2,5 fra il rilascio a contatto del sudore e quello a contatto con il plasma sanguigno, la Direttiva 2004/96/EC stabiliva che, per i body piercing post assemblies, il limite di rilascio dovesse essere inferiore a 0.2 µg/cm2/week; Nel 2005 il CEN istituiva il CEN/TC 347 “Metodi per l’analisi degli allergeni” e il Task Group 1 Metals; con il Mandato M/414 del 25 Giugno 2007, la Commissione Europea lo incaricava di rivedere la norma EN 1811:1998 per introdurre il limite del piercing e di eliminare o ridurre il fattore di correzione. La norma 1811:1998/A1:2008 Con voto non unanime (contrari Italia, Francia e Svizzera) il limite 0.2 µg/cm2/week è stato annesso alla norma esistente che divenne EN 1811:1998/A1:2008 e dove dunque la stessa simulazione e la stessa procedura viene utilizzata per testare prodotti aventi esposizione dermatologica di gran lunga differente: il piercing è classificato dai dermatologi come penetrating exposure ed è unanimemente ritenuto il principale responsabile della sensibilizzazione; Braccialetti, collane, anelli, fibbie o montature per occhiali sono classificati dai dermatologi come open exposure La norma 1811:2011 Dopo 5 anni di lavoro, 11 Stages sperimentali e un European Interlaboratory trial con 15 laboratori partecipanti, la norma rivista EN 1811:2011 è stata approvata con voto non unanime; La 1811:2011, al di là di migliori e più dettagliate istruzioni per la procedura, differisce da quella del 1998: per il titolo, che mette il piercing in primo piano; per la formulazione del sudore; per il trattamento dei dati che adotta l’incertezza di misura in luogo del fattore di correzione. Il trattamento dei dati nella norma EN1811:2011 Rapporto tra il valore misurato, l’incertezza di misura e il valore limite Certottica 10 Il trattamento dei dati nella norma EN 1811:2011 Data l’incertezza estesa sulla determinazione del rilascio ut,r= 46% e dato il fattore di espansione dovuto alla misura dell’area k(α)= 1,65 derivati da un inter-laboratory test, ne conseguono i limiti in tabella che ,ovviamente, differiscono a seconda del valore di soglia. Limite [µg/cm2/w] 0,5 caso I ≥ 0,88 0,2 esito ≥ 0,35 failed No clear decision III 0,28 ≤ risultato ≤ 0,88 0,11 ≤ risultato ≤ 0,35 IV ≤ 0,28 ≤ 0,11 pass II No clear decision Causa di dermatiti Articolo Orecchini Cinturini per orologi Bottoni Collane Anelli Cerniere Braccialetti Spectacles % 21 19 14 12 11 11 8 3 Source: ROY RUSHFORTH B.Sc. Formerly Development Director, The Assay Office, Birmingham, England† Certottica 12 La norma per gli occhiali La nuova norma è positiva per la tutela dei consumatori in quanto pone una forte restrizione all’esposizione più pericolosa, ma è inutilmente penalizzante per altri articoli. i delegati del CEN/TC 170 Ophthalmic optics si sono rivolti alla Commissione Europea evidenziando i seguenti punti: 1. Le montature in metallo non sono quasi mai in contatto con la pelle in quanto sono realizzate con i terminali e le alette in plastica. 2. Non è stato possibile eliminare il Ni dagli occhiali per ragioni metallurgiche ed estetiche mentre altri comparti hanno potuto farlo. 3. L’incertezza di misura è molto elevata: questi articoli sono sempre rivestiti di uno strato galvanico e da uno protettivo, quindi sono soggetti alla simulazione di invecchiamento (EN 12472) prima della prova di rilascio; la complessa geometria impone di ritagliare i particolari da testare e di sigillare le parti tagliate; il calcolo delle aree è reso difficoltoso dalla complessità dei pezzi. La norma per gli occhiali Le montature in metallo sono prodotte in milioni di pezzi ogni giorno: l’industria dell’occhiale ha bisogno di un metodo con cui possa discriminare rapidamente ed economicamente la conformità anche del singolo batch, in quanto un test che richiede un tempo lungo comporta che, quando i risultati del laboratorio sono noti, il prodotto è già consegnato; le mutate condizioni della produzione e del commercio internazionale impongono che le autorità ispettive possano verificare un parametro che coinvolge la salute dei consumatori senza arrecare inutili danni alle aziende con soste forzose della merce; la CE ha convenuto che è giustificato un approccio specifico e con il mandato M/448 del 22/06/2009 ha deciso che venga definito un metodo entro 5 anni è stato incaricato di ciò il CEN/TC 170 Ophtalmic optics che ha istituito il WG8 “Ni release from spectacle frames”. La norma per gli occhiali Affinchè la norma 1811 rivista avesse corso regolare e il CEN/TC 170 WG8 avesse il tempo di elaborare una norma specifica, la CE ha stabilito che le montature per occhiali in metallo siano regolamentate dalla nuova norma EN 16128, che ricalca in toto la 1811:1998, e resterà in vigore solo in via transitoria e fino ad espletamento del mandato M/448. Sia la EN 1811:2011 che la EN 16128:2011 sono già state approvate, recepite dagli organismi nazionali dell’UE e pubblicate sull’ Official Journal del CE che regolamenta la transizione dalle vecchie alle nuove norme. la EN 1811:2011 è entrata in vigore quest’anno Il mandato M/448 decorre dal Marzo 2010 quindi la nuova norma avrebbe dovuto essere pronta entro l’inizio del 2015. La norma EN 16677 per gli occhiali: flowflow-chart Pass Coating Test Fail Pass Quantitative analysis Fail 2 criteri hanno guidato la progettazione della norma: 1. Se il coating è di buona qualità previene il rilascio di ioni metallici 2. La EN 1811 ha una simulazione adatta al piercing ma non all’open exposure La norma per gli occhiali La flow-chart in 2 fasi ha richiesto lo sviluppo di 2 test: on-site test qualitativo elettrochimico, rapido ed economico in grado di discriminare la qualità del rivestimento protettivo; laboratory test quantitativo che utilizza una simulazione diversa dalla EN1811, molto più appropriata per l’open exposure. La CE ha finanziato questo progetto e lo sviluppo dei 2 metodi è stato appaltato ad enti di ricerca della UE tramite bandi di gara. La norma EN 16677 Coating test Dimostra che il film protettivo previene il rilascio di ioni metallici; Metodo: EIS; È rapido, economico e non richiede dotazioni di laboratorio. Può essere parte del controllo di qualità del fabbricante; Può essere impiegata dalle autorità di controllo; Lab test quantitativo E’ una determinazione quantitativa; Diventa obbligatorio se il pre-test fallisce o non è stato fatto; Metodo: migrazione nel sudore sintetico e analisi quantitativa del Ni; Deve essere effettuato da un laboratorio. Coating test qualitativo: Electrochemical Impedance Spectroscopy L'impedenza è una grandezza fisica vettoriale che rappresenta la forza di opposizione di un bipolo al passaggio di una corrente elettrica alternata; il concetto di impedenza generalizza la legge di Ohm estendendola ai circuiti funzionanti in corrente alternata: in regime di corrente continua rappresenta infatti la resistenza elettrica. EIS è in grado di discriminare quanto la superficie rivestita rilascia ioni EIS. L’ apparecchiatura necessaria: Potenziostato EIS L’apparato è molto semplice: E’ necessario un becker da 600 cc, l’elettrodo di riferimento e il counter. Si usa una soluzione di NaCl al 10% Si effettua la misura solamente a 1 Hz Vi sono comunque delle avvertenze da osservare. Migration Test quantitativo: procedura. Carta saturata con sudore sintetico: l’incertezza sul calcolo della superficie viene molto ridotta Migration Test: sigillatura e migrazione. La carta applicata sul campione simula il contatto con la pelle; con la permanenza in forno per 1 settimana si ottiene l’unità di misura [µg/cm2/w] Migration Test : analisi del contenuto di Ni nella carta 2 metodi 1. Estrazione con US del metallo dalla carta ad una soluzione di HNO3 diluita e analisi della soluzione; 2. solid sampling by Atomic Absorption Spectrometry Continuum Source High Resolution La norma per gli occhiali EN 16677: timing I dati del secondo ciclo di test interlaboratorio sono stati esaminati dal CEN/TC 170WG 8: sono coerenti; serviranno a calcolare il valore di soglia dell’ EIS e l’incertezza estesa di entrambi i metodi per definire come trattare i risultati analitici; La bozza definitiva da sottoporre al voto finale dovrà essere pronta entro la fine di febbraio;