bambini che vanno a unirsi ai pastori già decimati di Pratosardo
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bambini che vanno a unirsi ai pastori già decimati di Pratosardo
bambini che vanno a unirsi ai pastori già decimati di Pratosardo? Noi siamo quelli che credono alla propaganda militarista: l’arruolamento come riscao dei sardi emigrati che possono tornare, come occasione di occupazione per i giovani in panciolle, come valida alternativa alla delinquenza. Ma, come dicono i dati, si traa di una ridicola manipolazione senza ritegno e la distruzione del territorio operata dai militari è una delle principali cause della povertà e della mancanza di prospeive. Sviluppo a lungo termine non è depredare un territorio per qualche facile spicciolo, occuparlo e contaminarlo, devastarlo soraendo risorse, desertificando l’economia locale, seminando malaie e nascite deformi, esportando filosofie belliche in altri territori. Oltre il 70% della superficie soggea a servitù militari in Italia si trova in Sardegna. Per la nuova caserma militare di Pratosardo sono stati stanziati ben 24 milioni di euro! Soldi pubblici, che potrebbero essere forse più utili in scuole, ospedali, strade… Da anni si parla di questo progeo militare, approvato dalla precedente amministrazione comunale di Nuoro e appoggiato anche dalla presente. Un anno fa, la giunta del sindaco Sandro Bianchi aveva richiesto un incontro con il soosegretario Giuseppe Cossiga, perché preoccupata che si stesse accantonando l’accordo: “Si sono avute notizie confortanti riguardo a un’occasione strategicamente importante per la cià”, aveva dichiarato Bianchi in Consiglio Comunale. “La caserma di Pratosardo comporterà l’arrivo a Nuoro di numerose famiglie perché si traa di una presenza stabile. Si traa di nuovi redditi certi per l’intera cià. La caserma sarà la testimonianza che quando si ha a che fare con persone responsabili, al di là dello schieramento politico, si può lavorare insieme per il bene della cià”. Mi rimbombano ancora in mente le emblematiche parole di Francesca Contu del PD: “Il rispeo dell’accordo è un’occasione in più per la cià, sono benvenuti nuovi giovani, che siano militari o studenti. Nuoro deve smeere EDIZIONI FACTORY di essere la cià dei no a priori, più femminile e materna, capace di mediare, di integrare ogni sua particolarità”. Io non sono ancora mamma e non so se mai lo sarò; ma non è questa la mia idea di una maniera femminile e materna di gestire il mio territorio, e il fao che sia stata una donna a pronunciare quelle parole mi fa sentire tradita e offesa. Per quanto riguarda la “cià del no a priori”, il PD sbaglia anche in questo caso: ad esempio, il partito di A Manca Pro S’Indipendentzia ha iniziato nel marzo scorso una raccolta firme, proponendo l’alternativa di un “Polo della Sovranità Economica”: un centro nevralgico di economia indipendente e rispeosa dell’ambiente. La proposta pone come centrali “i seori dell’agroalimentare, della pastorizia, dell’artigianato e del turismo: una struura non invasiva finalizzata ad ospitare prodoi tipici, naturali, biologici, macchine agricole, spazi di ristoro, laboratori, seminari scientifici ainenti alla vocazione del Polo, eventi artistici e culturali”. In concreto, i membri di A Manca propongono che le terre demaniali di Pratosardo, “appartenenti alla comunità nuorese e regalate illegalmente dal Comune di Nuoro all’Esercito Italiano”, vengano utilizzate interamente per ospitare il progeo di un polo economico “rappresentativo e strategico”. Ma non si traa solo di una loa di AMPI: negli ultimi mesi la questione ha visto il coinvolgimento direo degli studenti delle scuole superiori, degli universitari, dei volontari delle associazioni, della lista civica Idea Comune, degli indipendentisti di Prog.Res., compresi i consiglieri comunali Stefano Mannironi e Bobore Bussa e degli aivisti del CAN (Comitato Anti Nonsense) di Nuoro. Tui a chiedere che il demanio usi civici di Pratosardo sia restituito ai ciadini perché ne possano usufruire: si traa di un dirio sancito da una legge del 1994. Sono ben cinquecento gli eari di terre civiche dell’ex Prado bovinal di Pratosardo. Mentre ci cammino, sento le voci dei pastori che al tramonto riportano i loro animali dentro ai recinti. “Senza la figura sociale del pastore la Sardegna sarebbe sì un’isola molto bella, ma in un certo senso una scatola vuota”, scriveva Margherita Denti su qualche Millo fa. Io cammino e ascolto, sento, e questa terra ha da dirmi tante cose, ma non di guerra. * Orgòsolo pro terra de bandidos Fin’a eris da-e totu’ fis connota Ma oe a Pratobello tot’ unidos Fizos tuos falado’ sun in lota Contra s’invasione militare Ki a inie fi faghende rota Invetze’ de tratores pro arare Arriban carrarmados e cannones E trupas de masellu d’addestrare Mandada da-e sos solitos bufones Ki keren ki rinasca’ sa Barbaja Cun parcos pro sas muvras e sirbones Naran puru ki sa zente es’ malvaja Ki viven de furtos e ricatos In sa muntannya infid’e selvaja Sos contadinos e-i sos pastores E totu canta sa zente famia Isetavan concimes e tratores Pro aer pius late e pius pane Invetze’ totu an dadu a sos sinnyores A Rovelli, Morai e s’Agacane Povèrinu e miseru s’anzone K’iseta late da-e su mariane: D’issu poi si prèa’ su bucone Orgòsolo fiera e corazosa Totu canta sa popolatzione Totu custu a’ cumpresu e minaçosa E si arma’ de fuste pro iscaçare Cussas trupas fascistas e odiosas Ki custrint’est a segu’ de torrare Lassande sas muntannyas e pianos Atraversende de nou su mare. Non ke banditos ma ke partijanos An dimostradu a sos capitalistas Ki solu cun su fuste e cun sas manos Orgòsolo ke manda’ a sos fascistas Orgòsolo ke manda’ a sos fascistas Pro ke finire custos malos fatos E dare a sa Sardinnya atera via Custos bufones decidin cumpatos De mandarene galu politzia *Canzone di loa di Niccolò Giuseppe Rubanu