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Furbetti del cartellino, 3 indagati a Varazze
12 50 .Savona e provincia STAMPA .LA SABATO 13 FEBBRAIO 2016 PER ALTRI 10 DIPENDENTI LA PROCURA HA ARCHIVIATO LE INDAGINI PER LA «TENUITÀ DEL FATTO» Furbetti del cartellino, 3 indagati a Varazze Due giardinieri e un operaio del Comune “incastrati” dalle telecamere dei carabinieri Indagini dei carabinieri ALBERTO PARODI VARAZZE Assenteismo tra i dipendenti pubblici. Anche il Comune di Varazze non ne sarebbe immune. Tre i «furbetti» del cartellino indagati a Varazze. Timbravano e poi andavano a coltivare l’orto di casa, secondo l’accusa. Tre gli operai indagati per cui si sono concluse le indagini di carabinieri e Procura. Indagini che inizialmente avevano coinvolto l’estate scorsa una dozzina di dipendenti, tra giardinieri, cantonieri e impiegati municipali. Uno di questi aveva addirittura proposto amichevolmente al maresciallo del paese, che aveva incontrato casualmente davanti al Comune di Varazze dove stava facendo controlli stradali, di andare a prendere un caffè insieme al bar. Un invito che ha fatto scattare i sospetti. Il sottufficiale si era stupito nel vedere il dipendente comunale andarsene via indisturbato e si era insospettito. Da lì era iniziato il lavoro dei carabinieri della compagnia diretta dal capitano Dario Ragusa portato avanti nei mesi scorsi con il coordinamento del sostituto procuratore Daniela Pischetola che ha portato tre dipendenti del Comune a ricevere l’avviso di fine indagini per assenteismo, per truffa. Nei giorni scorsi sono stati notificati gli avvisi di garanzia Il sindaco “Attendo di vedere gli atti” assistititi per il momento dall’avvocato d’ufficio di uno studio albenganese che ha ricevuto le notifiche degli atti- riguardavano la manutenzione del «verde» pubblico e dei giardini. Tagliavano l’erba o raccoglievano plastica e rifiuti. L’avvocato d’ufficio, che ha chiesto di non essere citato in attesa della nomina dei legali di fiducia, ha scritto ai tre indagati per comunicare i provvedimenti nei loro confronti e si è limitato a dichiarare che le contestazioni riguardano l’aver compiuto attività «diverse» dal lavoro. Le telecamere nascoste erano state puntate sulla macchinetta delle timbrature. Poi i carabinieri erano stati negli uffici del segretario comunale Giovanni Lombardi per acquisire registri e tabulati sulle presenze dei dipendenti del settore lavori pubblici. Ieri il sindaco Alessandro Bozzano, di professione avvocato ha preso tempo: «Nei mesi scorsi mi era stato detto della proroga delle indagini nei confronti di una dozzina di dipendenti. Poi non ho saputo più nulla. La giustizia farà il suo corso e la giunta prenderà i provvedimenti del caso». Ieri pomeriggio il primo cittadino è stato in contatto con uno dei tre indagati. Per oggi il faccia a faccia: «Non conosco ancora gli atti, nessun procedimento disciplinare è stato aperto. Aspetto di capire le contestazioni e poi valuterò con la giunta e il segretario il da farsi. Non c’è ancora il rinvio a giudizio. Le sanzioni vanno dai vari tipi di richiami ai licenziamenti». [A. P.] 12D ALCUNI DIRITTI RISERVATI 12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Sindaco prudente Alessandro Bozzano prima di prendere provvedimenti vuole vedere gli atti e la documentazione che verrà prodotta dall’accusa dai carabinieri ad altrettanti operai (due giardinieri ed un operaio). Si tratta dei varazzini Giuseppe Sirello, 60 anni, che ha fatto domanda per andare in pensione, e Augusto Tagliero, 50 anni, e del savonese Maurizio Di Leo, 48 anni. Ora il trio avrà venti giorni di tempo per chiedere al pm di essere interrogato o di poter presentare memorie difensive. L’estate scorsa c’era stata la proroga delle indagini a carico di una dozzina di dipendenti. Per la maggior parte di loro, le accuse sono state archiviate dalla Procura per «la tenuità del fatto». Il lavoro dei carabinieri si era concentrato poco più di un anno fa nel seguire le mosse e i movimenti di una dozzina di «furbetti» individuati dopo la timbratura dei cartellini che ne certificava la presenza al lavoro. I dipendenti in questione timbravano poi però secondo i carabinieri- andavano a dormire in spiaggia, nell’abitacolo del camioncino, o andavano al bar, in giro a farsi gli affari propri. Oppure ritornavano a casa. A dormire o a coltivare l’orto in base alle riprese video e ai pedinamenti dei carabinieri finiti negli atti. In teoria gli incarichi dei tre - DENUNCIATI Ambulanti tentano di truffare un’anziana Con la scusa di venderle delle rose hanno cercato di farle tirare fuori il borsellino per poi derubarla. Lei, un’arzilla anziana di Finale Ligure, però non è caduta nella trappola nemmeno quando uno dei tre venditori ambulanti è riuscito, dopo averla confusa, a sfilarle una banconota da cinque euro. Anzi, con grande caparbietà, la signora si è ripresa il denaro ed è corsa all’interno del supermercato “TuoDì” di Finalpia per chiamare i carabinieri. I militari, grazie alle indicazioni fornite dalla vittima del tentativo di raggiro, poco dopo sono riusciti ad identificare i tre malviventi, tutti di origine marocchina, che sono stati accompagnati in caserma ad Albenga per le operazioni di foto-segnalamento. Per loro, dopo gli accertamenti di rito, giovedì è scattata una denuncia a piede libero per truffa, ma anche per esercizio abusivo dell’attività di commercio itinerante. [O. STE.] 12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI