16.Programma di attività e di ricerca per indagare sui potenziali
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16.Programma di attività e di ricerca per indagare sui potenziali
Programma di attività e di ricerca per indagare sui potenziali ambientali del Vallo di Diano Le attività dell’Uomo generano forti pressioni sull’ambiente ed è fondamentale che ogni comunità si doti di uno strumento conoscitivo in grado di evidenziare e valorizzare i potenziali ambientali del proprio territorio al fine di pianificarne le attività. Per lo sviluppo e la realizzazione delle attività di ricerca per indagare sui potenziali ambientali del Vallo di Diano, la Comunità Montana si avvale del Centro di Educazione Ambientale inserito nella Rete Regionale IN.F.E.A. della Campania. In particolare i campi di indagine riguardano le seguenti componenti: - Acqua; - Terra; - Paesaggio; - Ruralità. Questi campi di indagine sono in continua evoluzione e sicuramente il loro studio e il loro monitoraggio costituiscono uno strumento indispensabile per acquisire un’adeguata conoscenza del territorio del Vallo di Diano in linea con gli obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno (PTCP) e della nuova programmazione europea 2014/2020 per quanto attiene alla sua attuazione. Il PTCP propone la conservazione del patrimonio ambientale e pertanto ne promuove la tutela, la gestione e la valorizzazione del patrimonio geologico e la sua conoscenza. Il Piano Provinciale ha suddiviso il territorio in ambiti omogenei di riferimento della pianificazione chiamati ambiti identitari tra cui vi è quello della Città del Vallo di Diano le cui disposizioni programmatiche riguardano le risorse naturali, le risorse culturali e urbane e le risorse infrastrutturali. In riferimento alle risorse naturali - tutela dell’integrità delle risorse naturali, valorizzazione del patrimonio ambientale e difesa della biodiversità - gli obiettivi che il PTCP propone sono: • la valorizzazione delle risorse naturalistiche e forestali esistenti lungo i versanti dei Monti Alburni, del Massiccio del Cervati, del Monte Motola e della Catena della Maddalena, che segna il confine con l'attigua Basilicata; 1 Dott.ssa Isolina Coiro • la valorizzazione del fiume Tanagro attraverso un programma di sistemazione idrogeologica del fiume e la creazione di un “parco urbano” quale percorso fluviale che intercetti funzioni di rilievo come aree ricreative e per lo sport, servizi e poli per la produzione di rango comprensoriale; • la valorizzazione e riqualificazione del tratto ad alta naturalità del Parco Fluviale del Bussento nel comune di Sanza; • la tutela, riqualificazione e valorizzazione del reticolo idrografico al fine di consolidarne ed elevare il grado di naturalità e funzionalità idraulica ed ecologica, conservare le comunità biologiche e i biotopi in esse comprese, rigenerare e monitorare la vegetazione ripariale ed acquatica ai fini della fitodepurazione, recuperare le aree in stato di degrado, tutelare i valori paesaggistici, e valorizzarne la fruizione naturalistica, culturale, educativa e ricreativa, anche attraverso la realizzazione di aree attrezzate e di percorsi quali, tra l’altro, un “sentiero natura”, ippovia e pista ciclabile lungo il Fiume Calore per i collegamenti dell’intero tratto del tanagro sino alle porte di Polla/Sicignano in sintonia con la vocazione paesaggistica, ricreativa e turistica del territori. • il governo dei fattori di rischio ambientale, con monitoraggio e mitigazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico – anche nelle aree devegetate e/o disboscate a causa degli incendi, soprattutto se ricadenti in zone a rischio elevato; • la valorizzazione delle aree di pregio agronomico e produttivo quale sostegno alle attività agro-silvo-pastorali, assicurandone – a garanzia della tutela del paesaggio – la permanenza delle attività in loco, promuovendo il recupero delle tecniche tradizionali e sostenendo, in uno con l’innovazione tecnologica, le produzioni tipiche e di qualità orientate ad una agricoltura biologica anche attraverso l’adesione a sistemi di tracciabilità dei prodotti e di certificazione di qualità, l’adeguamento strutturale aziendale, il miglioramento e la qualificazione dell’offerta mediante azioni mirate di marketing e commercializzazione; • la valorizzazione dei mosaici agricoli ed agroforestali delle colline e delle valli, preservando l’integrità fisica e la caratterizzazione morfologica, vegetazionale e percettiva, promuovendo la conservazione, la diffusione e la promozione delle colture tipiche e tradizionali, favorendo la diversificazione e l’integrazione delle attività agricole e zootecniche, anche attraverso la valorizzazione della filiera lattiero-casearia e la maggiore diffusione della accoglienza rurale, quale offerta turistica integrativa e diversificata; • lo sviluppo di sistemi di coltivazione e pratiche di gestione del settore zootecnico che consentano di raggiungere livelli di eccellenza e, al contempo, contribuiscano alla cura del paesaggio rurale ed alla tutela della diversità biologica; 2 Dott.ssa Isolina Coiro • la tutela e salvaguardia del patrimonio geologico e valorizzazione di un percorso escursionistico attraverso le “grotte “ del Vallo”; • la valorizzazione delle emergenze naturalistiche dell’area, quali la “Valle delle orchidee” di Sassano, migliorandone la fruizione a fini escursionistici e promuovendo/potenziando le strutture museali tematiche esistenti e la sistemazione sistemazio del Colle Pero-Inghiottitoio; Inghiottitoio; • la conservazione degli aspetti significativi o caratteristici dei paesaggi anche attraverso il recupero dei siti estrattivi degradati, dismessi e/o abbandonati, promuovendo per essi progetti di sistemazione e valorizzazione valorizzazione ai fini della fruizione naturalistica dei diversi siti, anche attribuendo ad alcuni di essi funzioni di rilievo per l’intero ambito; • la prevenzione dal rischio sismico, principalmente nelle aree a più alto rischio, mediante attività di pianificazione urbanistica, urbanistica, ed una attenta azione di prevenzione e vigilanza sulla corretta osservanza delle norme antisismiche per l’edilizia, le infrastrutture pubbliche ed i siti industriali. In ottemperanza a tali disposizioni programmatiche, le attività iniziali di ricerca r che si andranno a realizzare riguardano riguarda la valorizzazione del Fiume Tanagro, Tanagro quale patrimonio identitario del Vallo, asse portante delle riconnessioni trasversali ecologico - ambientali alle aree di pregio naturalistico dei rilievi circostanti e la tutela, riqualificazione e valorizzazione del reticolo idrografico al fine di consolidarne ed elevare il grado di naturalità e funzionalità idraulica ed ecologica. Per quanto attiene all’obiettivo del PTCP relativo alla valorizzazione delle risorse naturalistiche istiche e forestali esistenti lungo i versanti dei Monti Alburni, del Massiccio del Cervati, del Monte Motola e della Catena della Maddalena, che segna il confine con l’attigua Basilicata, le attività di studio e di ricerche riguarderanno proprio il sistemaa dei Monti della Maddalena. Il sistema dei Monti della Maddalena è un sito di interesse comunitario (SIC) e separa la Campania dalla Basilicata, si estende per 8.511 ha interessando in particolare i comuni di Sala Consilina, Atena Lucana, Padula e Montesano sulla Marcellana. L’estensione e la geodiversità del territorio trovano riscontro nella varietà di ecosistemi di elevato valore ambientale, naturalistico e paesaggistico. Tali peculiarità rità hanno già valso l’inserimento dell’area nella prestigiosa rete delle - Inquadramento territoriale SIC Monti della Maddalena - 3 Dott.ssa Isolina Coiro Riserve della Biosfera (Programma MAB Man and Biosphere) dell’UNESCO, il riconoscimento quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità, l’inserimento del Parco tra i Siti UNESCO ed, infine, l’inserimento nella rete europea dei Geoparchi. Con il termine Geoparchi si indicano i beni geologico - geomorfologici di un territorio intesi quali elementi di pregio scientifico e ambientale del patrimonio paesaggistico. Quelle architetture naturali, o singolarità del paesaggio, che testimoniano i processi che hanno formato e modellato il nostro Pianeta. I Geoparchi sono BENI naturali non rinnovabili e rappresentano una risorsa studiata e censita come componente del paesaggio da proteggere e salvaguardare. Forniscono un contributo indispensabile alla comprensione scientifica della storia geologica di una regione, e rappresentano valenze di eccezionale importanza per gli aspetti paesaggistici e di richiamo culturale, didattico - ricreativi. Nel sistema dei Monti della Maddalena sono presenti numerose sorgenti, qualitativamente e quantitativamente importanti, e questo è indice di una circolazione idrica sotterranea molto complessa e articolata. In tali studi si rileva il censimento di n. 30 sorgenti alcune delle quali, le più importanti, registrano portate importanti e sono poste a quote comprese tra i 985 e i 455 metri s.l.m. Per valutare gli acquiferi è stata redatta la carta della vulnerabilità in cui si va a definire l’insieme dei caratteri fisici e chimici che consentono di valutare come un inquinante può raggiungere la falda interessata. Si ricorda, a tal proposito, che la carta della vulnerabilità consiste nella sovrapposizione georeferenziata di tre diversi tematismi: - La carta delle pendenze; - La carta dell’uso del suolo; - La carta della permeabilità. 4 Dott.ssa Isolina Coiro - Carta dell’uso del suolo - - Carta delle pendenze - - Carta della permeabilità - - Carta della vulnerabilità - Questo documento di valutazione risulta essere di grande utilità nella pianificazione della risorsa acqua, nella gestione del territorio, nella previsione e prevenzione dell’inquinamento potenziale e nella preparazione dei piani di monitoraggio. 5 Dott.ssa Isolina Coiro La carta dell’uso del suolo è stata utilizzata quale strumento per l’analisi delle tre diverse tipologie di copertura presenti sul territorio: tessuto urbano, aree agricole e aree naturali. Le tre tipologie di classificazione dell’uso del suolo sono state interpretate e sono state assegnate loro le soglie di rischio in base al grado di pressione antropica e impatto che esercitano sui sistemi ambientali presenti nell’area di studio. Il livello di rischio più elevato è stato assegnato alle aree antropizzate per il maggiore e radicale sfruttamento delle risorse ambientali ad esse associato. Le aree agricole sono state collocate nella categoria di rischio medio. Tale assegnazione è dovuta all’impatto non trascurabile che le colture producono sull’ambiente e sugli acquiferi presenti nell’are di studio per l’utilizzo di concimi e altre sostanze inquinanti che possono infiltrarsi nel sottosuolo arrivando alle falde acquifere. A questo si devono aggiungere le pratiche agricole e i metodi di lavorazione dei terreni che possono risultare invasivi e provocare stress ulteriore. Il livello di rischio basso è stato assegnato alle aree naturali. Queste zone comprendono ambiti ambientali in cui l’impatto antropico presente si può considerare basso o quasi assente. L’attività umana è infatti limitata e presente in modo ridotto mentre risultano abbondanti le aree boschive e le aree con vegetazione naturale. La carta delle pendenze è il secondo dato di input per l’elaborazione della carta della vulnerabilità degli acquiferi e contiene informazioni relative al deflusso superficiale in base al grado di pendenza dei versanti e agli aspetti morfologici che si possono incontrare sull’area. La presenza di un deflusso assente è da associare ad un livello di rischio più elevato. Ciò è dovuto dal fatto che nei terreni pianeggianti l’acqua che defluisce tende a fermarsi e la sua presenza crea più possibilità di infiltrazione nel terreno proseguendo poi il suo percorso verso le falde e gli acquiferi. Essendo l’acqua un veicolo di inquinanti e sostanze potrebbe, in caso di maggiore possibilità di infiltrazione, trasferire questi composti alle realtà sottostanti la superficie morfologica. Nelle zone collinari, a causa della loro morfologia e pendenza, è presente un deflusso moderato pertanto possono quindi essere classificate come aree a rischio medio. Il rischio associato ai deflussi presenti nelle aree con pendenza maggiore è da considerarsi basso. La Carta della permeabilità è il terzo input per l’elaborazione della carta della vulnerabilità. La permeabilità è definita come la proprietà di rocce e terreni di essere attraversati dai fluidi. Tale caratteristica è quindi direttamente correlata al rischio di inquinamento a cui è soggetto 6 Dott.ssa Isolina Coiro l’acquifero. I suoli aventi una permeabilità elevata risultano quindi avere una criticità maggiore per lo stato di salute dell’acquifero e delle acque sotterranee. Al fine di definire il relativo programma di interventi le prossime attività di conoscenza e di promozione del patrimonio ambientale avverranno in collaborazione con organismi che hanno nei propri fini istituzionali quelli di operare nel settore ambientale e saranno, inoltre, in linea con la nuova programmazione europea 2014/2020, quale strumento di attuazione, che ha tra i vari obiettivi quello della tutela dell’ambiente e la promozione dell’uso efficiente delle risorse . Tale programma di studi e di ricerca ambientale trova riscontro anche con la Carta di Padula sottoscritta in occasione delle giornate Europee del Patrimonio 2014 in cui si sostengono e si promuovono le attività riguardanti il paesaggio. Quest’ultimo offre un quadro concettuale di riferimento per allargare all’intero territorio le politiche di conservazione della natura, per favorire una considerazione dinamica e multifunzionale delle aree e delle reti di protezione ambientale. Le attività hanno come scopo principale la determinazione, in termini quantitativi e qualitativi, di quelle che sono le potenzialità dei corpi idrici sotterranei. La prima fase si baserà sul reperimento delle informazioni relative alle sorgenti presso gli Enti pubblici, enti di ricerca, Università ecc…, la seconda fase prevederà attività di campo e quindi una ricognizione delle emergenze sul territorio. Si andranno a censire le sorgenti principali delle unità idrogeologiche del Vallo di Diano, ad identificare le coordinate e la quota del punto in cui esse si trovano, a definirne il regime (regolare , irregolare oppure perenne, stagionale e secca), i parametri chimico fisici circa la qualità delle acque, l’uso delle stesse ( irriguo, industriale o potabile), le peculiarità nonché la valutazione dei volumi di acqua gravifica accumulata negli acquiferi e successivamente ceduta alla rete superficiale. Inoltre si andranno a misurare le portate con i diversi metodi preposti (metodo volumetrico e/o mulinello idrometrico). Le operazioni di indagine avranno l’obiettivo di colmare le lacune conoscitive e di rendere omogeneo il livello e il grado di approfondimento e di conoscenza idrogeologica del territorio. 7 Dott.ssa Isolina Coiro