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Primo contributo alla conoscenza della flora vascolare dei Monti

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Primo contributo alla conoscenza della flora vascolare dei Monti
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 37(1, PARTE A) 2005
Atti 100° Congresso della Società Botanica Italiana (Roma)
350
Primo contributo alla conoscenza della flora vascolare dei Monti della Daunia (FG)
M. MARRESE
Dipartimento di Scienze Agro-ambientali, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Foggia, Via Napoli 25,
71100 Foggia
Lo studio in corso, pone l’obiettivo di fornire un
primo contributo alla conoscenza della flora
vascolare dei Monti della Daunia in quanto, dopo le
prime indagini, questo sito dimostra di essere di
rilevante importanza per la conoscenza floristica
tanto della Puglia quanto dell’intero territorio
peninsulare.
I Monti della Daunia, il così detto “Subappennino
dauno”, rappresentano una delle subregioni in cui
tradizionalmente si usa suddividere la Provincia di
Foggia insieme al Tavoliere e al Promontorio del
Gargano. L'area omogenea dei Monti Dauni confina
con le regioni Molise, Campania e Basilicata ed è
delimitata a nord-ovest dal fiume Fortore, a sud dal
fiume Ofanto e ad est dalla pianura del Tavoliere.
Nel suo complesso il territorio dei Monti Dauni
risulta essere, secondo una classificazione
altimetrica, per il 20% montano e per il 80%
collinare. L'altitudine massima è raggiunta dal Monte
Cornacchia, la più elevata cima pugliese (1.152 m
s.l.m.), in agro di Biccari, Roseto Valfortore e Faeto,
mentre la minima si raggiunge nell'agro di
Casalnuovo Monterotaro con 78 m s.l.m.
Fig. 1
Localizzazione del sito dei Monti della Daunia.
Le prime notizie letterarie certe sulla storia della
vegetazione dei Monti Dauni sono storia più o
meno recente e si svolgono strettamente collegate
alla situazione socio-economica del periodo a
cavallo del Settecento fino ai primi del Novecento.
AGNELLI (1879) cita Stranbone per affermare che la
Daunia, ricca e boscosa, dopo le distruzioni
annibaliche si sarebbe ridotta ad un deserto. RUSSO
(1990) racconta che la riduzione del manto boschivo
ad opera dell’uomo sui Monti Dauni non è da
attribuire all’età preannibalica o all’età federiciana,
ma da censure più ravvicinate, relative alla metà del
Settecento nel periodo del paesaggio agrario del
Mezzogiorno. Non si può dire altrettanto per alcuni
grandi boschi dei Monti Dauni sopravvissuti grazie
alla presenza delle Reali Cacce feudali che avevano,
comunque, garantito per molti anni una accurata
vigilanza, per conservare l’asilo della selvaggina per
lo svago di principi e re. Intorno agli inizi
dell’Ottocento il periodo è segnato da una generale
espansione delle superfici a seminativo; infatti, solo
sui Monti Dauni si osserva un incremento dei coltivi
di 35.000 ha rispetto ad un incremento medio nel
Gargano di soli 12.500 ettari. CUOCO (1814),
riferendosi ad un paesaggio agrario privo di elementi
arborei, denuncia che gli antichi boschi furono quasi
interamente distrutti. Dopo l’Unità, l’evento
maggiormente incidente fu la “Legge sul Tavoliere”
a cui seguì una nuova ondata di dissodamenti: solo
fra il 1870 e il 1874 in Provincia di Foggia si
consente il dissodamento e il disboscamento di ben
36.522 ha. Segue la nuova legge forestale del 1877,
con lo svincolo di oltre 26 mila ettari di boschi e
saldi in pendio, soprattutto nel Subappennino
dauno. Agli inizi del nuovo secolo (1900), scrive
ancora RUSSO (l.c.), il bosco in Capitanata, oltre al
grande polmone garganico, si riduce a poche “isole”
nei Monti Dauni.
Studi botanici più accurati iniziano ad aversi grazie
all’indagine di VILLANI (1913) sull’ormai perso
erbario di BASELICE. Altre informazioni sono legate
alla letteratura più o meno recente: TROTTER et al.
(1914) compiono un accurato studio sulla flora di
M. Crispiniano (1105 m s.l.m.), descrivendo una
composizione floristica poco dissimile dall’attuale.
Nel 1956 MARANÒ elenca un numero consistente di
specie. Dopo circa trent'anni, TARTARINO (1984,
1996) realizza due interessanti lavori sulle
formazioni di latifoglie eliofile e sulla vegetazione
spontanea
della
zona
pedemontana
del
Subappennino dauno. Tuttavia, solo VITA et al.
(1991) e MARRESE (2005) presentano i primi
approcci allo studio della flora e della vegetazione
secondo i metodi moderni.
La raccolta e la determinazione delle entità della
flora vascolare dei Monti Dauni si sono svolte
mediante campionamenti sistematici in atto dal 1998
al 2004. Per la determinazione dei singoli taxa ci si è
351
avvalsi di Flora d’Italia (PIGNATTI, 1982) e di Flora
Europea (TUTIN et al., 1964-1980).
Per l’allestimento dell’elenco floristico sono stati
considerati solo i taxa direttamente determinati. Per
ciascuna entità sono riportati: il binomio latino, la
forma biologica e il tipo corologico (PIGNATTI, l.c.),
alcune indicazioni espresse in sigle, gli indici relativi
all’abbondanza o rarità nel territorio studiato
secondo la scala definita da ANZALONE (1998) e il
mese di fioritura osservato.
CC
molto comune o comunissima nella
maggior parte dell’area di studio
C
abbastanza comune
PC
poco comune, ma non rara
R
rara o sporadica, sebbene talora localmente
abbondante
RR
molto rara o rarissima, di norma nota di una
sola o pochissime località
Grazie alle prime indagini sulla flora vascolare dei
Monti Dauni si è potuto stilare un elenco
preliminare composto da 459 taxa, appartenenti a 85
famiglie, tra le quali le più rappresentate sono le
Graminaceae (10%) e le Compositae (10%) seguite dalle
Leguminosae (8%) e dalle Labiatae (6%).
Fra le specie di maggior interesse a livello nazionale
e regionale riportate nell’elenco sistematico sono da
citare: Acer platanoides L., Allium ericetorum Thore,
Allium fuscum W. et K., Alopecurus geniculatus L.,
Arabis rosea DC., Brachypodium rupestre (Host) R. et S.,
Bromus alopecuroides Poiret, Daphne sericea Vahl,
Geranium versicolor L., Linaria purpurea (L.) Miller,
Malva alcea L. e Viola aethnensis Parl. subsp. splendida
(W. Becker) Merxm. et Lippe, mentre non è stato
rinvenuto Ionopsidium albiflorum Durieu, specie delle
Liste Rosse (CONTI et al., 1992, 1997).
Ringraziamenti – Si ringraziano vivamente il Prof. L. Forte,
il Prof. F. Macchia, il Prof. F. S. D’Amico e il Sig. M.
Caldarella per l’aiuto offerto in questi anni.
INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 37(X) 2005
LETTERATURA CITATA
AGNELLI L., 1879 – La Daunia antica e la Capitanata
moderna i boschi. Napoli.
ANZALONE B., 1998 – Prodromo della flora Romana (Elenco
preliminare della piante vascolari del Lazio) Aggiornamento:
parte II. Ann. Bot. (Roma), 54(3) (1996): 7-47.
CONTI F., MANZI A., PEDROTTI F., 1992 – Libro Rosso
delle Piante d’Italia. WWF Italia, Ministero
dell’Ambiente. Roma. 637 pp.
—, 1997 – Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia. WWF
Italia, Società Botanica Italiana. Camerino. 139 pp.
MARANÒ I., 1956 – Una gita alla faggeta di bosco Iscatore di
Monte Saraceno (Appennino Dauno presso Roseto V.).
Nuovo Giorn. Bot. Ital., n. s., 63: 446-450.
MARRESE M., 2005 – La flora vascolare dei pascoli del pSIC
“Monte Cornacchia e Boschi di Faeto”. Atti del 34°
Convegno della Società Italiana di Agronomia, Foggia
(in stampa).
PIGNATTI S., 1982 – Flora d'Italia. 1-3. Bologna.
RUSSO S., 1990 – Grano, pascolo e bosco in Capitanata tra sette
e ottocento. Edipuglia.
TARTARINO P., 1984 – Formazioni di latifoglie eliofile della
zona pedemontana del Subappennino dauno. L’Italia
forestale e montana, 39 (4): 202-214.
—, 1996 – La vegetazione spontanea della zona del
Subappennino dauno. E.M. Linea ecologica, 28 (5): 2935.
TROTTER A., ROMANO M., 1914 – Sulla flora di Monte
Crispiniano in Puglia. Nuovo Giorn. Bot. Ital., (n.s.), 21
(4): 398-435.
TUTIN G. T., HEYWOOD V. H., BURGES N. A.,
VALENTINE D. H., WALTERS S. M., MOORE D. M.,
WEBB D. A. (eds.), 1964-1980 – Flora Europaea, 1-5.
Cambrige University Press, Cambridge.
VILLANI A., 1913 – Le piante di Biccari conservate nell’erbario
Baselice e nell’erbario Ziccardi. Nuovo Giorn. Bot. Ital.,
n.s., 20 (3): 395.
VITA F., SBURLINO G., CALDARELLA E., 1991 – Il bosco
Vetruscelli nel comune di Roseto V. (FG): considerazioni sul
bioclima e la vegetazione. Monti e Boschi, 42 (1), 4-8.
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