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Trento
l'Adige
IL VIAGGIO
Cinquant’anni
di turismo
In quell’Hotel
di Madonna di Campiglio,
creato nel 1955, arrivano
ancora dei clienti
di allora: come Arnaldo
e Ada, dopo mezzo secolo
venerdì 22 luglio 2011
Dagli Österreicher
a Emma dell’Alpina
RENZO M. GROSSELLI
Ci sono due signori, in questi giorni,
ospiti dell’Hotel Alpina di Campiglio.
Lui si chiama Arnaldo Maruzzi, milanese. Era qui anche nell’estate del 1955,
quando l’albergo aprì. Ma allora era
una pensione. L’altra signora, Ada Dal
Porto di Padova, fu invece «la prima
cliente invernale, nel 1956». Un fatto
che da solo delinea la traiettoria della
famiglia Aldrighetti-Degiampietro in
questa Madonna di Campiglio che è,
era e rimane la regina del turismo trentino.
Dopo Tione il verde si apre sul blu del
cielo, sulla luce. Si respira ormai tra gli
abeti. Campiglio è più in là ancora, più
su. Ai confini del sole. E quando vai su
da Carisolo senti che ti avvicini alla
meta. All’infinito, al per sempre. Fuori dell’uscio dell’Hotel Alpina è in attesa Emma Degiampietro. Nata ai Masi di
Cavalese nel 1926 si sposò con Romeo
Aldrighetti, un campigliano. «Da putèla,
sempre in albergo: Braies, Cortina». E
dopo la guerra arrivò al Des Alpes di
Campiglio, attraverso una zia che vi
aveva lavorato. Un hotel, quello, che
sta nella storia stessa dell’ospitalità
trentina. Nato sulle vestigia dell’antico ospizio per viandanti, fu del pioniere Giovanni Battista Righi e dal 1886 di
quel figlio naturale dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe che non
a caso portava il nome di Franz Joseph
Österreicher. «Si stava bene in quel
grande hotel. - ricorda Emma - Venni
qui nel 1949 ed era gestito dal figlio di
Franz Joseph, Fritz. Un vero signore.
Prima di ricevere il saluto da chicchessia, abbassava la testa lui, per primo,
per salutare. Era un uomo che appariva poco, quasi sempre dietro le quinte. Diceva ciò che doveva ma con signorilità». Emma ha memoria sicura
ed è donna positiva, gioviale. L’estate
campigliana com’era in quel dopoguerra e negli anni ‘50? «Un turismo ricco,
fatto di signori. A parte qualche caso».
E narra, l’anziana albergatrice, di un
gruppo di dieci milanesi che giunsero
al ristorante del Des Alpes. C’era una
bella signora che, impaziente, chiese
«di quel disgraziato dei vini», cioè dello chef dei vini che forse tardava. Gli
rispose Emma Degiampietro: «Lo chiamo io, signora, ma qui non lavorano
disgraziati». Fritz Österreicher era sposato, in seconde nozze, con una donna meranese. «Lei era un tipo particolare e loro due vivevano al Des Alpes
in due appartamenti diversi: lui accanto alla portineria, lei al primo piano. Si
trovavano a tavola, con signorilità. Lui
vestiva sempre classico, mai visto alla tirolese. Il difetto? Non ne aveva. Il
papà di mio marito Romeo, aveva lavorato per lui: elettricista, idraulico e
manutentore della centralina elettrica, dopo la Grande guerra».
Una storia che ha i contorni del sogno.
Che clientela servivate al Des Alpes?
«Erano industriali, soprattutto lombardi, Milano, Pavia. Qualche romano. Era
gente che si fermava anche un mese.
Generalmente il capofamiglia arrivava solo nel week end, moglie e figli rimanevano qui». Cercavano la montagna? Non proprio. «Giocavano molto
a tennis. Al Des Alpes c’era il maestro
di tennis, milanese pure lui. Poi giocavano anche a golf, c’era un altro alber-
«Io e mio marito Romeo
lavoravamo al Des Alpes,
per Fritz, figlio di Franz Joseph»
Poi la loro pensione e una
grande storia di turismo familiare
Emma Degiampietro
davanti all’Hotel
Alpina di Madonna
di Campiglio che lei
stessa creò, col marito
Romeo Aldrighetti,
nel 1955. I due si
erano conosciuti
quando lavoravano
al Grand Hotel des
Alpes, al tempo gestito
da Fritz Österreicher,
figlio di Franz Joseph
Österreicher che si
diceva fosse a sua
volta figlio naturale
dell’imperatore
d’Austria Francesco
Giuseppe
go degli Österreicher a Campo Carlo
Magno, il Golf appunto, che aveva il
campo. Solo qualche cliente italiano
amava la montagna, ci saliva con le guide». Tra gli stranieri, molti erano ancora gli austriaci, con qualche inglese.
Questi sì amavano la montagna, roccia ma anche il giro dei rifugi. Poi la vita mondana, alla sera. «C’era l’orchestra al Des Alpes e anche qualche ballo pubblico al’Hotel Bertelli, all’Excelsior».
Si conobbero al Des Alpes Emma e Romeo e convolarono a nozze nel 1953.
Il papà di Romeo nel 1941 aveva ottenuto la licenza di affittacamere. Una
piccola villa, tirata su dove prima c’era
una malga, fuori Campiglio al tempo.
«La Pensione Alpina l’aprimmo nel
1955, io avevo voglia di fare albergo,
aggiungemmo una piccola ala alla casetta». La prima estate, quella del 1955,
e tra i clienti anche quell’Arnaldo Maruzzi, figlio di industriale, che arriva-
va qui col padre, in automobile. Cosa
offrivate alla clientela allora? «Avevamo una cuoca, prima una di Arco, poi
una di Campiglio, era cucina trentina.
I clienti erano soddisfatti. Iniziammo
con nove stanze, venivano le famiglie,
anche da noi erano industriali». Ecco
Ada Dal Porto, che ha 96 anni e che viene qui da allora: «Era una bella vita,
scampagnate con polenta, salsiccia,
formaggio. Campiglio era un gioiello,
più caratteristica. Oggi è ancora splendida ma ci sono troppi alberghi, case.
Al tempo uscivi ed eri già in montagna,
nei boschi e nei prati. Come sempre,
il progresso è anche regresso».
Il sole oggi, su queste Dolomiti che paiono l’assoluto. Il grande cambio, Emma? «Negli anni ‘70 il boom delle costruzioni e delle ristrutturazioni. E cambiava la clientela. La gioventù, ad esempio, incominciava ad essere esuberante e a volersi muovere come voleva
nell’hotel. Con educazione, io però non
lo permettevo». Non più solo milanesi, tanti romani e tra gli stranieri ecco
i germanici, tanti. «Questi sì frequentavano la montagna, con le guide.
C’erano i fratelli Detassis, i fratelli Vidi, i fratelli Dellagiacoma e l’Alimonta». Campiglio era ancora un pezzo di
storia della montagna trentina.
Oggi l’Hotel Alpina, che si trova ormai
nel cuore di Campiglio, ha 27 stanze:
con telefono, servizi, tivu, filodiffusione, cassaforte. In albergo c’è il centro
benessere, palestra, sauna, idromassaggio, sala giochi per i bambini, solarium. La clientela, Emma? «Per qualcuno è diversa ma noi teniamo duro
sulla familiarità. E siamo noi gli animatori». Romeo Aldrighetti è mancato nel
2009, quando ormai i figli Fausto e Cristina avevano iniziato da tempo a prendersi cura della struttura. In cucina?
«Da 18 anni abbiamo Mimmo, di Molfetta. Sono cambiate tanto le esigenze
della gente, ci sono più pretese. Oggi
offriamo tre menù». In generale il cliente esige di più e si ferma di meno. La
gente pretenderebbe, nel poco che si
ospita in albergo, di aver anche il tempo meteorologico garantito al meglio.
C’è anche un’altra differenza. Così Cristina, la figlia di Emma: «Fino agli anni
‘80 la clientela sapeva gestirsi il suo
tempo. Ora, invece, vuole che tutto sia
organizzato. E vorrebbe il sole garantito. Hanno poco tempo, devono vivere una vacanza concentrata e sfruttare tutto il tempo al millesimo. E tutto
diventa un problema. Anche la lampadina fulminata». Quando capiscono
che all’Alpina c’è chi li saprà accudire, allora si rilassano. E si lasciano guidare.
Tra la coppia reale d’Austria fu l’imperatrice Sissi a giungere per prima a Madonna di Campiglio, era il settembre
del 1889. Francesco Giuseppe ci sarebbe arrivato nel 1894. Gli Österreicher
vi rimasero fino al 1955. Fu Fritz l’ultimo a lasciare la località per ritirarsi a
Merano. A quel tempo stava compiendo i primi passi la Pensione, poi Hotel
Alpina. Ma cinquantacinque anni dopo, ancora un paio di quei primi clienti salgono a Madonna di Campiglio. E
li accoglie ancora Emma Degiampietro, con i figli adesso. Lei, che alle spalle ha una storia lunga così... Lei, che
visse la sua gioventù a Rodi, l’isola dell’Egeo. Ma questa è una storia diversa, fatta di mare. Qui, invece, siamo
sotto un pugno di monti tra i più belli
al mondo. Non per nulla Madonna di
Campiglio è una regina. Proprio come
Sissi.
(7 - continua)
A sinistra la Pensione Alpina di Madonna
di Campiglio, in primo piano, nei primi
anni ‘50. Oggi è al centro del paese, ieri
era... nei prati. Sopra i creatori di
quell’esercizio, cioè Romeo Aldrighetti e
Emma Degiampietro. Qui sotto Madonna
di Campiglio prima della Grande guerra
(cerchiato l’edificio, una piccola malga,
che poi lasciò il posto all’Hotel Alpina)
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