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la costruzione della mentalità vincente individuale
LA COSTRUZIONE DELLA MENTALITÀ VINCENTE INDIVIDUALE E DI SQUADRA NEL CALCIO, OVVERO LO SVILUPPO DEL PROCESSO DI CONSAPEVOLEZZA NEI/DEI PROPRI MEZZI CON LA METODOLOGIA OPERATIVA Partendo dalla definizione di mentalità cioè quel particolare modo di concepire, intendere, giudicare le cose ritenuto proprio di un individuo, in questo caso dell'allenatore, mi viene spontaneo evidenziare il fatto che essendo per ruolo il responsabile unico di un gruppo e quindi punto di riferimento di tutta la squadra, l'allenatore per costruire una mentalità vincente deve avere delle certezze su ciò che dice e propone a coloro che allena, una grande conoscenza tecnico-tattica e quell'entusiasmo proprio di colui che crede in quello che fa. Il modo di camminare, guardare, parlare, non e' di tutti uguale, penso che trasmettere anche con il linguaggio del corpo quella voglia di fare il proprio lavoro, il piacere di allenare, di vedere i giocatori giornalmente, di interagire con loro e confrontarsi con il dovuto rispetto reciproco, siano qualità indispensabili dell'allenatore per cementare un gruppo e renderlo partecipe del progetto. Un altro aspetto fondamentale e anche il più difficile e' l'osservazione individuale di tutti i soggetti a disposizione. Per ognuno bisogna capirne il carattere, il modo in cui rivolgersi, riuscire a cogliere le sfumature del comportamento, osservando attentamente gli allenamenti e i piccoli gesti quotidiani sul campo e nello spogliatoio. Un approccio corretto comunque secondo me e' quello di dare da subito regole comuni chiare e precise e di riuscire a farle rispettare con i fatti e in tutta coerenza. Solo così si può pensare che vengano accettate dal gruppo anche se magari una parte o meglio qualcuno della squadra non ne condivida il contenuto. Al giocatore l'allenatore deve dare in continuazione degli scopi da raggiungere sia sotto l'aspetto atletico che tecnico-tattico. Stabilire continui obiettivi che si possono raggiungere è importante per accrescere l'autostima del giocatore. L'errore fa parte della vita e soprattutto dello sport, la squadra non deve aver paura di sbagliare perché l'errore e' parte integrante del gruppo, ci si convive, non si analizzano errori personali ma concetti chiari, osare e' l'imperativo, sempre e comunque con il concetto di squadra (cioè i compagni). mai mettere a repentaglio la squadra per una soddisfazione personale. Ogni allenamento deve rendere tutti partecipi e protagonisti attivi. I giocatori devono essere coinvolti emotivamente e dal punto di vista organizzativo: per esempio si potrebbe organizzare una seduta con due lavori atletici con lo stesso obiettivo da far scegliere ai giocatori, così come devono essere resi edotti della bontà delle proposte e il perché si stanno proponendo. La squadra avversaria non deve trasmettere paura o ansia, nel modo di preparare una esercitazione si usano parole per spiegare che con quel dato movimento si può mettere in difficoltà l'avversario anche se in quel momento ha il possesso della palla. Avere una mentalità vincente non significa vincere tutte le partite ma anche andare a casa arrabbiati perché si pensa di essersi allenati male e non si vede l'ora di ritornare al campo. Essere un vincente nello sport di squadra e' colui che pretende il massimo oltre che da se stesso anche dal compagno che in quel momento non sta dando quello che potrebbe. Un allenatore se riesce a far capire alla squadra che senza l'aiuto dei compagni gli obiettivi non si raggiungono sta già svolgendo un buon lavoro. Non accontentarsi mai! Il vincente non si accontenta di aver vinto, vuole un'altra partita, un'altra sfida. Le caratteristiche dei giocatori via via vengono fuori ogni giorno ed in ogni esercitazione. Ci sono nel gruppo leader tecnici, leader carismatici, elementi molto importanti da individuare e far si che trainino il gruppo verso queste caratteristiche fin ora descritte, altrimenti il lavoro dell'allenatore sarebbe molto più complicato se non addirittura impossibile. I gruppi vanno studiati attentamente, proporre le proprie idee e i propri lavori e' indispensabile, ma con giudizio. La prima fase, quella di osservazione, deve essere molto attenta. Ci sono anche molte variabili esterne, la società, i dirigenti, i tifosi, l'annata precedente. Ogni realtà ha la propria storia e deve essere interpretata e capita in fretta. Cambiare radicalmente abitudini a un gruppo ad esempio e' delicatissimo sia dal punto di vista psicologico che fisico, si potrebbe già da subito instaurare un rapporto difficile con la squadra. Richiedere una grande concentrazione durante gli allenamenti e' un altro modo per trasmettere una mentalità vincente. Senza la dovuta concentrazione si commettono più errori ed e' più difficile che si possa vincere. Il giocatore deve sentirsi responsabile del raggiungimento del risultato anche facendo attenzione ai propri atteggiamenti. L'allenatore deve porre particolare attenzione verso coloro che non hanno giocato,o che giocano meno frequentemente ed allenarli con grande cura del particolare con l'obiettivo del miglioramento del singolo in funzione della squadra. Convincere i giocatori che con la giusta motivazione ci si conquista il posto in squadra. Anche questo aspetto e' molto complicato. L' allenatore deve fare delle scelte e queste sono per forza frutto di valutazioni sul singolo, quindi giustificarle con frasi fatte e' molto inopportuno. L'allenatore ha un uomo davanti a se, e alla richiesta di spiegazioni dovrà essere sincero anche dando risposte a volte scomode. Alla lunga la sincerità di rapporto porta sicuramente dei vantaggi. E' meglio evitare di dare obiettivi a lunga scadenza e non di facile realizzazione. Gli obiettivi e le mete devono essere vicini e realizzabili in base ai mezzi del singolo e della squadra. Le considerazioni appena esposte non hanno la pretesa di essere esaustive perché quella chimica che si crea tra compagni e allenatore e' forse uno dei più grandi misteri dello sport e non c'e' formula che spieghi come ottenerla, però una cosa posso sicuramente affermarla, anche alla luce della ultradecennale esperienza personale: il fattore umano e la forza di volontà di ogni componente della squadra nonché la grande motivazione dell'allenatore sono sicuramente le basi per costruire e consolidare una mentalità vincente. Raffaele Di Pasquale allenatore professionista di prima categoria