Comments
Description
Transcript
scarica la rivista in pdf
Periodico bimestrale sul Tango • NUMERO 3 • GENNAIO 2011 Il tango che verrà “Mundial de Buenos Aires” di MANUELA PELATI Intervista a Estanislao Herrera di NANCY MIRANDA “Códigos”: la milonga di PIERALDO VIGNAZIA lunedì ricardo gallo e laura grandi martedì sabrina amato e marcelo alvarez > doble a tango lezione+“Practicon” www.aatango.it mercoledì ricardo gallo e Julia Portas neri Piliù e Yanina Quiñonez sabato neri Piliù e Yanina quiñonez Juan manuel rosales e sabrina garcia moira agrimi, daniela rosa e sandro Bartolini Sabrina Amato y Marcelo Alvarez Doble A Tango mercoledì milonga delle donne sabato domenica org. alberto valente “el Firulete” [email protected] www.milongadellastazione.com milonga della stazione Milonga della Stazione via casilina vecchia, 96 alessandro amici 329.9573409 Associazione le milonghe grafica Ilaria Rosa i maestri MILONGA DELLA STAZIONE zona Casilina via Casilina Vecchia, 100 > martedì principianti, H 19:00/20:30 intermedi/avanzati, H 20:30/22:00 “El Practicon”, H 22:00/00:00 --------------------------------------------ROMAGOTANCLUB zona Colli Albani via dei Cessati Spiriti, 89 > giovedì primi passi, H 20:00 principianti (esperienza minima), H 21:30 ---------------------------------------------LOS LATINOS zona Boccea via della Divina Provvidenza, 90 > venerdì primi passi, H 20:00 intermedi/avanzati, H 21:30 Doble A Tango EXTRA lezioni a tema, pratiche, show, spettacoli, lezioni private, vacanze tango Info 3315474334 | 3383263609 [email protected] [email protected] CORSI 2011 EDITORIALE “DE diez” (da dieci) ti rispondono a Buenos Aires quando le cose funzionano alla grande... è così che abbiamo salutato l’anno 2010 e siamo entrati nel 2011. L'anno scorso abbiamo assistito al Fabricando Tango degli amici del “Barrio” con serate piene di bella musica e bella gente, anche per la presenza di Gustavo Russo e Alejandra Mantiñan, due star di “Tango pasión” straordinariamente di nuovo insieme per questo grande evento. Abbiamo avuto a Roma la presenza dei fratelli De Fazio, “Los Hermanos Macana”, che insieme a Roberta Beccarini, Geraldín Rojas ed Ezequiel Paludi hanno proposto uno spettacolo al Teatro Greco. E poi il Meditango Festival, che abbiamo potuto seguire attentamente, del quale raccontiamo due momenti: il concerto del bandoneonista Juan José Mosalini intervistato da Manuela Pelati e il grande concerto di Capodanno dei Narcotango che ho sentito dal vivo per la prima volta alla “Milonga della stazione”. Di loro mi ha colpito oltre alla qualità musicale, la loro semplicità come persone. Ho ricevuto in omaggio, autografata, la loro ultima fatica “Lima nueva” che consiglio di ascoltare, e qui nella rivista potete leggere l'intervista curata da due new entry della Doble Hoja: Massimiliano Malerba e Lorena Nicoletta. Mi considero felice, quindi, di quello che succede nelle milongas italiane e per l'anno che è appena cominciato sono già in programma moltissime proposte: “Tango” di Roberto Herrera in tour per l’Italia farà tappa a Roma il 5 e 6 febbraio al Teatro Italia; Miguel Ángel Zotto giunge con il nuovo spettacolo che attendiamo con ansia... (arriva a maggio a Milano al Teatro Nuovo di San Babila); il concerto dei Gotan Project che vedrà anche un tappa a Roma a maggio. Per non parlare del continuo movimento di tutte le milonghe o serate di tango che si ripropongono ogni sera dandoci la possibilità di divertirci con il tango, auguro a tutti un “felice 2011”. Sicuro dell’appoggio dei soci di “Doble A Tango” e dei nostri collaboratori, mi auguro ancora, un anno ricco di eventi e proposte da raccontare nella “Doble Hoja”... In questo numero un “Homenaje” a colui che chiamavano “UN TAL GAVITO” di Monica Fumagalli, i nostri esperti Vignazia e Notrica che continuano a regalarci insegnamenti utili. E per ultimo, ma non meno importante la dottoressa Nancy Miranda che intervista Estanislao Herrera, il suo stile cresce ad ogni numero ed è da Buenos Aires che siamo collegati a lei e al Tango. Per ultimo devo dire che poco prima di chiudere questo numero è arrivata una brutta notizia: un caro amico tanguero Maurizio Scozzi, grande appassionato di teatro, ci ha lasciato. A lui vorrei dedicare questo numero della rivista in ricordo della nostra amicizia. Marcelo Alvarez SOMMARIO 6 “Mundial de Buenos Aires”, vince l’abbraccio di un diciottenne di Manuela Pelati 9 Se posso, scelgo sempre di ballare il tango di Nancy Miranda 11 Il Malambo di Emilio Cornejo 12 Códigos di Pier Aldo Vignazia 13 Guida all’ascolto del tango di Eduardo Notrica 14 Il passo nuevo del meditango di Massimiliano Malerba e Lorena Nicoletta 9 p 15 Suono il bandoneón perchè fui benedetto alla nascita da Pugliese di Manuela Pelati 16 Narcotango: abbandonarsi 11 in una trance onirica p di Massimiliano Malerba e Lorena Nicoletta 17 Il personaggio del mese 15 p di Marcelo Alvarez 18 La cura del proprio spazio di Marcelo Alvarez 19 Carlos Gavito e le pause del tango la DOBLE HOJA del TANGO Direzione editoriale Doble A Tango Progetto grafico e impaginazione Ilaria Rosa Stampa Tipografia Cangiano Grafica - Volla (Napoli) Supplemento bimestrale n. 3 a “Spartaco” reg. tribunale Santa Maria Capua Vetere n. 549 di Edizioni Spartaco sas di De Paolis Pasquale e C. INSERZIONI Per prenotare la propria inserzione pubblicitaria: [email protected] di Monica Fumagalli 20 Così ricordiamo Osvaldo Zotto e Tetè Rusconi 21 Dónde praticar en Roma 22 Dónde milonguear en Roma “Mundial de Buenos Aires”, vince l’abbraccio di un diciottenne testo Manuela Pelati ________ s emplicemente campioni. Lui, alto, calmo, con un’eleganza naturale. Lei, “morocha”, svelta, con la fierezza di una gitana. Sebastian e Maria si sono presentati al “Mundial” di Buenos Aires ad agosto 2010 con l’obiettivo di migliorare il loro modo di ballare il tango, non miravano a vincere. Lui, appena compiuti 18 anni, non aveva fretta. Era alla sua prima volta in gara, anche se accarezzava la pista già all’età di 10 anni. Lei, più esperta, è una trentenne che prima di vincere, lavorava a San Telmo, ballando da anni in piazza Dorrego. Una coppia formata due anni prima, quando Maria ha preso sotto l’ala il niño della scuola di Carlitos Perez. Nessuno pensava a un campione. Poi a inizio 2010 si sono iscritti al Festival Y Mundial di Buenos Aires, quasi per gioco. Sono andati avanti nelle selezioni della “Trastienda” fino ad entrare in finale al teatro “Luna Park”. Lì il 31 agosto increduli ed emozionati hanno sentito pronunciare i loro nomi: “I campioni mondiali di tango salon per il 2010 sono Sebastian Ariel Jimenez y Maria Ines Bogado!”. Tuffo al cuore. Lacrime e abbracci, gioia ed euforia. Le emozioni sono volate. I riflettori si sono accesi su “la coppia giovane”, come si diceva tra il pubblico. L’entusiasmo poi, era amplificato anche dal fatto che con il loro premio, il titolo era tornato in Argentina, dopo l’assegnazione nel 2009 a una coppia di giapponesi. E il tango, dichiarato patrimonio culturale dell’Umanità dall’Unesco pochi mesi prima, da ballo della tradizione dei nonni, passava il testimone a un diciottenne, guardando al futuro di un giovane e nuovo abbraccio. 6 Da quel momento per Sebastian e Maria è iniziata una nuova vita, scandita da serate, inviti e lunghe tournèe in giro per il mondo. Fino a Roma, dove sono giunti a inizio dicembre 2010, portati da Alessandro Amici della Milonga della Stazione. È LA PRIMA VOLTA CHE VENITE IN ITALIA? > Maria: Sì, stiamo facendo una tournèe in Europa: andremo a Bruxelles poi a Valencia e infine a Londra. In totale in Europa gireremo per due mesi e mezzo. Poi torniamo a Buenos Aires ma solo per una settimana perchè ripartiamo subito per il Brasile, questa volta per una tournèe ufficiale come rappresentanti del governo argentino. QUEST’ULTIMO È UN PREMIO PER IL TITOLO DI CAMPIONI? > Maria: Sì, in Brasile siamo sponsorizzati dal governo che ci manda come rappresentanti culturali dell’Argentina. QUANDO VI SIETE ISCRITTI AL MONDIALE, LO AVETE FATTO CON LO SCOPO DI VINCERE? > Sebastian: No. L’idea di vincere era una fantasia. Pensavo a come sarebbe stato essere campioni, ma mai lo avrei immaginato. COME AVETE VISSUTO LA PREPARAZIONE PER IL MONDIALE? > Sebastian: l’abbiamo presa come un’esperienza. Maria: era la prima volta che ci mettevamo alla prova. DA QUANTO TEMPO SIETE UNA COPPIA? > Maria: Da due anni stavamo praticando da Carlitos Perez e prendevamo lezioni solamente con l’idea di migliorare, per poter fare delle cose nuove. COSA STAVATE FACENDO PRIMA DEL MONDIALE? > Maria: Io lavoravo da sette anni, ballando il tango in plaza Dorrego a San Telmo. Ero lì dal lunedì al sabato,in quella piccola piazza dove si concentra la gente e passa il tempo libero bevendo un caffè. Ci sono anche molti turisti. Sebastian invece stava studiando. QUANDO AVETE INIZIATO A BALLARE? > Sebastian: A dieci anni DELLA COPPIA L ’ AVETE SCUOLA? > Sebastian: sì, durante una pratica FU DIMOSTRATE UNA CALMA INTERIORE CHE MOLTI BALLERINI NON HANNO… > Maria: Sebastian è una persona molto tranquilla, oltre ad essere giovane, è sempre contento. Gioviale. Quando balliamo trasmette questa serenità e contentezza. QUANTO SONO STATI IMPORTANTI PER VOI IL MAESTRO E LA FAMIGLIA? > Maria: Durante la sfida del Mundial Sebastian viveva a casa mia con i miei genitori, facevamo una vita molto semplice e rilassata, siamo stati sempre insieme ai miei che mi sono stati molto vicini. Il giorno della finale, oltre a loro, al Luna Park c’erano tutti i nostri amici e il loro affetto si è fatto sentire. “Sebastian è una persona Sebastian: per me la notte della molto tranquilla, oltre ad essere finale era come una riunione giovane, è sempre contento. familiare DOVE SEI NATO? > Sebastian: in una zona a nord dell'Argentina, i miei genitori sono della provincia di Santiago, dove è molto forte la tradizione del folklore. L’UNIONE E QUAL È IL SOGNO? > Tutti e due: Girare il mondo, essere sempre in tournèe… ENTRAMBI E PERCHÉ BALLAVI? A QUELL’ETÀ SI GIOCA A PALLONE… > Sebastian: Mi piaceva. Tutti i fine settimana facevo una lezione, andavo a ballare con i miei nonni. Non ho mai visto il tango come una cosa da vecchi. Mi piace e mi svaga da sempre. Nessuno mi obbligava da piccolo, i miei genitori non ballano neanche. TROVATA DURANTE LA LEZIONE A > Sebastian: Per me è un cambiamento fortissimo. Maria: È un cambiamento totale. Soprattutto per la responsabilità che abbiamo, ora tutto quello che facciamo ha un peso UNA CONNESSIONE NATURALE O UNA COSA STUDIATA? > Sebastian: fu perché Gioviale. Quando balliamo trasmette questa serenità e contentezza” mi sentivo molto a mio agio Maria: lui era il più piccolo del gruppo di Carlitos, ma studiava già da quattro anni. Cercava una donna con cui ballare e ha trovato me, semplicemente. SEBASTIAN, ERI COME UNA MASCOTTE? > Sebastian: Direi di no, Carlitos non guardava solo me! Non ero il preferito, intendo. Sì, mi correggeva, io lo consideravo come un parente affettuoso e sicuramente gli piacevo perché ero giovane. Ma camminavamo tutti sulla stessa linea… SECONDO VOI TUTTI POSSONO MUNDIAL? gli europei hanno un livello alto. I migliori sono i colombiani e i cileni, insieme agli PARTECIPARE AL > Maria: Tutti argentini. Sebastian: Ci sono molti italiani con un ottimo livello. Poi oggi voi potete fare anche il campionato Europeo prima del Mundial. E non si può più parlare di tango argentino, ma di tango mondiale. Anche quest’anno tra i primi c’erano i giapponesi e le coppie miste. Tutto il mondo balla il tango. AL MUNDIAL SI VEDE LA QUALITÀ DEL BALLO? > Maria: Certo. E la qualità degli altri si apprezza sempre… E LUI COSA TI DICEVA QUANDO CAMMINAVI SULLA LINEA? > Sebastian: Mi diceva: continua! Ne dovevo fare di strada… ma una cosa bella e importante che mi diceva sempre era: divertiti È IL SENTIMENTO CHE PROVATE QUANDO BALLATE IL la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre QUAL TANGO? > Maria: È un divertimento e un piacere. Non è mai stata per me una cosa forzata. QUALI SONO GLI ELEMENTI PIÙ IMPORTANTI PER VOI NEL TANGO, LA FIGURA, LA MUSICA O LA COPPIA? > Maria: La connessione, l’incontro tra noi. Sia se ci stiamo preparando per il Mundial, sia se ci mettiamo a ballare in milonga, non cambia: per noi è importante la connessione che abbiamo nella nostra coppia. SAPETE CHE I GIURATI USANO TRE MISURE PER SELEZIONARE LE COPPIE AL MUNDIAL: SONO L’ELEGANZA… > Sebastian: (interrompe) No, noi non lo sapevamo, non avevamo mai partecipato prima, ma non ce lo siamo neanche chiesto quali fossero. IL PRIMO TENTATIVO E AVETE VINTO? > Sebastian: Sì, ci sono persone che vanno sei sette volte e arrivano quarantesimi o altro. Per noi anche pensare alla finale era già un obiettivo. ORA LA VOSTRA VITA HA SUBITO UN CAMBIAMENTO FORTE? 7 I campioni delle scorse edizioni 1 2 3 1. Diego Ortega e Chizuko Kuwamoto, rappresentanti della città di Colon, Argentina, campioni di tango “escenario” 2010 2. Hiroshi Yamao e Kyoko Yamao, Tokyo, Giappone, campioni di tango “salon” 2009 3. Mauro Zompa e Sara Masi, rappresentanti di Firenze, Italia, quarti nel tango “salon” 2009 Festival y Mundial de Baile di Buenos Aires” Il “Tango - Festival y Mundial de Baile di Buenos Aires” si svolge solitamente nella seconda metà di agosto e nel 2010 è giunto all’ottava edizione. Non solo ballo: i quasi quindici giorni di manifestazione offrono gratuitamente concerti (nell’edizione passata, tra gli altri, hanno suonato i Gotan Project, l’orchestra Leopoldo Federico), conferenze (molte quelle sulla storia e la musicalità del tango) e lezioni di ballo (con alcuni dei migliori ballerini argentini). Per la gara di ballo l’esibizione è in due stili: “tango salon” e “tango escenario”. L’iscrizione è aperta a tutti, basta essere in coppia, riempire un modulo che si trova sul sito www.mundialdetango.gob.ar, inviarlo, aspettare la risposta di accettazione e prepararsi alla competizione. La coppia deve presentarsi alla convocazione il giorno d’inizio del Festival e se passa le “rondas clasifiatorias” arriva in semifinale. Se entra poi tra i primi 10, va in finale. Nel 2010 hanno partecipato 460 coppie di 21 paesi nel mondo. La maggior parte provengono, oltre che dall’Argentina, dalla Colombia, Cile, Venezuela. Tra gli europei il numero maggiore è quello degli italiani.. La giuria è formata da ballerini, coreografi ed esperti di tango e nel 2010 erano presenti Juan Manuel Fernandez, il “Flaco” Dani, Maria Nieves e Miguel Angel Zotto tra gli altri. Il premio considerato più nobile in omaggio alla tradizione è quello di tango salon, che in somma di denaro ammonta a 4.000 euro. Ma non solo soldi: il titolo offre soprattutto successo e immediate possibilità di effettuare tour in tutto il mondo. 8 “Se posso, scelgo sempre di ballare il tango” Intervista a Estanislao Herrera testo Nancy ________ Miranda con uno stile forgiato da una tecnica precisa, ferrea, conservatrice, virtuosa, alle radici della sua disciplina, la cui culla è stata il folclore, vi sono tracce lasciate da “el Chúcaro*” . Il tango è per lui una costante ricerca sul movimento, in scena e nella vita. Il suo motto, “no vivir más al límite” (non vivere più al limite) gli dà le ali per congiungersi con la gioia di ballare il tango argentino semplicemente perché lo ama. Un privilegio per i tempi che corrono! PERCHÈ BALLI IL TANGO ARGENTINO? > Perchè ciò che più mi piace ballare è la musica popolare. A 18 anni, quando sono arrivato da Jujuy, ballavo folclore argentino. Poi qui a Buenos Aires ho imparato il tango ed è stata così forte la connessione che è diventato la mia professione. Ho preso lezioni di altri generi, come danza contemporanea e classica, e ho fatto esperienza con coreografi come Ana María Stekelman (Compagnia Tangokinesis) per il film “La peste”, diretto da Luis Puenzo (vincitore di un Oscar). In generale mi piace l’arte popolare di qualsiasi tipo, però è l’abbraccio del tango che mi dà la felicità assoluta. COME CARATTERIZZERESTI IL TUO STILE DI BALLO? > Provengo dalla scuola tradizionale del tango e mi continua a piacere questo stile più di tutti gli altri. Anche se credo che sia positivo che il tango si arricchisca di altre tecniche e di altre estetiche. Da un punto di vista visivo o dell’immagine, io ballo il tango tradizionale da palcoscenico e sono un ballerino più che un maestro. Scelgo le orchestre che prediligono tempi veloci, per le mie coreografie. L’aspetto della velocità mi è congeniale e ciò rivela il notevole sforzo necessario ad assimilare il meccanismo per ottenere questa velocità. Mi piace ballare su interpretazioni musicali al limite della velocità, D´Arienzo, Pedro Laurenz o Piazzolla, solo per dare un’indicazione generica. Però i miei preferiti da ascoltare sono Alfredo Gobbi e Horacio Salgán. Inoltre ricordo che ho avuto l’enorme piacere di dividere il palcoscenico con quest’ultimo e con il suo Quinteto Real, alcuni anni fa, al “Club del vino”. la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre HAI UNA COMPAGNA DI BALLO IN QUESTO MOMENTO? > Nel mio prossimo lavoro, farò coppia con Luján Gimenez. In precedenza, la partner con la quale sono stato più conosciuto è Verónica Vidan, con la quale ho lavorato per più di 13 anni. L’ideale è avere una coppia fissa e fare insieme, progressivamente una ricerca nel tempo per ottenere, nelle A QUALI ALTRE ATTIVITÀ TI DEDICHI? coreografie, quella compiutezza che le > Attualmente prendo lezioni di rende più interessanti da un punto di vista percussioni nella scuola “La chilinga”. In artistico. Tuttavia di questi tempi a volte si Lo sforzo viene particolare mi interessano il candombe e sceglie di dare priorità al lavoro piuttosto ripagato quando la murga. Inoltre questo esercizio mi che alla ricerca che richiede tempo, un sono in scena, mantiene attivo per suonare il bombo enorme sforzo e non dà garanzie. Molti legüero (è un tipo di bombo o tamburo, il non hanno la pazienza che richiede il perchè vivere principale strumento di percussione del processo creativo. L’aspetto economico e le di ciò che si ama folclore argentino, N.d.T.). E cerco anche necessità di ognuno hanno strettamente a non ha prezzo di nutrirmi costantemente, imparando dai che fare con tutto questo. colleghi con cui condivido il cast nei Oggi, a differenza di un tempo, le coppie diversi spettacoli. del tango non durano più molto tempo. Inoltre partecipo alla formazione del SIPRODA (sindacato dei Prima ci si imbatteva in coppie come Roberto Reis e professionisti della danza). Mi sembra importante rivalutare i Guillermina Quiroga, Roberto Herrera e Vanina Bilous, temi che interessano gli aspetti professionali della danza, Miguel Zotto e Milena Plebs, per nominarne solo alcune. Ora ambito che nel nostro paese è abbastanza vulnerabile rispetto si possono trovare buoni ballerini e coppie che ballano molto ad altri settori delle arti. C’è molta strada da fare perché questo bene, con un’estetica depurata ed una qualità tecnica movimento è iniziato da poco, però è il momento di generare eccellente però non si arriva a plasmare quel plus che si ottiene lo spazio di cui i nostri diritti hanno bisogno. con il lavoro fatto nel tempo. * Santiago Ayala (1918-1994): esempio di impegno e vocazione per la danza, ha diffuso il ballo folcloristico argentino in diverse parti del mondo. Forma la “Compañía de Arte Folklórico” con riconosciuto talento come coreografo, zapateador [esecutore del zapateo, N.d.T.], disegnatore, ballerino e attore in diversi film. Nel 1990 fonda il “Ballet Folklórico Argentino” e molte delle sue opere sono ancora rappresentate. Balla fino all’età di 70 anni. 9 CREDI CHE QUESTA SITUAZIONE CONDIZIONI IN QUALCHE MODO LA QUALITÀ DEL BALLO? > Credo che esista un maggior numero di ballerini che ballano bene. Allo stesso modo credo che ce ne siano molti che ballano in modo simile. Un po’ perchè sono ancora molto giovani e un po’ perchè manca il lavoro di coppia, che ho menzionato poco fa, e in questo modo non si acquisisce una personalità propria. È un momento di transizione per la danza del tango. Per me, però, l’importante è che continui e cresca. SI SCONTRANO DUE OPINIONI CONTROVERSE RISPETTO ALL’UNIVERSO TANGUERO: CHE È MORTO E CHE È DI MODA. COSA PENSI A RIGUARDO? > Anche se non ci sono molte cose nuove e, come già detto, anche se è un momento di transizione, non si può negare che il tango sia più che vivo. Considera che qui a Buenos Aires ogni anno nel mese di agosto ha luogo il “Mundial de Tango” al quale assistono più di 250.000 spettatori. Se non fosse un momento di vivacità sarebbe impossibile attrarre un quarto di milione di persone per un evento il Mundial, che peraltro non annovera figure consacrate, giacché la maggior parte sono giovani ballerini di talento da poco iniziati al tango o che hanno al loro attivo solo una breve carriera. Tutto ciò che è utile per nutrire l’universo del 2x4 è da ritenersi benvenuto. Per esempio il tango elettronico non è ciò che preferisco però se contribuisce ad avvicinare la gente al tango, allora è più che positivo. COME DEFINIRESTI LA SEDUZIONE NEL BALLO DEL TANGO? > I ruoli sono ben ripartiti tra uomo e donna, esattamente come nella vita. È interessante che lo spettatore veda questa nostra danza da una prospettiva sensuale e che non la associ necessariamente, come spesso accade, a qualcosa di sessuale. Vale a dire, che ognuno immagini quello che vuole ma senza che sia mostrato a partire da un gesto esplicito. L’arte può così evocare altre dimensioni. 10 PER QUANTO RIGUARDA IL RUOLO FEMMINILE E MASCHILE NEL TANGO, COME LI CARATTERIZZERESTI? > A me non piace che la donna faccia più cose di quelle che faccio io. Preferisco essere la colonna di tutto ciò che si costruisce. Da quando ho imparato a ballare il tango, negli anni ‘90, il ruolo femminile all’interno della coppia ha fatto molti progressi. Prima era diverso. Ora la donna, come nella vita, poco a poco ha conquistato il suo spazio e questo si riflette anche nel tango. CHE COSA DOVREBBE E CHE COSA NON DOVREBBE FARE UN ALLIEVO PRINCIPIANTE PER IMPARARE A BALLARE BENE IL TANGO? > Avere passione e costanza, certamente. Non darsi delle mete all’inizio, perché questo a volte pregiudica l’apprendimento che dovrebbe essere, invece, piacevole per ogni allievo. E dipende anche dal perchè si vuole imparare. Se è per ballare socialmente è sufficiente prendere alcune lezioni (non poche). Se invece è per dedicarsi all’attività professionale, è completamente diverso. La carriera è complicata, comporta prove e ancora prove e confronti senza fine. Nel mio caso lo sforzo viene ripagato quando sono in scena, perché vivere di ciò che si ama non ha prezzo. Tornando al problema delle lezioni, se non hanno una continuità, per gli allievi può diventare complicato assimilare in breve tempo ciò che l’insegnante trasmette loro. Sono convinto che sia utile fare prima un percorso con l’insegnante con cui si è deciso di iniziare a studiare e solo più avanti sperimentare tutto ciò che piace e che sembra interessante da integrare al ballo. QUANDO SARAI IN ITALIA? > Andrò in tournée con lo spettacolo “TANGO” della compagnia di Roberto Herrera tra gennaio e febbraio 2011, come Artista ospite. Saremo in diverse città italiane. Le date del tour si trovano su: www.luigipignotti.com - www.herrera-tango.com.ar Il Malambo Una danza piena d’arte testo Emilio________ Cornejo Proprio per questo vorrei farvi conoscere il Malambo, una danza piena d'arte che mi ha permesso di esprimere di volta volta ciò che avevo nell'anima, ma che forse molti di voi non conoscono ancora. Quel poco che si conosce del malambo nel mondo, è la forma che io chiamo circense, fatta con le boleadoras, uno strumento che in origine aveva un’altra funzione: venivano infatti utilizzate dagli indios per cacciare e per la guerra. Personalmente non mi piace che vengano chiamate malambo le esibizioni con le boleadoras perché il vero malambo è quello zapateado, cioè quello danzato, dove la parte più importante la fanno i piedi ( la parola stessa viene da zapato che vuol dire “scarpa”). Il malambo è una danza originaria dell’Argentina, una delle più antiche del nostro folklore, è vibrante, agile, elegante ed è propria del gaucho, cioè del criollo contadino ed allevatore di animali, ma anche dell’indio avventuriero e solitario, che cercava di sfuggire alle spedizioni militari. In origine veniva ballato nelle feste campestri, non solo per divertimento ma anche come sfida per disputarsi terre, bestiame e beni, impegnando la mente ed il corpo in creazioni sempre nuove e dando prestigio ai più abili. In questa danza l’uomo ha la possibilità di dimostrare tutta la sua destrezza, il vigore, la personalità ed il carisma, non solo attraverso il movimento delle gambe ma anche grazie all’espressività del corpo in generale e dello sguardo provocatore, audace, di sfida. Il malambo non ha un linguaggio prestabilito come la danza classica, dove ogni movimento ha un nome. Questa danza è più selvaggia, più libera. Naturalmente esistono dei parametri, dei movimenti di base ma molto dipende dal ballerino, dalla sua capacità di creare una buona coreografia. In questi ultimi 10 anni c'è stata una grande evoluzione tecnica, fisica e artistica, tanto che si è cercato l’aiuto anche di altre discipline per poter sviluppare una forma fisica e coreografica migliore. In Argentina è sempre più grande il numero di giovani e di persone di tutte le età che si avvicinano al malambo, che oggi ha raggiunto livelli alti grazie a manifestazioni e concorsi nazionali ed internazionali. la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre s ono trascorsi già cinque anni da quando arrivai a Roma per la prima volta, in rappresentanza del Festival Nacional de Malambo che si tiene a Laborde ed è il festival più prestigioso che l’Argentina dedica a questa affascinante danza. L'evento, realizzato da Massimo Giandomenico, che gestiva il ristorante Café Corrientes, si chiamava “Patio Argentino” e metteva in scena, in modo vivace, uno spettacolo che univa tango e folklore argentino. Alcuni mesi dopo la fine di questo evento, sono rientrato in Argentina per proseguire il mio lavoro di ballerino, insegnante e coreografo in diverse città del paese. Nel 2008 ho preso la decisione di tornare a Roma, questa volta però non è stata la danza a portarmi qui ma l'amore che, grazie alla magia del tango, era nato proprio nel 2005. Non mi sono mai tirato indietro di fronte alle sfide, per questo ho deciso di trasferirmi a Roma con mia moglie, romana, lasciando la mia carriera e la mia scuola di danza, accettando l’avventura di cominciare una nuova vita ed una carriera in Italia, con l'obiettivo di diffondere la mia cultura. È una danza fisicamente molto impegnativa sia a causa dei movimenti, sia per l’energia che si utilizza, per questo un malambista deve conoscere il corpo, l’anatomia, le reazioni e le conseguenze che ogni colpo, ogni stimolo muscolare può comportare. Molti di questi movimenti non si possono realizzare senza un buon allenamento precedente alla danza. Attualmente il malambo si esegue soprattutto in gare e concorsi in cui si presentano le migliori coreografie, per questo è un po' come se non si fosse perso lo spirito dei gauchos che si sfidavano mettendo in palio terre, bestiame o l’amore di una donna. Naturalmente il contesto è molto diverso, ma il senso rimane lo stesso: mostrare i migliori movimenti, il “miglior malambo”, la destrezza e l’abilità, l’orgoglio per l’originalità della propria coreografia, il misurarsi con gli altri e soprattutto con sé stessi. 11 Códigos (seconda puntata) Se la milonga diventa una manifestazione di esoterismo m testo Pier Aldo Vignazia [email protected] ________ “ irada e Cabeceo”, “Settori Separati per Uomini e Donne”, “Invito Esclusivamente a Distanza”.... ma sono veramente questi i “codici” della milonga? E di che milonga, poi? Come quasi sempre accade, liti, discussioni, le polemiche fra gli esseri umani avvengono per quello che realmente ci differenzia dal resto degli animali: il linguaggio. Pensate alle sfumature di significato che può avere la parola “amore”... “Uccide per amore”, si legge sui giornali: ma si può uccidere per amore, che è il sentimento del dare all'altro? Non sarebbe meglio allora scrivere “Uccide per amor proprio”, ossia per egoismo totale? Però si dice, e si scrive... Se poi ci si mette il fatto che l'essere umano si è inventato le lingue, siamo a posto: la confusione è assicurata: tradurre è tradire, dicono i traduttori... Quando si è comiciato a diffondere il tango in Italia, i solerti primi organizzatori (e i non meno solerti primi insegnanti) si premurarono di far sapere ai loro solerti primi alunni che il luogo dove si balla tango si chiama milonga. Con grande sollievo degli alunni medesimi, tutti tesi a differenziare il loro nuovo ballo dal “tango” all'italiana, che come tutti sanno si balla nelle balere. “Che fate sabato sera?” “Andiamo in milonga!”, suonava molto diverso da un semplice “Andiamo a ballare!”, cosa volgare e che più o meno facevano tutti. Gli astanti restavano a bocca aperta, di fronte a tanta manifestazione di esoterismo, e i più arditi azzardavano un “Ah... e che cos'è?” E i depositari del segreto, dall'alto delle loro metafisiche conoscenze, spiegavano... Non è escluso che qualcuno si sia avvicinato al tango perché gli avevano detto che si ballava in milonga. Il fatto è che non era vero! Parlando di Buenos Aires, la verità era (ed è) che nelle milonghe si balla sì tango, ma il tango non si balla solo nelle milonghe! 12 Ossia, il tango lo si può ballare in tantissime occasioni e luoghi, e non solo in una milonga! Che resta un posto un po' speciale, con una sua speciale atmosfera, con sue speciali “regole d'ingaggio”, per usare un termine di moda. Il tango lo si balla in clubes de barrio, in practicas, in fiestas; e anche in milongas, perché no! Ciascuna di queste occasioni ha come è ovvio le sue regole, i suoi modi di comportarsi. Quegli incontri che venivano agli inizi quasi furtivamente organizzati in Italia dai componenti di una scuola per ballare e praticare, non avevano niente, ma proprio niente, della “milonga”... tranne il nome, imposto -per imprudenza o per motivi di marketing- dai primi organizzatori. Erano più practicas, o fiestas (“pratiche”, “feste”, per chi ha problemi con le lingue...): luoghi dove ci si trovava fra amici, gente che veniva dalla stessa scuola, dove si ballava, ci si mescolava, si chiacchierava, con gran disperazione del musicalizador, costretto ad alzare il volume all'impossibile (a proposito, il musicalizador a Buenos Aires è normalmente chiamato disc-jockey: fate un po' voi...). E le milonghe italiane sono figlie dirette di quei primi incontri, di cui hanno ereditato lo spirito comunitario e conviviale, ciacarone, dove si va generalmente in gruppo misto di uomini e donne, dove una parte socializza amabilmente mente un'altra parte balla: in poche parole, non sono milongas. Ma allora, direte voi, che accidenti sono le milongas? E i loro codigos? Abbiate pazienza: il mio spazio è abbondantemente finito. Vedrò di affrontare l'argomento la prossima volta! Una proposta di analisi musicale di “A media luz”. Guida all’ascolto del tango (terza puntata) periodo I frase, tema A: “Corrientes, 3-4-8, segundo piso ascensor… II frase No hay porteros, ni vecinos, adentro, cocktail y amor... III frase Pisito que puso Maple, piano, estera y velador; IV frase un telefón que contesta, una fonola que llora V frase viejos tangos de mi flor, y un gato de porcelana pa’ que no maúlle al amor. “ fine del periodo Fin qui, un periodo (un enunciato musicale con un senso compiuto) formato da 4 frasi di 4 battute e di 2 versi ognuna e 1 frase, l’ultima, di 3 versi. Chiamiamo frase all’unità sintattica minima completa. Insieme allo sviluppo del periodo con le sue frasi si espone il tema A. Il tema è una costruzione ritmico -melodica che si caratterizza e si distingue di altri frammenti. Di solito si presenta attraverso una frase riconoscibile di una lunghezza tale che consente di memorizzarla facilmente. Vuol dire che la comprensione della segmentazione sintattica è fortemente legata allo sviluppo tematico del brano. Andiamo avanti con il tango: sembra che inizi qualcosa di nuovo nel canto, ma stranamente già lo conosciamo. Perché? Certo, è stato presentato all’inizio del brano nell’ introduzione strumentale. Ma l’importanza del testo, che peraltro dà il titolo a questo tango, ci induce a chiamarlo tema B. Stiamo mettendo in relazione i segmenti tra di loro, qualificandoli e identificandone i temi: la novità è l’ esposizione del tema B nella prima frase del nuovo periodo. periodo, I frase, tema B “Y todo a media luz, que es un brujo el amor... a media luz los besos, a media luz los dos... II frase Y todo a media luz, crepúsculo interior, que suave terciopelo la media luz de amor.”fine del periodo Troviamo qui 2 frasi di 4 versi e 4 battute ognuna. Di seguito, nel 3° periodo, utilizzando una risorsa molto usuale nell’epoca d’oro delle orchestre di tango, l’arrangiatore decide lasciare gli strumenti soli ed elaborare il tema A nella variazione del bandoneon senza testo. In effetti manca periodo, I, II e III frase, tema A’ “Juncal 12-24. telefoneá sin temor; de tarde, té con masitas, de noche, tango y amor; los domingos, té danzante, los lunes, desolación.” che si riconosce nel tema della parte strumentale. Il cantore riprende dopo la terza frase con IV frase ”Hay de todo en la casita: almohadones y divanes como en botica... cocó! Alfombras que no hacen ruido y mesa puesta al amor. “ fine del periodo Possiamo dire che è una elaborazione del tema A (per questo lo chiameremmo A’) con 3 frasi strumentali e 2 frasi cantate. Finito questo periodo riappare il ritornello in forma strumentale con la prima metà di B e manca anche qui il testo periodo, I frase, tema B’ “Y todo a media luz, que brujo es el amor... a media luz los besos, a media luz los dos... “ la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre p Proviamo a ascoltare un tango conosciuto, ad esempio “A media luz”, il classico di Carlos César Lenzi con musica di Edgardo Donato. Tanto meglio se riusciamo a trovare la versione della orchestra di Edgardo Donato (www.carriechelsea.com/songs/media.html). Come primo approccio, ci lasciamo trascinare dalla musica senza alcun preconcetto come se fosse la prima volta che la ascoltiamo. Percepiamo se c’è qualcosa che chiama particolarmente la nostra attenzione: un repentino cambio di velocità, l’apparizione di uno strumento nuovo, la voce del cantante e la melodia o una fantasiosa variazione del tema del bandoneon. In definitiva tutte situazioni molto diverse tra di loro che si ascoltano però simultaneamente. Dopo il piacere dell’orecchio andiamo al nostro compito, cioè cercare di capite come organizzare quello che abbiamo ascoltato. Al primo incontro “ingenuo” con il tango segue una fase di consapevolezza nell’ascolto. Occorre perciò segmentare il discorso in parti significative, identificando i punti di chiusura dove notiamo che la musica arriva a un momento di riposo. In questo caso inizia l’ orchestra che suona un’ introduzione e che riconosciamo come tale per la mancanza di testo*. Finalmente, dopo il punto chiaro di arrivo -cioè la conclusione della sezione introdutiva- il cantante inizia un periodo dove si espone il conosciuto tema A: testo Eduardo Notrica www.edunotrica.com ________ per finire il brano con il canto, più conclusivo e stabile. Di nuovo una elaborazione tematica sul tema B(chiamato qui B’) che ci porta alla conclusione: il ‘rallentando’ che suggerisce la perdita del battito (e diventa ritmo libero) rinforza la funzione conclusiva che prepara i ballerini all’addio dopo il ballo. Ci saluta la bella voce vellutata del cantante con il suo II frase, “Y todo a media luz, crepúsculo interior, que suave terciopelo la media luz de amor” fine del periodo. E come non poteva essere diversamente, si aggiunge il consueto Chin-pun della cadenza finale. * Troviamo una sezione introduttiva particolarmente articolata: sono 3 periodi, il 1° espone il tema B in 2 frasi, il 2° il tema A in 5 frasi mentre il 3° è una elaborazione di B (cioèB’) in 3 frasi con la conclusione in un rallentando che prepara il canto. 13 FESTIVAL A ROMA Il passo nuevo del Meditango testo Massimiliano Malerba e Lorena Nicoletta ________ foto Malerba Massimiliano________ p arte dal presupposto di incontrarsi in una milonga, disperdersi nella folla d'anime che, ammaliata dai sentimenti più vivi e tumultuosi, libra unanime la potente forza del tango. L'incontro più fatale avviene in un abbraccio, a luci soffuse, abbandonandosi al destino del sé per poi, e solo allora, ritrovarsi. È con tali emozioni che la Sesta edizione del “Meditango festival” ha preso il via. E giunto alla conclusione, dopo dodici giornate all'insegna della cultura del tango, ne ha visitato tutte le sue sfaccettature più intrinseche e allo stesso tempo, più evolutive. Quest'anno il festival è partito con l'intenzione di lanciare un nuovo mood di concepire il tango, con un approccio che non fosse solo avvertito dal punto di vista del ballo ma anche attraverso seminari e stages, musica dal vivo ed esibizioni degne delle migliori kermesse. La serata d'apertura del festival, il 18 dicembre dello scorso anno, è stata battezzata dagli artisti Esteban Moreno e Claudia Codega, dal 2000 amici ed estimatori degli eclettici e pieni di talento Alex Cantarelli e Mimma Mercurio, inventori e organizzatori dal 2005 della rassegna siglata “Meditango Festival”. Un festival che nasce dall'intenzione di Alex e Mimma di dare un luogo e un momento collettivo ai loro spettacoli. I due artisti dopo un lungo cammino - a cinque anni dal loro primo incontro e molti spettacoli innovativi - hanno voluto coinvolgere gli amanti del tango in un festival che sarebbe divenuto, col perpetuarsi del tempo, una “tradizione” tutta da vivere e festeggiare accompagnati dai molti artisti che danno corpo all'universo del tango e dai tanti amanti del tango. Questa sesta edizione in particolare, ha avuto la presenza di artisti del calibro di Juanjo Mosalini e Oliver Sens, esibitisi il 22 dicembre presso il Teatro Golden, in un'ottima performance musicale all'insegna dell'avanguardia nello scenario musicale del tango, il bandoneón di Mosalini accompagnato dal contrabbasso di Sens, fusi in un tango dalle note libere e improvvisate del jazz. La rassegna musicale è continuata con la presenza del Trío de la Sombra il 19 dicembre, di Javier Girotto il 28 di dicembre, 14 presso il Teatro Golden e dei Narcotango che, suonando il 31 dicembre, hanno brindato al 2011 con una performance all'insegna dell'innovazione musicale, il loro un tango reso energico dal suono della chitarra elettrica, dal tempo battente e irrequieto della batteria, accompagnato dai suoni elettrici della tastiera, il tutto incorniciato dal suono incalzante dell'immancabile bandoneón. L'ultima performance musicale ha portato la firma degli italianissimi Kantang”, esibitisi l' 1 gennaio 2011. Gli appuntamenti con l'arte del tango offerti dal Meditango festival sono stati animati da ballerini di fama mondiale quali: Esteban Moreno e Claudia Codega, in apertura del festival, Cesira Miceli e Chen-kuo Sierra, presenti in due date: il 18 e il 19 di dicembre, così come i ballerini Biki Wildenburg e Muzo Demira il 25 e il 26 dicembre, Loukas Balokas e Georgia Priskou il 2 gennaio, Eugenia Parrilla e Yanick Wyler il 4 e il 5 del mese di gennaio, e in chiusura festival, il 6 gennaio, una splendida esibizione regalata da Ciccio Aiello e Pamela Damia. Notevoli le performance, nelle quali si assiste alla coagulazione di stili affatto differenti, spesso di origine musicale lontana, eppure sintonicamente convergenti in un impasto di sonorità nuove, in una fucina di emozioni evocative che spaziano dal Tango Fusion Jazz di MosaliniSens all'intensissimo laboratorio magmatico di sonorità e dunamis musicale dei Narcotango, veri innovatori e avanguardisti del panorama argentino e internazionale. Incredibile come gli ingredienti di questa mistura sonora, sia di radice classica (chitarra) sia intermedia (bandoneón, contrabbasso), sia nuova (percussioni e musica elettronica) concorrano quasi ipergolicamente a scatenare una reazione chimica di suoni e sensazioni davvero coinvolgenti. L'appuntamento con la settima edizione del Meditango festival è da annotare al prossimo dicembre 2011. Alla direzione saranno sempre presenti Alex e Mimma, con una straordinaria dote organizzativa data dall'entusiasmo ad aprire nuove strade all'universo del tango e supportata dall'ammirazione dei tanti artisti che, di anno in anno, non rinunciano a condividere con il pubblico sempre più vasto degli ammiratori dell'arte del tango, esperienze e talento. “Suono il bandoneón perchè fui benedetto alla nascita da Osvaldo Pugliese” testo Manuela Pelati ________ foto Massimiliano________ Malerba COME SI PUÒ DEFINIRE LA MUSICA CHE AVETE SUONATO STASERA? > Olivier: A volte jazz a volte tango…. Juanjo: Totalmente tango certe volte, totalmente jazz altre. E a volte sono mescolati… non saprei. COSA È LA MUSICA PER VOI? > Oliver: Per me è una passione. Più che una passione: è la mia vita. Non posso immaginare la mia esistenza senza musica. Juanjo: La vita, in generale, senza musica è un errore. Perché esiste fin dai popoli primitivi. Un mio insegnante mi diceva che nasce con l’essere umano, che è dentro il cuore degli uomini. JUANJO, TU HAI SEMPRE SUONATO IL BANDONEÓN? > Juanjo: No prima suonavo il piano, ma non in maniera professionale. E come dice Olivier, il piano è un pezzo di legno... Mentre il bandoneón è un’estensione del musicista che lo abbraccia: come dice la poesia di Cortazar il bandoneon si chiama “Pichuco” , “Piazzolla”, “Federico”. Questo è il bandoneon: il musicista che lo suona. LA MUSICA È LEGATA ALLA STORIA DELLA TUA VITA? > Juanjo: Sì: sono nato a Buenos Aires e sono andato a Parigi quando avevo undici anni. Ma il mio cuore è completamente in Argentina e la cultura che ho, è tutto per me. QUANTO HA INCISO LA TUA FAMIGLIA NELLA CARRIERA DI MUSICISTA? > Juanjo: Bè, ascoltavo musica in casa, ovviamente, fin da piccolo e la prima persona che venne a trovarmi quando nacqui fu Osvaldo Pugliese. RACCONTACI > Juanjo. Semplice: mio padre stava suonando con l’orchestra di Pugliese in un teatro, quando io fui messo al mondo, nel 1972. E alla fine del concerto vennero tutti in ospedale a trovarmi. FU COME UNA BENEDIZIONE DEL PAPA… > Esattamente! IL BANDONEÓN È UNO STRUMENTO ADATTO SOLAMENTE AL la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre j uanjo Mosalini, bandoneonista figlio di Juan Josè Mosalini, porta addosso un’eredità di rilievo: il padre tra le innumerevoli collaborazioni, ha suonato nell’orchestra di Osvaldo Pugliese e ha composto con Astor Piazzolla. Nato a Buenos Aires ma cresciuto dall’età di 11 anni a Parigi, Juanjo dal padre ha preso anche la voglia di innovazione e guarda al futuro dell’elettronica, mescolando tango, jazz e contaminazioni etniche. Collabora con musicisti, come Oliver Sans, che ha la testa nel computer e il cuore nel jazz. Juanjo inoltre parla tre lingue, si esibisce sul palco creando un’”esperienza” più che un concerto ed è convinto che nel mondo di oggi si può prendere l’aereo anche per fare una sola data dall’altra parte del mondo, per esempio a Tokyo. Perché la globalizzazione non è un appiattimento, ma vuol dire sperimentare per crescere, mescolarsi per ritrovarsi e comunicare con l’unico vero linguaggio universale: la musica.. Juanjo al bandonéon e Oliver Sans al contrabasso si sono esibiti in un concerto il 22 dicembre 2010 al teatro Golden di Roma durante il Meditango Festival TANGO? > Juanjo: È lo strumento simbolico del tango, ma il tango esisteva anche prima con i flauti, il violino. Il bandoneón è arrivato dopo ed è tedesco… ma per la gente è totalmente legato al tango. Mentre se lo suona qualcuno in Baviera ad esempio, offre musica di Baviera, perché ognuno può mettere la propria cultura nel bandoneòn. PERCHÉ SECONDO TE IL TANGO CHE SI BALLA DI PIÙ NELLA ’40? Juanjo: È una presa di posizione. Un preconcetto. Io ho un sogno: mi piacerebbe vedere dei ballerini esperti di musica, ma spesso non è così e ballano senza pensare a cosa stanno ballando, non gli interessa. Per i musicisti è una pena: ho suonato per anni nelle milonghe e mi piace suonare mentre gli altri ballano, è un momento unico. È fantastico ricevere l’energia dei ballerini, ma purtroppo non sempre succede. MILONGA È QUELLO DELLE ORCHESTRE DEGLI ANNI 15 Narcotango: abbandonarsi in una trance onirica testo Massimiliano Malerba e Lorena Nicoletta ________ COME NASCONO I NARCOTANGO? Carlos: Il gruppo nasce nel 2003, con la pubblicazione del primo cd. La formazione ancora non era quella attuale, eravamo io e Fernando (il batterista), e il nostro primo e unico brano “Plano secuencia”. Il tutto nacque quando cominciai a ballare il tango. Avvertii quasi subito l’esigenza di adattare il tango alla sensazione datami dall’evoluzione dei tempi che era in atto. Cominciammo a fondere il suono degli strumenti tradizionali con suoni elettronici al fine di creare un sound contemporaneo, che si potesse adattare alla nuova forma di ballare il tango che si era creata e che non aveva ancora trovato una sua dimensione musicale adeguata. Facemmo ascoltare il brano ad amici, musicisti e ballerini, e il singolo piacque molto. Nell’agosto del 2003, formato l’assetto attuale del gruppo, durante una pratica a Buenos Aires suonò il demo che conteneva il singolo, a quella pratica era presente un’organizzatrice di eventi di Amsterdam che rimase colpita e invitò il gruppo a suonare in Germania. tango, una nuova forma di suonare il tango accompagnata da una visione del tango che vuole essere epicentro di varie influenze musicali, che vadano dal repertorio classico all’elettronico, passando dall’improvvisazione del jazz. LA CHITARRA NEL TANGO È STATA ABBANDONATA NELLE ORCHESTRE, I NARCOTANGO LA RIPORTANO IN AUGE NELLA SUA VERSIONE ELETTRONICA: UN ESPERIMENTO IMPEGNATIVO. COME RIUSCITE A FAR COMBACIARE LA TRADIZIONE DELLA CHITARRA CLASSICA CON L’ELETTRONICA? > Marcelo: La chitarra nel tango è naturale, sia essa classica, spagnola o elettrica. Inizialmente la chitarra spagnola accompagnava il tango da solista o nell’orchestra tipica, e per questa sua caratteristica, l’esigenza di suonare il tango in orchestre più grandi fece sì che venisse messa un po’ da parte. I Narcotango la ripropongono nella versione elettrica, che è una versione a mio avviso più ricca, ma che è resa complementare dall’accompagnamento della batteria e della tastiera, il tutto equilibrato dal bandoneón. La chitarra del resto è la chitarra, è nella genetica della musica e quindi del tango, ci vuole solo un po’ di immaginazione da parte del musicista per capire dove e come inserirla. IL TANGO ELETTRONICO È UN’EVOLUZIONE DI QUESTI TEMPI, COME SI PONGONO I NARCOTANGO A FRONTE DI CIÒ? > Carlos: La musica dei Narcotango è parte integrante della tradizione e della cultura del tango argentino e LA BATTERIA È UNA GRANDE NOVITÀ NEL dell’evoluzione dei tempi. Nella TANGO, COME È STATO POSSIBILE RIUSCIRE A musica Narcotango si ascolta la RENDERE TALE STRUMENTO PARTE COSÌ sperimentazione tipica degli artisti Passo dal suonare INTEGRANTE DEL SUONO TIPICO DEI eclettici sensibili alla ricerca della propria dimensione artistica più con le mani a riprendere N>ARCOTANGO? Fernando: Cominciai a suonare la personale. Da artisti, noi le bacchette e le batteria a quattro anni circa, crescendo influenziamo e veniamo a nostra spazzole. Esploro nuove musicalmente con i Police. I Narcotango volta influenzati dagli artisti con cui mi hanno dato la possibilità di entriamo in contatto. dimensioni, al di là sperimentare un nuovo modo di suonare Mariano: Soprattutto tra di noi, le del suono tradizionale la batteria totalmente differente rispetto al nostre esperienze ci influenzano l’un della batteria metodo “classico”. Passo dal suonare con l’altro. Sin dall’inizio del nostro le mani al riprendere le bacchette e le cammino insieme, si è creata una spazzole. L’esperienza con i Narcotango chimica, un’empatia quasi mistica, mi permette soprattutto di spingermi sempre oltre ed che si percepisce in ogni canzone. C’è una gran voglia di esplorare nuove dimensioni, al di là del suono tradizionale, sperimentare per ricercare attraverso l’evoluzione una tipico della batteria. Ciò emerge oltremodo nel nostro nuovo dimensione che è tutta personale ma che si connette bene cd: Limanueva. all’energia emanata da ciascun componente del gruppo Narcotango. La nostra idea nasce per dare un nuovo codice al 16 il personAggIo del Mese a cura di Marcelo________ Alvarez Questo spazio lo dedichiamo alla conoscenza dei gusti personali di alcuni tangueri. In questo numero il chitarrista e compositore Adrián Fioramonti. COME SEI ARRIVATO AL TANGO? Per caso: nel 96 mi chiamano dal Progetto Piazzolla di Livorno per sostituire il loro chitarrista.Non mi ero mai interessato al tango, prima. Mi spedirono dei brani per fare una audizione (concierto para quinteto, milonga del angel) e quasi svengo. Poi, approfondendo, mi sono reso conto di aver assimilato (senza esserne consapevole) tanto tango sin dalla infanzia. 2 VIVI A LUCCA, CITTÀ DI PUCCINI...HAI MAI AVUTO LA FANTASIA DI CREARE UN’OPERA TANGUERA? No!!! Sono a Lucca per puro caso, non certo per Puccini (anche se poi ho vissuto sopra la sua casa natale). Non amo particolarmente il melodramma (né la sua versione attuale, il musical), ma fra i miei sogni c’è quello comporre la musica ad alcune poesie di uno scrittore argentino da poco scomparso e magari fare una sorta di “concept album” a lui dedicato. 3 IL PROGETTO PIAZZOLLA APPARTIENE AL PASSATO O È, DICIAMO, IN STAND BY? Per il momento è in stand by, con un CD registrato e (speriamo) di prossima uscita. 4 QUANDO COMPONI PENSI A FARE BALLARE O NON PENSI DOVE LA TUA OPERA ARRIVA? Asseconda il tipo di brano. Sembra che alcuni brani siano abbastanza graditi come sostegno per delle coreografie; altri, invece, li ho sempre pensati in un contesti da ascolto. 5 HAI SUONATO PIAZOLLA D'ARIENZO PUGLIESE OLTRE CHE LE TUE OPERE, COSA PENSI DEL TANGO ELECTRONICO? Non conosco molto. Ho soltanto ascoltato alcune cose di Gotan e Bajofondo. Quello che ho sentito mi è parso molto gradevole. 6 UN TUO SOGNO ED I TUOI PROGETTI! I miei progetti sono legati alla registrazione del materiale che ho scritto. Generalmente scrivo in fretta per i diversi spettacoli e non arrivo mai a registrarli su disco. Ho molto materiale e molti grandi amici musicisti con i quali vorrei registrare, fra cui Marcelo Nisinman, Juanjo Mosalini, il cantante Rubén Peloni. Vedremo se riuscirò a concretizzare qualcosa. ADRIÁN FIORAMONTI chitarrista e compositore argentino. Adriàn Fioramonti è un chitarrista argentino radicato in Italia da vent’anni. Ha compiuto studi nell'Escuela Nacional de Musica de Rosario (Argentina) e partecipato a numerosi corsi e seminari fra cui: "Berklee Summer School " a Buenos Aires, Chitarra jazz presso Siena Jazz con Battista Lena, ecc. Nel 1996 inizia la sua collaborazione con il “Quintetto Progetto Piazzolla”. Nel settembre del 2000 il gruppo si presenta alla V Cumbre Mundial del Tango che si svolge nella città di Rosario (Argentina). Nell'occasione, gli integranti del gruppo sono scelti per far parte dell'Orquesta Mundial de Tango, diretta dal Maestro Rodolfo Mederos. Nel 1999 crea un trio di tango insieme al bandoneonista Marcelo Nisinman e il contrabbassista Guglielmo Caioli, il cui repertorio è costituito prevalentemente da materiale originale insieme a brani tradizionali e di Piazzolla. Dal giugno del 2003 il bandoneonista del gruppo è Massimiliano Pitocco. Dal 2004 il collabora con la compagnia Tango Rubio esibendosi in teatri di tutto il paese. Nel 2002 da vita, insieme al cantante Rubèn Peloni, un duo di tango tradizionale con un vasto repertorio che spazia da Gardel a Piazzolla- Il duo si esibisce, insieme al bandoneonista Antonio Ippolito (Trio El esquinazo), in numerose "milongas" di tutta Italia. Nel 2005 collabora con il quintetto milanese Tango 6 (Caserta) e con l’attore Sebastiano Lo monaco nello spettacolo “Tango d’amore” al teatro della Versiliana . Nel 2006 insieme a Tango 6 e la cantante Milva partecipa ad un concerto a Malaga (Spagna). Dal 2006 si presenta in duo con Marcelo Nisinman (Nisinman’s Affaire) con un repertorio che include musiche di Piazzolla, Saluzzi oltre a brani originali, il tutto trattato da una prospettiva che da ampio spazio all’improvvisazione. la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre 1 17 “La cura del proprio spazio” testo Marcelo H.________ Alvarez q uando si parla di spazio nel tango, pensiamo sempre e soprattutto a quello fisico, cioè allo spazio della sala, quello che serve per ballare insieme agli altri. Qui invece voglio parlare degli “spazi propri”, quelli che uomini e donne tanguere si sono creati nel tempo. Questi personaggi, come Zotto, Herrera, la Plebs, Firpo, Arce, Frumboli, Roldán, ecc…e la lista sarebbe lunga..., si sono guadagnati uno spazio che chiamerei “temporale”. Nella storia attuale del tango loro sono i signori della milonga, rispettati e ammirati…perché ognuno di loro, oserei dire, ha solo il tango in comune. In realtà sono diversissimi l'uno dall'altro...ed è proprio questo che ha permesso loro di entrare nei nostri cuori, la loro ricerca continua e la loro onestà fino all' osso… il tango gli viene dal profondo… ed è la cura del proprio spazio e del proprio stile, il marchio di fabbrica di ognuna di queste “Macchine Tanguere”, parafrasando un altro grande e personalissimo maestro, don Osvaldo Pugliese: “Somos un tornillo de la grande maquina tanguera”. Credo che se non ci siamo almeno chiariti chi siamo, o meglio chi crediamo di essere, nessuno ci riconoscerà uno spazio in questo mondo affollato di gente, onestamente appassionata, in cerca di uno spazio. Mi verrebbe da dire che lo spazio costa, costa fatica, sofferenza, sacrificio e perché no, una giusta dose di fattore C ,inteso come “Creatività”, cosi come il fattore “M” sta per Maestro o “u mast” come dicono a Napoli, o “el Mejor” come dice Picherna. Copes, Gavito, Zotto, Herrera, Reis, Pupi, Arce, Aquino, Naveira, Copello, Verón, González, Roldán, Plebs, Godoy, Mantiñan e ripeto la lista è lunga... maestri, o meglio Artisti con il fattore A “a goga”, signori con uno spazio costruito nel tempo, sono loro ad aver dedicato e a dedicare la vita al Tango e sicuramente a farne sostanzialmente parte, di Lui si alimentano, e noi ci alimentiamo di loro. Io, in 22 anni di tango, ho conosciuto, conosco e sono onorato di essere amico dei veri Maestri delle generazioni precedenti come Tetè (che resta nei nostri più bei ricordi ), “Perita”, Celia Blanco, Claudio González, “los Herreras” e Miguel Ángel Zotto e devo fare uno sforzo per ricordare che fra loro ci sia o ci sia stata gelosia, ho sempre percepito la loro competitività in maniera sana, vera e giusta... ed è senza dubbio anche questo 18 ad aiutarli a migliorarsi e a migliorare il Tango. Pensate se Herrera un giorno se la prendesse con Zotto, perchè ha scelto di far un “enrosque”... e dicesse: “no!! questo lo faccio solo io!” ...saremmo alle elementari...! Dove voglio arrivare.....? Bene... tutto questo nasce da un’allusione molto chiara, ma che non riesco tutt'ora a spiegarmi. Qualcuno, che dice o scrive, crede di aver inventato l'acqua calda..., una vera entrata a gamba tesa, sleale, inutilmente polemica! Non mi è mai capitato che dei ballerini, nel vedere esordire un talento, automaticamente gli “tagliassero le gambe”, di sicuro chi è un talento uno spazio se lo farà, altrimenti tornerà, per dirne una, a vendere quadri e dipinti in un buco di una città qualunque... o chissà cos'altro, in quanto non in grado di crearsi un suo spazio nel Tango...! Spiacente per coloro che credono di avere imparato per primi il passo base e si sentono subito in grado di dire la loro, se solo penso che il Tango per capirlo, assimilarlo, sentirlo, bisogna prima sudarlo, soffrirlo e farsi voler bene da Lui, perché se Lui non ti vuol bene non ti darà tregua..., non ti lascerà mai provare l'ebbrezza di conoscere qual è lo spazio intimo, profondo ed irraggiungibile di ogni tanguero autentico e sicuro di sè! Nella mia città natale, Buenos Aires, la “sindrome E” (cosi classificata da questo qualcuno), funziona alla grande e questa è solo un’antipatica, provocatoria e presuntuosa definizione letta e segnalatami da appassionati colleghi romani che, come noi della "Doble hoja" diffondono in modo onesto e pacifico la cultura tanguera nei loro spazi editoriali. A mio avviso, prima bisogna curare il proprio spazio, poi lasciare agli altri lo spazio che non si può coprire e vedere chi lo occupa meglio… perché la “E” come editoriale è libera, e liberi di scrivere di tango o di quel che vogliono sono gli uomini del tango. Potevo parlare, nel mio “spazio”, di cose che a me stanno sicuramente più a cuore ma questo sfogo, mi serve a suggerire che le rivalità o le competizioni stupide non servono a nessuno e sono semplicemente vaghe e sterili. Saluto con rispetto e auguro che ognuno possa curare bene il proprio “Spazio” per poter continuare a leggere serenamente di Tango, come io desidererei! Direttore della Doble Hoja del Tango Marcelo H. Álvarez Carlos Gavito e le pause del tango testo Monica Fumagalli ________ Il ballerino, per definizione, interpreta la musica con il suo movimento. Eppure, secondo Gavito, la possibilità di fermarsi durante il ballo è un arricchimento indiscutibile della coreografia. Arriviamo ad una pausa inspirando e mantenendo la respirazione molto in alto fino al movimento che seguirà. A volte si può arrivare persino a trattenere la respirazione per alcuni istanti. Il movimento successivo inizierà dunque con l’espirazione dell’aria. La donna naturalmente copia il movimento dell’uomo usando la respirazione allo stesso modo, e decora le pause disegnando morbidamente con le sue gambe, senza mai modificare la direzione o il tempo proposto dal ballerino. Anche in questi momenti i partner continuano ad ascoltarsi. Quindi, in condizioni di grande feeling reciproco, non è da escludere che un lieve movimento della donna ispiri il ballerino a prolungare ulteriormente una pausa. Questa dunque può trasformarsi addirittura in un gioco di attese reciproche, proposta ancor più insolita se consideriamo che la modalità della espera (attesa), nel tango, appartiene per tradizione alla donna. Può essere un’emozione personale, un’idea, un suggerimento improvviso a suscitare nel ballerino il desiderio di una pausa. Ma Gavito è l’unico ballerino a dare un’interpretazione ulteriore a questa necessità: - A volte, mentre ballo, sento che la musica è così sublime che ogni movimento sarebbe di troppo, quindi faccio una pausa per ascoltarla. Ogni pausa si arricchisce di piccoli movimenti, oscillazioni, gesti che testimoniano il costante legame dei danzatori con la musica, la loro tensione in attesa di entrare di nuovo in pieno movimento. La pausa danzistica proposta da Gavito dunque, non coincide necessariamente con una pausa musicale o con una sospensione ritmica della musica. La scelta del momento di pausa possiede una sfumatura magica, ecco perché a volte, la necessità di una sospensione del movimento può sorprendere il ballerino stesso, o quella pausa può sembrare illogica, se misurata solo in base all’incalzare del compás. È per questo forse che un tango del ‘42 ci suggerisce di ballare al compás del corazón (al ritmo del cuore): Senti il ritmo?/ È il cuore…/ Vedrai amore/ che ore felici/ al ritmo del cuore. la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre la pausa, nel tango, è quasi un mondo a parte. E Gavito vi si è addentrato come nessun altro ballerino, approfittando appieno del singolare privilegio che il tango ci concede, quasi unico tra le danze di coppia: la possibilità di sospendere il movimento senza smettere di ballare. Amos Oz, nel suo bellissimo romanzo Storia d’amore e di tenebra, cerca di interpretare le capacità seduttive dell’ultraottantenne nonno Alexander, coccolato da un gran numero di amiche fino al suo ultimo giorno di vita. «Nonno Alexander era dotato di una qualità quasi irreperibile negli uomini, una virtù straordinaria che forse, per le donne, è più sensuale di qualunque altra cosa: lui ascoltava… Non fingeva di interessarsi o divertirsi, si interessava e divertiva davvero. Adorava gli argomenti di lei. Gli piaceva proprio aspettarla, non le metteva mai fretta se lei aveva bisogno di tempo, e assaporava tutti i suoi arzigogoli. Sempre con calma. Mai correre. Aspettava che lei finisse, e anche quando aveva finito non si buttava né si precipitava, amava ancora aspettarla». Per Gavito, saper aspettare, sapersi fermare in una lunga pausa, significa saper portare davvero la ballerina. Per comprendere anche tecnicamente la pausa del tango, possiamo fare un primo paragone, poco poetico ma molto esplicativo, con i momenti in cui, viaggiando in auto, ci troviamo davanti ad un semaforo rosso. Ci fermiamo, ma non spegniamo il motore, ed il carburante continua a circolare. Manteniamo all’erta i sensi e i nostri piedi sono pronti a rientrare in azione su frizione ed acceleratore. Così, mentre balliamo, possiamo fermarci in un punto dello spazio senza eseguire dei passi ma mantenendo l’abbraccio (il motore acceso) e le gambe pronte a scattare. La pausa è anche un respiro profondo nel mezzo dell’agitazione, una sosta durante una passeggiata nel parco con il nostro innamorato. Se improvvisamente abbiamo voglia di dirgli che l’amiamo, ci fermiamo un attimo per dichiarargli il nostro sentimento. La pausa, per Gavito, è anche l’eco delle lunghe ore passate con gli amici alle esquinas (angoli) di Buenos Aires, guardando passare le ragazze, rubando tempo al tempo fino all’ora della milonga. Per lui, la pausa è l’elemento più significativo del tango dopo l’abbraccio. È come se ogni passo di tango potesse sbocciare solo nel momento in cui senti di dover dare una forma a tutta l’energia che hai accumulato durante la pausa. Se nell’abbraccio esistono emozione, intensità e comunicazione, non vi è mai il rischio della noia. Da: “Carlos Gavito, la sua vita, il suo tango” di Massimo Di Marco e Monica Fumagalli, NYN Edizioni. Chi fosse interessato al libro può contattare: [email protected] 19 Così ricordiamo Osvaldo Zotto e Tetè Rusconi Tetè Su due piedi e il sorriso Vero, al passo del genio Gli occhi si adeguano E la pace increduli Ritrovano, che del rumore Stanchi e ignari Da tempo soffrono. Quale gioco folle Il suo camminare Trascinando la dama sull’orlo Della verità, senza mai cadere Del corpo fattosi unito E nel gioco rimanere Ma il gioco più vero Della vera realtà Si fa reale e la dama Questo lo sa. Tetè, del valzer facesti Arte, la più silenziosa, piena d’amore, e accarezzi il suolo volando in cima, il tuo sguardo vispo, sempre la terra con te porti, concreta realtà, nascosta al mondo, svelata a chi vuole.Tetè Su due piedi e il sorriso Vero, al passo del genio Gli occhi si adeguano E la pace increduli Ritrovano, che del rumore Stanchi e ignari Da tempo soffrono. Quale gioco folle Il suo camminare Trascinando la dama sull’orlo Della verità, senza mai cadere Del corpo fattosi unito E nel gioco rimanere Ma il gioco più vero Della vera realtà Si fa reale e la dama Questo lo sa. Tetè, del valzer facesti Arte, la più silenziosa, piena d’amore, e accarezzi il suolo volando in cima, il tuo sguardo vispo, sempre la terra con te porti, concreta realtà, nascosta Era l’ultimo dei miei pensieri,quello di doverti scrivere per non esser letto. Il sentimento della fine ….. il sentimento di avere una vita soltanto. A cosa servono le storie Osvaldo ? A moltiplicare la vita, a metterla in relazione con la sua infinità. Sono Aerei le storie, che servono a varcare i confini. Leniscono il dolore della fine perché possono rappresentare ciò che non è più, ciò che è altrove e ciò che è soltanto possibile nel regno della fantasia . Ma soprattutto , narrare è mettere una storia in comune con gli altri e narrando, pur senza negarli, superiamo i confini che delimitano la nostra singolarità. La tua breve vita, persa e spesa nei piaceri dell'amore, della carne, del palato, del tango e in tutte le milonghe; è un'occasione per riunire persone disperse e legami lacerati; una morte la tua, che ammette la paura della fine e qualche dubbio legittimo sulla sensatezza dell'esistenza, ma li condivide e in un certo senso li affida, li scioglie nelle mani di chi è amico. 20 al mondo, svelata a chi vuole.Tetè Su due piedi e il sorriso Vero, al passo del genio Gli occhi si adeguano E la pace increduli Ritrovano, che del rumore Stanchi e ignari Da tempo soffrono. Quale gioco folle Il suo camminare Trascinando la dama sull’orlo Della verità, senza mai cadere Del corpo fattosi unito E nel gioco rimanere Ma il gioco più vero Della vera realtà Si fa reale e la dama Questo lo sa. Tetè, del valzer facesti Arte, la più silenziosa, piena d’amore, e accarezzi il suolo volando in cima, il tuo sguardo vispo, sempre la terra con te porti, concreta realtà, nascosta al mondo, svelata a chi vuole. Ermanno Felli (Buenos Aires 2007) Ora li con te un prete che dà la benedizione e vicino e lontano da te noi amici che riusciamo altrettanto bene ad accompagnarti nell'ultimo viaggio: non abbiamo esperienza, non abbiamo liturgie, non abbiamo professionalità; siamo solo degli amorevoli dilettanti che si lasciano guidare dalla propria sensibilità; non usiamo oli santi, ma altre sostanze non meno preziose ; non recitiamo preghiere, ma conversiamo e a turno rievochiamo pezzi del tuo vissuto. Addio Osvaldo , addio amico Bambino, son sicuro che hai già organizzato una milonga e che stai già ballando il tuo tango preferito in terra : “ Tù el cielo y tù “. Eduardo Manfredi (Roma 2011) dónde prAtIcAr en roMA MARTEDÌ El Tabernero c/o Sala Pintor Via dello Scalo di San Lorenzo 67 (San Lorenzo) Orari: 22.30-01.00 - Costo: 4,00 - Dj: Armando El Practicon di Doble A Tango Milonga della Stazione - Via casilina vecchia 96, zona Mandrione (Casilina) - Orari: 22.00-01.00 - Costo: 6,00 euro Dj: Sabrina Amato y Marcelo Alvarez Contatti: 3315474334 - 3383263609 - amasabrina@hotmail FABRICAndo Tango Pratica Via di Pietralata 135, c/o Club Lancian Orari: 22.30-01.00 - Dj: Alejandra Mantinan e i maestri di Fabric - Contatti: 3495629314 Giuseppe Mio Tango Via Filoteo Alberini, 53 (Vigne Nuove/Porta di Roma) Orari: 20.30-22.30 - Dj: Maximotango - Angelica Grisoni Contatti: 3299170544 - e-mail [email protected] Alicetango Via Romolo Gessi 6 (Testaccio) - Orari: 11.30-14.30 Dj: - Contatti: [email protected] Cascabelito Via Assisi 33 (Tuscolana) Orari: 19.00-22.00 Contatti: 3385213943 Giardino del tango Via degli Olimpionici, 7 (Ponte Milvio) - Orari: 21.00-22.30 Contatti: 06 97275065 - 333 1881716 - 338 5845029 - 338 4367183 Il cielo sopra l’Esquilino Indirizzo: Via Galilei 57 (Esquilino (Metro Manzoni) Orari: 23.00-01.00 - Costo: 3,00 - Dj: Roberto Maggiani - Gaia Leiss Contatti: 347 8562152 - informazioni@fervordetango Traspiè Indirizzo: piazza San Pancrazio, 7 - Orari: 10.30 - 1.00 Marco Evola e Paola Palaia. Contatti: 339 7627738 GIOVEDÌ La Boca Via Salaria 211/a - Orari: 19.00-20.30 Dj: Roberto y Alessia - Contatti: cell. 3459768845 FABRICAndo Tango Pratica Via di Pietralata 135, c/o Club Lanciani (Montesacro) Orari: 21.30-23.00 - Dj: Oscar Beltran y Victoria Laverde di FT - Contatti: 3495629314 Giuseppe Note: Pratica per tutti i Principianti (da 0-1 anni di studio) Fortitudo Via Lusitania 28 (San Giovanni - Piazza Epiro/Porta Latina) - Orari: 21.30-23.30 Costo: 6 euro - Dj: Alicja Ziolko e guests Contatti: [email protected] 3475168541 - 3331274762 Note: Ogni primo e terzo giovedì del mese. Per tutti livelli/stili, pista in legno. SABATO Cascabelito Pratica “le Probe libere” con Roberta Buoni Indirizzo: Via Assisi, 33 (Tuscolana) - Orari: 18.00 - 20.00 Dj: variano tutte le settimane - Contatti: 3356525340 Sporting Palace - Due appuntamenti mensili Via Appia 702 (Metro Colli Albani) - Orari: 21.00-22.30 Dj: Alex Cantarelli & Mimma Mercurio Contatti: 3492621186 / [email protected] DOMENICA Alpheus Via del Commercio, 36 (Piramide) - Orari: 19.30-20.15 Costo: gratis - Dj: Alberto Valente -Julio de la Fuente Contatti: 06 7822250 - 3383960224 Note: Gratis per partecipanti alla milonga. Bairestango - 1a e 3a domenica del mese Lungotevere Flaminio, 67 (Flaminio) Orari: 18.30-20.30 Dj: Bibiana Reynoso - Contatti: 3385965028 [email protected] Barrio - 1a domenica del mese Indirizzo: Via Di Pietralata 135 (pietralata) Orari: 18.30-20.00 - Dj: - Contatti: 339.2737619 Note: guidata da Francesca del Buono e Paolo Anselmi El Beso Tango Club Via Appia Nuova Km 17.800 - (Ciampino) - Orari: 19.0020.30 - Costo: Gratuita c/ ingresso - Dj: Roberto Ricciuti e Claudia Fusillo - Contatti: 0679340501 - 3357368935 El Practicon di Doble A Tango Milongadella Stazione. Via casilina vecchia 96, zona Mandrione (Casilina) - Orari: 19.00-21.00 Dj: Ass.Doble A Tango Sabrina e Marcelo Contatti: 3315474334 - 3383263609 FelinoElectroPratica Via degli olimpionici, 7 (Ponte Milvio) - Orari: 18.00-20.00 Dj: Manuel e Veronica - Contatti: Manuel e Veronica Freelancecafè Via Alessandro Avoli 3/A (Monte Mario) Orari: 19.00-22.30 - Costo: 10 - Dj: Maurizio Bovini e Giulia Zimei - Contatti: 3385213943 - 3471784183 Galleri dei Serpenti Via dei Serpenti 32 (Monti) - Orari: 17.30-20.00 Dj: Luciano Donda - Contatti: 3392346185 Orangotango Indirizzo: via Enea, 91 (Appio/Tuscolano) Orari: 17.00-20.00 - Costo: 5 - Dj: Alicia Mabel Vaccarini Contatti: 349 2942190 [email protected] Rossotango c/o Parco Schuster Viale di San Paolo, 1 (Ostiense Basilica San Paolo) - Orari: 19.30-21.30 - Costo: 3,00 - Dj: Antonella Mazzetti - Contatti: 3476251495 [email protected] Starlette - 4a domenica del mese guidata da Roberto Ricciuti e Claudia Fusillo Via Pianigiani, 23 (Portuense) - Orari: 17.00-20.00 Contatti: 347 3902862 - 346 5703747 [email protected] la DOBLE HOJA del TANGO | numero tre LUNEDÌ Via G . Galilei 57 metro manzoni (Esquilino) Orari: 22.30-01.00 - Dj: Pino Bongiorno AnnaMaria Ferrara Contatti: Pino 3382967846 VENERDÌ Scuola Barreras al Giardino Via degli olimpionici, 7 (Ponte Milvio) Orari: 21.00-22.30 - Dj: MAURO BARRERAS Contatti: 3661533789 - 3395398682 21 dónde MIlongueAr en roMA MARTEDÌ Via Cupa Via Cupa, 5 · info 360602693 MERCOLEDÌ Giardino del tango Via degli Olimpionici, 7 · info 06 97275065 Cafetin de Roma Via Bordoni, 50 · info 3476937644 Milonga della Stazione Via Casilina Vecchia, 100 · info 3299573409 GIOVEDÌ Querer Via Ciro il Grande, 10 · info 3483862271 Dei Serpenti Via dei Serpenti, 32 · info 3392346185 Giardino del tango Via degli Olimpionici, 7 · info 06 97275065 VENERDÌ Tanguera Via degli Angeli, 146 · info 3461411095 Milonga Central Via Giolitti, 36 · info 3933167561 Giardino del tango Via degli Olimpionici, 7 · info 06 97275065 Barrio Arte Via di Pietralata, 135 · info 3495629314 Artetoiles Via di Casal Boccone,102 b Milonga del popolo Via Benedetto Bordoni, 50 · info 3332614214 Milonga Portena Via del Castello della Porcareccia, 31 · info 3335983086 SABATO Los Latinos Per prenotare la propria inserzione pubblicitaria scrivere a: [email protected] 22 Via della Divina Provvidenza, 90 · info 06 66411175 TangOfficina Via Cupa, 5 · info 06 97655721 Elettrotango@bar Via Appia Nuova, 700 · info 3355913434 Mio Tango Via Filoteo Alberini, 53 · info 3299170544 Tango club Via Passo Corese, 11 · info 3809021704 Milonga della Stazione Via Casilina Vecchia, 100 · info 3299573409 Giardino del tango Via degli Olimpionici, 7 · info 06 97275065 DOMENICA El Beso Tango Club Km. 17.800 Via Appia · info 06 79340501 Barrio Arte Via di Pietralata, 135 · info 3495629314 Milonga Bien Portena - Mitreo Via M. Mazzacurati, 63 · info 3335300844 Tango Bar Via Macerata, 9 · info 06 70301101 Alicetango Via Romolo Gessi 6 · info 3398780568 ConCorso lEttERaRIo Sulle tracce di Jorge Luis Borges e i racconti di strada tra storie di uomini e quartieri, coltelli e contrasti, ma anche passioni, amori, tradimenti e drammi, dove il sentimento principale è la malinconia, si apre il concorso letterario dedicato al Tango, con premi finali per i primi tre classificati. Dedicato a tutti quelli che si divertono e vivono il tango, dentro e fuori la milonga. Gli scritti possono essere sui ballerini indimenticabili, compositori intramontabili come di storie di gente qualunque. Non solo dramma ma anche comicità: a Buenos Aires tutti conoscono il “Flaco Dani”, a Roma e Milano tutti conoscono Felix Picherna. Su base tragicomica, l’ispirazione per un gioco creativo è modo per riconoscersi, comunicare e divertirsi. E chissà se il primo premio fa prendere il volo. Invia una poesia o un racconto breve (non più di 4.000 battute) alle mail: [email protected], [email protected], [email protected] Il concorso è aperto a tutti e scade a maggio CAMPAGNA ABBONAMENTI 2011 La rivista di cultura argentina All’interno: Interviste Eventi Personaggi Letture Pratiche e Milonghe a Roma Festival Novità ABBONARSI CONVIENE! 6 numeri a soli 30 euro invece di 40 euro, per i soci Doble A Tango e 40 euro per gli esterni (2) (1) invece di 45 euro MODALITÀ Per abbonarsi a La Doble Hoja del Tango è necessario effettuare il versamento su conto WESTERN UNION a favore di Marcelo Horacio Alvarez; inviare una mail con i propri dati indicando il codice di pagamento, e la modalità prescelta per ricevere la rivista all’indirizzo: [email protected] (1) distribuita a mano (2) distribuita tramite spedizione postale