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Obj105 Vi proponiamo una recensione di Mario Visconti su un argomento spesso trascurato: i prodotti di erboristeria sono innocui per il fegato? Cogliamo l’occasione per segnalarvi che nella precedente edizione di aggiorn@fadoi (15.10.2014) la recensione dell’articolo “L’internista deve avere un ruolo importante nella terapia dell’infezione da virus dell’epatite C” era anch’essa di Mario Visconti e che per una svista del computer non lo abbiamo indicato. Ci sembra doveroso, nonostante lui non ce lo abbia fatto notare, scusarci per questa dimenticanza e ringraziarlo ancora per la puntualità e il valore dei suoi contributi. I prodotti di erboristeria e gli integratori dietetici sono innocui per il fegato? Premessa L’impiego dei prodotti di erboristeria e degli integratori dietetici (Herbals and Dietary Supplements = HDS), impiegati in alternativa o in associazione ai medicamenti convenzionali (MC), è spesso visto con favore dalla popolazione generale. La motivazione più frequente è che gli HDS sono costituiti da sostanze “naturali” e perciò innocue, incapaci di determinare effetti indesiderati. Questa motivazione appare per lo più ingenua, ma bisogna ammettere che a tutti i livelli socio-culturali l’impiego degli HDS è in progressivo aumento. Il Drug-Induced Liver Injury Network (DILIN) è una rete che negli USA studia l’epatotossicità (ET) correlata agli MC e agli HDS: ebbene, i suoi esperti ritengono che la previsione della potenziale ET dei singoli HDS sia particolarmente complessa. Infatti alcuni prodotti sembrano davvero innocui, soprattutto quelli composti esclusivamente da vitamine, ma molti prodotti contengono più ingredienti, spesso senza una chiara identificazione chimica e con variabilità dei nomi comuni; i preparati di erboristeria possono essere contaminati da microbi, micotossine e metalli pesanti; in alcuni casi le valutazioni sono rese ancora più difficili dal concomitante impiego di MC e HDS. Infine, poiché numerosi HDS sono capaci di un significativo danno epatotossico e questo danno è tale da imporre il trapianto di fegato (TF) in una percentuale di casi maggiore rispetto agli MC, sono ritenute indispensabili la cautela nel loro uso e soprattutto la necessità di ulteriori ricerche sulla loro sicurezza, in particolare studi in vivo ed in vitro dopo aver eseguito una accurata separazione dei singoli componenti di ciascun prodotto. Per rendere accettabili i costi di tali ricerche la elaborazione di registri che consentano di identificare quali siano gli HDS con fondato sospetto di ET appare una proposta importante, corretta e praticabile. Per approfondire Nell’ottobre 2014 il DILIN ha pubblicato su Hepatology i risultati di un’ indagine condotta tra il 2004 e il 2013 per valutare la sicurezza in ambito epatologico degli HDS, indagando gli aspetti epidemiologici e clinici e l’outcome della patologia epatotossica determinata da queste sostanze, talora in confronto con gli MC. La metodologia è stata molto attenta e rigorosa nella selezione iniziale dei possibili casi di ET da MC e HDS, nell’applicazione dei criteri di inclusione e di esclusione, nella ricerca di altre possibili cause di patologia epatica e di comorbidità, nella valutazione statistica dei risultati e nella loro discussione finale, cui hanno partecipato i componenti di tutti i Centri del DILIN. Sono stati presi in considerazione i casi che in base ad uno specifico sistema di scoring del DILIN potevano essere considerati, nella relazione di causa con l’ET da MC o da HDS, come definiti, altamente probabili e probabili. Casi totali selezionati 839 Casi correlabili all’uso di MC 709 (84.5%) Casi correlabili all’uso di HDS 130 (15.5%) Nel gruppo dei casi da HDS 45 (34,6%) erano stati causati da bodybuilding HDS(BB-HDS) 85 (65,4%) da non bodybuilding HDS (nonBB-HDS). I pazienti con DILIN da BB-HDS erano più giovani rispetto a quelli con DILIN da nonBB-HDS e da MC (età mediana 31 anni vs 47 vs 52, P<001) e tutti di sesso maschile (100% vs 35% vs 37%, P<0.001) Durante lo studio l’incremento dei casi di epatotossicità da HDS è stato maggiore rispetto a quello dei casi di epatotossicità da MC (P=0007). Questo incremento ha coinvolto in misura analoga i BB-HDS e i nonBB-HDS. In base ai dati clinico-laboratoristici e a quelli istologici, laddove disponibili, il danno epatico è stato distinto in epatocellulare colestatico misto. La gravità della malattia è stata a sua volta classificata in 5 stadi in base a un altro specifico score (DILIN Severity Score): lieve, moderata, moderata con necessità di ospedalizzazione, grave, mortale/con necessità di trapianto di fegato (TF). Rispetto ai pazienti con ET da MC una più alta percentuale di casi gravi, statisticamente significativa, è stata rilevata nei pazienti con ET da HDS (P=0,02); questa percentuale si è mantenuta anche nel confronto separato tra i pazienti con ET da MC e i pazienti con ET da BB-HDS (P=0,04) e con ET da nonBB-HDS (P=0.007). Trapianto di fegato: i pazienti con ET da nonBB-HDS hanno avuto un outcome peggiore, essendosi reso necessario il TF nel 13% dei casi. Il TF è stato invece necessario solo nel solo nel 3% dei casi di ET da MC (P<0,001) e in nessun caso di ET da BB-HDS, anche se in questo ultimo gruppo l’ittero è stato di più lunga durata (mediana = 91 giorni). Trapianto di fegato (TF) in pazienti da epatotossicità da MC o HDS (Tot= 13) % ET da MC ET da nonBB-HDS ET da BB-HDS 3 13 P<0.001 0 Tutti i 13 soggetti sottoposti a TF erano di sesso femminile e 9 erano di razza bianca; la loro età media era di 56 anni (range, 27-73). Una paziente è deceduta dopo il trapianto. Le pazienti con una necrosi epatocellulare particolarmente grave hanno avuto un’evoluzione molto più rapida verso la necessità di trapianto rispetto a quelle con un danno combinato epatocellulare/colestatico (mediana di 28 giorni dall’inizio della malattia con range 2-77 vs 234 giorni con range 61263). Liver Injury from Herbals and Dietary supplements in the U.S. Drug-Induced Liver Injury Network. Navarro VJ, Barnhart U, Bonkovsky HL et al. Hepatology 2014; 60; 1399-408 Mario Visconti Parole Chiave: Epatopatie da farmaci, prodotti di erboristeria, integratori dietetici