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gncoltura, la pioggia non perdona

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gncoltura, la pioggia non perdona
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gncoltura, la pioggia non perdona
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Raccolta di ortaggi e tuberi ferma, anticipata
quella di uva e mele: rischia tutto il settore
Patate e carote che non si riescono a raccogliere, cavoli che
si spaccano, susine che sarà difficile conservare, uva minacciata dalla botrite o - peggio - dal
marciume acido. E mele, al contrario, in piena salute e di un
calibro superiore al normale.
È presto per dire che la stagione è compromessa, ma i nuvoloni neri che hanno vestito il
cielo negli ultimi due mesi ormai sovrastano anche i raccolti. E nelle campagne trentine si
incrociano le dita: solo un settembre col sole potrebbe infatti limitare i danni, ormai certi
anche se per ora non quantificabili, di un'estate eccezionale.
Tanto che, per evitare guai peggiori di quelli già registrati, la
vendemmia inizierà domani
nella zona di Mezzocorona, in
forte anticipo rispetto all'anno
scorso e alle previsioni della
Fondazione Mach, che solo pochi giorni fa fissava nel 25 agosto il via alle operazioni.
«Il problema più grosso si registra per l'uva, se la raccolta comincia così, non va affatto bene - spiega il presidente della
Confederazione italiana agricoltori, Paolo Calovi, tracciando un quadro generale della situazione -. In valle dell'Adige,
Val Lagarina e nella zona di Arco la vendemmia di Pinot grigio e Pinot nero inizierà in questi giorni per evitare problemi
maggiori di quelli già registrati».
Proprio a causa delle piogge frequenti, molti vitigni quest'anno sono stati attaccati dalla botrite, un fungo che tende ad essere aggressivo soprattutto in
prossimità della vendemmia,
dopo essere stati già minacciati dalla peronospera.
Molto diversa invece la situazione per quanto riguarda le
mele: «La raccolta è già iniziata la scorsa settimana in valle
con la Royal Gala e oggi (ieri,
ndr) comincia anche in Bassa
Gli ortaggi sono pronti,
ma non riusciamo a
raccoglierli: un macello
Flavio Tretter, CVdG
Val di Non».
A parte alcune grandinate intense ma di estensione limitata in Val Lagarina, Piana Rotaliana e Valsugana, le mele però
paiono per ora aver risentito
meno del maltempo. Al punto
che il raccolto dovrebbe addi-
Una parte del
raccolto di patate sta
già marcendo
Rodolfo Brachetti, Copag
rittura essere superiore, per calibro dei frutti e quantità, a quello dell'anno scorso.
Quanto alle susine di Dro, produzione di nicchia ma rinomata, il direttore della Cooperativa Valli del Sarca Valerio Luca
spiega che «la raccolta è iniziata giovedì scorso ed entro venerdì contiamo di completarla.
Sicuramente però questa pioggia non fa bene e potrà creare
problemi di conservazione dei
frutti perché il prodotto, anche
se esternamente a posto, è più
delicato».
Se per la frutticoltura, insomma, ci sono ancora margini per
salvare l'annata, il pessimismo
imperversa per quanto riguarda gli ortaggi.
«Per le patate ci saranno problemi di tipo sanitario - spiega
il presidente della giudicariese
Copag, Rodolfo Brochetti - e la
pioggia non ci aiuta. Siamo ormai vicini allo scavo e all'estrazione dei tuberi, ma il terreno
è così bagnato che dobbiamo
ritardare il prelievo. Sicuramente ci saranno problemi di marciume, una parte del raccolto
sta già marcendo».
Ed è un peccato perché quest'anno le temperature miti promettevano di arrivare al massimo del raccolto, 40mila quintali di prodotto, contro i 32mila dello scorso anno, compromesso da una primavera troppo fredda e un luglio siccitoso.
«Fare stime adesso su quanto
andrà perso è azzardato - dice
Brochetti - ma avremo molti
guai».
Lo conferma anche Flavio Tretter, direttore del Consorzio ortofrutticolo Val di Gresta: «Ci
sono problemi di malattie, come la peronospera per le patate. Ma soprattutto non abbiamo la possibilità di raccogliere
i cavoli cappuccio, il radicchio,
le carote e le stesse patate: gli
ortaggi sono ormai pronti, ma
i campi sono talmente bagnati
che i trattori non riescono a lavorarli. E quasi un macello, la
produzione quest'anno sarebbe addirittura più alta, grazie a
un 30% di maggiori semine. E
venderemmo anche piuttosto
bene, ma adesso non abbiamo
prodotto a disposizione a causa del maltempo». E ovviamente i 120 soci del consorzio sono preoccupati, perché alcuni
hanno fatto l'assicurazione multirischi, ma molti no. «Di solito
si pensa a grandine e vento, ma
non a piogge così persistenti.
Ora ci vorrebbe un mese di sole, per raddrizzare tutto».
Occhi al cielo, dunque, tra i meli, le vigne, i campi di cavolo e
di mais, di patate e di carote.
Perché «il problema è generale
- conclude il direttore della Cia
Massimo Tornasi -, è tutta l'agricoltura che sta soffrendo. E alla pioggia si aggiunge l'incognita del mercato. I consumi sono
tendenzialmente in calo e c'è
anche da capire, alla fine, quale redditività avranno questi
prodotti».
Il rischio, insomma, è quello di
avere una produzione limitata
dal maltempo e remunerata meno a causa della crisi: un cocktail amaro, che nessun agricoltore vorrebbe bere.
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