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AMBITO 4 FOCI LISCIA

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AMBITO 4 FOCI LISCIA
 AMBITO DI PAESAGGIO N. 4 FOCI DEL LISCIA L’AdP n. 4 FOCI DEL LISCIA si sviluppa per 270 km2 e comprende al suo interno quasi interamente i territori del Comune di Luogosanto (compreso il centro abitato) e quelli di Bassacutena e S. Pasquale (isola amministrativa di Tempio Pausania); inoltre vi rientrano parte dei territori comunali di Santa Teresa Gallura, Palau, Arzachena, Sant’Antonio di Gallura, Aglientu e financo Olbia (per un area limitatissima). DESCRIZIONE DELL’AMBITO Assetto ambientale L’ambito territoriale delle Foci del Liscia ha come limiti fisici: ¾ dal lato costiero, la Penisola di Coluccia sul lato occidentale, e il promontorio di Punta Sardegna su quello orientale; ¾ dal lato interno l’ambito si sviluppa secondo una direzione parallela al corso del Liscia e ha come estremità orientale ed occidentale i limiti del bacino idrografico dello stesso. Il tratto costiero dell’ambito si articola in una successione di profonde insenature che si inseriscono nell’ampio sistema a rias che caratterizza tutto il settore nord orientale della provincia. La ria maggiore del settore è quella di Porto Pollo ‐ Porto Liscia che rappresenta la confluenza a mare del Fiume Liscia, principale corridoio vallivo del settore. Per un osservatore che giunga da mare, il cono visivo percettivo ha come limiti da un lato la penisola di Coluccia e dall’altro il promontorio di Punta Sardegna; elementi che caratterizzano la visuale del golfo sono dati dall’Isuledda e dalle due falcate sabbiose che la delimitano: che prendono il nome di spiaggia del Liscia a ovest e di Porto Pollo a est, nonché l’ampia zona umida costiera. Di notevole rilievo nella zone delle foci è la fascia dunale di Porto Puddu e Porto Liscia: si tratta di dune di tipo longitudinale, separate da corridoi. I rilievi dunari arrivano ad altezze di oltre 20 metri e cadono direttamente a mare con ripide pareti verticali. Le dune ospitano una vegetazione di tipo psammofila. Si può, pertanto, affermare che l’organizzazione territoriale dell’ambito si fonda 9 sul sistema costiero 9 sul sistema del bacino idrografico del Liscia 9 sulla piana omonima (che si apre nella porzione terminale dell’ambito) 9 sul sistema delle aree interne comprendente l’altopiano di Bassacutena. L’Ambito si caratterizza per una morfologia pianeggiante a ridosso della fascia costiera e per una certa uniformità dell’altitudine dei rilievi nei settori interni (andamento ad altopiano). I rilievi più marcati non raggiungono quasi mai i 300 m s.l.m. (Punta di Lu Casteddu 279 m, Monte Ruju 260 m, Monte Mazzolu 267 m, Monte Sulianu 274 m, Funtanaccia 314 m) e si rinvengono in ridotti settori a Est ad a Ovest della piana del Liscia. Il paesaggio si caratterizza per una morfologia variabile da ondulata a collinare, ma sempre con moderata rocciosità e pietrosità affioranti. La piana del Liscia ha uno sviluppo limitato alla porzione terminale del corso del fiume in prossimità della sua foce I suoli hanno una potenza variabile e i rischi di erosione risultano da moderati a severi in funzione della morfologia e del grado di copertura e delle caratteristiche della vegetazione. Il corso d’acqua principale del settore è il Fiume Liscia che ha uno sviluppo secondo una direzione Nord‐Sud indicando un’impostazione di chiara origine tettonica. Il tratto d’interesse si origina dal Lago del Liscia. I principali affluenti nel tratto d’interesse sono: il Riu Lu Picareddu, il Fiume Bassacutena e il Riu Balaiana (in sinistra idrografica) e il Riu Pisciarone, Riu Uddastru ed il Riu di Spiteddu in destra idrografica. Un altro corso d’acqua presente nell’ambito, di rilievo nettamente inferiore a quello del Liscia, è il Riu lu Banconi che sfocia all’estremo settentrionale della Peschiera di Porto Pozzo. Il PAI perimetra come a pericolosità idraulica variabile da Hi1 a Hi4 un’area posta in destra e sinistra idrografica del Fiume Liscia all’altezza di Ponte Liscia e posta a monte e a valle della confluenza del Riu Bona (affluente di sinistra del Liscia). Il PAI perimetra come a pericolosità idraulica variabile da Hi1 a Hi4, un’area posta immediatamente a monte della foce del Riu lu Banconi. Il PAI perimetra tre vaste aree a pericolosità geomorfologica Hg2 poste nel territorio comunale di Luogosanto: una prima interessante una porzione del centro abitato dello stesso, le altre due poste nel settore a est del centro abitato (la prima in corrispondenza di Monte di Li Macini, la seconda presso Punta di L’Omo). Un’ulteriore area a pericolosità geomorfologica Hg2 (Hg3 limitatamente a una modesta porzione dell’area) è perimetrata sempre in Comune di Luogosanto nel settore compreso tra Monte Naracheddu, Monte Cappeddu e Monte BIancu. All’interno dell’AdP n. 4 ricade l’Oasi Permanente di Protezione Faunistica denominata “Coluccia”, estesa per circa 490 ettari, che vanta la presenza di un’avifauna molto ricca, con gallinelle d’acqua, folaghe, gabbiani reali, cormorani, aironi e fenicotteri rosa. Assetto insediativo Luogosanto è l’unico ad avere la sede comunale all’interno dell’AdP n.4. La sua centralità all'interno della Provincia lo identifica come Comune a gravitazione mista. Demograficamente, con 1.891 abitanti ed una densità di 14 ab/km2, è un comune che presenta un saldo positivo di +3.62% nel periodo 2001/2010 ‐ anche se l'analisi di serie storiche più lunghe ci mostra come il comune ha avuto una contrazione del numero di abitanti rispetto ai decenni precedenti causata anche dalla modifica dei confini del territorio comunale. Il paese è caratterizzato dall'alta presenza di edifici di culto – ben dodici – e deve la sua fondazione ad opera dei Francescani nel XIII secolo, fatto che gli permette tuttora di mantenere la denominazione di “Porta Santa” per una delle porte della Basilica. Secondo alcune fonti il nome del paese deriva dalla scoperta delle reliquie dei Santi Nicola e Trano all'interno di una roccia nell'agro del paese dove oggi sorge una chiesa. La dominazione aragonese portò allo spopolamento del centro che si ripopolò solo dopo il XVII secolo con alcuni pastori che costruirono alcuni stazzi, base del paese attuale. Il centro è caratterizzato dalla forte presenza dell'uso del granito, materiale molto presente sul territorio, sia per la costruzione degli edifici che per il lastricato stradale. La regione di Balaiana (nome di derivazione della popolazione presente in epoca romana: i Balari) è caratterizzata dalla presenza di quattro chiese: Madonna del Rimedio, San Gavino di Li Coddi, San Salvatore e la chiesa di San Leonardo, originariamente cappella del castello di Balaiana. Quest'ultimo, costruito in epoca medievale come probabile residenza estiva dei Giudici di Gallura, subì gravi danni nei secoli del dominio aragonese. Nei pressi della strada per Santa Teresa Gallura, in località Santu Stevanu, sorge il sito archeologico del Palazzo di Baldu. È questa una costruzione a pianta quadrata, che conserva i muri su tre lati per oltre dieci metri d'altezza. In origine essa era suddivisa in tre piani, con un terrazzo e dotata di una scala esterna che conduceva all'ingresso principale, al di sopra del basamento a scarpa. Accanto al palazzo, altre costruzioni ‐ per un totale di sedici ambienti ‐ si affacciano su un unico grande piazzale. Poco lontano è una fornace in granito destinata alla produzione di materiali fittili. Si conserva ancora la chiesetta intitolata a Santo Stefano, edificata nel XVII secolo. Abbandonato e ripopolato a più riprese durante il Medioevo, sono numerosi gli edifici ed i ruderi sparsi nel territorio. L'accesso al paese, tanto in direzione Arzachena quanto verso la costa e l'interno, è possibile grazie alla S.P. 14 e si è sviluppato lungo tre diverse direzioni. I collegamenti con l'interno (verso Tempio Pausania) e con la costa (verso Palau) sono poi possibili tramite la S.S. 133. Sulla S.P. 14 di collegamento con Arzachena si ritrova l'eremo di S. Trano (sec. XIII). All'incrocio della Provinciale con la Statale si trova la valle detta Crisciuleddu, boscosa e popolata di stazzi ed un tempo rifugio di banditi. La presenza di questi insediamenti si nota anche lungo la statale, mentre in direzione Palau è possibile osservare la presenza degli annucleamenti di Lu Mocu, Chessa, Crisciuleddu e soprattutto Bassacutena, che si sviluppa in maniera quasi ortogonale sulla S.S. 133 che collega Tempio Pausania con Palau. Bassacutena è una frazione di Tempio Pausania la cui nascita è legata alla figura di Giuseppe Garibaldi, che frequentò questi luoghi fin dal 1849 e che si occupò anche del progetto di modifica del tracciato della strada Tempio Pausania‐Palau. Proprio in questo periodo iniziarono a sorgere le prime attività artigiane nella zona. Nella frazione si trovano due chiese: una intitolata a San Pietro ed edificata nel 1931; l’altra, Santa Maria de Lu Macchjetu, a due chilometri dal centro abitato. L'ambito sfocia sul mare tramite la biforcazione rappresentata dalla S.S. 133 ‐ caratterizzata dalla presenza degli agglomerati di Capannaccia, Barrabisa, Petralana, Porto Pollo e da altri a carattere prevalentemente turistico fra cui spicca l'Isuledda, meta di riferimento per i turisti che si dedicano al surf. Il borgo di San Pasquale risulta essere amministrativamente diviso a metà tra i comuni di Tempio Pausania e Santa Teresa Gallura; ciò si è ovviamente riflettuto sulle diverse scelte urbanistiche nell'utilizzo del suolo, oltre che nei problemi nel fornire i servizi comuni che gravano esclusivamente su Santa Teresa. La lettura della carta, oltre al tessuto urbano compatto e denso, evidenzia la presenza di molti elementi derivanti dagli insediamenti rurali e, soprattutto nella parte Nord e Nord‐Est, di numerose cave di pietra, molte delle quali abbandonate e che necessitano di recupero ambientale. L'ambito è in parte attraversato dalla linea ferroviaria a scartamento ridotto Sassari‐Tempio Pausania‐Palau. Uso del suolo L'uso del suolo mostra un 21% di prati artificiali a fronte di una presenza della macchia mediterranea del 22% mentre relativamente agli aspetti insediativi i singoli valori sono tutti inferiori al 0.5%. Particolarmente importante è il dato relativo alle aree estrattive, 1,5%, soprattutto se comparato con un altro elemento particolarmente caratterizzante il territorio costituito dalla presenza delle sugherete ovvero il 2%. Dall’analisi dei dati aggregati si rileva che il 62% del territorio dell’ambito è interessato da “territori boscati e ambienti seminaturali”, il 35% da “territori agricoli” e il restante 3% da “territori modellati artificialmente”. Assetto storico culturale L’intensità di presenza di beni archeologici è rappresentata dal 10,5% dell’intero patrimonio provinciale. Al suo interno sono ricomprese per intero l’Area Storico Culturale 2 (ASC 2) ‐ insediamento a carattere sparso particolarmente legato all'approdo fluviale ‐ e ASC 4 ‐ insediamento a carattere sparso dalla preistoria al medioevo, mentre l’ASC 5, pur ricompresa in minima parte, comprende in questa porzione siti di importanza rilevante. Appartengono a quest’ultima ASC 5 – contraddistinta da insediamento a carattere sparso ma particolarmente legato alle risorse sella piana e, parzialmente, agli approdi costieri – diversi monumenti; l’Area è di particolare rilevanza e si estende a scavalco tra gli Ambiti di Paesaggio 4 e 6. Il Neolitico Recente è rappresentato dal sito di Pilastru, costituito da un villaggio di capanne che, in analogia con l’usanza edilizia che si riscontra nel resto della Sardegna nei villaggi della medesima cultura, sono parzialmente interrate nel suolo, “fondi di capanne” e ricoperte da tetto ligneo. La Macciunitta, sempre sulla strada per Bassacutena, è una tomba fatta da lastre infisse a coltello, formanti una cista rettangolare e contornata da un doppio anello di pietre. La necropoli di Li Muri, del tardo Neolitico, è il complesso più noto ed è valso ad individuare – almeno per un certo periodo finchè non si è raggiunto un maggior grado di conoscenza – una cosiddetta “cultura di Arzachena”; nell’area in esame si ritrova infatti una singolarità nella costruzione dei sepolcri costituiti da una serie di piccole celle tombali (lastre infisse a coltello e dotate di copertura) contornate da una serie di lastrine disposte a cerchi concentrici. Per quanto concerne l’ASC 2 oltre all’epoca nuragica ‐ con tombe dei giganti a Li Mizani, un circolo megalitico a S’Ajacciu e diversi nuraghi) risulta rappresentato il periodo medievale con le chiese di S. Giorgio e S. Michele. Mentre l’ASC 4 racchiude, oltre a un sito neolitico ‐ il circolo megalitico di Vigna di Petra ‐ manifestazioni dell’età nuragica – Lu Mocu, Naracheddu, Monti Ruju ‐, dell’età romana ‐ resti delle mura di un abitato a Tressera ‐ e dell’età medievale – chiese di San Leonardo, Santo Stefano e San Trano mentre sono di epoca giudicale le dimore note come castello di Balaiana e palazzo di Baldu. ANALISI DELLE CRITICITÀ 9 elevata pressione antropica crescente dovuta alla eccessiva e non regolamentata fruizione turistica nel periodo estivo esercitata sui sistemi di spiaggia di Porto Puddu e Porto Liscia (ambienti particolarmente sensibili e vulnerabili) e sulle zone umide retrostanti (peschiera di Porto Liscia caratterizzata tra l’altro da un ridotto ricambio idrico). 9 riduzione degli apporti solidi verso l’area marina/costiera, conseguente alla riduzione del deflusso fluviale alle foci derivante dalla costruzione dell’invaso sul Liscia; 9 scarsa fruibilità e accessibilità delle risorse naturali in ambito costiero e zone collinari. 9 crescente consumo della risorsa suolo dovuto al moltiplicarsi di insediamenti ed infrastrutture in fascia costiera. 9 non adeguata tutela del patrimonio rurale degli stazzi. 9 problematiche relative all'accessibilità in rapporto alla sicurezza delle arterie, tempi di percorrenza e tratti critici 9 necessità di integrazione con i flussi turistici presenti sulle coste 9 presenza di un elevato numero di attività estrattive nella porzione interna dell’ambito nelle quali mancano o sono inadeguate le attività di recupero ambientale 9 spopolamento delle aree interne conseguente allo spostamento della popolazione verso le più attrattive zone costiere. INDIRIZZI DI PIANIFICAZIONE Risorse ambientali. 9 Assicurare una gestione corretta della risorsa idrica superficiale considerando il bacino idrografico del fiume Liscia nella sua interezza, andando, pertanto, a “pianificare la gestione della stessa” in un’ottica sovra comunale che tenga conto dei comuni appartenenti al medesimo bacino idrografico (Sant’Antonio di Gallura, Luogosanto, Luras, Tempio Pausania) che garantisca, sia qualitativamente che quantitativamente, i processi di alimentazione idrologica ed eolica a cui è legata la salvaguardia della qualità e sensibilità della stessa. 9 Assicurare una pianificazione adeguata nella gestione dell’area di foce e nella previsione di opere adatte a prevenire le problematiche connesse alla gestione delle stesse. 9 Conservare la funzionalità ecologica del fiume Liscia attraverso interventi atti a ricostituire la naturalità dell’alveo fluviale, a mitigare le interferenze generate dalle infrastrutture (esistenti e previste) e a recuperare la percezione e le funzioni di connessione ecologica del corso d’acqua in relazione alla sua piana alluvionale. 9 Salvaguardare il cordone litoraneo posto alle foci del Liscia, ambiente ad elevata sensibilità, mantenendo il delicato equilibrio tra la spiaggia emersa, la spiaggia sommersa e i processi eolici, evitando, pertanto, interventi di modifica della linea di riva, la realizzazione di moli, pontili e scogliere artificiali, interventi di ripascimento artificiale e ogni altro intervento che possa compromettere l’equilibrio dell’area. 9 Riqualificare il lido sabbioso ed il sistema dunare attraverso un progetto unitario che preveda interventi volti al ripristino delle condizioni di naturalità e della funzionalità ambientale del complesso sabbioso e vegetazionale, che organizzi e regolamenti la fruizione turistico ricreativa coerentemente con la sensibilità ambientale del sistema. 9 Adottare norme di salvaguardia delle dune di retrospiaggia delle Foci del Liscia, consentendo le sole attività volte alla conservazione delle risorse ambientali e alla realizzazione degli interventi di stabilizzazione. 9 Nei complessi dunari con formazioni erbacee e a ginepreto e nei litorali sabbiosi soggetti a fruizione turistica sono sempre vietati le installazioni temporanee, l’accesso motorizzato, i flussi veicolari e pedonali incompatibili con la conservazione delle risorse naturali e l’asporto di materiale inerte (così come normato dagli articoli n. 23 e 26 delle NTA del PPR). 9 Promuovere utilizzi sostenibili delle risorse costiere evitando il depauperamento delle stesse e regolamentando appositamente l'uso anche durante i periodi non stagionali (smontando tutte le strutture mobili/stagionali). Assetto insediativo. 9 Promuovere la riqualificazione degli insediamenti storici attraverso la difesa dei caratteri architettonici, dei colori, dei materiali e delle tecniche costruttive 9 Contenere il consumo del suolo al fine di preservarne l'utilizzo per fini agricoli ed evitare di creare nuove urbanizzazioni se non necessarie al fabbisogno abitativo dei residenti. 9 Conservare o ripristinare le relazioni tra spazi abitati ed i corsi d'acqua. 9 E’ necessario che il borgo di San Pasquale (appartenente ai comuni di Santa Teresa Gallura e Tempio Pausania) abbia una pianificazione unitaria dotandolo, anche percettivamente, di quei caratteri e servizi che permettano di identificarlo come un unico centro urbano. Aree estrattive. 9 Vigilare affinché nelle aree interessate da attività estrattive attive si realizzino interventi di recupero/rinaturalizzazione dei siti contestualmente al proseguimento delle attività e si attuino tutti i sistemi per: ¾ ridurre l’impatto visivo ¾ limitare le trasformazioni del paesaggio ¾ limitare l’impatto sulle componenti / matrici ambientali. Analogamente si intendono promuovere interventi atti a favorire il recupero/rinaturalizzazione dei siti interessati da cave inattive dismesse. Per raggiungere entrambe le finalità si favoriscono accordi / intese pubblico privato finalizzati a promuovere: ¾ accordi o progetti pilota individuando i Comuni il cui territorio è maggiormente interessato dalle problematiche legate dalla presenza di attività estrattive definendo un percorso virtuoso da applicare in altri contesti territoriali. ¾ processi di pianificazione sovra comunali tra Comuni contermini interessati da problemi analoghi. ¾ Creare piattaforme di concertazione tra amministrazioni interessate da problematiche del distretto del granito e individuare istanze da sottoporre all’attenzione regionale in vista di una revisione normativa della Legge regionale. Mobilità e viabilità. 9 Riqualificare e rafforzare l'accessibilità implementando la viabilità esistente in modo da ottimizzare i collegamenti con gli insediamenti costieri, i capoluoghi e i centri dell'entroterra. 9 Promuovere la fruizione sostenibile delle risorse ambientali anche attraverso la creazione di una rete provinciale di percorsi naturalistici e cicloturistici. Stazzi e territorio rurale. 9 Regolamentare le ristrutturazioni degli stazzi al fine di conservarne l'identità, non solo del bene stesso ma anche dell'assetto fondiario nella sua interezza (piazza antistante, murature a secco etc.) 9 Promuovere la conoscenza del territorio dell'entroterra anche attraverso le fattorie didattiche ed aziende agrituristiche che permetterebbero anche di impedire un eccessivo abbandono dei territori. 
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