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LE ACQUE MINERALI lisce o gassate?

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LE ACQUE MINERALI lisce o gassate?
Salut
benes
e
LE ACQUE MINERALI
lisce o gassate?
Filippo Medina
il giornale del dirigente
Le acque minerali imbottigliate a
norma di legge garantiscono ai
consumatori un prodotto in regola dal punto di vista igienico e
dei sali minerali in esso contenuto, ma siamo sicuri di scegliere
sempre quella più giusta per noi?
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Filippo Medina ha una lunga esperienza professionale di medico internista (già clinico
universitario e primario medico), attualmente esercita come specialista di medicina interna presso il Centro diagnostico italiano e
presso la Casa di Cura S. Pio X di Milano. Svolge inoltre un’intensa attività di giornalista
medico come responsabile di riviste specialistiche ed è collaboratore di numerosi giornali e riviste tra cui Il Giornale, Le Scienze, Nel
Blu, ViverSani&Belli, In Forma Perfetta
n molte città è così ricca di calcare che
lascia una patina biancastra su bicchieri e stoviglie; in altre ha un forte
sapore di cloro o addirittura di zolfo. A
volte contiene persino residui di piombo
provenienti da vecchie tubature. Per questo, oggi, la maggior parte delle persone
si serve dell’acqua proveniente dal rubinetto solo per lavarsi o per cucinare,
mentre preferisce mettere sulla tavola
una bottiglia di acqua minerale.
Negli ultimi anni i consumi di acqua minerale in Italia sono enormemente aumentati, arrivando a superare i sei miliardi di litri all’anno. In effetti, le acque
minerali imbottigliate a norma di legge
garantiscono ai consumatori un prodotto in regola dal punto di vista igienico e
dei sali minerali in esso contenuto.
I
Nella rubrica “Salute e benessere” vengono affrontati alcuni temi
di medicina ritenuti di maggior interesse dai nostri lettori, dai quali ci attendiamo anche suggerimenti o indicazioni particolari. Si privilegiano soprattutto argomenti di medicina preventiva e generale,
cercando di dare le notizie basilari e di applicazione pratica.
Sono tenute presenti non solo le problematiche tipiche dei nostri
lettori (manager d’azienda), ma anche quelle dei loro familiari.
ssere
Il patrimonio di conoscenze sulle acque
minerali, o meglio sulle fonti termali
dalle quali sgorga l’acqua dotata di proprietà terapeutiche, è dovuto in gran
parte agli antichi Romani. È nota da secoli l’attività terapeutica delle fonti ter-
mali nella cura di alcune malattie, ma le
prime nozioni risalgono appunto al
tempo della civiltà latina. Le terme, luogo dove oggi si praticano le cure a base
di acque termali e curative, sono un retaggio degli edifici pubblici dove gli antichi Romani si incontravano non solo
per curarsi, ma anche per lavarsi, parlare, fare ginnastica, leggere, giocare.
Oggi le terme sono principalmente luogo di cura e di soggiorno, ma vicino ad
essi sono sorti grossi impianti di imbottigliamento per lo sfruttamento industriale delle sorgenti di acque termali e
minerali.
La grossa spinta alla produzione e al consumo di una vastissima gamma di
acque minerali in bottiglia è stata
data, da una parte, dalla convinzione che anche in bottiglia le acque
minerali conservino, anche se in
forma ridotta, le loro proprietà terapeutiche; dall’altra parte i continui e troppi sospetti, spesso rivelatisi amare realtà, di inquinamenti e
contaminazioni delle acque potabili della rete idrica pubblica hanno
svolto un ruolo certamente non secondario. È così che l’Italia pullula
di acque minerali, in numero nettamente superiore a quello di tutti gli
altri paesi. Si fa però in genere una
certa confusione tra acqua minerale e acqua da tavola. Tutte le acque,
in realtà, sono minerali, in quanto
contengono un certo residuo di sali minerali: anche la comune acqua del rubinetto è un’acqua minerale; solo l’acqua
distillata e l’acqua piovana sono quasi
prive di minerali.
Le acque minerali curative sono quelle
che esercitano sull’organismo umano
una particolare virtù terapeutica, diuretica o lassativa, ricostituente o altro.
Le acque minerali da tavola sono, invece,
acque provenienti da fonti (in genere
montane) particolarmente pure, dalle
particolari caratteristiche fisiche e organolettiche che le rendono più piacevoli
da bere, ma non dotate di una precisa e
mirata attività terapeutica.
In realtà in tutte le acque minerali vi è un
qualcosa di misterioso e sconosciuto, invano ricercato e ipotizzato, che le rende
omogenee, che le sintonizza con l’ambiente dell’organismo umano, raggiungendo i
più segreti meccanismi della nutrizione
cellulare. Forse un particolare equilibrio
fisico-chimico dell’acqua? Lo stato colloidale delle sostanze presenti? La loro ionizzazione? Uno speciale stato elettrico
della soluzione naturale? Non si
sa. È certo che la ricostruzione sintetica di un’acqua minerale nella
sua esatta struttura chimica è, comunque, sempre fallita; l’acqua
minerale, ottenuta artificialmente,
non ha alcuna azione biologica e
non esplica alcuna azione terapeutica. Vi è da aggiungere che anche
le migliori acque minerali sono assai più attive se bevute alla sorgente, a quella data pressione, temperatura e freschezza in cui sgorgano, mentre la loro efficacia, quando sono imbottigliate, decresce e
va perduta con il tempo.
I diversi tipi
di acque minerali
In genere non si fa distinzione tra
acque minerali curative e da tavola: è questo un dato da non sottovalutare.
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il giornale del dirigente
Acque curative e da tavola
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tenuto di sodio, non va bene per chi è affetto da ipertensione arteriosa. Le “acque
minerali” vere sono molto ricche di sali
(da 500 a 1500 mg/l). Non tutte sono
adatte al consumo abituale: spesso hanno indicazioni tipicamente curative che
le rendono simili alle acque termali. Bisogna valutarle caso per caso.
Le acque ricche di sodio, per esempio,
sono utili per ripristinare le perdite di
tale elemento in caso di eccessiva sudorazione (in estate, durante e dopo
una prestazione fisica o sportiva, ecc.);
quelle arsenicali-ferruginose sono consigliabili per i bambini o comunque per
i soggetti anemici.
Liscia o gassata
L’aggiunta di anidride carbonica rende a
molti più gradevole l’acqua. Non è vero,
però, che l’acqua frizzante disseta di più.
Si tratta soltanto di un effetto psicologico.
L’anidride carbonica, infatti, ha un effetto anestetizzante sulle papille gustative
della lingua, provocando la sensazione di
placare la sete. In realtà, sul piano commerciale l’anidride carbonica viene aggiunta per garantire l’acqua da ogni alterazione. Essa infatti è un agente batteriostatico, cioè è capace di proteggere l’acqua
minerale da eventuali inquinamenti batterici che si potessero verificare durante le
operazioni tecnologiche dell’imbottigliamento (è per questo, tra l’altro, che le acque gasate hanno una data di scadenza
più lontana rispetto alle acque “naturali”).
L’anidride carbonica, però, interviene nel
mantenimento dell’equilibrio del sistema
acido carbonico-bicarbonati, per cui un
eccesso di anidride carbonica, specialmente nelle acque oligominerali, cioè
quelle più comunemente usate a tavola,
tende a spostare il pH verso valori nettamente acidi. È questa acidità (che non è
certo quella riportata sull’etichetta, riferibile solo ai dati rilevati alla
sorgente di prelievo) che, nel
momento del consumo, può
rendere queste acque mal
tollerate, specialmente da
coloro che hanno problemi
digestivi legati a un’eccessiva produzione di secrezioni
acide da parte dello stomaco
per gastrite o ulcera.
Salut
plice: è infatti possibile aggiornare i propri dati personali e aziendali direttamente
dal nostro sito
Se un’acqua minerale ha proprietà curative, questa deve essere rigorosamente prescritta dal proprio medico in rapporto alle indicazioni terapeutiche; avviene, invece, che nei ristoranti o nell’uso domestico
viene imposta o si scelga sovente un’acqua
minerale in base a considerazioni di convenienza economica o semplicemente di
gusto. Può così accadere che un soggetto
con un eccesso di secrezione gastrica scelga un’acqua minerale che eccita la produzione di acidi dello stomaco o, al contrario, che un individuo ipochilico beva
un’acqua minerale che tampona la sua già
ridotta acidità gastrica.
Sull’etichetta delle bottiglie viene sempre
indicato un numero corrispondente al
cosiddetto “residuo fisso”. Questo valore
indica la quantità di sali minerali che rimangono dopo aver fatto evaporare l’acqua bollendola a 180°C. In genere viene
espresso in milligrammi per litro (mg/l).
Un valore inferiore a 50 mg/l lo hanno le
“acque minimamente mineralizzate”; si
tratta di acque di alta montagna, in genere molto pure, in quanto provengono dallo scioglimento di ghiacciai o da falde acquifere superficiali, ma anche con un tenore di sali minerali molto ridotto. Hanno
un’azione essenzialmente diuretica perché vengono rapidamente assorbite e altrettanto rapidamente eliminate, soprattutto attraverso i reni. Con questo mezzo
naturale viene facilitata l’eliminazione di
molti rifiuti accumulatisi nell’organismo
(in particolare sono indicate in chi soffre
di calcolosi renale, iperuricemia, ecc.). Per
il loro ridotto contenuto in sali minerali
dovrebbe essere riservata soprattutto ai
vegetariani e a tutte le persone che consumano in gran quantità frutta e ortaggi freschi, alimenti che apportano una notevole
quantità di minerali. Sono indicate anche
per la preparazione del latte per i neonati,
in quanto la polvere è già stata integrata di
tutti i sali minerali necessari.
Le “acque oligominerali” sono più ricche
di sali (da 50 a 500 mg/l) e sono quelle più
adatte al consumo abituale, a tavola e
lontano dai pasti, senza limiti di quantità. È utile, però, accertarsi del loro contenuto in alcuni sali, che possono renderle più o meno adatte nelle diverse situazioni cliniche. Per esempio, un’acqua
oligominerale, con però un elevato con-
ebenessere
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