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giornale di marzo
Marzo 2016 Numero 3 O P I N I O N I A CO N F R O N T O Diversi@Diversi Periodico di informazione scolastica edito dall’I.T.E.S. “ A. M. Jaci” di Messina Via Cesare Battisti,88 – Tel. 090710401 – Fax 090718552 – E-mail [email protected] SPECIALE “OMAGGIO ALLA DONNA” Editoriale A cura di R. M. Trischitta L’otto marzo non una festa ma una tragedia: ecco cosa ci ricorda La festa dell' 8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di un'industria tessile di New York fece sciopero per protestare contro le terribili condizioni lavorative. L'8 marzo la proprietà dell'Azienda bloccò le uscite della fabbrica “Triangle” per impedire l'uscita. Si sviluppò all'interno un incendio che uccise 129 operaie di cui alcune anche italiane immigrate in America. Questa data è diventata dunque il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nei secoli. Non è da questo evento che trae origine la celebrazione della “Giornata internazionale della donna“, ma in seguito a questo episodio l’opinione pubblica dell’epoca prese coscienza delle condizioni femminili sul luogo di lavoro e vennero varate nuove leggi in materia. Alcune tristi immagini che ritraggono il tragico evento in fabbrica In piedi, Signori, davanti a una Donna (William Shakespeare) Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l'ignoranza in cui l'avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi, Signori, davanti ad una Donna. E non bastasse questo, inchinatevi ogni volta che vi guarda l'anima, perché Lei la sa vedere, perché Lei sa farla cantare. In piedi, Signori, ogni volta che vi accarezza una mano, ogni volta che vi asciuga le lacrime come foste i suoi figli, e quando vi aspetta, anche se Lei vorrebbe correre. In piedi, sempre in piedi, miei Signori, quando entra nella stanza e suona l'amore e quando vi nasconde il dolore e la solitudine e il bisogno terribile di essere amata. Non provate ad allungare la vostra mano per aiutarla quando Lei crolla sotto il peso del mondo Non ha bisogno della vostra compassione. Ha bisogno che voi vi sediate in terra vicino a Lei e che aspettiate che il cuore calmi il battito, che la paura scompaia, che tutto il mondo riprenda a girare tranquillo. E sarà sempre Lei ad alzarsi per prima e a darvi la mano per tirarvi su in modo da avvicinarvi al cielo, in quel cielo alto dove la sua anima vive e da dove, Signori, non la strapperete mai. Ed è con questa bellissima e significativa poesia, letta abilmente dal nostro alunno GIUSEPPE MAIELI della classe V B turismo (nella foto sotto), che si sono aperti i lavori della Tavola Rotonda a Palazzo Zanca su come “Fare squadra” in piedi signori davanti ad una donna! Tavola rotonda “Donne in rete” di R.M. Trischitta “Se c’è un cosa su cui noi donne ogni tanto dovremmo riflettere è essere capaci di guardarci senza antipatie o invidie. Magari prendendo spunto, almeno per una volta, dagli uomini e dal loro essere capaci, nelle situazioni difficili, di “fare squadra””. Stiamo vivendo un’epoca in cui caos e frantumazione dell’io, conducono all’esigenza di una ricomposizione globale dell’essere umano e di una armonia fra ragione e sentimento. Il concetto di persona è ricco complesso e senza fine. Noi uomini non siamo mai come appariamo bensì abbiamo dentro noi stessi una profondità e una realtà che non è racchiudibile in ciò che mostriamo. La nostra identità di persona si arricchisce solo quando riusciamo ad essere indipendenti, liberi e leali aldilà della nostra condizione culturale, religiosa e politica. Ognuno di noi siamo portatori di una inviolabile dignità che va e deve essere sempre rispettata e riconosciuta da tutti perché essa non ha prezzo e come tale non è alienabile. Penetrando nella profondità del cuore è possibile scorgere il mistero della persona nella sua diversità e nella sua ricchezza dell’anima. Parta da noi donne la cultura della pace, del rispetto, della tolleranza e della unicità nella diversità; questo è lo spirito che deve caratterizzarci non solo come donne ma anche come cittadini del mondo. l’intervento della prof. Trischitta L’intervento degli alunni della classe 3^ sez. C turismo: Adele Restuccia, Simona Catanzaro, Alessia Giullentano, Desirè Mazza e Giacomo Russo 08 Marzo 1908: 108 anni fa in America ben 129 operaie morirono arse vive in una fabbrica. Non una festa ma una tragedia. Questo il vero significato di questa ricorrenza. Donne che hanno e che subiscono violenza fisica, psicologica- morale. Donne spesso strumento dell’uomo. Donne, madri, lavoratrici instancabili. Ma mi chiedo e vi chiedo esiste davvero la parità di genere? Coltiviamo un roseto raccoglieremo profumate rose; coltiviamo un prato otterremo fresche primule; ariamo un campo avremo del buon grano. Rispettiamo le donne daremo un ottimo servizio alla collettività. Una società senza donna non è tale; una famiglia senza la donna non è famiglia. Un uomo senza una donna non è completo. Stalking, maltrattamenti in famiglia e in ambiente di lavoro. Donne umiliate, derise, tormentate. Parliamone per la nostra difesa. Vogliamo una legge, una VERA LEGGE, SERIA EFFICIENTE INCISIVA. Vogliamo una legge giusta che tenda a rendere più incisivi gli strumenti della repressione penale di tutti quei fenomeni che tendono ad uccidere, offendere, umiliare massacrare l’universo donna. i ragazzi intervengono l’intervento del sindaco Renato Accorinti TAVOLA ROTONDA “DONNE IN RETE” A cura di Marina La Rocca DONNE E DIRITTI nell’ Aula Magna del nostro Istituto e a Palazzo Zanca. Una due giorni intensa ed emozionante vissuta dai nostri allievi che hanno discusso e approfondito il tema dei diritti, della condizione e del ruolo sociale delle donne, alla luce delle più recenti conquiste normative. I ragazzi delle quinte B e D del corso turismo hanno partecipato attivamente, e questa volta non solo come ascoltatori, al seminario tenutosi a scuola il 7 marzo scorso organizzato nell’ambito dell’insegnamento di diritto e legislazione e alla tavola rotonda per il Tavolo permanente delle Donne in rete, al Salone delle bandiere il giorno seguente 8 marzo, assieme alla terza CT ed alla quarta BT. In occasione della giornata internazionale della donna si è discusso a scuola su “Donne e diritti: tutele e debolezze nella legislazione”, con il contributo di due valide testimoni Maria Celeste Celi, presidente del CIRS ed Anna Tarantino già vicepresidente pari opportunità della Provincia di Messina. L’incontro è stato introdotto e moderato da Marina La Rocca, docente di diritto allo Jaci e stimolato dalle esperte che con le loro considerazioni sul tema hanno dato spazio anche alle loro personali esperienze e sottolineato soprattutto agli aspetti relazionali che dovranno essere la nuova sfida verso una parità sostanziale tra i generi. La questione femminile dunque, ancora una volta, una questione vecchia? Non a giudicare dalla passione con cui i ragazzi hanno espresso le loro riflessioni facendo emergere tanto gli aspetti storici di questo ordine simbolico, prima che sociale, che ha assegnando un ruolo assoggettato alla donna rispetto all’uomo, quanto le discrepanze ancora forti a livello culturale, sociale e religioso in Italia nel mondo, il tutto letto attraverso i progressi della legislazione nazionale e internazionale (prima fra tutti la recente Convenzione di Istabul del 2011 ratificata dall’Italia nel 2013 sulla prevenzione e tutela della violenza di genere). Per secoli la società patriarcale e il sistema che vede ai vertici e nelle posizioni di comando gli uomini non ha avuto alcun bisogno di giustificazione, come ha ricordato, la Prof. La Rocca, poiché le stesse donne nascendo avevano introiettato in loro il sistema stesso. Ci sono voluti altrettanti secoli perché la coscienza di questa profonda discriminazione di genere emergesse prima di tutto agli occhi delle stesse donne per dare l’avvio a quella che possiamo definire la lotta più contrastata e complessa della nostra società, quella dell’emancipazione femminile: un cammino accidentato a volte doloroso non ancora compiuto che comunque ci ha condotto a grandi traguardi sanciti tutte le volte da tappe legislative fondamentali senza le quali chiaramente i diritti non avrebbero avuto sostegno. Il senso dell’incontro del 7 marzo è stato dunque quello di fare emergere i punti di forza e di debolezza nell’ordinamento giuridico nazionale e internazionale a proposito dell’azione contro la discriminazione di genere. A questo hanno contribuito in modo incisivo le relazioni degli allievi i quali hanno anche sottolineato come la proposta di un nuovo ordine sociale portata avanti dalle donne in questi ultimi decenni, ha condotto assieme ai dubbi anche ad uno scuotimento profondo e purtroppo in molti casi ad una reazione scomposta dell’universo maschile che ha degenerato, proprio nella nostra civilissima Europa, in forme di violenza spesso inaudita contro le donne, contro le stesse compagne di cammino e di vita. Hanno espresso i loro contributi (che saranno oggetto di uno speciale del nostro giornale del mese di Aprile) in ordine: Valentina Muscolino con spunti letterari verghiani; Karen Mancuso con approfondita riflessione giuridica; Samantha Costa, con una visione storico-familiare e di partecipazione sociale e politica; Alessandra Muscolino, con un pregevole escursus sulle conquiste legislative nel mondo del lavoro; Giulia Cappello, con una riflessione sul contrasto tra diritto alla vita e alla liberta della donna nella decisione di abortire; Chiara Rinaldi, descrivendo la violenza sul corpo delle donne; Isabella Donza con i casi dolorosi di violenza con matrice culturale in Africa e in India; Giuseppe Maieli, con una riflessione sul ritardo in Italia della legge sul reato di tortura; Stefano Passari che in fine ha ricordato il vero significato della ricorrenza dell’8 marzo e i cambiamenti legati alla globalizzazione. Un ringraziamento particolare va a Valeria Bonsignore e Vincenzo Belfiore i quali hanno piacevolmente segnato le pause del dibattito con i loro brani musicali, che hanno toccato il cuore di tutti noi. Tutti hanno espresso le loro sensazioni ed esperienze, che possono diventare testimonianze di desideri, certezze, denunce, manifestate finalmente con autorevolezza dalle ragazze ma anche e soprattutto dai ragazzi non più disposti a mantenere alcuna discriminazione. Durante il dibattito, che è stato molto intenso con momenti di vera emozione, si è parlato anche di paure e speranze che si muovono dentro di noi, considerando quanto è stato fatto e indicando quanto secondo i ragazzi resta ancora da fare per dare dignità alla donna, così come ad ogni persona. Sotto l’intervento di Anna Tarantino, la coordinatrice prof. La Rocca, Anna M, Celi e le alunne nell’aula magna dello Jaci LE DONNE CHE HANNO FATTO LA STORIA a cura della classe 3^ sez. Ct Berthe Morisot: la vera donna dell’impressionismo Se andate a visitare la Mostra degli impressionisti a Milano l"incontrate". Abbiamo pensato che fosse un bell'esempio da ricordare nel giorno della Festa della Donna. Una donna dell'ottocento che, portata per il disegno, si trasferisce a Parigi per studiare, ma privatamente, perché all'Ecole des Beaux Arts è vietato l'accesso alle donne. Nacque a Bourges ed era pronipote di Jean-Honoré Fragonard. Suo padre, che era Prefetto del Dipartimento dello Cher, nel 1852 si trasferì stabilmente con tutta la famiglia a Parigi. Berthe, che aveva allora 16 anni, seguì corsi di disegno assieme alle due sorelle, Yves e Edma. I genitori, notando le sue capacità, la incoraggiarono a proseguire gli studi artistici e accolsero volentieri i suoi amici pittori, tra cui Edgar Degas. Ben presto Berthe iniziò a dipingere, copiando all'inizio i capolavori del Museo del Louvre. Qui incontrò il pittore Henri Fantin-Latour che, alcuni anni dopo, le presenterà Édouard Manet. Berthe dimostrò subito un notevole talento, ma non potendo essere accettata all'École des Beaux-Arts in quanto donna, studiò privatamente con il pittore accademico Joseph Guichard. Questi nel 1861 la presentò a Corot nel suo atelier di Ville-d'Avray, che le diede la prima formazione e le insegnò a dipingere all'aperto. Ella si lancia nel realizzare ciò che più le piace - non solo dipingere - attività già particolare per una donna dell'epoca, ma addirittura superare i dettami accademici e fuggire dagli "atelier" per dipingere "en plain air", nella natura. Nel 1874 espone, unica donna, alla prima mostra impressionista. LE DONNE CHE HANNO FATTO LA STORIA A cura della classe 3^ sez. Ct EMILY DICKINSON: poetessa americana Emily Elizabeth Dickinson è stata una poetessa statunitense. È considerata tra i maggiori lirici del XIX secolo. Nacque nel 1830 ad Amherst da una famiglia borghese di tradizioni puritane. Emily Dickinson scoprì la propria vocazione poetica durante il periodo di revival religioso che, nei decenni 1840-50, si diffuse rapidamente nella regione occidentale del Massachusetts. Emily Dickinson visse la maggior parte della propria vita nella casa dove era nata, amava la natura, ma era costantemente ossessionata dalla morte, vestiva solo di bianco in segno di purezza.. Gran parte della sua produzione poetica riflette e coglie non solo i piccoli momenti di vita quotidiana, ma anche i temi e le battaglie più importanti che coinvolgevano il resto della società. Per citare alcuni tra i suoi versi più memorabili, le poesie della Dickinson dicono tutta la verità, ma la dicono indirettamente: Quando aveva venticinque anni decise, di estraniarsi dal mondo e si rinchiuse nella propria camera anche a causa del sopravvenire di disturbi nervosi e di una fastidiosa malattia agli occhi. Al momento della sua morte la sorella scoprì nella camera di Emily 1775 poesie scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo contenuti tutti in un raccoglitore. Il linguaggio di Emily Dickinson era semplice e brillante. Il suo amore per la natura traspare da tutte le sue poesie. Altro tema ricorrente è la morte, per esempio Tie the Strings to my Life, My Lord (Annoda i lacci alla mia vita, Signore): Annoda i Lacci alla mia Vita, Signore, Poi, sarò pronta ad andare! Solo un'occhiata ai Cavalli In fretta! Potrà bastare! ..... Addio alla Vita che ho vissuto E al Mondo che ho conosciuto E Bacia le Colline, per me, basta una volta Ora - sono pronta ad andare Sono tante le donne che hanno lottato per i diritti femminili a cura della classe 5^ sez. Ct Abbiamo scelto cinque signore che sono diventate un po’ il simbolo dell’uguaglianza di genere e che ci hanno permesso di raggiungere certi diritti, che oggi diamo per scontati, come votare, studiare o avere una partecipazione sociale e che è giusto ricordarle. Olympe de Gouges, nata nel 1749 a Montauban, sui Pirenei, è una celebre drammaturga francese. Divenne molto famosa per il suo pensiero libero e rivoluzionario. Nel 1791 scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina in cui dichiarava l'uguaglianza politica e sociale tra uomo e donna. Emmeline Pankhurst, inglese di origine, ha consolidato i suoi studi a Parigi. Con il marito ha lottato in favore dell'uguaglianza politica delle donne. Nel 1903 fondò il Women's Social and Political Union, che puntava al voto delle donne, per questo è conosciuta come la leader delle suffragette. Nel 1918, però, è approvato il suffragio femminile anche per la camera dei Comuni. Simone de Beauvoir, famosissima femminista parigina. Nel 1929 s’innamora del suo compagno, Jean-Paul Sartre, non si sposeranno mai ma condivideranno la vita insieme. È considerata la fondatrice del movimento femminista, nato in occasione della contestazione studentesca del maggio 1968. continua donne che hanno lottato per i diritti femminili Margaret Fuller, scrittrice e giornalista americana, è la prima donna a essere assunta da un giornale importante, nel 1843 dal "New York Tribune". Pubblica nel 1845 "La donna nell'Ottocento" (1845), in cui prospetta un’integrazione maggiore della donna nella vita pubblica (considerato il primo manifesto femminista) mentre dalle pagine del "New York Tribune", insiste sulla necessità di una maggiore emancipazione femminile, sia politica sia sociale. Josephine Butler è una femminista britannica che ha lottato contro la prostituzione legalizzata e soprattutto contro il controllo amministrativo e medico delle ragazze. Inoltre si è battuta perché l’Università di Cambridge aprisse più corsi alle donne, intorno al 1860. Numerose donne del passato che hanno dato un contributo importanti. Ci sono signore che hanno fatto la differenza, dimostrandosi delle eroine contemporanee in campo scientifico, medico, tecnologico ma anche per la loro passione politica, per aver difeso un ideale o semplicemente per aver lottato in nome dei diritti femminili. Come ad esempio non ricordare la grande Maria Montessori, una grande pedagogista, educatrice, diventata famosa per il metodo formativo che prende il suo nome e che viene usato in moltissime scuole e non solo in Italia. Una rivoluzionaria dell'educazione! ed ancora ricordiamo Madre Teresa di Calcutta, al di là del credo religioso, è stata una donna che ha smosso le coscienze di tutti, grazie al suo operato tra i più poveri di Calcutta. Ha vinto anche il Nobel della Pace nel 1979. Marie Curie, una grande donna di scienza. La chimica e fisica polacca vinse il Premio Nobel per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911. Fu anche la prima donna ad insegnare alla Sorbona! Evita Perón, donna politica argentina, che è stata insignita del titolo di "Leader spirituale della nazione Argentina", famosa perché non ha mai mollato ed ha sempre lottato per i suoi ideali. per non dimenticare Gertrude Stein, scrittrice e poetessa statunitense che ha dato vita all'arte moderna e alla letteratura modernista. Caterina de Medici, regina consorte di Francia di Enrico II di Francia, famosa per aver lottato contro le guerre di religione, a sostegno della tolleranza civile. Cleopatra, regina d'Egitto è stata sicuramente la sovrana più famosa di tutti i tempi, famosa per la sua tenacia, il suo coraggio e anche il suo fascino. Anna Eleanor Roosevelt, first lady americana che dedicò tutta la sua vita alla tutela dei diritti civili. E' considerata la prima femminista e un'attivista instancabile. e come non annoverare la “nostra” Rita Levi-Montalcini, una scienziata italiana Premio Nobel per la medicina nel 1986 che ha basato tutta la sua vita sulla ricerca e la prima donna ad essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. e la grande Indira Gandhi, donna politica indiana che lottò sempre per il suo paese, finendo anche in prigione. Venne uccisa in un attentato negli anni Ottanta. OPINIONI A CONFRONTO Registrazione stampa Tribunale di Messina n. 13/81 Direttore Editoriale: Prof. Alfio Borzì Direttore Responsabile: Prof.ssa Rosa Maria Trischitta HANNO SCRITTO DI NOI……….. Messina, studenti dello Jaci in visita a Palazzo Zanca La comitiva di ragazzi si è confrontata col sindaco. A guidarli la professoressa Rosamaria Trischitta 29 febbraio 2016 11:35 | Giuseppe Lombardo Nell’ambito del progetto di “Alternanza Scuola Lavoro” finalizzato alla conoscenza della città di Messina, gli alunni della classe III^ C indirizzo turismo della scuola Jaci, accompagnati dalla professoressa Rosamaria Trischitta, sono stati stamani in visita a Palazzo Zanca. Hanno visitato il piano terra del Palazzo municipale prima di incontrare il sindaco, Renato Accorinti, che ha risposto alle domande dei giovani su progetti, finalità ed iniziative dell’Amministrazione comunale. foto di palazzo Zanca Incontro con l’autore: i nostri alunni ci sono A cura della Referente: Prof.ssa Giovanna Manganaro Il progetto "Incontro con l'Autore", nasce per avvicinare ulteriormente gli alunni alla lettura. La prospettiva di incontrare uno scrittore, dopo averne letto approfonditamente un’opera, è senza dubbio uno sprone a sviscerare un testo nelle sue molteplici sfaccettature, allo scopo di ricavarne insegnamenti educativi in senso ampio, o almeno argomenti di conversazione e di possibile interazione con l'autore che si va ad incontrare. Uno dei libri proposti quest’anno, è stato “Scritto sulla mia pelle” di Pietro Vaghi, in collaborazione con la libreria Bonanzinga . L’incontro ha avuto luogo presso il cineauditorium Fasola, i cui locali sono stati gentilmente messi a disposizione dalla Sig. Loredana Polizzi. L’iniziativa rientra in quelle attività promosse dall’istituto per accompagnare i ragazzi in quella difficile fase della vita che è l’adolescenza. Il libro racconta la sofferenza,le incertezze e le potenzialità di un adolescente. Attraverso i pensieri e le emozioni di Stefano, si svela la fatica di crescere di molti ragazzi. Ma racconta anche l’incredibile forza di Stefano, un adolescente in cerca di un nuovo equilibrio per la sua famiglia. Seguendo in prima persona i suoi pensieri e le sue emozioni, svela il segreto di molti ragazzi: in un mondo sempre più povero di figure di riferimento, purtroppo sono i figli a farsi carico delle fragilità dei genitori. Pagina dopo pagina, Scritto sulla mia pelle parla dell’adolescenza di tutti, raccontando conflitti e desideri che toccano ogni età del cuore. La lettura di questo libro ha portato i ragazzi a confrontarsi e spesso a riconoscersi in qualche modo nella storia del protagonista, ma ha sollecitato anche noi professori ad attenzionare le loro fragilità, che erano anche le nostre, ma che oggi sono ingigantite da mancanza di punti di riferimento forti, che il libro evidenzia. Un gruppo di alunni ha accolto l’autore all’ingresso del cineauditorium per un’intervista. L’incontro ha previsto una prima parte con delle attività ispirate al libro,allestite da alunni che fanno parte del laboratorio musicale, curato dal prof. Nello Mastroeni e del laboratorio teatrale “I Fantasmagotici” curato dalla prof.ssa Gisella Camelia, supportato dal regista Sasà Neri. A seguire è stato dato ampio spazio all’autore che, dopo aver illustrato le motivazioni che sono alla base del libro, ha risposto alle domande dei ragazzi. Progetto ALTERNANZA SCUOLA LAVORO - “A.M.Jaci” 2016 Servizio a cura della classe 3^ sez. C turismo Descrizione Itinerari Storico – Culturali – Turistici 1. ARTE E CULTURA : con noi CHIARA Un mini itinerario storico che ha toccato: Palazzo della Dogana- Palazzo Zanca –Palazzo della Cultura Palazzo della Dogana Palazzo Zanca Teatro Vittorio Emanuele Fontana di Nettuno Chiesa di San Francesco d’Assisi Palazzo della Cultura Un’esperienza interessante che ci fa conoscere la nostra città, la sua storia, i suoi monumenti, le sue chiese, le sue leggende. Palazzo della Dogana E’ in puro stile liberty ed è stato progettato da Giuseppe Lo Cascio dopo il terremoto del 1908; magnifiche le decorazioni che lo caratterizzano con le pensiline in ghisa ed i cancelli ispirate al floreale. Sorge sul luogo dove, fino al 1783, sorgeva il grande Palazzo Reale, sede prima dei re e dopo dei viceré di Sicilia. Oggi ospita una sezione della Guardia di Finanza per controllare i combustibili che sostano in arrivo e in partenza. Palazzo Zanca prende il nome del suo progettista l'architetto palermitano Antonio Zanca, che lo progettò nel dopoterremoto. L’imponente edificio si affaccia sulla vasta piazza Unione europea; è un edificio imponente e il basamento in pietra è ad opera di Billiemi. Sul frontone si vedono le allegorie dello scultore messinese Bonfiglio che raffigurano la Regina del Peloro insieme a due sirene, mentre i due grandi bassorilievi del padiglione principale raffigurano Dina e Clarenza le eroine cittadine della guerra del Vespro. I cancelli, in ferro battuto, portano la scritta “GRAN MIRCI” e la nostra guida Chiara ci ha spiegato il motivo:” Con il passaggio dell'impero a Bisanzio operato da Costantino, Messina fu governata da magistrati locali detti Stratigoti. A questo periodo si fa risalire una tradizione locale che vuole che durante l'assedio di Tessalonica nel 407 d.C. in cui si trovava lo stesso imperatore Arcadio, i messinesi organizzarono una flotta che, sotto la guida di Metrodoro, riuscì a liberare il sovrano. In riconoscenza Messina ottenne vari privilegi, tra cui quello di fregiarsi dello stemma dell'imperatore, l'attuale con croce d'oro su scudo rosso . A ricordo di questo episodio sull'odierno cancello del Municipio di Messina si legge GRAN MIRCI che per alcuni ricorderebbe la frase fatta scolpire sul campanile di Santa Sofia a Costantinopoli da Arcadio ("Gran Mirci a Messina", Assai grazie a Messina). Abbiamo visitato l’interno e vista la statua bronzea di Antonello da Messina e la testa di Mata di fronte Palazzo Zanca abbiamo potuto vedere la statua che rappresenta l’allegoria di Messina: Teatro Vittorio Emanuele II Il teatro Vittorio Emanuele II in una foto antecedente il 1908, prima del terremoto Il Teatro Vittorio Emanuele II, già teatro "Sant'Elisabetta", mantiene l'originaria architettura neoclassica, essendo sopravvissuto al terremoto. Fu progettato dal napoletano P. Valente e dal messinese C. Falconieri. Sormonta il prospetto il gruppo marmoreo raffigurante "Il Tempo che scopre la Verità a Messina" del messinese Saro Zagari. Il soffitto all'interno è decorato da un grande affresco di Renato Guttuso, raffigurante "la leggenda di Colapesce". davanti al Teatro Vittorio Emanuele gli alunni della 3^ Ct con la prof. Trischitta Il Duomo di Messina, intitolato alla Madonna Assunta, è la cattedrale dell'arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela. Sorge in pieno centro storico di Messina, dove prospetta con la facciata ed il campanile sull'ampia piazza del Duomo. Nel giugno del 1947 papa Pio XII l'ha elevato alla dignità di basilica minore. Il duomo prima del terremoto del 1783 Il duomo dopo il terremoto del 1783 Interni del duomo. Abbiamo potuto visitare l’interno del Duomo e Chiara ci ha spiegato i diversi periodi che hanno caratterizzato la sua costruzione attraverso diversi periodi storici: bizantino, arabo, normanno, svevo, aragonese, spagnolo sino ad arrivare all’epoca contemporanea quando all'alba del 28 dicembre 1908, alle prime scosse del terremoto di Messina, l'edificio crollò quasi completamente. La ricostruzione, operata negli anni venti, riportò il tempio alle linee originarie. Grazie a pazienti opere di restauro fu possibile recuperare quasi tutte le opere d'arte. Mentre ci trovavamo all’interno della Cattedrale abbiamo incontrato Mons. Angelo Oteri con il quale abbiamo voluto fare una foto Palacultura Fu realizzato dall'ingegnere Aldo D'Amore e dall'architetto Fabio Basile. Numerosi sono stati i problemi durante la lunga costruzione dovuti anche al ritrovamento di alcuni reperti archeologici. E finalmente, a distanza di ben 30 anni dal progetto, ha finalmente visto la luce il 16 aprile 2009 data della conclusione dei lavori. Ubicato nella parte centrale del viale Boccetta è costituito da tre edifici destinati ad ospitare uffici per la cultura, la più grande biblioteca cittadina, un teatro da 850 posti con 4 platee, fossa per l'orchestra e cabine per la regia televisiva delle manifestazioni, un auditorium per la musica all'aperto, tra i più grandi e moderni d'Italia, ed ancora un salone esposizioni collocato sul terrazzo del corpo B dell'edificio.La struttura a piramide rovesciata è stata ottenuta sfruttando le notevoli flessibilità che offrono materiali quali in cemento e l'acciaio, ovviamente tenendo conto che Messina è zona sismica di 1ª categoria. E’ stato inaugurato il 12 febbraio 2010 ed è stato intitolato ad “Antonello da Messina”, nome scelto dal Comune. Oggi ospita una mostra permanente dei più quotati pittori contemporanei, anche messinesi. esterni del Palacultura “Antonello da Messina” ingresso principale ( le foto sono state scattate dai ragazzi) La fontana del Nettuno E’ la seconda fontana realizzata a Messina dallo scultore toscano Giovanni Angelo Montorsoli dopo la nota fontana di Orione, commissionata dal senato cittadino e situata a piazza Duomo. La fontana del Nettuno fu completata nel 1557 e originariamente collocata di fronte alla Palazzata sulle banchine del porto, nei pressi del Municipio, con le spalle rivolte al mare, probabilmente per simboleggiare il dio Nettuno che offre la ricchezza del suo mare alla città. L'originale della statua del Nettuno rimase sino al 1908 - anno del noto terremoto all'interno della chiesa di S. Maria degli Alemanni e, successivamente, spostata presso il Museo Regionale di Messina, dove ancora è custodita L'intero complesso monumentale del Nettuno esprime con genialità creativa il potente stile michelangiolesco dell'autore. Il dio Nettuno, come appena sorto dalle acque, calmo e invincibile, brandisce il suo temibile tridente e tiene incatenate ai suoi piedi le mostruose Scilla e Cariddi; è un'allegoria della forza fisica e morale della Città che doma le avversità. La fontana è costellata di iscrizioni, tra le altre la firma dell'autore presente in un'iscrizione incisa sul bordo della vasca di forma ottagonale. E questi siamo noi: la mitica 3^Ct stanchi ma felici REGIONE, CHIESA, MAGISTRATURA A confronto per una riflessione su “Etica e responsabilità pubblica” Noi c’eravamo! A cura di: Giorgia Dainotta, Rossella Frazzica, Desireè Mazza, Sabrina Carticiano, Mariaelena Locantro,Martina Addamolla classe 3^ sez. C turismo Venerdì 04 marzo 2016, accompagnati dalla prof.ssa R.M. Trischitta, ci siamo recati presso il Palacultura “Antonello da Messina” per assistere ad un importante summit su “Etica e responsabilità pubblica” organizzato dalla Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana e dall’arcivescovato di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela. A fare gli onori di casa il Presidente dell’assemblea Regionale Siciliana l’On. Giovanni Ardizzone; erano anche presenti Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, Gaetano Silvestri, presidente emerito della Corte Costituzionale e della Scuola superiore della magistratura, Rodolfo Sabelli, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Il dibattito è stato coordinato dall’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli che, ai numerosi ospiti, e in particolare a Galantino, ha posto quale prima question: “Come fare perché etica e responsabilità non restino parole vuote?” Puntuale e precisa la risposta“ Non c’è mai stato un tempo peggiore di questo per l’etica”, ha sottolineato Galantino; non c’è più un valore definito; tutto ha lo stesso valore. Esistono solo gruppi di potere che decidono e agiscono per noi: questo è quello che stiamo vivendo”. Via via tutti gli altri interventi, validi e costruttivi. Continua convegno Ci hanno particolarmente colpito le parole dell’On.le Ardizzone il quale, nel suo discorso che ha introdotto ai lavori ha così esordito:” C’è un bisogno di ritornare ad un senso della responsabilità piena. “ La questione etica – ha continuato il Presidente - è la prima delle questioni che le istituzioni debbono affrontare”. Un’intera società viola regole scritte e dettate dalla coscienza. Ma se molti sono i corrotti presenti nella nostra società, non si può non tenere conto dei corretti . “Essere corretti, ad ogni livello della vita pubblica, significa, essere responsabili e quindi essere pronti a rispondere, a qualcuno o se stessi delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano. E la responsabilità non si improvvisa: a essa si viene educati e bisogna costantemente auto educarsi”. Un pomeriggio che ci ha arricchito e che ci ha chiarito, su ampia scala, sul vero senso dei valori e delle responsabilità. Grazie prof. Sotto alcune alunne e una panoramica della manifestazione ( foto dei ragazzi) l Ospitiamo la collega Ketty Millecro che ci regala una poesia sulla donna Non devi aver paura ! Nel palcoscenico della vita , donna , scempio del crudele tiranno , occupi in platea il tuo posto . In camera di regia c'è lui , il maschio, lui che ha puntato gli occhi dominatori su te. Ti atteggi con occhi da gazzella e il suo cuore da sovrano già ti tradisce. Non devi aver paura ! Non puoi rifiutarti ........ Ami , comprendi , sei servizievole, ma se il suo umore cambia , al finale volge il film : la tragedia ....... Vuole rispetto, riverenza e dedizione . Guai se varchi il tuo silenzio ! Muta il suo temperamento , sei figlia delle sue minacce . Schiaffi , sputi e violenze sovrastano il corpo e la tua mente. Non devi aver paura ! Non puoi rifiutarti...... Non sei più donna, sei cenere . Sei un verme che aspetta di essere calpestata. Si appropria di te, pensa per te , decide per te , vuole tutto di te. La paura s'impossessa , è terrore del suo male , consapevolmente sporco . E in quell'ultimo incontro , dove la morte incontrerai , in quel fatale appuntamento, i suoi occhi maschi , feroci , gridano vendetta e brutalità . Non devi aver paura ! Non puoi rifiutarti....... Sarà lì , nell'ultimo istante , prima dell'ultimo vagito , la tua vittoria : mentre il suo piede schiaccerà il tuo capo e il suo laccio stringerà il tuo collo , mentre il sangue sgorgherà dalla tua bocca con un fil di voce , griderai : Basta , finiscimi . Non sei uomo , sei una bestia ! I NOSTRI ALUNNI SCRIVONO Si chiamano acacie e non mimose a cura della classe 5^sez. C t Tutti le chiamiamo mimose ma in realtà sono delle Acacie! La pianta dai fiori gialli, che l'8 marzo simboleggia la festa della donna, in realtà si chiama acacia. Ne esistono 450 specie ed è nativa delle regioni tropicali dell'America e dell'Oceania. La mimosa fu scoperta nella seconda metà del 700 dal Capitano Cook che, in uno dei suoi viaggi di esplorazione, rimase incantato dai colori delle acacie in fiore sulle coste australiane. In Europa vivono meglio nelle regioni dove il clima è mite, preferibilmente nelle zone lacustri. La specie più comune di mimosa si chiama "Acacia dealbata", detta anche mimosa dei fioristi. Ci sono poi molte altre varietà meno comuni, la più raffinata è chiamata "Clair de lune" ed ha boccioli piccoli che, quando fioriscono, ricordano il chiaro della luna. Una varietà particolare è la Mimosa Pudica, simbolo di timidezza e ritrosia: questa pianta ha la capacità di ripiegarsi su se stessa non appena qualcuno la sfiora e di ritornare nella condizione iniziale non appena il "pericolo" è passato. Nei paesi tropicali - dove la mimosa è appetita dal bestiame - quando le mandrie si avvicinano ai campi di mimose, queste si ripiegano tutte su loro stesse diventando una distesa di sterpi ma, non appena gli animali si allontanano, le mimose tornano a dispiegare le loro chiome. Le mimose erano il fiore preferito degli Indiani d'America e venivano regalate alle ragazze in segno d'amore. Nei paesi occidentali la mimosa - che storicamente è simbolo di timidezza – è diventata simbolo dell'emancipazione della donna. mimosa “claire de lune” Un consiglio: Vi hanno regalato una pianta di mimosa per la festa della donna, ed ora, che fare? Ricordate che la pianta soffre molto il gelo, quindi è bene piantare le acacie/mimose al riparo dal vento, preferibilmente ridossandole su un muro esposto a sud. La potatura deve essere fatta subito dopo la fioritura. Consentirà alla pianta di rinforzarsi e di crescere più ordinatamente. Concimatela subito dopo la fioritura i nostri alunni ci prendono……. per la gola Una bella torta “mimosa”: eccovi la ricetta a cura della classe 2^ sez. Ct Ingredienti: Per la crema: 250 g di latte - 2 cucchiai di zucchero 2 cucchiai di farina - 2 tuorli d'uovo - scorza di limone Per l'impasto: 3 uova - 150 g di zucchero - 100 g di farina bianca 100 g di amido di frumento - una bustina di lievito Per farcire: 250 g di panna montata - 1 barattolo di ananas sciroppate - una tavoletta (100 g) Di cioccolata fondente - zucchero a velo – fiorellini di zucchero. Preparazione: Crema: Lavorate a freddo in un pentolino lo zucchero, i tuorli, la farina. Unite piano il latte e la scorza di limone. Mettete sul fuoco mescolando ininterrottamente. Appena la crema comincerà a bollire toglietela dal fuoco e lasciatela raffreddare mescolando di tanto in tanto. Impasto: lavorate i tuorli con tre cucchiai di acqua bollente e lo zucchero. A parte, montate a neve le chiare e unitele all'impasto. Setacciate la farina unita all'amido di frumento e il lievito. Mettete l'impasto in uno stampo di circa25 cm di diametro. Cuocete nel forno preriscaldato a 180° per 30-35 minuti. Quando la torta è fredda tagliatela in tre strati. Lo strato centrale dovrà essere messo da parte e sminuzzato in briciole di media grandezza. Adagiate il primo strato in una ciotola imbevetelo con il succo di ananas (aggiungete un po' di rum se volete dare un tocco di alcolico) poi disponete nell'ordine: - il cioccolato fondente tagliato a pezzetti, la crema fredda e piuttosto densa, l'ananas tagliato a pezzettini; - il secondo strato di torta imbevuto di succo, la panna montata. Ricoprite il dolce con le molliche, spolverate con lo zucchero a velo, aggiungete i fiorellini e ... buon appetito ! CONCORSO PER IL LOGO del GIORNALE SCOLASTICO “Opinioni a Confronto” In occasione della nascita online del nostro Giornale l’I.T.E.S. “A. M. Jaci” intende promuovere un Concorso interno riservato ai soli studenti dell’Istituto per l’ideazione e la realizzazione di un LOGO rappresentato da simbolo grafico e un LOGO che rappresenti in modo stilizzato il Titolo di testata. Ogni studente potrà partecipare per la realizzazione di entrambi i Loghi, oppure per uno dei due. Sarà la redazione a giudicare i loghi proposti e a scegliere quello che meglio rappresenterà la Scuola. REGOLAMENTO ART. 1 CARATTERISTICHE DEL LOGO Il nuovo logo del giornale dello JACI deve essere originale, in formato JPG e di dimensioni 600 x 150 pixel ART. 2 MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE Il concorso è aperto a tutti gli studenti dello Jaci che potranno far pervenire i loro elaborati allegandoli ad una m@il indirizzata a [email protected] o all’m@il della scuola indicando come oggetto del messaggio: Concorso LOGO “JACI” ART. 3 VALUTAZIONE La valutazione dei Loghi sarà effettuata dalla redazione del giornale presieduta dal D.S. prof. Alfio Borzì, dal Direttore Responsabile prof.ssa R. M. Trischitta , dalla prof.ssa G. Simone e dal prof. F. Pagano. ART. 4 SCADENZA E TERMINI DI ESCLUSIONE I Loghi dovranno pervenire all’indirizzo elettronico sopracitato entro le ore 21.00 del 10 Aprile 2016 ART. 5 PREMI - Il vincitore, oltre alla gratificazione di vedere il proprio elaborato diventare il simbolo del giornale del proprio Istituto, verrà premiato con ....... !!!!!!! E con la foto della nostra scuola “com’era” vi diamo appuntamento ad Aprile. Buona lettura.