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Indice - Istituto Massimo
cultura imp. 1-14 copia:01Cultura 24-01-2014 15:11 Pagina 1 Indice Vita del Massimo Periodico quadrimestrale dell’Istituto Massimo Direttore responsabile: Michele Simone Coordinatore editoriale: Edoardo Iervolino SCUOLA DELL'INFANZIA 6 7 9 11 13 18 20 SCUOLA PRIMARIA Hanno collaborato a questo numero: Antonella Armeni Giulio Viola Patrizia Guidi Anna Perugini Francesca Santinelli P. Francesco Tata S.I. 24 26 27 28 29 29 30 31 33 34 37 38 39 43 ••• 43 Fotocomposizione impaginazione e stampa: Tre Refusi srl - Roma Finito di stampare nel mese di gennaio 2014 Direzione e amministrazione: Via Massimiliano Massimo, 7 00144 Roma (EUR) Tel. 06/54.39.61 ••• Autorizzazione del Tribunale di Roma 20.3.1950 n. registro 1469. Sped. in abb. post. comma 20 art. 2/C L. 662/96. Filiale di Roma. L’importanza delle regole Primo anno prime emozioni. È tutto pronto Una merenda... per socializzare Musica, misica... e ancora musica L’importanza di avere un nome Dialogo a due mani sul silenzio Gli Auguri di Natale L’albero dei desideri IA Laboratorio espressivo IB Laboratorio espressivo IC La nostra biblioteca IIB Classe II C Classe III A Calsse III B Classe III C Le terze a spasso nel tempo! IV A Un’esperienza di Arte terapia a scuola IV A Un’esperienza di paura che cosa è per me il Natale IV C Il computer IV B Gli alunni delle IV A e B al teatro Sistina per lo spettacolo Canto di Natale di C. Dickens Laboratorio di Arte della scritta con la scrittrice Alessandra Verducci SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO 46 48 52 52 56 58 59 Concerto di Natale Visita studi SKY 3, 2, 1,... in onda Più libri più liberi Un’amante di nome “Arte” Visita didattica alle Chiese paleocristiane Un’incontro inaspettato Composizioni scuole medie ........................................................ SCUOLA SECONDARIA DI 2° GRADO 62 65 66 67 68 70 71 72 73 Viaggio in Cina Ritorno a Sighet: un Capodanno un po’ diverso Hangout La biblioteca d’Istituto, tra tradizione e novità 16-23 novembre 2013 Roma-Madrid Un fine settimana diverso dagli altri Copia di Ebe, scultura di Canova Il Ratto di Proserpina: marmo o vera carne? Il livello di istruzione Ex alunni 76 77 78 Il basket all’Istituto Massimiliano Massimo Premio Massimo In Togo la scuola “P. Giuseppe Giannella s.j.” 1 cultura imp. 1-14 copia:01Cultura 2 23-01-2014 22:42 Pagina 2 Il Massimo 1/2014 cultura imp. 1-14 copia:01Cultura 23-01-2014 22:42 Pagina 3 Gli auguri di Natale di P.Vitangelo Denora Cari ragazzi, non so se avete letto l’intervista che Papa Francesco ha concesso domenica scorsa alla Stampa: la trovate su internet, è molto bella. A me sono piaciute in particolare le riflessioni sul Natale. Il giornalista gli ha chiesto: “Che cosa dice il Natale all’uomo di oggi?” Il Papa ha risposto: “Natale dice innanzitutto due cose: abbiate speranza e non abbiate paura della tenerezza”. Avere speranza, ha detto Papa Francesco, significa ricordarsi – anche nei momenti più difficili – che “Dio apre sempre le porte, non le chiude mai. È il papà che ci apre le porte”. Non avere paura della tenerezza significa portare la carezza e l’abbraccio di Dio agli altri. In sostanza, il Papa dice che Dio non se ne fa niente di cristiani che sanno tutte le preghiere a memoria, che vanno a Messa tutti i giorni, se poi non sanno abbracciare le persone che hanno accanto. Fatelo anche voi, se potete, durante queste feste di Natale: fate sentire il vostro affetto in famiglia, pure se vi sembra difficile, e il più possibile con tutti, non solo con i vostri migliori amici. C’è una cosa che Gesù ci insegna, facendosi bambino: Dio, che può tutto, sceglie di dipendere dalle cure di un papà e di una mamma. Ci insegna che, per alcuni anni della nostra vita, abbiamo bisogno dei nostri genitori per crescere, o magari qui a scuola anche dei nostri insegnanti… comunque, abbiamo bisogno di adulti di cui fidarci. A volte può essere faticoso accettarlo, soprattutto per i ragazzi più grandi del liceo: se vi ricordate, c’è un momento della vita di Gesù (a 12 anni) in cui anche lui ha un battibecco abbastanza serio con sua madre e suo padre. Ma Natale è il momento per ringraziarli di tutto quello che fanno per voi, dei sacrifici che fanno per darvi la possibilità di crescere al meglio. Dedicate un po’ di queste feste a stare con loro, con le vostre famiglie, e a far sentire in casa la vostra gratitudine e il vostro amore. Attenzione, non sto dicendo che sia tutto semplice. Anzi, personalmente quei film natalizi in cui tutti sono felici e contenti solo perché c’è l’atmosfera del Natale mi stanno pure un po’ antipatici. Che cosa vuol dire l’atmosfera del Natale? Che sei felice perché vedi la città addobbata, o un Babbo Natale che si arrampica su un terrazzo, o qualche pacchettino sotto l’albero? La nostra vita varrebbe molto poco, se la nostra felicità dipendesse da un pacchetto sotto l’albero. Certo, è bello ricevere regali, ma il Natale – questo il Papa lo ripete chiaramente, nell’ intervista alla Stampa – non è allegria: è gioia. Voi sapete la differenza tra l’allegria e la gioia? Spero di sì. L’allegria passa, la gioia resta. L’allegria viene da fuori, la gioia viene da dentro. Il Natale è la gioia di sapere che non sono solo, ma che Dio mi è accanto: così accanto che ha voluto condividere una vita umana, come la mia. Ha pianto come me, ha preso il latte dalla mamma come me, ha avuto caldo e freddo come me, ha giocato come me, si è arrabbiato come me, ha avuto amici come me, ha studiato come me, si è divertito come me, è cresciuto fisicamente come me, e così via. Qualsiasi cosa io faccia nella mia vita, non sono solo. Né posso esserlo, quando ho un Dio così vicino. Ecco, il mio augurio di Natale è che non lo dimentichiate mai. Il Massimo 1/2014 3 cultura imp. 1-14 copia:01Cultura 23-01-2014 22:42 Pagina 4 Un pensiero, con tutto il cuore, vorrei rivolgerlo anche alla comunità di adulti che si impegna insieme a noi gesuiti per far crescere questi ragazzi, per renderli uomini e donne al servizio degli altri. Sapete bene – e se non lo sapete vi chiedo scusa, perché vuol dire che non ve lo diciamo abbastanza – quanto siete importanti per la Compagnia di Gesù, ma non solo: siete importanti per la Chiesa e per tutta la società. Come la stella cometa, state portando questi ragazzi nella direzione giusta, a incontrare il senso profondo dell’esistenza: siatene orgogliosi e non dimenticatelo mai, anche nei momenti difficili. Buon Natale a voi e alle vostre famiglie. Concludiamo leggendo insieme una preghiera, scritta da un gesuita: il cardinale Carlo Maria Martini, che è stato a lungo arcivescovo di Milano. O Gesù, che ti sei fatto Bambino per venire a cercare e chiamare per nome ciascuno di noi, tu che vieni ogni giorno e che vieni a noi in questa notte, donaci di aprirti il nostro cuore. Noi vogliamo consegnarti la nostra vita, il racconto della nostra storia personale, perché tu lo illumini, perché tu ci scopra il senso ultimo di ogni sofferenza, dolore, pianto, oscurità. Fa’ che la luce della tua notte illumini e riscaldi i nostri cuori, donaci di contemplarti con Maria e Giuseppe, dona pace alle nostre case, alle nostre famiglie, alla nostra società! Fa’ che essa ti accolga e gioisca di te e del tuo amore. Signore Gesù, che cammini sulla nostra terra e soffri le nostre povertà per annunciare il comandamento della carità, infondi in noi il tuo Spirito d’amore che apra i nostri occhi, per riconoscere in ogni uomo un fratello: e finalmente diventi quotidiano il gesto semplice e generoso che offre aiuto e sorriso, cura e attenzione al fratello che soffre, perché in questo Natale non facciamo festa da soli. Amen. 4 Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 5 Infanzia Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 6 Infanzia L’importanza delle regole 6 Uno degli apprendimenti fondamentali che i bambini sviluppano a scuola è quello di imparare una serie di regole di comportamento indispensabili per seguire le attività, socializzare con i compagni, parlare con l'insegnante, fare delle scelte, sviluppare delle relazioni nel rispetto di se stessi e degli altri. Molte delle regole che i bambini trovano a scuola e in classe assomigliano a quelle che trovano (o dovrebbero trovare) a casa loro; ce ne sono però alcune che sono tipiche dell'ambiente scolastico, che per dimensioni e tipo di relazioni non coincide del tutto con quello familiare. Per esempio, entrare e uscire ordinatamente dall'aula, condividere il materiale con gli altri bambini, rispettare i turni, aiutare i compagni, scrivere il proprio nome sui lavoretti, andare alla mensa tenendosi per mano, non dare spinte ecc. Alcune delle norme che regolano la vita scolastica vengono esplicitate dall'insegnante, altre invece sono implicite nei comportamenti e nelle scansioni temporali delle attività stesse della classe. Inseriti nel flusso delle attività e delle abitudini, i bambini assorbono, senza sforzo, sia le norme esplicite che quelle implicite. Questo tipo di apprendimento è facilitato dal clima che l'insegnante riesce a creare nella classe. Se sono adatte all'età e alle loro esigenze di crescita, i bambini accettano volentieri le regole per svariati motivi: perché si sentono protetti (è vietato mordere, dare calci e pugni); perché danno una direzionalità e un senso all'agire; perché le regole consentono di prevedere i comportamenti altrui e gli esiti dei propri interventi (se io sono gentile con gli altri, gli altri sono gentili con me); perché definiscono ciò che è bene e ciò che è male; ciò che è giusto da ciò che è sbagliato; perché contribuiscono alla costruzione psicologica della personalità; perché forniscono delle indicazioni e delle soluzioni che li rendono via via più autonomi. Dunque, le regole sono importanti per sentirsi in sicurezza, per poter imparare a muoversi nel contesto sociale, per strutturare la personalità. L'insegnante è il garante del sistema di norme e di comportamenti che consentono il buon funzionamento del gruppo classe. Una volta che queste norme sono state interiorizzate, possono essere "esportate" al di fuori della scuola. Capita spesso che i bambini esportino in famiglia i comportamenti che hanno assorbito a scuola e viceversa. Nelle situazioni migliori c'è una condivisione tra famiglie e scuola in fatto di regole. In altri casi questa sintonia non c'è e i bambini vengono allora a trovarsi al centro di indicazioni contrastanti. Quando a scuola i bambini non rispettano né gli adulti, né i compagni, né i materiali, non obbediscono, sono violenti e si abbandonano a crisi di rabbia, bisogna chiedersi qual è la causa. Può darsi che l'insegnante sia inesperto o non abbia la motivazione necessaria. Può darsi che i singoli bambini abbiano problemi emotivi o turbe del comportamento. Può darsi che all'origine del disadattamento ci sia una carenza educativa precoce imputabile alla famiglia. Questa carenza, oggi non rara, ha l'effetto di privare i bambini di quelle fondamenta su cui è poi possibile impostare un'educazione alla cittadinanza e al rispetto delle legalità. Assenti o troppo assorbili dal lavoro, certi genitori non riescono a educare i figli. Altri sono convinti della necessità di un quadro educativo coerente e struttuIl Massimo 1/2014 24-01-2014 rante, ma non sanno delinearlo e farlo rispettare. Di fronte alle normali manifestazioni di onnipotenza dei bambini piccoli, molti genitori non riescono a dire un no chiaro e fermo per i seguenti motivi: hanno paura di far soffrire il bambino; sono troppo stanchi per reagire. Rinunciano a passare all'atto oppure lo fanno in modo soltanto verbale. Preferiscono parlare al bambino da pari a pari e pensano che un dialogo posato e costruttivo sia sufficiente a modificarne i comportamenti. Sono in preda al dubbio, all'indecisione e ai sensi di colpa, quando invece si tratterebbe semplicemente di aiutare un bambino che supera i limiti e inverte il rapporto adulto-bambino a ritrovare la sua giusta collocazione nella relazione con gli adulti. La carenza educativa precoce può essere il risultato, fin dalle prime settimane di vita, di un quadro educativo disorganizzato e dispersivo che genera insicurezza: non si tratta di assenza di un apporto culturale o di stimolazioni intellettive, che è altra cosa, ma di assenza di un quadro di vita in cui il bambino possa riferirsi a delle regole, a degli adulti che lo rispettano, a dei ritmi rassicuranti che lo aiutano a organizzarsi psicologicamente. La carenza educativa precoce può essere anche la conseguenza dell'incapacità dei genitori di 11:57 Pagina 7 tollerare che il proprio figlio provi delle frustrazioni. Nel tentativo di risparmiargli ogni contrarietà cercano di gratificarlo momento per momento, lo ricoprono di regali, chiedono il suo parere a proposito e a sproposito, lo pongono continuamente al centro degli eventi e così facendo rafforzano la sua impressione di onnipotenza e di assenza di limiti: un'impressione che ha, tra le sue possibili manifestazioni, esplosioni do violenza e crisi di rabbia. Quando la famiglia non ha fatto un buon lavoro nelle prime fasi dello sviluppo dei figli, la scuola di trova a dover rimediare, il che non è né facile né immediato. Bisognosi di educazione, infatti, non sono soltanto i bambini ma in primo luogo i loro genitori. Ecco un compito in più per la scuola: organizzare degli incontri con i genitori, ragionando con loro sui fondamentali dell'educazione alla convivenza e inducendoli a rivedere il loro stile educativo. D'altro canto, se il sistema di regole presente a scuola non trova un'adeguata accoglienza di adeguarvisi, in determinate circostanze, ma è difficile che lo introietti e lo faccia proprio. Anna Oliverio Ferraris Università "La Sapienza" di Roma da Scuola d'Infanzia, n.10, pp.23-25 Primo anno prime emozioni È tutto pronto La tua divisa è sistemata, lo zainetto ci aspetta vicino alla porta, ti guardo negli occhi e ti stringo forte perché ti vedo ancora così fragile e indifeso, ho però Il Massimo 1/2014 piena fiducia nelle tue capacità e so che ce la farai ad affrontare questa importante avventura! Inizia per te la scuola materna, la scuola che conduce ogni bimbo Infanzia Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 7 Infanzia Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 8 24-01-2014 11:57 verso l’autonomia e la socializzazione, quella che ti aprirà la strada per il lungo cammino nella scuola dell’obbligo e farà di te, figlio mio, l’uomo del domani. Oggi è il tanto atteso primo giorno, grande festa e grande accoglienza: sono tutti lì per i nuovi anatroccoli e i nuovi tigrotti e ai tuoi occhi ogni cosa appare bella e semplice. Entriamo insieme nella tua classe per scoprire il tuo nuovo mondo e per conoscere i tuoi nuovi amici. Seduti vicini vicini su quelle sedioline fatte a tua misura, giochiamo insieme, prendiamo il pongo, dipingiamo, coloriamo e ci sporchiamo le mani; è tutto così gioioso che mi sento già pronta per lasciarti andare… Lentamente ci alleniamo per il distacco, ogni giorno mi sposto un pochino di più da te e ti lascio i tuoi spazi e tu sei sempre sereno e sorridente. Ti resto però ancora vicina, seppur invisibile ai tuoi occhi, seduta in disparte aspetto, insieme ad altre mamme e ad altri papà, di sapere cosa fai e con loro mi confronto, sbircio dalle finestre, chiedo notizie appena posso… Tutto scorre fantasticamente tra giochi e risate e il momento di riabbracciarti diventa una grande festa! Qualche amichetto di scuola ha già versato le prime lacrime, piangere è normale, è liberatorio, è una reazione che ci si aspetta prima o poi, il desiderio di tornare a casa: “Mamma, Papà non mi lasciate!”, il mio cuore di mamma che si stringe… Finalmente anche tu, una mattina, inaspettatamente, ti lasci andare ed io mi abbasso, ti guardo, ti sorrido e ti parlo con amore, ma a te non basta e allora le maestre con pazienza e cura ti prendono e con un’espressione rassicurante mi fanno capire che devo voltarmi e andare. Mi giro, piango dentro un pochino anche io e cammino verso l’uscita, sicura che presto passerà. I giorni trascorrono, ogni mattina lo stesso rituale, le Pagina 8 stesse frasi e la stessa fatica a lasciarti… Sono sconfortata, vederti piangere fa male a tutti e due e non so cosa poter fare per aiutarti. Poi capisco che non posso fare altro che accettare la tua ribellione con serenità, perché, in fondo, è l’unico modo che un bambino di tre anni conosce per manifestare il suo disappunto, la sua tristezza, la sua rabbia. Avvolta da questa consapevolezza, una mattina come tante altre, mi hai guardata, hai appeso il tuo zainetto e con la manina mi hai fatto ciao ciao, nessuna storia, solo un sorriso felice e allora ho capito, guardandoti negli occhi, che finalmente insieme a te e alle maestre ce l’avevamo fatta! Buon cammino amore mio, i piccoli passi di un buon inserimento possano portarti verso un viaggio ricco di conquiste e soddisfazioni! Valentina Cancedda Mamma di Emanuele 3 anni (Anatroccolo) Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 9 Una merenda... per socializzare La tavola rettangolare era festosamente imbandita con pizzette, salatini, patatine, panini, dolcetti… preparati da noi mamme per l’occasione. La festa è durata un paio di ore, tanto quanto basta per un primo incontro, un po’ per scrutarci, un po’ per conoscersi. I bambini, più timidi e guardinghi di noi adulti, cominciavano ad avvicinarsi fra loro, a volte con qualche carezza altre volte con piccole scontrosità; e poi via, a correre e saltare! Soprattutto i maschietti! D’altra parte, se sono dei Tigrotti… È stato piacevole poi, per noi genitori, vedere i piccoli già impegnati a cantare Infanzia All’inizio dell’anno scolastico, nel mese di ottobre, i responsabili della scuola dell’infanzia hanno organizzato una merenda di socializzazione rivolta alle due sezioni dei tre anni Tigrotti e Anatroccoli. Erano presenti la direttrice Patrizia Guidi e le maestre delle due classi con altri insegnanti: musica, psicomotricità, atelier, inglese e religione; ciascuno per ogni disciplina che dovrà contribuire alla formazione dei nostri figli. L’incontro si è tenuto nel cortile della scuola, in un pomeriggio pieno di sole, rallegrato dal verde degli alberi che circondano la costruzione. Il Massimo 1/2014 9 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 cessi. Attraverso la crescita comune si potranno individuare dei progetti, finalizzati di volta in volta a varie tematiche. Per esempio riflettere sul valore della persona, oggi più che mai condizionata dal denaro e dalle apparenze; oppure sulle diversità o altro, valorizzando il ruolo della famiglia nel percorso educativo e non delegando tutto l’impegno e le responsabilità alla scuola. Un’altra cosa vorrei dire: osservando gli alunni e i familiari delle classi più avanti, da principiante quale sono, ho notato una certa coesione fra loro e un senso di appartenenza. Quindi, cerchiamo di imparare…augurandoci buon viaggio! Giulia Fantini mamma di Lorenzo Tigrotto Infanzia una canzoncina appresa nei primi giorni di scuola. La comunicazione fra gli adulti invece è stata più immediata e sciolta. Si è rivelato interessante incontrare e scoprire volti e persone nuove, differenti ma allo stesso tempo con caratteristiche simili alle mie. Credo che questo tipo di incontri tra famiglie dovrebbe ripetersi nel tempo parallelamente al percorso scolastico dei bambini – poiché ritengo importante sviluppare uno spirito di aggregazione che ci permetta di condividere e di confrontarsi sulle varie fasi di crescita dei nostri figli, cioè educare insieme. Solo in questo modo potremo gioire dei successi ma anche e soprattutto trovare il coraggio per affrontare eventuali insuc- Pagina 10 10 Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 11 La musica non è indispensabile per vivere, ma aiuta a vivere meglio, come ogni forma d’arte arricchisce l’individuo donandogli spessore e profondità. La musica fa parte di noi, viviamo in un ambiente ricco di suoni e anche prima della nascita, nella pancia della mamma, ne siamo avvolti e travolti. La musica è capace di scatenare in noi una vasta gamma di emozioni: può calmare, emozionare, ma anche spaventare. Per il bambino, in particolare , è un patrimonio espressivo, comunicativo e introspettivo incredibile che alimenta l’immaginazione e la creatività. Quindi la Scuola dell’Infanzia è l’ambiente perfetto dove inserire un corso di musica e sono ormai diversi anni che il pomeriggio si tengono laboratori di musica secondo la Music Learning Theory (MLT), la teoria dell’apprendimento musicale formulata dal professore e ricercatore americano Edwin E. Gordon. Questi corsi mettono in pratica le ricerche effettuate da Gordon per stimolare e sviluppare il potenziale musicale del bambino nel rispetto delle modalità e dei tempi di apprendimento di ogni singolo bambino. Libero movimento e interazione libera e fluida in un ambiente non verbale immerso nella musicalità. Il contesto è informale, il bambino non è forzato a rispondere musicalmente, viene scollegato dall’ottica del “tutto subito”, della performance a tutti i costi e ci si pone sei suoi confronti con rispetto. Dopo queste premesse è con grande gioia che la Scuola dell’Infanzia si è arricchita di un altro corso di musica in orario scolastico. Il Massimo 1/2014 Oltre al corso pomeridiano, che rimane come laboratorio e segue in modo puro la MLT, è stato aggiunto un corso antimeridiano che viene seguito da tutti i bambini delle sei sezioni. Questo corso, pur seguendo il principio dell’ascolto e della libera interazione, è concepito in modo più “formale”. Purtroppo non è possibile effettuare una lezione di “pura” teoria Gordon perché mancano alcuni elementi essenziali al suo giusto svolgimento come il poter lavorare con i piccoli gruppi e gli ambienti sgombri da mobilio e distrazioni ludiche ma, visto che sarebbe stato un peccato privare i bambini di questa grande opportunità, la teoria Gordon sarà comunque presente (rielaborata ed adattata alla situazione perché possa funzionare anche in un ambiente non ottimale) come ad esempio nei canti rituali del saluto e nei canti e ritmi senza parole. Le lezioni sono più convenzionali ma non per questo meno importanti o interessanti, infatti sono arricchite con l’ascolto di brani del repertorio classico e con l’introduzione della teoria musicale poiché presentare e spiegare le distinzioni in musica aiutano a definire l’ascolto e a dare un significato al gusto estetico che andrà formandosi nei bambini così da creare degli ascoltatori consapevoli. In una delle prime lezioni i bambini hanno ascoltato quella che viene definita “musica descrittiva” (quando un brano musicale, attraverso suoni o dinamiche, descrive un evento, un animale o qualsiasi altra cosa). Oltre al Volo del calabrone di RimskijKorsakov, alla Moldava di Smetana e al Cigno di Saint Saëns , dove gli è stato spiegato cosa la musica descriveva, gli è Infanzia Musica, musica... e ancora musica 11 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 stato presentato Aquarium dal Carnevale degli Animali di Camille Saint Saëns senza dire loro nulla, neanche il titolo, lasciandogli la possibilità di esprimere graficamente quello che la musica più gli ispirava, unendo così due forme di arte. È veramente un peccato non poter Pagina 12 pubblicare tutti i loro disegni con le emozioni che li hanno ispirati. È interessante vedere come ad alcuni, la stessa musica, ha trasmesso serenità ed incanto e ad altri inquietudine, godetevi questi pochi disegni e buona musica a tutti! Un prato di montagna (Renata) Una spirale (Matteo) Infanzia Una strega (Francesco) Oggetti volanti pericolosi che arrivano dal cielo (Carolina) Una bolla di sapone (Francesca) 12 Le sirene (Vittoria) Una fata in pericolo cade nell'acqua (Isabel) Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 Un uomo spaventato in una stanza piena di fantasmi (Francesco) 11:57 Pagina 13 Temporale (Virginia) L'IMPORTANZA DI AVERE UN NOME Progetto delle sezioni dei 5 anni È iniziato il nuovo anno scolastico. Siamo diventati tutti più grandi, ora siamo ‘blu’. Abbiamo cambiato classe perché nella nostra classe ci sono giochi adatti ai bambini di cinque anni. Abbiamo iniziato a giocare con lettere e numeri e abbiamo imparato a copiare i nostri nomi. La maestra, un giorno, ci ha chiesto: ‘Qual è il significato del vostro nome? Perché mamma e papà hanno scelto di chiamarvi con il vostro nome? Perché ogni cosa ha un nome? E quando io dico la parola ‘tavolo’ pensiamo tutti alla stessa cosa?’ Ragionando in classe insieme sul significato dei nomi, ci siamo resi conto Il Massimo 1/2014 che molti di noi, quasi tutti in verità, non ne conoscevano il significato. E allora abbiamo pensato di trasformarci in ‘investigatori’ e andare alla ricerca del significato del nostro nome... Altrimenti... Qualcuno può andarsene con il sacco pieno dei nostri nomi! Matilda Senza i nostri nomi siamo perduti! Ludovica I significati dei nostri nomi sono importanti perché alle persone che incontriamo bisogna dire i nostri nomi. Matilda E Gesù come fa a vivere senza il significato dei nostri nomi? Morirebbe. Perché se noi non abbiamo il nome Ge- Infanzia Qual è il significato del tuo nome, secondo Te? 13 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 sù anche lui non avrà il nome ... e tutta la terra va in pezzi. Flavio Dopo aver riflettuto insieme sul senso più profondo dei nomi, secondo noi, abbiamo deciso di chiedere aiuto a mamma e papà e di fare con loro la ricerca al computer sul significato oggettivo. Ecco, il risultato dello sforzo congiunto: Matilda: valorosa in battaglia. Vuol dire che sono bella, che io sono cresciuta così come sono e ero bella quando ero piccola. Perché io sono carina e anche generosa. E un po’ timida, che vuol dire che non riesco a parlare molto bene. Benedetta: che augura il bene. Mia madre mi ha detto che il significato del mio nome vuol dire’ che accadono cose belle, che possono accadere a tutti’. Mia mamma ha scelto quel nome. Perché quando mamma ha portato due bambine: Angelica e Benedetta, non avrebbe saputo qual era il vero nome ... e perché loro mi vogliono tanto bene e non mi abbandoneranno mai. Alessandro: Perché io con mamma e papà sono bravo ... e perché se eravamo uguali, con lo stesso nome, non mi riconoscevano. Francesca: libera VuoI dire che sono libera, che sono molto gentile, che conosco tanti bambini, anche tanti maschi, come quelli che ho conosciuto in vacanza. Se Livia si chiamava Francesca, uguale a me, mamma non sapeva chi era la piccola: mia sorella. E quindi mia madre ha deciso di chiamarmi Francesca perché le è piaciuto cosà. Infanzia Flavio: vuol dire “d’oro”. Me l’ha detto mamma e non l’ha cercato, lo sapeva. Mi hanno chiamato Flavio e non Giulio per riconoscere chi era il vero Flavio da chi era il vero Giulio. Pagina 14 14 Il Massimo 1/2014 24-01-2014 Simone: Perché mi hanno chiamato così, perché mamma e papà mi vogliono tanto bene. Emma: essere forte e coraggiosa. Mi hanno chiamato così perché mi vogliono bene e perché mamma si chiama Emanuela e papà si chiama Maurizio. Angelica D.: il messaggero di Dio. Io so che sono. Io l’ho cercato prima il significato del mio nome. Io sono il messaggero di Gesù e di Dio. Lui mi guarda, in qualche maniera, e io do i messaggi. Ho pure San Angelica. Francesco: uomo libero. Veramente, sono arrivato a casa e l’ho chiesto a mia madre e lei lo sapeva già. Isabel: il mio Dio è perfezione. Mi hanno chiamato così per i capelli gialli e marrone. Riccardo: padrone e valoroso. Perché mamma ci ha tenuto tanto e mi ha chiamato Riccardo e poi ho anche una sorella che papà ci ha tenuto tanto a chiamare Rachele. Ludovica: combattente. Vuol dire quando un cavaliere combatte. Mamma, però, non mi voleva chiamare Ludovica, mi voleva chiamare Monica come lei. Poi, invece, i miei fratelli e papà mi hanno chiamato Ludovica. 11:57 Pagina 15 Gabriele: uomo forte di Dio. Mattia: dono di Dio. Vuol dire che ho un dono. Ho il dono di aiutare sempre i miei amici. Sofia: vuol dire Sapienza. Vuol dire ‘OF’: of, non lo so che cosa vuol dire. Il colore è il blu. Il metallo è l’argento. La pietra è lo zaffiro. Lo zaffiro è un materiale blu che però se si stacca ti devi andare a lavare le mani perché è velenoso. Giovanni: dono di Dio. Dio è un gigante che dà i regali alle mamme e mi ha messo nella pancia della mia mamma. Il mio significato del mio nome significa che io vado in una torre in un castello poi tengo il cappellino forte, forte e volo come una mongolfiera. Angelica C.: messaggero di Dio. VuoI dire che quando Gesù dà tutte le cose ai bambini, come i giochi, io dò tutte le cose ai bambini perché sono gentile. Nicolò: vincitore del popolo. Vincitore del popolo, vuol dire vincitore di tutte le persone. Virginia: bambina gentile e illuminata. Perché a mamma e papà gli piace questo nome. Tiziano: difensore. Vuol dire che gioca a pallone, vicino al portiere. Perché io gioco con mio fratello Leonardo e perché l’amico di Leonardo si chiamava Tiziano. Isabella: il mio Dio è perfezione. II nome Isabella è un nome di tre regine importanti. Una è Isabella di Borbone, una è la Cattolica e una è quella d’Inghilterra. Il significato del mio nome è: il mio Dio è perfezione. Il Massimo 1/2014 Infanzia Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 15 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Manca ancora qualche particolare per definire la nostra ricerca ... Qualcuno di noi non ha trovato le parole per spiegare il nome a modo suo, qualcun altro è stato assente in questi giorni. Aggiungeremo quello che manca Pagina 16 strada facendo. Così come, abbiamo pensato ci piacerebbe aggiungere il significato dei nomi dei nostri maestri. Ma in fondo, si sa, il percorso è ancora più bello quando si ha la possibilità di goderne passo dopo passo ... A che serve avere un nome? Tutte le cose hanno un nome perché il nome serve per chiamarci. Mario Anche per parlare e conoscere qualcuno, così gli chiedi come ti chiami, lui te lo dice e poi giocate insieme. Niccolò Te lo dico io: sono sposati e dormono a letto insieme e fanno le cose belle, decidono per esempio di portarti allo zoo marine. Io non lo sapevo, è così che fanno le sorprese! Andrea Noi siamo i figli dei genitori. Christian Tutto nel mondo ha un nome. Maria Chiara Anche i genitori hanno il nome e noi siamo i figli di mamma e papà. Eleonora Ma perché i genitori che sono adulti dormono insieme e noi che siamo piccoli dobbiamo dormire da soli? Giacomo Sono sposati, ecco! Maria Chiara Si! Si amano, si vogliono tanto bene. Niccolò Infanzia Cosa significa il mio nome? 16 Forse pensavano che sono un po’ monella. Un po’ lo sono…ma sono anche buona e brava…e bellissima. Lucilla Perché mamma voleva questo, gli è piaciuto e hanno scelto questo. Vittoria Secondo me è un bel nome per una femmina. Forse significa pure “bello”. Rachele Mi piace e mi fa pensare a un bella casa, esempio ad un fiore e una rosa celeste. Ludovica Cancedda Mi fa pensare a mamma e che gli voglio bene. Lorenzo Mamma, quando ero piccolo, si è scritto su un foglio di carta “Massimo”. Questo nome gli piaceva e l'aveva deciso. Massimo A mamma gli piace, perché gli fa pensare alle ballerine. Io devo fare la ballerina… Però può essere che gli piaceva perché è corto. A papà piaceva, a mamma no, però poi si sono messi d’accordo e hanno scelto “Livia”. Livia Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 17 Gli piace perché pensi a qualcosa di prezioso, tipo le collanine con i brillanti che luccicano. Ludovica Galotti Quando sono nata, mi hanno dato prima il nome e poi il cognome. Io mi chiamo Francesca Picerni. Francesca Mi vuole bene e per questo pensa ai brillanti luminosi. Elena E gli piaceva questo perché sono bello. Christian Papà mi ha visto, ha sentito il nome e ha detto che mi chiamo così perché sono unica e preziosa. Mica tutti si chiamano con due nomi!! Maria Chiara Quando mio fratello viene a casa e pure gli altri, mamma, papà , i nonni e mi chiamano, mi piace e sono bella. Però mamma voleva un nome strano e papà ha detto che questo era più bello. E’ vero!! Eleonora Mamma e papà mi dicono che sono pasticcione, forse Andrea gli fa pensare a questo. A me fa pensare ai transformers, ai robot, alle macchine grandi e forti. Andrea Quando ero piccola a papà non gli piaceva, perché non sapeva che ero bella, poi mi ha visto e ha deciso così! Maria Mamma e papà hanno deciso questo perché mi vogliono bene. Francesco Visto che sono forte forse gli fa pensare alla guerra, perché io sono un cavaliere che protegge chi ha bisogno. Sono un cavaliere buono. Giacomo Ma forse solo perché gli piace. Pure a me mi piace. Leonardo Perché papà l’ha deciso e perché mi fa pensare al calcio. Niccolò Io mi chiamo Mario perché nonno Mario voleva Mario 2, è così! Nonno Peppe non voleva nessuno. Mario A papà piaceva questo nome, a mamma il nome Ilaria. Poi hanno parlato e papà ha deciso. Sofia Il mio nome mi fa pensare alle margherite profumate. Giuseppe Infanzia Papà mi ha dato questo nome perché tutti hanno dato i nomi ed e rimasto solo questo. Aurora Il Massimo 1/2014 17 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 18 Dialogo a due mani sul silenzio Infanzia Offrire spazio al silenzio 18 Nelle nostre società le città sono sempre più invivibili per vari motivi: insicurezza sociale, inquinamento ambientale, traffico ed anche inquinamento acustico. I bambini delle nuove generazioni, pur avendo molteplici intelligenze ed essendo velocissimi ad imparare, sono: agitati, impulsivi e di frequente in ambito scolastico, hanno difficoltà d’attenzione e di concentrazione. Il continuo movimento, il costante rumore, la vita frenetica, impediscono la cura per le proprie gestualità e per le relazioni tra pari, con il rischio di frammentare e rendere vana la ricerca di nuove forme di relazioni interpersonali, vivendo talvolta in solitudine e in disorientamento. È così utile offrire spazio al silenzio così che: “Il silenzio apra una via” (Gandhi). La scommessa educativa in una società che va di fretta, è quella di accompagnare l’alunno attraverso una delle forme del processo educativo. Nell’esperienza del silenzio il bambino potrà vivere la naturale realtà del corpo, non separato dalle sue funzioni: emotive, fisiche, mentali, psicologiche, sensoriali. Attraverso questo processo il piccolo si porrà in ascolto con altre dimensioni al di fuori e dentro di esso, in continuo cambiamento e movimento. Nel silenzio della parola, l’acquietarsi della mente, la pacificazione del respiro, la serena lucidità dell’attenzione favoriscono la concentrazione. Il lavoro nel silenzio permette un modo d’essere serenamente attivi, senza perdere di vista la necessità d’ascolto, la disponibilità d’uno spazio creativo dove accogliere ed esprimere ciò che succede sul posto in un preciso momento. Educare al silenzio è una modalità per guidare il bambino ad un maggior livello di consapevolezza di sé. Attraverso il silenzio e l’insegnamento ad esso si richiede uno sforzo d’attenzione verso sé stessi, verso gli altri e lo spazio circostante. L’esperienza del silenzio è un’occasione di conoscenza di sé e dell’altro, al fine di decentrare l’attenzione su egocentrismo e protagonismo, per lasciarsi conquistare dall’altro e dal suo ascolto. Al termine di ogni “ esperienza silenziosa” sarà utile ri-percorrere il processo appena compiuto, così che l’alunno rielabori ed interiorizzi i momenti più significativi, in modo da maturare il senso dell’esperienza vissuta valorizzando, attraverso una visione personale, l’importanza di aver condiviso il vissuto educativo insieme agli altri. In tal modo, l’esperienza individuale sarà posta al servizio degli altri per un contributo alla ricchezza di tutti. Attraverso questa fase del processo educativo sarà possibile vivere, così come Papa Francesco invita a sperimentare, un atto d’umiltà davanti a Cristo ed ai nostri fratelli che possa porre in silenzio noi stessi e le nostre idee per un continuo colloquio con Lui, al fine d’imparare a prendersi cura degli altri. Prof. Cristina Martelli Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 19 Sul filo del silenzio Il risultato sarà di avere a che fare con bambini che sapranno interrogarsi lungo il cammino della vita e grazie a questa possibilità potranno diventare uomini e donne capaci di fare delle loro scelte l’espressione dei propri talenti e della loro vita un progetto da realizzare nel tempo e nello spazio. Uomini e donne che nella relazione e nell’incontro con l’altro sapranno riconoscere un’occasione di arricchimento e comunione profonda che nasce dalla consapevolezza di essere ognuno protagonista attivo della propria specifica missione e, allo stesso tempo, ognuno parte fondamentale del Tutto. Un’umanità in grado di vedere nell’altro il riflesso di se stesso, delle proprie debolezze e dei propri punti di forza. Un’umanità in grado di tenere conto delle esigenze dell’altro così come delle proprie. Una Umanità nuova capace di superare spinte competitive e punti di vista egocentrici nella costruzione di un mondo a misura d’uomo. Un’umanità in cammino, insieme, capace di riconoscere nell’altro e nel mondo il segno e la presenza di Dio. Francesca Lanzi Infanzia Prendendo spunto dall’idea di un ‘dialogo a due mani’, diventa necessario sottolineare l’importanza del silenzio come occasione per rielaborare i propri pensieri in forma più consapevole; come momento di dialogo con se stessi, con le proprie emozioni, con la parte profonda del mondo interiore; come opportunità per esprimere il proprio immaginario e il particolare punto di vista del bambino. Quindi, come spazio e tempo per riflettere ed ascoltare se stessi. Uno spazio e tempo da ricercare nella quotidianità per fermare la corsa frenetica della modernità e, rallentando il ritmo, prendere consapevolezza del proprio posto nel mondo. Io chi sono? E dove sto andando? Dal dialogo profondo con se stesso e con il proprio mondo interiore il bambino ne uscirà più forte, perché consapevole dei talenti e delle specifiche qualità che caratterizzano la propria persona e, di conseguenza, più consapevole del personale contributo che può dare al mondo attraverso l’espressione della propria visione delle cose. Della propria Verità. Il Massimo 1/2014 19 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 20 Gli Auguri di Natale Anatroccoli Infanzia Tigrotti 20 Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 21 Infanzia Elefantini Il Massimo 1/2014 21 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 22 Koala Leoncini Infanzia Delfini 22 Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 23 Scuola primaria Ho saputo che lei non cʼè più, maestra. Una stretta forte allo stomaco. È lì che devo avere lʼanima. -Sembra ieri- mi dico e già è tempo di saluti. Mi perdoni se uso ancora il lei per dedicarle questo piccolo omaggio, ma non eccederò proprio ora in quella confidenza che il nostro rapporto non ci aveva dato a parole, sentendomi protetta da quella distanza garbata che era giusto perdurasse negli anni. Un giorno lessi di come si apre una strada sulla neve fresca, perché altri abbiano un sentiero. Si sceglie una giornata serena perché il vento non cancelli il lavoro. La fatica più grande è del primo uomo: gli altri cammineranno accanto a quel primo solco, non dentro. E la strada è aperta. Se si calpestassero le orme del primo uomo si avrebbe un cammino visibile ma non facilmente praticabile, perché troppo profondo. Lei, maestra, aprì quel sentiero per il primo dei miei figli e accanto a quelle orme lui ha percorso molta strada. Essenziale e chiara nel dono di dare un nome alle cose, di cogliere un sorriso dietro a un banco, lei è stata per noi la prima maestra. Scoprimmo la magia dellʼalfabeto e delle parole ben sistemate che ne venivano fuori. Tremammo su quei numeri traballanti che poi diventavano cifre sicure. Con lei sperimentammo i primi salti nella fantasia: maestra di orizzonti e di corse verso le cose buone. Lei è una persona importante a cui non posso più dire quanto buon lavoro sta spendendo mio figlio sulla via tracciata. Senza difetti di spazio, per fortuna la strada rimane, la stessa in cui ci aiutammo a farlo camminare verso unʼidentità più sicura. Ricerco spesso le parole che lei spese verso lʼavvenire di questo bambino. Si è portata via molte cose, maestra. Molte cose che potevano ancora esserci utili. E la testa è piena di parole, che non dico perché non posso più, perché quasi non le so. Sono rimasti tanti ricordi. Se li cercassi bene sono certa che li troverei tutti. Alcuni recenti, altri più lontani, sono ancora tutti buoni da usare, una preziosa moneta affettiva per procurarsi ancora un consiglio, un sorriso che non ci lasci soli di fronte ai ritardi della vita, per non rimanere disorientati di fronte ai rischi inattesi. Ora ho la sensazione di mancare un appuntamento e, nello stesso tempo, avrei desiderio di un istante che ci vedesse tutti, di nuovo, presenti. lo e mio figlio abbiamo la fortuna di averle detto tutto quello che lei meritava di conoscere - la riconoscenza, lʼaffetto di sapere che seguiva ancora da lontano i successi o le nuove difficoltà. Tutto questo lascia unʼintesa che ora ci aiuta a fare maldestramente fronte alla sua mancanza. La abbraccio ancora una volta, come qualcuno da cui si spera conforto. Il viaggio che verrà, anche grazie a lei, non sarà senza ali. Rachele Novelli di Santo Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 24 L’albero dei desideri Scuola primaria I bambini della Prima A esprimono un desiderio 24 Vorrei che mi capitassero le più forti carte dei Pokemon così batterei mio fratello Tommaso, finalmente! Nicolò Acherman Vorrei essere una Winx, quella che si chiama Stella perché secondo me è la più bella e fa una magia luminosa!!! Giorgia Galanti Vorrei stare sempre con la maestra Anna Maria perché è proprio buona e simpatica! Ludovica Benedini Vorrei avere una macchina del tempo e viaggiare nel passato per andare nell'era preistorica. Alexander Mancusi Vorrei essere una Fata-principessa che vola e sa parlare tutte le lingue. Vittoria Buldrini Vorrei avere un robot che faccia le gare di velocità con altri robot e vinca sempre lui. Giulia Maroni Vorrei diventare una principessa sposando un bel principe con la corona d'oro. Maria Vittoria Capetta Io vorrei un cagnolino (va bene di qualunque razza) e lo chiamerei Zampa. Mi piacciono tanto i cani !!! Chiara Catalano Mi piace così tanto la scuola che ci vorrei stare sempre e fare poche vacanze (solo un mese). Nicolò Commini Vorrei avere un cane chihuahua ma papa' non vuole. Speriamo che cambi idea!!! Sara Curci Vorrei che papa' passasse più tempo con me perché lavora troppo!!! Sara De Persio Vorrei andare a Parigi che è una città molto bella. Lì vorrei salire sulla torre Eiffel. Giuseppe Marrucci Io vorrei che fosse sempre lunedì perché mi piace mangiare a scuola con la mia maestra e tutti i miei compagni di classe, non ci sono compiti per casa e perché vado in piscina e mi piace molto nuotare! Carlotta Medioli Io vorrei che, per il mio compleanno, qualcuno mi regalasse dei fiori. Vorrei dei fiori viola e grandi e molto molto profumati! Il mio compleanno è a Primavera, il 25 marzo. Ginevra Mergè Vorrei vedere un arcobaleno di 10 colori cioè che oltre ai soliti 7 colori abbia il fucsia, l'oro e l'argento. Giovanni Miele Il Massimo 1/2014 24-01-2014 Io vorrei diventare un pilota di aerei. Vorrei lavorare per la compagnia aerea tedesca che si chiama Lufthansa che ha come simbolo un uccello. Pietro Muzi Io da grande vorrei diventare un forte tennista. Mi allenerei tutti i giorni così potrei sfidare mio zio Stefano. Federico Necci Vorrei essere una principessa, vivere in un castello e avere una corona con tanti diamanti che brillano. Federica Nicoletti Il mio desiderio è avere dei giocattoli che considerò speciali: sono dei camaleonti gommosi. Io ne ho 3 e vorrei completare la collezione. Daniel Ondarza Io vorrei che tutto fosse gratis così potremmo prendere qualsiasi giocattolo senza pagare niente! Francesco Palermo Io vorrei giocare sempre a calcio con nonno Bruno ma lui spesso è impegnato. Federico Parisi 11:57 Pagina 25 Io vorrei essere tanto bravo a scuola. E specialmente sul nuovo quaderno, quello rosso con i quadretti più piccoli, vorrei essere proprio ordinato. Tommaso Penna Voglio un uccellino: una bella canarina gialla con cui giocare e di cui prendermi cura. La vorrei chiamare Viola. Martina Pulcini Io vorrei vivere a Parigi così potrei andare ogni giorno a Eurodisney. Lì potrei fare delle montagne russe altissime!!! Io non ho paura! Matteo Stefanelli Io vorrei già essere grande per avere una casa tutta mia con un bel giardino così potrei avere un cane. Vorrei un golden retriever femmina e la chiamerei Giulia. Sofia Tomei Vorrei stare più tempo con mamma e fare con lei tanti bei disegni. Edoardo Vicentin Classe prima A I nostri primi pensierini: che cosa ci da gioia e che cosa ci rende tristi Io mi sento felice quando sto al parco con la mia amichetta Chiara. Sara De Persio Mi piace tanto abbracciare mia sorella Giorgia! Giovanni Miele Il Massimo 1/2014 Sono triste quando un mio amico si fa male perché gli voglio bene. Francesco Palermo Io sono felice quando gioco. Nicolò Achermann Scuola primaria Vita del Massimo 15- copia:01Cultura Quando mio nonno è morto io ero triste. Federico Necci 25 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 26 Quando sono con la mia amica Sofia sono felice perché lei è la mia amica del cuore. Sara Curci Sono dispiaciuta quando mia sorella piange. Giulia Maroni Quando il mio fratellino è nato io ero felice. Nicolò Commini Quando litigo con la mia amichetta mi dispiace! Martina Pulcini ...E per la serie “Il sentimento è reciproco”... Il mio amico del cuore è Tommaso perché noi giochiamo insieme e ci divertiamo. Edoardo Vicentin Il mio amico del cuore è Edoardo perché giochiamo insieme e ci divertiamo! Tommaso Penna Scuola primaria Laboratorio espressivo IB 26 Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 27 Laboratorio espressivo IC Spunti, riflessioni e creatività dopo la lettura de “Il libro dell’alfabeto” di L.Lionni Durante il laboratorio la classe si è divisa ed era bello stare in pochi con la maestra a disegnare. (DIEGO) È stato bello ascoltare la maestra Micaela leggere questo libro e mi è piaciuto tanto il bruco che porta tutte le lettere sulla sua schiena. (ALESSANDRO) Mi è piaciuto molto quando le formiche dicono “Quest’albero è un alfabetiere” e quando l’ape parlante dice di essere l’insetto delle parole. (CLAUDIA) Mi è piaciuto quando la maestra ci ha letto il libro e poi la parte del bruco che con le lettere forma una frase importante: PACE IN TERRA AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’. (TOMMASO) Per quattro settimane noi del laboratorio abbiamo fatto tanti lavoretti e mi sono divertito. (JACOPO) E’ stato bello ritagliare dalle riviste le lettere e attaccarle sulle foglie. (FILIPPO) Mi è piaciuto incollare le lettere sulle foglie. (RICCARDO) Scuola primaria Molto bello è stato quando tutte le lettere si sono avvicinate tra loro e il vento non è riuscito a portarle via. (ETTORE) A me è piaciuto tanto il vento che portava via tutte le letterine. (ELIAS) Il Massimo 1/2014 27 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 28 La nostra biblioteca IIB Se i libri fossero Se i libri fossero di torrone ne leggerei uno a colazione. Se un libro fosse fatto di prosciutto a mezzogiorno lo leggerei tutto. Se i libri fossero di marmellata a merenda darei una ripassata. Se i libri fossero di frutta candita li sfoglierei leccandomi le dita. Se un libro fosse di burro e di panna lo leggerei prima della nanna. R. Piumini Scuola primaria La biblioteca è bella perché prendo dei libri fantastici, e mi piace molto leggere. Lavinia Pini 28 La biblioteca è fantastica perché puoi prendere libri bellissimi e soprattutto divertenti. Diego Demartino La biblioteca è bella e si fa molto silenzio, in classe c’è una biblioteca e io ho preso un libro che si chiama “ Tonino l’invisibile”. Filippo Lodi Mi piace leggere perché impariamo a leggere bene con la maestra Stefania. Davide Dante La biblioteca mi è sempre piaciuta perché leggere i libri è molto bello e aumenta le cose che sai e i libri sono molto interessanti e entusiasmanti. Cecilia Turco A me piace leggere perché è divertente e quando leggi sembra che stai dentro il libro. Filippo Capitanelli La biblioteca è bellissima perché si possono leggere tanti libri interessanti e belli. Simone Ruberto Ma del libro letto, quale parte ti piace di più? “Alice cascherina” La parte più bella è stata la sesta storia, dalla sesta riga in poi. Alice scrive il suo sogno e ci cade dentro e io mi sono divertita perché era bellissima!!! Alice aveva un vestito bellissimo, poi le spuntarono le ali e finalmente diventò una fata. Maria Chiara Zoccoli “La gabbianella e il gatto” La mia parte preferita è quando il gatto salva la gabbiana dai topi perché mi piace il suo gesto coraggioso. Iacopo Galli “Sandokan e la tigre di Monpracen” La parte più bella è stata quando Sandokan combatte, perché il combattimento piace ai maschi e io sono un maschio. Jacopo Reggiani “Attenti ai baffi, arriva Topigoni” La parte più bella per me è stata quando Geronimo ha vinto una carriola piena di monete d’oro, perché così poteva salvare la sua casa editrice. Esther Novelli “L’isola del tesoro” La parte che mi è piaciuta di più è stato il finale perché i due fratelli riescono a fare pace. Sofia Pera Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 La parte più bella è quando si preparano i dolci perché io sono molto, ma molto goloso di dolci. Mattia Proietti 11:57 Pagina 29 “Delfino e l’anguillina” La parte che mi è piaciuta di più è quando il delfino fa amicizia con l’anguillina perché l’ha aiutata a ritrovare la sua strada. Valentina Pizziconi Classe III A Il Massimo 1/2014 Scuola primaria Classe II C 29 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 30 Classe III B Scuola primaria LABORATORIO DI LETTURA E ARTE DELLA SCRITTURA 30 Quest’anno noi bambini di terza abbiamo svolto il laboratorio di lettura e arte della scrittura tenuto dalla scrittrice Alessandra Verducci Conoscere una vera scrittrice è stato davvero emozionante!! Alessandra ci ha spiegato come nasce l’idea di un racconto, come si sviluppa e come prende vita un vero libro, Ci ha presentato i personaggi del suo primo racconto, attraverso dei disegni che erano fantastici!! Abbiamo anche scoperto che i protagonisti del libro “Dietro il buio” sono i suoi nipoti e i loro amici, quindi dei bambini che esistono veramente!! Alessandra ci ha aiutato a capire come deve essere strutturato un racconto per essere fatto bene, Ragazzi, non è poi cosi semplice scrivere una storia fantastica!! Prima di tutto bisogna usare l’immaginazione che è fondamentale! La nostra scrittrice ci ha insegnato qualche trucchetto per esercitarla e per sviluppare la creatività. L’esercizio più divertente è stato questo: aprire il dizionario a caso, leggere la prima parola trovata e inventare un’idea narrativa con quella parola!! lNCREDIBILE! Ci sembrava impossibile, ma credeteci, sono venute fuori storie carinissime! Leggetene qualcuna: PATATA: C’era una patata di nome Patatina che viveva in una città fatta tutta di patate, dove si parlava in lingua patatese, ma ad un certo punto cominciarono a parlare in italiano .. e in zucchese ... L. Gaoni MEMORIA: Tempo fa in una campagna viveva una memoria infallibile, ricordava ogni cosa vista, sentita o letta. Un giorno le cadde un sasso sulla testa e la memoria cominciò a dimenticare ... A Frasca LIQUEFATTO: C’era una volta un pezzo di ghiaccio detto Liquefatto, anche se era piccolo un giorno ghiacciò tutta Ghiacciolandia e nessuno riuscì più a muoversi ... L Bono QUADRATO: C’era un quadrato felice perché tutti lo usavano, però un giorno si trasformò in triangolo e nessuno lo usò più! Cosi ... L Carullo MACININO: C’era una volta un macinino che abitava in un ristorante. Un giorno, per sbaglio, sparse il pepe sul tavolo... tutti si misero a starnutire e ... G, Mannucchi PIAZZALE: C’era una volta un piazzale abbandonato, sporco e disabitato. Un brutto giorno a Pescara, dov’era il piazzale, arrivò un uragano che riempì il piazzale di polvere e .. , G, Mariotti EST: Un giorno Est decise di visitare Ovest e la gente non sapeva più dov’era l’Est, così ... F. Cappiello ESTATE: Tanto tempo fa, in estate tutti i bambini andavano al mare, ma l’estate si stufò di far divertire tutti così decise di andare via ... C. Dessena Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 31 Classi III C FOSSILI…NON TROPPO FOSSILI! Un mattino del 19 dicembre gli alunni e l’insegnante della classe 3^C si recarono alla mostra sui Grandi Fossili intitolata “The days of the dinosaurs” della loro città. All’ingresso pagarono il biglietto, quindi entrarono nella prima sala dove erano esposti alcuni dinosauri che facevano davvero paura! Nella prima stanza videro due scheletri di dinosauro. Ad un tratto si udì uno scricchiolio: l’enorme scheletro del Tirannosaurus Rex iniziò a muoversi, a ballare e quando si muoveva sembrava un robottino impazzito. Subito dopo anche un altro scheletro, quello del Triceratopo emise un lugubre verso e anche lui iniziò a ballare, cantare e a imitare il T-rex. All’improvviso anche tutti gli altri dinosauri del museo si misero a ballare e a cantare e a quel punto sembrava sia di vedere un film di fantascienza, sia di stare in discoteca. Il Massimo 1/2014 Mentre gli alunni e l’insegnante guardavano sbigottiti quella scena arrivò il guardiano che sgridò i dinosauri per averlo svegliato dal suo pisolino mattutino. I bambini stupefatti e l’insegnante incredula si avvicinarono verso l’uscita: la visita al museo era stata divertente, bella e davvero fantastica! La maestra per il giorno seguente diede ai suoi alunni un compito bizzarro dal titolo: “Descrivi il fossile, non troppo fossile, che ti è piaciuto di più”. Grillo Diego Una mattino i miei compagni della classe 3^c, la mia maestra Barbara ed io ci siamo recati al museo dei dinosauri per vedere la mostra “Days of the dinosaurs” presso la Fiera di Roma. All’ingresso la maestra ha pagato i biglietti e, dopo un po’ d’attesa, siamo entrati nella prima sala: era grandissima e c’erano davvero tanti dinosauri. Come prima cosa la nostra guida paleontologa ci ha fatto vedere il T-Rex che era veramente enorme, ma ad un tratto abbiamo sentito uno scricchiolio... l’enorme dinosauro iniziò a muoversi e cantando felice iniziò a ballare! I miei compagni, la maestra ed io eravamo sbalorditi e stupefatti. Ci siamo girati ed anche un altro scheletro di di- Scuola primaria Dopo la visita al “Days of the dinosaurs” presso la Fiera di Roma, gli alunni della 3^C unendo l’esperienza della realtà vissuta alla loro fantasia, hanno prodotto un testo intitolato: 31 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 32 nosauro, quello del Triceratopo, emise un lugubre verso ed anche lui si mise a ballare. All’improvviso anche lo Stegosauro iniziò a ballare e così fecero tutti gli altri dinosauri. Graziosi Sara Scuola primaria …Mentre tutti noi stavamo guardando sbigottiti quella scena di fantascienza, arrivò il guardiano che arrabbiato disse alla maestra di dire ai suoi alunni di non raccontare il segreto di quel museo straordinario. I bambini e l’insegnante incredula si avviarono verso l’uscita: la visita al museo era stata veramente incredibile e fantasiosa, sembrava di essere in un sogno ma, in realtà, era tutto vero. Per quel pomeriggio la maestra diede ai suoi alunni un compito bizzarro dal titolo: “Descrivi il fossile (non troppo fossile) che ti è piaciuto di più”. Greco Beatrice 32 ...Mentre gli alunni e l’insegnante guardavano sbigottiti quella scena da film di fantascienza, arrivò il guardiano che comunicò che la Fiera stava per chiudere, ma era solo una bugia, perché la situazione era imbarazzante. I bambini stupefatti e la maestra incredula si avviarono verso l’uscita: la visita al museo era stata veramente superfantastica ma si chiesero se fosse stato tutto reale o frutto della loro immaginazione. Tucciarone Marco Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 33 Le terze a spasso nel tempo! Scuola primaria Che emozione andare a spasso nel tempo con l’aiuto dei……….dinosauri! I bambini di terza si sono recati a visitare una stupenda mostra, attraverso la quale hanno compreso quanti notevoli cambiamenti sono avvenuti, e avvengono, nel corso del tempo. Il Massimo 1/2014 33 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 34 IV A Un’esperienza di Arte terapia a scuola le, quando tocca dei temi che riguardano tutti, assume un carattere universale. È un contributo per la crescita della collettività. Essa registra e trasmette una vasta gamma di emozioni, dalla gioia profonda al dolore più cupo, dal trionfo alla catastrofe; in tal senso è sempre stata uno strumento per capire, dare un senso e chiarire le esperienze interiori senza far uso di parole. Gli esseri umani non hanno mai cessato di creare arte anche a scopi magico-propiziatori, per proteggersi dal male e dalle disgrazie, per esprimere e controllare emozioni forti come l’ansia e la paura, per prepararsi alla caccia. Scuola primaria L’arte è il mezzo di comunicazione e di espressione dei popoli. Nel corso dei secoli le culture sono state definite e comprese attraverso l’arte prodotta dalle varie popolazioni. Oltre a permettere di tracciare lo sviluppo della storia umana, l’arte ha incarnato anche le nostre idee, sentimenti, sogni e aspirazioni. Il disegno, la pittura, la scultura e le altre manifestazioni artistiche sono forme importanti ed efficaci di comunicazione, senza di esse i popoli si sentono asfissiati, senza identità, privi di risposta. I popoli sono costituiti da individui e l’arte in quanto testimonianza persona- Grotte di Lascaux diventate parte dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1979 34 Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 Pagina 35 l’espressione artistica poteva essere una strada per capire il mondo interiore della psiche umana. In seguito Jung ha elaborato la concezione di un inconscio collettivo, con simboli e archetipi universali che si trasmettono di generazione in generazione attraverso l’arte e la mitologia. Egli aveva capito che le arti costituiscono delle vie di accesso ai sentimenti e alla comprensione di sé. La parola greca therapéia significa tra le altre cose “prestare attenzione”, un’accezione che sottolinea il senso profondo dell’arteterapia. La primogenitura dell’uso dell’arte come modalità terapeutica, negli anni ’40, è attribuita a Margaret Naumburg. Ella scrive: “il processo dell’arte terapia si basa sul riconoscere che i sentimenti e i pensieri più profondi dell’uomo, derivati dall’inconscio, raggiungono l’espressione di immagini, piuttosto che di parole”. Scuola primaria Gli antichi egizi dipingevano sui sarcofagi disegni simbolici a protezione delle mummie. In molte società africane si attribuiva alle maschere il potere di evocare antenati, proteggersi da spiriti del male o assumere identità di animali e spiriti potenti. I navajo, per esempio, combinano canto, danza e pittura sulla sabbia, usando figure specifiche per curare particolari malattie. La credenza dell’umanità nel potere magico dell’arte di produrre cambiamenti e trasformare persone e circostanze può essere una ragione per cui da sempre essa è considerata uno strumento terapeutico. Agli inizi del XX secolo la psichiatria ha iniziato ad interessarsi ai legami tra immagini visive, emozioni e inconscio. Freud, ascoltando i suoi pazienti che dichiaravano di aver saputo disegnare i loro sogni, mentre non riuscivano a descriverli a parole, comprese che 11:57 Disegni sulla sabbia dei Navajo Il Massimo 1/2014 35 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 36 “Art therapy is for all kids, not only for troubled children”. Scuola primaria (l’arte terapia è per tutti i bambini, non solo per quelli con problemi) Faige Kobre 36 L’arte terapia indubbiamente fa bene a tutti. Sono gli adulti che forse se ne dimenticano. Per arte terapia s’intende un’attivazione di risorse che tutti abbiamo, la capacità di elaborare il proprio vissuto e di trasmetterlo creativamente agli altri. È un processo educativo, laddove educare sta per “educere”, portare fuori: far emergere la consapevolezza e una maggior conoscenza di sé mediante la pratica espressiva, l’osservazione e il confronto. Gli ambiti d’intervento sono fondamentalmente quello educativo, riabilitativo e terapeutico, anche se i confini fra loro risultano di frequente indefiniti o sovrapposti. In tal senso questa attività non si rivolge solo a chi possiede conclamati problemi di natura fisica e/o psichica, ma può rivelarsi un’esperienza straordinaria perché attiva meccanismi di apprendimento attraverso la modularità del gioco. Il lavoro creativo e la possibilità di canalizzare l’esperienza con il gioco, dà modo di costruire un ponte reale tra interno ed esterno, tra consapevole ed inconsapevole. Nell’anno scolastico 2012-13 è stato proposto un progetto di arte terapia alla classe terza A, dal titolo “I colori dei sentimenti” il cui prodotto è stato ottenuto durante un laboratorio emozionale; lavoro inizialmente nato da due strade diverse, e ad un certo punto, gli obiettivi di due laboratori e quello espressivo e quello emozionale si sono amalgamati e sono diventati i punti di forza dell’elaborato che successivamente è stato creato. Partendo dal presupposto che la creatività e’ un elemento importante per l’evoluzione dell’essere umano dovremmo considerare l’educazione espressivo-creativa come un momento di conoscenza e d’esperienza attraverso cui il bambino può spesso risolvere anche difficoltà sul piano cognitivo e relazionale. Questo è stato un laboratorio breve per bambini su base prevalentemente empirica, ma per questo motivo rappresenta un potenziale spartiacque nella storia dei laboratori dinamici per bambini. Sarebbe bello poter sognare che dopo questo piccolo “libro” creato sarà possibile pubblicarne altri. Anche se questo sogno non si avvererà è un’enorme conquista il fatto che alunni così piccoli siano riusciti a portare coerenza e rigore in un laboratorio espressivo di arteterapia. E’ importante sottolineare come il lavoro con i bambini e il lavoro con altri possano, se combinati, accrescere il benessere del bambino. Prima di cominciare il laboratorio/ gioco è stato importante esplicitare chiaramente i criteri, le piccole regole importanti e significative per lavorare ottimizzando al meglio i pochi incontri e il tempo. • • • • • COLLABORAZIONE PENSIERO CREATIVO / IMMAGINAZIONE OSSERVAZIONE CAPACITA’ DI PROBLEM SOLVING TEMPO PREVISTO Questi incontri divertenti, liberi e strutturati hanno portato al raggiungimento di obiettivi come: 1. Osservazione / Deduzione 2. Autoconsapevolezza 3. Comprendere le caratteristiche 4. Consapevolezza espressiva 5. Comunicazione non verbale 6. Ascolto 7. Automonitoraggio /Autocontrollo La cosa più bella è stata vedere i protagonisti sperimentarsi e... INDOVINATE COME!!! Ottenere un riscontro dagli altri faceva capire se stavano riuscendo a ragIl Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 giungere o meno un obiettivo o se erano “sulla strada giusta”, invece altre volte affidandosi ai propri sensi, a tutti i sensi, riuscivano ad automonitorarsi. Ecco che l’inizio di un lavoro nato da una SAGOMA si è concluso con l’elabora- 11:57 Pagina 37 zione di questa sagoma che mostra caratteristiche principali e relazioni. Ecco infatti le nostre sagome … Prof.ssa Antonella Armeni Maestra Giuseppina Passalacqua IV A Un’esperienza di paura PAURA E DOLORE Un giorno ero al mare, al Circeo dove vado io e stavo giocando ad acchiapparella con i miei amici Michele e Lucrezia. Stavo scappando quando ho visto Michele dietro di me e Lucrezia davanti a me, dato che acchiappava proprio lei sono tornata indietro dove era Michele. Purtroppo girando ho messo male un piede e sono caduto su un ginocchio sbucciandomelo. Avevo una ferita grande quanto il ginocchio! Il Massimo 1/2014 Scuola primaria QUESTO SONO IO! 37 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 All’epoca avevo cinque anni e devo confessare che avevo più paura che dolore. Sono corso da papà piangendo e gliel’ ho fatto vedere con una paura gigantesca. Pensavo che fosse qualcosa di molto grave e sinceramente lo era anche tanto. Ci ho messo più di due mesi a guarire e non ho potuto fare il bagno per tanto tempo, pure perché in seguito ricadevo spesso sullo stesso ginocchio. Pagina 38 La carne mangiava le persone, il fuoco si beveva, mentre l'acqua bruciava ecc. Poi, però la neve si stufo' e decise di far ritornare tutto alla normalità. Ma doveva aspettare ancora qualche ora, allora la neve non sapendo cosa fare e non volendo aspettare decise di avvicinarsi al sole e sciogliersi, visto che nessuno dei due mondi era divertente come aveva immaginato. Fu così che la neve si sciolse e ritorno' al suo posto, nel suo mondo. Lorenzo Spinosa IV A Edoardo Puoti IV A Scuola primaria LA NEVE 38 Un giorno la neve stufa di essere calpestata dalla gente decise di ribellarsi e penso' di invertire le cose: lei sarebbe stata in piedi a calpestare le persone che ,invece, sarebbero state al suo posto a terra. Lei sarebbe andata a sciare e a fare snowboard, tutto questo con gli umani sotto gli sci. Per un giorno intero il mondo andò all'incontrario. Che cosa è per me il Natale come l’ho festeggiato IV C Il Natale dovrebbe essere una festa per riunire le famiglie portando allegria, felicità, gioia in ogni cuore. Soprattutto dovrebbe aiutare le persone povere a non essere più sole e aiutare i sofferenti che non hanno cure. Però, mentre il Natale rappresenta la nascita, il perdono, l’amore tra le persone, è diventata per molti soltanto una festa fatta di giochi, di regali, di riposo. Io ho trascorso i giorni di Natale a Napoli, con i miei nonni tutti insieme. Infatti tutti insieme abbiamo mangiato a casa di nonna Angelina che ha cucinato delle buonissime pietanze natalizie. È stato bello stare con tutti,però abbiamo anche pregato per i poveri. Dopo cena siamo andati da una zia a giocare a tombola. Anch’io ho fatto il tabellone e quando ho chiamato i numeri nonno Raffaele ha vinto quasi tutti i soldi, mentre gli altri brontolavano. Il mio Natale ha riunito davvero tutta la famiglia e tutti siamo stati felici.Se fossi Babbo Natale regalerei una vita sana ai bisognosi e a noi, che a volte siamo cattivi, il carbone di zucchero...quello, che si mangia però! Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 39 Il computer IV B Il computer è un oggetto ormai di uso comune in tutte la case e in quasi tutte le scuole. Noi ragazzi lo amiamo e con esso siamo cresciuti, voglio dire che la nostra generazione è una generazione “tecnologica”. Come potremmo vivere senza computer? Con esso risolviamo quasi ogni genere di dubbio e curiosità che abbiamo. Con il computer riusciamo a svolgere ogni tipo di ricerca per la scuola, utilizzando vari motori di ricerca, tipo Google. Possiamo scaricare molte foto e creare un archivio di fotografie. Io, ad esempio, ho quello delle vacanze. Non da ultimo direi che il computer è utilissimo nel tempo libero, perché con esso possiamo giocare ad una infinità di giochi, scaricati da internet o letti dai dischetti che possiamo inserirci. Però se il computer viene utilizzato per molto tempo il cervello incomincia a funzionare male; si può diventare dei super aggressivi, si può andare incontro ad attacchi epilettici, si possono avere forti mal di testa e, ancora, la vista può peggiorare. Il computer, usato eccessivamente, può anche isolarci dal resto del mondo per farci vivere quasi una vita virtuale. Se poi giochiamo per ore e ore con i giochi violenti, possiamo finire nel credere di essere in un videogioco e perdere così la nostra realtà. E’ successo a molti ragazzi e in alcune trasmissioni televisive si parla di questo. In conclusione per me il computer è una macchina fantastica che però bisogna usare bene, ossia non usarla troppo, altrimenti può farci del male. Marco Zuzolo Il Massimo 1/2014 Per noi ragazzi il computer è importante perché ci serve per imparare cose nuove, per usare i programmi e anche per giocare. Però se il computer viene usato troppo, ti “intrappola” la mente cioè ti fa perdere la capacità di ragionare perché ti distoglie dal mondo reale. Inoltre so che si diventa dipendenti a furia di stare davanti al computer poiché, più tempo si passa davanti allo schermo a giocare con i videogiochi e a “chattare”, e più tempo ci si vorrebbe passare anziché giocare all’aria all’aperta, fare attività fisica e comunicare con le persone dal vivo. Nonostante questi possibili problemi, il computer serve a lavorare, comunicare e ricercare. Per questo è uno strumento utilissimo. Ciò a cui bisogna fare attenzione è il tempo che ci si passa davanti. Io so usare alcuni programmi del computer, faccio tante ricerche su vari argomenti e , qualche volta, gioco anche. Però non lo uso troppo per non correre rischi. Se qualche volta non me ne accorgo, ci pensano i miei genitori a dirmi che è ora di spegnerlo. Luca Minelli Il computer é uno strumento molto utile, quasi indispensabile ai giorni d’ oggi. Infatti può essere usato in vari modi: gli adulti ormai qualsiasi lavoro facciano devono usarlo, che sia mandare mail, consultare programmi che riguardano l’ attività per cui lavorano, cercare indirizzi o parole che non conoscono e così via. Scuola primaria Il computer é un oggetto molto utile per noi ragazzi, ma se usato in modo improprio, può avere anche degli svantaggi. Parla dell’utilità di questo nuovo strumento e dei danni che secondo te può provocare un uso eccessivo. 39 Scuola primaria Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 40 24-01-2014 11:57 Per i bambini é un mondo nuovo in cui sperimentiamo la tecnologia. Quando inviamo i nostri compiti alla maestra, lo usiamo per scrivere, proprio come un foglio di quaderno, oppure lo usiamo per fare le ricerche, proprio come una enciclopedia, oppure lo usiamo per cercare delle parole che non conosciamo, proprio come un vocabolario. A scuola stiamo imparando a usare bene la tastiera, ricopiamo testi e li stampiamo. Il computer ci dà la possibilità di avere subito le risposte alle nostre domande. Attenzione....... Se usato in maniera scorretta, é molto pericoloso! Troppe ore davanti allo schermo danneggiano la vista! Quando si “ naviga”, mia madre mi controlla sempre perché non vuole che lo usi da sola, mi dice che ci sono programmi che non posso guardare, proprio come in televisione. Infatti c’ é gente cattiva e incosciente che lo usa per scopi malvagi. Queste persone attirano i bambini con dei messaggi, proprio come se li adescassero per strada, fingendosi amici. Mia cugina usa facebook: un programma dove parla, scrive, gioca con le sue amiche. Lei anche se ha quattordici anni, é sempre controllata da mia zia. Il computer quindi va usato con attenzione e cautela qualsiasi età si abbia, proprio come quando ci capita di girare in città da soli. Aurora Alfonsi II computer, può essere molto utile se utilizzato correttamente, senza esagerare. Per esempio, può essere utile per le ricerche, per ricavare informazioni in maniera rapida e completa, per rimanere in contatto con amici anche lontani. Ma se usato solo per i video giochi, può danneggiare il nostro modo di essere. Gli adolescenti, che usano il computer sempre, perdono il bambino unico e Pagina 40 speciale che è in loro. I bambini invece, se stanno troppo tempo al computer, perdono la loro fantasia e la voglia di giocare. Passare tante ore al computer, con gli amici o su internet, fa perdere il contatto con i familiari. Questo non è affatto bello, perché loro ci vogliono bene, anche più di quello che immaginiamo. Non avremo i nostri genitori per sempre, quindi dobbiamo cercare di stare con loro il più possibile. E’ molto importante trascorrere il tempo con gli amici a giocare e a chiacchierare, vedendo le loro facce e le loro espressioni. L’uso del computer però, può offrire dei vantaggi. Come già detto, è possibile fare ricerche approfondite in poco tempo, avere raccolte tutte le foto e inviare e-mail. Grazie al computer, anche la ricerca scientifica, ha fatto passi da gigante, permettendo la scoperta di cure per gravi malattie. Io direi che il computer è un oggetto prezioso: “maneggiare però con cautela”. Sofia Corridi Il computer è un oggetto tecnologico inventato un po’ di anni fa che viene utilizzato dalle persone per varie cose. È sicuramente utile e veloce per scrivere, per inviare i testi, per ricerche su autori o per recuperare delle immagini di stampe fatte da pittori… Quando lo utilizziamo, non dobbiamo restarci troppo tempo, perché può farci male agli occhi e alla testa. Molti dicono che se lo usiamo per parecchio tempo, utilizziamo poco l’intelligenza che Dio ci ha donato!!! Questo oggetto che sembra essere diventato necessario per la vita dell’uomo, ci permette di comunicare con gli altri parenti, amici, di prenotare viaggi, di sentire la musica e di fare acquisti. Anche a noi, a scuola, siamo fortunati, perché abbiamo una lavagna elettronica, cioè una lavagna su cui si scriIl Massimo 1/2014 24-01-2014 ve tramite una tastiera oppure tramite una penna particolare e la maestra ci fa osservare e sentire canzoni o film. Ormai l’uso dei computer viene insegnato anche a scuola e noi lo facciamo nella lingua inglese studiando i Sumeri, le forme… Questo oggetto è davvero molto utile per le persone che lavorano, ed è perciò presente in quasi tutte le case. Bisogna però capire che deve essere usato con intelligenza e con moderazione, soprattutto da parte dei bambini!!!!! Raffaele Postoncini Oggi giorno, il computer è diventato uno degli oggetti più usati nella vita quotidiana dell’uomo. Infatti chi di noi non possiede in casa un computer, un iphone, un tablet, una consolle ? Noi ci serviamo dell’informatica per qualunque necessità, che sia di svago, attraverso vari giochi o social network, di studio ad esempio per le ricerche o per approfondire argomenti e per necessità lavorative. Anche nella mia casa ci sono un computer e un tablet. Io mi diletto ad usare il computer anche se per il momento lo uso per necessità scolastiche: stampare delle foto da internet, copiare e inviare testi su word oppure per avere più notizie sull’argomento da ricercare. Il computer si può usare a qualsiasi età e ognuno ne fa l’uso che più ritiene utile a se stesso. Può essere di compagnia per le persone che vivono lontani dai propri cari, come per esempio gli anziani, possono giocare a carte online oppure “chattare” con nipoti o amici che abitano in altri luoghi…… Perciò possiamo dire che questo oggetto è una vera e propria rivoluzione tecnologica che facilita la vita dell’uomo in tutti i campi. Purtroppo, come spesso succede, ogni vantaggio può nascondere uno svantaggio. Infatti si è dimostrato che stare troppo ore di fronte al computer può provocare danni: rovina la vista e causa malattie gravi, quali la dipendenza da Il Massimo 1/2014 11:57 Pagina 41 giochi online. Riguardo questa notizia, mi viene in mente del caso di un bambino che giocando per ore allo stesso gioco si è immedesimato nel personaggio principale di questo e, credendo di volare, si è buttato giù dal balcone. Ci sono persone che usano il computer non per le necessità elencate finora, ma per scopi malefici, cioè adescando foto di bambini o bambine, chiedendo riscatti di soldi o peggio prendendo in ostaggio alcuni, per poi rivenderli o sfruttandoli nel mondo del lavoro. Infine possiamo dire che il computer, cioè la tecnologia, ci facilita la vita, ma se usato in modo improprio o losco diventa controproducente e soprattutto ce la può peggiorare. Nicolò Tomei Io adoro il computer: sicuramente è stata un’invenzione rivoluzionaria per la vita di tutti gli uomini e i suoi vantaggi sono sotto gli occhi di tutti. Per prima cosa penso a quanto il computer abbia ridotto la distanza fisica tra le persone. Infatti tramite la posta elettronica possiamo comunicare con amici e parenti che vivono dall’altra parte del mondo, o anche vicino a noi, ma che non riusciamo a vedere spesso. Tramite l’e- mail ci possiamo anche inviare foto o documenti in tempo reale con un enorme risparmio di tempo e di fatica. Inoltre, grazie a internet possiamo essere informati su tutto senza muoverci da casa: possiamo fare delle ricerche su qualunque argomento, cercare il significato delle parole che non conosciamo, vedere immagini di oggetti che non sappiamo raffigurare, informarci su cosa fanno al cinema o al teatro, controllare orari o percorsi, comprare biglietti aerei, organizzare viaggi. Internet è utilissimo anche per vedere i film e sentire la musica. Qualsiasi video o qualsiasi canzone ti va di vedere o sentire è a tua disposizione. Io e mam- Scuola primaria Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 41 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Scuola primaria ma, per esempio, usiamo spessissimo YouTube per ascoltare la musica che ci piace. Per le cose pratiche Internet è imbattibile, però non può sostituire le esperienze che si possono fare di persona, come vedere un amico, parlare a quattr’occhi, ridere, abbracciarsi, o come vedere una mostra o un panorama dal vivo, andare a un concerto, fare un viaggio. Il computer non è tridimensionale! Se noi vivessimo a contatto esclusivamente del computer, diventeremmo delle persone isolate, che non sanno più rapportarsi con i propri simili; forse non riusciremmo neanche più a provare delle emozioni vere, a vergognarci, ad arrossire, o a dimostrare il nostro affetto. Diventeremmo freddi come macchine. Possiamo trarre benefici dall’uso del computer, ma questo non deve diventare una dipendenza e non dobbiamo mai dimenticare che la vita vera è fuori dallo schermo. 42 Sara Silvestri Per me il computer serve a poco. Cancella il piacere di scrivere a mano e di comunicare di persona. Alcune volte, però, il computer si può dimostrare indispensabile: quando si è Pagina 42 lontani da una persona importante e le si vuol far vedere qualcosa di scritto, esso si può usare. Oppure, un altro modo per sfruttare il computer a nostro vantaggio è fare le ricerche: esse ci arricchiscono e ci fanno conoscere posti nuovi del mondo. Il computer non bisogna usarlo come svago: chi si costruisce il suo mondo o la sua “casa” nei videogiochi perde la capacità di ragionare. Il computer può essere utilizzato per scrivere un testo con scrittura specifica, diversa dalla propria. Può anche essere utilizzato per studiare e leggere. Questi sono gli usi principali, il resto serve a poco, serve ad annebbiare le nostre idee! Un uso eccessivo di questo apparecchio può portare all’isolamento, all’allontanamento dai contatti umani. Secondo me, più di un certo numero di tempo, gli apparecchi elettronici non bisognerebbe usarli. Io mi limito spesso ad usare per troppo tempo questi apparecchi, ma a volte supero i limiti. Per me è importante fare una vita lontana dai mezzi elettronici e divertirsi in modo naturale! Matteo Guiducci Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 43 Laboratorio di arte della scrittura con la scrittrice Alessandra Verducci Nella prima parte dell’anno scolastico i bambini delle terze, quarte e quinte hanno cominciato a “cimentarsi” in un laboratorio di arte della scrittura, aiutati dai maestri e dalla scrittrice Alessandra Verducci. Un’esperienza, per ora, bellissima e interessante ….. vedremo in seguito! Il Massimo 1/2014 Scuola primaria Gli alunni delle V A e B al teatro Sistina per lo spettacolo Canto di Natale di C. Dickens 43 24-01-2014 11:57 Pagina 44 Scuola primaria Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 44 Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 45 Secondaria I grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 46 Concerto di Natale 25 Ottobre 2013 – Concerto solidale Secondaria I grado “L’800 europeo pre-tardo romantico: musica strumentale, vocale ed omaggio a Verdi e Wagner nel bicentenario della nascita” 46 Un Concerto solidale a favore delle opere missionarie della CVX e della LMS (Comunità di Vita Cristiana-Lega Missionaria Studenti). Il tema conduttore della serata è un appassionante viaggio nella musica del secolo XIX. Saranno eseguiti con arpa, clarinetto, flauto, oboe, pianoforte, violino, violoncello brani di Beethoven, Chopin, Liszt, Brahms, Donizetti, Poenitz, Schumann, Fauré, Ravel. Voci di mezzo soprano e soprano canteranno Arie di Saint Saens, Offenbach, Delibes e del “primo” Puccini. Il momento dedicato a a G.Verdi e R. Wagner sarà ad opera del quintetto di ottoni Quintessenza Brass che eseguirà un medley da opere verdiane e wagneriane. La voce soprano chiuderà l’evento con un‘ aria verdiana a dedica della Vergine Maria, protettrice dell’Istituto Massimo, accompagnata da un coro polifonico. Risonanze Concerto 25 ottobre Mi è piaciuto molto lo spettacolo e in particolare l’oboe e il violoncello. Grazie di aver organizzato questo concerto e spero ne facciate presto altri! Gabriele Maria Visentin (7 anni) Venerdì 25 ottobre al concerto dedicato a Giuseppe Verdi e Richard Wagner ho ascoltato per la prima volta gli strumenti detti ottoni il cui suono mi ha molto colpito: forte e solenne. Nella chiesa riecheggiava la musica delle trombe e dei tromboni e tutto sembrava prendere vita e in un certo senso inchinarsi a quella sinfonia. Assistere al concerto è stata un’esperienza che non dimenticherò facilmente perché mi ha fatto capire che la musica classica può essere piacevole ed ispirativa come quella moderna. Marco Padovano I B Lo scorso venerdì ho assistito al concerto nella chiesa della nostra scuola. Era la prima volta in cui ho avuto l’occasione di ascoltare della musica classica dal vivo: ho provato un’emozio- Il Massimo 3/2013 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 ne molto forte che mi ha riempito di gioia il cuore. Non pensavo che questa serata mi avrebbe coinvolto così tanto. Il suono era a momenti dolce e in altri potente. Tra gli strumenti, quelli che ho preferito sono stati l’arpa, che è imponente ma allo stesso tempo emette un suono incredibilmente tranquillizzante, e il quintetto di ottoni, che sono potenti e mi hanno dato un senso di allegria e di divertimento. Davvero brave sono state le cantanti liriche, la cui voce incredibile mi ha molto emozionato. Sono contentissimo per Padre Nevola e per i bambini delle sue case famiglia in Romania e spero che con le offerte di tutti possano avere un po’ più di felicità. 11:57 Pagina 47 Venerdì 25 ottobre sera sono andato al concerto dell’Istituto Massimo. Era la prima volta che vedevo degli strumenti suonare dal vivo, così grandi e rumorosi, è stato un concerto magnifico. Gli strumenti che sono stati suonati erano: il pianoforte, il violino, l’oboe, il clarinetto, l’arpa, le trombe, il trombone, il corno, il basso tuba ed altri che mi sfuggono. Il concerto mi ha interessato e piaciuto moltissimo spero che si possa ripetere affinché tanti miei compagni possano partecipare. Sarò il primo a consigliare la partecipazione. Leonardo Mazzocchio 1B Secondaria I grado Tommaso di Santo 1 B Il Massimo 3/2013 47 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 48 Secondaria I grado Visita studi SKY 3, 2, 1... in onda! 48 Prova 1, prova 2.. siamo in onda? Ok, si parte! Benvenuti a Giornalino “La Pulce”! Siamo in diretta dall’Istituto Massimo; sono le 14:00 in punto e il pullman sta partendo, direzione studi Sky. Tutti gli studenti sono emozionati e impazienti, anche perché la precedente esperienza della conferenza con la giornalista Olivia Tassara ha coinvolto tutti. Ora che abbiamo capito come funziona la diretta, siamo tutti impazienti di vedere con i nostri occhi cosa succede negli studi televisivi. Ancora pochi minuti e saremo lì. L’impazienza cresce assieme all’emozione. Ci siamo quasi… ancora pochi istanti… eccoci! Finalmente vediamo la meta tanto ambita. È proprio come ce la immaginavamo, grande, luminosa e con la scritta davanti: SKY. Siamo appena scesi dal pullman e ci stanno dando i badge per riconoscerci: guai a perderli! Sono arrivati alcuni gentilissimi accompagnatori per guidarci attraverso i super-studi. Ci dicono che ci sono tre differenti edifici. Ora entriamo nel primo: l’ingresso è pieno di foto dei giornalisti, ma non riusciamo a trovare un secchio per buttare le bottigliette… sob! Ah! Ecco il tanto sospirato secchio… adesso sì che siamo pronti Il Massimo 3/2013 24-01-2014 per immergerci nella diretta Sky. Stiamo attraversando vari corridoi da cui intravediamo l’interno di molti uffici e, finalmente, ci fermiamo di fronte alla sala audio. È incredibile come dietro la diretta ci sia così tanto lavoro, e questa è solo una parte di ciò che comporta. Proseguiamo: ci stanno conducendo verso la sala video dove ora ci dividono in gruppi di otto persone. Finalmente si apre la porta, esce il primo gruppo ed entriamo: dentro è come vivere in un altro mondo, pieno di schermi e di tasti, che il bambino che è in noi non vedrebbe l’ora di spingere. Prima di uscire ci hanno spiegato il ruolo di ogni operatore e, mentre nessuno guarda, io spingo un pulsante! Che soddisfazione! Esco facendo finta di niente. Ora cambiamo edificio e arriviamo al terzo. Dentro c’è la nostra meta finale, lo studio! Anche qui ci dividiamo in gruppi. Come sempre io e la mia “troupe” siamo gli ultimi ad entrare: mentre gli altri stanno lì dentro sentiamo crescere l’emozione e l’impazienza. Escono! Ci facciamo largo ed entriamo. Sssh! È in corso una tra- 11:57 Pagina 49 smissione in diretta, e non dobbiamo fare rumore! È arrivata la pausa pubblicitaria, e la conduttrice viene a salutarci; ci sta dando delle informazioni su come funziona lo studio. La diretta ricomincia e noi ce ne andiamo. Ora entriamo in un’altra sala video vuota. Ci danno altre spiegazioni e io spingo altri pulsanti. Ehi, aspetta, ma chi è quel tizio seduto nello studio 2? Oh mamma, stanno inquadrando il preside! Corriamo a raggiungerlo e sorridiamo ai nostri fans sparsi per il mondo, salutando anche i gentilissimi operatori che ci hanno permesso di entrare (ovviamente anche loro sono nostri fan). Purtroppo è ora di andare, la nostra visita è terminata. Dopo qualche gior… ehm minuto di pullman, eccoci di nuovo a scuola. Il nostro servizio si chiude qui… A presto e alla prossima diretta! Grazie di aver seguito Giornalino “La Pulce”! Annalinda Giudiceandrea (3A), Lavinia Stendardo d’Astuto (3B), Victoria Stendardo d’Astuto (3C) Cos’è l’informazione? E cosa ne pensano oggi i giovani? INCONTRO DI GIORNALINO “LA PULCE” CON FABRIZIO CONTI E FRANCESCO LENER Saranno Fabrizio Conti, giornalista, e Francesco Lener, nella scienza della comunicazione, a spiegarci ciò che significa l’informazione oggi. Dovete sapere che il comunicato stampa è un fatto raccontato da alcuni giornalisti, a cui vengono assegnati determinati articoli da editori di giornali in testate multimediali. Solitamente si scrive per far leggere ad un pubblico che deve essere attirato con notizie curiose e affascinanti, per essere ricordate e lette. Il Massimo 3/2013 Questa meravigliosa professione consiste nel sintetizzare i temi ed avere capacità di riconoscere le notizie interessanti, nella capacità di scrivere e di farsi riconoscere. Il ruolo dei giornalisti è proprio quello di raccontare con il loro mestiere ciò che avviene nel mondo. “Il medium è il messaggio” disse Marshall Mc Luhan; riflettiamoci un attimo: gli strumenti della comunicazione possono diventare messaggi? La risposta da un punto di vista è no. Secondaria I grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 49 Secondaria I grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 50 24-01-2014 11:57 Le applicazioni del Web 2.0 e la diffusione del mobile, consentono maggiore sovrapponibilità tra i media ed i contenuti. Forse si avvererà la versione di Mc Luhan; ma in un futuro lontano. Ogni mese ci sono centinaia di milioni di visitatori in tutto il Web; circa 31 miliardi di ricerche fatte su internet! Insomma, una vera e propria rivoluzione. Pensate che nel 1992 si inviò il primo messaggio, che si è evoluto sempre di più, fino ad arrivare al mondo di oggi. La tecnologia può condensare milioni di imposizioni, e si pensa che nei prossimi anni ci evolveremo sempre di più sotto questo punto di vista. Un esempio è Wikipidia, un insieme di informazioni raggruppate. Sapete come nasce internet? È una rete di computer mondiale ad accesso pubblico, attualmente rappresentato come mezzo di comunicazione di massa. Internet è un progetto Arpanet, e nel 1976 la regina d’Inghilterra, lo utilizzò per mandare la prima e-mail. Il Web 2.0 è un’evoluzione di un insieme di applicazioni. Un esempio di giornale sul web contenente soltanto video di ciò che si vuole per persone non laureate nel campo giornalistico, è Youreporter. Pagina 50 Ad i giovani interessano di più i video perché sono espliciti e divertenti, mentre ad alcuni non piace leggere lunghe schermate di parole e parole scritte perché si fa più fatica. Perciò possiamo dire che il miglior mezzo di comunicazione è il social network come Youtube, Facebook e Twitter. Nel 1973 Pasolini osservò come “Il tramonto del dialetto equivalesse all’abbandono dell’età dell’innocenza”. Solamente il 20% possiede la competenza di risolvere e spiegare la lingua italiana, questo è ciò che voleva far intendere Pasolini. In una citazione di Umberto Eco, egli spiega l’evoluzione degli strumenti per la scrittura confermando che”Se scrivi con la penna d’oca devi intingerla ogni istante nel calamaio,perciò i pensieri si sovrappongono e il polso non riesce a stargli dietro, se batti a macchina si accavallano le lettere, mentre con i ritmi della meccanica riesci semplicemente a fantasticare su ciò che si scrive, ed i pensieri sfiorano la tastiera…” Con queste bellissime parole vi lascio, e spero che questo articolo abbia soddisfatto la vostra voglia di sapere. Eleonora Graziani 3B “La Pulce”: un pomeriggio al settimo “Cielo” Alle 13.45 del 5 dicembre, noi - redattori del giornalino “La Pulce” - eravamo usciti da scuola pronti a volare sul pullman, presi dalla voglia di visitare gli studi Sky al più presto possibile! Purtroppo all’interno non si potevano fare foto, ma in compenso ci hanno dato i cartellini da visitatore da indossare, proprio come i veri giornalisti. Un intero pomeriggio presso Sky Tg24, un’opportunità magnifica: abbiamo visitato gli studi, abbiamo visto Paola Saluzzi in diretta e, nello studio B, ci hanno ripresi e fotografati, mettendo anche i sottotitoli sotto l’immagine del Preside... Ci siamo divertiti molto, anche perché, grazie al nostro accompagnatore Gabriele Filippini, abbiamo visto il funzionamento delle regie audio e video; alla fine abbiamo fatto una memorabile foto di gruppo sotto l’insegna Sky e siamo tornati a scuola. Speriamo di avere l’occasione di fare nuovamente una gita del genere. Elisa Sergio e Maria Grazia Quarta (2A) Il Massimo 3/2013 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 51 Gli alunni della Redazione “La Pulce”, giovedì 28 Novembre, hanno avuto l’occasione di avere in visita la giornalista di Sky Olivia Tassara, che ha spiegato l’organizzazione di una diretta in modo eccellente. La giornalista, davvero bella e simpatica, ha varcato la soglia dell’aula mostrando una certa emozione: era evidentemente timorosa...ma questo è un effetto che noi studenti facciamo spesso! Iniziata la conferenza, però, ha dimostrato subito una grande capacità di comunicare e una voglia impressionante di stare con i ragazzi. Ha illustrato il programma giornaliero di un giornalista SKY, con i vari confronti tra esperti e le riunioni con i capi che approvano o scartano il lavoro eseguito. Dopo una spiegazione più che completa, la giornalista ha coinvolto direttamente i vari alunni, rendendoli molto partecipi; gli studenti si sono subito incuriositi e le hanno fatto numerose domande sul suo meraviglioso lavoro. Successivamente, la giornalista ha proposto un gioco. I piccoli redattori sono stati suddivisi in vari gruppi ed è stato assegnato loro un articolo su cui lavorare: alla fine è stata creata una “finta” diretta molto divertente. L’incontro ci ha regalato un’esperienza veramente speciale e tutta la Redazione si augura che Olivia torni presto! Rose Marie Scappin (3B) e Camilla de Meis (3C) Più libri più liberi! Tutto è partito dalla fantastica idea della prof.ssa Todini di far partecipare una classe del nostro Istituto alla “Fiera della piccola e media editoria” presso il Palazzo dei Congressi, e la scelta è caduta sulla nostra, la 2^ media A! Il Massimo 3/2013 Questa iniziativa è stata subito accolta dal prof. De Angelis, che ha esteso l’invito anche alla 3^ media B. Dopo una bella passeggiata, direttamente da scuola siamo arrivati alle porte della mostra, dove, in attesa che la Secondaria I grado Giornalismo: Olivia Tassara spiega le meraviglie della diretta TV 51 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 prof.ssa Todini prendesse i biglietti, abbiamo fatto merenda. Una volta entrati, ci siamo divisi in quattro gruppi, in modo da avere sempre un professore di riferimento. All’interno il palazzo era suddiviso in padiglioni, ciascuno dei quali ospitava e Pagina 52 illustrava libri di diverse case editrici e appartenenti a vari generi letterari. Durante la mostra, non sono mancati gli acquisti per qualche pensiero di Natale e, soprattutto, per le nostre letture. Questa esperienza è stata particolarmente interessante: a differenza delle altre visite guidate o spiegate, infatti, ha lasciato ad ognuno la possibilità di seguire, all’interno dei diversi percorsi di lettura, quello che più si addiceva al proprio piacere ed interesse. Alla fine tutti siamo usciti affascinati dal mondo dei libri, consapevoli dell’importanza della lettura e del fatto che essa può essere anche piacevole e divertente. Secondaria I grado Federico Civita II A 52 Un’amante di nome “Arte” «Ho imprigionato nel disegno l’idea grafica…», con queste parole ci ha accolto l’artista Alessandro Romano, al secolo Alessandro Picca, nel suo ateliermuseo visitato il 19 novembre scorso con la classe terza C e la professoressa Cristina Bortolato. L’artista ci ha trasportati nel suo magico mondo creativo spiegandoci l’iter con cui realizza le sue opere. A dimostrazione di ciò ha realizzato al momento una piccola scultura in argilla rappresentante un leone. Il maestro è stato definito dallo storico Claudio Strinati, l’artista che ha saputo riscattare la scultura del secondo Novecento da un periodo di depressione nel quale era caduta. Pensando alle parole pronunciate da Romano e a ciò che ha scritto Strinati, quasi viene spontaneo fare un collegamento tra l’artista contemporaneo e i grandi maestri del Rinascimento. Per Leonardo, il disegno è il mezzo con cui conoscere e indagare su ogni cosa, non a caso ci ha lasciato pagine e pagine di schizzi di studio nei famosi codici. Il disegno, nel Rinascimento, è considerato l’arte massima, perché permette di tradurre immediatamente su carta l’idea dell’artista ed è spesso eseguito con penna, carboni o sanguigna. Il primo passo che Romano esegue, dopo aver ascoltato le richieste del committente, è proprio quello di realizzare il disegno di studio e nel suo atelier sono raccolti diversi disegni eseguiti con grafite su carta; in essi il segno sembra dar forma alle tensioni emotive e agli impulsi creativi che immediatamente vengono trasmessi a chi li osserva. Come ha detto lo stesso Romano: «Guardando i disegni, l’osservatore deve immaginare di entrare nell’opera dell’artista». Alessandro Romano esordisce nel mondo dell’arte attraverso una pittura “modernista” in cui le sue opere sono caratterizzate da grandi tele intrise di pennellate celeri e corpose, influenzate Il Massimo 3/2013 24-01-2014 11:57 Pagina 53 dalle suggestioni linguistiche delle avanguardie, ma nelle figure plastiche emergenti nello spazio spatolato già sono ben visibili i segni della futura vocazione di scultore. Come Michelangelo, una volta trovata la sua strada espressiva, Romano studia le opere classiche. Il classico, nel suo significato più profondo di ordine, armonia, equilibrio e perfezione, è categoria perenne dello spirito e come tale fonte primaria dell’arte. Per Hegel e Michelangelo, la scultura è l’arte classica per eccellenza, tanto che lo scultore fiorentino ne fa la sua massima espressione e dichiara che nel masso di pietra è già insita l’opera e il bravo scultore è solo colui che riesce a togliere il superfluo. Romano, come i grandi maestri del passato, viaggia per il mondo, visita i santuari dell’arte dell’Ellade antica e della Magna Grecia e trattiene nel suo taccuino, attraverso il disegno, le forme di quel mondo antico. Ugualmente Michelangelo, da ragazzo, alla corte del suo amico e mecenate Lorenzo il Magnifico, ha la possibilità di visitare il giardino in cui sono conservati i reperti anti- chi amati e raccolti da Lorenzo. Il Buonarroti disegna e studia attentamente quei frammenti classici e cerca di trasportare la bellezza ideale nelle sue opere giovanili, ma è caricata di un nuovo significato che meglio incarna gli ideali rinascimentali: la bellezza esteriore è specchio di quella interiore. Osservando la grande statua di Icaro posta all’ingresso della sala in cui lo scultore Romano lavora, o le statue dei segni zodiacali ritroviamo la stessa bellezza dei maestri del passato. Il committente è anche oggi una figura importante per l’arte; è colui che dà l’imput iniziale dell’opera e mentre l’artista ascolta la richiesta del cliente, si crea nella sua mente un’immagine, cioè la suggestione derivata da ciò che è comunicato. Come consiglia Romano, ci si deve porre davanti al committente con umiltà, si deve esser pronti ad ascoltare con attenzione e poi si lasciano liberi la mente e il cuore di vagare tra i ricordi. Dopo aver impresso con il segno su un foglio di carta l’idea iniziale, che spesso prende forma in un luogo di ispirazione come il giardino della casa dello sculto- Schizzo di studio eseguito da Romano Schizzo di studio eseguito da Romano Il Massimo 3/2013 Secondaria I grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 53 Secondaria I grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 54 24-01-2014 11:57 re, l’artista studia, si documenta per affinare l’opera e per caricarla di simboli che dovranno esser facilmente compresi dall’osservatore. Lo stesso Romano ci suggerisce: «Il dono dell’ispirazione va chiesto a Dio e accolto con perseveranza e umiltà, riconoscendo i propri limiti, cercando l’aiuto di quanti possano accompagnarti nell’intimo dell’opera da realizzare, leggendo e riflettendo fino a che non si formi in noi la prima traccia, su questa traccia bisogna buttarsi e scavare, per farla diventare un solco sempre più profondo che conduca alla definizione dell’opera». Un passo successivo è quello di catturare l’idea dentro l’argilla, materiale che il maestro fa arrivare dal paese di Piero della Francesca: Sansepolcro. Come Canova, anche per Romano il bozzetto è di per sé un’opera d’arte e con essa si può comunicare immediatamente l’idea e chi è l’artista; cioè attraverso il bozzetto è già catturata, usando un termine vasariano, la “maniera” dell’autore e cioè il suo stile. Dopo il bozzetto viene realizzata in dimensioni reali l’opera in bronzo o in marmo. Per quest’ultimo materiale, Romano va di persona alle cave di Carrara e come Michelangelo si sceglie il pezzo e aiuta nell’operazione di distacco. I materiali e gli strumenti che oggi ha a disposizione un artista sono più vari di quelli antichi, si possono usare anche vetroresine o siliconi, ma ciò che muove l’artista è rimasto uguale nei secoli; per usare le stesse parole di Romano: «L’arte è come un’amante, non se ne può fare a meno». Sicuramente quest’ultimo pensiero sarebbe stato condiviso dallo stesso Michelangelo che ha dedicato all’arte l’intera esi- Pagina 54 stenza e forse proprio questo amore incondizionato lo ha isolato, reso depresso e lo ha condotto ad una morte in solitudine. Per l’artista Romano, a mio avviso, l’arte ha riservato qualcosa di diverso, perché nel suo cammino è affiancato da una famiglia amorevole e molto unita, inoltre è sempre sostenuto da una donna che condivide la sua arte ed è spesso la musa ispiratrice delle sue idee, sua moglie Simonetta. Come lui stesso ha dichiarato, gli è stato dato un dono da Dio e il suo compito è di far conoscere agli altri ciò che il Padre vuole insegnare. Credo proprio che Michelangelo sarebbe stato contento di vedere occupate le sue nicchie in San Pietro con le monumentali statue di Romano, come la Santa Teresa Jornet Ibars, perché le opere ben colloquiano tra loro. L’arte di Alessandro è una specie di “biblia pauperum” dove attraverso l’opera il fruitore viene indottrinato alla conoscenza della Verità, ma anche della storia e della cultura. Un esempio lo abbiamo con Lo scudo di Achille, opera prima di Romano e una delle mie preferite infatti, essa è stata definita “l’enciclopedia del mito”. L’artista ha passato mesi a studiare le traduzioni di Omero (XVIII canto dell’Iliade) a disegnare in Studio di Romano Il Massimo 3/2013 24-01-2014 Grecia elementi dell’arte classica e dopo nove mesi ha realizzato il bozzetto in argilla in dimensioni reali. Oggi l’opera è di proprietà dello Stato italiano grazie all’ex presidente Francesco Cossiga. Questo viaggio unico e indimenticabile, ha confermato la mia idea di artista universale che può essere maestro per le nuove generazioni; ciò non solo perché Romano ha capacità espressive 11:57 Pagina 55 che ben incarnano le inquietudini della modernità con un linguaggio classico mai superato o stereotipato, ma anche perché con la sua personalità incarna un esempio di artista “sano” e dal grande carisma, nonché un uomo molto legato alla famiglia e dai grandi principi morali e spirituali. Prof.ssa Antonella Armeni Il ritiro alla Basilica di S. Saba Il ritiro spirituale della 1°C è stato svolto il 4/11/13 presso la Basilica di S. Saba condotto dai Prof. E. Prandi , D. Ceccarelli e dal “padre” spirituale della scuola, Padre Cavicchia. Quando siamo arrivati alla Basilica ci siamo raccolti in un aula, dove abbiamo Il Massimo 3/2013 visto un filmato sull’incontro dei Gesuiti con Papa Francesco; mentre vedevamo questo filmato si poteva decidere se confessarsi o se avere un colloquio spirituale con il sacerdote, ma a metà del filmato siamo andati a consumare la merenda in un cortile dove abbiamo anche giocato a calcio. Tornati in classe abbiamo finito di vedere il video e poi ci siamo recati nella cappella del MEG, dove abbiamo celebrato la Messa. La “mini” cappella del MEG nella sua struttura esprimeva un grande significato: le panche erano disposte lungo i muri e non al centro per simboleggiare lo spazio vuoto del silenzio e per far capire che era un luogo sacro. Dopo la Messa siamo andati a man- Secondaria I grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 55 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 giare nel cortile con il pranzo al sacco ritirato la mattina stessa a scuola, ma il campo da calcio era occupato e così dopo mangiato siamo tornati nell’aula, che ci avevano assegnato, per leggere un libretto su cui dovevamo rispondere a delle domande personali (che cos’ è per te l’ amicizia ? …) e creare una scenetta sulla “classe ideale”. In seguito siamo tornati al campetto, libero, per giocare l’ultima oretta. Dopo le 15:30, ci Pagina 56 siamo rimessi in cammino per andare alla fermata della metropolitana; arrivati alla nostra fermata ci siamo poi avviati alla scuola, ma percorrendo Viale America ci siamo fermati ad un bar, il Blu Bar, per fare un “break” e infine siamo tornati a scuola esattamente alle 16:30. È stata un’esperienza veramente bella e particolare. Gianpaolo Pennacchio, 1C Secondaria I grado Visita didattica alle Chiese paleocristiane Martedì 17 Dicembre 2013 le seconde medie del l’istituto Massimo si sono avventurate nell’ arte paleocristiana romana, visitando tre chiese di un’antica epoca, site nel colle del Celio. L’interesse degli alunni è cominciata nella chiesa di San Clemente (costruita nel XI secolo), la quale nel nartece aveva degli affreschi che rappresentano il trasporto del corpo di un santo e anche Villa Celimontana 56 Il Massimo 3/2013 24-01-2014 un affresco col miracolo di San Clemente. La chiesa ha una pianta a sviluppo longitudinale, con tre navate divise da colonne ioniche, un bel pavimento cosmatesco, una schola cantorum quasi al centro della chiesa, il ciborio ed il candelabro risalenti al XII secolo, nel catino absidale e nel grande arco sopra il ciborio, è posto uno dei più antichi mosaici presenti a Roma. In esso è raffigurato In alto al centro Gesù maestro col libro aperto, è il Pantocratore, non più martire sulla croce ma giudice dell’umanità assiso in gloria. Il tondo nel quale è il Pantocratore sembra inserirsi nella scritta che avvolge tutta l’abside: Gloria nei cieli a Dio che siede nel trono e pace in terra agli uomini di buona volontà. Il Cristo Pantocratore è adorato dai quattro evangelisti: guardando da destra il bue (Luca), l’aquila (Giovanni), l’angelo (Matteo) e il leone (Marco). Nella parte più bassa del mosaico, dodici agnelli, che vanno verso l’Agnello di Dio, al centro con l’aureola. Gli agnelli escono da due città: Betlemme guardando a sinistra e Gerusalemme guardando a destra: la città della nascita e la città della morte e della risurrezione. Al centro del catino absidale c’è un grande cespo di acanto entro il quale il cervo lotta col serpente malefico e dal quale si diramano i girari che formano un arabesco (albero della vita) che percorre tutto lo spazio absidale. La croce con Cristo si innalza sopra il cespo d’acanto e ai piedi sgorgano quattro ruscelli a cui si abbeverano due cervi, simbolo dei quattro Vangeli che nutrono tutto il creato. Dopo essere entrati il Prof Prandi, il Prof Olati e la Professoressa Armeni ci hanno fatto alzare e ci hanno lasciati liberi di osservare tutta la splendida chiesa. Nel frattempo avevamo notato che le colonne non erano tutte uguali, infatti la professoressa ci ha spiegato che sono colonne di spoglio, cioè prese dai fori romani. Poi siamo andati vicino alle candele e abbiamo prima messo l’offerta, poi le abbiamo accese ed infine abbiamo espresso un desiderio. L’altare maggiore della Il Massimo 3/2013 11:57 Pagina 57 basilica è costruito sulla confessio o tomba di martire nella quale si trova un’urna contenente le presunte reliquie di San Clemente e di S. Ignazio. Il secondo luogo visitato è stata la basilica a pianta centrale di Santo Stefano Rotondo, qui i professori ci hanno fatto percorrere tutta la chiesa e ci hanno chiesto di esprimere i sentimenti che stavamo provando. Siamo rimasti colpiti dai molti affreschi dipinti lungo le pareti perimetrali, i quali rappresentano scene di morte, scene di cristiani uccisi con diverse torture come ad esempio: messi nella gabbia dei leoni, messi in una vasca con acqua bollente, interrati ... La terza e ultima chiesa paleocristiana è stata la Santa Maria in Domnica, dove abbiamo camminato per le tre lunghe navate, alla fine di esse c’era un gran presepe; sulle navate laterali c’erano degli offertori, essa ha una chiesa a pianta longitudinale. Alla fine siamo andati a villa Celimontana nella quale c’erano mille pappagalli di tanti colori i quali volavano in alto, c’era molto verde e molta natura, dopo un po’ ci siamo avvicinati al professor Coira il quale ci ha spiegato delle curiosità interessantissime sulle piante. Abbiamo avuto del tempo per camminare liberi nella villa e noi siamo andati come dei biologi a guardare le piante. Questa é stata una gita meravigliosa, perché ci ha fatto scoprire delle meraviglie sull’arte. Sara de Feo e Beatrice Verucci, 2B Secondaria I grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 57 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 58 Secondaria I grado Un incontro inaspettato 58 Era un assolato weekend. Mi svegliai presto per la mia passeggiata mattutina. Girando per le vie di Miami, osservavo le vetrine dei negozi. All’improvviso la mia attenzione fu attirata da un insolito movimento in una sudicia e tetra stradina secondaria... Mi voltai appena in tempo per vedere un’ombra sparire dietro un cassonetto. La seguii, ma lei si mise a correre e io dietro di lei. Non ero in grado di identificare chi fosse quella cupa figura, ma aveva un’aria familiare. Arrivammo in un vicolo cieco; era in trappola! Un raggio improvviso le illuminò il volto... Ero io!? In una situazione come questa o hai una sorella gemella che non hai mai saputo di avere o hai appena incontrato il tuo sosia.... Bè sono piuttosto sicura di essere figlia unica, perciò... Tutt’un tratto scomparve, era buio e non vedevo niente; per cercarla inciampai, ma non caddi sul marciapiede, bensì ebbi la sensazione di precipitare. Atterrai e svenni. Quando mi risvegliai, ero a casa e pensai che fosse stato solo un brutto sogno. Sentii un delicato profumo di bacon provenire dalla cucina. Io vivevo da sola, così mi insospettii e andai a vedere; per poco non davo una craniata contro lo stipite della porta! Lì ai fornelli vi era la stessa figura che avevo inseguito per quelle sudicie stradine. Era alta, mora e sembrava avesse una trentina d’anni. Mi si avvicinò e mi spiegò quel che era successo e dove mi trovavo. “Io sono il tuo sosia del futuro e ti ho portato sul tuo pianeta 20 anni dopo, per condividere le nostre passioni. Cominciamo con lo skate?” Ero confusa, ma così emozionata che non ci feci caso. Andammo in centro in una grandissima piazza dove giravano un sacco di ragazzi con pattini e altri mezzi del genere. Ci buttammo nella mischia. Fu un vero spasso, poiché anda- vamo d’accordo su tutto. Abbiamo curvato a tutta velocità e le altre persone si sono fermate a guardarci insieme agli altri ragazzi. Avevamo la piazza tutta per noi. Non mi sono mai sentita così viva! Mangiammo insieme e lei mi presentò agli altri abitanti, che fecero la fila per pormi domande sul mio mondo come “a che punto siete arrivati con la storia?”. Poi, quando arrivò la sera, ci dirigemmo verso la spiaggia per una passeggiata a cavallo al tramonto. Era il mio più grande sogno! Percorremmo il bagnasciuga in tutta la sua lunghezza e la variopinta luce del sole si rifletteva negli occhi del mio purosangue. Avevo paura; paura che fosse tutto un gioco della mia mente, paura di svegliarmi da un momento all’altro, ma ciò non accadde. Tornammo che erano le nove passate e ci dirigemmo verso il cinema insieme al suo ragazzo, Enrico. Era così simpatico... Non vedevo l’ora che arrivasse quel momento! Il film era molto emozionante ed era una rivoluzione rispetto a quelli che ero abituata a vedere. Prima che potessi tornare nel mio mondo, mi disse: “so come ti senti adesso, senti il bisogno di avere accanto qualcuno, al di là della tua famiglia, di cui ti possa fidare ciecamente; ma segui il mio consiglio: cerca di non crescere troppo in fretta!” Così ci salutammo e, dopo aver promesso di venirla a trovare spesso, me ne tornai a casa. Avrei voluto raccontare la mia esperienza, ma a che scopo? L’avrebbero ritenuta una presa in giro, perciò la tenni per me. So di essere molto fortunata; probabilmente in tutto il mondo su miliardi di persone io sola so dell’esistenza di questo mondo parallelo, che ha cambiato la mia vita. Chiara Pietroboni, 2B Il Massimo 3/2013 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 59 Composizioni scuole medie Un giorno nel deserto accaldati Un leone e un cinghiale assai assetati Videro una fonte, ma iniziarono a litigare Su chi per primo si dovesse dissetare. Diventarono nemici il leone e il cinghiale, Fino a sfidarsi in un duello mortale! Corvi e avvoltoi il cielo han sorvolato Per decidere chi dei due si sarebbero mangiato. I due nemici capirono, tornarono amici E, stringendosi la zampa, se ne andaron via felici. Donne, ne sarete fiere! Ma cos’è? Che cosa vedo? C’è un assedio? È Toledo? No, è il castello di Pamplona E l’esercito già tuona! Dai saliam sopra le mura, Ingoiate la paura! Forza, armatevi e coraggio! Dell’onor darò un assaggio. Salgo e passo in mezzo ai merli, I nemici voglio averli Tutti in pugno, miei saranno; La mia furia assaggeranno! Luca Savignoni,1C VACANZE AL MARE Il sole che brucia i cattivi pensieri, L’acqua cristallina annega tutti i dispiaceri. Le notti a ballare O in piazza…a chiacchierare. Le allegre grigliate su spiagge affollate! Le vacanze al mare son così rilassanti... Puoi far pace col mondo E a settembre andare avanti! Eleonora Benso, 2B Ma cos’è? Che cosa sento? Forse un grido o un lamento... La mia gamba... Non la muovo. Una cosa nuova provo! Dunque anch’io sono mortale? Posso aver colpo fatale? E la mia cavalleria? Con un soffio vola via? La mia gamba, dannazione! Ci vorrebbe una trazione! Certo, mi farà soffrire... Ma non voglio qui finire. Ahi, in queste vuote stanze Ci si annoia, senza danze. Senza dame, senza armi. Qualche libro puoi tu darmi? IGNAZIO Volli esser cavaliere: Ah, che bello quel mestiere! Con cavallo, cappa e spada. Tu mi fissi? Dico: “BADA!” Per l’Europa a conquistare, Grandi dame a corteggiare. Ah, che bello quel mestiere... Il Massimo 3/2013 Grazie, servo, or mi diletto, Con le storie di stiletto, Tra cavalli, assalti e spade, Che’l dolor man mano evade... Ma chi è quest’uomo d’armi? Le sue gesta a ricordarmi Mai m’han detto libro o autore... Ma... Mi arriva dritto al cuore! Secondaria I grado IL LEONE E IL CINGHIALE 59 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 60 E chi son questi vassalli, Che percorron monti e valli Senza spada né corazza, Senza lancia, senza mazza? Per Per Per Per la gloria di Dio Padre, Gesù e la Santa Madre. il regno ch’è nei cieli. domani, oggi e ieri! Non conquistano paesi, Solo i cuor dal male presi! Non separano o distruggono: Costruiscono e uniscono. Seguirò la santa armata, Metto via la mia celata! Basta, ho scelto la mia via: Fonderò la Compagnia. Secondaria I grado Prof. Daniele Ceccarelli 60 Natura morta, Giovanni De Cuntis I A Paesaggi, Matteo Amirante I A Paesaggio con tecniche varie, Massimo Graziosi I C Omaggio a Michelangelo, Simone Cittadini III A Il Massimo 3/2013 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 61 Secondaria II grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 62 Secondaria II grado Viaggio in Cina 62 Alla scoperta di un mondo politicoeconomico prepotentenente in crescita, le classi di maturita’ dei principali collegi gesuiti d’Italia hanno avuto l’opportunita’ di condividere un’esperienza d’immenso valore quale il viaggio in Cina. Molti ragazzi non sono nuovi a queste occasioni di condivisione e coesione con gli altri Istituti e, senza ombra di dubbio, Pechino e’ significata per tutti un’occasione per salutare e rivedere amici e compagni di avventure. La coltre bianca inquinata del cielo pechinese e l’impossibilita’ di accedere ai piu’ noti social network per restrizioni governative hanno dato al viaggio i tratti surreali di stazionamento in un mondo parallelo, sensazione tipica dei ritiri spirituali vissuti senza cellulari. Le visite hanno principalmente riguardato monumenti caratteristici di Pe- chino e dintorni. Alla suggestiva e altrettanto faticosa scalata della Grande Muraglia, si sono aggiunti i Templi del Cielo, del Sole e del Lama, due delle quattro cattedrali della capitale cinese, la Citta’ Proibita a Piazza Tien-An-Men e il meraviglioso Palazzo d’Estate. La distanza culturale tra noi visitanti e la gente locale e’ stata il fulcro centrale dell’esperienza, generando in molti una spiccata curiosita’ intellettuale per le cose minime e piu’ svariate. Un trend indiscusso del viaggio e’ stato infatti il Jianzi, un gioco molto famoso nella cultura popolare cinese, nel quale lo scopo consiste nel palleggiare per lo piu’ con i piedi un volano decorato di piume senza farlo cadere. In relazione a questo confronto culturale, ha avuto una menzione importante lo studio approfondito della figura di Matteo Ricci, attraverso la visita al luogo della sua sepoltura e in un convegno te- Il Massimo 1/2014 24-01-2014 nutosi al The Beijing Centre for Chinese Studies (TBC), un centro educativo fondato e gestito dai padri gesuiti. Nell’arco del convegno, un membro del TBC ha colto l’occasione per invogliare fortemente i ragazzi ha considerare l’idea di frequentare parte degli studi in Cina per imparare il mandarino, in quanto secondo il suo modesto parere “Se noi non andremo in Cina, sara’ lei a venire da noi.”. (Forse dimenticando che seppur la Cina detenga gran parte del debito pubblico americano, le trattative siano comunque fatte in inglese..) Un altro incontro fra gli studenti e l’intelighenzia pechinese si è tenuto presso l’Ambasciata Italiana, dove abbiamo avuto l’occasione di rivolgere domande di politica internazionale e sul futuro dell’Italia all’ambasciatore Alberto Bradanini. Nel complesso, il viaggio a Pechino ha riscontrato successo grazie all’entusiasmo costante di studenti e professori a fronte di un’organizzazione logistica a tratti fallace, che purtroppo ha talvolta trascurato le esigenze serali di un gruppo composto di centinaia di adolescen- Il Massimo 1/2014 11:57 Pagina 63 ti tra i 17 e i 19 anni. A cio’ va sicuramente aggiunto il fatto che la copiosita’ del gruppo ha inevitabilmente gravato sulla qualita’ dei servizi e dei benefit offerti, e immancabilmente sul tempo a disposizione per condividere esperienze con i ragazzi delle altre scuole. Per cio’ che riguarda gli studenti romani, non sono certamente mancate le Secondaria II grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 63 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 sono mancati tra professori e studenti tornei di briscola, burraco e tresette, incarnando perfettamente lo spirito di convivialita’ che deve rimanere il vero filo conduttore di questo tipo di esperienze. Federico Gessi, V Classico A. Secondaria II grado capacita’ di organizzazione e arrangiamento, con lo spopolamento del trend #discochina tra gli studenti del V scientifico, in seguito al costante contributo in consolle di Marco Guanti, V classico B, all’interno del pub, ormai divenuto il “nostro” pub, adiancente all’ albergo. Non Pagina 64 64 Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 65 Sighet è una cittadina situata nel nord della Romania al confine con l’Ucraina, in una regione chiamata Maramures. Sono ormai quattordici anni che i Gesuiti hanno fondato lì delle case-famiglia dove far crescere in un ambiente affettuoso e protetto bambini strappati alla strada, al giro di malavita e prostituzione purtroppo all’ordine del giorno. Il legame familiare non è costruito solamente all’interno delle case stesse, ma anche mantenendo costanti i rapporti con l’Italia: ogni estate, infatti, molti ragazzi passano due o più settimane a Sighet in campi all’insegna della condivisione e del servizio. Come ogni relazione che si rispetti, anche quella con la Romania ha bisogno di essere curata e alimentata con dedizione, così durante le vacanze di Natale un gruppo di giovani provenienti da ogni parte della penisola si è recato nella cittadina per trascorrere il Revelion, ovvero il Capodanno, assieme ai locali e per portare un dolce, un giocattolo o semplicemente una carezza ed un sorriso negli istituti dove abitualmente si offre servizio, quali l’ospizio degli anziani, l’ospedale psichiatrico, l’orfanatrofio e altre case di accoglienza per bambini e ragazzi con handicap più o meno gravi. Il Massimo 1/2014 La gioia è palpabile, i volontari vengono accolti con calore ed affetto. Soprattutto per chi, come me, è già stato qui in passato, andare a Sighet è proprio come un ritorno a casa: stessi posti, stesse facce, stesse emozioni, ogni volta rinnovate. Il popolo romeno è incredibilmente premuroso, l’atmosfera che si crea non solo nelle case-famiglia ma anche nelle famiglie ospitanti è carica di affetto, dedita al condividere anche se si ha poco, al sorridere anche se la situazione è dura, all’accogliere anche se si sta stretti. Il periodo natalizio, poi, è ancora più ricco di festeggiamenti e amore, ogni famiglia con il suo albero addobbato e i cioccolatini da offrire. Il freddo e la miseria, che a prima vista sembrano essere tutto a Sighet, vengono presto oscurati dall’entusiasmo e la voglia di vivere delle persone, che tra una festa, una chiacchierata o più semplicemente una Messa hanno la possibilità di trovare un ambiente disponibile a dare ma soprattutto a ricevere. E come ogni volta, tornando a casa l’unico pensiero è il ritorno in Romania, sulle labbra una delle prime parole che si imparano sul campo: “Multumesc”, grazie. Ilaria Dinale IV Sc. A Secondaria II grado Ritorno a Sighet: un Capodanno un po’ diverso 65 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 66 Hangout Secondaria II grado Roma, 05/10/2013 66 Eravamo in aula cercando di orientarci in una complessa lezione di Latino a ridosso di un compito in classe. Ad un certo punto, nel momento più difficile della spiegazione, sentiamo bussare alla porta e, già innervositi dalla complessità dell'argomento, pensiamo ad una di quelle noiose circolari che, probabilmente, ci faranno solo perdere tempo utile. Stranamente, vediamo la vicepreside alla porta che ci comunica di essere una delle classi scelte per una videoconferenza fra le scuole della Compagnia di Gesù d'Italia e Albania. La reazione iniziale è stato un misto di dubbio e incredulità: i ragazzi informatizzati di oggi, infatti, sanno benissimo quanto sia difficile collegare in rete 7 scuole fra loro. Alla fine della lezione, sono cominciate le discussioni fra noi alunni, c'era chi credeva nel progetto e chi, invece, lo riteneva solo una perdita di tempo. Com’era possibile, infatti, collegare tutte quelle scuole in diretta considerando la velocità media delle connessioni internet in Italia? E anche se ci fossimo riusciti, ci sarebbe stato un silenzio tale fra studenti di scuole diverse e per di più di differente età da permettere di seguire la video conferenza? Questi dubbi ci hanno accompagnato fino al giorno dell'evento, dove abbiamo dovuto prendere atto della decisione della scuola e recarci in chiesa. Alcuni problemi audiovisivi, effettivamente, ci sono stati. Fortunatamente, il volenteroso staff tecnico è riuscito a risolverli e la conferenza, nonostante l'incredulità di tutti, è iniziata. Indubbio è stato, invece, l'interesse di noi alunni nel confrontarci con altre realtà scolastiche simili alla nostra. È subito emerso che gli Istituti dei Gesuiti non sono fra loro così diverse. Ovviamente, le strutture, i luoghi, le persone cambiano, ma c'è uno spirito che ci accomuna: non studiare solo per noi stessi, ma anche e soprattutto per essere un domani utile agli altri. Non vogliamo solo essere uomini competenti, ma anche coscienziosi, compassionevoli e testimoni della nostra fede, vissuta nella giustizia, nel servizio e nel rispetto del creato. È questo che ci fa sentire tutti parte di una stessa, grande famiglia; con la missione di portare al mondo qualcosa di buono. Parliamo con i nostri compagni in missione in Romania guidati da Padre Massimo Nevola e notiamo i sorrisi negli Il Massimo 1/2014 24-01-2014 occhi non solo nei bambini che aiutiamo, ma ancor di più in quelli di chi gli aiuta. Parliamo, infatti, di ragazzi che hanno lasciato per un periodo il loro collegio per andare ad aiutare gratuitamente chi, magari, non ha mai avuto il privilegio di ricevere istruzione alcuna. Questi ragazzi ci ricordano come la missione è una parte importantissima della nostra istruzione e ci raccontano quanto abbiano imparato da questo mondo così diverso dal nostro. Successivamente, ricordiamo il discorso di papa Francesco rivolto a noi 11:57 Pagina 67 studenti degli Istituti dei Gesuiti e ci commuoviamo riguardando i bellissimi momenti trascorsi insieme. Ripensiamo all'importanza di essere magnanimi, avere un animo grande. Questa è la cosa più importante che dobbiamo imparare, l'Italiano, la Matematica, il Latino, vengono dopo. È così che ci salutiamo reciprocamente, pensando quanto sia importante confrontarci fra noi di tanto in tanto, anche se questo comporta perdere importanti ore di lezione. Luca Britos, II Scientifico B La biblioteca d'istituto, tra tradizione e novità Le biblioteche rappresentano da sempre un incredibile segno di civiltà, fosse anche solo perché conservano i testi scritti, preziose testimonianze di emozioni e pensieri raccolti nel corso della storia dell'uomo. Allo stesso tempo molte di esse hanno imparato ad apprezzare la tecnologia, mettendo a disposizione risorse provenienti da tutto il mondo e garantendo e promuovendo l'uso di materiale online. Come molti di voi sapranno, da poco tempo all'interno della nostra scuola è Il Massimo 1/2014 stata riaperta la biblioteca d'istituto, un ulteriore servizio a disposizione degli studenti che conferma gli standard di eccellenza del Massimo. La struttura si presenta come un ambiente caloroso ed accogliente, dove poter studiare, anche in gruppo, o semplicemente coltivare i propri interessi, avendo a disposizione libri, enciclopedie, riviste e quotidiani di testate nazionali e internazionali, in formato cartaceo e/o digitale. La biblioteca offre, oltre alla consultazione in loco, la possibilità di prende- Secondaria II grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 67 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Secondaria II grado re in prestito alcuni volumi, garantisce supporto nelle ricerche per mezzo di un servizio di reference e l'utilizzo di internet, conserva e documenta la storia della Compagnia di Gesù attraverso un prezioso fondo antico. Trovare il tempo per frequentare una biblioteca in una società come la nostra, dove ogni giornata é scandita da ritmi frenetici, non è obiettivamente facile e a volte ci manca la motivazione per farlo, perché in fondo interpretiamo questo luogo come un posto noioso. Esso, infatti, nel nostro immaginario é associato prevalentemente allo studio o all'approfondimento di argomenti molto specifici. 68 Pagina 68 Non sempre, però, é così: la biblioteca del Massimo, la nostra biblioteca, é, infatti, un posto speciale, dove poter coltivare i propri interessi, avendo a disposizione materiale che ci piacerebbe consultare, ma che non sempre abbiamo o sappiamo usare. É un luogo dove sentirsi a casa propria, uno spazio dedicato esclusivamente a noi ragazzi, in cui concedersi qualche momento di relax, in compagnia del prezioso mondo delle parole e del silenzio. È un luogo vivo, dove incontrarsi per confrontarsi o magari per studiare collaborando. Perché non approfittarne? Luca Britos, IIB Sc. 16-23 Novembre 2013 Roma-Madrid Scambio culturale con la scuola Nuestra Señora del Recuerdo di Madrid Il Massimo 1/2014 24-01-2014 L'esperienza dello scambio culturale con gli studenti di Madrid è stata fantastica. Ci ha permesso di immergerci nella realtà di vita quotidiana spagnola grazie alle famiglie che ci hanno ospitato come se fossimo loro figli. E' stata un'ottima occasione per parlare Spagnolo, trascorrere del tempo in serenità con i nostri amici e professori ma soprattutto per fare nuove amicizie con i ragazzi spagnoli che ci hanno aiutato a 11:57 Pagina 69 apprendere nuove tradizioni e costumi di un paese diverso dal nostro! Non sono mancate inoltre le visite nei luoghi più turistici di Madrid e negli stupendi musei di fama internazionale come per esempio il Museo del Prado. In questa settimana parte fondamentale la svolge la cultura e la lingua ma anche lo spazio al divertimento è garantito ! Emily Cafazzo, III B Sc Il prossimo mese, dal 7 al 15 febbraio 2014, gli studenti spagnoli saranno a Roma ospiti delle famiglie degli alunni dell’Istituto Massimo. Il Massimo 1/2014 Secondaria II grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 69 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:57 Pagina 70 Secondaria II grado Un fine settimana diverso dagli altri Il 22 Novembre 2013 un piccolo gruppo di ragazzi, accompagnati dal professor Catalioto, da Padre Massimo Nevola e da alcuni ex-alunni, è partito per Torino per vivere un'esperienza nuova: la Lega Missionaria Studenti ha invitato studenti e docenti a partecipare ad un convegno sul tema "Abbattere i muri e costruire ponti",tenuto al Sermig di Torino. E' stata un'esperienza profonda, per certi versi complessa, un'esperienza di quelle che lasciano il segno nell'animo delle persone che l'hanno vissuta. Sono stati tre giorni intensi in cui si è parlato di molte attività volte ad aiutare il prossimo, a cui spesso nella vita quotidiana non si pensa, perchè ognuno di noi è preso dalla soluzione di “banali” problemi personali che ci portano a dimenticare che ci sono persone che ogni giorno lottano per la sopravvivenza e per ottenere quelle cose che a noi sembrano scontate: il diritto alla salute, il diritto all'istruzione, il diritto di vivere un'esistenza più che dignitosa. Attraverso testimonianze di ragazzi che hanno raccontato le loro esperienze nelle case-famiglia in Perù, in Romania, in Africa, si sono potuti trattare temi difficili come la povertà, il concetto di giustizia e la solidarietà, sempre meno presenti nella società contemporanea. Per questo penso che ognuno di noi dovrebbe porsi la domanda di cosa si può fare, nel concreto, per costruire un mondo che sia per tutti migliore. A volte basta solo un sorriso.... Rilevante è stata la partecipazione di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig di Torino, che attraverso la sua vita ha dimostrato cosa significa vivere per il prossimo, cosa significa aiutare chi ci è vicino nei momenti più difficili. Alla fine di questa avventura i ragazzi, i professori e gli altri partecipanti al convegno si sono proposti di rincontrarsi tra qualche mese per una nuova avventura sull'impronta di quella appena vissuta. Il prossimo appuntamento sarà dal 24 al 27 aprile ad Assisi. Roberto Olivieri, 5B Classico I docenti accompagnatori il prof. Catalioto e Padre Nevola 70 Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:58 Pagina 71 Secondaria II grado Disegno di Ebe scultura realizzata da Antonio Canova nel 1813 Il Massimo 1/2014 71 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:58 Pagina 72 Secondaria II grado Il Ratto di Proserpina: marmo o vera carne? 72 Estasi. Rimanere a bocca aperta alla visione di mani che affondano nella carne in una presa forte e serrata, di sguardi espressivi e di intensa tragicità,in riccioli chiari e definiti mossi dall’aria. Estasi. Come poter non rimanere lì, estasiati, di fronte al capolavoro del Bernini “il ratto di Proserpina”, per ore, a contemplare quella naturalezza, quella perfezione di gesti e movimenti, di volti tanto espressivi da farti percepire la natura e lo smarrimento di Proserpina o la brama incontrollabile di Plutone? Proserpina ha paura, vuole scappare e fuggire, nel suo muoversi irrefrenabile la veste scivola dolcemente via sul corpo, si dimena per potersi liberare da quelle grandi e robuste mani di Plutone che però affondano delicatamente nella gamba e nel fianco di Proserpina. Tanto reale da sembrare vera carne, e ci viene voglia di toccarla,di godere anche noi della sua morbidezza e femminilità, di poter constatare con mano che si tratti veramente di una statua in marmo o non sia invece pura illusione. I riccioli sono liberi nell’aria e seguono il soffio del vento che li spinge indietro trasmettendo l’impeto e il dinamismo dell’azione. Proserpina è una donna spaventata. Lo dicono i suoi occhi fissi e sconvolti nel vuoto e la sua bocca socchiusa che ci fa sentire il suo urlo sommesso. Plutone è, invece, dominato dalla brama più imminente,vuole possedere questa donna, niente lo sconforta, nemmeno la spinta violenta della mano di Proserpina sul suo volto. I piedi sono ben piantati sul terreno: la preda è stata catturata e ormai nulla potrà impedire la conquista. Non solo critici, esperti o appassionati d’arte, ma chiunque si trovi ad avere la grande fortuna di poter osservare le opere del Bernini al Museo di Villa Borghese non potrà non rimanere colpito e catturato dal vortice passionale che sprigiona dalla sua bravura. Le sue opere? Una scuola, perché ci permettono di apprendere tutti gli elementi tipici del Barocco. Un gioco, perché in ogni suo lavoro sono nascosti dei particolari tutti da scoprire, come la verruca sulla schiena del dio nel caso del ratto di Proserpina. Un sogno, perché tutti noi vorremo aver la fortuna di possedere una dote tanto grande da far commuovere chi ne osserva i frutti. Un ‘opera che può e soprattutto deve essere guardata e ammirata con “tutti i cinque sensi”. Federica Corbo V cl A G.L. Bernini, Ratto di Proserpina, 1621-22, Galleria Borghese, Roma Particolare Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:58 Pagina 73 Un giorno, in un’ora di supplenza, fatta a studenti dell’ultimo anno che sono lì da te per approfondire materie diverse, fai un incontro che non ti aspetti. “Prof ho delle difficoltà nella risoluzione di questo problema di trigonometria …” Nei giorni successivi c’è un’altra di queste ore e la conoscenza comincia a crescere e scopro le esperienze che ha fatto Vittoria e le sue aspirazioni. Allora, è stato spontaneo chiederle se le avesse fatto piacere condividere con altri queste sue esperienze attraverso un articolo da pubblicare sulla nostra rivista. Ho ricevuto questo “pacchetto” regalo proprio l’ultimo giorno prima delle vacanze di Natale ma credo che sia un regalo per tutti noi. Grazie Vittoria. Prof Cirillo Il livello di alfabetizzazione è alto, ma qual è il vero livello di istruzione? Oggigiorno stiamo assistendo in Italia ad una vera e propria decadenza del sistema scolastico: assenza di meritocrazia, molte infrastrutture pubbliche non sono idonee ad accogliere studenti e insegnanti per la continua mancanza di fondi, il livello di preparazione degli studenti è disomogeneo, c’è una disorganizzazione da parte della maggior parte del corpo didattico, troppa focalizzazione sul livello teorico e poco sul pratico, eccessiva durata del percorso scolastico. La continua ondata di riforme in più non ha portato a nessun tipo di risultati, anzi non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Ci siamo accorti che il vecchio metodo di istruzione non riesce più a preparare adeguatamente le generazioni future per affrontare la realtà globalizzata del nostro secoIl Massimo 1/2014 lo. Purtroppo però non stiamo facendo altro che continuare a rimandare una serie di problemi appartenenti ad una delle strutture più importanti dell’intero apparato statale, perché ci ostiniamo a cercare di rispondere a domande appoggiandoci ad un percorso che era stato creato per rispondere ad altro tipo di domande. La prima domanda che ci poniamo è di carattere economico: ci si chiede quale possa essere il modo migliore per far trovare alle generazioni future il loro posto nell’ economia del XXI secolo. La seconda è invece di carattere culturale: emerge il bisogno di dover trasmettere nei ragazzi un senso di identità per mantenere viva la comunità e trasmettere il patrimonio culturale mentre siamo parte di un processo di globalizzazione. Infatti l’ attuale sistema educativo era stato progettato e pensato per un’ epoca diversa sviluppatasi durante l’illuminismo e nelle circostanze economiche della rivoluzione industriale. Allora non esisteva l’idea di scuola pubblica, pagata con le tasse e obbligatoria per tutti, gratis per chi la riceveva. Fu una trovata rivoluzionaria. Si giunse così ad un’ organizzazione scolastica creata da un imperativo economico di quell’epoca e da un modello cognitivo illuministico secondo cui l’intelligenza, basata sul ragionamento deduttivo e sulla conoscenza dei classici, doveva sviluppare un’abilità di tipo accademico. Ma ora, con quale coraggio pensiamo di poter andare incontro ad un tale cambiamento di tale imponenza cercando di difendere a tutti i costi un sistema che viene riconosciuto non più sufficiente, aggrappandoci semplicemente ad una vecchia gloria e dando la colpa agli ultimi arrivati (le nuove generazioni). Bisogna che si capisca che è molto, ma molto più difficile, rimanere e Secondaria II grado Il Livello di istruzione 73 Secondaria II grado Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 74 24-01-2014 11:58 difendere la propria zona di comfort, combattendo ogni tipo di cambiamento invece di andare incontro al semplice corso della storia. Nel XXI secolo le persone non hanno più bisogno affrontare un percorso educativo che le porti a dei prodotti “di fabbrica” standardizzati e conformati. Fin da bambini ci dividono in gruppi per età, pochi insegnanti sono in grado di mantenere all’interno delle classi un ruolo di leader e quasi nessuno ci stimola mai attraverso la leva del piacere, cosa che nei paesi anglosassoni fanno, perché crediamo fermamente che la via del dolore sia quella più efficace: lo è, ma a breve. Anche i docenti però vengono a loro volta stimolati dall’alto da leve di dolore, provocando in alcuni disinteresse e disimpegno nei confronti della scuola. Le lingue non sono studiate adeguatamente, i programmi suddivisi male. Viene uccisa la straordinaria e diversificata capacità creativa dell’ uomo, un talento naturale che ci appartiene fin dalla nascita, un talento che viene distrutto e sprecato senza pietà quando sappiamo benissimo che l’intelligenza è varia e dinamica e distinta. Insegniamo a far dissipare un dono naturale: quello dell’improvvisazione quando si sbaglia. Ma purtroppo ci fanno stigmatizzare gli errori ed essi diventano la cosa che più temiamo al mondo: ossia la cosa che di più sbagliato possiamo fare; alienando poi fin da subito gli alunni che crediamo essere incapaci di stare al passo con il gruppo, danneggiamo milioni di studenti, i quali finiscono molto spesso per sentirsi esclusi e non abbastanza all’altezza dei normali standard richiesti, facendo accrescere in questo modo un rifiuto e disprezzo per tutta la struttura e sovrastruttura, così all’interno di questo sistema molte tra le menti brillanti pensano di non esserlo perché giudicate secondo questa visione: ciò è quello che è rimasto nei geni dell’istruzione pubblica che, sia ieri che oggi, ha diviso e divide le persone in accademici e non accade- Pagina 74 mici, ossia genio e non genio. Il nostro attuale metodo educativo fa vivere a molti studenti la scuola come se fossero anestetizzati; e se ci pensate bene, qual è uno dei bracci più in crisi della nostra società? L’ arte. Essa è una delle principali vittime, e, guarda caso, è un braccio che si focalizza sull’ esperienza estetica di tutti i sensi che stanno operando al massimo nel momento in cui sei presente e totalmente vivo. Se riuscissimo quindi ad andare nella direzione opposta? Ossia se riuscissimo a creare un sistema scolastico dove le classi non siano suddivise per età ma per le abilità dei singoli, in questo modo gli studenti crescerebbero e imparerebbero in un ambiente composto totalmente da propri veri pari, dove viene concessa la possibilità di sbagliare e anche di essere il primo dei peggiori, e passare all’ultimo dei migliori, di apprendere tecniche che favoriscono l’apprendimento ( come la lettura veloce, introdotta nel sistema americano dal presidente Kennedy), inserire la meritocrazia, quindi premiare sia allievi che insegnati. Se ci si concentrasse anche sullo studio del pensiero divergente, ossia la capacità essenziale per la creatività, quindi allenare la mente a vedere molteplici risposte alla medesima domanda e a sviluppare nello studente la collaborazione, che è un elemento fondamentale della crescita, senza atomizzarlo. Si dovrebbe quindi adottare una nuova concezione di ecologia umana nella quale ricominciare a costruire la nostra concezione di della ricchezza della capacità umane. Stiamo vivendo in un’ epoca in cui bisogna concentrarsi sulla crescita e formazione del singolo facilitando la crescita e la formazione della collettività. I nostri bisogni sono diversi da quelli di una volta e, si deve tenere presente che l’educazione ha il compito di preparare chi viene educato ad affrontare un qualsiasi futuro incerto. Vittoria Cutellé, 5 B Cl Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:58 Pagina 75 Ex alunni Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:58 Pagina 76 Il basket all'Istituto Massimiliano Massimo LA CRONACA Il giorno 16 ottobre 2012 si sono riuniti a Castel Gandolfo i maturati del 1962 per festeggiare i 50 anni. La partecipazione è stata coronata dalla presenza di Padre Sabino Maffeo il nostro professore di Fisica. Ex alunni EX MASSIMO 76 Quando nel 1887 il Padre Massimiliano Massimo, gesuita, ricostruì da una villa di proprietà della sua principesca famiglia l’Istituto scolastico che prese il suo nome, non poteva immaginare che il cortile di quel palazzo era nelle sue dimensioni un perfetto campo di pallacanestro.Ancor oggi quel cortile è ben visibile,con le sue possenti colonne di granito,all’interno del Museo di Palazzo Massimo a Piazza dei Cinquecento, la recente destinazione dell’Istituto divenuto un importantissimo polo museale archeologico dell’arte di Roma Antica. Era poi ancor più inimmaginabile a quei tempi che circa ottantanni dopo, nel 1950, sarebbe nata una squadra di pallacanestro e che proprio in quel cortile avrebbe mosso i suoi primi passi.La squadra, con i colori sociali nero-verde, nacque come sezione sportiva dell’Associazione Ex Alunni del Massimo, prendendone appunto il nome ,abbreviato per la stampa e per gli addetti ai lavori in Ex Massimo. I giocatori erano rigorosamente ex alunni o alunni dell’Istituto o solo negli anni successivi arrivarono i primi inserimenti di giocatori di provenienza esterna quando la squadra si trovò a competere nei campionati nazionali. È a dir poco sorprendente che nella stagione 1962-63,appena dodici anni dall’inizio della sua attività in Prima Divisione Laziale, l’Ex Massimo ha raggiunto il livello più alto partecipando al Campionato Italiano di Prima Serie, come era chiamata l’attuale Serie A. Evento straordinario perché fu l’unica volta che Roma ebbe tre squadre nella massima serie: la Stella Azzurra, la Lazio Migas ed appunto l’Ex Massimo. Solo Bologna negli anni cinquanta aveva avuto in cinque campionati tre squadre cittadine e mai più dopo il caso di Roma si è verificato questo evento in tutta la storia del basket italiano. Torniamo ai tempi eroici, ai campi all’aperto, alle pallonesse di cuoio non dimenticando che quei cortili e quegli oratori, almeno fino agli anni sessanta, sono state la grande fucina della maggior parte dei campioni del nostro sport, diventando vere e proprie scuole fondative: Milano, Cantù, Trieste, Gorizia, Venezia, Bologna, Pesaro, Livorno, Roma. Nel 1950-51 l’Ex Massimo affronta il campionato di 1° Divisione Laziale sotto la guida dell’indimenticato Vittorio Gonzalez, arriva terza dopo la Stella Azzurra, battuta però in un confronto diretto e la Lazio. Nella stagione successiva, il 1951-52, ci si iscrive alla Serie C, l’allenatore è Federico Marietti, il risultato è deludente,ma si verifica una svolta fondamentale per la storia seguente della società: arriva accanto alla squadra un giovanissimo Claudio Coccia che sarà il massimo esponente dirigenziale e il grande trascinatore dell’Ex Massimo, fino alla sua nomina di Presidente della F.I.P. Intanto un altro grandissimo, Giancarlo Asteo,che gioca nell’A.S. Roma, in Il Massimo 1/2014 24-01-2014 quel famoso cortile sta facendo crescere una nidiata di allievi, tra i quali spiccano Antonello (Nenne) Galli e Maurizio Fontana, che costituiranno il nucleo dei futuri successi. Nel 1952-53 un’altra svolta importante con l’arrivo in panchina di Mario Positano, giocatore della gloriosa Ginnastica Roma,che rifonda tecnicamente la compagine senza però arrivare alla vittoria del girone, che invece arride alla Stella Azzurra che da qui inizierà il suo volo in campo nazionale. Nel successivo campionato 1953-54 l’Ex Massimo arriva seconda e s’impongono due giocatori: il top scorer Ernesto Hausmann ed Enrico Orlando, un pivot “sopra due metri” rarissimi in quegli anni. Nel frattempo i promettenti allievi di Asteo mantengono le promesse e da juniores, stavolta allenati da Positano, arrivano terzi alle finali nazionali dopo aver purtroppo affrontato nella partita iniziale i vincitori della Ginnastica Triestina, guidati da Gianfranco Pieri, il futuro play maker del Simmenthal e della Nazionale. Nel 1954-55 si lascia il cortile del Massimo, utilizzato peraltro dagli junio- 11:58 Pagina 77 res e dagli allievi, e si gioca nella palestra del Foro Italico. S’innestano sul tronco della prima squadra gli juniores più forti e si arriva al concentramento finale grazie alla vittoria del girone dopo un epico spareggio con un tempo supplementare con il CUS Roma di Gonzalez e Cannone. L’Ex Massimo vince sia il concentramento delle semifinali contro la Rosetana,la Virtus Imola ed il Cus Perugia sia quello finale con Cus Pisa,Cus Messina e Don Bosco Trieste. È Campione Nazionale di Serie C e viene promosso nella Serie superiore. Campionato di Serie B nel 1955-56: si vince il girone eliminatorio con otto squadre ed una sola sconfitta. L’Ex Massimo è primo anche nel girone finale dove batte la Stamura di Ancona,la Tosi di Legnano e la Libertas Taranto.I giocatori più rappresentativi sono Nenne Galli,il top scorer con 19 punti medi a partita,Maurizio Fontana con 14 ed Enrico Orlando con 12. Per il secondo anno consecutivo si ottiene un successo in campionato nazionale. Claudio Coccia lascia ufficialmente la presidenza ma resta come detto la vera anima della società. Premio Massimo 2013 Ricordi, commozione e festa per la serata di consegna del premio Massimo. Tanti ex alunni per un evento che quest'anno ha voluto attribuire il riconoscimento a padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica. A consegnare la targa è stato il presidente Paolo Gaudenzi insieme ad un folto gruppo di ex premi Massimo come Luigi Abete, Steffan De Mistura, Giancarlo Abete, Giuseppe Accorinti e Leonardo Becchetti. Padre Spadaro ha ricordato i suoi anni all'Istituto Massimo come un periodo intenso, importante e "formativo" a Il Massimo 1/2014 contatto continuo con i ragazzi con i quali realizzò il laboratorio Bomba Carta. E tra il pubblico a cena anche tanti di quei liceali che studiarono con Spadaro. Sperimentazione, innovazione, idee, passione per l'esperienza di formazione al Massimo che si concretizzò anche nella realizzazione di un'antologia per i licei. E padre Spadaro, commosso, ha ripercorso e riannodato il filo dei ricordi al presente, alle grandi novità che stanno cambiando il nostro mondo e anche alla figura di Papa Francesco che ha intervistato proprio per Civiltà Cattolica. Un discorso a tutto tondo calato nella Ex alunni Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 77 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 11:58 Pagina 78 complessita dei tempi che viviamo concluso con un'affermazione che tutti abbiamo annotato nelle nostre menti. " I problemi non esistono - ha affermato Padre Spadaro - sono sfide". Il premio al merito educativo è stato attribuito a Livia De Dominicis, vice rettore dell'Istituto Massimo, ed il premio al merito sportivo e stato assegnato ex aequo a Luca Bergamini e Raffaele Formicola. Natalia Encolpio Massimo Spadaro Ex alunni Massimo premio Educativo 78 Massimo premio Sportivo In Togo la scuola "P. Giuseppe Giannella s.j." Il Coro Polifonico Già-Quinto fu costituito nel 1982 da un gruppo di amici tutti appartenuti al gruppo scout Roma V dell'Istituto Massimo. La direzione fu proposta a Padre Giuseppe Giannella S.J. che, oltre che essere stato per alcuni insegnante di lettere al liceo, da sempre aveva guidato il coro del Reparto. Egli, con grande entusiasmo accettò l'invito nonostante l'età ormai avanzata. Il Padre Giannella guidò il Coro per quasi dieci anni, lasciando il testimone ad Alessandro Ilardi che era stato Suo allievo sia nella scuola che nell'educa- zione musicale. Il coro Già-Quinto (che si è esibito anche durante un Premio Massimo) desiderando ricordare con affetto e riconoscenza la figura del proprio direttore/fondatore, il Coro ha deciso di impegnarsi per realizzare un grande progetto: costruire in Togo la scuola "P. Giuseppe Giannella s.j." Circa due anni fa, in occasione di un concerto di beneficienza, il Coro conobbe Suor Justine Fagbedji una suora canossiana togolese, infermiera ostetrica Il Massimo 1/2014 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 Pagina 79 avvicendati per prestare la propria opera, chi svolgendoci la propria professione di medico, chi aiutando nella conduzione e l'assistenza. Ora è sorta la necessità di una scuola nella quale.con l'aiuto di insegnanti volontari, raccogliere, oltre ai bimbi della casa, anche quelli dei villaggi vicini per i quali l'unica scuola esistente è distante oltre dieci chilometri. Ad oggi i lavori della "casa famiglia" e della scuola, denominata "ECOLE PADRE GIUSEPPE GIANNELLA", sono terminati, grazie anche e soprattutto al sostegno del Coro Polifonico Già Quinto che ha fornito i fondi per poter mandare avanti i lavori. Le cose da fare sono ancora tantissime e altrettante sono le difficoltà per realizzarle, ma crediamo fortemente nell’ambizioso progetto di questa suora e al buon cuore di tutti coloro che vorranno aiutarci a sostenerlo. Ex alunni nell'ospedale di Datcha, che si trovava in Italia in cerca di aiuti finanziari. La suora vive in un villaggio chiamato Avetè; le capitò un giorno di trovarsi, alla porta di casa, una coppia di gemellini, maschio e femmina denutriti e abbandonati perché la madre era deceduta subito dopo il parto. Justine, con grande forza d'animo e spirito cristiano, accolse i neonati affidandoli alle cure del fratello, della cognata e di tutto il suo villaggio. Successivamente, al presentarsi di innumerevoli altri casi di bimbi abbandonati, di bisognosi, di madri sole ecc., suor Justine decide di lasciare il suo lavoro in ospedale per dedicarsi completamente ad un progetto ambizioso: costruire sul terreno della propria famiglia una Casa per accogliere bimbi orfani, abbandonati. La costruzione della Casa Famiglia è stata portata faticosamente a termine e vari membri del coro si sono 11:58 Il Massimo 1/2014 79 Vita del Massimo 15- copia:01Cultura 24-01-2014 13:14 Pagina 80 VISITE GUIDATE PER L'ASSOCIAZIONE EX ALUNNI MASSIMO Anche quest'anno si ripetono le visite guidate per scoprire le bellezze di Roma. A guidarci alla scoperta di questi affascinanti itinerari sarà Sara Procaccia. Ecco il calendario. – Sabato 22 febbraio h. 9.30 (appuntamento a P.za S. Cecilia di fronte all’entrata del Giardino della Basilica) Passeggiata n. 2 – Affreschi del Cavallini, S. Crisogono e S.M. in Trastevere Gli affreschi sono del convento e le suore richiedono una libera offerta, minimo € 2.50, ciascuno. – Sabato 29 marzo h. 9.30 (appuntamento Villa Farnesina) Passeggiata n. 1 – Villa Farnesina, passeggiata in via Giulia concludendo con palazzo Farnese (giro esterno). Ex alunni – Sabato 26 aprile h. 9,30 (appuntamento S. Luigi dei Francesi); proseguimento per p.za Navona, la Fontana dei Fiumi e la Chiesa di S. Agnese in Agone. Passeggiata n. 1 – Caravaggio, Bernini e Borromini. 80 Nuovi nati: Lorenzo 18/5/2013 Da mamma e papà massimini Francesca Catoni Paolo Carbone Durante il congresso a Medellin, in agosto, Natalia Encolpio, vice presidente degli ex alunni del Massimo, è stata nominata consigliere europeo dell'Unione Mondiale degli Ex Alunni dei Gesuiti. Tornati alla casa del Padre: - FRANCO PESCI (maturità 1951) - ADRIANO NUNES (maturità 1954) - GUIDO MARTINI (maturità 1956) Il Massimo 1/2014