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PEPE VITTORIO (1863-1943) Musicista
PERSONAGGI ILLUSTRI IN TERRA D’ABRUZZO PEPE VITTORIO (1863-1943) Musicista Nato nel 1863 da una famiglia benestante della vecchia Pescara, Vittorio Pepe fu coetaneo e compagno d’infanzia di D’Annunzio. A dodici anni si trasferì a Napoli per studiare pianoforte presso il Conservatorio di San Pietro a Maiella. Come maestri ebbe grandi musicisti dell’epoca: per il pianoforte Costantino Palumbo, che seguiva il metodo di Sigismund Thalberg, per la composizione Nicola D’Arienzo e Paolo Serrao per la direzione d’orchestra. Si diplomò nel 1885. A darci notizie del periodo dei suoi studi e della sua prima attività artistica è stato il poeta ed amico Gabriele D’Annunzio. Da lui sappiamo che l’attività di quegli anni giovanili portò Pepe a comporre una berceuse (ninnananna) per voce di contralto e pianoforte, la Gavotta del re Luigi di Baviera, sei rondeaux per contralto e pianoforte, alcune sinfonie e sonate per pianoforte. Partecipò ad un concorso per opera lirica, che rimase l’unico esperimento in questo campo, classificandosi nono. Sempre D’annunzio dava notizia della partecipazione, intorno al 1887, del musicista al “cenacolo” di Francavilla, dove ebbe occasione di conoscere un altro grande musicista abruzzese, Francesco Paolo Tosti (cfr. sezione Personaggi), ed altri grandi artisti. A Francavilla si rafforzò il legame con D’Annunzio che da Pepe prese lezioni di musica. L’intenzione di Pepe di musicare dei versi del poeta non trovò mai concreta realizzazione. PEPE VITTORIO (1863-1943) - Musicista PERSONAGGI ILLUSTRI IN TERRA D’ABRUZZO A quest’esperienza seguì un breve e poco documentato soggiorno a Milano dove ebbe rapporti con la casa editrice Ricordi, che pubblicò le sue prime composizioni tra cui la Berceuse ed altre opere giovanili come la Zingaresca, definita dal musicista e musicologo Antonio Piovano “un vero capolavoro musicale e pianistico” e Duetto d’Amore. Qui rimase pochi mesi intrattenendo rapporti con l’ambiente musicale milanese senza mai entrarne a far parte completamente e preferendo tornare a Pescara, probabilmente per motivi familiari. Il ritorno in Abruzzo segnò la definitiva rottura con Ricordi, mentre Pepe cominciò ad intessere rapporti con altre case editrici, e il passaggio ad una stagione più modesta. Per necessità cominciò a limitare la sua attività di compositore e di concertista per dedicarsi all’insegnamento di armonia, pianoforte, composizione e contrappunto sia a Francavilla che a Chieti. Fu un docente preparato e severo, ed anche molto amato e stimato dai suoi stessi allievi. Tra questi alcuni divennero musicisti noti come Michele Muzii e Cristo Sorrentino. Nel frattempo continuò a comporre musica ma con qualche differenza rispetto al periodo giovanile. Abbandonò le sinfonie e la musica da camera per dedicarsi a composizioni più modeste e più consone all’ambiente in cui operava; la maggior parte della sua produzione in quegli anni è legata alla musica per banda che fu particolarmente apprezzata all’epoca tanto che tutte le bande inserivano almeno un suo pezzo nel loro repertorio. Una delle composizioni di maggior successo fu La Polka del Fezio di cui oggi non abbiamo lo spartito ma solo notizie indirette dal giornale di Chieti “Il Fezio” che commissionò quell’opera. Di tutta la produzione attualmente restano solo tre pezzi: Pescarina, una mazurca, Defilè alla Pineta, una marcia e Sempre carina, una polca. Anche se non arrivati a noi, sappiamo che egli compose molti ballabili, come mazurche, polche e tango. Ricordiamo tra questi: Fox trot sensuale e L’One step della nostalgia. Più vicine alla musica da camera sono altri valzer e mazurche come Abruzzo forte e gentile e Posillipo e Mergellina. Il pianoforte restava lo strumento da lui prediletto come testimonia la produzione dei primi anni del PEPE VITTORIO (1863-1943) - Musicista PERSONAGGI ILLUSTRI IN TERRA D’ABRUZZO secolo: La valse des bebès, Autumnalia op. 50, Arabesca op. 54, a cui fa seguito negli anni Venti una gavotta per pianoforte Al Corfinio di A. Barattucci. Per pianoforte aveva composto nel 1897 Il Natale abruzzese, un poema composto da otto bozzetti pianistici, che rimane una delle migliori composizioni di Pepe. Esula dalla categoria dei ballabili l’Inno a S. Cetteo, patrono della città di Pescara, che ben rappresenta il suo forte attaccamento all’Abruzzo e a Pescara e Preghiera, composizione per voce di soprano o di tenore, con cui musica il 33° canto del Paradiso di Dante nella parte relativa all’Inno alla Vergine di San Bernardo. Un altro genere di composizione comprende le musiche pubblicitarie, scritte su commissione, che, per la fama del musicista, avevano un grande valore pubblicitario per le aziende committenti. Con l’arrivo degli anni Trenta iniziò per Pepe un periodo di grandi difficoltà economiche unite ad un declino sul piano musicale; la sua musica era considerata sorpassata e i suoi ballabili non venivano più eseguiti. È del 1937 una lettera inviata al vecchio amico D’Annunzio, in cui Pepe chiese un aiuto economico e che rimase inascoltata. Al 1943 risale l’ultima composizione che rappresenta il suo testamento musicale: Julia, una marcia militare. Morì sotto il bombardamento dell’8 dicembre 1943. PEPE VITTORIO (1863-1943) - Musicista PERSONAGGI ILLUSTRI IN TERRA D’ABRUZZO Bibliografia essenziale • Tommaso Ciampella, Vittorio Pepe, musicista abruzzese, in “Rivista Abruzzese”, XV, nn. 1-2, 1962, pp. 16-23. • Antonio Piovano, Vittorio Pepe Strauss d’Abruzzo, Pescara, Tipografia Modernografico, 1964. • Giuseppina Giovannelli, Vittorio Pepe detto “Lo Strauss d’Abruzzo”, Pescara, Edizioni II Camoscio, 1985. • Mario Quinto Lupinetti, Vittorio Pepe: la vita e l’arte, in Omaggio a Vittorio Pepe, Pescara, Rotary Club Pescara Ovest, 2004, pp. VI-XL. PEPE VITTORIO (1863-1943) - Musicista