Studio De Miranda Associati: Cinquant`anni di progetti in acciaio
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Studio De Miranda Associati: Cinquant`anni di progetti in acciaio
1. Quali sono secondo lei i vantaggi dell’impiego dell’acciaio e per quale motivo lo ha impiegato o lo impiegherebbe nei suoi progetti? Le costruzioni in acciaio negli anni ’50 erano poco conosciute in Italia quando ho cominciato a lavorare dopo la laurea. L’università aveva una matrice culturale fondata prevalentemente sul cemento armato, e lasciava poco spazio alle applicazioni di materiali diversi. Il mio percorso invece, lungo e ricco di esperienze nel settore dell’ingegneria, mi ha permesso di avvicinarmi alle costruzioni in acciaio grazie a una prima esperienza fatta nei primi anni 50 presso una società americana, la Caltex Petroleum, che costruiva e gestiva impianti di raffinazione in molte parti del mondo. Dall’esperienza presso di loro ho cominciato ad appassionarmi alle costruzioni a struttura d’acciaio, ed in particolare a studiare più a fondo il connubio tra strutture in cls e acciaio. Fin dal 1955 ho potuto pertanto dare un forte contributo allo sviluppo in Italia alle strutture composte acciaio-calcestruzzo, soprattutto nel campo dei ponti, avendo negli anni 1957-1967 diretto l’Ufficio Tecnico di una delle maggiori società italiane di carpenteria metallica, (la C.M.F Costruzioni Metalliche Finsider S.p.A., consociata dal 1962 al 1967 con l’American Bridge del Gruppo USS International), contribuendo allo studio, allo sviluppo ed al progresso delle costruzioni in acciaio in Italia. 2. Può fare un esempio concreto evidenziandone le specificità in un progetto? In un contesto come quello italiano, caratterizzato dall’impiego privilegiato del calcestruzzo, come vede il confronto tra strutture metalliche e strutture in cls? Come vede l’impiego di tecnologie miste acciaio/calcestruzzo? Ha qualche esempio a riguardo? Negli anni 1959/1962 ho progettato i primi grandi viadotti autostradali a struttura d’acciaio (Coretta, Macinaie, Poggio Palina) della Autostrada del Sole e ho successivamente partecipato con pieno successo a numerosi Concorsi Nazionali ed Internazionali di progettazione di ponti, cui ebbe concreto seguito, la loro realizzazione. Tra essi deve registrarsi anche un progetto che elaborai nel 1970 come coprogettista del Gruppo Lambertini al Concorso Internazionale di idee per il Ponte sullo Stretto di Messina, progetto che non ebbe un concreto seguito, ma soltanto un primo premio ex-aequo. Presto ho valutato come la soluzione migliore nella impostazione tipologica strutturale, fosse l’integrazione dei due materiali acciaio e calcestruzzo, in modo da ottimizzare le prestazioni di entrambi. Ma in tale ottica, uno degli aspetti che mi preme maggiormen1 COSTRUZIONI METALLICHE GEN FEB 09 Studio De Miranda Associati: Cinquant’anni di progetti in acciaio Intervista al prof. Fabrizio De Miranda I PROTAGONISTI Una vasta esperienza caratterizza lo Studio che, dai primi ponti italiani a struttura composta acciaio-calcestruzzo fino ai moderni ponti strallati, sviluppa la cultura dell’acciaio nel solco della continuità e dell’innovazione. Ingrid Paoletti te sottolineare è che l’ingegnere strutturista dovrebbe conoscere non soltanto il materiale che impiega prevalentemente nei suoi progetti, ma anche conoscere a fondo tutti gli altri sistemi costruttivi in modo da avere una ampia conoscenza degli elementi strutturali che integrano generalmente ogni progetto. Nello specifico deve avere notevoli conoscenze di geotecnica, della tecnologia dei materiali da costruzione e delle relative tecniche di realizzazione, e deve perciò possedere un’ampia cultura tecnica in generale, in modo da poter anche raffrontare soluzioni diverse in relazione ai costi, fattore sempre importante per il successo di una soluzione rispetto a un’altra; in tal senso l’impiego razionale dell’acciaio spesso offre un contributo determinante. 3. L’uso di questo materiale presenta ancora alcuni ostacoli a livello normativo (antincendio per esempio) come è possibile impiegarlo vantaggiosamente ottemperando allo stesso tempo alla cogenza normativa? Ha già avuto esperienze a riguardo? Il ponte sullo stretto di Rande, in Spagna 83 Le strutture dell’eliporto sopraelevato del Lingotto a Torino Ponte sull’Arno presso l’Indiano (Firenze) Le strutture in acciaio a vista della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, realizzata nel 1981 Il tema normativo è sempre stato uno dei più delicati e importanti nell’ambito delle costruzioni in acciaio; oggi tuttavia si sono fatti grandi passi avanti con le Euronorme che consentono di utilizzare i materiali strutturali in modo corretto e razionale. E anche in questo caso si può notare che l’unione tra l’acciaio e il calcestruzzo, in cui il primo è il materiale strutturale principale e il secondo costituisce elemento di protezione e di integrazione della capacità portante, può risultare proficuo; le colonne in acciaio riempite o completate col calcestruzzo hanno maggiore resistenza al fuoco e maggiore resistenza e rigidezza di colonne in solo acciaio. 84 4. Esistono dunque dei vantaggi per il committente da evidenziare nella scelta delle alternative? Può fare degli esempi di suoi progetti? I committenti a volte sono culturalmente un po’ unilaterali nell’indirizzo delle loro preferenze, ma spesso ho anche recepito dagli stessi committenti la piena apertura a esaminare soluzioni innovative, e per questo non ho mai finito di essere loro grato per avermi consentito di elaborare soluzioni nuove e feconde proprio con l’impiego razionale dell’acciaio nelle costruzioni, un confronto aperto e stimolante che ha reso la mia continua ricerca puntuale, quanto esigente. Riguardo ai progetti, è difficile in questa sede sintetizzare o scegliere tra alcune centinaia di differenti opere strutturali, ognuna delle quali avrebbe una sua storia da raccontare. Tuttavia, selezionando, mi piace ricordare anzitutto il ponte strallato stradale e ferroviario sul fiume Paranà de Las Palmas, e successivamente il suo quasi gemello ponte sul fiume Paranà Guazù, ponti del sistema Ferrovial della Vialidad Argentina realizzati nei primi anni 70. Ed ancora, a ruota, il ponte sull’Arno presso l’Indiano , a Firenze, che già allora, nel 1976, mostrava come un ponte strallato potesse rappresentare, oltre che un’opera d’attraversamento, anche un segno architettonico significativo. Anche il ponte sullo stretto di Rande delle “Autopistas del Atlantico”, realizzato in Galizia presso Vigo negli anni 73÷78, con la sua campata centrale di 400 m e la grande snellezza del suo impalcato fu allora uno dei maggiori ponti strallati in Europa, ed aprì la strada ai moderni ponti strallati di grande luce. Ma anche il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, elaborato nel 1969 e presentato nel 1970 al Concorso Internazionale di Idee per l’attraversamento stabile stradale e ferroviario dello Stretto di Messina, dimostrava come un ponte strallato potesse superare agevolmente la luce di 1000 m, e come il ponte strallato potesse risultare più conveniente del ponte sospeso anche nel campo delle grandi luci (fino ai 2000 m). 1 COSTRUZIONI METALLICHE GEN FEB 09 In quel progetto, ed anche nella sua riedizione nel 1980, si dimostrò la fattibilità e l’economicità di una soluzione strallata con campata centrale di 1800 m. E forse, se allora si fosse percorsa questa strada, oggi il ponte si Messina sarebbe già realizzato, e con un costo inferiore alla metà di quello successivamente elaborato con una luce di 3300 m. Comunque oggi lo Studio De Miranda Associati, da me fondato e che opera da oltre quarant’anni, continua a realizzare progetti e a dirigere costruzioni di ponti e strutture sotto la guida di mio figlio Mario e di sua moglie Elena Gnecchi Ruscone. Tra i lavori più interessanti e delicati ricordiamo l’ingegneria di costruzione sviluppata per la realizzazione del ponte sullo Storebaelt in Danimarca. Tra le opere più recenti realizzate in acciaio possiamo anche ricordare le strutture dell’eliporto sopraelevato del Lingotto a Torino, la nuova Fiera di Pordenone, le strutture del ponte strallato del Porto Commerciale di Venezia, il ponte sulla A22 a Lavis presso Trento, il ponte ad arco di Verbania, o il ponte strallato sul fiume Higuamo nella Repubblica Dominicana e tanti altri realizzati in Sud America. 5. Il vostro studio è noto per l’ingegnerizzazione di progetti complessi, questa tendenza architettonica potrebbe favorire l’impiego dell’acciaio? Su quale versante specifico (soluzione costruttiva, grandi luci, …)? A mio parere, come dice il filosofo napoletano Gian Battista Vico, esistono molti corsi e ricorsi storici, e i periodi in cui l’architettura si è caricata di un senso effimero sono stati molti. Credo tuttavia che la crisi del mercato che si affaccia in questi prossimi anni possa in qualche misura ridimensionare questo eccesso di formalismo, spesso associato all’impiego irrazionale dei materiali, che ha caratterizzato gli ultimi 15 anni. Un altro tema molto in voga è quello della sostenibilità, e l’acciaio è certamente un 1 COSTRUZIONI METALLICHE GEN FEB 09 La volta in acciaio della nuova Fiera di Pordenone Il terzo ponte sul San Bernardino, a Verbania Il nuovo ponte strallato sul rio Higuamo, nella Repubblica Dominicana 85 materiale sostenibile in quanto è recuperabile. In realtà costruire in modo sostenibile significa soprattutto fare un buon uso della materia prima, ovvero realizzare le opere utilizzando nel migliore dei modi l’acciaio realmente necessario evitando sprechi di materiale, e quindi sia di materia prima che di energia per produrlo e per lavorarlo, cosa che in una progettazione consapevole non dovrebbe mai mancare. 6. L’impiego dell’acciaio presuppone Fabrizio de Miranda, nato a Napoli nel 1926, è un ingegnere progettista di ponti e strutture. Ha introdotto in Italia fin dai primi anni ’50 le strutture composte acciaio-calcestruzzo soprattutto nel campo dei ponti ed ha progettato i primi viadotti autostradali a struttura composta acciaiocalcestruzzo soprattutto nel campo dei ponti: ha progettato i primi ponti italiani in sistema misto acciaio-calcestruzzo, stradali nel 1958 e ferroviari nel 1963 nonché i primi ponti ferroviari a composizione saldata, nel 1960. Ha progettato, negli stessi anni, i primi viadotti autostradali con struttura d’acciaio in Italia, sulla Autostrada del Sole.” È stato tra i fondatori del CTA-Collegio dei Tecnici dell’Acciaio, di cui è stato presidente negli anni 70. Ha vinto, come progettista nel Gruppo Lambertini, il primo premio ex aequo al Concorso Internazionale di idee per l’attraversamento stabile stradale e ferroviario dello Stretto di Messina nel 1969. Ha progettato diverse grandi opere tra cui i primi ponti strallati stradali e ferroviari di grande luce al mondo del sistema ferrovial Zarate Brazo Largo sui fiumi Paranà Guazù e Paranà de las Palmas in Argentina (330 m di luce centrale nel 1970-77) e il primo ponte strallato al mondo non auto-ancorato sul fiume Arno a Firenze in località l’Indiano (1972-78) nonché il ponte strallato sullo Stretto di Rande in Spagna che era, all’epo- 86 una conoscenza e padronanza della materia che forse non tutti i progettisti possiedono o vogliono approfondire? Quali metodi di calcolo o software impiegate? I software e i metodi di calcolo sono sicuramente uno strumento di grande utilità ed oggi permettono di anticipare alcuni assetti o soluzioni ottimali. Essi devono tuttavia essere presi con ‘cognizione di causa’, ovvero dopo aver ben fissato le idee sulla base della intuizione, dalle conoscenze scientifi- che e tecniche che caratterizzano il problema, nonché della concreta esperienza, o, in altri termini, in modo critico rispetto agli obiettivi di ogni progetto. Un libro, un po’ datato ma ancora attualissimo, che mi sento di consigliare a chi intraprende la nostra attività, è ‘Costruire correttamente’ di PierLuigi Nervi che con molta umiltà insegnava a rapportarsi con la tecnica senza manierismi ma con un giusto equilibrio tra mezzi e fini dell’architettura. ponti e sulle strutture, si sono formati nel nostro Paese centinaia di valenti ingegneri e architetti. ca della sua costruzione (1973-77), uno dei più grandi ponti strallati al mondo con i suoi 400 m di luce centrale e 2,40 m di altezza di impalcato. È autore di numerose pubblicazioni e libri nel campo delle strutture in acciaio e di ponti, ove detiene cinque brevetti di procedimenti statico-costruttivi. Dal 1965 al 1996 è stato professore di ruolo di Tecnica delle Costruzioni e Costruzioni in Acciaio alle facoltà di Ingegneria e Architettura del Politecnico di Milano, e nei decenni di insegnamento universitario, nonché attraverso i suoi libri e le sue pubblicazioni sui Lo Studio De Miranda Associati opera a Milano dal 1968 nel campo della progettazione di ponti e strutture, oggi sotto la direzione del prof. ing. Mario de Miranda e dal dott. ing. Elena Gnecchi Ruscone, nonché con la preziosa supervisione e consulenza del fondatore prof. ing. Fabrizio de Miranda. In oltre quarant’anni di attività ha realizzato oltre 200 progetti in Europa, America Latina, Asia e Africa, vincendo in tre occasioni il premio ECCS (European Convention for Constructional Steelwork) “ECCS Steel Design Award”, e sperimentando le più ampie e innovative tipologie e tecniche costruttive: dalle strutture per l’edilizia, agli edifici per il culto, dalle grandi strutture per spazi collettivi agli hangar aeroportuali, dai ponti a travata ai ponti ad arco, dai metodi costruttivi industrializzati ai vari speciali di intere travate, dai ponti sospesi ai ponti strallati. In questi anni ha sempre operato ed opera tutt’oggi con l’obbiettivo di mettere a disposizione di Enti Pubblici, Imprese di Costruzione e Società di Carpenteria Metallica la sintesi di tali esperienze coniungandole con costanti elementi di efficienza strutturale, ricerca di qualità formale e innovazione. 1 COSTRUZIONI METALLICHE GEN FEB 09