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Sussidio Peregrinatio Mariana

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Sussidio Peregrinatio Mariana
1
INTRODUZIONE
Parafrasando il titolo della Lettera pastorale per l’anno 2014-2015 del nostro Vescovo Gerardo,
Creati per amore e nati per amare siamo chi-amati a rispondere alla pro-vocazione che Dio
infonde nel nostro cuore. Il modello per eccellenza di tale chi-amata è Maria che in quest’anno
pastorale accompagnerà in modo particolare l’attività evangelizzatrice della Diocesi attraverso la
Peregrinatio Mariana. Anche se questa per alcuni potrebbe sembrare un mero gesto di pietà
popolare, in realtà, come ci insegna Papa Francesco “nella pietà popolare si può cogliere la modalità
in cui la fede ricevuta si è incarnata in una cultura e continua a trasmettersi”. Se purificata da ogni
ritualismo e devozionismo e se si lascia il ruolo di protagonista allo Spirito Santo, “la pietà
popolare” diventa “autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del Popolo di Dio” che
traduce nella propria vita il dono di Dio secondo il proprio genio… Si può dire che con essa “il
popolo evangelizza continuamente sé stesso” (Evangelii Gaudium, [EG] 122-123).
Maria è la donna di fede, che cammina nella fede, e «la sua eccezionale peregrinazione della fede
rappresenta un costante punto di riferimento per la Chiesa». Ella è anche la missionaria che si
avvicina a noi per accompagnarci nella vita, aprendo i cuori alla fede con il suo affetto materno.
Come una vera madre, cammina con noi, combatte con noi, ed effonde incessantemente la
vicinanza dell’amore di Dio (EG, 286). Soltanto in questa accezione trova senso la Peregrinatio che
nel corso dell’anno pastorale 2014-2015 raggiungerà tutte le parrocchie della Diocesi.
Questa occasione di pietà popolare è importante per promuovere una nuova primavera di
evangelizzazione per riannunciare il senso forte della vita come «vocazione», nel suo fondamentale
appello alla santità, ricreando una cultura favorevole alle diverse vocazioni ed atta a promuovere
un vero salto di qualità nella pastorale vocazionale” (Nuove vocazioni per una nuova Europa,
1997, n.10). Se da una parte ha per protagonista lo Spirito, dall’altra è compito urgente della Chiesa,
popolo di Dio. Come scrive Papa Francesco nella Evangelii Gaudium (120. 262): “in virtù del
Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario (cfr Mt
28,19). Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della
sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione …. La nuova evangelizzazione deve implicare un
nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati”. Il cristiano è, dunque, un “evangelizzatore con
Spirito” che significa che prega e lavora.
Per lavorare abbiamo bisogno di strumenti idonei oltre all’arte e alla creatività personale.
Il Sussidio vuole essere un possibile strumento dal quale attingere schemi di preghiera e attività
evangelizzatrici, utilizzabili durante la Peregrinatio e la “settimana vocazionale” che ogni
parrocchia vivrà prima dell’accoglienza della statua della Madonna di Canneto. È un semplice
sussidio, con pregi e limiti che un’opera del genere porta con sé, che ha il compito di lasciare ampio
spazio alla creatività pastorale di ogni Parrocchia senza imporre nulla dall’alto o omologare le varie
realtà diocesane, e, tuttavia, che offre gli elementi rudimentali per quelle Parrocchie che trovassero
difficoltà a reperire materiale per l’animazione pastorale.
Il Sussidio è composto da tre parti:
1. “Rito di accoglienza e congedo dell’immagine della Madonna di Canneto”;
2. “Per un momento di preghiera”;
3. “Catechesi e attività varie”.
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La prima parte, “Rito di accoglienza e Congedo”, è la modalità da attuarsi in tutte le realtà sia per
dare un senso spirituale all’evento sia per esprimere la comunione diocesana tra le parrocchie. È
stata realizzata dall’Ufficio Liturgico diocesano.
La seconda parte contiene preghiere e schemi di preghiera rivolte sia ai singoli che alla Comunità. I
temi delle preghiere sono suddivisi per fasce di età in modo tale da rispettare la sensibilità di
ognuno e provare a coinvolgere tutti (almeno molti!): fanciulli e adolescenti, giovani e fidanzati,
adulti e famiglie.
L’ultima parte, accessoria, è composta da diverse schede che possono essere utili alle comunità
parrocchiali per approfondire alcune tematiche aventi come filo conduttore “la vita come
vocazione”. Anche esse sono suddivise per fasce d’età: fanciulli e adolescenti, giovani e fidanzati,
adulti e famiglie. Particolare attenzione è stata posta alla sotto-parte riguardante i giovani, nella
quale vengono toccati temi quali il discernimento, la vocazione in senso ampio, il senso della vita,
la progettualità della vita alla luce della volontà di Dio, il sacerdozio.
Le schede:
− sono sintetiche e procedono più per input che per esposizioni a punti;
− sono rivolte ad operatori di pastorale (dunque persone mediamente preparate
sull’argomento, persone che magari ne sanno più di noi!);
− solitamente iniziano dalla Parola di Dio o da un’immagine biblica;
− solitamente presentano elementi del Magistero;
− spesso contengono aspetti psico-sociali che si concludono con risvolti pratici nella vita
quotidiana o con suggerimenti concreti comportamentali.
Anche se un testo così composto rischia di non essere un “bel testo” e neppure un testo scorrevole,
tuttavia auspichiamo che possa essere almeno un testo ricco e utile.
Ricordiamo che quanto contenuto nel Sussidio è strutturato per essere usato durante le settimane
preparatorie all’arrivo della statua della Madonna di Canneto in Parrocchia più che durante la
permanenza della stessa.
Durante le settimane preparatorie e durante la permanenza della stessa in parrocchia restano a
disposizione per l’animazione dei momenti di preghiera o delle attività evangelizzatrici il rettore del
Santuario di Canneto, il rettore del Seminario, il direttore del CDV, gli operatori degli Uffici
pastorali diocesani e l’Associazione “Oasi Mariana Betania” di Alvito.
Alla Madre del Vangelo vivente chiediamo che interceda affinché questo invito ad una nuova tappa
dell’evangelizzazione venga accolta da tutta la comunità ecclesiale e porti frutti di vita (EG, 287).
La commissione per la Peregrinatio
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ACCOGLIENZA DELL’IMMAGINE DELLA MADONNA DI CANNETO
CANTO
C: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T: Amen.
C: Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito
Santo, sia con tutti voi.
T: E con il tuo spirito.
C: Il Signore, sull’esempio della Vergine Maria, vi faccia crescere e abbondare nell’amore
reciproco e verso tutti.
T: Renda saldo e irreprensibile il nostro cuore nella santità.
C: Ringraziamo con gioia Dio, fonte di ogni santità, che molte volte e in diversi modi nei tempi
antichi ha parlato per mezzo dei profeti e dei suoi servi, testimoni fedeli della sua Parola...
T: ...e ci ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
C: Nella pienezza dei tempi, Dio ha mandato il suo Figlio, nato dalla Vergine Maria, umile ancella
del Signore, custode fedele della sua Parola, Madre della Chiesa.
T: E il Verbo si fece carne: dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia.
C: Gesù Cristo è il testimone fedele, l’Amen del Padre, il Primo e l’Ultimo, il Vivente, Colui che è,
che era e che viene!
T: A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, a lui la gloria e la
potenza nei secoli dei secoli. Amen!
PREGHIERA (insieme)
Santa Maria, Donna dell’ascolto e grembo della Parola, Vergine Immacolata,
piena di grazia, con il tuo Sì hai risposto all’Amore di Colui che ha
compiuto in te grandi cose: provoca nel cuore dei giovani aneliti implacabili
per più alti ideali, e fa riconoscere la voce inconfondibile, mite e potente, del
tuo Figlio, che ancora oggi sorprende con l’invito: “Vieni e seguimi”!
Santa Maria, nostra Signora di Canneto, Vergine Bruna e Compagna di
viaggio, tu che hai accolto nella tua carne il Verbo di Dio, sciogli le sterili
resistenze alla sequela di Cristo, risolvi gli ingannevoli dubbi, e trasforma
ogni paura nell’ebbrezza di slanci generosi, favorendo ripetute vertigini per
progetti di elevata bellezza.
Santa Maria, Serva dell’Eccomi gratuito e puro, la tua obbedienza non ha
dubitato della fedeltà di Dio: scoraggia ogni calcolo umano con la certezza
di sovrumane ricompense. Dona perseveranza ai chiamati, rafforza in loro il
coraggio per un ideale di vita totalmente consacrato al servizio di Dio e dei
fratelli.
Amen.
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L: Ascoltate la parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca (1, 26–38)
Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome
Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Rallégrati, piena di
grazia: il Signore è con te".
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come
questo. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed
ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà
chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e
regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". Le
rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà
con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed
ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e
questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora
Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". E
l'angelo si allontanò da lei.
(Pausa di silenzio)
C: Preghiamo insieme:
T: Madre e Signora nostra, Vergine dell’Incarnazione, ti ringraziamo per il tuo “sì”.
L: Poiché hai creduto all’amore del Padre, e per questo, dal profondo della tua povertà, fiduciosa in
Colui per il quale nulla è impossibile, hai detto “Sì, io sono la serva del Signore, si faccia di me
secondo la tua parola”.
T: Signora del sì, aiutaci a comprendere la profondità e la maturità del tuo “sì”.
L: Lo Spirito Santo che prese possesso di te, preparò questa risposta.
T: Perciò hai potuto dire sì con tanta libertà interiore, con tanta letizia e generosità, con un vivo
senso di partecipazione al piano della salvezza.
L: Maria, insegnaci a dire quotidianamente sì. Fa’ che oggi torniamo a dire sì, il sì del nostro
Battesimo.
T: Insegnaci a dire sì alla Parola e ai fratelli; a dire sì nella totalità del nostro impegno. A dire di
sì nella vita e nella morte. Amen
C: Maria, ti offriamo questo cero, segno della nostra accoglienza, perché illumini il cammino di
questa comunità, segno della nostra fede e del nostro impegno a credere. Guardiamo a te per
imparare ad avere fiducia in Dio anche nel buio delle difficoltà del nostro quotidiano.
SALVE O REGINA…
CANTO DI ACCOGLIENZA
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CONGEDO DELL’IMMAGINE DELLA MADONNA DI CANNETO
C: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T: Amen.
C: La pace, la carità e la fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo sia con voi.
T: E con il tuo spirito.
C: Preghiamo.
O Dio, sapienza e pietà infinita,
che tanto ami gli uomini da volerli compartecipi con Cristo
del suo eterno disegno di salvezza:
fa’ che riviviamo con Maria la forza vitale della fede,
che ci ha fatti tuoi figli nel battesimo,
e con lei attendiamo l’alba della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.
T: Amen.
L: Ascoltate la parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca (2, 27-33)
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù
per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e
benedisse Dio, dicendo:
"Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele".
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Pausa di silenzio
C: Preghiera litanica
Madre dei viventi,
prega per noi.
Madre dei discepoli,
prega per noi.
Vergine obbediente,
prega per noi.
Vergine offerente,
prega per noi.
Madonna di Canneto,
prega per noi.
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C: Preghiamo insieme:
L: Tu che abiti al riparo dell’Altissimo e dimori all’ombra dell’Onnipotente, di’ al Signore: “Mio
rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido”.
T: Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi.
L: Sulle loro mani ti porteranno, perché non inciampi nella pietra il tuo piede.
T: Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi.
L: Lo salverò, perché a me si è affidato; lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.
T: Mi invocherà e gli darò risposta; presso di lui sarò nella sventura, lo salverò e lo renderò
glorioso.
L: Lo sazierò di lunghi giorni e gli mostrerò la mia salvezza.
T: Gloria al Padre…
C: Maria, ti offriamo il profumo dell’incenso che sale a Dio. Vuole essere il segno della nostra
speranza, che non tramonta mai, del saluto grato per la tua sosta in mezzo a noi e della consegna
alla comunità di………….
AVE MARIA…
PREGHIERA (insieme)
Santa Maria, Donna dell’ascolto e grembo della Parola, Vergine Immacolata,
piena di grazia, con il tuo Sì hai risposto all’Amore di Colui che ha
compiuto in te grandi cose: provoca nel cuore dei giovani aneliti implacabili
per più alti ideali, e fa riconoscere la voce inconfondibile, mite e potente, del
tuo Figlio, che ancora oggi sorprende con l’invito: “Vieni e seguimi”!
Santa Maria, nostra Signora di Canneto, Vergine Bruna e Compagna di
viaggio, tu che hai accolto nella tua carne il Verbo di Dio, sciogli le sterili
resistenze alla sequela di Cristo, risolvi gli ingannevoli dubbi, e trasforma
ogni paura nell’ebrezza di slanci generosi, favorendo ripetute vertigini per
progetti di elevata bellezza.
Santa Maria, Serva dell’Eccomi gratuito e puro, la tua obbedienza non ha
dubitato della fedeltà di Dio: scoraggia ogni calcolo umano con la certezza
di sovrumane ricompense. Dona perseveranza ai chiamati, rafforza in loro il
coraggio per un ideale di vita totalmente consacrato al servizio di Dio e dei
fratelli.
Amen.
CANTO DI SALUTO
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MARIA DONNA ACCOGLIENTE
VEGLIA DI PREGHIERA MARIANA
Guida:ci lasciamo illuminare dalla Parola del Signore e dalla luce del suo Spirito
per divenire, innanzitutto, comunità cristiana che si riunisce per pregare e perché
i giovani possano rispondere alla loro vocazione e donarsi generosamente a
servizio della Chiesa. Lo facciamo guardando alla Vergine Maria, donna che
accoglie il dono e non lo tiene per sé, ma lo condivide al mondo.
“Ogni chiamato che eleva lo sguardo a Maria, trova in essa un modello perfetto
nel conoscere il disegno di Dio; nel porsi con animo risoluto a seguire il Signore
secondo la sua volontà; nell’accettare con umiltà e gioia i sacrifici che comporta
questa sua scelta di servizio e di amore”.
(S. Giovanni Paolo II)
CANTO D’INVOCAZIONE ALLO SPIRITO
Celebrante: Il Signore, sull’esempio della Vergine Maria, vi faccia crescere e
abbondare nell’amore reciproco e verso tutti.
Tutti: Renda saldo e irreprensibile il nostro cuore nella santità.
La chiamata
Dal vangelo secondo Luca (1,26-38)
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della
Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine che si chiamava Maria. Entrando
da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole
ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo
le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e
chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo
padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà
fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua
ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e
chiamato Figlio di Dio. Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del
Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.
“Maria è colei che portò Gesù fisicamente nel mondo, colei che forma e alimenta il
Cristo mistico: la Chiesa. Ella è la vera apostola con Gesù Cristo e in dipendenza
da Gesù Cristo.
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Quando il cuore è afflitto, quando la mente è turbata, quando ci assale la
tentazione, quando ci sembra essere smarriti, di non trovare più la via giusta e
quasi ci sembra che anche il Cielo sia oscurato, allora chiamiamo Maria. E
speriamo”.
Beato Don Giacomo Alberione
Guida: Anche oggi, il Signore pone a fianco di chi cerca la propria vocazione
persone che aiutino a cogliere i segni dello Spirito per comprendere il misterioso
progetto di Dio.
La Chiesa diviene così il “luogo” dell’accoglienza e della risposta.
Accogliere il dono
Dal vangelo secondo Luca (1,39-46)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in
fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu
fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre
del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai
miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei
che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore». Maria disse:
CANTO: MAGNIFICAT
“Santa Maria, donna accogliente, aiutaci ad accogliere la Parola nell’ intimo del
cuore. A capire, cioè, come hai saputo fare tu le irruzioni di Dio nella nostra vita.
Egli non bussa alla porta per intimarci lo sfratto, ma per riempire di luce la
nostra solitudine. Lo sappiamo è la paura del nuovo a renderci spesso inospitali
nei confronti del Signore che viene. I cambiamenti spesso ci danno fastidio. E
siccome lui scombina sempre i nostri pensieri, le nostre certezze, ogni volta che
sentiamo i suoi passi evitiamo di incontrarlo, nascondendoci dietro la siepe come
Adamo tra gli alberi dell’ Eden.
Facci comprendere che Dio, se ci guasta i progetti, non ci rovina la festa; se
disturba i nostri sonni, non ci toglie la pace. E una volta che l’ avremo accolto nel
cuore, anche il nostro corpo brillerà della sua luce”.
Don Tonino Bello
Gesto: Ci si reca all’altare per il bacio al Vangelo quale segno di accoglienza della
Parola di Dio per divenire anche noi come Maria, annunciatori presso il
nostro prossimo.
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Dal messaggio di S. Giovanni Paolo II per la 41ª Giornata Mondiale di
Preghiera per le vocazioni
“Auspico di cuore che si intensifichi sempre più la preghiera per le vocazioni.
Preghiera che sia adorazione del mistero di Dio e ringraziamento per le “grandi
cose” che Egli ha compiuto e non cessa di realizzare, nonostante la debolezza
degli uomini. Preghiera contemplativa, pervasa di stupore e di gratitudine per il
dono delle vocazioni.
Al centro di tutte le iniziative di preghiera sta l’ Eucaristia.
Possano tutte le comunità cristiane diventare “autentiche scuole di preghiera”,
dove si prega perché non manchino operai nel vasto campo di lavoro apostolico”.
CANTO
Silenzio di interiorizzazione
(eventualmente) Testimonianze vocazionali
CANTO
Guida: Siamo consapevoli di essere alla presenza del Signore Gesù per
ringraziarlo del dono grande di ogni vocazione e perché possa orientare tanti
giovani che ora vivono il momento della loro scelta di vita.
Celebrante: Gesù, Buon Pastore, suscita in tutte le comunità parrocchiali,
sacerdoti,diaconi, religiosi e religiose, laici consacrati e missionari, secondo le
necessità del mondo intero, che tu ami e vuoi salvare. Ti affidiamo in particolare
la nostra comunità, crea in noi un clima spirituale dei primi cristiani, perché
possiamo essere un cenacolo di preghiera in amorosa accoglienza dello Spirito
Santo e dei suoi doni.
Rit. (cantato) :Solo tu sei il mio pastore, niente mai mi mancherà
solo tu sei il mio pastore, o Signore, o Signore.
- Assisti i nostri sacerdoti e tutte le persone consacrate. Rit.
- Guida i passi di coloro che hanno accolto generosamente la tua chiamata e si
preparano agli ordini sacri o alla professione dei consigli evangelici. Rit.
- Volgi il tuo sguardo d’amore verso tanti giovani ben disposti e chiamali alla tua
sequela. Aiutali a comprendere che solo in te possono realizzare pienamente
se stessi. Rit.
- Guarda gli sposi della nostra parrocchia: si aprano con gioia ad accogliere la
vita e, con la testimonianza del loro amore fedele, siano i primi animatori
vocazionali dei figli. Rit..
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Tutti: O Gesù, divino pastore delle anime, che hai chiamato gli apostoli per farne
pescatori di uomini, attira ancora a te anime ardenti e generose di giovani, per
renderli tuoi seguaci e ministri; rendili partecipi della tua sete universale di
redenzione, per la quale rinnovi ogni giorno il tuo sacrificio. Tu, o Signore, sempre
vivo a intercedere per noi, dischiudi gli orizzonti del mondo intero, ove il muto
supplicare di tanti fratelli chiede luce di verità e calore di amore; affinché
rispondendo alla tua chiamata prolunghino quaggiù la tua missione, edifichino il
tuo Corpo mistico, che è la Chiesa, e siano sale del mondo e luce della terra.
(Paolo VI)
Celebrante: Nell’affidare questi grandi interessi del tuo Cuore alla potente
intercessione di Maria, madre e modello di tutte le vocazioni, ti supplichiamo, di
sostenere la nostra fede nella certezza che il Padre esaudirà ciò che tu stesso hai
comandato di chiedere.
Tutti: Amen
Padre Nostro (in canto)
Celebrante: Il Signore ravvivi il dono che è in noi e ci conceda uno spirito di
forza, amore, sapienza e comunione.
Tutti: Amen
Celebrante: Benediciamo il Signore.
Tutti: Rendiamo grazie a Dio.
CANTO FINALE
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CON IL CUORE ED IL PENSIERO RIVOLTI A GESÙ E A MARIA
(Momento di preghiera per bambini, ragazzi e genitori)
Quando tutti sono giunti in Chiesa,
ci si dispone seduti davanti l’immagine di Maria.
Il sacerdote inizia il momento di preghiera:
Sac: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.
Sac: Il Signore nato dalla Vergine Maria, sia con tutti voi.
Tutti: E con il tuo spirito.
Poi il sacerdote introduce il momento di preghiera…
Accensione delle candele
A questo punto, cinque bambini a nome di tutti, leggono le intenzioni di preghiera e pongono ai piedi
di Maria la candela accesa, simbolo dell’impegno che hanno letto.
Il sacerdote introduce questo momento con le parole:
Sac: Carissimi bambini e bambine, carissimi genitori, a questo punto del nostro
momento di preghiera, vogliamo impegnarci perché la crescita di ciascuno di voi,
sia simile a quella di Gesù, il Figlio di Maria, che nella sua vita, ha operato amore
e misericordia. La candela accesa sia simbolo della nostra offerta che poniamo ai
piedi di Maria, affinché aiuti ciascuno di noi in una crescita santa e virtuosa.
Il primo bambino o bambina legge la prima intenzione.
1. Accensione della prima candela
Bambino/a:
Questa prima candela, Maria, è la luce della speranza che tu accendi nel cuore di
ognuno di noi. Tu ci dici che un giorno questa terra diventerà un giardino di pace
e di fraternità e ci inviti fin da ora, fin da piccoli, a fare anche noi la nostra parte.
(Un bambino o bambina pone ai piedi della statua la prima candela accesa)
2. Accensione della seconda candela
Bambino/a:
Questa seconda candela, Maria, è la luce del nostro ascolto. Tu ci parli e ti rivolgi
a noi e ci raggiungi con la tenerezza di Madre, nei diversi momenti della giornata.
Noi vogliamo aprirti il nostro cuore per accogliere con gioia e con impegno la
parola che tu vorrai posare nel nostro cuore.
(Un bambino o bambina pone ai piedi della statua la seconda candela accesa)
3. Accensione della terza candela
Bambino/a.
Questa terza candela, Maria, è la luce della nostra gioia. Tu sei sempre accanto a
noi e questo ci rende sicuri. Sappiamo di essere amati e accolti sempre dal tuo
cuore di mamma. Per questo vogliamo offrire a tutti la luce del tuo sorriso, il
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calore della parole che fanno bene al cuore e gesti di amore e di bontà.
(Un bambino o bambina pone ai piedi della statua la terza candela accesa)
4. Accensione della quarta candela
Bambino/a:
Questa quarta candela, Maria, è la luce della nostra fede. Tu ci sei vicina ed oggi
noi vogliamo incontrarti. Nulla da quando tu sei la nostra mamma celeste è più
come prima: la tua luce ora è entrata nel nostro cuore. Noi bambini e bambine ti
doniamo quello che abbiamo di più prezioso: la nostra vita, il nostro tempo,
perché il tuo amore di madre, porti frutti abbondanti di amore e di pace.
(Un bambino o bambina pone ai piedi della statua la quarta candela accesa)
5. Accensione della quinta candela
Una mamma:
Questa quinta candela, Maria, è la luce del nostro impegno di mamme. Resta
sempre acanto a noi, o Vergine Maria, aiutaci nel delicato compito di crescere i
nostri piccoli con lo stesso amore e la stesa dedizione che hai avuto tu. Guarda
con occhi di Madre questi figli che noi oggi affidiamo alla tua protezione, perché
possano crescere in età, sapienza e grazia, come tu hai cresciuto Gesù tuo Figlio e
nostro Signore.
Tutti: Amen.
(La mamma pone la quinta candela accesa ai piedi della statua di Maria)
Professione di fede in Gesù e in Maria
Ora i piccoli professano la loro voglia di crescere uniti nell’amore
a Gesù e a Maria, la sua e nostra madre,
che sempre si prende cura dei suoi figli
Sac: Carissimi, bambini e bambine, dovete ora manifestare la vostra fede in
Gesù, che ama ciascuno di noi e manifestare il vostro affetto e il vostro
affidamento a Maria, sua madre, ma anche la nostra madre celeste, che sempre si
prende cura dei suoi figli e vuole che noi impariamo ad amarci gli uni gli altri,
proprio come fece Gesù suo figlio durante la sua vita.
Vi chiedo allora:
•
Siete disposti a crescere in santità e docilità ai comandamenti di Gesù,
rispettando la sua legge di amore che chiama ciascuno di noi a volerci bene gli
uni gli altri?
Tutti: Si, lo vogliamo.
•
Volete impegnarvi crescendo, a portare a compimento nella vostra vita, il progetto
di amore che Dio ha su ciascuno di voi?
Tutti: Si, lo vogliamo.
•
Siete disposti a riconoscere nel Figlio di Maria, il Signore che ci ha creati e ad
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offrire per lui la vostra vita, il vostro cuore, specialmente il periodo che state
vivendo della vostra fanciullezza?
Tutti: Si, lo vogliamo.
•
Volete impegnarvi nella vostra crescita a fuggire il peccato, il male e l’egoismo per
seguire la strada che Gesù con il suo amore, la sua misericordia e la sua bontà,
ha tracciato per noi?
Tutti: Si, lo vogliamo.
Il sacerdote conclude le intenzioni
Sac: Questi sono i vostri impegni. Siate sempre fedeli alla volontà di seguire il
Signore e l’intercessione di Maria, nostra Madre, ottenga a noi e ai nostri cari le
grazie spirituali e materiali che ci occorrono, specialmente la fede, la speranza e
la carità. Per Cristo nostro Signore.
Tutti: Amen.
Attività
A questo punto viene consegnato ai bambini e alle bambine un foglio con una matita dove scrivono
la loro intenzione di preghiera o un desiderio, da presentare a Maria… il foglio viene arrotolato e
custodito…servirà poi alla fine della preghiera.
Preghiera di affidamento dei bambini a Maria
A questo punto 6 tra bambini e bambine leggono la seguente preghiera con la quale affidano la loro
vita nella mani della Madonna,
perché li sostenga nella loro crescita.
1) Maria, noi ti conosciamo
sei piccola e semplice,
eppure sei grande come il cielo.
2) Maria, in te Dio si è fatto la casa,
in te è venuto ad abitare il cielo.
3) Maria, sei la Mamma di Gesù.
Grazie a te il Cielo è sceso sulla terra.
4) Maria, ti vogliamo bene
e ti preghiamo con tutto il cuore.
5) Maria, Gesù viene ancora,
ma ha bisogno del nostro cuore per trovare
una casa.
6) Maria, aiutaci a dire anche noi "eccomi!",
per diventare come te la casa di Dio.
Tutti: Ci affidiamo a te, che sei la nostra mamma del cielo, tu guarda e
sostieni ciascuno di noi.
Amen.
17
Affidamento dei figli a Maria
A questo punto anche i genitori presenti, rivolgono a Maria
la loro preghiera di affidamento.
Genitori: Maria, desideriamo imparare da te a rispondere alla nostra vocazione di
genitori. Per questo affidiamo al tuo Cuore immacolato i nostri figli: la loro vita, il
loro presente, il loro avvenire. Tu che sei Madre dolce e forte e modello di vita
cristiana, proteggi e difendi da ogni male i nostri figli; aiutali a crescere
nell'amicizia con Gesù e a scoprire gradualmente la loro vocazione e missione nel
mondo e nella Chiesa. Concedi a noi di essere testimoni coerenti e gioiosi della
nostra fede in ogni circostanza della vita. Con la tua intercessione, ottienici la
grazia di camminare insieme nell'amore e di ritrovarci uniti un giorno nella gioia
eterna del Cielo.
Tutti: Amen.
Preghiera dei figli per i genitori
Ora invece sono i figli presenti che leggono la preghiera di intercessione per i loro genitori.
Tutti i bambini/e presenti: 0 Dio, che hai dato il comando di onorare il padre e
la madre, ascolta con benevolenza la preghiera che ti rivolgiamo per i nostri
genitori. Concedi a loro lunghi giorni sulla terra e conservali nella salute del corpo
e dello spirito. Benedici le loro fatiche e le loro iniziative, rendi loro il di più per
quello che fanno per noi, ispira in loro l'amore e la pratica della tua santa legge, e
fa' che un giorno, noi posiamo essere il loro sostegno e il loro conforto, così che,
dopo avere goduto del loro affetto sulla terra, abbiano la gioia di vivere
eternamente con essi nel Cielo.
Tutti: Amen.
Il momento di preghiera sta per concludersi. Vengono legate a due palloncini le letterine con su
scritta la preghiera a Maria. Ci si sposta fuori della Chiesa e, dopo una breve presentazione del
sacerdote, si lasciano volare i palloncini in alto nel cielo
.
18
VEGLIA CON MARIA
Maria cammina con noi
Maria,
la donna
che ha camminato
nel buio,
la pellegrina
della fede,
to
che ha accolto
e custodito la Parola,
cammina con noi...
Canto
G. + Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Maria è la donna che ha camminato nel buio, il buio della fede
Non è stato facile seguire Gesù, esserne madre e discepola, capire
capir le sue parole, i
suoi gesti, gli avvenimenti della sua vita.
Non è stato facile rinunciare ai propri schemi mentali, alle proprie conclusioni
logiche.
“Le mie vie non sono le vostre vie” dice il Signore. E Maria sceglie di fidarsi: pur
senza capire, si abbandona
bbandona a Dio.
Maria serba tutti gli eventi della sua vita nel suo cuore, non fa giudizi affrettati:
lascia che sia Dio a dare loro un senso, soprattutto a quegli eventi sconcertanti
che lei non capisce.
Ad esempio, quando smarrisce Gesù dodicenne al Tempio,
Tempio, Maria e Giuseppe lo
cercano per tre giorni pieni di angoscia, e quando finalmente lo trovano restano
sbalorditi dalle sue parole.
Dal Vangelo secondo Luca (2,46-51)
(2,46
"Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li
ascoltava
tava li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la
19
sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse:
«Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed
egli risposte: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose
del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole.
Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre
serbava tutte queste cose nel suo cuore"
Per riflettere…
Cosa spinge Maria a fidarsi? Cosa la guida nel cammino buio della fede?
«Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore»: MARIA
FIDA DELLA PAROLA DI DIO.
SI
Maria ha sperimentato la tenerezza di Dio e ricorda le parole dell’angelo: «Non
temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio».
La parola di Dio è la luce che illumina i suoi momenti di buio, il calore che le dà
gioia anche nella tristezza e nella sofferenza, la serenità quando l’angoscia stringe
alla gola e i dubbi assalgono e sembra che non ci sia via d’uscita, la forza quando
la stanchezza pesa.
Maria ha sete di Dio... per questo cammina anche nel buio. Ha sete dell’Amore.
Anche ai piedi della croce, Maria è lì, non fugge, ma si abbandona a Dio, si
abbandona all’Amore, perché sa che l’Amore è fedele.
Breve pausa di silenzio
Rit.
Di notte andremo
di notte a ritrovar la fonte,
solo la sete c’illumina, solo la sete c’illumina.
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
Rit.
Di notte andremo
di notte a ritrovar la fonte,
solo la sete c’illumina, solo la sete c’illumina.
La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
20
Volgiti a me e abbi misericordia,
te che sei giusto per chi ama il tuo nome.
Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
Fa’ risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti. (Salmo 118)
Rit.
Di notte andremo
di notte a ritrovar la fonte,
solo la sete c’illumina, solo la sete c’illumina.
Questa sera chiediamo a Maria che ci prenda per mano e ci conduca, attraverso
la nostra vita, a volte buia, a riscoprire la presenza di Dio nella nostra storia e a
riconoscere i suoi passi attraverso gli eventi della nostra vita.
Lei ci insegni, questa sera, ad ascoltare la Parola di Dio, a lasciarci illuminare da
quella parola. È Dio che parla al nostro cuore!
Ascoltiamo.
Dal Libro del profeta Isaia (43, 1-5)
"Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe,
che ti ha plasmato, o Israele:
«Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,
i fiumi non ti sommergeranno;
se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai,
la fiamma non ti potrà bruciare;
poiché io sono il Signore tuo Dio,
il Santo di Israele, il tuo salvatore.
Perché tu sei prezioso ai miei occhi,
perché sei degno di stima e io ti amo.
Non temere, perché io sono con te»."
Rit.
Niente ti turbi, niente ti spaventi,
chi ha Dio niente gli manca.
Niente ti turbi, niente ti spaventi solo Dio basta
(Dal Libro del profeta Isaia 49, 14-16)
"Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
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il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se queste donne si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.
Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani.
Rit.
Niente ti turbi, niente ti spaventi,
chi ha Dio niente gli manca.
Niente ti turbi, niente ti spaventi solo Dio basta
E la cosa incredibile è che Maria, questa giovane donna di Nazareth, così
semplice e eppure così straordinaria, è nostra madre!
Infatti, è Gesù stesso che dalla croce ce l’ha donata come madre e noi a pieno
titolo possiamo chiamarla “mamma”, proprio come l’ha chiamata lui.
Che lo vogliamo o no, che lo sappiamo o no, che ci crediamo o no, Maria è nostra
madre e si prende cura di noi, perché lei ha preso sul serio le parole di Gesù che,
indicando ciascuno di noi, le dice: «Donna ecco il tuo figlio».
Anche se noi siamo indifferenti, anche se siamo lontani, anche se siamo
totalmente immersi nel peccato, Maria è madre!
Ascoltiamo la Parola di Dio
Dal Vangelo secondo Giovanni (19, 25-27)
"Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di
Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il
discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al
discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua
casa."
Per qualcuno queste parole del Vangelo sono diventate realtà, si sono realizzate
nella sua vita e la sua vita è cambiata.
Ascoltiamo la sua TESTIMONIANZA.
Canto
22
Anche per noi questa parola del Vangelo «Figlio, ecco la tua madre» si può
realizzare. Gesù ci dona sua madre come dono d’amore perché ci conduca ad una
intimità più grande con lui, ma poi ci lascia liberi di accogliere il dono. Se noi
apriamo le porte del cuore a questa madre, anche per noi da oggi la vita può
cambiare.
Preghiera di affidamento a Maria
O Maria, tu sei stata giovane come me.
Aperta e disponibile al progetto di Dio,
hai creduto al suo amore e ti sei fidata di Lui.
Voglio oggi consegnarti tutto ciò che ho,
tutto ciò che amo, tutto ciò che sono:
il mio corpo, il mio cuore, la mia mente,
per fare come te della mia vita un dono
Aiutami a comprendere la volontà di Dio su di me.
Concedimi di scoprire la mia vocazione cristiana
e di avere il coraggio di vivere
e testimoniare il Vangelo nel quotidiano.
Cammina accanto a me sempre.
Amen.
G. + Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
Amen
23
VEGLIA MARIANA PER ADOLESCENTI
MARIA: UN CUORE CHE PREGA
Guida: C’è un fatto che nella vita della Madonna ha un’importanza fondamentale, perché è una
realtà continua dello Spirito: la Madonna pregava, la Madonna impersona la preghiera della Chiesa,
la preghiera della Sposa innamorata di Dio, la preghiera della Contemplativa che si perde nel
Signore andando oltre ogni confine terreno e dilagando nell’eternità. Che peccato non sapere come
pregava Maria! Di preghiere della Madonna ne conosciamo una sola, il “Magnificat”: è la preghiera
del contemplativo, del discepolo di Gesù, dell’amico di Cristo. Pregare per glorificare Dio, per
proclamare la sua gloria e la sua misericordia, per inebriarci della sua beatitudine, per anticipare il
cielo. La preghiera non è tanto un insieme di pratiche di pietà ma è una dimensione vitale dello
spirito, è il respiro dell’anima, è il palpito del cuore. La continuità del respiro e del palpito esprime
bene come il cristiano debba pregare: non fare la preghiera, ma “essere preghiera”.
Canto: Giovane Donna
Giovane Donna, attesa dell’umanità:
un desiderio d’amore e pura libertà.
Il Dio lontano è qui vicino a te,
voce e silenzio, annuncio di novità.
Ave, Maria. Ave, Maria.
Dio t’ha prescelta qual madre piena di bellezza
e il suo amore t’avvolgerà con la sua ombra.
Grembo per Dio venuto sulla terra
tu sarai madre di un uomo nuovo.
Ecco l’ancella che vive della tua parola,
libero il cuore perché l’amore trovi casa.
Ora l’attesa è densa di preghiera
e l’uomo nuovo è qui, in mezzo a noi.
Cel.: O Padre di misericordia, e datore di ogni bene, noi ti ringraziamo perché, dalla nostra stirpe
umana, hai eletto la beata Vergine Maria ad essere Madre del Figlio tuo fatto uomo.
1º Lettore: Ti ringraziamo perché l’hai preservata da ogni peccato, l’hai riempita di ogni dono di
grazia, l’hai congiunta all’opera di redenzione del tuo Figlio e l’hai assunta in anima e corpo in
cielo.
2º Lettore: Ti ringraziamo perché in lei hai realizzato l’ideale evangelico di santità, l’hai costituita
modello e immagine purissima della Chiesa, e l’hai data a noi come madre e regina, come
avvocata, rifugio e consolazione.
24
MARIA: UN CUORE CHE ASCOLTA
Guida: Il Vangelo, apparentemente, della preghiera di Maria dice quasi nulla: dice la sua fedeltà
alle prescrizioni della legge, che è certo un atto di culto e di preghiera, ma la preghiera come respiro
della vita, come impegno permanente, sembra non apparire. Ma non è così. C’è un riferimento
evangelico che ci permette di intravedere la ricchezza della preghiera di Maria ed è l’affermazione:
“ Maria, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Si trattava dei misteri della vita di
Gesù, delle cose che si dicevano e che accadevano riguardo al Figlio suo e la Madonna ascolta, è
attenta ai segni, riflette, medita e contempla.
Anche noi, come lei, predisponiamo il nostro cuore all’ascolto della Parola.
Alleluia
DAL VANGELO SECONDO LUCA ( Lc. 8, 19-21)
“In quel tempo andarono a trovare Gesù sua madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a
causa della folla. Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano
vederti". Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e
la mettono in pratica”.
Riflessione del celebrante
OFFERTA DELL’INCENSO
Cel.: O Padre di misericordia, e datore di ogni bene, noi ti ringraziamo perché, dalla nostra stirpe
umana, hai eletto la beata Vergine Maria ad essere Madre del Figlio tuo fatto uomo.
1º Lettore: Ti ringraziamo perché l’hai preservata da ogni peccato, l’hai riempita di ogni dono di
grazia, l’hai congiunta all’opera di redenzione del tuo Figlio e l’hai assunta in anima e corpo in
cielo.
CANTO…
2º Lettore: Ti ringraziamo perché in lei hai realizzato l’ideale evangelico di santità, l’hai costituita
modello e immagine purissima della Chiesa, e l’hai data a noi come madre e regina, come avvocata,
rifugio e consolazione.
Canto…
Tutti: Ti preghiamo, per sua intercessione, di poter realizzare la nostra vocazione cristiana, di
crescere ogni giorno nel tuo amore e di venire con lei a godere per sempre nel tuo regno beato.
Amen.
CANTO
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Te al centro del mio cuore
Ho bisogno d’incontrarti nel mio cuore,
di trovare te, di stare insieme a te:
unico riferimento del mio andare,
unica ragione tu, unico sostegno tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo tu.
Anche il cielo gira intorno e non ha pace,
ma c’è un punto fermo, è quella stella là.
La stella polare è fissa ed è la sola,
la stella polare tu, la stella sicura tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo tu.
Tutto ruota attorno a te, in funzione di te
e poi non importa il “come”,
il “dove” e il “se”.
Che tu splenda sempre al centro del mio cuore,
il significato allora sarai tu,
quello che farò sarà soltanto amore.
unico sostegno tu, la stella polare tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo tu.
MARIA: UN CUORE CHE ESULTA E RINGRAZIA
Guida: L’esultanza stupefatta e il rendimento di grazie è un altro atteggiamento della preghiera
della Vergine che dovrebbe trovare più spazio nella nostra vita. Dice Santa Teresa che il miglior
modo per domandare nella preghiera è ringraziare: che le nostre domande non siano quasi un
rimprovero a Dio che non le esaudisce, ma che siano un ringraziamento per la sovrabbondanza della
sua bontà.
Insieme preghiamo:
O Vergine orante, insegnaci a pregare.
Il Figlio tuo ci ha insegnato il Padre nostro,
vertice di ogni preghiera cristiana;
tu ci insegni a pregare con la silenziosa contemplazione
e con l’esultante “Magnificat”.
Ne abbiamo bisogno,
perché la preghiera sia davvero la forza a cui attingiamo
la vita e la perseveranza per il nostro cammino,
verso la casa del Padre.
Un giorno pregheremo con te in cielo
e il Magnificat dell’eternità
26
sarà il Magnificat della gloria di Dio
che rovescerà nella nostra esistenza
uragani di beatitudine.
Amen.
Magnificat
L'anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
BENEDIZIONE FINALE
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Adorazione Eucaristica
Mariana
Quando tutti sono riuniti in Chiesa,
mentre fanno l’ingresso i ministri ed il sacerdote che presiede la celebrazione,
la guida legge l’introduzione all’adorazione.
INTRODUZIONE
Carissimi, la contemplazione di Cristo, ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio
le appartiene a titolo speciale. È nel suo grembo che si è plasmato, prendendo da lei anche
un’umana somiglianza. Alla contemplazione del volto di Cristo, nessuno si è dedicato con
altrettanta assiduità di Maria. La madonna è il modello: è l’artista che ci vede lavorare per le opere
di Gesù: guardiamola e seguiamola con fiducia, perché ci aiuti a ripetere il nostro SI in ogni
circostanza, con prontezza e amore. È questo il segreto della nostra santificazione.
Sacerdote: Nel nome del padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Assemblea: Amen.
Sacerdote: La pace del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la Comunione dello
Spirito Santo, sia con tutti voi.
Assemblea: E con il tuo spirito.
Sacerdote: Carissimi fratelli e sorelle, è la Vergine Maria, la nube di Dio, che ci inonda con la
pioggia di grazie celesti che il Signore, ha elargito e continua ad elargire al suo popolo. Maria è
mistero di presenza e di imitazione e secondo l’immagine biblica: Maria è il giardino di Dio. Con
questa fede, tenendo fisso il nostro sguardo nell’Eucaristia, scorgeremo i lineamenti della più bella
tra le donne che ci rimanda al più bello tra i figli dell’uomo, Cristo Gesù, Sacramento di salvezza.
Solista: Benedetta sei tu Maria, Madre di Dio, e Madre nostra.
Assemblea: Noi vogliamo vivere con te e, come te, diventare ogni giorno di più, discepoli di
Gesù, gente che lo segue con umiltà e totalità, ascoltatori del suo Vangelo.
Solista: Al tuo cuore materno, attento e sensibile, affidiamo con fiducia le nostre necessità e
speranze per la vita presente e futura, per il corpo e per lo spirito, per le nostre famiglie e per chi
non amiamo, per il nostro paese e per ogni uomo e donna.
Assemblea: Tu sei la Madre della Misericordia, lo strumento privilegiato della tenerezza
del Padre e perciò, affidiamo a te le nostre suppliche, sicuri che tu intercederai per noi,
dinanzi al trono misericordioso, e otterrai per noi, tutto il bene che ci è necessario.
Sacerdote: O Vergine Maria, ottieni a noi tutti, di poter gioire con te, nel vedere che l’amore
portato dal Figlio tuo, è accolto, custodito e riamato.
Assemblea: Amen.
ESPOSIZIONE
Dopo l’esposizione, l’assemblea si pone in adorazione davanti a Gesù Eucaristia.
Dopo un congruo momento di silenzio, si legge quanto segue:
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Lettore:
Dal vangelo di Luca: “Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio ad una vergine di nome
Maria. Alla vista e alle parole dell’angelo, ella rimase turbata. Ma l’angelo le disse: non turbarti Maria,
perché nulla è impossibile a Dio. Allora Maria disse: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me
quello che hai detto”.
Lettore 1: C’è una persona nella quale tutto ciò che l’umanità spera e desidera si è già
perfettamente compiuto; nella quale l’opera di Cristo è perfetta: è la vergine, Madre del Signore.
Ciascuno può guardare a lei e dire: ecco l’opera di Cristo perfetta; ecco il luogo della vera gioia e
della vera pace. E poiché Maria è il principio della Chiesa, tutti coloro che nella Chiesa si
conformano a lei, ne imitano l’adesione a Dio perfetta. Ma cosa vuol dire imitare l’adesione di
Maria a Dio ed esprimerla nella propria vita? Vuol dire anzitutto ascoltare la Parola, come Maria
ha dato spazio alla Parola di Dio nella sua vita, facendola risuonare dentro di se, dalla prima parola
dell’angelo fino alle ultime parole di Gesù dall’alto della croce.
In secondo luogo vuol dire che la capacità di rispondere di si a Dio e di mettersi a disposizione
della chiamata divina. Infatti, non abbiamo nulla da temere quando diciamo di si a Dio nella nostra
vita. Infine la Madre di Gesù ha manifestato la sua adesione a Dio, ha lasciato che in lei si
manifestasse il Regno di Dio, con l’umile servizio di ancella.
Canto
Dal vangelo di Luca: “Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: (…) E beata colei
che ha creduto all’adempimento di ciò che il Signore ha detto. Allora Maria disse: (…) Grandi cose ha fatto
in me l’Onnipotente e santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo
temono”.
Lettore 1: Maria pronunzia queste parole quando ha appena cominciato a sperimentare la
grandezza di Dio. Elisabetta è una persona anziana, che si porta dentro il suo segreto perché fa
fatica a comunicarlo. Maria è una donna giovane che pure ha il suo segreto, ancora più
incomunicabile. Le due donne incontrandosi si capiscono, si guardano negli occhi, sentono la
vibrazione dello Spirito e si abbracciano nella gioia: ciascuna ha capito la verità dell’altra, il
segreto dell’altra, ciascuna ha rispettato l’altra. Da questo capirsi, da questa vicinanza fiduciosa,
nasce il Magnificat, il canto che anticipa la pienezza dei tempi. Maria in questo momento di
amicizia è profeta dell’umanità e presenta ad ogni uomo ed ogni donna che vive nel mondo, la
possibilità di partire dalla propria vita, dalla propria professione, per cogliere le dimensioni di
salvezza che riguardano l’intera storia: ha soccorso Israele suo servo, si è ricordato della sua mie
ricorda per sempre.
Canto
Dal vangelo di Giovanni: “Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di
Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino la madre disse ai
servi: Fate quello che vi dirà. Vi erano lì sei giare di pietra e Gesù disse loro: Attingete e portatene al
maestro di tavola. Ed essi gliene portarono. Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea,
manifestò la sua gloria ed i suoi discepoli cedettero in lui”.
Lettore 1: Al centro del racconto vi è Maria. È da lei che l’attenzione si proietterà poi su Gesù. Il
miracolo, la manifestazione della gloria di Cristo, passa attraverso la madre.
Maria vede l’insieme e capisce che cosa di essenziale sta succedendo e che cosa di essenziale sta
mancando. “Non hanno più vino”, è l’unica a dire questa parola. È probabile che altri se ne stessero
accorgendo, preferendo proseguire, facendo finta di niente. A Cana, Maria non provvede
direttamente alla necessità del vino, ma non la tace e la mette in luce, per poi affidarla al Figlio.
Maria si è immedesimata nella situazione come se fosse cosa sua. Significa farsi tutt’uno con quella
29
povera gente di cui non sappiamo i nomi e di cui il racconto evangelico non dice altro. Maria così,
aiuta a scoprire ciò che manca in noi, quel “non so che” che dà il di più. È colei mediante la quale la
potenza di Gesù si manifesta sulla terra per l’intera umanità. Ella è sicura del suo Figlio, perché è
il Figlio di Dio.
Canto
Momento di silenzio per l’adorazione personale
Sacerdote: Fratelli e sorelle carissimi, riuniamo le nostre preghiere e presentiamole a Dio, nostro
Padre, pieno di bontà. L'intercessione di Maria, sostenga la nostra supplica, perché siano esaudite
dalla bontà di Dio. Preghiamo insieme e diciamo: Per Maria, tua Madre, ascoltaci o Signore.
Assemblea: Per Maria, tua Madre, ascoltaci o Signore.
Lettore: Perché alla Chiesa di Cristo, che solo in lui trova la capacità d'essere fedele all'alleanza di
Dio, sia donato di vivere e annunciare unicamente la beatitudine del credere, preghiamo.
Assemblea: Per Maria, tua Madre, ascoltaci o Signore.
Lettore: Per i cristiani del mondo intero, stabiliti, per volontà divina, testimoni del vangelo,
perché, ad imitazione di Maria donna forte e sapiente, manifestino sempre meglio la loro fede nel
Cristo e l'amore per i loro fratelli, preghiamo.
Assemblea: Per Maria, tua Madre, ascoltaci o Signore.
Lettore: Verbo eterno, che sei prima di tutti i tempi, continua a mandare alla tua Chiesa i ministri
di cui ha bisogno, perché insegnino agli uomini le verità che sono via al cielo.
Assemblea: Per Maria, tua Madre, ascoltaci o Signore.
Lettore: Per noi tutti qui riuniti, perché facciamo nostro il “SI” della vergine Maria, da lei detto a
Dio nella semplicità della fede, e sappiamo essere davanti al mondo, testimoni fedeli di Gesù
Cristo, che libera e unisce, preghiamo.
Assemblea: Per Maria, tua Madre, ascoltaci o Signore.
Lettore: Signore, ti preghiamo per quanti soffrono nel corpo e nello spirito: l’intercessione di
Maria li aiuti a portare con fede le loro croci e ad unirsi alla passione del Salvatore, preghiamo.
Assemblea: Per Maria, tua Madre, ascoltaci o Signore.
Lettore: Signore, ti vogliamo affidare l’opera della sottosezione dell’Unitalsi della nostra Diocesi
che in questi giorni celebra il ventennale della loro presenza a servizio dei più bisognosi del nostro
territorio. Con la tua protezione e con l’intercessione della tua dolce Madre, sostienili, guidali,
custodiscili nel loro delicato servizio, preghiamo.
Assemblea: Per Maria, tua Madre, ascoltaci o Signore.
Sacerdote:
O Vergine Maria, Madre del Salvatore, sii tu il nostro ponte con Dio, la Madre di ogni
consolazione nell’ora dell’afflizione, il volto della tenerezza nel tempo della solitudine. Aiutaci a
costruire ponti di speranza lì dove esistono dimore di solitudine, ponti di fede lì dove domina la
disperazione, ponti di vita eterna lì dove si diffonde la cultura di morte.
Trasforma le barriere che dividono in appello a recuperare la vera umanità in umile ricerca di te e
della tua presenza materna, perché nella nostra mente nel nostro cuore, ci sia spazio per accogliere
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il messaggio del Figlio tuo; dona ai giovani la forza e il coraggio di obbedire al suo comando e di
fare come lui ci ha indicato con la sua venuta nel mondo e con la sua vita. Per Cristo nostro Signore.
Assemblea: Amen.
(DISTRIBUZIONE DELL’EUCARISTIA)
Sac.: Fratelli e sorelle, la nostra riflessione, diventi ora preghiera, nella certezza di essere ascoltati
dal Padre e diciamo tutti insieme la preghiera che Gesù stesso ha messo sulle nostre labbra:
Padre nostro…
BENEDIZIONE con il SANTISSIMO SACRAMENTO
Terminata la distribuzione dell’Eucaristia, il sacerdote si porta davanti al Santissimo Sacramento per
concludere l'ora di adorazione e mentre incensa la Santa Eucaristia, si esegue il canto del Tantum Ergo.
Tantum Ergo
Tantum ergo sacramentum venerémur cérnui,
et antìquum documéntum novo cedat rìtui:
praestet fides suppleméntum sénsuum deféctui.
Genitori, Genitòque laus et iubilàtio,
salus, hònor, virtus quoque sit et benedictio;
procedénti ab utròque compar sit laudàtio. Amen.
Sacerdote: Guarda, o Padre, al tuo popolo, che professa la sua fede in Gesù Cristo, nato da Maria
Vergine, crocifisso e risorto, presente in questo santo Sacramento e fa che attinga da questa
sorgente di ogni grazia, frutti di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.
Assemblea: Amen.
Il sacerdote a questo punto imparte la benedizione Eucaristica. Terminata la benedizione, l’assemblea
acclama:
Dio sia benedetto.
Benedetto il Suo Santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il suo Sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo Preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell'altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
Si recita la preghiera della buonanotte a Maria e si scioglie l’assemblea con un canto
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CONSACRAZIONE DEI BAMBINI ALLA MADONNA
O Vergine Santa, Madre di Dio, Immacolata Regina del cielo e Madre nostra dolcissima, noi siamo
qui per esprimere la nostra filiale devozione al tuo Cuore Immacolato e per implorarne il potente
patrocinio.
Durante i giorni della S. Missione abbiamo ascoltato la parola di Gesù, tuo Figlio, e abbiamo
imparato a conoscerti e amarti ancora di più.
È per questo che noi bimbi di …………….. oggi solennemente CI CONSACRIAMO AL TUO
CUORE IMMACOLATO.
O Madre nostra, noi abbiamo fiducia nella tua potente bontà, e perciò vogliamo amarti con tutto il
nostro cuore e donarci tutti a te.
A te affidiamo la nostra innocenza: consèrvaci buoni per il tuo Gesù. Trasformarci tutti in apostoli,
perché possiamo attirare gli uomini a vivere nella gioia dei figli di Dio. Suscita nella Chiesa, e tra di
noi particolarmente, sante vocazioni.
Tu, che hai trionfato da sempre sul demonio, arresta il diluvio dilagante del male, dell'odio,
dell'egoismo; fomenta nei fedeli l'amore alla purezza della vita e la pratica delle virtù cristiane.
O Madre nostra cara, stendi il manto della tua protezione sul mondo intero, sulla nostra patria, sulla
nostra Parrocchia, particolarmente sui nostri genitori e su tutti i nostri cari.
Rimani sempre con noi: noi ti accogliamo con cuore di figli, indegni, ma desiderosi di essere
sempre tuoi, in vita, in morte e nell'eternità.
Sii sempre con noi, o Madre, nelle gioie e nei dolori, a nostra guida e sostegno, perché un giorno
possiamo ritrovarci tutti con te uniti in Paradiso. Amen.
BENEDIZIONE DEI BAMBINI
Sac: Il Signore sia con voi.
Tutti: E con il tuo spirito.
Sac:
O Signore Gesù, che hai abbracciato i fanciulli portati a Te e, alzando le mani, li hai benedetti,
dicendo: “Lasciate che i fanciulli vengano a me e non allontanateli, perché di essi è il regno dei
Cieli”, guarda, di grazia, l'innocenza di questi fanciulli e fanciulle, e la devozione dei loro genitori,
e fa scendere su di essi, per mezzo del tuo ministro, la tua benedizione † perché crescano nella tua
grazia e misericordia, ti conoscano, ti amino, osservino i tuoi comandamenti e giungano felici con
Te, Salvatore del mondo, che con il Padre e lo Spirito Santo vivi e regni nei secoli.
Tutti: Amen.
Difendi, o Signore, da ogni pericolo, per intercessione di Maria sempre Vergine, questi fanciulli e
proteggili benigni dalle insidie dei nemici.
Tutti: Amen.
Il sacerdote asperge i fanciulli con l'acqua benedetta.
Quindi, mentre si esegue un canto si offrono i fiori alla Madonna.
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PREGHIERA DELLA BUONANOTTE
A MARIA
O Vergine Maria, si fa tardi,
tutto si addormenta sulla terra,
è l’ora del riposo: non abbandonarmi!
Riconosco e ringrazio per i doni e le luci di questo giorno.
Metti la tua mano sui miei occhi
come una buona madre.
Chiudili dolcemente alle cose di quaggiù.
L’anima mia è stanca di affanni e di tristezze.
Metti la tua mano sulla mia fronte,
arresta i miei pensieri e dolce sarà il mio riposo.
Se tu mi benedici, domani, con il sorriso
riprenderò il nuovo giorno.
Metti la tua mano sul mio cuore,
perché vegli nella notte
e canti a Dio un amore eterno.
Amen.
Salve Regina…
PREGHIERA PER CONOSCERE
LA PROPRIA VOCAZIONE
O mio Dio, Voi che siete il Dio della sapienza e del consiglio, Voi che
leggete nel mio cuore la retta volontà di piacere a Voi soltanto e di
regolarmi, riguardo alla mia scelta di vita, conforme alla Vostra
santissima volontà: concedetemi, per l’intercessione della Santa
Vergine e dei miei Santi Patroni, la grazia di conoscere quale stato di
vita io debba prendere e, conosciutolo, di abbracciarlo.
Concedetemi di cercare in esso e di accrescere la Vostra gloria,
operare la mia salute spirituale e meritare il premio celeste che avete
promesso agli esecutori della Vostra Divina volontà.
Amen.
33
34
Introduzione
Cristo venne a questo mondo non per fare un opera da solo, se non con noi, con tutti noi, per essere
la “capo” di un grande corpo le cui cellule vive, libere, attive, siamo noi. Tutti siamo chiamati ad
essere incorporati a Lui: questo è il fondamento della nostra vita cristiana... Però per tutti ci sono
chiamate più alte: donarsi a Lui, essere solo per Lui; farlo modello della nostra intelligenza,
considerarlo in ognuna delle nostre azioni, seguirlo nelle sue imprese, ancor più, fare della nostra
vita l'opera di Cristo!! Come per il Marinaio la vita è rappresentata dal mare, per l'anima generosa la
vita è Cristo!
CANTO DI ESPOSIZIONE
Brevissima pausa di silenzio
Tutti
Abbiamo bisogno di trovare Dio,
ma non possiamo di certo trovarlo
nel rumore e nell'inquietudine.
Dio è amico del silenzio.
Osservate come la natura
- gli alberi, i fiori e l'erba cresce in silenzio.
Osservate le stelle, la luna e il sole,
come si muovono in silenzio.
Più riceviamo in silenziosa preghiera,
più riusciamo a dare
con le nostre azioni.
Brevissima pausa di silenzio
Lettore 1: Dal vangelo secondo Giovanni (4,5-17.25-26.28-29)
Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque,
affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna
samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: “Dammi da bere”. I suoi discepoli erano andati in città
a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: “Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da
bere a me che sono una donna samaritana?”. I giudei, infatti, non hanno rapporti con i samaritani.
Gesù le risponde: “Se tu conoscessi il dono di Dio è chi è colui che ti dice: “Dammi da bere”!, tu
avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Gli dice la donna: “Signore, non hai un
secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del
nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?”. Gesù
le risponde: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete, ma chi beve dell’acqua che io gli
darò non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente che
zampilla per la vita eterna”. “Signore – gli dice la donna – dammi quest’acqua, perché io non abbia
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più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua.(…). So che deve venire il Messia, chiamato
Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa”. Le dice Gesù: “Sono io che parlo con te”.(…)
La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: “Venite a vedere un uomo che
mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?” Uscirono dalla città e andavano da lui.
Brevissima pausa di silenzio
2° Lettore: Certamente era nota a molti la vita disordinata di questa donna “sbrigativa e senza tanti
riguardi” eppure Gesù, il Messia, non solo non l’ha rimproverata per quello che ha fatto, né
giudicata, né allontanata, ma l’ha accolta, le ha offerto la sua amicizia e le ha promesso un dono
meraviglioso: “il dono di Dio” chiamato “acqua viva”. Dio non guarda le apparenze, ma al cuore e
vuole rispondere ai nostri bisogni più profondi.
Non importa cosa la Samaritana abbia capito; di fatto le parole e la presenza di Gesù hanno avuto
un effetto straordinario su di lei: dopo l’incontro si è sentita un’altra, ha ritrovato la propria dignità
ed è tornata alla gioia pura d’un tempo. Il tu per tu con il Signore, come un Sacramento efficace, ha
mutato il suo cuore poiché ella Lo ha ascoltato senza porre resistenza.
Quali parole per noi oggi?
“Se tu conoscessi il valore della tua vita! Io sono qui per rivelarti che sei stato creato proprio per
un fine di amore, ma non senza una tua responsabilità. Sono venuto ad incontrarti per farti
conoscere la verità di quell’amore che hai cercato in tante direzioni, anche sbagliate, rimanendo
ogni volta e sempre più insoddisfatto. Sono qui per rivelarti che sono Io Colui che non avevi ancora
incontrato nella tua ansiosa ricerca di quell’Amore eterno che solo il Creatore può e vuole
effondere nel tuo cuore assetato”.
Solo quest’acqua può estinguere la nostra sete di bene, di verità e di bellezza! Solo quest’acqua,
donataci dal Figlio, irriga i deserti dell’anima inquieta e insoddisfatta, “finché non riposa in
Dio”(sant’Agostino).
Il segreto dell’acqua viva non è nascosto in fondo al pozzo di Sicar, ma nel pozzo delle Scritture,
che è Cristo stesso. E per incontrare Gesù basta chiudere gli occhi, immaginarlo com’è, vivo e
presente dentro di noi, ed ascoltarne in silenzio la voce, la voce della sua Parola, la voce della sua
Presenza, la voce della Verità, della Vita e dell’Amore.
Tutti
Mio Dio,
non conosco me stesso, né ho idea di dove sto andando:
Non vedo il cammino che sta davanti a me, né
posso sapere con certezza dove mi porterà.
Il fatto che io dica di seguire la Tua volontà
non vuol dire che la stia seguendo.
Ma io credo che il desiderio di seguirti ti soddisfi,
e spero di avere questo desiderio in tutto ciò che faccio.
Spero di non fare niente senza questo desiderio.
E penso che se faccio tutto con questo desiderio
mi aiuterai a prendere il cammino giusto, anche se non lo conosco.
Perciò, mi fiderò di Te sempre
anche se potrebbe sembrare che sia perso nell'ombra della notte.
Non avrò paura, Tu sei con me, e non mi lascerai mai affrontare le mie paure da solo.
Si, mio Signore, risponderò alla tua chiamata.
36
ADORAZIONE SILENZIOSA (circa
CANTO
10 minuti)
(es. Adoro te)
(Può essere introdotto dai giovani un simbolo, es. brocca d’acqua)
Breve momento di adorazione accompagnata dall’esortazione del sacerdote
CANTO
(es. Vieni e seguimi)
Lettore 1: Dal Primo libro di Samuele (3,1-10.19)
Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei
giorni, le visioni non erano frequenti. 2E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i
suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. 3La lampada di Dio non era
ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. 4Allora il
Signore chiamò: "Samuele!" ed egli rispose: "Eccomi", 5poi corse da Eli e gli disse: "Mi hai
chiamato, eccomi!". Egli rispose: "Non ti ho chiamato, torna a dormire!". Tornò e si mise a dormire.
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Ma il Signore chiamò di nuovo: "Samuele!"; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: "Mi hai
chiamato, eccomi!". Ma quello rispose di nuovo: "Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!".
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In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora
rivelata la parola del Signore. 8Il Signore tornò a chiamare: "Samuele!" per la terza volta; questi si
alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Allora Eli comprese che il
Signore chiamava il giovane. 9Eli disse a Samuele: "Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai:
"Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta"". Samuele andò a dormire al suo posto. 10Venne il
Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: "Samuele, Samuele!". Samuele rispose
subito: "Parla, perché il tuo servo ti ascolta".
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Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole.
Brevissima pausa di silenzio
2° Lettore: Quando Samuele - che dormiva al Tempio - comprese attraverso qual misteriosa via gli
parlava il Signore, si rese subito pronto disponibile ad ascoltarlo; e noi abbiamo capito di dover
spesso frequentare il Tempio? Abbiamo capito come parla il Signore? Siamo attenti ai tanti modi in
cui Egli parla al nostro cuore? E nutriamo il desiderio di renderci pienamente disponibili al suo
volere?
“È bello intrattenersi con Cristo e, chinati sul petto di Gesù come il discepolo prediletto, possiamo
essere toccati dall'amore infinito del suo Cuore. Impariamo a conoscere più a fondo colui che si è
donato totalmente, nei diversi misteri della sua vita divina e umana, per diventare discepoli e per
entrare, a nostra volta, in quel grande slancio di dono, per la gloria di Dio e la salvezza del mondo.
Seguire Cristo non è un'imitazione esteriore, perché tocca l’uomo nella sua profonda intimità. Noi
siamo invitati a seguire il suo insegnamento, per essere poco a poco configurati a Lui, per
permettere allo Spirito di agire in noi e per realizzare la missione che ci è stata affidata” (Giovanni
Paolo II).
Tutti:
Ogni dono di sé è una semina di amore che fa nascere amore. Là dove è più difficile accettare
l'annientamento di essere servi degli altri e di essere mangiati dagli altri, là si raccoglie più
abbondante il frutto della carità (Anna Maria Canopi).
ADORAZIONE SILENZIOSA (circa
10 minuti)
37
CANTO
Breve silenzio
Lettore 1: dal Vangelo di Marco (1,16-20)
Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le
reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di
uomini». E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche
Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi,
lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.
Lettore 2: Gesù “passando lungo il mare di Galilea” comincia a chiamare alcuni uomini e chiede
loro di seguirlo, senza dire altro. È un momento importante, molto importante.
La missione di Gesù non si realizza pienamente e non ha senso senza la collaborazione di altri
uomini, senza il contributo di ciascuno di noi. Per questo Egli, lungo la strada che percorre, chiama
coloro che trova e che a loro volta stanno percorrendo una strada nella vita.
E si pone dinanzi a costoro come alternativa esistenziale, con una proposta secca e concisa, senza
troppe spiegazioni: ma è una proposta, all’evidenza, estremamente interessante, se quelle persone
cominciano a rispondere positivamente.
La risposta che cercavano a tanti interrogativi, a tanti vicoli ciechi, a mille domande senza speranza
è finalmente giunta, si è presentata lì dinanzi a loro nella forma concreta di un uomo che li chiama a
venir fuori dalla loro esistenza per cominciare una vita completamente nuova.
Breve silenzio
Sacerdote
Signore Gesù, che pur essendo di natura divina ti sei umiliato per noi e ti sei fatto obbediente fino
alla morte di croce, ascolta queste nostre preghiere e donaci di essere sempre servitori del tuo
Vangelo. Con fiducia ti preghiamo.
Tutti Signore, insegnaci ad amare
Per la santa Chiesa: sappia mettere interamente a servizio degli uomini le ricchezze della divina
misericordia che scaturiscono dalla tua Redenzione, preghiamo.
Per tutti coloro che soffrono: si sentano uniti a Te nella Croce e nella speranza della resurrezione,
preghiamo.
Per i presbiteri: nell'amore e nel servizio di Cristo la carità diventi fonte, criterio, misura, impulso
dell'amore e del servizio alla Chiesa, preghiamo.
Per i consacrati: mostrino con l'eloquenza delle opere, che la divina carità è fondamento e stimolo
dell'amore gratuito ed operoso, preghiamo.
Per gli sposi cristiani: si accolgano e si servano l'un l'altro con onore e amore, preghiamo.
Per quanti chiami a seguirti per il servizio e l'edificazione del popolo di Dio: corrispondano
docilmente al dono dello Spirito, preghiamo.
PADRE NOSTRO
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Breve Silenzio
BENEDIZIONE EUCARISTICA
Tutti
Dio sia benedetto
Benedetto il Suo santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il Suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel SS. Sacramento dell'altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paràclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la Sua santa e Immacolata Concezione.
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il Nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto S. Giuseppe, suo castissimo Sposo.
Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.
CANTO FINALE
(es. Resta qui con noi)
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ADORAZIONE EUCARISTICA
SERVI PER VOCAZIONE… il dono di una Vita!
Guida “È bello intrattenersi con Cristo e, chinati sul petto di Gesù come il discepolo prediletto,
possiamo essere toccati dall'amore infinito del suo Cuore. Impariamo a conoscere più a fondo colui
che si è donato totalmente, nei diversi misteri della sua vita divina e umana, per diventare discepoli
e per entrare, a nostra volta, in quel grande slancio di dono, per la gloria di Dio e la salvezza del
mondo. Seguire Cristo non è un'imitazione esteriore, perché tocca l’ uomo nella sua profonda
intimità. Noi siamo invitati a seguire il suo insegnamento, per essere poco a poco configurati a Lui,
per permettere Allo Spirito di agire in noi e per realizzare la missione che ci è stata Affidata”
(GIOVANNI PAOLO II).
Adorare significa lasciarsi invadere il cuore e trasformare la vita. Davanti a Dio che ha assunto la
nostra umanità ci è possibile comprendere ancor più in profondità l'umanità e fare di essa un dono.
La vita trattenuta per sé "è soffocata", la vita donata diventa Eucaristia: rendimento di grazie,
espressione dell'amore di Dio. Adorare è dire ancora e sempre: "Signore, tu sei la mia vita, la vera
vita".
In questa adorazione eucaristica, in atteggiamento di umiltà, di silenzio, di lode e di ringraziamento,
vogliamo chiedere a Gesù la grazia di comprendere che siamo chiamati a servire con i suoi stessi
sentimenti, nelle piccole occasioni della vita quotidiana come nelle grandi circostanze.
Contempliamo la presenza del Signore e facciamo memoria delle sue parole, delle sue azioni, della
sua offerta al Padre per tutti noi e per ciascuno di noi.
CANTO
ESPOSIZIONE
Guida
Tutti
1° Lettore
Tutti
2° Lettore
Tutti
1° Lettore
Tutti
2° Lettore
Tutti
1° Lettore
Tutti
2° Lettore
Tutti
1° Lettore
Tutti
Ti adoriamo e ti benediciamo Santissima Eucaristia, pane vivo disceso dal Cielo.
Noi ti adoriamo. (Oppure cantare un canone... Adoramus te Domine)
Dono ineffabile del Padre.
Noi ti adoriamo.
Segno dell'amore supremo del Figlio.
Noi ti adoriamo.
Prodigio di carità dello Spirito Santo.
Noi ti adoriamo.
Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo.
Noi ti adoriamo.
Sacramento della nuova ed eterna Alleanza.
Noi ti adoriamo.
Dimora di Dio con gli uomini.
Noi ti adoriamo.
Segno di unità e di pace.
Noi ti adoriamo.
40
2 ° Lettore
Tutti
1 ° Lettore
Tutti
Sorgente di gioia.
Noi ti adoriamo.
Sacramento che da forza e vigore.
Noi ti adoriamo.
Breve momento di adorazione silenziosa
PRIMO MOMENTO
"Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù "
Guida La vocazione di tutti i cristiani al servizio, prima di essere un modo nuovo di operare, è
innanzitutto un modo nuovo di essere: è conformazione a Cristo Servo, per virtù dello Spirito Santo.
Lettore Dal vangelo secondo Giovanni (12,20-26; 13,3-5.12-17)
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci. Questi si
avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli chiesero: "Signore, vogliamo vedere
Gesù". Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù
rispose: "È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco
di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto. Chi ama la
sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserva per la vita eterna. Se uno mi
vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo
onorerà".
Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,
si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò
dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e asciugarli con l'asciugatoio di cui si
era cinto. Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro:
"Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se
dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli
altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perche come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi
dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato.
Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica".
1° Lettore Parlare dell'annientamento di Gesù è davvero osare l'impossibile. L'uomo Gesù vince
perdendo. Vince negando a se stesso come uomo il potere di dominare, di affermarsi di fronte agli
altri e sugli altri. Ne aveva una lucidissima consapevolezza che traspariva da tutto il suo
insegnamento e da tutta la sua vita.
Curiosi investigatori o gente bramosa di conoscenza e di esperienze eccezionali, alcuni Greci lo
volevano accostare negli ultimi suoi giorni a Gerusalemme. Egli esce con quella bellissima
immagine che richiama così da vicino la parabola del regno dei cieli: "In verità, in verità vi dico: se
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il chicco di grano caduto in terra non muore rimane solo; se invece muore, produce molto frutto"
(Gv 12,24).
ADORAZIONE SILENZIOSA (circa 10 minuti)
CANTO
Tutti: Ogni dono di se è una semina di amore che fa nascere amore. Là dove è più difficile accettare
l'annientamento di essere servi degli altri e di essere mangiati dagli altri, là si raccoglie più
abbondante il frutto della carità (ANNA MARIA CANOPI) .
Lettore O Dio-Amore, quanto sei pronto a darti a coloro che ti cercano!
Quanto sei dolce e amabile con coloro che ti trovano!
Ecco, ora dispiegami davanti il tuo mirabile alfabeto,
affinché io, con te maestro,
mi sottoponga al medesimo studio.
Insegnami ora per esperienza che cosa sia il glorioso alfa del tuo bell'amore.
Non nascondermi il fruttuoso beta della tua regale sapienza.
Mostrami accuratamente, segnandomele con il dito del tuo Spirito,
le singole lettere della tua carità,
affinché con"lo sguardo del cuore purificato dalla verità,
io penetri nelle recondite profondità delle tue delizie,
e scruti, studi, impari, conosca e sappia bene,
per quanto è possibile in questa vita,
i caratteri del celeste alfabeto.
Insegnami, con la cooperazione del tuo Spirito,
il tau della suprema perfezione,
e conducimi all'omega della piena consumazione dell'amore.
Fa' che in questa vita io impari così bene la tua scrittura piena di carità,
che non rimanga in me un solo jota, che sia vuoto del tuo amore
e mi sia perciò causa di indugio quando mi chiamerai
a contemplare te in te stesso per sempre.
Fa' che io ti conosca in verità, o Dio-Amore,
e degnati di porre nella mia anima la tua dimora,
in tutta santità. Amen. (S. GELTRUDE LA GRANDE)
ADORAZIONE SILENZIOSA (circa
10 minuti)
CANTO
SECONDO MOMENTO
"Cristo vive in me"
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Guida: Servire non significa soltanto svolgere un servizio, quanto ampliare gli spazi
dell'accoglienza della forza creatrice di Dio affinché possa agire in noi suscitando e orientando le
nostre azioni. Il servizio tanto più è efficace quanto più è espressione di amore, di comunione
profonda con Cristo che per noi immola se stesso.
Lettore 1: Dal vangelo secondo Giovanni (15,9-17)
Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i
miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio
e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perche la mia gioia sia in voi e vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un
amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io
vi comando. Non vi chiamo più servi, perche il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho
chiamati amici, perche tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete
scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perche andiate e portiate frutto e il vostro frutto
rimanga; perche tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi
comando amatevi gli uni gli altri.
Lettore 2: "Con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima, con tutta la nostra mente, con tutte le
nostre forze", così come dobbiamo amare Dio, e per amore di Lui solo, sforzandoci di passare tutti
gli istanti che si succedono nella nostra vita di ora in ora nella maniera più santa. Noi lo possiamo:
Gesù è incessantemente "alla nostra porta e bussa", offrendoci la sua grazia in ognuno dei nostri
momenti, offrendosi di compiere in noi, per mezzo di essa, tutti quanti i nostri atti, di pensare in noi
dirigendo i nostri pensieri, di parlare in noi dettando le nostre parole, di agire in noi guidando le
nostre azioni. In ogni minuto della nostra vita Nostro Signore ci chiede che Lo si lasci proseguire in
noi quella vita che ha cominciato sulla terra nel seno della Santa Vergine; che Lo si lasci continuare
in noi la pratica delle sue virtù; che Lo si lasci, con la nostra fedeltà di seguire gli impulsi della
grazia, riempire tutti gli istanti della nostra esistenza di atti soprannaturali, i quali non sono
puramente umani bensì divini, a causa della parte che in essi Egli ha, e che perciò glorificano Dio in
modo meraviglioso...
LasciamoLo vivere in noi; lasciamoLo proseguire in noi la sua vita nascosta di Nazareth;
lasciamoLo continuare in noi la sua vita di universale carità; lasciamolo prolungare in noi la sua vita
di umiltà; lasciamoLo, con la nostra fedeltà nel fare penitenza, "compiere in noi ciò che manca alle
sue sofferenze"; lasciamoLo, col nostro zelo per le anime, continuare ad "accendere il fuoco sulla
terra"; lasciamoLo, con le nostre veglie e le nostre preghiere, continuare ad "accendere il fuoco
sulla terra"; lasciamoLo, col nostro amore illimitato per Dio, continuare nelle nostre anime a
immergersi nell'amore per il Padre; lasciamoLo, con la nostra costante cooperazione alla grazia,
glorificare il Padre in maniera stupenda, facendo di tutti gli istanti della nostra vita, istanti della vita
sua, di tutti i nostri pensieri, parole e azioni, pensieri, parole e azioni non più naturali ma
soprannaturali, non più umani ma divini, non più nostri ma di Gesù! Facciamo in modo da poter
dire in ogni momento della nostra esistenza: "Io vivo, ma non sono più io che vivo, è Gesù che vive
in me!" (Charles De Foucauld).
Breve momento di preghiera personale
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Guida Solo Tu, o Dio, puoi dare la Fede.
Tutti Ma vuoi che io dia la mia testimonianza.
Guida Solo Tu, puoi dare la Speranza.
Tutti Ma vuoi che io ridia fiducia ai fratelli.
Guida Solo Tu, puoi dare l' Amore.
Tutti Ma vuoi che io ami il prossimo.
Guida Solo Tu puoi dare la forza.
Tutti Ma vuoi che io sostenga lo sfiduciato.
Guida Solo Tu sei la strada.
Tutti Ma vuoi che io la indichi agli altri.
Guida Solo Tu sei la luce.
Tutti Ma vuoi che io faccia brillare gli occhi di tutti.
Guida Solo Tu sei la vita.
Tutti Ma vuoi che io restituisca agli altri il desiderio di vivere.
Guida Solo Tu puoi fare ciò che è impossibile.
Tutti Ma vuoi che io faccia il possibile.
Guida Solo Tu basti a Te stesso.
Tutti Ma preferisci contare su di me. Tu vuoi che la mia vita sia donata con amore: fammi capace,
Signore, di rispondere a questa chiamata. Rendimi capace di sviluppare i doni che mi hai dato,
fammi docile alla voce dello Spirito Santo. Amen.
adorazione silenziosa (circa 10 minuti)
canto
Guida Signore Gesù, che pur essendo di natura divina ti sei umiliato per noi e ti sei fatto obbediente
fino alla morte di croce, ascolta queste nostre preghiere e donaci di essere sempre servitori del tuo
Vangelo. Con fiducia ti preghiamo.
Tutti Signore, insegnaci ad amare (Oppure cantare un canone)
− Per la santa Chiesa: sappia mettere interamente a servizio degli uomini le ricchezze della divina
misericordia che scaturiscono dalla tua Redenzione, preghiamo.
− Per tutti i governanti e per coloro dai quali dipendono le sorti dei popoli: compiano scelte a
servizio della pace, della giustizia, della fraternità, preghiamo.
− Per la pace e la concordia tra gli uomini di ogni razza, religione, classe sociale: il nostro umile
servizio aiuti il mondo a guarire dalle sue divisioni, preghiamo.
− Per tutti i popoli della terra: conoscano che la pienezza dell'amore di Dio per noi, si è manifestata
in Te, Signore Gesù, da cui abbiamo vita e salvezza, preghiamo.
− Per tutti coloro che soffrono: si sentano uniti a Te nella Croce e nella speranza della resurrezione,
preghiamo.
− Per i presbiteri: nell'amore e nel servizio di Cristo la carità diventi fonte, criterio, misura,
impulso dell'amore e del servizio alla Chiesa, preghiamo.
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− Per i consacrati: mostrino con l'eloquenza delle opere, che la divina carità è fondamento e
stimolo dell'amore gratuito ed operoso, preghiamo.
− Per gli sposi cristiani: si accolgano e si servano l'un l'altro con onore e amore, preghiamo.
− Per quanti chiami a seguirti per il servizio e l'edificazione del popolo di Dio: corrispondano
docilmente al dono dello Spirito, preghiamo.
− Per la nostra comunità: come luogo di educazione e di crescita nella fede, sappia coltivare i
germi di vocazione al ministero pastorale e alla vita consacrata, preghiamo.
− Per la nostra comunità: dall'Eucaristia impari a servire totalmente e gratuitamente gli altri,
preghiamo.
PADRE NOSTRO
Benedizione eucaristica
Tutti insieme
Dio sia benedetto
Benedetto il Suo santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il Suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paràclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la Sua santa e Immacolata Concezione.
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il Nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto S. Giuseppe, suo castissimo Sposo.
Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.
CANTO FINALE
45
VEGLIA giovani
INTRODUZIONE
CANTO ED ESPOSIZIONE
Tutti
Mio Dio,
non conosco me stesso, né ho idea di dove sto andando:
Non vedo il cammino che sta davanti a me, né
posso sapere con certezza dove mi porterà.
Il fatto che io dica di seguire la Tua volontà
non vuol dire che la stia seguendo.
Ma io credo che il desiderio di seguirti ti soddisfi,
e spero di avere questo desiderio in tutto ciò che faccio.
Spero di non fare niente senza questo desiderio.
E penso che se faccio tutto con questo desiderio
mi aiuterai a prendere il cammino giusto, anche se non lo conosco.
Perciò, mi fiderò di Te sempre
anche se potrebbe sembrare che sia perso nell'ombra della notte.
Non avrò paura, Tu sei con me,
e non mi lascerai mai affrontare le mie paure da solo.
Si, mio Signore, risponderò alla tua chiamata con gioia.
BREVE ADORAZIONE SILENZIOSA (2 MIN)
SALMO 119 BET (alternando solista e tutti)
Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
46
più che in ogni altro bene.
Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.
(breve pausa di silenzio)
1° SEGNO: “purificazione”. I giovani dovranno riportare su dei foglietti ciò a cui intendono
rinunciare per ascoltare il Signore
e tenere “pura” la propria vita. Poi li metteranno nella rete.
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO
Invochiamo ora lo Spirito Santo, perché scenda su di noi, e accogliamo la Parola di Dio.
Vieni, vieni, Spirito d'amore
ad insegnare le cose di Dio.
Vieni vieni Spirito di pace
a suggerir le cose
che Lui ha detto a noi.
(entra la Parola, accompagnata dalla luce)
Dal Vangelo secondo Matteo (13,1-9.18-23)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli
salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre
seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde
sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era
profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui
rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il
cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e
non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme
seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la
Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge
una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato
tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della
ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che
ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
GESTO
(dopo ogni invocazione, due persone veleranno il Libro della Parola di Dio con un drappo scuro)
Ogni giorno siamo bersagliati da innumerevoli parole che spengono la Parola e rischiamo di non
accorgerci che la nostra vita si fa via via più buia…
47
(Alterniamo solista e tutti)
La Tua Parola è oscurata dalla superficialità…
La Tua Parola è velata
dalla brama di possedere...
La Tua Parola è oscurata dalla brama di potere…
La Tua Parola è velata da tante voci che
si sostituiscono alla Tua...
La Tua Parola è oscurata da apparenti ideali
che promettono ciò che non possono dare…
La Tua Parola è velata da visioni della vita
che non hanno Te come fondamento…
La Tua Parola è oscurata dalla nostra illusione di vivere meglio senza di Te, come se Tu non
esistessi…
(riflessione del sacerdote)
ADORAZIONE SILENZIOSA E INTERIORIZZAZIONE
DELLA PAROLA (10 min)
ACCOMPAGNAMENTO MUSICALE. CANTO
2° SEGNO: la gioia nella fiducia. I giovani scrivono su un altro foglietto ciò che vogliono
aggiungere nella loro vita per accogliere Gesù Cristo. Poi li porranno nella rete.
Alcuni dei giovani presenti, porteranno la rete da pesca dinanzi l’altare.
SALMO 119 NUN (a cori alterni)
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Ho giurato, e lo confermo,
di osservare i tuoi giusti giudizi.
Sono tanto umiliato, Signore:
dammi vita secondo la tua parola.
Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
La mia vita è sempre in pericolo,
48
ma non dimentico la tua legge.
I malvagi mi hanno teso un tranello,
ma io non ho deviato dai tuoi precetti.
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Adorazione silenziosa (4 min)
GESTO – In questo momento di dialogo, chiediamo che la Sua Parola rimanga con noi tutti i giorni,
per essere veri fratelli di tutti.
(Dopo ogni invocazione viene svelato il libro della Parola e acceso un cero)
Rit. Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Mio Signore, noi crediamo che la Tua Parola è accanto a noi ogni giorno…
Per illuminare il nostro cammino…
Per rischiarare i nostri momenti bui…
Per accompagnarci sulla strada della vita…
Per insegnarci a fare ogni giorno la Tua volontà…
Per aiutarci a riconoscere la Tua voce tra le tante voci che ci stordiscono…
IMPEGNO
G – La Parola di Dio che stasera abbiamo invocato, ascoltato, meditato, pregato, illumina la nostra
vita, se le diamo spazio e tempo. Essa è segno della compagnia del Signore che si fa luce per la
nostra strada e per il nostro cammino quotidiano. Impegnandoci a leggerla ogni giorno, chiediamo a
Dio di aumentare la nostra famigliarità con questo grande dono del Suo Amore.
Il nostro desiderio di lasciarci guidare dalla Parola del Signore si concretizza nella decisione di
incontrare Dio attraverso la lettura quotidiana di un versetto del Vangelo di Matteo.
“SIAMO IMPORTANTI”: Tu Gesù non ti dimentichi di noi, noi di te.
Un testimone: B. Giovanni Paolo II
GESTO: Andare a tu per tu con Gesù, mettersi in ginocchio, parlare brevemente con Lui
guardandolo e, infine, baciare la sua Parola scoprendo quanto lui ci ama. (disporsi a cerchio
intorno all’altare).
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ACCOMPAGNAMENTO MUSICALE DI SOTTOFONDO
PADRE NOSTRO (corale)
BENEDIZIONE EUCARISTICA
CANTO FINALE (Resta qui con noi)
50
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CHIAMATI ALLA MISSIONE
Veglia Mariana
per operatori pastorali
Preparare sull’altare la Bibbia aperta e cero pasquale acceso; vicino all’altare candele da distribuirsi
durante la celebrazione e turibolo con l’incenso.
Il Celebrante, giunto all’altare e fatta riverenza, pone l’incenso e incensa la Bibbia e il Cero Pasquale,
intanto si esegue il canto.
Canto
Guida 1: “Lo Spirito Santo è il protagonista di tutta la missione ecclesiale. È lui che conduce la
Chiesa sulle vie della missione. Essa continua e sviluppa nel corso della storia la missione del
Cristo stesso, inviato a portare la buona Novella ai poveri; sotto l’influsso dello Spirito di Cristo,
essa deve procedere per la stessa strada seguita da Gesù” (CCC n. 852).
Breve pausa di silenzio.
Guida 2: “Maria cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa i quali di Cristo sono
membra: Per questo è anche riconosciuta quale sovreminenze e del tutto singolare membro della
Chiesa e sua figura ed eccellentissimo modello nella fede e nella carità, e la Chiesa Cattolica, edotta
dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come madre amatissima” (LG 53).
La parola di Dio ci ricorda che:
- il Vangelo è un lieto annuncio che ogni uomo ha il diritto di ricevere;
- tutti i cristiani hanno l’impegno di annunciare agli altri la salvezza;
- l’annuncio del Vangelo è un dovere per ogni battezzato;
- tutti i cristiani, con gli apostoli sono inviati da Cristo a diffondere il suo
insegnamento;
- la Vergine Maria tutta dedita alla volontà di Dio e ai suoi progetti di salvezza è
per ogni cristiano, chiamato alla missione, modello eminente, madre e maestra
nella missione.
Sac.
Ass.
Nel nome del Padre…
La grazia e la pace di Dio, nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo, sia con tutti voi.
E con il tuo spirito.
Sac.
Sorelle e fratelli, disponiamo il nostro spirito ad incontrare il Signore in questa veglia di
preghiera con Maria, Madre di Gesù e perché il nostro cuore sia aperto ai doni di grazia che
egli vorrà elargirci, riconosciamo i nostri peccati e con umiltà e fiducia chiediamo perdono.
Sac.
Ass.
Signore, che ti sei fatto nostro fratello e salvatore, abbi pietà di noi.
Signore, pietà.
52
Sac.
Ass.
Cristo, nostra Pasqua e nostra pace, abbi pietà di noi.
Cristo, pietà.
Sac.
Ass.
Signore, nostra gioia e nostro canto, abbi pietà di noi.
Signore pietà.
Sac.
Dio Onnipotente abbia misericordia…
Sac.
Preghiamo.
O Dio, che hai dato al mondo il tuo Vangelo come fermento di vita nuova, per intercessione
della Beata Vergine Maria, concedi ai fedeli laici, che vivono la loro quotidiana esperienza
al servizio della comunità umana, di portare nelle realtà terrestri l’autentico spirito del
Cristo, per l’edificazione del tuo regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Amen.
Ass.
Canto
IN ASCOLTO DELLA PAROLA
Guida 1:
Ogni battezzato è per sua natura missionario; quindi ognuno di noi deve sentirsi
impegnato in questo; potrà essere più fedele a tale dovere, se sarà cosciente che portare
Cristo è portare la gioia come ci ricorda il profeta Isaia.
Guida 2:
“Maria, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù, e abbracciando,
con tutto l’animo e senza peso alcuno di peccato, la volontà salvifica di Dio, consacrò
totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo,
servendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio
onnipotente” (L.G. n. 56).
Lett.
Dal Libro del profeta Isaia
Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi
che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza,
che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”.
Senti? Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme gridano di gioia, poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore in Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutti i popoli;
tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.
Parola di Dio.
Breve silenzio.
53
Guida 1: ‹‹Da sempre la Chiesa ha tratto l’obbligo e la forza del suo slancio missionario dall’amore
di Dio per tutti gli uomini: “L’amore di Cristo ci spinge…” (2 Cor 5,14). Infatti Dio “vuole
che tutti gli uomini siano salvi e arrivino alla conoscenza della verità” (1 Tm 2,4). Dio vuole
la salvezza di tutti attraverso la conoscenza della verità. La salvezza si trova nella verità.
Coloro che obbediscono allo Spirito di verità sono già sul cammino della salvezza; ma la
Chiesa alla quale questa verità è stata affidata, deve andare incontro al loro desiderio
offrendola loro. Proprio perché crede al disegno universale di salvezza, la Chiesa deve
essere missionaria›› (CCC n. 851).
Guida 2: “Maria non fu strumento meramente passivo nelle mani di Dio, ma cooperò alla salvezza
dell’uomo con libera fede e obbedienza. Infatti, come dice sant’Ireneo, essa ‹‹obbedendo
divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano››.
L’unione della Madre col Figlio nell’opera della redenzione si manifesta dal momento della
concezione verginale di Cristo fino alla di Lui morte” (LG 56.57).
Breve silenzio.
Guida 1:
Potremo essere fedeli al nostro impegno di evangelizzazione, se penseremo, che
portando Cristo si porta la pace, come sottolinea il salmo responsoriale.
SALMO RESPONSORIALE
Rit.
dal Salmo 95
Ai miei fratelli annunzierò la pace
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. Rit.
Annunziate di giorno in giorno la sua salvezza;
in mezzo ai popoli narrate la sua gloria,
a tutte le nazioni dite i suoi prodigi. Rit.
Dite tra i popoli: ‹‹Il Signore regna!››.
Sorregge il mondo, perché non vacilli;
giudica le nazioni con rettitudine. Rit.
Breve silenzio.
Guida 2: ‹‹Il fine ultimo della missione altro non è che di rendere partecipi gli uomini della
comunione che esiste tra il Padre e il Figlio nel loro Spirito d’amore›› (CCC n.850).
Siccome l’evangelizzazione porta tanti frutti, la dovremmo sentire come nostro dovere, e
dovremmo attribuire a noi quanto dice S.Paolo scrivendo ai cristiani di Corinto.
Lett.
Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (9,16-23)
54
Fratelli, non è per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non
predicassi il vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio
di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di
predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo. Infatti, pur
essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero.Mi sono fatto
debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo
qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.
Parola di Dio.
Breve silenzio.
Guida 1: ‹‹Il Mandato missionario del Signore ha la sua ultima sorgente nell’amore eterno della
Santissima Trinità: “La Chiesa pellegrinante per sua natura è missionaria, in quanto essa
trae origine dalla missione del Figlio e dalla Missione dello Spirito Santo, secondo il
disegno di Dio Padre›› (Ad Gentes, 2) (CCC n. 850).
Guida 2: Gesù fa della predicazione la ragione di essere della sua vita pubblica; quando sale al cielo
lascia agli apostoli il compito di continuare la sua missione; anche noi dobbiamo sentirci
impegnati in questa opera di salvezza.
Guida 1: “La beata Vergine.. col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al tempio,
soffrire col Figlio suo morente in croce, cooperò in modo tutto speciale all’opera del
Salvatore, coll’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita
soprannaturale delle anime… Assunta in cielo, con la sua materna carità si prende cura dei
fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che
non siano condotti nella patria beata” (LG 61.62).
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è in mezzo a voi, dice il Signore;
portate il messaggio di pace a tutti gli uomini (cfr Mt 10,5.9)
Alleluia, alleluia.
+ Dal vangelo secondo Matteo (28,16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse
loro: ‹‹Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni,
battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare
tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo››.
Parola del Signore
Omelia del celebrante.
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Guida 1: ‹‹Inviata da Dio alle genti per essere “sacramento di salvezza”, la Chiesa per le esigenze
più profonde della sua cattolicità e obbedendo all’ordine del suo fondatore, si sforza
d’annunziare il vangelo a tutti gli uomini›› (CCC n. 849).
Guida 2: “La Chiesa, mentre persegue la gloria di Cristo, diventa più simile alla eccelsa figura di
Maria, progredendo continuamente nella fede, speranza e carità e in ogni cosa cercando e
seguendo la divina volontà. Onde anche nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente
guarda a Colei che generò Cristo… La Vergine infatti nella sua vita fu modello di
quell’amore materno, del quale devono essere animati tutti quelli, che nella missione
apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini” (LG 65).
Guida 1: Mentre processionalmente ci avviciniamo all’altare per accendere la nostra candela al cero
pasquale, vogliamo sottolineare con il canto che il regno di Dio che noi dobbiamo
annunciare è Cristo, lui la pace, la giustizia, la vita, la via, la verità, l’amore, la grazia.
Canto:
Durante il canto ognuno accende al cero pasquale una candela.
Cel. Fratelli e sorelle, attraverso i suoi figli la Chiesa cerca instancabilmente di recare l’annuncio
del Vangelo a tutti gli uomini. Preghiamo il Signore affinché, per intercessione della
Vergine Madre, mediatrice di ogni grazia, tutta la terra accolga la sua Parola.
Lett. Preghiamo insieme dicendo: Venga il tuo Regno, Signore!
− Affinché tutta la Chiesa senta impellente il desiderio di Cristo di manifestarsi ad ogni uomo e di
fare dell’umanità una vera famiglia, preghiamo.
− Perché i fedeli laici collaborino con vescovi e presbiteri nell’opera di evangelizzazione e
promozione umana dei popoli, attraverso la preghiera, l’azione, la solidarietà, preghiamo.
− Perché nelle comunità cristiane si moltiplichino sacerdoti, religiosi, diaconi e catechisti necessari
alla crescita nella fede, nella speranza e nella carità, preghiamo.
− Perché ognuno di noi ricordi sempre quanto il Concilio Vaticano II afferma: “l’opera
evangelizzatrice è un dovere fondamentale di tutto il popolo di Dio”, preghiamo.
− Perché in ognuno di noi, grazie all’intercessione delle Vergine Maria, risvegli in sé l’impegno a
far giungere il vangelo nella propria famiglia, nell’ambiente di scuola o di lavoro, nelle diverse
attività umane, preghiamo.
Canto: Padre nostro
Benedizione finale
Canto
56
ORA DI PREGHIERA PER GLI INFERMI
Canto
Guida : Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Signore, noi ti adoriamo e crediamo che tu sei veramente presente nel Sacramento dell’Eucaristia. Tu sei il
Figlio di Dio fatto uomo, il Messia Salvatore. Tu hai detto: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e
stanchi, ed io vi consolerò”. Nella fede, Signore, ti presentiamo tutti i malati, quelli rimasti nelle nostre
case, quelli che portiamo nei nostri cuori e che non hanno potuto accompagnarci, tutti quelli che ci hanno
chiesto di pregare per loro. Gesù, abbi compassione di loro, tu che sei la pienezza della vita. Vieni, buon
Pastore, e poni la tua mano benedetta su ciascuno dei nostri malati: toccali profondamente e per la forza delle
tue piaghe gloriose guarisci chi soffre nel corpo. Ma noi ti supplichiamo, Gesù: guarisci anche quelli che
sono feriti nel cuore, quelli segnati dalle ingiustizie, dalle calunnie, dall’infedeltà. Guarisci, Gesù, le ferite
della memoria, affinché nessun avvenimento del passato ci causi tristezza, angoscia, paura. Te lo chiediamo
perché tu hai detto: “Bussate e vi sarà aperto”. Noi crediamo che la tua parola è vera e siamo talmente sicuri
della tua presenza vivente fra noi che fin d’ora ti diciamo grazie per quanto farai in quest’ora di preghiera.
Gesù, non guardare ai nostri peccati, ma alla fede di quest’assemblea.
Lett. O Signore! Tu hai detto: "Figlio non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà"
(Sir. 38,9). Noi ti preghiamo Tutti : guariscici, Signore.
"In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il
Padre mio che è nei cieli ve la concederà" (Mt 18,19). Noi ti preghiamo Tutti: guariscici, Signore.
"Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato" (Mc.
11,24). Noi ti preghiamo Tutti : guariscici ,Signore.
"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mt. 24,35). Noi ti preghiamo
Tutti : guariscici, Signore.
RECITA DEL SANTO ROSARIO : MISTERI DOLOROSI
PRIMO MISTERO DOLOROSO: L'AGONIA DI GESÙ NELL'ORTO DEGLI ULIVI
Lettore: Dal Vangelo secondo Luca (22, 39-46)
Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul
luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di
sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia
fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda
all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che
cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la
tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
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Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria, “Gesù mio …”
Lettore: dalla seconda lettera di san Paolo ai Corinzi
Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne,
un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben
tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia
potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”.
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi
compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per
Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte. ( 2 Cor 12,7-10)
SALMO 27 (A cori alterni)
Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?
Quando mi assalgono i malvagi per straziarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere.
Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme;
se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia.
Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario.
Egli mi offre un luogo di rifugio nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della sua dimora, mi solleva sulla rupe.
E ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano;
immolerò nella sua casa sacrifici d'esultanza, inni di gioia canterò al Signore.
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.
Di te ha detto il mio cuore: “Cercate il suo volto”;
il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.
CANTO
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SECONDO MISTERO DOLOROSO: LA FLAGELLAZIONE DI GESÙ
Lettore: Dal Vangelo secondo Giovanni (18, 38-40; 19,1)
Pilato [disse a Gesù]: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse
loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua:
volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma
Barabba!». Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.
Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria, “Gesù mio …”
Salmo 41 (A cori alterni)
Beato l'uomo che ha cura del debole,
nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Veglierà su di lui il Signore, lo farà vivere beato sulla terra,
non lo abbandonerà alle brame dei nemici.
Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore;
gli darai sollievo nella sua malattia.
Io ho detto:
“Pietà di me, Signore; risanami, contro di te ho peccato”.
I nemici mi augurano il male:
“Quando morirà e perirà il suo nome?”.
Chi viene a visitarmi dice il falso,
il suo cuore accumula malizia e uscito fuori sparla.
Intercessioni
Guida: Abbiamo ritrovato serenità davanti a Gesù, “uomo dei dolori che ben conosce il patire”.
Nella certezza di essere esauditi, rivolgiamo a lui la supplica per le nostre famiglie, la parrocchia, la
città, il mondo intero. Ad ogni invocazione rispondiamo: Signore, ascoltaci
− Per tutti i malati, perché da Cristo sperino la guarigione e in comunione con lui lottino per
ottenerla, ma nella fede in lui possano anche vivere la malattia e l’approssimarsi della morte
come momento di grazia e di pace, preghiamo.
− Per quanti mettono al servizio dei malati la propria competenza professionale e spesso l’intera
esistenza, perché imparino da Cristo ad essere autentici “buoni samaritani”, preghiamo.
− Perché di fronte ai nuovi drammi ed alle malattie che hanno sostituito le pestilenze del passato la
ricerca scientifica operi senza sosta per combattere le conseguenze dei mali, preghiamo.
− Perché le grandi potenzialità della medicina moderna vengano poste al servizio effettivo
dell’uomo ed applicate nel pieno rispetto della vita dal suo inizio al termine naturale, preghiamo.
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− Perché gli ospedali, le cliniche, le case di cura siano come santuari in cui le persone partecipano
al mistero pasquale e i credenti rendano ragione della loro speranza, preghiamo.
Canto
TERZO MISTERO DOLOROSO: L’INCORONAZIONE DI SPINE DI GESÙ
Lettore: Dal Vangelo secondo Matteo (27,27-31)
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la
coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela
posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo
schernivano: «Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo
percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare
i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria, “Gesù mio …”
Salmo 41 (a cori alterni)
Contro di me sussurrano insieme i miei nemici, contro di me pensano il male:
“Un morbo maligno su di lui si è abbattuto, da dove si è steso non potrà rialzarsi”.
Anche l'amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo
calcagno.
Ma tu, Signore, abbi pietà e sollèvami, che io li possa ripagare.
Da questo saprò che tu mi ami se non trionfa su di me il mio nemico;
per la mia integrità tu mi sostieni, mi fai stare alla tua presenza per sempre.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,18-27)
Fratelli, io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura
che dovrà esser rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di
Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha
sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per
entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e
soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le
primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro
corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più
speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che
non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla
nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito
60
stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali
sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
Canto
QUARTO MISTERO DOLOROSO: GESÙ È CONDOTTO AL CALVARIO CARICO
DELLA CROCE
Lettore: Dal Vangelo secondo Luca (23,26-28)
Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli
misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne
che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse:
«Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli».
Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria, “Gesù mio …”
Guida: Signore, che hai preso su di te le nostre sofferenze, e hai portato i nostri dolori, abbi pietà di
noi.
Tutti: Signore, pietà.
Cristo, che nella tua bontà verso tutti sei passato beneficando e risanando gli infermi, abbi pietà di
noi.
Tutti: Cristo, pietà.
Signore, che hai detto ai tuoi Apostoli di imporre le mani sugli infermi, abbi pietà di noi.
Tutti: Signore, pietà.
Lettore: Meditiamo sulle sofferenze dei malati: Simone di Cirene è un uomo semplice che sembra
trovarsi per caso sulla via del Calvario. A lui viene messo addosso il peso della croce, un giogo che
senza Dio nessuno sarebbe in grado di sostenere con pazienza. Molti uomini sentono il peso delle
proprie croci: infermità fisiche, psichiche, spirituali. Pensiamo ai malati negli ospedali e nelle case
di cura, ai malati terminali, ai malati di mente, agli anziani negli ospizi, alle persone sole e ferite
dalla vita, chiuse nel loro dolore. Così pure alle molte persone malate o ferite nello spirito dalla
mancanza di. speranza e di luce perché lontane dalla fede. Come per il Cireneo, è proprio
nell’incontro con Gesù che queste croci, queste infermità, acquistano il giusto valore. Camminando
con Gesù ogni giorno troviamo la strada per uscire dalle nostre malattie che spesso ci bloccano e
non ci fanno andare avanti. Lungo il percorso con Gesù riusciamo a reagire, a non chiuderci nel
lamento ma a guardare oltre, ritrovando così preziosità e il senso più profondo della vita.
Preghiera litanica
Guida: Per i nostri fratelli e sorelle infermi e per tutti coloro che li curano e li assistono preghiamo
insieme dicendo: Ascoltaci, Signore.
− Perché il Signore benedica e protegga i fratelli infermi, preghiamo.
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−
−
−
−
Perché doni loro forza e salute, preghiamo.
Perché lenisca le loro sofferenze, preghiamo.
Perché tutti i malati sentano il conforto della sua grazia, preghiamo.
Perché la sua benedizione accompagni quanti assistono gli infermi, preghiamo.
Lettore: Dal Discorso di Benedetto XVI con i malati nel Viaggio Apostolico in Polonia del 27
maggio 2006
“Voi, cari malati, segnati dalla sofferenza del corpo o dell’anima, siete i più uniti alla croce di
Cristo ma nello stesso tempo i più eloquenti testimoni della misericordia di Dio. Per vostro tramite e
mediante la vostra sofferenza Egli si china sull’umanità con amore. Siete voi che, dicendo nel
silenzio del cuore: «Gesù, in te confido», ci insegnate che non c’è una fede più profonda, una
speranza più viva e un amore più ardente della fede, della speranza e dell’amore di chi nello
sconforto si mette nelle mani sicure di Dio”.
Canto
QUINTO MISTERO DOLOROSO: LA CROCIFISSIONE E MORTE DI GESÙ
Lettore: Dal Vangelo secondo Giovanni (19,25-27)
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di
Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla
madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel
momento il discepolo la prese nella sua casa.
Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria, “Gesù mio …”
Lettore: Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,35-44)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne
accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito,
appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone, al suo ritorno, troverà ancora svegli; in verità
vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel
mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! Sappiate bene questo: se il padrone di
casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti,
perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate ». Allora Pietro disse: «Signore, questa
parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Qual è dunque l’amministratore
fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la
razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico,
lo metterà a capo di tutti i suoi averi ».
Guida: Terminiamo questo incontro di preghiera riposando nel cuore di Maria. La Vergine della
Consolazione faccia sentire il suo conforto materno a quanti fra noi sono nella prova e guidi i
medici, gli infermieri e i familiari dei malati a testimoniare la tenerezza di Dio, a diventare icone
viventi del Figlio suo.
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Canto
Lettore: O Signore! Tu hai detto: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà
aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto" (Mt 7,7) Noi ti
preghiamo
Tutti: guariscici, Signore.
"Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere,
suppliche e ringraziamenti..." (Fil. 4,6) Noi ti preghiamo
Tutti: guariscici, Signore.
"E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i
demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno,
non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno" (Mc. 16,17); Noi ti
preghiamo.
Tutti: guariscici, Signore.
Guida: E ora, tutti insieme, rivolgiamo al Padre la preghiera, che Gesù Cristo nostro Signore ci ha
insegnato.
Padre nostro...
BENEDIZIONE FINALE
Canto finale
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ABRAM, UOMO DEL SÌ
Idea di fondo: Dio chiede ad Abramo un'obbedienza basata sulle sue promesse. Abramo ha il
coraggio di rischiare perché fida della Parola di Dio e perché sente che Dio si fida di
lui. Signore, chiamandoci, fa emergere tutte le nostre possibilità i rispondere con la
nostra vita alla sua proposta, per renderci "noi stessi".
Tra le promesse di Dio c'è una "terra nuova" da scoprire e custodire. La promessa di
Dio è sempre una benedizione per tutti.
Parola chiave:
VOCAZIONE.
I TEMPO
LA VOCAZIONE
SCOPERTA DI UNA "TERRA NUOVA"
(attività d'introduzione al tema dell’incontro)
Introduzione: per Abramo oggi c'è una chiamata a lasciare che è anche una chiamata a trovare qualcosa
di più grande: "farò di te una grande nazione". Dio, con il suo Progetto su di noi, ci aiuta
a disegnare la nostra vita insieme a lui. Insieme a lui possiamo sognare la nostra
"terra".
Consegnate un foglio bianco formato A/4 a ciascuno dei ragazzi. Dite loro di disegnare SULLA PRIMA
FACCIATA una mappa e di scrivere o disegnare:
− Da dove sono partito
(il luogo che per ognuno è più bello, significativo e che sente più "suo". Ad esempio: la casa, la
parrocchia, la scuola...)
− Chi porto con me, nel mio cuore
(le persone più importanti)
− Un oggetto per il viaggio
(quello più indispensabile, senza il quale ci si sente "persi")
SUL RETRO DEL FOGLIO:
La mèta. La realtà più importante che ciascuno vuole raggiungere in questa fase di vita. (Ad es.
avere un amico in più, incontrare Dio, condividere i propri sogni, fare nuove esperienze di vita,
orientarsi per una scelta di vita...).
Concludete l'Attività dicendo ai ragazzi che in questa piccola Mappa della nostra vita Dio desidera
essere il protagonista assieme a noi. Il suo Progetto di bene vuole incontrare i nostri progetti, la
nostra storia e renderla "benedizione" per tutti.
II TEMPO
LE VOCAZIONI DELLA CHIESA
Introduzione: Abramo e Sara lasciano la loro terra per seguire la proposta di Dio. Il suo invito è
così forte e bello che non si può fare a meno di seguirlo. Come loro, anche oggi, tante
persone scelgono di seguire il Signore, fidandosi della sua Parola e delle sue Promesse
di vita piena.
Seguire il Signore significa scegliere Lui come "il tutto" della propria vita, attraverso
modalità diverse per ognuno, secondo le attitudini, i doni personali e i desideri più
profondi. Ecco allora le diverse vocazioni nella Chiesa.
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PRIMA PARTE (uguale per tutti)
Presentate ai ragazzi le vocazioni che sono nella Chiesa: gli sposi, i missionari, i sacerdoti, i religiosi, i
laici consacrati, i diaconi permanenti... per informazioni potete consultare questo link:
http://www.apostoline.it/sussidi/mostra/mostravoc.htm
(cliccate sulle immagini e cercate i pannelli numero 9-10-11)
Nel sito trovate materiale utile per approfondire le diverse vocazioni
nella Chiesa: http://www.apostoline.it/perscegliere/perscegliere.htm
SECONDA PARTE (proposta per i ragazzi di 9-10 anni)
Dividete i ragazzi in squadre e assegnate ad ogni squadra un colore. Preparate una scatola per ogni
vocazione presentata e nascondetele in posti diversi. Scegliete delle caratteristiche per ogni
vocazione e scrivetele su dei foglietti in colori diversi a seconda delle squadre (es. Il sacerdote: non si
sposa, celebra l'Eucaristia, studia in seminario...; gli sposi: hanno le fedi al dito, devono essere per forza
in due...), alcune caratteristiche possono essere in comune per tutte le vocazioni (es. è battezzato, ama
Dio...). Consegnate i foglietti alle squadre che, in un tempo stabilito, dovranno trovare le diverse
scatole e imbucarvi il foglietto giusto. Alla fine dell'Attività leggete insieme le diverse
caratteristiche e commentatele brevemente insieme ai ragazzi, contate poi i foglietti giusti. La
squadra che ne ha imbucati di più vince.
SECONDA PARTE (proposta per i ragazzi di 11-14 anni)
Dividete i ragazzi in gruppi. Consegnate a ogni gruppo del materiale su una vocazione in
particolare: qualche testimonianza, il significato di quella vocazione nella Chiesa (utilizzate per i
Ragazzi il materiale che avete usato voi per l'approfondimento personale). Dite loro di approfondire
la conoscenza di quella vocazione e di preparare una presentazione; ad es. possono immedesimarsi
e parlare in prima persona, drammatizzare una situazione, realizzare un cartellone con le
caratteristiche, scegliere dei simboli che la rappresentino... Dopo un tempo stabilito invitate ogni
gruppo a presentare agli altri la "propria" vocazione.
N.B. Gli animatori, o un responsabile, aiutino i gruppi per l'organizzazione del lavoro.
Abramo e Sara hanno saputo leggere nella esperienza della vita i segni
di una chiamata di Dio che li ha condotti a cose grandi.
La nostra vita è piena di promesse, di progetti, di aspirazioni: se
sappiamo leggervi dentro in profondità, vi scopriremo che sono le
promesse di Dio ad ogni uomo, perché è lui che ci ha chiamati
all'esistenza, che ci vuole suoi amici, anche nelle situazioni difficili e che
esigono impegno. Le sue promesse si realizzano sempre, basta avere
perseveranza e fede. La storia di Abramo, Isacco e Giacobbe ci
rassicura che Dio non delude mai. Possiamo contare su di lui come
nostro alleato potente.
(Catechismo dei Ragazzi, Sarete miei testimoni, 1.
Il Dio della promessa)
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SULLA STRADA DI DIO
Idea di fondo: Abramo è l'uomo del cammino, "partito senza sapere dove andava" (cf. Lettera agli Ebrei
11). Le incertezze sono più delle certezze e le difficoltà sono sempre alla porta, ma
l'uomo di Dio è consapevole che il suo Dio cammina con lui. È Dio che
instancabilmente cerca l'uomo. È su questa fiducia di base che si può procedere
anche quando la mèta sembra non chiara. Il cammino della crescita equivale a questa
condizione di incertezza. Ancora non si vede l'adempimento delle promesse di Dio.
Alcune volte non si percepisce che Dio è vicino, ma tutto quello che si vive è un dono
del suo amore, da riconoscere, accogliere, ridonare.
Parole chiave: Camminare con Dio.
LEGGERE GENESI 12,1-10.
Breve riflessione
Sulla base del brano biblico, far costruire ai ragazzi, in poco tempo, un oggetto da poprtare con sé
come segno della presenza di Dio.
ESPERIENZA DI CAMMINO
− Proponete una bella camminata all'aria aperta, dove ciascuno porta con sé l'oggetto che ha
costruito durante l'Esperienza Pratica: qualcosa che gli ricordi che Dio è sempre con lui.
− Affinché il cammino sia più significativo, cercate nella zona in cui siete dei sentieri in cui ci siano
delle cappelle votive o un santuario... oppure ponete voi lungo il percorso dei simboli biblici che
dicono come Dio si fa accanto a ogni persona (ad es: la LUCE che illumina la vita - lo sono la Luce
del mondo, cf. Giovanni 8,12; il PANE che da forza per camminare - Io sono il Pane della vita, cf.
Giovanni 6,35; l'ACQUA che disseta la nostra sete più profonda - II Signore è fonte d'acqua viva, cf.
Geremia 17,13).
- Potete, inoltre, consegnare a ogni gruppo una macchina fotografica digitale invitando i ragazzi a
osservare la natura e fotografare quello che più li colpisce, che più ricorda loro la presenza di Dio.
Se qualcuno è particolarmente ispirato può anche realizzare dei disegni (in questo caso mettete a
disposizione dei colori e dei fogli).
- Al termine della camminata ognuno può condividere ciò che più gli ha parlato della presenza
di Dio. Nel caso delle foto, prevedete una proiezione.
Si vive questa celebrazione a tappe, fino al luogo che avete scelto perché diventi "luogo di
preghiera e memoria". Come ha fatto Abramo a Betel. Preparate questo luogo con cura.
PER UNA TAPPA: occorre una grande Bibbia da aprire sul brano del Vangelo secondo Matteo 2,912. Gesù è il Dio-con-noi, l'Emmanuele, questo significa il suo nome. I Magi riconoscono
questo e donano a Gesù ciò che hanno di più prezioso.
PER UN’ALTRA TAPPA: costruite insieme ai ragazzi l'altare con delle pietre, con il legno (materiale
che avrete preparato per tempo)... così come ha fatto Abram per ricordarsi che lì Dio gli ha
parlato ed è stato con lui. In questo luogo ciascuno ringrazia Dio per la sua presenza e il suo
amore con il quale accompagna ogni nostro passo. Su questo altare ciascuno lascia, per non
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dimenticare, l'oggetto/sim-bolo della vicinanza di Dio che ha costruito e che lo ha accompagnato
lungo la giornata.
Far scoprire ai ragazzi il progetto di Dio, la storia della salvezza che
continua nella loro vita, è aiutarli ad accogliere come un dono: il
corpo che cresce; la propria personalità come qualcosa di originale;
le relazioni con gli altri come nuovi orizzonti che si aprono. È un
campo immenso da esplorare per discernere in se stessi, nelle
esperienze della vita, un segno privilegiato di Dio che ama e che apre
un cammino verso la libertà, anche quando la vita è segnata dal
dolore e appesantita dal male. Il cammino crismale è occasione
privilegiata per aiutare i ragazzi a scoprire nelle Scritture il Dio
fedele all'alleanza con l'uomo; anche oggi il cristiano sente rivolte a
sé le parole dette da Dio ad Abramo, a Mosè, ai profeti. Sono
parole che conducono a un cammino di liberazione dal male e a
vivere, grazie alla presenza dello Spirito, il dono della nuova alleanza.
(Catechismo dei Ragazzi, Sarete miei testimoni, 1. Il Dio
della promessa)
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CONFLITTI IN CASA
Idea di fondo: Nella storia di Abramo oggi è tempo di conflitti.
La sua scelta di mantenere la pace con Lot, rinunciando a qualcosa che gli sarebbe
spettato per diritto"anticipa"gli insegnamenti di Gesù che ci invita a seguire la via
dell'amore, della custodia delle relazioni. Affidandosi al "tesoro" che portiamo in
noi, cioè Dio stesso e la sua promessa, è possibile fare scelte giuste e nella libertà.
La giornata di oggi aiuta i ragazzi a ripensare al proprio modo di vivere le relazioni
e di gestire i conflitti. Quanto capito, ricordato, vissuto viene affidato al Signore per
ricevere il Perdono e la Grazia necessaria per ricominciare con Lui, da Lui.
Parola chiave: Relazioni.
UN CONFLITTO E UNA RICONCILIAZIONE
La proposta per questa attività è di mostrare ai Ragazzi degli esempi di conflitti. Si possono prendere
da film conosciuti, oppure li potete mettere in scena voi, magari prendendo spunto dagli esempi che
trovate nell'approfondimento. Potete utilizzare altrimenti questi esempi tratti dal Film "Harry Patter
e i doni della morte", prima parte, molto conosciuto dai ragazzi e vicino alla loro esperienza.
Concludete l'attività con una discussione tutti insieme.
PRIMA SCENA: (da 1:11’ a 1:15’30”)
La discussione avviene per diversi motivi: Ron si ingelosisce della presenza di Harry, si sente
escluso dal gruppo; Harry si sente responsabile del gruppo ma, di fatto, non sa come trovare la soluzione alle difficoltà che i tre vivono. Nel momento in cui avviene la discussione Ron ha al collo un
medaglione, l’ "horcrux", una sorta di amuleto negativo che funziona da lente oscura per guardare
la realtà.
Attualizzazione: quando viviamo dei conflitti, anche noi, a volte, non siamo più in grado di
vedere le cose come stanno. La realtà si colora di nero, ci sembra di non
conoscere più le persone, anche se sono nostre amiche.
SECONDA SCENA: (da 1:38’30” ad 1:41”)
La rappacificazione. Ron toma nel gruppo e parla di una luce che si è accesa dentro di lui, che lo ha
riportato a sentire le voci degli amici. L' "horcrux" è distrutto e con lui le paure, le gelosie, le bugie,
che a volte ci raccontiamo quando non vogliamo vedere il lato bello e più vero della realtà.
Attualizzazione: tutti e tre gli amici riscelgono il bene. Come Abramo che è disposto a perdere
qualcosa, la terra più fertile, anche loro sono disposti a guardare avanti. Non
ricordano le parole cattive che si sono detti l'un l'altro; mettono da parte
l'orgoglio, il desiderio di "vendicarsi" e ritrovano il bene che c'era.
TERZA "SCENA": (realizzata dai ragazzi)
In questa fase saranno i ragazzi, divisi in piccoli gruppi, a ipotizzare dei possibili conflitti che
capitano nella vita reale, a trovare una soluzione al conflitto vissuto e a rappresentare con una
scenetta il tutto.
N.B. Abramo ha trovato Dio, il suo tesoro più grande! Chi trova Dio non ha paura e non
ha niente da perdere perché ha già trovato tutto. Con questa certezza risolve al meglio la
situazione che gli si presenta davanti con Lot. Può essere utile fare questa attività prima
della Celebrazione Penitenziale.
Dopo i due spezzoni di film (che possono essere sostituiti da altri esempi di conflitti rappresentati da
voi o presi da altri film) e le scenette, fate seguire un momento di discussione tutti insieme.
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APRI GLI OCCHI ALLAVITA!
Idea di fondo: In questo secondo giorno di campo, i teenager sono chiamati ad accogliere
nella loro vita la chiamata di Dio che ci fa diventare benedizione per benedire
quelli che incontriamo.
Abramo si fida delle parole di Dio e si mette in cammino. Ciascuno è
chiamato in causa con la propria vita a fidarsi della parola di Dio che lo
raggiunge.
Suggeriamo di impostare questo giorno come "Giornata del cammino": si può
scegliere di affrontare il viaggio e la fatica della strada verso una meta bella,
sconosciuta ai teen, che richiederà da parte loro la fiducia negli educatori.
NEL TUO OGGI LA CHIAMATA DI DOMANI
Tema: L'identità
Materiale: 5 carte (fogli formato A4) per ciascuno, con scritte le DEFINIZIONI DELL'IDENTITÀ
RIPORTATE DI SEGUITO; fogli bianchi A4; un pennarello; penne; scotch, forbici, colori, nastri, ecc.
LE CARTE
Identità che mi distingue: ciò per cui senti di esistere e di essere riconosciuto come
persona. Richiama tutto il tuo essere: mente, volontà, cuore, forze fisiche, impegno,
decisione, fedeltà, responsabilità.
Identità sociale: aspetti del tuo comportamento che ti rendono simile agli altri.
Identità professionale: le tue competenze, di studio e lavoro, tutte quelle conoscenze e
abilità che ti danno una certa sicurezza nell'af-frontare i compiti della vita e nel
trovare il tuo posto nella società.
Identità culturale: è il senso di appartenenza a un gruppo, a un insieme di codici fatto di
parole, linguaggi, valori, costumi, significati (es. modi di dire, gestualità, valori
comuni...).
Identità relazionale: la capacità che hai di instaurare relazioni mature, di amare e di essere
amato, fino a arrivare a una scelta di vita (chi vuoi essere).
Svolgimento
− L'animatore introduce il tema dell'identità attraverso la lettura e presentazione delle carte.
− Dopo la lettura, ciascuno completa le proprie carte con i dati che lo riguardano e poi
compone, mette insieme le 5 carte in modo da realizzare un SIMBOLO, una forma che unisca
insieme i 5 tratti dell'unica identità che egli stesso è.
− Date ai ragazzi il tempo e il materiale per realizzare con creatività il simbolo. Fate notare
anche che non tutte le carte devono essere necessariamente visibili: possono essere assemblate
anche in modo che non siano leggibili, o solo parzialmente, dagli altri. In base a quello che
la persona vive in questo tempo, sceglierà di mostrare o nascondere una o più carte.
− Al termine del lavoro svolto, ciascuno presenta al gruppo la sua costruzione, l'oggetto simbolico
realizzato, e si descrive a partire da esso. Se lo vedete opportuno, si può lasciare lo spazio agli
altri per eventuali domande.
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L'attività si conclude dicendo ai teenager che le nostre carte nei vari passaggi di vita si
arricchiscono, si riscrivono a volte, si posizionano in modo nuovo. Questo vale per ogni
persona in ogni stagione della vita, ma in modo speciale per l'identità di teen che è tutta in
costruzione. L'importante è cercare di non smarrirne neppure una, tutto il nostro bagaglio è
importante.
Ma questo non basta. La storia di Abramo ci insegna che per diventare benedizione occorre
rimanere aperti a una carta in più, quella che Dio vuole donarci con la sua presenza in noi.
Essa provoca una novità assoluta nella nostra esistenza e nell'interpretazione di essa.
L'educatore in silenzio prende i fogli bianchi e scrive su di essi con il pennarello la parola
"Dio", distribuendoli uno per uno ai teen come sesta carta.
Cogliete le reazioni che questo gesto produce nei componenti del gruppo, lasciando spazio
a condivisioni personali.
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COME LE STELLE
DEL CIELO E LA SABBIA DEL MARE...
Idea di fondo: II passo che i teenager affronteranno in questo giorno è quello di capire l'importanza
della qualità della vita rispetto alla quantità.
Abramo a poco a poco comprende la promessa di Dio e crede. La sua vita si svolge
tra la sabbia e le stelle: tra doni, limiti, desideri, valori.
Nel Battesimo riceviamo scritta in noi la via per la santità, la vita nuova di Cristo. I
teen sono chiamati a scegliere di vivere il proprio Battesimo.
...TRA LA SABBIA E LE STELLE
1. LA SABBIA - DONI E LIMITI
Tema: I propri doni e limiti a disposizione del progetto di Dio.
Svolgimento: I ragazzi hanno a disposizione un foglio da compilare, diviso in 2 colonne. Sulla
PRIMA COLONNA dovranno scrivere i loro DONI = qualità, abilità, aspetti positivi del carattere e
della loro persona:
- almeno 5 doni personali che considerano"innati" cioè posseduti dalla nascita;
- 3 doni scoperti negli ultimi 5 anni;
- 1 dono scoperto nell'ultimo anno.
Nella SECONDA COLONNA dovranno scrivere al massimo 5 LIMITI = fragilità del carattere, aspetti di
immaturità, atteggiamenti che allontanano gli altri o che fanno disperdere molte energie.
Successivamente chiedete ai teen di collegare tra loro quei doni e limiti che si richiamano a vicenda,
e che possono essere considerati, a volte, come l'uno l'opposto dell'altro.
Nel gruppo si può condividere quello che si è scoperto, le difficoltà, le novità.
N.B. Fate riflettere i ragazzi che, se è vero che ci sono delle qualità, doni, che fanno
parte del nostro carattere e del nostro modo di essere, ci sono anche delle qualità che
impariamo, attraverso l'educazione e l'auto-formazione, proprio perché ci sentiamo
carenti in esse. Quello che conta è avere uno sguardo onesto su dì sé e essere disposti a
crescere.
I limiti possono essere guardati con rassegnazione o con uno sguardo aperto
all'accoglienza: è la strada per integrarli nella propria persona, senza nasconderli, e Dio
I i può valorizzare come risorsa.
2. LE STELLE – I VALORI SU CUI PUNTARE
Tema: i sogni, i desideri, la mia speranza.
Visione del Film: Welcome (Regia Philippe Lioret, Francia 2009, durata 105').
Questo film è consigliato per un'attività del pomeriggio, in modo da poter affrontare anche il
dibattito che esso suscita.
Trama: Bilal, giovane curdo, ha lasciato il suo paese alla volta di Calais, dove sogna e spera di
imbarcarsi per l'Inghilterra. Dall'altra parte della Manica lo attende un'adolescente che lui ama
profondamente, ma che il padre ha promesso in sposa a un ricco cugino. Fallito il tentativo di salire
clandestinamente su un traghetto, Bilal è deciso ad attraversare la Manica a nuoto. Recatosi presso
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una piscina comunale incontra Simon, un istruttore di nuoto di mezza età prossimo alla
separazione dalla moglie, ancora molto amata. Colpito dall'ostinazione e dal sentimento del
ragazzo, Simon lo allenerà e lo incoraggerà a non cedere mai alle ondate e tempeste della vita. A sua
volta Bilal aprirà nel cuore infranto di Simon una breccia in cui accoglierlo. Ma il mondo fuori è
avverso e inospitale e l'uomo dovrà sfidare le delazioni dei vicini di casa e la legge
sull'immigrazione che condanna i cittadini troppo umani e "intraprendenti" col prossimo. Quale,
allora, il futuro di Bilal?
(testo di Marzia Gandolfi per Mymovies.it)
SPUNTI DI RIFLESSIONE LEGATI AL FILM:
- Il film ci dichiara un fallimento o apre alla speranza?
Quale il tema che secondo voi prevale di più?
- I miei sogni, se sono veri, autentici, possono cambiare la mia vita e quella degli altri, diventano
coinvolgenti...
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ANNUNCIARE IL VANGELO IMPEGNANDOSI NELLA SOCIETÀ
Giovani e impegno politico-sociale
(Tratta da: Besorâ. Un lieto annuncio, EDB, 2004, 34-41)
La fede non è qualcosa di privato, né un'emozione che sta solo dentro al mio cuore. Tante volte
sentiamo dire: «Ah, io sto a casa mia e non metto il naso negli affari degli altri!». Come se questo
fosse un vanto o un merito! Per vivere il vangelo, invece, dobbiamo uscire di casa e mischiarci
con gli altri e i loro problemi, fare in modo che la "buona notizia» entri nelle nostre scuole, negli
uffici, nei consigli comunali, nella società. I testimoni di oggi ci insegnano a non aver paura di
sporcarci le mani e di infangarci le scarpe sulle strade del mondo!
ORA DELLA LUCE
Canto
SULLE ORME DI DAVIDE
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete; ecco il vostro Dio.
Egli viene a salvarvi».
Riempimi della tua grazia, o Dio, secondo la tua misericordia; nel tuo grande amore cancella la
mia ribellione, lavami da ogni mia disarmonia, tirami fuori da ogni mio smarrimento.
Ho fatto ciò che è male ai tuoi occhi.
Crea in me, o Dio, un cuore nuovo,
rafforzami col tuo spirito generoso.
Fa' ritornare in me la gioia di sapere che tu mi accogli e mi salvi.
Signore, fammi essere diverso;
desidero, e tu lo sai, essere altro da ciò che sono stato.
Farò capire a chi è senza strada che una strada c'è, anzi che tu, o Signore, gli stai
venendo incontro, come hai fatto con me.
Apri sempre, Signore, la mia bocca,
perché io possa ringraziarti e annunciare
che tu sei un Dio «grande nell'amore»,
soprattutto di fronte alle situazioni difficili,
in cui mi sembra che davvero non ci sia speranza.
Saziaci al mattino con la tua grazia: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni
LA BUONA NOVELLA (1Sam 16,1.3-4.6-8.10-13)
II Signore disse a Samuele: «Ti ordino di andare da lesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi
sono scelto un re. Allora io ti indicherò quello che dovrai fare e tu ungerai colui che io ti dirò».
Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme. Egli osservò Eliab e
chiese: «È forse davanti al Signore il suo consacrato?». Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare
al suo aspetto né all'imponenza della sua statura, lo l'ho scartato, perché io non guardo ciò che
guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore», lesse fece allora venire
Abìnadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del
Signore», lesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «II Signore non ha
scelto nessuno di questi». Samuele chiese a lesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose lesse:
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«Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge». Samuele ordinò a lesse: «Manda a
prenderlo». Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di
aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui». Samuele lo consacrò con l'unzione in mezzo ai
suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi.
CUSTODISCO IL TESORO
Davanti a Dio restiamo sempre dei «piccoli». Piccoli perché da lui «tessuti» e da lui dipendenti. Piccoli
perché limitati nella conoscenza e nell'amore, incoerenti, talvolta paurosi e poco disposti ad affidarci.
Siamo in buona compagnia però: Mosè, i profeti Giòna e Geremia, per citare alcune figure dell'Antico
Testamento, per non parlare poi dei discepoli e di quanti, come Nicodemo e Zacchèo, presero a seguire
Gesù «lungo la strada». Anch'essi erano inadeguati rispetto al compito che li attendeva, avevano alle
spalle storie ordinarie, spesso segnate dal peccato e da una non corretta idea di Dio. Eppure un giorno
Dio è venuto a cercarli, perché egli «guarda il cuore».
Anche a Davide è successo così: il Signore «lo prese dai pascoli» perché fosse re d'Israele. La sua vicenda,
che conobbe anche la colpa dell'adulterio e dell'omicidio, ci conferma però che le nostre inadeguatezze e
i nostri peccati non sono un ostacolo alla sequela operosa del Signore, se sono riconosciuti davanti a lui e
messi nelle sue mani. Con gratitudine pensiamo a come il Signore è venuto a prenderci là dove eravamo.
La missione del discepolo consiste nel dire ciò che Dio fa per l'uomo, non ciò che l'uomo deve fare per
Dio. Quello che ho sperimentato di Dio nella mia vita è che lui vuole salvarmi e questo lo racconto
anche se sono un peccatore. La storia di Davide ce lo insegna.
LA MIA LODE PER TE
Rit.: Grazie, Signore, perché tu sei «il Dio con noi».
Signore, tu mi conosci più di ogni altra persona,
tu sai cosa si agita nel mio cuore.
Tu mi circondi e mi avvolgi e tieni su di me la tua mano. R.
Sei venuto a me, ti sei fatto conoscere:
tu sei il Dio di Abramo, di Mosè, di Davide, il Dio di Gesù di Nazaret. R.
lo ho creduto alle parole e ai gesti del tuo amore e mi sono messo in cammino. R.
Nella mia «piccola» vita di ogni giorno,
con le mie fragilità e insicurezze,
vorrei parlare di te, raccontando ciò che tu hai fatto per noi. R.
TI INVOCO
Sull'esempio di Davide, donaci, Signore, la gioia di sentirci perdonati e tenuti per mano,
per essere capaci, a nostra volta, di perdonare, comprendere e compatire.
Insegnaci, Signore, la concretezza dell'amore, l'assiduità nei nostri impegni, il gusto dello studio e del
lavoro, la gioia di una fatica piena di senso,
per costruire una società più giusta e solidale.
Signore, tu che doni a ciascuno una vocazione diversa per il bene di tutta la Chiesa e del mondo,
donaci di essere generosi nella nostra risposta alla tua sequela,
superando dubbi e timori.
77
Signore, tu che conosci le sofferenze di tanti tuoi figli,
scuoti le nostre coscienze, perché possiamo sentire il dolore del mondo e pregarti anche per
chi non ti prega.
Padre nostro
UN LIETO ANNUNCIO PER TUTTI
Quel puzzle che è il mondo
Durante l'assenza della moglie, un importante uomo d'affari dovette rimanere in casa per badare ai due
scatenatissimi figli. Aveva un'importante relazione finanziaria da preparare, ma i due non lo lasciavano in
pace un istante.
Cercò allora di inventare un gioco che li tenesse occupati per un po' di tempo. Prese da una rivista una
carta geografica che rappresentava il mondo intero, una carta complicatissima per i colori dei vari Stati.
Con le forbici la tagliò in una miriade di pezzi piccolissimi, che consegnò ai bambini, sfidandoli a
ricomporre il disegno del mondo. E si mise al lavoro, certo che quel puzzle improvvisato li avrebbe
tenuti impegnati per qualche ora.
Un quarto d'ora dopo, i due bambini arrivarono trionfanti con il puzzle perfettamente ricomposto.
«Ma come avete fatto a finire così in fretta?», chiese il padre meravigliato.
«È stato facile», rispose il più grandicello. «Sul rovescio c'era la figura di un uomo. Noi ci siamo
concentrati su questa figura e, dall'altra parte, il mondo si è messo a posto da solo!».
(da: Bruno Ferrerò, Il canto del grillo, Elledici)
I bambini del racconto hanno capito che il mondo è ordinato e armonioso solo quando ci si
concentra sull'uomo, se si riconosce la dignità di ogni persona. Le mie azioni e le mie scelte sono
sempre attente a mettere le persone al primo posto?
Sento il compito di riunire i frammenti in cui il mondo è diviso? «Considera sempre l'uomo come
fine, mai come un mezzo», diceva Kant. Mi è mai capitato di usare le persone solo per
raggiungere qualche obiettivo? Come mi sono sentito?
ORA DELLE STELLE
LA GIOIA DELL'ANNUNCIO
L'impegno del cristiano nella società è compito urgente e necessario. Ecco la
testimonianza di Giorgio La Pira (†1977), sindaco di Firenze.
«Quando Cristo mi giudicherà, io so di certo che egli mi farà questa domanda: "Come hai
moltiplicato, a favore dei tuoi fratelli, i talenti privati e pubblici che ti ho affidato? Cosa hai fatto
per sradicare dalla società la miseria dei tuoi fratelli e, quindi, la disoccupazione che ne è la causa
fondamentale?".
Né potrò addurre, a scusa della mia inazione o della mia inefficace azione, le ragioni "scientifiche"
del sistema economico. Abbiamo una missione trasformante da compiere: dobbiamo mutare quanto è possibile - le strutture di questo mondo per renderle al massimo adeguate alla vocazione di
Dio. Siamo dei laici: padri di famiglia, insegnanti, operai, impiegati, industriali, artisti,
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commercianti, militari, uomini politici, agricoltori e così via; il nostro stato di vita ci fa non solo
spettatori, ma
necessariamente attori dei più vasti drammi umani. Si resta davvero stupiti quando, per la prima
volta, si rivela alla nostra anima l'immenso campo di lavoro che Dio ci mette davanti... Il nostro
piano di santificazione è sconvolto: noi credevamo che bastassero le mura silenziose dell'orazione!
Credevamo che, chiusi nella fortezza interiore della preghiera, noi potevamo sottrarci ai problemi
che sconvolgono il mondo; e invece nossignore... (..'"elemosina" non è tutto: è appena l'introduzione
al nostro dovere di uomini e di cristiani; le opere, anche organizzate della carità, non sono ancora
tutto; il pieno adempimento del nostro dovere avviene solo quando noi avremo collaborato,
direttamente o indirettamente, a dare alla società una struttura giuridica, economica e politica
adeguata al comandamento principale della carità. Abbiamo veramente compreso che la perfezione
individuale non disimpegna da quella collettiva? Che la vocazione cristiana è un carico che
comanda di spendersi, senza risparmio, per gli altri? Problemi umani, problemi cristiani; niente
esonero per nessuno».
(da: Giorgio La Pira, Le città son vive, La Scuola)
ANNUNCIARE SI PUÒ
Annunciare il vangelo si può, anche con l'impegno sociale e politico. Me lo ha insegnato Giorgio
La Pira, deputato alla Costituente e sindaco di Firenze tra il 1951 e il 1965. Sua principale
preoccupazione fu la costruzione di una città in cui ogni uomo avesse una casa dove abitare, un
posto di lavoro dove guadagnarsi il pane, un ospedale dove curarsi, una scuola dove crescere
culturalmente e, intorno, giardini dove i bambini potessero giocare.
Annunciare il vangelo si può, anche facendosi mediatori di pace. Me lo ha insegnato Giorgio La
Pira, promotore, in piena guerra fredda, di una diplomazia sui generis, contraddistinta da
un'eccezionale carica di umanità, ottimismo e fiducia. Fece incontrare, infatti, i sindaci di
Washington e di Mosca, intellettuali arabi ed ebrei, esponenti israeliani e palestinesi. Si recò
nell'ex Unione Sovietica, in Medio Oriente, Israele e Giordania; fu ad Hanoi, capitale del Vietnam
del Nord, durante la terribile guerra. Alla sua morte, il 7 novembre 1977, un giornalista di Paese
sera, quotidiano vicino al Partito comunista, scrisse: «Giorgio La Pira, con i suoi occhi sorridenti, il
gesto affabile, il suo can-dore, la sua innocenza è stato, in realtà, una delle coscienze più alte e
singolari che il cattolicesimo moderno abbia prodotto in Italia. Credeva nella profezia e nella
provvidenza in modo totale. È andato tra i popoli, povero ambasciatore e senza credenziali,
gridando pace e sembrando un Don Chisciotte soltanto ai cinici. Per lui la parola di Cristo non
doveva restare scritta sulla pagina, ma inserirsi direttamente nella realtà per modificarla dal
profondo».
Annunciare il vangelo si può, anche impegnandosi nel dialogo tra diverse religioni. Me lo ha
insegnato Giorgio La Pira, il quale come sindaco di Firenze organizzò i Convegni internazionali per
la pace e la civiltà cristiana e i Colloqui per il Mediterraneo, nella convinzione che la vocazione
alla pace dei popoli mediterranei va riscoperta nella fede nell'unico Dio che unisce ebrei, cristiani e
musulmani.
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TU MI GUIDI
• Ho mai pensato che «da grande» potrei dedicare le mie doti e le mie competenze alla
«difficile carità della politica»?
• Dedico del tempo alla lettura dei quotidiani e all'approfondimento di tematiche di
particolare rilievo? La mia preghiera si fa voce anche di chi non ha voce?
• In che modo sono «mediatore di pace» nella concretezza del mio quotidiano?
Riconosco che per un cristiano il modello di un simile atteggiamento è la vicenda
di Gesù, che ha condiviso tutto con noi uomini?
Annunciamo a tutti che
Signore Gesù,
voglio amarti con tutto il cuore,
con tutta l'anima e con tutte le forze.
Voglio farlo nella vita di ogni giorno,
nella concretezza, a volte logorante,
delle situazioni che mi si presentano.
In questo mi sostiene il pensare che tu, per trent'anni,
hai vissuto a Nazaret,
nell'anonimato, conducendo un'esistenza fatta di lavoro,
di preghiera, di relazioni, di condivisione con la tua gente.
Signore Gesù, sul tuo esempio, sull'esempio di Giorgio La Pira,
laico impegnato e uomo di pace,
desidero farmi interprete delle «attese della povera gente»
che abita le nostre città e i nostri quartieri.
Donami intelligenza e discernimento,
perché possa spendere la mia giovinezza
impegnandomi nella costruzione di una società
che non ha paura delle differenze,
ma che tenacemente ricerca il dialogo e la giustizia.
Signore Gesù, tu che ti sei fatto pane per noi, donami di essere pane anche per gli altri.
80
IL CIRCO DELLA FARFALLA
FAI DELLA TUA VITA UN “MERAVIGLIOSO SPETTACOLO”
OBIETTIVO: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi
occhi” (Voltaire) per trovare il senso della propria vita e rispondere alla propria vocazione.
BRANO BIBLICO: Mt 25,14-30. PARABOLA DEI TALENTI.
TRAMA
La storia del film mostra ciò che avviene nella maggior parte delle persone: la tendenza a
giudicare gli altri dalle apparenze, e a guardare se stessi concentrandosi su cosa non va, su ciò che ci
manca, piuttosto che su cosa va e sui talenti che si hanno. Questo atteggiamento verso se stessi
mette nella condizione di non ritenersi degni di vivere con piena gioia.
Nel film, Il signor Méndez è il proprietario di un circo che per caso si ferma in un Luna park e visita
il padiglione delle “mostruosità umane”, dove c’è anche Will, che se ne sta in mostra e attende che
gli amanti dello strano spettacolo sfilino davanti a queste “strane” persone: “Una perversione della
natura – se così lo si può chiamare – un uomo, a cui Dio stesso ha voltato le spalle!”, dice chi
presenta questo macabro show quando apre la tendina e mostra Will agli spettatori.
Ma qualcosa cambia quando Will per caso incontra il signor Méndez: lui guarda Will con occhi
diversi e gli si avvicina, gli si fa prossimo. Will prima lo rifiuta, ma poi lo segue.
Il signor Méndez dirige un altro tipo di spettacolo: “Signori e signore, ciò di cui ha bisogno questo
mondo è di un po’ di stupore”. Il suo circo porta in pista artisti che si “muovono pieni di forza,
colore ed eleganza”, ognuno di loro ha da presentare qualcosa di “straordinario”, ognuno di loro ha
trovato qualcosa in cui eccellere, qualcosa di positivo da “ammirare”.
A contatto con loro Will praticamente “rinasce”, sfidato dalla frase di Méndez: “Se solo tu potessi
vedere la bellezza che può nascere dalle ceneri, se tu potessi vedere ciò che di meraviglioso c’è
in te”.
Will capisce che quegli attori del Circo sono “rinati” dalle ceneri della loro precedente vita. Ma
Will è perplesso e non crede di farcela. “Un vantaggio su tutti loro tu ce l’hai” – gli dice Méndez –
“più grande è la lotta e più glorioso il trionfo!”.
Questa frase suona per Will come una legge della vita, una vita che anche lui può afferrare! In loro
compagnia e grazie alla loro umanità, specialmente quella di Méndez, Will subisce la meravigliosa
metamorfosi, come quella del bruco che diventa farfalla, che poi spicca il volo.
Will nel circo del signor Méndez trova qualcosa di straordinario in cui lui può eccellere.
Adesso Will riesce a mostrare il meglio di sé, e il pubblico è testimone mentre Méndez lo presenta –
commosso – al pubblico per la prima volta: “Signori, i vostri occhi saranno testimoni di un’anima
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coraggiosissima mentre imbroglia la morte salendo fino a 50 piedi in aria e saltando dentro questa
vasca piena di acqua”.
Will ha trovato la sua vocazione, strada: il bruco è diventato la farfalla cui allude il nome del Circo.
VISIONE CORTOMETRAGGIO: http://www.youtube.com/watch?v=jjOmiLerT7o
PER RIFLETTERE:
1.
QUALE SCENA O FRASE TI HA COLPITO DI PIÙ NEL FILMATO E PERCHÉ?
2.
QUALE IDEA DI UOMO EMERGE? PERCHÉ?
3.
CHI È IL PROTAGONISTA “WILL”?
4.
CHI È “MÉNDEZ”? CHI PUÒ RAPPRESENTARE NELLA MIA VITA?
5.
CHE COSA RAPPRESENTA ‘IL CIRCO DELLA FARFALLA’?
6.
COSA POSSIAMO RICEVERE COME ‘DONO’ PER LA NOSTRA VITA?
7.
CHE CONCETTO DI PERSONA EMERGE DAL FILMATO?
8.
QUALE È LA VOCAZIONE CHE WILL HA SCOPERTO NELLA SUA VITA E ALLA QUALE HA DETTO “SI”?
9.
CHI HA AIUTATO WILL A SCOPRIRE LA SUA VOCAZIONE E A TROVARE IL CORAGGIO DEL “SI”?
10. E QUALE È LA MIA VOCAZIONE? COSA RISPONDO? DA CHI MI STO FACENDO ACCOMPAGNARE?
11. QUALE È IL SENSO DELLA VITA CHE WILL HA TROVATO? E IO CHE SENSO STO TROVANDO?
12. QUALI
ATTENZIONI EDUCATIVE POSSIAMO VIVERE NEI CONFRONTI DEI BAMBINI, DEI RAGAZZI E
DEI GIOVANI?
RIFLESSIONE….
WILL: è interpretato da Nick Vujicic, nato a Melbourne nel 1982, accolto, cresciuto ed educato da genitori
serbi proprio così, affetto dalla rarissima tetramelia, privo di tutti e quattro gli arti.
Un uomo che ha imparato a utilizzare i suoi «piedi» per scrivere, usare il computer, radersi, versarsi
un bicchiere d'acqua. Si è laureato in economia, gira il mondo come conferenziere «motivazionale», in
ogni ambito, compresi quelli aziendali. È direttore dell'organizzazione Life without limbs (Vita senza
arti) e ha scritto senza braccia, senza gambe, e senza preoccupazioni. «Ho imparato ad accontentarmi
dello stato in cui mi trovo» – dice –, testimone vivente di come non esistano vite senza valore, indegne
di essere vissute, se non nella mente di chi le vive o di chi non accetta che siano vissute, oltre che dei
pianificatori di una società «razionale». È cristiano e predica ovunque la sua fede.
Il cortometraggio porta con se importanti riflessioni sulla vita.
In cima, una minuscola piattaforma agganciata a un palo. Giù, cinquanta piedi (quindici metri) più
in basso, un barile pieno d'acqua, pomposamente chiamato «piscina». Sotto il tendone di un circo,
l'ardito di turno si lancia a capofitto, centra la «piscina» e ne esce incolume tra le ovazioni di un
pubblico eccitatissimo, che sfoga così la sospensione del respiro.
Dov'è la novità? Che cosa c'è di speciale? Un numero da circo come tanti, potremmo dire. Solo che
lui è un tronco d'uomo, senza braccia e senza gambe, con due «piedini» focomelici per reggersi e
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spostarsi come può. È Will, il protagonista di questo straordinario cortometraggio, e non c'è trucco:
È la metamorfosi o metafora del bruco che diventa farfalla.
Nel «corto», ambientato ai tempi della grande depressione americana, è un fenomeno da baraccone,
esposto al dileggio e alla perfidia degli spettatori, per il loro divertimento. Ma proprio nel luogo dei
suoi tormenti, in cui la dignità della persona è annichilita, dove ogni giorno si convince di essere un
‘non-uomo’, un progetto non riuscito, gli accade l'incontro della vita: Méndez, il direttore di un
circo. Il direttore lo accoglie nel circo, come aveva fatto con altri reietti della società. Ma senza
pietismi, senza nessuna indulgenza per il suo risentimento. Con modi scabri e persino bruschi,
infatti, cerca di abbattere le barriere relazionali, psicologiche e naturali che separano Will non tanto
dal mondo, ma da sé stesso e dalle sue capacità. Gli fa intravedere la bellezza del creato e della vita:
il senso. In ogni vita, anche nella sua, che lui crede fallita in partenza. Anzi, il suo stato ha
addirittura un vantaggio: «più dura è la lotta, più grandioso il trionfo!».
Una caratteristica di Mendez è che ha fiducia in Will e gliela trasmette: si fida di Will e lo
responsabilizza facendogli tirare fuori la forza che porta dentro di sé senza volersi sostituire a lui in
un assistenzialismo vuoto o egoico.
E così Will, in circostanze drammatiche, scopre che può persino nuotare, e invece di chiedere di
continuare a fare il monstrum – «nel nostro circo queste cose non le facciamo» – impara quel
numero, che tra l'esaltazione e l'allegria del pubblico gli restituisce il sorriso, la gioia di vivere. Che
trasmette ad un piccolo storpio, convincendolo che nulla è davvero impossibile a chi colga la
meraviglia della vita, «tutto ciò che serve all'uomo».
A nessuno Dio ha mai davvero «voltato le spalle», a nessuno può essere tolta la sua umanità. La
speranza non è vana.
Il bruco è diventato la farfalla cui allude il nome del circo (Quello che il bruco chiama la fine del
mondo, il resto del mondo la chiama farfalla).
È in realtà un'opera di riscatto dalla vera povertà in un mondo di rovine materiali: la perdita della
capacità di meravigliarsi e di sondare in profondità la vita e l'umanità, fino a trovarne il senso
trascendente, quale che ne sia la condizione, mentale, fisica, sociale, fino a trovare – l'allusione è in
filigrana – Dio, la cui assenza è l'unica miseria che può davvero affliggere e sconfiggere l'uomo.
Questo ci insegna quanto è grande il potere della capacità di meravigliarsi e di saper guardare oltre
l’apparenza.
“Non è importante (soltanto) dove sei ora, è importante dove stai guardando”: qualunque sia la
nostra condizione attuale (mentale, fisica o sociale) il cambiamento è sempre possibile!
Ognuno di noi possiede infinite potenzialità e punti di forza che possono emergere e farci eccellere,
farci sentire “straordinari”, e fare cambiare la visione che abbiamo di noi stessi e del mondo che ci
circonda.
L’autocommiserazione ed il vittimismo non fanno altro che ingabbiarci in un vortice negativo che ci
porta inesorabilmente verso il basso. Guardiamoci con occhi diversi, guardiamo gli altri con occhi
diversi, aiutiamoli a vedere le loro potenzialità e risorse, e a puntare su quello che c’è, non su ciò
che manca.
“Se non ricevi un miracolo… diventalo!” (Nick Vujicic).
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L'ASTA
(da K. Vopel, Giochi di interazione per adolescenti e giovani, vol.2 n. 41)
Obiettivo: Le nostre capacità e qualità personali possono essere suddivise approssimativamente in
tre gruppi.
Nel primo gruppo troviamo quello che gli americani con un termine difficilmente traducibile
chiamano: "self managment skills", ossia caratteristiche che si riferiscono alla persona, ciò che noi
definiamo atteggiamenti, modo di vedere le cose, sentimenti e idee.
Il secondo gruppo comprende capacità generali, ossia quelle relative al settore del lavoro, che
possono essere realizzate in qualsiasi altro campo se necessario (ad esempio l'attitudine per il
calcolo matematico).
Il terzo gruppo comprende capacità e conoscenze specifiche non trasferibili. Tali capacità possono
essere utilizzate in un contesto lavorativo ben delimitato (ad esempio saper programmare un
computer). Il gioco si occupa del primo gruppo di capacità.
Questo gioco dovrebbe aiutare i giovani più grandi a capire, anche in vista di una futura attività
lavorativa, quali di queste qualità sono importanti per il singolo individuo e se essi già le
possiedono.
Materiali: Carta e penna.
Preparare per l'asta delle schede; su ognuna di esse scrivere una delle seguenti abilità: capacità di
decisione - attenzione - sicurezza di sé - pensiero preciso - cura dei dettagli - precisione coscienziosità - capacità di manifestare ira - sincerità - tranquillità interiore - lealtà - capacità di
accrescere il proprio potenziale - capacità di concentrazione - capacità di cooperazione - coraggio prontezza al rischio - gusto dell'avventura capacità di manifestare l'amore - curiosità - furbizia
diplomatica - "mano leggera" (capacità di saper dosare la propria forza a seconda della situazione) stabilità di emotiva - capacità di manifestare la tristezza - capacità di immedesimazione - capacità di
entusiasmarsi - capacità espressiva - fermezza - flessibilità - generosità - capacità di manifestare la
gioia - abilità nel giudicare - vitalità (capacità di mobilitare grosse energie) - onestà - incorruttibilità
- iniziativa - intraprendenza - lealtà - ricettività intellettuale - ottimismo - senso dell'ordine pazienza ed ostinazione - disponibilità ad assumersi incarichi gravosi - disponibilità al gioco e
all'ozio - fiducia in se stessi - cortesia puntualità - disponibilità ad aiutare il prossimo - capacità di
ammettere i propri errori inventiva e fantasia - padronanza di se - rispetto di se - tatto - spontaneità tolleranza capacità di sottomettere e cedere - senso di responsabilità - senso di giustizia - capacità di
godere - accettazione dei valori (capacità di rispettare i propri e gli altrui valori) consapevolezza del
proprio corpo - forza di volontà - umorismo - facoltà percettiva (riferito ai propri sensi).
Istruzioni
Nel gioco che segue prenderemo in esame capacità e qualità delle quali avete bisogno nei rapporti
con voi stessi e gli altri nella vita di tutti i giorni. Con ciò si intende il vostro modo di essere come
individuo come vi comportate e il modo di trattare voi stessi e gli altri. Mi riferisco ad una vasta
gamma di qualità possibili nelle quali sono rintraccia bili diverse caratteristiche, come ad esempio
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la precisione e la flessibilità, la capacità di imporsi il rispetto, ecc. a ciò vanno ad aggiungersi
mentalità, atteggiamenti, il rispetto dei valori, le qualità caratteriali e le doti.
Vi propongo un'asta molto interessante durante la quale potrete scegliere tra un gran numero di
qualità personali che vi verranno offerte.
Affinché non interveniate all'asta completamente impreparati, vi consiglio di riflettere sulle qualità
che avete imparato ad apprezzare nel corso della vita così che sono diventate parte integrante di voi
e che utilizzate per così dire normalmente. Contemporaneamente riflettete sulle qualità che vi
piacerebbe acquisire o potenziare. Prendete nota su un foglio di ciò che vi viene in mente a questo
proposito.
Avete 10 minuti a disposizione ...
Il tempo è scaduto preparatevi all'asta.
Ecco le regole del gioco
Ho qui una serie di schede; su ognuna c'è scritta una qualità personale. Provate ad aggiudicarvi le
qualità che volete, calcolando che ogni qualità viene offerta una sola volta. Affinché ogni
partecipante abbia lo stesso capitale aziendale comincerete tutti con 100 punti che vi serviranno a
prendere parte all'asta. Siete padroni di amministrare i punti come volete e di decidere il limite di
offerta per ogni qualità. Scrivete su ogni scheda che vi aggiudicate i punti che date in cambio. L'asta
termina quando i partecipanti finiscono i punti, quando finiscono le schede o se i partecipanti non
sono più interessati alle schede rimaste. Avete capito le regole del gioco?
L'animatore presiede l'asta rendendola più interessante con commenti e apprezzamenti,
proprio come avviene alle aste vere, sulle singole qualità che egli stesso presenta ai
partecipanti. Ogni qualità viene inizialmente offerta ai partecipanti al prezzo di 1 punto;
saranno poi loro a decidere il prezzo con le offerte. L'animatore può anche commentare il
comportamento del gruppo durante l'asta, ciò ad esempio è consigliabile se nel gruppo
capita più volte che viene pagato talmente tanto per alcune qualità che il capitale viene
esaurito subito e i partecipanti non hanno fondi necessari per acquistare più di una
qualità.
Una volta terminata l'asta proseguire così:
Mettete di fronte a voi sul pavimento le schede comprate all'asta e fatevi le seguenti domande:
• Avete utilizzato il capitale a vostra disposizione in modo da essere soddisfatti?
• Avete acquistato le qualità adatte a voi che ritenete importanti?
• Che rapporto c'è tra le varie qualità?
• Che miscela di qualità avete comprato?
• Perseguono tutte lo stesso scopo?
• Si completano tra loro?
• Annotate ciò che avete scoperto e imparato di voi stessi. ....
Avete 5 minuti a disposizione ...
Ognuno di voi, a turno, dica quali qualità si è aggiudicato e quanto ha pagato per ogni scheda.
Alcuni di voi infine potranno comunicare agli altri le riflessioni fatte in ogni gioco.
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Approfondimento: (in gruppo allargato o suddivisi in gruppetti), è una fase indispensabile, magari
scegliere alcune delle seguenti domande e discuterne in gruppo:
• Mi è piaciuto questo gioco?
• Come mi sono comportato durante l'asta e come mi comporto tutti i giorni?
• Durante l'asta ho fatto uso di qualità che mi sono aggiudicato?
• Su cosa ha richiamato la mia attenzione il risultato dell'asta?
• Come si sono sviluppate finora le qualità personali in mio possesso? Ho avuto dei modelli? Ho
avuto delle guide? In che misura mi sono costruito da solo?
• Che cosa penso del comportamento degli altri partecipanti durante l'asta?
• Qualcuno ha tenuto un comportamento inaspettato?
• Quali qualità erano elencate nella lista fatta prima dell'asta?
• Ho potuto acquistare all'asta le qualità elencate nella mia lista?
• Cosa provo ora?
Osservazioni
Questo gioco è molto emozionante e divertente per i partecipanti. Inoltre i risultati offrono un
notevole spunto di riflessione. L'animatore può fare una lista di tutte le "self managment skills" e
chiedere ai ragazzi/giovani di prendere in esame i sei successi migliori e più importanti conseguiti
negli ultimi anni e di scoprire quale qualità è stata impiegata dall'interessato per raggiungere tale
risultato positivo.
Proposte alternative
Un'ulteriore modalità potrebbe essere quella di fare un brainstorming su un tema (es amore,
affettività, amicizia, relazione di coppia) e stilare una lista di tutti gli elementi emersi che
diventeranno poi gli elementi da mettere all'asta.
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LETTERA DI UN GIOVANE A SE STESSO
La seguente lettera è davvero pro-vocatoria, nel senso che è di forte impatto, è pensata come fosse
scritta da un giovane a se stesso, stimola reazioni e pone interrogativi sul senso della propria vita e
sulla strada alternativa che si può percorrere (pro-vocazione, a favore della vocazione). Il quadro
impietoso che il “giovane” fa di se stesso apre nel finale alla possibilità di vivere la vita in
pienezza, una vita in cui non ci si perde né disperde perché ci si affida, una vita donata in cui si è
veramente protagonisti.
Come educatori valutate se è opportuno tagliare alcune parti o modificarle, secondo la sensibilità e
maturità del gruppo.
Come alternativa alla lettura della lettera in gruppo e per marcare l’effetto, suggeriamo di
chiedere a un giovane (totalmente estraneo al gruppo!) di registrare il testo su file audio, per
poterlo ascoltare durante l’incontro. Non è necessario che questo giovane sia un attore navigato,
ma è importante che faccia opportune pause, sottolinei alcuni passaggi con il tono e ci metta
passione.
LETTERA AD UN GIOVANE
Le campane che da molti anni non riuscivo a sentire mi hanno svegliato in questa alba
domenicale estiva. Dal buio dell’oblio in cui da tempo mi hai rinchiuso ho deciso di parlare. Ho
taciuto per molti anni, è forse questo è stato l’errore. Ma come potevo parlare io a te se tu mi
hai sempre evitato? Ridotto al silenzio, questo tuo “io” non può più tacere, ed è così che ha
deciso di scriverti. Ora tu dormi, e mentre cerchi nel sonno del giorno di trattenere ancora le
emozioni della notte, io guardo il tuo corpo come casa a me estranea: un io senza corpo e un
corpo senza io.
Anche ieri, come ogni sabato sera, il solito rito ci ha divisi ancora: la doccia, le telefonate, ore
davanti allo specchio per decidere se portarmi con te. Ti sei guardato e non ti sei trovato,
perché io non c’ero. Ero io che ti mancavo, ma tu non lo sapevi. Sdoppiato ed estraneo, sono
stato dribblato da un altro “io” comprato all’ipermercato di chi ti vuole idiota, per poterti
plagiare senza che tu ti possa difendere. Hai sostituito il tuo “io” reale con un “io” artificiale:
un “io” di tutti e di nessuno, e forse per questo più accattivante, potente nel sapere illudere
perché pronto a defilarsi quando incalzeranno le delusioni. Mi hai lasciato appeso al tuo
attaccapanni, come uno straccio passato di moda, mai entrato in scena e sempre sulla soglia di
una vita che non hai ancora il coraggio di guardare negli occhi. Quando sei uscito ieri sera eri
magnifico, attrezzato come non mai a conquistare ogni cosa, a fare tuo tutto ciò che ti
sarebbe capitato di fronte, tranne te stesso, ma in fondo questo te stesso tu non l’hai mai
cercato, non lo hai mai incontrato. Senza il tuo “io” ti sentivi sicuro e invincibile. Avresti
affrontato il mondo intero: quel mondo che non avevi dentro tu lo cercavi fuori, un mondo da
sfidare, da trasgredire, un mondo da uccidere per non morire della propria morte, per dire
che fondo ci sei anche tu.
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Poi la piazzetta, la discoteca, il giro in macchina, forse qualche pasticca. Hai fatto anche
l’amore ieri sera, e forse qualcuno si è innamorato di te. Ma cosa dico! Innamorato di te?
Forse è meglio dire di quell’altro che indossavi. Il piacere che hai provato non è bastato a
lenire il dolore di questa grande bugia. Hai fatto l’amore, ma tu non c’eri, perché io, il tuo “io”,
non ero là con te. E non è bastato il tuo corpo a compensare questa mia assenza. Senza di me
quell’amore ti ha solo bruciato, e di esso non ti è rimasto nulla, se non un leggero desiderio,
che se l’amore dovesse tornare, vuole che ci sia pure io, perché te lo possa consegnare ancora
più puro.
Nasconditi ancora, sarai eternamente assente, anche se illusoriamente in scena, una scena che
disegna intorno a te e dentro di te un vuoto che lentamente ti divora. Ma in questa alba una
campana mi ha svegliato, la voce di Colui che dicono che non c’è rimbomba come un richiamo
profondo a farti fare questo viaggio in questa terra di nessuno. Se tu ti raccogliessi da questo
stupido gioco, se ti guardassi negli occhi, a tu per tu, mi troveresti - ti troveresti - e
finalmente ti prenderesti per mano, per gioire di ciò che sei, per vincere le paure che ti porti
dentro, per non perderti ancora nelle notti di questa lunga estate. E quando di nuovo farai
l’amore, finalmente ci sarai tu, ed io con te, ci sarai con tutto il peso del tuo esserci. Ma ciò
che appariva un peso si trasfigurerà in dono, perché avrai qualcosa da dare - quel te stesso
ritrovato - e non solo un corpo da usare, ma un volto da abitare, uno sguardo da incontrare,
una storia da fecondare. Ma tutto questo ha un prezzo, perché dovrai, nella tua infinita
solitudine, guardarmi negli occhi, per forse scoprire che in quel fondo buio c’è una luce che
nessuna sconfitta potrà mai spegnere. Solo allora uscirai dal grembo del nulla e dall’anonimo
scambio delle mille facce costruite in serie. Per la prima volta proverai la fatica di esserci, ma
anche la gioia vera e pura che come te non ci sarà mai nessuno, in quanto unico e irripetibile,
esistenza disegnata nella notte dei tempi, ed ora consegnata ai frammenti degli attimi, per
poter dire di giorno in giorno “ecco ci sono”.
La campana ha smesso di suonare, mi ha martellato abbastanza. Fra poco ti alzerai ed “io”, il
tuo “io”, sarò qui ad aspettarti, pronto per questo nuovo e coraggioso viaggio che ti porterà a
cercarti: cercati per ritrovarti, trovarti per non tenerti per te, ma per donarti e consegnarti
ad un altro, per non perderti questa volta nella prigione di questo io ritrovato.
Firmato
te stesso
Alcune domande possibili per il confronto in gruppo:
• quanto ti ritrovi in quanto hai ascoltato?
• cosa ti ha colpito?
• cosa ti ha dato fastidio?
• cosa direbbe a te il tuo “io” se dovesse scriverti una lettera?
• quanto fuggi dal tuo mondo interiore?
• cosa cerchi nel mondo esteriore?
• ti senti mai “perso”? Cosa fai per ritrovarti?
88
DOV’È IL TUO TESORO, LÀ SARÀ ANCHE IL TUO CUORE
UNA VITA CHE SI DONA, RISPONDE E… CHE RICEVE MOLTO. IL BELLO DI ESSERE CRISTIANI
PER LAVORARE…
Visione film.
Ce ne sono tanti. Ne proponiamo alcuni:
− L’anima attesa (2013). Film dedicato a don Tonino Bello.
− Quasi amici (2011). Film sul dono della vita, sulla ricerca di senso, l’amicizia, la
sofferenza, l’autenticità nelle relazioni…
− Karol. Un uomo diventato Papa (2005).
− San Francesco d’Assisi. ----- Don Milani. Il priore di Barbiana (1997).
− L’ora di religione (2002). Il regista penetra l'animo umano rigoroso e formalmente perfetto.
− L’attimo fuggente (1989). ---- Codice Genesi (2010). ------- Sette anime (2008).
− Hitch. Lui si che capisce le donne (2005). Dinamiche di fidanzamento, con i rischi dell’uso
negativo di stili seduttori. Costruzione di relazioni di fidanzamento autentiche fondate su
relazioni chiare, sull’amore e sul rispetto reciproco.
PER RIFLETTERE…
Questo MOMENTO vuole aiutare i ragazzi a riflettere prendendo spunto da alcune domande
profonde riguardanti la propria vita:
- Mi sono mai chiesto perché esisto?
- Sono consapevole di quanto valgo?
- Sono capace di accettarmi?
- Quali sono le cose per cui vale la pena di vivere?
- Penso di essere importante per qualcuno?
- Quali cose mi hanno deluso o mi deludono nella mia vita?
- Quali cose vorrei migliorare e quali vorrei eliminare della mia vita?
- Ho pensato mai alla mia vita come dono voluto da qualcuno a cui non l’ho chiesto?
- Cosa suscita in me questa affermazione: “Io sono un regalo che Dio fa a se stesso”!?
Questo MOMENTO vuole aiutare i ragazzi a riflettere prendendo spunto da alcune domande sul
senso della Vita anche nella malattia e nella sofferenza. Si riflette anche sulle cose per cui vale la
pena di vivere e sulla DIGNITÀ della PERSONA.
- Quali sono le cose per cui vale la pena di VIVERE?
- Quali sono le cose per cui ci si può “giocare” la Vita?
- La malattia, un handicap, rende meno importante un uomo?
- Penso che ogni uomo abbia la sua dignità?
- Ho rispetto della dignità di ogni persona, dei miei amici, del mio ragazzo, della mia ragazza, ecc.
- Cosa guardo nell’altro?
- I miei gesti e le mie parole rispettano la dignità di chi mi vive accanto?
89
QUALE SENSO PER NOI GIOVANI OGGI?
RICERCA
ERCATE IL SENSO, TRA PAURE E FIDUCIA…
1. Che cosa siete venuti a fare?
2. Chi cercate?
3. Quale è il motivo che ci vede qui questa sera?
ORA vi voglio presentare un brano dal titolo: ORA, di Jovanotti (2011).
Vi chiedo di fare attenzione e sottolineare le parole del testo (dato precedentemente) che più vi
colpiscono.
Non mii resta che lasciarvi al brano e al testo. Buon ascolto
Un testo ancora una volta profondo e che insegna a farci riflettere sulla vita.
E voi? Che ne pensate?....
La canzone comincia con una serie di frasi:
"Dicono
Dicono che è vero che quando si muore poi non ci si vede più
dicono che è vero che ogni grande amore naufraga la sera davanti alla tv
dicono che è vero che ad ogni speranza corrisponde stessa quantità di delusione..."
delusione
Chi è che lo dice? Boh!
Queste sono cose che si dicono, convinzioni, che possono essere luoghi comuni, veri come non
veri... (Una sorta di pregiudizi o stereotipi sociali che ci possono condizionare!)
Jovanotti vede una mentalità, un modo di pensare e di fare che reprime l'individuo.
l'individuo.
Quando nasci ti dicono il cammino che dovrai percorrere e che è unico. Ti scoraggiano ad
inseguire gli ideali perché rimarrai sempre deluso. Ti invitano a credere solo a quello che vedi,
e, quello che non vedi, non esiste, sono solo favole.
Infatti poi la canzone dice:
dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione
per non farlo più, per non farlo più Cosa? (avere la certezza che quando si muore ci si vede,
(Quando?) “ora”.
Ora è l’ora di scardinare queste false credenze nichiliste dalla nostra vita! Ora è l’ora e ogni ora è
l’ora (momento presente) di vivere la vita, di dire il nostro “si” alla vita: da qui la gioia.
90
In pratica significa che bisogna provarci, nella vita bisogna rischiare, altrimenti si rischia di
rimanere con il dubbio su come sarebbe potuta andare, di rimanere prigionieri sui possibili progetti
di vita senza scegliere il nostro e realizzarlo!
È un invito a non risparmiarci nelle cose; anche se può sembrare difficile e possiamo cadere,
bisogna sempre che ci rialziamo e che ci riproviamo. Solo in questo modo possiamo ottenere grandi
risultati!
Se non tentiamo, in pratica abbiamo perso già in partenza.
Questa canzone è un bellissimo inno all'ottimismo!
Jovanotti ancora una volta ci invita a non credere, a non lasciarti manipolare, a vivere la nostra
vita. Attenzione: questa non è la ricetta della felicità! Ma una ricerca di senso, un rispondere al
progetto di vita che Qualcuno ha pensato per te?
A percorrere un nuovo sentiero si rischia di perdersi e di farsi male, ma è un rischio che vale la pena
correre.
Attenzione! “Non c’è giustificazione per non farlo ora", fare cosa?
In realtà farlo ora significa rischiare ora, per scoprire nuove vie ora, per vivere ora! Vivere ora,
vivere al massimo, vivere anche se pericoloso.
Temi: Libertà, responsabilità, gioia (gioia e libertà non sempre vanno insieme).
UN SENSO, di Vasco Rossi (2004)
1.
2.
3.
4.
Prova a dare una tua interpretazione alla canzone.
Qual è la frase che ti colpisce di più e perché? Cosa vi cogli?
Quale significato attribuisci all’espressione “avere senso”?
Quali sono i dubbi e le domande che ti poni a proposito del senso della vita?
HEY DIO, di Nek (2013)
Ritmo rock e tono molto confidenziale.... così Nek conquista i primi posti delle classifiche,
rivolgendosi a Dio...
L’ascolto dell'album si apre proprio con "Hey Dio", un pezzo di forte impatto in cui Nek si scaglia
contro la rabbia e contro i mali che affliggono la nostra società – “è solo l’odio che fa notizia in
ogni maledetto tg" -, canta amareggiato, vedendo nel sentimento dell’amore e nella fede baluardi in
cui rifugiarsi.
E' un messaggio di speranza il suo, che nasce dalla vita, ed in particolare da una gioia e da un
dolore, dalla scomparsa del padre e dalla nascita della piccola Beatrice...
L'artista questa volta 'corre da solo' canta e suona lui tutti gli strumenti ed in copertina svela la sua
identità, il suo nome ed il suo cognome... anche lui è stato chiamato per nome perché il proprio
nome pronunciato da chi ti ama ha un suono tutto diverso: è musica.
91
Così, Nek mette in musica la sua fede... e con il pensiero rivolto al padre, riesce ad armonizzare un
testo che identifica Dio come Padre, come genitore al quale è possibile chiedere consigli e
conforto...
PER RIFLETTERE:
− Com'è il tuo rapporto con Dio? Hai mai provato a rivolgerti a Lui, con la consapevolezza di
avere di fronte un genitore al quale è possibile chiedere consigli e conforto?
− Ti capita di 'correre da solo'? Quando ti fermi, ti senti 'libero'???
− Hai mai dato sfogo alla tua rabbia, 'urlando contro il cielo'??? Ti è servito???
SINTESI FINALE DA PARTE DELLA GUIDA
Il brano presenta uno sfogo, è una spinta alla riflessione, spinge a farsi delle domande, è l'intimo e
l'origine di esprimere tutto ciò che l'uomo prova con una esecuzione fisica, perché quando un artista
vuole spiegare qualcosa, deve percorrere un tragitto e se è davvero solo, inevitabilmente in quel
tragitto si perde!
Nek afferma di non sentirsi mai da solo, perché avere fede è la certezza di sapere che
'qualcosa' c'è... ma non basta aver fede senza la concretezza dei gesti, non si può restare fermi sulle
teorie...
La Fede è un dono che è possibile apprezzare solo nel momento in cui prendiamo sul serio la vita
– con le sue gioie ed i suoi dolori – ne scopriamo la vocazione e ne troviamo il senso, altrimenti
sarebbe un po' come avere la benzina nella macchina, ma nessuna meta da raggiungere, nessun
viaggio da fare... Inoltre è importante ricordarsi che questo viaggio non è possibile farlo da soli,
dobbiamo farlo 'con' e 'per' gli altri, perché una fede vissuta per se stessi non è una fede cristiana!
Hey Dio... guidaci verso l'unica vera strada che porta alla Gioia!
92
SOGNI & SOGNI
OBIETTIVO: prendere coscienza dei propri sogni, del loro “costo” e delle possibilità di realizzarli.
DURATA: 5 m. per la spiegazione; 10 m. per evidenziare le frasi del testo; 15 m. per motivare le scelte fatte
e compilare un cartellone
MATERIALE: fotocopiare un foglio per ogni membro del gruppo dello schema sottostante, penne,
cartellone, pennarelli
SVOLGIMENTO: i ragazzi individualmente leggono le frasi ed evidenziano le affermazioni su cui si
ritrovano. Al termine ognuno motiva le scelte fatte, che possono essere raggruppate e scritte su un
cartellone.
1b.
Si scopre che non solo tra amici si fanno
sogni in comune
2b.
Anche gli adulti sanno sognare
3b.
La realizzazione di un sogno genera altri
sogni
4b.
Sognare aiuta ad affrontare i problemi con
creatività
Sognare è inutile, non cambia la realtà in cui
viviamo
5b.
Sognare aiuta ad affrontare i problemi con
creatività
6a.
Sognare ti allontana dalla realtà
6b.
Sognare ti proietta nel futuro
7a.
Nell’inseguire i propri sogni molti si sono
rovinati
7b.
Realizzando il proprio sogno si può rendere
felice anche chi ci è accanto
8a.
Sogna solo chi vuole evadere da una
situazione difficile
8b.
Sogna chi vuole cambiare il mondo in meglio
9a.
I sogni sono illusioni
9b.
I sogni sono speranze
1a.
I sogni sono una questione privata
2a.
Solo i bambini e i ragazzi sognano
3a.
I sogni devono restare sogni
4a.
Sognare è uno spreco di energie
5a.
10a. I sogni hanno valore solo se ne è garantito il
successo
10b. Alcuni sogni sono irrealizzabili, eppure non
danno tregua
11a. È da ingenui pensare che un giorno si
11b. Se a sognare è uno solo, egli è come un fiocco
realizzeranno i grandi sogni dell’uomo: pace,
giustizia…
di neve; se a sognare sono in molti, essi sono
come una valanga
12a. I sogni sono frutto dei desideri dell’uomo
13a. È più importante procacciarsi la pagnotta che
sognare
12b. I sogni sono semi piantati da Dio nel cuore
dell’uomo
13b. Sognare non costa nulla
(tratto e rielaborato da: Come io vi ho amato. Narrare la l’amore, sussidio a.p. 2006-2007 della PG di Udine)
93
INCONTRI LUNGO LA STRADA
Lungo la strada della nostra vita facciamo davvero tanti incontri e alcuni particolarmente
significativi: ci fanno compagnia, sostengono il nostro passo nei momenti faticosi, ci rialzano
nelle cadute, ci valorizzano e ci aiutano a interpretare i “segni”…
TESTIMONIANZA VOCAZIONALE
Presentiamo ai nostri giovani la testimonianza di chi ha fatto una scelta vocazionale, tramite:
A. VIDEO: vedi su www.youtube.it alla voce “vocazione” o simili
B. LETTURA: articolo, su internet, libro
C. LIVE: coinvolgendo un testimone della comunità o da fuori
D. RAPPRESENTAZIONE: scegliendo tra uno dei seguenti casi qui di seguito proposti (tratti da
www.qumran2.net). Gli spettatori devono osservare attentamente un solo personaggio
assegnato dall’educatore.
Ogni personaggio dovrà motivare la propria posizione, i perché della sua scelta, tenendo
presente le conseguenze che questa comporta, le motivazione profonde, i propri desideri e
le proprie propensioni.
1° CASO La scelta dell’università
personaggi 4: Claudio - Davide - papà (o mamma) - Cinzia
Claudio ha terminato a luglio il liceo scientifico conseguendo 92 alla maturità: non male!
Ora si tratta di scegliere la facoltà universitaria. Il papà possiede uno degli studi
dentistici più affermati e qualificati della città, che ora condivide con Davide, il fratello di
Claudio. Logicamente il papà di Claudio desidera che il figlio continui la sua professione: è
sicura, ha già il posto pronto, la strada è spianata e lo stipendio, logicamente, non è niente
male. Anche Davide, sapendo che il padre tra non molto andrà in pensione, desidera che
suo fratello intraprenda la strada di odontoiatra. Claudio non ne vuol sapere. Desidera fare
lettere moderne: il suo sogno è insegnare e magari, un domani, scrivere qualche libro di
avventura per ragazzi. Nella discussione, ad un certo punto, si intromette Cinzia, ragazza
di Claudio: lo appoggia (lei frequenta l’ultimo anno del liceo classico), ma allo steso tempo si
rende conto che se Claudio ascoltasse il padre, tanti problemi sarebbero già risolti…
Caratterizzazioni
94
•
Claudio: sicuro di sé, persona dai grandi ideali
•
Davide : è contento del lavoro che fa soprattutto perché rende bene
•
Papà: ci tiene al fatto che il figlio si faccia un nome
•
Cinzia: è da un po’ di tempo che si sta chiedendo che cosa sia la felicità
2° CASO: In campeggio con il mio ragazzo
personaggi 5: Stefania - Monica, sua sorella - papà e mamma – Luisa, animatrice del suo
gruppo dell’oratorio
Stefania ha finito da poco la quarta superiore. Non vede l’ora che arrivi luglio: d’accordo
con Matteo, il suo ragazzo, ora impegnato in un esame di biologia, andrà in campeggio per
una settimana a Riccione sola con lui. Ma i suoi non lo sanno ancora… Questa sera ha deciso
di dirglielo! Ha dalla sua parte sua sorella Monica, mentre sa benissimo che i suoi non le
diranno mai di sì. Ciononostante si prepara “all’attacco”! Ma i suoi non cedono e l’apporto
della sorella non serve a niente. Decide di andare a consigliarsi con Luisa, animatrice del
suo gruppo in oratorio che tra sei mesi si sposerà…
Caratterizzazioni
•
Stefania: ragazza esuberante che ama follemente il suo ragazzo
•
Monica: farà la stagione in una località estiva
•
Genitori: aperti e disponibili, ma fermi nelle loro posizioni
•
Luisa: ragazza posata, animatrice modello, punto di riferimento per Stefania
3° CASO: Chiamata alla missione
personaggi 5: Chiara – madre – d. Beppe, guida spirituale – 2 amici/e del gruppo
Chiara (è al secondo anno di psicologia) da vari anni sta dando una mano, assieme al suo
gruppo dell’oratorio, alle suore di Madre Teresa di Calcutta presenti nella sua città, Roma.
Con loro ha vissuto varie esperienze: ha avvicinato molti poveri accovacciati su qualche
marciapiede, ha girato per le stazioni di Roma di notte portando da mangiare ai barboni;
ora sta lavorando molto per togliere alcune prostitute dal marciapiede; ha vissuto anche
per due settimane assieme alle suore di madre Teresa nella loro comunità, condividendo la
loro vita di preghiera, la loro vita comunitaria, la loro missione.
Ha pregato molto, ha riletto varie volte la sua vita alla luce della Parola di Dio e si è
sempre confrontata sinceramente con la sua guida spirituale. Ora pensa di entrare a far
parte delle suore di Madre Teresa. La madre non è affatto d’accordo, anche perché sa che
Chiara, una volta entrata dalle suore, potrà tornare a casa solo dopo 10 anni. Un giorno si
95
trovano insieme casualmente Chiara, sua madre, d. Beppe e due amiche di Chiara
appartenenti al suo gruppo, le quali sono contente per Chiara, ma se toccasse a loro…
Caratterizzazioni
•
Chiara: innamorata della missione che sta compiendo; sente, e ha verificato, che questa
è la sua strada. Ama pregare.
•
Madre: inflessibile. Se Chiara non cambierà idea, lei non la accoglierà più in casa.
•
d. Beppe: uomo di Dio
•
le due amiche: entusiaste come Chiara del lavoro tra i poveri, ma non farebbero mai
questa scelta
4° CASO: E dopo l’estate?
Personaggi 5: Giorgio – Michele – tre amici/e dell’oratorio
Giorgio ha passato gran parte della sua estate in oratorio: quest’anno era uno dei quattro
capisquadra. Il suo vice era Michele, un suo grande amico e compagno di gioco nella squadra
di calcio della città. Sono molto contenti del lavoro fatto durante l’estate, del rapporto
instaurato con i ragazzi e della fiducia che il don ha concesso loro. Ora si trovano al bivio.
Tre animatori propongono loro di fare animazione anche durante l’inverno: farebbero
veramente bene e poi i ragazzi dell’oratorio hanno bisogno di qualche animatore in più. Ma
questo significa lasciare il calcio…
Caratterizzazioni
•
Giorgio: classico leader, eccelle nell’animazione, ma non la fa con grandi motivazioni
•
Michele: più profondo, rispetto a Giorgio, più attento alla dimensione spirituale
•
Amici/e: animatori dell’oratorio, forse meno capaci di Giorgio e Michele. A loro non
mancano però le motivazioni
Per la modalità della rappresentazione (D) si possono porre le seguenti domande al termine:
Come ti sembrano le motivazioni del personaggio che hai osservato?
Di che cosa non ha tenuto conto per motivare la sua scelta?
Se fossi stato tu il personaggio che hai osservato, quali valori avresti tratto in ballo?
Se tu fossi stato il personaggio che hai osservato, che cosa ti avrebbe fatto cambiare
idea ?
DOMANDE-STIMOLO PER LA RIELABORAZIONE
Qualsiasi sia la modalità scelta di presentazione scelta (nelle forme A, B, C, D o…), dopo la
testimonianza si possono porre delle domande (nel caso C la risposta sarà dialogata con
96
l’ospite) che facilitino il confronto con l’esperienza personale di ciascuno, l’interiorizzazione e
l’emergere di “nodi”:
•
•
•
cosa ti ha colpito?
cosa senti/pensi distante da te, dalla tua esperienza? E se capitasse a te?
è un’esperienza fuori moda? Quanti testimoni così vedi attorno a te (parrocchia,
scuola…)?
• quanto pensi abbiano influito gli incontri (o l’incontro) che lui/lei ha fatto per capire e
decidersi?
• nella tua vita hai fatto incontri speciali, che ti hanno fatto sentire vivo l’amore di Dio,
che ammiri in modo particolare?
Vocazione non è solo farsi prete o suora! Riguarda tutto ciò che il Signore ha pensato di
donarti, la strada più bella e vera per te perché tu possa diventare dono a tua volta, quindi
centra con la possibilità di dare una mano in parrocchia, di scegliere uno stile di vita non
succube della moda del momento, incarnare valori profondi… In questo senso tutta la vita è
vocazione, è una continua chiamata che a qualsiasi età e in qualsiasi condizione chiede una
risposta. E gli altri, gli amici in Cristo, sono lì ad aiutarti a trovare la tua strada.
GIOCO PER LA RIELABORAZIONE
(tratto e rielaborato da: Come io vi ho amato. Narrare la fede, sussidio a.p. 2008-2009 della PG di
Udine, p. G84)
OBIETTIVO: sperimentare che l'incontro, sia esso produttivo o di ostacolo al cammino, è
comunque il canale attraverso cui le nostre relazioni si sviluppano e la nostra vita si plasma ...
DURATA: dipende dal numero dei ragazzi, ma si tratta comunque di un gioco breve, di qualche
decina di minuti al massimo .
MATERIALE: non è richiesto alcun materiale particolare se non delle sedie disposte in
cerchio.
SVOLGIMENTO: i ragazzi sono seduti in cerchio e a ciascuno di loro viene assegnato un
numero da 1 a 4; l'animatore, ad ogni turno di gioco, dice a voce alta il numero che ha scelto e
tutti i ragazzi cui è stato assegnato quel numero devono alzarsi e sedersi sulla sedia alla loro
destra: ovviamente può accadere che un ragazzo si trovi seduto sulle gambe dell'altro; in tal
caso chi si trova sotto non potrà muoversi perché "bloccato" dal compagno (o dai compagni)
che gli sono sopra e dovrà quindi aspettare di "liberarsi" con i turni successivi. Obiettivo del
gioco è percorrere l'intero cerchio e ritornare sulla propria sedia.
97
IL MATRIMONIO CRISTIANO
IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO NELLA DIMENSIONE DELL'ALLEANZA,
DELLA GRAZIA E DEL SEGNO
PER LAVORARE…
Leggere, condividere e confrontarsi su una delle catechesi di S. Giovanni Paolo II sul senso del
matrimonio cristiano, tratte dal testo:
GIOVANNI PAOLO II (2001), Uomo e donna lo creò. Catechesi sull'amore umano.
Oppure
Cfr: http://www.oasicana.it/CATECHESIPAPA/catechesi_papa5.htm
E: http://www.oasicana.it/catechesi_papa.htm
DISCORSI DA SCEGLIERE:
Il matrimonio come sacramento secondo la lettera di Paolo agli Efesini (28 luglio 1982)
Il mistero di Cristo nella Chiesa e la chiamata ad essere imitatori di Dio (4 agosto 1982)
Cristo fonte e modello dei rapporti fra i coniugi (11 agosto 1982)
Dalla lettera agli Efesini scaturisce una più profonda comprensione della Chiesa e del
matrimonio (18 agosto 1982)
La essenziale bi-soggettività nei rapporti Cristo-Chiesa e marito-moglie (25 agosto 1982)
L'amore condiziona e costituisce l'unità morale dei coniugi (1 settembre 1982)
Rapporto tra la sacramentalità della Chiesa e il sacramento più antico: il matrimonio (8 settembre
1982)
Gli aspetti morali della vocazione dei cristiani (15 settembre 1982)
Amore sponsale e alleanza nella tradizione dei profeti (22 settembre 1982)
L'analogia dell'amore sponsale indica il carattere radicale della grazia (29 settembre 1982)
Il matrimonio parte integrante del sacramento della creazione (6 ottobre 1982)
La perdita del sacramento originale reintegrata con la redenzione del matrimonio-sacramento (13
ottobre 1982)
Il matrimonio è parte integrante della nuova economia sacramentale (20 ottobre 1982)
Indissolubilità del sacramento del matrimonio nel mistero della «redenzione del corpo» (27
ottobre 1982)
Nel matrimonio all'uomo della concupiscenza è dato l'«ethos della redenzione del corpo» (24
novembre 1982)
Il matrimonio-sacramento si compie nella prospettiva della speranza escatologica (1 dicembre
1982)
Il matrimonio come sacramento chiarisce il significato sponsale e redentore dell'amore (15
dicembre 1982)
Il linguaggio del corpo substrato e contenuto della vita coniugale (5 gennaio 1983)
Il rapporto matrimoniale adombrato nell'alleanza fra Dio e Israele (12 gennaio 1983)
Le parole del consenso coniugale segno del «profetismo del corpo» (19 gennaio 1983)
Corretto uso del linguaggio del corpo, testimonianza di veri profeti (26 gennaio 1983)
La concupiscenza non impedisce di rileggere il «linguaggio del corpo» (9 febbraio 1983)
Il «linguaggio del corpo» secondo il cantico dei cantici (non pronunciato)
mascolinità e femminilità come linguaggio oggettivo del corpo (non pronunciato)
Il dono reciproco e disinteressato nel matrimonio non può prescindere dal riscoprirsi immagine
di Dio creatore (non pronunciato)
La verità dell'amore impone di rileggere il «linguaggio del corpo» nella verità (non pronunciato)
Secondo il libro di Tobia, l'indole fraterna sembra essere radicata nell'amore sponsale (non
98
pronunciato)
Nel libro di Tobia, eros e ethos confermano reciprocamente la verità dell'amore sponsale che
unisce «nella buona e nella cattiva sorte» (non pronunciato)
Il segno del matrimonio come sacramento si costruisce sulla base del «linguaggio del corpo»
riletto nella verità dell'amore (non pronunciato)
Viene ripreso del tema dell'amore umano nel piano divino (23 maggio 1984)
Prosegue la catechesi sul segno sacramentale del matrimonio (30 maggio 1984)
Conclusa la catechesi sull'amore secondo il Cantico dei cantici (6 giugno 1984)
L'amore è fiducioso nella vittoria del bene (27 giugno 1984)
Il «grande mistero» dell'amore sponsale (4 luglio 1984)
Breve commento del sacerdote o coppia referente degli itinerari di fede in preparazione
al matrimonio
PER RIFLETTERE…
Questo MOMENTO vuole aiutare le giovani coppie a riflettere prendendo spunto da alcune domande
profonde riguardanti la propria vita.
Insieme ci si può confrontare con uno dei filoni tematici o con le situazioni che emergono dal testo.
Infine, si “dialoga con se stessi” circa l’idea centrale del testo, per una personale valutazione e
decisione.
UTILE PER CHIARIRSI LE IDEE:
Tenendo conto dei contesti culturali, ideologici, personali, ambientali dell’opera e del suo
autore, quale idea egli voleva proporre o esplorare?
Sembra esserci riuscito?
Quale visione dell’uomo, della vita … lascia trasparire?
Ci sono contraddizioni?
POI CONFRONTARSI:
Mi sento di condividere l’idea dell’autore?
Condivido l’idea, ma non mi convince il modo in cui è espressa? In quali passaggi?
Il mio modo di vedere la vita e l’amore diverge o è rappresentato dal testo?
In che cosa diverge? In che cosa è rappresentato?
E INFINE PRENDERE QUALCHE DECISIONE:
Di ciò che il testo mi ha proposto, suggerito,… cosa mi ha toccato maggiormente?
Dove mi ha provocato? Perché?
Cosa mi rimane come pensieri, sentimenti ed emozioni?
Cosa decido per la mia vita, dopo questa riflessione?
Come posso migliorare o cambiare il mio modo di vivere le relazioni, la comunicazione, gli
impegni nella mia vita quotidiana?
Cosa posso inserire o cambiare nel mio progetto di vita?
99
COSTRUIRE LA CASA CON IL SIGNORE
L’AMORE UMANO NEL PIANO DIVINO
PER LAVORARE…
Visione film.
Ce ne sono tanti. Ne proponiamo alcuni:
− La bottega dell’orefice (1989). Dal libro scritto da Giovanni Paolo II. È soprattutto un'intensa
metafora delle nozze, unione eterna e indissolubile, che deve vincere la fragilità dei sentimenti
umani.
− I passi dell’amore (2002). Landon è uno studente di liceo in una piccola cittadina della
provincia americana: frequenta un gruppo di compagni di scuola svogliati e fannulloni, che
spesso si divertono a prendersi gioco di Jamie, la figlia del pastore. Le cose cambiano quando
Landon si innamora della ragazza, tranquilla e profondamente religiosa, apparentemente così
diversa da lui.
− Licenza di matrimonio (2007) con Robin Williams. Attraverso l’uso dell’ironia, ci introduce
all’importanza della costruzione di relazioni di coppia autentiche. Richiamo agli itinerari di
preparazione al matrimonio.
− Casomai (2002). Risorse e limiti nel matrimonio, gioie e tristezze, punti di crescita e rischi,
perdono o rottura.
− Il regista di matrimoni (2006). Amore umano, scelta, libertà, presenza o assenza di Dio nelle
scelte.
− Prima ti sposo poi ti rovino (2003). Un film di Joel Coen, con George Clooney, Catherine ZetaJones. Risvolti che si possono nascondere dietro a un divorzio.
− Hitch. Lui si che capisce le donne (2005). Dinamiche di fidanzamento, con i rischi dell’uso
negativo di stili seduttori. Il fondamento è la costruzione di relazioni chiare, fondate sull’amore e
rispetto reciproco.
− La gelosia (2013). Presentato in Concorso a Venezia, con esso il regista francese Philippe
Garrel riesce a ripresentare con grande modernità i suoi decennali ragionamenti sull'amore e la
coppia.
− Green Card. Matrimonio di convenienza (1990). Con Gérard Depardieu, Andie MacDowell,
Bebe Neuwirth, Gregg Edelman and Ethan Phillips.
PER RIFLETTERE…
Dopo aver identificato vicenda e racconto e dopo aver preso spunto da alcune domande profonde
riguardanti la propria vita, insieme ci si può confrontare con uno dei filoni tematici o con le
situazioni che emergono dal film. Infine, si “dialoga con se stessi” circa l’idea centrale del film,
per una personale valutazione e decisione.
TRA I PRINCIPALI FILONI TEMATICI:
Il matrimonio (come ogni vocazione) non può mai chiudersi in se stesso, perché influisce sulla
vita degli altri ed è chiamato a riflettere l’Essere e l’Amore assoluto... “almeno in qualche
modo”.
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La fragilità dell’amore umano ha bisogno dell’Eternità di Dio per compiersi. «Per questo è stato
istituito il sacramento del matrimonio: l’amore umano non è abbastanza forte, non dura per
sempre e Dio stesso interviene per rinforzarlo con il sacramento».
La necessità di vigilare (come le vergini sagge della parabola), cioè tenere vivo l’amore
concretamente con il dono di sé e l’accoglienza gratuita dell’altro, con la fiducia perché il
sacramento non agisce senza la nostra decisione di ricomprendere l’amore nel piano di Dio e nel
mutare delle situazioni della vita.
L’amore ha bisogno di attenzione, di tempo, di discernimento personale prima di essere
dichiarato all’altro/a ed esprimersi.
La percezione e l’esperienza dell’amore dei figli è in stretta relazione con quella dei genitori o
degli adulti significativi.
Il cambio generazionale comporta un modo diverso di disporsi verso l’amore.
PER DIALOGARE…
Quale coppia e/o scena mi ha interessato maggiormente?
In quale abbiamo ritrovato qualcosa della nostra storia, per analogia o per contrasto?
Una qualità che emerge è lo spazio dato ai sentimenti, lo spazio-tempo che ciascuno si riserva
per chiarirli, per farli crescere e comprenderne la direzione o, al contrario, del “tutto e subito”.
Penso sia importante questo spazio-tempo in un rapporto o mi sembra irrilevante?
Ci capita di viverlo oggi nelle nostre relazioni? In che modo?
Cosa guardo nell’altro?
I miei gesti e le mie parole rispettano la dignità di chi mi vive accanto?
UTILE PER CHIARIRSI LE IDEE:
Tenendo conto dei contesti culturali, ideologici, personali, ambientali dell’opera e del suo
autore, quale idea egli voleva proporre o esplorare?
Sembra esserci riuscito?
Quale visione dell’uomo, della vita … lascia trasparire?
Ci sono contraddizioni?
POI CONFRONTARSI:
Mi sento di condividere l’idea dell’autore?
Condivido l’idea, ma non mi convince il modo in cui è espressa? In quali passaggi?
Il mio modo di vedere la vita e l’amore diverge o è rappresentato dal film?
In che cosa diverge? In che cosa è rappresentato?
E INFINE PRENDERE QUALCHE DECISIONE:
Di ciò che il film mi ha proposto, suggerito, … cosa mi ha toccato maggiormente?
Dove mi ha provocato? Perché?
Cosa mi rimane come pensieri, sentimenti ed emozioni?
Cosa decido per la mia vita, dopo questa riflessione?
Come posso migliorare o cambiare il mio modo di vivere le relazioni, la comunicazione, gli
impegni nella mia vita quotidiana?
Cosa posso inserire o cambiare nel mio progetto di vita?
101
IL PRETE, UNA VITA PIENA DI SENSO… PERCHÉ REALIZZATA NELL’AMORE
Rispondere per vivere…
1 – UNA BATTUTA D’INTRODUZIONE
A pensarci bene, tutte le vite – nella misura in cui sono risposta a una chiamata che viene da Dio –
possono essere “piene di senso”:
• quella di chi si consacra a Dio.
• quella di chi sceglie il celibato, come condizione di “dono
di sé” (non i singles dorati, però).
• quella degli sposi.
Tutte le vocazioni sono chiamate a essere “vite piene di senso”. E
tutte le vocazioni si realizzano nell’amore. Tutte le vocazioni
devono essere animate da un amore profondo verso Dio e verso i
fratelli. Non è – tale dinamica d’amore – “appannaggio” esclusivo
dei preti.
In ogni vocazione, c’è una tensione verso la radicalità dell’amore
e verso la radicalità evangelica: basti pensare alla “fedeltà nella
vita di coppia”.
• Non è forse una “estrema radicalità”? In un libretto (M.
Brambilla: “Coraggio, il meglio è passato”) mi è capitato di
leggere che “oggi come oggi l’anormale non è il marito che
tradisce, ma quello che si mantiene, fedele: è lui che deve sentirsi
in colpa!”.
Detto questo, tutte le vocazioni sono uguali?
No. Ogni vocazione concretizza, in una modalità sua propria, questa universale chiamata all’amore.
Ognuno deve trovare il suo posto nella chiesa e la sua personale chiamata (non perché una è
migliore dell’altra, ma perché ognuno ha una chiamata sua propria).
Ora ci soffermiamo sul modo concreto in cui la vocazione all’amore per Dio e per i fratelli si
“compie” - in termini particolari - nella vita del prete. Siamo qui per verificarci proprio su questo
interrogativo:
a. “Quella del prete può essere la mia strada?
b. Può essere – quella del prete – la risposta che io sono chiamato a dare per vivere?
c. La mia ‘personale’ risposta, perché la mia vita sia piena di senso e realizzata
nell’amore?”.
Proviamo allora a dire qualcosa sulla vita del prete, sapendo in partenza di essere solo
“introduttivi/aperitivi” su questa vocazione.
Tra l’altro, non tutti i preti sono uguali tra loro! Però, alcuni tratti, nonostante i caratteri delle
singole persone e gli eventi che segnano la storia (penso al Concilio e all’epoca attuale, diversa da
quella di 50-60 anni fa), rimangono costanti. Ci sono poi i documenti del magistero, che tracciano
alcune linee essenziali sulla vita del prete (Presbiterorum ordinis; Pastores dabo vobis).
102
2 – ESEMPI CONCRETI DI UNA VITA PIENA DI SENSO
2.1. Intanto potrebbe essere utile chiederci: “A partire dalla mia esperienza, la vita del prete è
una vita piena di senso?” (la prima domanda della traccia!!!).
a. Proviamo a sostare sulle figure di prete, che abbiamo conosciuto…
N.B. DOBBIAMO RICORDARCI UNA COSA: la vocazione non si realizza automaticamente!!!
Né quella degli sposi, né quella del prete… Si può venire meno alla propria vocazione e pertanto
non essere per nulla vite ricche di senso o vite realizzate nell’amore. Ciò vale anche per il prete: lo
sappiamo bene (situazioni di scandalo, preti chiusi/delusi…).
b. Ora fermiamoci sugli esempi positivi, cioè su quelli che per noi ce l’hanno fatta… Ci
fermiamo cioè su quelli che sono “esempi” di ciò che dovrebbe essere per tutti la vita del
prete. Io ho in mente un bel po’ di persone…
c. Perché queste persone sono state significative?
∗ Perché erano persone vere/autentiche (cfr quanto detto il primo giorno sui “testimoni”):
sono/erano persone vere/autentiche: Vasi di creta che non avevano paura di mostrarsi per
quello che erano. Vasi di creta con delle buone capacità, che si sono messi in gioco, anche
col rischio di mostrare, insieme alle proprie capacità, anche i propri difetti.
∗ Persone vere/autentiche che si sono giocate la vita “da preti”… non “altrove” rispetto al
loro esser prete. Voglio dire: l’esser prete non è alla periferia della loro esistenza, ma al
centro (o comunque molto vicino al centro). Si sono spesi dentro la loro vocazione.
Ecco, mi pare che sia la cosa più giusta da dire…
Facciamo un ulteriore passaggio e poniamoci un’altra domanda, sempre a partire da queste
situazioni concrete:
“Alla luce di queste testimonianze,
come il prete concretizza nella sua vita la sua risposta all’amore di Dio?”.
Ci sono – è vero – tante possibilità, ma due tratti essenziali sono veri per tutti i preti… dono di sé a
Cristo e dono di sé alla Comunità cristiana.
3 – IL DONO DI SÉ A CRISTO
Il prete è uno che prende sul serio l’appello evangelico a seguire Cristo con tutto se stesso: il
celibato è il segno concreto di questa sua appartenenza (dono) esclusiva a Cristo.
La Scrittura ci fornisce molti testi significativi di questa "assolutezza" di Cristo, che il sacerdote
accoglie e vive in termini “radicali”. Ne cito alcuni:
• Mc 1,17: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”.
• Lc 18,22: “Vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi
vieni e seguimi”.
• Mc 10,28: "In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o
madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al
presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a
persecuzioni, e nel futuro la vita eterna".
103
•
•
•
•
Gv 14,6: “Io sono la via, la verità e la vita”. Come a dire che se hai me, ti basta…
Fil 1,21: “Per me infatti vivere è Cristo e morire un guadagno”.
Fil 3,18: “Tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di
Gesù Cristo, mio Signore”.
… se ne potrebbero trovare molti altri…
Il celibato – ossia questa condizione di rinuncia – prende significato nella vita di quella persona che
intravede nella relazione con Cristo una possibile pienezza.
Cioè: la relazione con Gesù, pur non avendo i tratti della relazione coniugale, per il celibe riempie il
bisogno di amore, che ognuno di noi porta dentro di sé. Si tratta di rinunciare a qualcosa di buono
per un bene che è “sentito” (magari solo intuitivamente e parzialmente, ma comunque “percepito”)
come ancora più grande. Il celibato ha questo senso… è rinuncia, sì, ma per essere “di Cristo”.
Rubo alcune espressioni di G. Moioli (2003, 120.141):
• Qualunque sia il punto di partenza che ha condotto alla decisione per la verginità, è vero che
sotto il profilo vissuto, la decisione verginale comporta un modo specifico di sentire risuonare
nella propria vita l'affermazione: 'Gesù, Tu sei il fondamento, il riferimento assoluto della mia
esistenza'. Tutti i cristiani lo devono dire, ma per il vergine vi è una risonanza particolare,
perché il contesto di questa affermazione è il 'non avere'. Nella scelta verginale tutta la
personalità di polarizza, si orienta verso Cristo in un modo particolare ed affettivamente è
come se si fosse optato per uno sposo, cioè per un riferimento totalmente amato…. 'In definitiva
non ho che te, sono contento di averti così, come non avendo nient'altro che te'.
• Signore, se tu ci sei, nulla di essenziale manca alla mia vita. Signore, se tu ci sei, anche se è
necessario vivere rinunciando al matrimonio, alle cose, alla propria autonomia, per esprimere
l'assoluto che sei tu, nulla di essenziale manca, perché l'uomo non sta assolutamente in alcuna
di queste cose.
N.B. Il celibato non si sostiene “naturalmente”, ma solo in forza di questa relazione viva con Cristo.
Il celibato è “sostenibile” ed ha senso solo a questa condizione: che io “senta” la relazione con Gesù
come qualcosa di “assoluto” e che “questo assoluto” mi prenda in profondità e totalità, mente e
cuore. Tutti e due. Non solo uno.
In conclusione, il prete è “celibe”, perché è un “innamorato di Cristo”, nel senso che riconosce in
Cristo l’assoluto della propria vita, un assoluto che egli sceglie perché si sente al contempo anche
scelto (non è semplice decisione del singolo!!!). La scelta del celibato è risposta a un amore che
precede…
N.B. Spesso, nel prete diocesano, questa dimensione di assolutezza è molto sobria. Non
dobbiamo immaginare chissà quali gesti eclatanti… L’amore per Cristo nella vita del prete
passa attraverso la fedeltà a Gesù (la preghiera, il celibato…) e la dedizione alla sua
comunità…
4 – IL DONO DI SÉ ALLA COMUNITÀ CRISTIANA…
C’è un’altra dimensione, che distingue il prete dagli altri consacrati e che costituisce il secondo
fuoco dell'ellisse: il dono di sé alla comunità.
104
Il prete, pastore a servizio della Comunità…
Potremmo riflettere sulla parola “prete”…
Per alcuni, potrebbe sembrare un insulto! Ma “prete” (Priester/Priest) è una forma
abbreviata della parola biblica originaria “presbitero”, che vuol dire “anziano”: non nel
senso di “vecchio/che ha perso il gusto della vita”, ma di “vecchio/che è diventato saggio e
può guidare gli altri”.
a. Ecco, il prete è una “persona saggia”, che ha la capacità di prendersi cura di una comunità
cristiana e di farla camminare nella fede. Qui sta la differenza tra preti e monaci… e suore. Il
prete “nasce” per questo: per essere al servizio della comunità cristiana (cioè
“parrocchia/diocesi”, ma anche “chiesa universale”, perché al prete diocesano può essere
anche chiesto un servizio a livello missionario…).
b. Egli condivide il compito proprio degli “apostoli”: i preti, infatti, nascono come primi
collaboratori degli apostoli (i vescovi).
NB L’amore assoluto e incondizionato per Cristo prende la forma, nella vita del prete, della
“dedizione” (parola quanto mai appropriata!) alla "porzione del popolo di Dio" che gli viene
affidata dal Vescovo… Il prete vive il suo amore incondizionato per Cristo nel dedicarsi/donare se
stesso alla sua comunità (parrocchia/diocesi).
Cfr Gv 21: “Mi ami tu…, pasci le mie pecorelle”. Come si nota nel testo evangelico, c’è un
passaggio dall’amore per Cristo all’amore per le pecorelle: nel caso di Pietro, l’amore per Cristo
"prende la forma" dell’amore per i volti concreti dei propri fedeli.
15
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più
di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei
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agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli
17
rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli
disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato
che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto;
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tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico:
quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai
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le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con
quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
nella responsabilità, nell’annuncio e nella celebrazione…
Al prete viene chiesto un modo particolare di “amare” il popolo di Dio, quello della cosiddetta
“carità pastorale”, che sinteticamente potrebbe essere intesa come “amore per gli altri che passa
attraverso la cura della comunità", in qualità di "pastore" e nell’esercizio delle tre funzioni regale,
profetica e sacerdotale. Si può esemplificarla così: il prete ama la sua comunità “guidandola” (re),
molto concretamente attraverso le scelte pastorali; “evangelizzandola” (profeta), attraverso tutte le
attività di predicazione e catechesi; “santificandola” (sacerdote), attraverso la celebrazione dei
sacramenti.
- Detta così sa più da “diritto canonico”, che non da qualcosa di vitale, però esprime
l’essenziale cui la vita del prete deve mirare. Se ci pensiamo un attimo, è facile dare
sostanza a questi tre ambiti dell’azione del prete… Re, profeta, sacerdote…
105
-
Cfr la rinnovazione delle promesse sacerdotali… (vedi testo)…
NB Il prete guidando, predicando e celebrando per gli altri “guida, predica e celebra” per sé: ha
modo di entrare di più nel mistero della fede!!! Non è solo un “servizio” che fa per gli altri (del tipo:
ora vi mostro la verità, ma esercitando il suo ministero impara li stesso a diventare più credente…
In un certo modo, impara facendo: diventa più cristiano e più prete attraverso il suo ministero). È
vera quell’espressione: “Ho imparato a essere prete grazie ai miei parrocchiani…”. Non è che il
prete va e insegna… impara anche lui, insegnando!
dentro ad una “relazione viva” con la sua gente.
a. I due aspetti su accennati acquistano senso dentro ad una relazione di amore con Cristo
(assoluto) e dentro anche “la relazione viva con la gente/la sua comunità”. Il prete è – o deve
cercare di essere – un uomo di relazione, condizione necessaria per l’efficacia della sua azione
pastorale. Tutto quello che fa il prete è “pieno di relazioni”.
b. Non basta che “celebri la messa”. Né che faccia la sua bella catechesi. O che presieda con
autorità il consiglio pastorale. È troppo poco per la sua comunità (e anche per lui, stesso). Ci
vuole un contesto di "relazioni" entro cui metterci dentro tutto il resto (il cuore soprattutto).
c. Qui relazione è il “pasci le mie pecorelle” di Gesù a Pietro: sono le pecorelle di Gesù e vanno
amate teneramente. Il prete è chiamato a vivere questa relazione, “affettivamente carica”, con la
sua comunità: grandi e piccini, vivi e morenti, sani e malati, giusti e peccatori…
d. Questa è una cosa molto bella del prete: “essere di tutti” e al tempo stesso “non essere
appannaggio di qualche persona in particolare”. Il prete è chiamato a essere in relazione con tutta
la gente della sua comunità, guarda un po’, proprio come faceva Gesù, che andava a cena dai
farisei, ma accettava di farsi lavare i piedi da donne di dubbia reputazione. Ribadisco. Questo
“essere di tutti” è una condizione di libertà, per portare il vangelo e l’amore di Cristo,
concretamente attraverso la mia persona, a tutti. Di solito, ogni buon prete è così: sta col ricco e
col povero, con quello di destra e con quello di sinistra. Un po’ come diceva san Paolo: “Mi son
fatto tutto a tutti, per guadagnarne il maggior numero”. Già, perché il fine di tutta questa fatica di
“relazione”, è portare Gesù, cioè la propria esperienza di “assolutezza” di Cristo.
5 – CONCLUSIONE: UNA VITA CHE SI DONA… E CHE RICEVE MOLTO. IL BELLO DI ESSER PRETI
Il prete fa un’esperienza strana, ma che è la medesima di chi si appresta a donare qualcosa: egli va a
donare sé a Cristo e alla sua comunità... Va e si dona (meglio che può). Ma spesso, è lui che
“riceve”; è lui che se ne torna arricchito… umanamente e spiritualmente.
È il senso del brano evangelico che parla del centuplo (Mc 10,28-31):
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Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
29
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o
fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo,
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che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e
madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.
31
Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Il centuplo in cosa consiste?
− Penso a tutte le persone ed esperienze “umane” incontrate: il nascere, il morire, la sofferenza, la
gioia dei bimbi, la fatica dei giovani, le esperienze di famiglia… A un cuore “minimamente”
sensibile non può sfuggire che nella vita di un prete si squaderna una quantità impressionante di
“segni di umanità”: una ricchezza inaudita… Già. Amore per l’uomo.
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− E poi si incontrano le testimonianze di fede, in tante persone… Alcune ti fanno dire: "Questo ha
un senso dell’assolutezza di Cristo più vivo di me!"… Umiltà! Ma anche stimolo per crescere
nella fede e nell'adesione a Cristo.
− E tanti segni di affetto, stima, accoglienza… Anche oggi, non ci sono solo rifiuti e dinieghi!
− Penso all’opportunità che è data al prete di approfondire la vita spirituale (non a tutti è dato),
tramite il confronto con la Parola, la preghiera della Lodi, i tempi di silenzio che può
ritagliarsi…
− Penso al dono di celebrare l’Eucaristia e la Riconciliazione: si può vivere una vita
semplicemente vivendo di questi due sacramenti… danno senso ad una vita.
− Penso alla possibilità di intessere relazioni fraterne con gli altri presbiteri… Non è un
camminare da soli, ma insieme al proprio vescovo e a dei confratelli…
Per tutti questi motivi, essere preti è un dono… è un dono di sé a Cristo e alla
Chiesa. Ma è anche un dono che viene fatto al prete. Una vocazione
impegnativa, ma non senza fascino e non senza i suoi “tesori”, se uno vive il
suo ministero con dedizione e trasparenza. È questo il bello di essere preti…
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TEMPO CON DIO
INDICAZIONI
PER LA RIFLESSIONE PERSONALE
Parola di Dio
Gv 21,15-19;
Mc 10,17-31;
Gv 10,1-18: Il buon pastore;
Fil 1,12-26; Fil 3,1-4,1: l’esperienza di Paolo: amore per Cristo e dedizione alla comunità;
Mc 1,16-20: la chiamata dei primi discepoli;
Gv 15,1-17: L’allegoria dei tralci e della vite;
2 Cor 4,7-18: I vasi di creta: un ministero alla prova.
DOMANDE
1. Mi confronto con qualche concreta figura di prete… Ho incontrato nella mia vita qualche
figura di prete significativa? Da che cosa posso dire che è stata o è una persona con un “senso
valido” nella sua vita? Quali sono gli atteggiamenti, le scelte, lo stile di vita che desidererei
imitare? Perché?
2. In un tempo “liquido” come il nostro, secondo te, perché alcune persone cercano il prete come
sostegno o riferimento? Per me la vita del prete è sprecata o è riuscita? Perché?
3. C’è in me il desiderio di una vita di intimità con il Signore e di servizio alle persone? Come
reagisco, che cosa provocano in me queste parole: “Il prete è un uomo di Dio e un fratello tra
fratelli”?
4. La prospettiva di una vita “donata” come prete, che cosa provoca in me? Quali sono i
sentimenti, le speranze, gli stati d’animo, le paure, le preoccupazioni, che provo con maggior
intensità di fronte a questa possibilità?
5. Quali passi concreti sono invitato a compiere nell’attuale ricerca vocazionale?
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LA FAMIGLIA, SANTUARIO DELLA VITA
(Pontificium Consilium pro Familia – XII Catechesi)
Canto iniziale
Recita del Padre Nostro
Lettura biblica
L1«Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano
la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le
pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede
venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un
mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le
mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per
le pecore» (Gv 10, 10-15).
Breve Riflessione
Compito fondamentale della famiglia è il servizio alla vita, il realizzare lungo la storia la
benedizione originaria del Creatore, trasmettendo nella generazione l'immagine divina da uomo a
uomo (cfr. Gn 5, 1ss).
Famiglia e vita, binomio inscindibile
Decisiva è quindi la responsabilità della famiglia: è una responsabilità che scaturisce dalla sua
stessa natura — quella di essere comunità di vita e di amore, fondata sul matrimonio — e dalla sua
missione di custodire, rivelare e comunicare l'amore. È in questione l'amore stesso di Dio, del quale
i genitori sono costituiti collaboratori e quasi interpreti nel trasmettere la vita e nell'educarla
secondo il suo progetto di Padre. È quindi l'amore che si fa gratuità, accoglienza, donazione: nella
famiglia ciascuno è riconosciuto, rispettato e onorato perché è persona e, se qualcuno ha più
bisogno, più intensa e più vigile è la cura nei suoi confronti.
110
La famiglia è chiamata in causa nell'intero arco di esistenza dei suoi membri, dalla nascita alla
morte. Essa è veramente il santuario della vita..., il luogo in cui la vita, dono di Dio, può essere
adeguatamente accolta e protetta contro i molteplici attacchi a cui è esposta, e può svilupparsi
secondo le esigenze di un'autentica crescita umana. Per questo, determinante e insostituibile è il
ruolo della famiglia nel costruire la cultura della vita.
Come chiesa domestica, la famiglia è chiamata ad annunciare, celebrare e servire il Vangelo della
vita. È un compito che riguarda innanzitutto i coniugi, chiamati ad essere trasmettitori della vita,
sulla base di una sempre rinnovata consapevolezza del senso della generazione, come evento
privilegiato nel quale si manifesta che la vita umana è un dono ricevuto per essere a sua volta
donato. Nella procreazione di una nuova vita i genitori avvertono che il figlio, se è frutto della loro
reciproca donazione d'amore, è, a sua volta, un dono per ambedue, un dono che scaturisce dal dono.
Educare i figli al rispetto della vita
È soprattutto attraverso l'educazione dei figli che la famiglia assolve la sua missione di annunciare il
Vangelo della vita. Con la parola e con l'esempio, nella quotidianità dei rapporti e delle scelte e
mediante gesti e segni concreti, i genitori iniziano i loro figli alla libertà autentica, che si realizza
nel dono sincero di sé, e coltivano in loro il rispetto dell'altro, il senso della giustizia, l'accoglienza
cordiale, il dialogo, il servizio generoso, la solidarietà e ogni altro valore che aiuti a vivere la vita
come un dono.
Pur in mezzo alle difficoltà dell'opera educativa, oggi spesso aggravate, i genitori devono con
fiducia e coraggio formare i figli ai valori essenziali della vita umana. I figli devono crescere in una
giusta libertà di fronte ai beni materiali, adottando uno stile di vita semplice ed austero, ben convinti
che l'uomo vale più per quello che è che per quello che ha.
L'opera educativa dei genitori cristiani deve farsi servizio alla fede dei figli e aiuto loro offerto
perché adempiano la vocazione ricevuta da Dio. Rientra nella missione educativa dei genitori
insegnare e testimoniare ai figli il vero senso del soffrire e del morire: lo potranno fare se sapranno
essere attenti ad ogni sofferenza che trovano intorno a sé e, prima ancora, se sapranno sviluppare
atteggiamenti di vicinanza, assistenza e condivisione verso malati e anziani nell'ambito familiare.
111
Riflessioni del sacerdote o della guida
Dialogo e confronto
•
Come trasmettere ai figli il senso e il valore della vita?
•
Quali sono i momenti privilegiati per educare i figli ad accogliere la vita concepita e a
rispettarla nel suo tramonto?
Impegni
Ave Maria…
Regina della famiglia,
prega per noi
PREGHIERA DELLA FAMIGLIA
Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,
noi ti benediciamo e ti ringraziamo per questa nostra famiglia
che vuol vivere unita nell'amore.
Ti offriamo le gioie e i dolori della nostra vita,
e ti presentiamo le nostre speranze per l'avvenire.
O Dio, fonte di ogni bene, dona alla nostra mensa il cibo quotidiano,
conservaci nella salute e nella pace,
guida i nostri passi sulla via del bene.
Fa' che dopo aver vissuto felici in questa casa,
ci ritroviamo ancora tutti uniti nella felicità del Paradiso.
Amen.
Canto finale
112
RICONCILIAZIONE E PERDONO IN FAMIGLIA
(Pontificium Consilium pro Familia – VII Catechesi)
Canto iniziale
Recita del Padre Nostro
Lettura biblica
«Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al
sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo
il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne,
la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce,
distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate
lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al
Padre in un solo Spirito» (Ef 2, 13-18).
Breve Riflessione
Parte essenziale e permanente del compito di santificazione della famiglia cristiana è l’accoglienza
dell’appello evangelico alla conversione rivolto a tutti i cristiani, che non sempre rimangono fedeli
alla «novità» di quel battesimo che li ha costituiti «santi». Spesso, rifiutando di riconoscere Dio
quale suo principio, l’uomo rifiuta il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso
tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e verso tutte le cose create.
Anche la famiglia cristiana non è sempre coerente con la legge della grazia e della santità
battesimale, proclamata nuovamente dal sacramento del matrimonio.
Conflitti e riconciliazione in famiglia
La comunione familiare può essere conservata e perfezionata solo con un grande spirito di
sacrificio. Esige, infatti, una pronta e generosa disponibilità di tutti e di ciascuno alla comprensione,
alla tolleranza, al perdono, alla riconciliazione. Nessuna famiglia ignora come l'egoismo, il
disaccordo, le tensioni, i conflitti aggrediscano violentemente e a volte colpiscano mortalmente la
propria comunione: di qui le molteplici e varie forme di divisione nella vita familiare. Ma, nello
stesso tempo, ogni famiglia è sempre chiamata dal Dio della pace a fare l'esperienza gioiosa e
rinnovatrice della «riconciliazione» cioè della comunione ricostruita, dell'unità ritrovata. In
particolare la partecipazione al sacramento della riconciliazione e al banchetto dell'unico Corpo di
Cristo offre alla famiglia cristiana la grazia e la responsabilità di superare ogni divisione e di
camminare verso la piena verità della comunione voluta da Dio, rispondendo così al vivissimo
desiderio del Signore: che «tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21).
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Sacramento della Penitenza e pace in famiglia
Il pentimento e il perdono vicendevole in seno alla famiglia cristiana, che tanta parte hanno nella
vita quotidiana, trovano il momento sacramentale specifico nella penitenza cristiana. A riguardo dei
coniugi così scriveva Paolo VI nell’Enciclica Humanae Vitae: «Se il peccato facesse ancora presa
su di loro, non si scoraggino, ma ricorrano con umile perseveranza alla misericordia di Dio, che
viene elargita con abbondanza nel sacramento della penitenza» (n. 25).
Occorre riscoprire Cristo come mysterium pietatis, colui nel quale Dio ci mostra il suo cuore
compassionevole e ci riconcilia pienamente a sé. È questo volto di Cristo che occorre far riscoprire
anche attraverso il sacramento della Penitenza, che è per un cristiano la via ordinaria per ottenere il
perdono e la remissione dei suoi peccati gravi commessi dopo il Battesimo.
La celebrazione di questo sacramento acquista un significato particolare per la vita familiare:
mentre nella fede scoprono come il peccato contraddice non solo all’alleanza con Dio ma anche
all’alleanza dei coniugi e alla comunione della famiglia, gli sposi e tutti i membri della famiglia
sono condotti all’incontro con Dio «ricco di misericordia» (Ef 2, 4), il quale, elargendo il suo amore
che è più potente del peccato, ricostruisce e perfeziona l’alleanza coniugale e la comunione
familiare.
Tale capacità dipende dalla grazia divina del perdono e della riconciliazione, che assicura l'energia
spirituale di iniziare sempre di nuovo. Proprio per questo i membri della famiglia hanno bisogno di
incontrare Cristo nella Chiesa mediante il mirabile sacramento della Penitenza e della
Riconciliazione.
Riflessioni del sacerdote o della guida
Dialogo e confronto:
•
•
Abbiamo fatto esperienza dei benefici del Sacramento della Penitenza nella vita familiare?
Abbiamo accolto la grazia del perdono tra le difficoltà e le incomprensioni?
Impegni
Ave Maria:
Regina familiae, ora pro nobis
Preghiera per la famiglia
Canto finale
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L’EDUCAZIONE COMPITO ORIGINARIO E PRIMARIO
DELLA FAMIGLIA
(Scheda predisposta da Anna e Antonio Passiatore)
La Parola di Dio
“Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. I suoi
genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici
anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la
via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.
Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i
conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo
trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli
che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono
stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti
cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose
del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e
stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in
sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. (Lc 2,41-52)
Riflettiamo insieme
il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.
Come è potuto accadere? A differenza di oggi, a quell’epoca tutta la comunità si sentiva
responsabile di ciascun membro, c’era quello che chiamiamo “controllo sociale”; Maria e Giuseppe
erano tranquilli, come noi quando, per esempio mandiamo i nostri ragazzi a scuola … “lui è un
ragazzo responsabile e comunque gli adulti vigileranno!”. Purtroppo non sempre accade così e
quando se ne rendono conto … ecco l’ansia dei genitori, il loro sgomento, … l’angoscia (“tuo
padre e io, angosciati ti cercavamo”). Lo ritrovano tra i dottori del tempio ed ecco l’altro grande
richiamo al compito educativo:
Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?
Ogni uomo, ogni bambino ha una missione da compiere, il bambino non è dei genitori, i genitori lo
“amministrano” per conto di Dio, egli in realtà … deve occuparsi delle cose del Padre suo/ nostro!
Ci sono i soggetti dell’educazione (i genitori ed il figlio),
i collaboratori in questo compito (la carovana, i parenti),
i contenuti dell’educazione (cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e di grazia),
il fine ultimo dell’educazione (devo occuparmi delle cose del Padre mio),
il nuovo equilibrio per il giovane (e stava loro sottomesso.)
e per Sua madre (serbava tutte queste cose nel suo cuore.)
L’educazione non è l’addestramento e neppure l’insegnamento, potremmo definire
l’educazione come “l’accompagnare qualcuno – di solito un minore – alla ricerca
della verità.
La responsabilità dell'educazione dei figli è dei genitori, dunque non è in esclusiva dello Stato,
né della scuola, neppure della parrocchia, pur se partecipano in modo consapevole.
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I genitori sono tutori e curatori dei figli e devono educarli secondo la volontà del Padre. Siamo
amministratori di Dio, autorità delegate da Dio a farlo. Siamo responsabili verso Dio della loro
educazione e dobbiamo renderne conto a Lui. I genitori devono tutelare e curare i figli fino a che
siano in grado di rispondere da se stessi ed essere persone in grado di scegliere responsabilmente.
Anche i genitori un giorno dovranno rendere conto dei figli a Dio (Eb 13,17).
Riflessione e condivisione
Occorre vedere i figli come Dio li vede
Lo Spirito Santo ci è stato dato per insegnarci ogni cosa (Gv 14,26), Lui ci insegna anche ad
educare i figli.
L’Educazione è una relazione amorevole, Icona per eccellenza dell’atto educativo è la Trinità
stessa. Non a caso le tre Persone sono Padre, Figlio e quella straordinaria relazione che scocca tra
Padre e Figlio: lo Spirito d’Amore. Il genitore ami il figlio per quello che diventerà e
incondizionatamente. Non stressare i figli, spingendoli a ricercare continuamente la perfezione e
l’eccellenza per essere accettati ed amati, incoraggiarli a dare il meglio e non mettere questo sulla
base dell'accettazione. Anche perché se i figli non si sentono amati, daranno poco. Il Padre non ci
ha accettati per meriti, ma per grazia (Rm 5,1-2; 10,11). Così i genitori devono accettare i loro figli
non in base ai loro meriti o a quanto possono essere buoni, ma in base all'amore incondizionato. Dio
Padre ama i suoi figli, li istruisce, li incoraggia, promette il premio ed il castigo, li corregge, li
punisce, ma li ama, ed amandoli li lascia liberi di anche di sbagliare, li redime, li ama, non si stanca
mai di amarli, di aspettarli.
Riflessione e confronto
L' amore incondizionato: ama nonostante la condotta! Ama anche quando si detesta la condotta
di una persona! Fa sentire le persone accettate anche quando sbagliano.
Non identifichiamo la persona con l'errore. Non diremo mai ad un ragazzo (ma neppure ad un
adulto!): “sei un bugiardo!” non gli diremo mai “sei un monello” ditegli “hai detto una bugia” “hai
fatto una monellata”! Sembra poco, ma nel primo caso ci si sente un tutt’uno con l’errore (e magari
sorge anche la possibilità dell’alibi: “Che ci posso fare, … io sono bugiardo, non posso che dire
bugie!”; nel secondo caso io e l’errore siamo distinti, io posso cambiare, redimermi, evitare
l’errore!).
Chi accetta gli altri per mezzo della condotta, è perché a sua volta si sente accettato o non accettato
da Dio e dagli altri in base alle proprie azioni.
Riflessione e confronto
I genitori come autorità devono tenere i figli in sottomissione; la sottomissione, quando è per
amore, porta libertà. In sottomissione non vuol dire in servilismo, cioè in schiavitù altrimenti i figli
…magari ci ubbidiscono … ma non per amore o per fiducia nei nostri confronti, ma solo per
accattivarsi la nostra benevolenza. “Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore.
Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino” (Col 3, 20-21).
I genitori rispettino la personalità dei loro figli anche quando, iniziando a crescere, avranno modi
di fare e di vestirsi bizzarri. “E voi padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell’educazione e
nella disciplina del Signore” (Ef 6, 4).
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I genitori non rimproverino mai i figli in pubblico. I figli vanno lodati in pubblico e corretti in
privato, per conservare la loro immagine e dignità. Non dimentichiamo mai l’incoraggiamento e la
lode. Non fare tra i figli dei paragoni, sono distruttivi. Ognuno ha una diversità, che và accettata.
Riflessione e confronto
Lasciamogli vedere anche le nostre imperfezioni e chiediamone perdono, questo crea un
rapporto libero e basato sulla fiducia e fa loro più facilmente comprendere che le regole che noi
diamo non vengono da noi, che altrimenti le avremmo costruite su nostra misura!
I genitori si preoccupino di ciò che trasmettono ai figli con la loro condotta, comprendano che
... “o educhiamo o … educhiamo ugualmente!” educhiamo al male, al disimpegno, al sotterfugio,
all’inganno!
Si pongano limiti amorevoli: i genitori pongano regole ai figli, per proteggerli dal disordine. Non
lascino fare tutto ciò che vogliono. Le regole sono necessarie per determinare sicurezza. Ma devono
sforzarsi di rispettare a loro volta le regole che pongono.
È opportuno che le regole siano chiare e definite, abbiano un obbiettivo da raggiungere, abbiano
una motivazione, e motivino all' ubbidienza (Rm13,1), tengano in conto dell’età, e facciano capire
conseguenze e responsabilità della disubbidienza.
Le regole siano stabilite con l'accordo del marito e della moglie, altrimenti i figli manipoleranno
uno dei genitori per ottenere ciò che vogliono. I maggiori problemi in famiglia nascono proprio a
causa del disaccordo tra i coniugi.
CONCLUSIONI
Questo è il compito che ci attende, giovani e non più giovani, figli, genitori e nonni: testimoniare
con forza: che non c'é possibilità di costruzione dell'identità se non attraverso un buon
funzionamento dei legami familiari, che generare legami buoni, coltivarli, prendersene cura é un
valore, il valore per eccellenza, che ognuno, per la sua parte, é chiamato a essere responsabilmente
generativo in famiglia e più in generale nel consorzio degli uomini.
DOMANDE
a. Quali sono i nuovi stili di vita per la famiglia di oggi?
b. Quali scelte e quali criteri guidano la nostra vita quotidiana?
c. Quali difficoltà comunicative e sociali si devono affrontare per fare della famiglia un luogo di
crescita umana e cristiana?
d. Quali sono le difficoltà culturali che s’incontrano nel trasmettere le forme della vita buona e
della fede?
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PER LA COPPIA
Dal libro della Genesi (2,15-25)
Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo
custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli
alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare,
perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».
Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia
simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli
del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo
l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così
l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche,
ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile.
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una
delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva
tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.
Allora l'uomo disse: è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna
perché dall'uomo è stata tolta». Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si
unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.
Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.
Riflessione del sacerdote o della guida
Famiglia, lavoro, festa. Sono le tre parole del tema per il VII Incontro mondiale delle Famiglie.
Formano un trinomio che parte dalla famiglia per aprirla al mondo: il lavoro e la festa sono modi
con cui la famiglia abita lo «spazio» sociale e vive il «tempo» umano. Il tema mette in rapporto la
coppia di uomo e donna con i suoi stili di vita: il modo di vivere le relazioni (la famiglia), di abitare
il mondo (lavoro) e di umanizzare il tempo (festa).
Nella vita di famiglia le relazioni interpersonali hanno fondamento e ricevono alimento dal mistero
dell’amore. Il matrimonio cristiano, quel vincolo per cui l’uomo e la donna promettono di amarsi
nel Signore per sempre e con tutto se stessi, è la sorgente che alimenta e vivifica i rapporti fra tutti i
membri della famiglia.
DOMANDE PER LA COPPIA
1. Quali sono le «prove» attuali della nostra famiglia? Come le viviamo?
2. Che uomo sono per la madre dei miei figli? Che donna sono per il padre dei miei figli? Che
padre e madre siamo per i nostri figli?
3. Come può crescere la nostra coppia nella fiducia e nella speranza a fronte delle situazioni di
fatica e sofferenza?
4. Quale piccola decisione possiamo prendere?
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“Vocazioni” e “Vocazionale” in http://www.qumran2.net/ (12 agosto 2014).
120
INDICE GENERALE
ACCOGLIENZA DELL’IMMAGINE DELLA MADONNA DI CANNETO
CONGEDO DELL’IMMAGINE DELLA MADONNA DI CANNETO
5
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PER UN MOMENTO DI PREGHIERA
9
Fanciulli e ragazzi
Maria donna accogliente veglia di preghiera mariana
Con il cuore ed il pensiero rivolti a Gesù e a Maria
Veglia con Maria
Veglia mariana per adolescenti
Adorazione eucaristica mariana
Consacrazione dei bambini alla madonna
Benedizione dei bambini
Preghiera della buona notte a Maria
Preghiera per conoscere la propria vocazione
Giovani e fidanzati
Adorazione eucaristica. cristo fonte di ogni vocazione
Adorazione eucaristica. Servi per vocazione… il dono di una vita!
Veglia giovani
Adulti, famiglie e infermi
Chiamati alla missione. Veglia mariana per operatori pastorali
Ora di preghiera per gli infermi
CATECHESI E ATTIVITÀ VARIE
Fanciulli e ragazzi
Abram, uomo del sì
Sulla strada di Dio
Conflitti in casa
Apri gli occhi alla vita!
Come le stelle del cielo e la sabbia del mare...
Giovani e fidanzati
Annunciare il vangelo impegnandosi nella società
Il circo della farfalla. Fai della tua vita un “meraviglioso spettacolo”
L’Asta (Gioco su qualità e capacità personali)
Lettera di un giovane a se stesso
Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. Una vita che si dona, risponde e…
che riceve molto. Il bello di essere cristiani
Quale senso per noi giovani oggi? Ricercate il senso, tra paure e fiducia
10
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15
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76
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84
87
89
90
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Sogni & sogni
Incontri lungo la strada
Il matrimonio cristiano
Costruire la casa con il signore. L’amore umano nel piano divino
Il prete, una vita piena di senso… perché realizzata nell’amore
Tempo con Dio
Adulti, famiglie e infermi
La famiglia, santuario della vita
Riconciliazione e perdono in famiglia
L’educazione compito originario e primario della famiglia
Per la coppia
93
94
98
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108
109
110
113
115
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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INDICE GENERALE
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