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C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E III edizione 11 aprile 2009 C AS “Leggenda francescana dell’Immacolata” Casa Mariana Editrice Via Piano della Croce, 6 83040 Frigento (AV) tel./fax 0825-444415 [email protected] E Presentazione † Carlo Minchiatti Arcivescovo Metropolita di Benevento C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C Un novello manipolo di francescani, frati e suore, nella Chiesa e per la Chiesa, con la loro vita povera e umile, laboriosa e lieta, stanno scrivendo questa meravigliosa “Leggenda francescana dell’Immacolata” a gloria di Dio, per la loro salvezza e degli uomini che incontrano nel loro infaticabile apostolato. Sono realtà sbocciate grazie all’azione creativa e vivificante dello Spirito Santo, donate alla Chiesa dalle mani immacolate della Beata Vergine Maria Mediatrice di tutte le grazie. Auguro a questi ardenti frati e suore di crescere e moltiplicarsi rapidamente nel mondo intero «ad edificazione del Corpo di Cristo» che è la Chiesa (Ef 4,12). Benedico con affetto nel Signore. 3 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E Prefazione C AS A In questa Leggenda francescana dell’Immacolata viene narrata la storia di frati e di suore che hanno sperimentato quel che ha fatto e sta facendo l’amore dell’Immacolata verso di loro, e quel che ha fatto e sta facendo il loro amore all’Immacolata. Viene narrato l’amore dell’Immacolata verso una nuova Famiglia di frati e di suore a Lei consacrati con un voto speciale, forse unico nella storia delle famiglie religiose: il Voto Mariano, ossia il voto della consacrazione illimitata all’Immacolata. Viene narrato l’amore all’Immacolata di questa novella famiglia di frati e di suore, impegnati a glorificarla e a farla glorificare da tutti gli uomini della terra, consacrandosi a Lei senza riserve per affrettare l’avvento del Regno di Cristo nel mondo. Questa novella Famiglia religiosa è costituita dai Frati Francescani dell’Immacolata e dalle Suore Francescane dell’Immacolata, che sono un nuovo ramo francescano radicato nella Regola bollata di S. Francesco d’Assisi e nella Traccia mariana di vita francescana. Ambedue, oggi, sono Istituti religiosi di diritto pontificio, e costituiscono l’unica Famiglia religiosa dei Francescani dell’Immacolata, inseriti vitalmente 4 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E nella Chiesa, quale novella porzione eletta del Corpo mistico di Cristo. Costante è la crescita di questa novella Famiglia religiosa nei cinque continenti, affiancata anche, fecondamente, dall’Associazione pubblica Missione dell’Immacolata Mediatrice (M.I.M.) che comprende anche i laici e secolari legati alla Famiglia dei Francescani dell’Immacolata. 5 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C Terreno, radici, frutti A La Famiglia dei Francescani dell’Immacolata è costituita da frati e suore. Ma chi ha voluto questa “famiglia”? Donde ha origine? Quali sono i suoi inizi? Questi sono interrogativi giusti e ovvii. Una famiglia di consacrati non nasce a caso né per caso, ma per disposizione amorosa della divina Provvidenza. Ebbene, sì, l’Immacolata ha voluto questa “famiglia” e l’ha voluta per mezzo di due frati sacerdoti, iniziatori: P. Stefano Maria Manelli, Fondatore e P. Gabriele Maria Pellettieri, Confondatore. Ambedue questi frati hanno ricevuto la formazione francescana e mariana tra i Frati Minori Conventuali, alla scuola di S. Francesco d’Assisi e di S. Massimiliano M. Kolbe, maestri e modelli di incomparabile grandezza. Il P. Stefano Maria Manelli, in più, è stato figlio spirituale di S. Pio da Pietrelcina, santo francescano formato gigante. I due Padri avevano iniziato a vivere insieme l’esperienza della Regola di S. Francesco e della Traccia mariana il 2 agosto 1970, nella Casa Mariana “Maria SS. del Buon Consiglio” a Frigento (AV - Italia). Dopo venti anni, da quel 2 agosto 1970, si ritrovarono con questa nuova Famiglia religiosa di frati e di suo- AS C E I nostri Santi profeti... 6 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E re, cresciuta, si può dire, giorno per giorno, senza progetti né previsioni, condotta dall’Alto, da una mano invisibile ma reale, realissima: la mano materna dell’Immacolata. Questa novella Famiglia religiosa, per la mediazione materna dell’Immacolata, vuole raccogliere in sé l’eredità francescana di S. Maria degli Angeli e l’eredità kolbiana delle “Città dell’Immacolata”, l’eredità francescana della Verna e l’eredità kolbiana del bunker della morte ad Auschwitz, l’eredità francescana della missionarietà e l’eredità kolbiana del “quarto voto”. Un filone d’oro unisce in continuità ininterrotta di ispirazione divina S. Francesco d’Assisi e S. Massimiliano M. Kolbe, che sono il terreno da cui l’Immacolata ha fatto germinare questa novella pianta di frati e suore, attraverso le radici che sono i due frati Fondatore e Confondatore. Un Concilio che bussa C AS A Perché i due frati, P. Stefano e P. Gabriele, hanno iniziato l’esperienza della Casa Mariana a Frigento? La risposta a questo interrogativo è semplicissima e bellissima: perché il Concilio Ecumenico Vaticano II li ha scossi e provocati salutarmente, spingendoli ad essere non «sordi uditori», ma «fedeli esecutori» (Gc 1, 25) della Parola di vita. C’è un decreto del Concilio Ecumenico Vaticano 8 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E II, infatti, che riguarda direttamente la “vita religiosa” da rinnovare nella sua purezza originaria e fecondità novella. È il decreto “Perfectae charitatis”. È un decreto ammirabile, ricco di sapienza antica e nuova, capace di suscitare riprese sorprendenti e imprese non comuni in coloro che vogliono impegnarsi a rinnovare la vita religiosa senza mezze misure o compromessi. Il decreto si impernia fondamentalmente sul rinnovamento della vita religiosa da operarsi con il «ritorno alle fonti», fatte rivivere oggi, nelle «mutate condizioni dei tempi», per realizzare «una più esatta osservanza della regola e delle costituzioni». Su questi punti-cardine si sono affissati gli occhi e il cuore, la mente e la volontà dei due frati, il Fondatore e il Confondatore, in una lunga, personale meditazione di alcuni anni, da cui è maturata la richiesta ai loro superiori di poter «mettere in pratica» (Lc 11,28) i dettami della Chiesa espressi nel documento conciliare. L’Immacolata Mediatrice di ogni grazia li ha condotti a questa richiesta avvertita come un dovere carico di sacrificio e di gioia.` Obbedire alla Chiesa. Obbedire al Concilio Ecumenico. È esigenza di ogni figlio della Chiesa. È l’unica garanzia della fedeltà. «Chi obbedisce fiorisce», dice un detto popolare. Così è stato per questi due frati, riservati e schivi, divenuti, in due decenni, una Famiglia novella di frati e di suore. 9 S. Francesco e S. Massimiliano M. Kolbe C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E Con delicata, materna attenzione l’Immacolata ha condotto i due frati sulle piste giuste del cammino da percorrere per obbedire alla Chiesa. Il Concilio aveva fissato due punti ben concatenati nel tempo: il passato e il presente, da fondersi in armonia di vita religiosa antica e nuova. È il presente che deve radicarsi nel passato, perché si abbiano «le cose antiche e le cose nuove», come dice Gesù (Mt 13,52). Bisogna parlare così di S. Francesco d’Assisi e di S. Massimiliano M. Kolbe. Il Poverello d’Assisi si ritrova in S. Massimiliano che è il «S. Francesco del XX° secolo», come è stato definito; e S. Massimiliano si radica a sua volta in S. Francesco, come suo «alunno più esemplare», secondo la felice espressione del papa Paolo VI. Il Concilio ha chiesto il «ritorno alle fonti». Ebbene, le “fonti” del francescanesimo sono S. Francesco stesso, la Regola, il Celano, S. Buonaventura, le “Leggende francescane”, la vita delle prime comunità delle origini a S. Maria degli Angeli, Poggio Bustone, Fonte Colombo, Greccio, Le Carceri... La Chiesa chiede l’attualizzazione di quelle stesse “Fonti” nell’oggi dell’uomo, inserite, cioè, nella realtà storica del nostro tempo. Bando ai ricordi nostalgici, quindi, e alle memorie storiche che restano stampate nei libri e conservate nei “musei” del francescanesimo. La Chiesa è per la vita consacrata rinnovata, vita no10 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E vella che rifiorisce in opere belle e ancora più belle, in Santi mirabili e sempre più ammirabili. Come non ricordare, sia pure di sfuggita, i grandi rinnovamenti del francescanesimo (quasi venti riforme, tra grandi e piccole) che si sono avuti in questi otto secoli con gli Osservanti e i Riformati, i Recolletti e i Cappuccini, gli Alcantarini e i Barbanti?... E chi non ricorda la fioritura di Santi francescani che hanno accompagnato ogni rinnovamento? Pensiamo a S. Bernardino da Siena, S. Giacomo della Marca, S. Giovanni da Capestrano, S. Pietro d’Alcantara, S. Felice da Cantalice, S. Pasquale Baylon, S. GiovanGiuseppe della Croce, S. Leonardo da Porto Maurizio... e tanti altri, fino ai nostri contemporanei S. Leopoldo Mandic e S. Pio da Pietrelcina. S. Maria degli Angeli e Niepokalanow C AS A Forse non è errato dire che il Concilio Vaticano II ha richiamato i religiosi alle proprie “origini”, da rinnovare nell’oggi della storia, affinché diventino le nuove “origini” di ogni Istituto religioso. In questo il francescanesimo è stato particolarmente benedetto da Dio e dall’Immacolata, perché si è ritrovato, di fatto, con un esemplare e un modello di “attualizzazione” delle “origini” francescane in un Santo e in un’opera del nostro tempo. Se le antiche e prime origini del francescanesimo, infatti, sono S. Francesco e S. Maria degli Ange12 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E li, quelle stesse antiche origini si sono ritrovate intatte e genuine nelle nuove origini che sono S. Massimiliano e la “Città dell’Immacolata” (Niepokalanow). In effetti, alle origini del francescanesimo, S. Maria degli Angeli era stata posta dal Serafico Padre come comunità modello, specchio di povertà e di penitenza, di orazione e di mortificazione, di contemplazione e di zelo apostolico, nel segno della “marianità” che tutto penetrava e avvolgeva con l’amore alla purissima Vergine Immacolata, Regina degli Angeli. Negli anni trenta del secolo ventesimo, S. Massimiliano ha realizzato la più attuale e novella S. Maria degli Angeli nella grande comunità delle “Città dell’Immacolata” in Polonia (Niepokalanow) e in Giappone (Mugenzai No Sono). Si ritrovavano qui la stessa eroica povertà personale e comunitaria, la stessa fervida orazione e penitenza, la stessa intensa contemplazione e la più dinamica attività apostolica. La differenza tra S. Maria degli Angeli e la Città dell’Immacolata era data soltanto dallo sviluppo della “marianità” più alta e profonda, irradiata dal mistero dell’Immacolata Concezione, sigillata dal “quarto voto” della consacrazione illimitata all’Immacolata; e dallo sviluppo dei mezzi di apostolato, anche i più moderni e sofisticati, adoperati senza riserve, perché tutto doveva servire all’Immacolata per «schiacciare la testa al serpente» (Gn 3,15) e conquistare tutte le anime presenti e future al Cuore di Cristo. In questo modo S. Massimiliano si è presentato come un vero “profeta” del Concilio che ha chiamato 13 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E i francescani al rinnovamento più concreto e fecondo della loro vita religiosa e del loro apostolato. Si può senz’altro dire che S. Massimiliano ha fatto il paio con l’altro grandissimo francescano dei nostri tempi, S. Pio da Pietrelcina, «rappresentante stampato delle stimmate di Cristo» (come lo definì il papa Paolo VI), innamorato dell’Eucaristia e del Rosario, martire del confessionale, apostolo della preghiera (ha fondato i “Gruppi di preghiera”) e della carità verso gli ammalati (ha fondato la “Casa Sollievo della Sofferenza”). Bisogna seguire i “Profeti” C AS A C’è un lamento di Gesù che non possiamo dimenticare: «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati...» (Mt 23,37). Si sa che la sofferenza è una legge costante del progresso spirituale del singolo e del gruppo. La vita e la crescita passano attraverso la “morte”. Ce lo confermano le parole di Gesù lucide e perentorie: «Chi mi vuol seguire, rinneghi se stesso» (Mt 16,24), «Se il chicco di grano caduto in terra... muore, produce molto frutto» (Gv 12,24). Come non ricordare, ad esempio, le sofferenze terribili patite dai primi frati dell’Osservanza, dai primi Cappuccini, da S. Pietro d’Alcantara con i suoi frati?... E chi non conosce i martirii sofferti da S. Teresa d’Avila e da S. Giovanni della Croce, per la rifor14 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E ma carmelitana? E le sofferenze laceranti di S. Pietro Giuliano Eymard per lasciare i Maristi e fondare i “Sacramentini”? E S. Giovanni Bosco perseguitato duramente dal suo stesso Vescovo? E fratel Carlo de Foucauld, che ha lasciato la Trappa e si è trovato sempre solo, incompreso, sperduto nel deserto, e infine ucciso da predoni? E S. Pio da Pietrelcina malfamato e perseguitato a più riprese? E il Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo?... E così di tanti, così di ogni vero “profeta”. Sono pagine dolorose, è vero, ma le più gloriose. Sono pagine di sangue, ma di quel sangue che è fecondo di santi e di opere sante. Sono le pagine che richiamano e fanno rivivere la Passione e Morte di Gesù, da cui abbiamo ricevuto ogni bene. Anche S. Massimiliano ha sofferto le sue agonie, fino all’ultima atroce agonia nel bunker della morte ad Auschwitz, per mano dei nazisti. Il suo grande disegno di rinnovamento dell’Ordine e della vita cristiana è andato avanti sorretto dall’Immacolata, ma passando attraverso sacrifici e tribolazioni che Dio solo ha potuto numerare. La “Causa dell’Immacolata” e le “Città dell’Immacolata” hanno corso più volte il rischio di essere compromesse, e il Santo è dovuto arrivare a programmare di ricorrere anche alla Santa Sede (e persino di separarsi dall’Ordine, secondo la testimonianza di alcuni confratelli al processo di Beatificazione e Canonizzazione) per salvare l’Opera dell’Immacolata con il rinnovamento della formazione reli16 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E giosa e apostolica che egli stava attuando in forma specializzata e a livello di eroismo. Le opere di Dio, si sa, vanno avanti per la «strada erta» e per la «porta stretta» (Mt 7,14). Non deve fare meraviglia, quindi, se anche un “profeta” come S. Massimiliano ha dovuto camminare fra le tribolazioni di ogni sorta, interne ed esterne, fisiche e morali. Ancora più stupendo, proprio per questo, è l’esempio e l’insegnamento di S. Massimiliano M. Kolbe; ancora più vero ed evangelico ci si presenta il suo cammino di salvezza e santificazione. Perciò bisogna seguirlo... 17 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C Da quell’anno 1965... A I due frati, P. Stefano Maria e P. Gabriele Maria, si sono trovati sui passi di S. Massimiliano e, con la grazia dell’Immacolata, hanno cercato di far propria la sua eredità per attuare un’esperienza di vita francescana rinnovata “nella luce dell’Immacolata”. Realizzare la forma di vita francescana delle “origini”, rinnovata nell’apostolato, tutta penetrata, animata e vivificata dalla “consacrazione illimitata” all’Immacolata: è questo il francescanesimo di S. Massimiliano, la sua eredità preziosa, che risponde perfettamente alle richieste della Chiesa, ai dettami del Vaticano II. Uno dei due frati aveva anche la grazia speciale di essere figlio spirituale di S. Pio da Pietrelcina, da lui guidato fin dalla prima infanzia; ed entrambi i religiosi erano assistiti e consigliati anche dal Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo, allora vivente a Napoli, sacerdote ammirabile per santità e dottrina. Si era in buone mani, quindi, per non errare nel discernere e seguire l’ispirazione divina che spingeva a rispondere con generosità e con audacia alle attese della Chiesa impegnata a ottenere una “novella Pentecoste” di grazie e di doni, di carismi e, soprattutto, di santità. AS C E Sui passi dei Profeti 18 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E Dal 1965 iniziava la lunga riscoperta e meditazione delle Fonti Francescane (Celano, Leggende francescane, Santi francescani, in particolare S. Bonaventura, B. Angela da Foligno, S. Antonio, S. Bernardino, S. Pietro d’Alcantara, S. Veronica) e degli scritti di S. Massimiliano. Meditazione personale, silenziosa e profonda, gioiosa e sofferta, fertile di esami e revisioni di vita, suscitatrice di impulsi e aspirazioni celesti via via più imperiosi e impellenti. Salutarissima, poi, fu la permanenza di P. Stefano M. Manelli in Assisi per circa quattro mesi, negli anni 1968-1969, per preparare alla Professione solenne i giovani frati minori conventuali di tutta l’Italia. P. Stefano si trovò perciò impegnato alla riflessione più diretta sulle Fonti, con le attente visite e meditazioni sui primitivi “luoghi” francescani, così suggestivi e “pungolanti”, da Rivotorto a S. Maria degli Angeli, S. Damiano, le Carceri, Poggio Bustone, il Farneto, Fontecolombo, la Foresta, Monteluco, la Verna, le Celle di Cortona... Fioritura stupenda di una “leggenda francescana” che non poteva restare solo come “memoria storica”, ma doveva prolungarsi, rinnovarsi, rifiorire anche oggi, nella nostra storia, come voleva la Chiesa con il Vaticano II. ... al 24 dicembre 1969... E l’Immacolata in tal modo stava preparando la ripresa e la continuazione di quella “leggenda francesca20 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E na”. Nel segreto delle grazie più alte e nel silenzio del piccolo granello di senapa che sotto terra si prepara a crescere e a fare «rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra» (Mc 4,32), l’Immacolata stessa conduceva le cose con mano invisibile, ma sicura e decisa. Il 24 dicembre 1969, ai primi vespri del S. Natale, P. Stefano Maria, incoraggiato e sostenuto dal suo Padre Provinciale (P. Antonio Di Monda), scriveva una lettera al rev.mo Padre Generale dell’Ordine, P. Basilio Heiser, per chiedere se era bene assecondare l’ispirazione che lo spingeva con urgenza ad avviare un’esperienza di vita rinnovata secondo le “Fonti” francescane, sul modello di S. Massimiliano. Nella sua risposta, il Padre Generale, con grande benevolenza invitava il P. Stefano a preparare un programma di vita rinnovata secondo l’ispirazione che aveva dal Signore. Era una risposta che chiedeva qualcosa di fondamentale. Tutto sarebbe dipeso da questo “programma di vita”, in cui presentare le “origini” francescane, inserite nell’“oggi” della Chiesa e della storia, arricchite della dimensione “mariana” più alta e profonda. Il P. Stefano si mise all’opera orante e trepidante per rispondere a quella richiesta del Padre Generale. Preghiera e penitenza accompagnavano più che mai la preparazione del programma, chiamato Traccia mariana di vita francescana, scritto con gli occhi fissi sull’Immacolata, sul Serafico Padre, su S. Mas21 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E similiano e sul Sommo Pontefice, la più alta e sicura guida di ogni rinnovamento nella Chiesa. Il 21 aprile 1970 il Padre Generale leggeva ed esaminava la “Traccia”, concludendo con le parole rivolte al P. Stefano: «Qui c’è molto di più di quel che c’è nelle Costituzioni dell’Ordine. Ma se è proibito fare di meno delle Costituzioni, non è mai proibito fare di più. Avanti, dunque!». E affidava la “Traccia” a P. Stefano con l’esortazione a trovare subito qualche compagno per avviare, in un convento adatto, l’esperienza di una “Casa Mariana” secondo la forma di vita francescana scritta nella “Traccia”. P. Stefano trovava subito un compagno nel P. Gabriele Maria Pellettieri, il quale si dichiarava disposto ed entusiasta ad avviare ciò che gli sembrava un “sogno”. Il luogo preferito era il Convento-Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Frigento (AV), un luogo povero e malmesso, solitario e alpestre, in stato di fatiscenza penosa. La Chiesa sembrava proprio... Betlemme! E tutto ciò, da una parte, appariva davvero stupendo ai due frati. Il Santuario mariano pareva Betlemme: si era alle origini più evangeliche... Nel luglio 1970 si teneva il Capitolo Provinciale dei Frati Minori Conventuali di Napoli. Presiedeva lo stesso Ministro Generale, P. Basilio Heiser. Durante il Capitolo, il Padre Generale presentava la proposta di avviare nel convento del Buon Consiglio a Frigento l’esperienza dei due frati, P. Stefano e P. Gabriele, secondo la forma di vita della “Traccia” 22 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E ispirata dalle primitive comunità francescane e dalla Niepokalanow di S. Massimiliano. Tutti i frati radunati in Capitolo applaudirono. Era il giorno del primo sabato di luglio, un giorno particolarmente caro al Cuore di Maria. Grazie a Lei! ... al 2 agosto 1970: S. Maria degli Angeli! C AS A Il giorno della festa di S. Maria degli Angeli, 2 agosto 1970, i due frati, P. Stefano Maria e P. Gabriele Maria, arrivavano a Frigento, sul piccolo pianoro ai piedi del paese arroccato su una roccia, ed entravano nel povero convento fatto di cinque celle con pochi altri ambienti. Era domenica. C’era un cielo azzurro solcato a tratti da grosse nuvole bianche. L’aria mite dei monti ristorava dalle calure della pianura. Il primo saluto era all’Immacolata che accoglieva i due frati nel piccolo ingresso del convento trovato al momento vuoto. La prima visita era al Santuario, per il canto gioioso e commosso del “Magnificat” a Colei che aveva guidato ogni cosa fino a questo giorno - il 2 agosto - superlativamente bello per la festa della Madonna, con la gioia degli Angeli e l’esultanza del Serafico Padre. Nasceva così la prima “Casa Mariana”, minuscola e povera, e per questo tanto più bella e ricca di grazia. «Ogni Casa Mariana - dice il P. Stefano Maria - deve essere una S. Maria degli Angeli, dove l’Immacolata è la Regina e i frati sono i suoi Angeli». 24 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E Bellissima verità e dolcissima realtà. E i due frati sembravano ripetere le parole del Serafico Padre: «Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!». Il giorno del 2 agosto era stato scelto con cura particolare, per vari motivi: - perché giorno di richiamo alla “culla”, ossia alle pure “origini” del francescanesimo: ed era ciò che chiedeva la Chiesa; - perché giorno di richiamo alla “marianità” più alta e splendente: quella dell’Immacolata Regina degli Angeli; - perché giorno di innocenza e di grazie sovrabbondanti (il perdono della “Porziuncola”) per ogni figlio del Serafico Padre e per ogni cristiano. Veramente sarebbe stato ben difficile trovare un giorno più bello di questo per dare inizio a un’esperienza di vita che segnasse una ripresa del francescanesimo più genuino “nella luce dell’Immacolata”, a rinnovamento della vita religiosa sia di questi due frati, sia di tutto l’Ordine serafico, come S. Massimiliano spingeva a “sognare” per la presenza e l’azione onnipotente dell’Immacolata Mediatrice di tutte le grazie, e perciò unica arbitra di ogni rinnovamento di grazia. Dalle quattro del mattino... I due frati erano nel loro nido. Due nascoste vedette, si poteva dire. Solitari e raccolti nella prima 25 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E “Casa Mariana”. Vegliati dalla dolce Mamma che doveva addestrarli ai voli della contemplazione e alle fatiche apostoliche. Con gradualità, ma senza perdite di tempo né rallentamenti. Preghiera e povertà, penitenza e lavoro di apostolato scandivano e riempivano le ore della giornata che iniziava con la levata alle quattro del mattino e finiva alla sera con la penitenza della “disciplina” prima del riposo. Una vita da “Leggenda”? Sì, davvero. Continuava la “leggenda francescana dell’Immacolata” nella vita di questi due frati. Si riposa sul letto di tavole, senza giaciglio nei mesi meno freddi. Si sopporta il duro freddo nei lunghi mesi invernali con temperature di frequente sotto lo zero. Si va con i sandali a piedi nudi, sotto l’acqua e nella neve. Si portano i capelli tagliati corti corti, mortificazione che costa non poco, specie oggi (e perciò facilmente evitata). Si mangia alla buona il cibo che la Provvidenza fa arrivare: non si acquista nulla per il sostentamento, proprio nulla, neppure un chilo di pane o un litro di latte. Ma il necessario arriva sempre. E se c’è il di più, si cerca di donarlo a chi è più povero o bisognoso. I benefattori non tardano a comparire. Chiamati da chi? I primi sono i buoni contadini delle campagne circostanti. Si accorgono che i frati mangiano solo ciò che arriva in carità ed elemosina. E viene chi porta la ricottina fatta in casa, chi porta una bottiglia di olio, chi una pagnotta di pane, chi una fiaschetta di vino, 26 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E chi ortaggi di varie specie, chi una gallinella... Sembra poesia, ed era una realtà di ogni giorno. I frati lavorano in casa e fuori, in aiuto ai Parroci. Ci si preoccupa, in particolare, di avviare i lavori di restauro del Santuario. Stringe il cuore a vedere lo stato di abbandono della Casa di Dio terremotata fin dal 1962. Qualcosa si comincerà a muovere. Così passavano i giorni e i mesi, ricchi di preghiera e di povertà, di penitenza e di lavoro, con i due frati stretti al cuore dell’Immacolata che preparava nel silenzio il futuro in arrivo. Vocazioni, vocazioni, vocazioni... C AS A Le prime grazie più grandi, e inaspettate, per Casa Mariana, sono state le vocazioni. Dal 1971 in poi si è avuto l’arrivo dei primi giovani che chiedevano di seguire S. Francesco, condividendo la consacrazione a Dio e all’Immacolata secondo la forma di vita di quei due frati. Uno, due, tre, cinque giovani...: anno per anno il Noviziato è stato sempre animato dalla presenza di qualche novizio o di più novizi. Postulandato, noviziato, chiericato, venivano poi eretti regolarmente dai superiori maggiori, e non tardavano a riempirsi di giovani - mandati da chi? - che venivano da ogni regione d’Italia, dalla Sicilia e dall’Alto Adige, e anche dall’estero (Stati Uniti, Isole Filippine, Europa). La cosa era ed appare tanto più sorprendente e in27 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E spiegabile, se si riflette che Frigento è un paese sperduto sui monti dell’Alta Irpinia, lontano dai grandi centri, fuori delle linee di comunicazione, sconosciuto e privo di qualsiasi particolare interesse o pregio che non sia l’aria pura dei suoi novecento metri di altezza. Eppure, così, inspiegabilmente, anno dopo anno, un piccolo drappello di giovani vestiva l’abito serafico a Casa Mariana e si impegnava a vivere la Regola francescana, le Costituzioni e la Traccia mariana con l’entusiasmo proprio dei giovani in cerca di una comunità nella quale si rinnovassero le «origini» del francescanesimo e zampillassero le «sorgenti» della vita serafica «con rinnovato vigore e freschezza», come auspicava per tutti i religiosi il papa Paolo VI (Evangelica testificatio, 51). Ancora più sorprendente era il fatto che le vocazioni arrivavano ogni anno a Casa Mariana proprio quando era in atto e si conosceva da tutti la dolorosa crisi degli Istituti religiosi, costretti a chiudere conventi e opere, chiese e missioni, per la mancanza di vocazioni. Secondo i suoi disegni, l’Immacolata ha portato avanti questa nuova “leggenda francescana” del ventesimo secolo, chiamando misteriosamente i giovani, attirandoli in questa comunità dove i frati pregano insieme cinque ore ogni giorno, fanno penitenza lavorando e studiando, digiunando e sopportando il freddo, dandosi la “disciplina” quasi ogni sera, rinunciando a vacanze e a comodità, camminando a piedi nudi 28 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E e tagliando via la capigliatura, facendo a meno della radio e della tivù, del fumo e dello sport: insomma, vivono poveramente e gioiosamente, moltiplicandosi come “cosa e proprietà dell’Immacolata”. Questa è vera “leggenda francescana dell’Immacolata”! Il granello di senapa... C AS A Si potrebbe anche dire che i due frati iniziatori somigliavano a due grani di frumento seminati in quella zona montuosa e aspra dell’Alta Irpinia, con la loro vita «nascosta con Cristo in Dio» (Col 3,3), restando sconosciuti e isolati dal mondo perduto dietro i suoi idoli che sono il sesso, il denaro, il potere, il successo, il divertimento. Da quei due grani di frumento la crescita di Casa Mariana, nel suo piccolo, è stata tale da stupire chiunque ne venga a conoscenza. Oltre le numerose vocazioni - che attualmente sono diverse centinaia la minuscola Casa Mariana ha avuto una fioritura di opere apostoliche impensabile secondo i criteri della logica e del potere umano. L’attività pastorale nel Santuario, l’aiuto ai parroci di paesi vicini e lontani, l’attività della buona stampa diffusa a vasto raggio in Italia e all’estero; l’apostolato mediante la radio, l’apostolato mediante la tivù: è stato ed è questo il lavoro di tutta la comunità, impegnata senza soste nella “Missione dell’Immacolata”, ossia nell’opera di evangelizzazione “at30 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E traverso l’Immacolata” che raggiunge milioni di persone, di bisognosi della Parola di vita. E che cosa dire dell’avventura missionaria iniziata da quattro frati della comunità di Casa Mariana il 24 agosto del 1979 nelle lontanissime Isole Filippine, con la fioritura anche là di vocazioni e di opere, e con l’avvio dell’Istituto delle Suore Francescane delI’Immacolata? La “leggenda francescana dell’Immacolata” si allargava e si allungava, sempre più ricca e più bella, dal continente europeo a quello asiatico. E tutta questa “leggenda”, con l’opera di immenso bene svolta dai frati, è stata sempre approvata, appoggiata e benedetta anche dal compianto Vescovo di Avellino, mons. Pasquale Venezia, il quale non solo fin dall’inizio ha seguito passo passo tutto il cammino di Casa Mariana, in crescita e sviluppo sorprendenti, ma ha anche lasciato, alla fine del suo ministero episcopale (1987), una lunga testimonianza scritta, tutta a lode e sostegno di Casa Mariana. Casa Mariana ha avuto sempre l’assistenza dei superiori maggiori dell’Ordine, Ministri generali e provinciali (lo stesso P. Stefano Maria è stato eletto Ministro provinciale per due trienni: 1982-1988). L’Arcivescovo di Benevento, Mons. Carlo Minchiatti, è stato particolarmente vicino a Casa Mariana perché a Benevento erano stati collocati i chierici teologi della comunità di Casa Mariana, alunni del seminario teologico dell’Arcidiocesi. In più, la comunità di Casa Mariana è stata spesso visitata da eminentissimi Cardinali, Arcivescovi, 32 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E Vescovi, illustri teologi e personalità eminenti della Chiesa. E della comunità di Casa Mariana hanno parlato con frequenza giornali e riviste di media e di alta cultura (ad esempio, l’Osservatore Romano, Avvenire, Studi e ricerche francescane, Rogate, S. Francesco Patrono d’Italia, Vita Minorum, La Madre di Dio...). In tal modo, Casa Mariana ha fatto il suo cammino di grazia, sempre sicura della benedizione di Dio, perché inserita nel tessuto vivo dell’Ordine e della Chiesa, come esperienza d’avanguardia e di punta nel campo del rinnovamento della vita religiosa. Le Suore: un grappolo di angeli... C AS A Un grappolo di angeli, un cespo di fiori, uno scrigno di gioielli: tali appaiono le Suore Francescane dell’Immacolata che stanno fiorendo anch’esse, ormai, aiuole profumate e bellissime, nei cinque continenti del pianeta terra. Fondate anch’esse da P. Stefano Maria Manelli e P. Gabriele Maria Pellettieri, vennero erette in Associazione pubblica di fedeli dal Cardinale di Manila, l’Arcivescovo J. Sin, nel 1985, e costituiscono esattamente la famiglia sorella dei Frati Francescani dell’Immacolata, il ramo francescano femminile, legato anch’esso - per primo nella storia! - alla Regola bollata di S. Francesco d’Assisi e alla Traccia mariana di vita francescana. Il primo atto di nascita della fondazione di questa 33 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E nuova Famiglia era avvenuto proprio nella Casa Mariana di Frigento, il 1° novembre 1982, durante la riunione di un gruppetto di ragazze filippine con i due frati Fondatori per organizzare la prima comunità di ragazze consacrate all’Immacolata. L’avvio del novello Istituto, invece, è avvenuta nelle Isole Filippine il 31 maggio 1985, con il primo gruppo di cinque novizie e di numerose aspiranti, consacrate all’Immacolata e desiderose di vivere la vita religiosa secondo la Regola di S. Francesco e la Traccia mariana, con il dono del quarto voto della totale consacrazione all’Immacolata. Dalle Isole Filippine, tre suore generose e coraggiose furono poi chiamate in Italia e vennero a Frigento nell’agosto 1988, per aprire una casa religiosa dove raccogliere le ragazze italiane che stavano chiedendo di consacrarsi a Dio e all’Immacolata per costituire una Casa Mariana femminile italiana. Accolte e benedette dal Vescovo diocesano di Avellino, le Suore hanno potuto subito ricevere diverse vocazioni e aprire a Frigento la casa di noviziato “Madre del Buon Consiglio” per le prime novizie italiane. È stato un vero miracolo, in Italia, avere subito vocazioni religiose femminili, mentre era in atto la gravissima crisi vocazionale che investe pressoché tutti gli istituti religiosi sia maschili che femminili, costringendo dolorosamente a chiusure di conventi e di opere. L’arrivo delle vocazioni, perciò, ha fatto apparire subito evidente la volontà dell’Immacolata di 34 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E far fiorire questo novello giardino serafico di vergini consacrate. Gioia ed esultanza ha arrecato a tutti, al clero e al popolo, al santuario e al paese, la presenza di queste suore che hanno lo stesso carisma dei Frati Francescani dell’Immacolata, vivono la stessa forma di vita evangelica e portano avanti la stessa “Missione”, consacrate all’Immacolata come “cosa e proprietà”, per realizzare la massima gloria di Dio e la più estesa salvezza delle anime. Esse iniziarono subito a svolgere un prezioso lavoro di apostolato per la gioventù femminile (con ritiri, raduni e campiscuola vocazionali), di visite e incontri con le famiglie, specie più bisognose, di animazione liturgica delle celebrazioni con una magnifica corale polifonica chiamata “Corale delle dodici stelle”, che ha cantato in molte parti d’Italia e dell’estero (Lourdes e Fatima), suscitando ovunque commozione ed entusiasmo. La gioia e l’esultanza hanno fatto poi traboccare il cuore di queste sorelle quando i frati di Casa Mariana, per l’intervento del Sommo Pontefice, sono diventati Istituto religioso come “Frati Francescani dell’Immacolata”, condividendo così lo stesso ideale di vita consacrata tutta francescana e tutta mariana, nelle novelle case religiose che si aprono e si apriranno per accogliere le giovani vocazioni in arrivo da ogni parte d’Italia e dall’estero. Il 2 agosto 1993, con il nulla osta della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e Società di 39 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E Vita Apostolica, le Suore Francescane dell’Immacolata venivano erette in Istituto di diritto diocesano dall’Abate Ordinario di Montecassino, Mons. Bernardo D’Onorio. Sei anni dopo, il 9 novembre 1998, con il Decreto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, l’Istituto delle Suore Francescane dell’Immacolata è stato eretto in Istituto religioso di diritto pontificio, e l’erezione effettiva, poi, si è avuta l’8 dicembre 1998, solennità dell’Immacolata Concezione. L’Immacolata ha raccolto sotto il suo manto materno questi figli e queste figlie, come sua famiglia serafica, come angeli di una novella “S. Maria degli Angeli”, da riprodurre, per sua grazia e misericordia, nelle Case Mariane e nelle Case dell’Immacolata, sparse, come lei vorrà, in ogni parte della terra, a gioia della Chiesa e dell’umanità, a gloria della SS. Trinità. 40 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C «Per decisione del Santo Padre» E Il cammino di un carisma novello C AS A Era il tempo di Dio e dell’Immacolata quella primavera del 1989. C’era il Capitolo provinciale straordinario dei Frati Minori Conventuali di Napoli e in esso bisognava decidere la sorte di Casa Mariana. In quel raduno di frati si posero questi angosciosi interrogativi: Casa Mariana doveva lasciarsi integrare nell’Ordine perdendo la formazione propria e i suoi seminari? Casa Mariana poteva restare come era all’interno dell’Ordine, eretta in Custodia generale? Casa Mariana poteva andare avanti da sola, trasformata in un Istituto religioso, quale novello ramo francescano del primo Ordine Serafico? Proprio durante quella assise dei frati, infatti, apparve chiaro che in venti anni di esperienza la forma di vita di Casa Mariana si era rivelata portatrice di un carisma nuovo che non trovava spazio vitale nelle Costituzioni dei Conventuali, specialmente riguardo al primato della Missione dell’Immacolata, della povertà comunitaria, del quarto voto di totale consacrazione all’Immacolata, della “missionarietà” come vocazione diretta di ogni frate, della penitenza più vigorosa e austera. Come tutte le cose preziose, come la vita nuova che germina dalla morte del seme posto sotto terra, 41 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E così Casa Mariana ha vissuto l’evento della sua nascita quale novello Istituto religioso passando attraverso tutti i travagli della germinazione di una vita nuova, a conferma della verità che c’è sempre «una costante storica di connessione tra carisma e croce», come afferma il papa Paolo VI (Mutuae relationes,12). La comunità di Casa Mariana, con umiltà e fiducia, si era rivolta alla Santa Sede e al Sommo Pontefice, presentando il proprio “carisma” collaudato da venti anni di vita, e chiedendo a loro la soluzione del dilemma, poiché il giudizio sulla genuinità di un carisma «appartiene a quelli che presiedono nella Chiesa, ai quali spetta specialmente non di estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e di ritenere ciò che è buono» (Lumen gentium, 12). L’attesa è stata lunga e laboriosa, nutrita di preghiera e penitenza, con abbandono illimitato fra le mani dell’Immacolata, Mediatrice di ogni grazia. Per più di un anno Casa Mariana è stata sul Calvario come l’Addolorata, tra prove e speranze. Ma finalmente, l’8 giugno 1990 la Santa Sede scriveva che «per decisione del Santo Padre», l’Arcivescovo di Benevento, mons. Carlo Minchiatti, veniva autorizzato a erigere Casa Mariana in Istituto religioso di diritto diocesano, denominato Frati Francescani dell’Immacolata. Con questa «decisione del Santo Padre», quindi, il carisma dei due frati Fondatori (P. Stefano Maria Manelli e P. Gabriele Maria Pellettieri) veniva riconosciuto quale «dono particolare... che, ricevuto da 44 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E Dio e approvato dalla Chiesa, è divenuto un carisma per l’intera comunità» (Redemptionis donum, 15). Avvenne un’esplosione di gioia e di gratitudine nel cuore di ogni membro di Casa Mariana a Benevento e a Frigento. L’Immacolata aveva elargito la grazia della trasformazione di Casa Mariana in Istituto religioso per mezzo dello stesso Vicario di Cristo in terra. Si poteva forse avere di più e meglio? Non era anche questo un fatto da “leggenda”? E come non dovevano esultare nei cieli S. Francesco e S. Massimiliano, S. Chiara e S. Pio da Pietrelcina? Sono cose ineffabili, si sa, che fanno tumultuare il cuore di empiti senza parole, di sussulti che sembrano superare le stelle e toccare i cieli! «Rallegratevi con Gerusalemme - veniva da cantare con il profeta - esultate per essa quanti l’amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto» (Is 66,10). E Gesù ricorda che la donna «quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo» (Gv 16,21). È stato bellissimo, in particolare, il segno della presenza di P. Pio da Pietrelcina in questo evento stupendo, perché il Decreto dell’erezione pontificia è stato firmato lo stesso giorno in cui veniva firmato il Decreto di P. Pio “venerabile”, e l’erezione dell’Istituto è avvenuta nella diocesi di Benevento, da cui dipende Pietrelcina, ed è stata fatta dall’Arcivescovo di Benevento, che è Vescovo anche di Pietrelcina, il paesello natale di S. Pio. 45 Nel cuore di Gesù e di Maria: «Tutti là sono nati» (Sal 86,5) C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E L’Istituto è nato nel Cuore di Gesù e di Maria, ossia è nato nell’amore del Cuore di Gesù e di Maria, è nato nel sangue del Cuore di Gesù e di Maria. La realtà di grazia più dolce e ineffabile del novello ramo francescano è la sua nascita dal Cuore di Gesù e di Maria, ossia dall’intimità più profonda, dalla sorgente stessa dell’amore di Gesù Amore e della Madre dell’Amore. Il decreto di erezione dell’Istituto di diritto diocesano, infatti, firmato dall’Arcivescovo di Benevento, Mons. Carlo Minchiatti, porta la data del 22 giugno 1990, giorno in cui si celebrava la solennità del Sacro Cuore di Gesù. L’erezione effettiva dell’Istituto, invece, è avvenuta il giorno dopo, sabato 23 giugno 1990, giorno della festa del Cuore Immacolato di Maria. Con il salmista, il novello Istituto può esclamare: «Il Signore scriverà nel libro dei popoli: “Là costui è nato”. E danzando canteranno: “Sono in te tutte le mie sorgenti”» (Sal 86,7). Nel cuore di Gesù e Maria sono tutte le sorgenti dell’Istituto. L’Arcivescovo di Benevento aveva messo a disposizione dell’Istituto una casa alla periferia della città di Benevento, in contrada “La Pace”, su un colle ricco di verde. La casa è stata dedicata all’Immacolata Regina della Pace. Ma le condizioni della casa erano ancora quelle di... Betlemme. Una casa senza porte né finestre, pri46 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E va di pavimenti e di intonaci, senza impianti né elettrico né idraulico. Vento e acqua entravano e circolavano da padroni. Esultanza dello spirito, per questo! La santa povertà era la culla del novello ramo francescano. Era proprio un luogo da “leggenda francescana”. Come avrebbero gioito S. Francesco d’Assisi, S. Chiara e S. Massimiliano M. Kolbe! Anche qui, all’inizio del nuovo Istituto, in questa Casa Mariana di Benevento, si è trovata Betlemme, come agli inizi della prima Casa Mariana a Frigento. Sono origini evangeliche bellissime e dolcissime. Come esserne degni? Maria genera sempre a Betlemme, Ella è sempre la «partoriente» di Betlemme (Mic 5,2). Quella mattina del 23 giugno 1990, durante la Messa solenne celebrata dall’Arcivescovo di Benevento, i frati facevano la nuova Professione religiosa nelle mani dell’Arcivescovo, secondo la Regola di S. Francesco, la Traccia mariana e le Costituzioni dell’Istituto, emettevano anche il “quarto voto” della totale consacrazione all’Immacolata, e indossavano il nuovo abito di colore grigio-celestino, con la Medaglia dell’Immacolata ben visibile sul petto, dalla parte del cuore. Alla solenne e suggestiva celebrazione, erano presenti soltanto le Suore Francescane dell’Immacolata, puro germoglio anch’esso dell’identico carisma dei frati, vere sorelle spirituali animate dallo stesso ideale e dalla stessa consacrazione a Dio e all’Immacolata. L’emozione e la gioia erano traboccanti come mai in quel mattino allietato anche da un cielo splen47 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E dente di azzurro tersissimo, che faceva pensare al manto materno di Maria disteso su questi figli e figlie del suo Cuore Immacolato. Il “Magnificat” cantato dai frati e dalle suore con voce vibrante e commossa, inaugurava il cammino del novello Istituto a dolce richiamo del primo “Magnificat” che i due frati Fondatori avevano cantato quel lontano 2 agosto 1970 nel Santuario della Madonna del Buon Consiglio, alla nascita della prima Casa Mariana. I primi trenta Frati Francescani dell’Immacolata, seguiti dal gruppo dei novizi e dei postulanti, aprivano cosi un nuovo capitolo della “leggenda francescana dell’Immacolata”, stretti e legati al Cuore di Gesù e Maria, perché «tutti là sono nati» (Sal 86,5). Il “diamante” dell’Istituto C AS A La «perla preziosa» (Mt 13,45), il diamante del novello Istituto è il “quarto voto” della consacrazione illimitata all’Immacolata, chiamato d’ora in poi “Voto mariano”. Dalla vita e dagli scritti di S. Massimiliano questo “quarto voto” compare come un gioiello tenuto in serbo per il futuro: «Con il passar del tempo - scriveva S. Massimiliano - a Niepokalanow non vi saranno professioni religiose senza l’aggiunta del quarto voto». Il tempo è passato e in questa novella famiglia religiosa dei frati e delle suore Francescani dell’Im49 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E macolata si è arrivati alle professioni religiose con il “Voto mariano” della consacrazione illimitata all’Immacolata. Il Voto mariano caratterizza in modo specifico il volto dell’Istituto evidenziando la dimensione mariana della spiritualità francescana nella sua configurazione teologica e nella sua dinamica apostolica. Nella sua configurazione teologica il Voto mariano afferma in maniera decisa la grande verità della “Missione” dell’Immacolata Madre e Mediatrice universale nel generare Gesù in ogni uomo da salvare e santificare. Consacrarsi illimitatamente a Lei significa lasciarsi da Lei plasmare e trasfigurare in Gesù a “somiglianza” di Lei stessa. Vivere fedelmente il voto della totale consacrazione all’Immacolata significa diventare perfetta immagine di Gesù crocifisso e risorto, a somiglianza sublime di Colei che ha «la faccia che a Cristo più s’assomiglia» (Dante Alighieri). Nella sua dinamica apostolica, il Voto mariano fa cooperare direttamente alla “Missione dell’Immacolata Mediatrice”, che è quella di «schiacciare la testa al serpente» (Gn 3,15) e di «distruggere tutte le eresie nel mondo intero». Insieme alla sua «discendenza» (Gn 3,15; Ap 12,17), l’Immacolata è impegnata nell’«inimicizia» e nella lotta contro il nemicodel genere umano, in ogni luogo e fino alla fine dei tempi. In modo speciale sono “discendenza” dell’Immacolata i suoi “consacrati”, ossia coloro che l’amano senza misura e si mettono fra le sue mani, a Lei 52 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E legati con il vincolo di un voto per essere strumenti docili di grazia e di salvezza. A questi frati e suore Francescani dell’Immacolata è affidata, quindi, la stessa “Missione dell’Immacolata Mediatrice” da sostenere e sviluppare, incrementandola anche con tutti i mezzi leciti della tecnica e dell’arte, della cultura e dell’industria, estendendola per tutti i paesi e i continenti, fino agli estremi confini della terra, ovunque ci sia un’anima da salvare. Da quel 23 giugno 1990... C AS A Da quel 23 giugno 1990 i frati della “leggenda francescana dell’Immacolata” sono chiamati e spinti a portare l’Immacolata su tutta la terra. Manipolo di giovani consacrati, segnati dal Voto mariano della totale appartenenza all’Immacolata come sua “cosa e proprietà”, essi sono protesi alla conquista delle anime al Cuore di Cristo. Limiti e difetti, fragilità e debolezza, patrimonio comune dell’eredità adamitica, non scoraggiano né fermano la “cordata” di questi ardimentosi i quali confidano illimitatamente in Colei che è la tesoreria di ogni grazia, Madre tenerissima verso i suoi figli e Guerriera invincibile contro il nemico del genere umano. All’opera, quindi, nel portare avanti la “Missione dell’Immacolata Mediatrice”, con tutte le forze e con tutti i mezzi leciti, instancabilmente: «Si riposerà in Paradiso», diceva S. Massimiliano. Questi frati deb53 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E bono essere pronti ad ogni sacrificio fino all’immolazione totale. La via intrapresa, collaudata da venti anni di cammino, si apre ora su orizzonti senza confini: sono tanti i Paesi che attendono, i Vescovi che chiedono, le Missioni che bussano alle porte di questi frati e suore, da molte parti, e con urgenza. La “leggenda” si allunga e si estende, come un sogno a sorprese continue. Si vorrebbe contentare tutti, e correre subito nel continente asiatico, nel continente africano, nell’est europeo e nell’America Latina. Ma si è in pochi e non si può rispondere a tutte le richieste, anche se sparpagliati in piccoli avamposti. L’Immacolata voglia moltiplicare subito le forze a sua disposizione. E intanto l’apostolato continua e avanza instancabile, sulle piste della pastorale parrocchiale, della pastorale dei mass-media (stampa, radio, televisione), della pastorale di testimonianza evangelica ricca di preghiera e di lavoro, di sacrificio e di letizia francescana. A Ogni frate al posto di lavoro... C AS Fervida è l’attività apostolica dei frati nella comunità. Sacerdoti e fratelli religiosi lavorano, ognuno al suo posto, tutti cooperatori dell’Immacolata nella missione di conquista del mondo intero al Cuore di Cristo. Due sono, agli inizi, le comunità più grandi dei Frati Francescani dell’Immacolata: quella di Frigento 54 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E e quella di Benevento. Comunità di formazione e centri di apostolato, con numerosi frati impegnati dentro e fuori, nei diversi compiti quotidiani. C’è il frate predicatore e il frate sacrista; c’è il frate portinaio e il frate che insegna teologia; c’è il frate meccanico e il frate cuoco; c’è il frate tipografo e il frate operatore della tivù; c’è il frate catechista e il frate artista; c’è il frate organista e il frate “tuttofare”... La ricchezza e la varietà dei talenti servono magnificamente all’apostolato di evangelizzazione e di formazione cristiana nelle Parrocchie e nelle famiglie, per i giovani e tra i gruppi di fedeli che hanno buon fiuto e si fanno numerosi là dove trovano nutrimento di grazia e stimolo alla crescita spirituale. In particolare, la crescita si è avuta anche nella Casa Mariana “Regina della Pace” a Benevento, come è già successo a Frigento, dove il Santuario della Madonna del Buon Consiglio è diventato meta di pellegrinaggi in crescita continua, impegnando numerosi frati nel ministero, specie nei giorni festivi, quando il lavoro delle Confessioni, per grazia della Madonna, diventa quasi senza respiro. Dalle quindici-venti persone che assistevano alla S. Messa domenicale nel 1970, a Frigento, si è passati alle centinaia e centinaia di fedeli che ogni domenica riempiono il Santuario del Buon Consiglio. Ogni settimana, infatti, arrivano pellegrinaggi dalla regione campana e da altre regioni, talvolta anche dal nord e dalle isole, e qualche pellegrinaggio viene persino dall’estero. 58 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E Periodicamente, durante l’anno, si tenevano, nella Casa Mariana di Frigento, gli incontri dei radio ascoltatori che costituiscono una grande famiglia di devoti della Madonna, molto attaccati a questi frati e a queste suore, da cui ricevono tanto bene, tanta edificazione e tanto sostegno nelle difficoltà della vita. Il Santuario della Madonna del Buon Consiglio rimane centro di attrazione particolarmente per la presenza dei frati e delle suore che pregano, curano la liturgia, assicurano il decoro al Santuario, rendono la Casa di Dio accogliente e raccolta, luogo di incontro con Gesù e con la Madonna, dove si ricevono grazie abbondanti e talvolta fiorisce anche il miracolo. «Fasciare il globo di stampe mariane» (S. Massimiliano M. Kolbe) C AS A S. Massimiliano diceva di voler «fasciare il globo di stampe mariane». Era questo il programma ardimentoso del cuore di un Santo, che è diventato eredità dei consacrati all’Immacolata e pista di marcia dei frati e delle suore Francescani dell’Immacolata, anche in questo assistiti in maniera speciale dall’Immacolata. Fa impressione, infatti, sapere che in un piccolo paese di montagna, quale è Frigento, si trova un’Editrice mariana che ogni anno distribuisce centinaia di migliaia di copie di libri, opuscoli, quaderni e riviste, non solo in Italia, ma anche all’estero. Anche questa è una notizia da “leggenda” a cui 59 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E sarebbe difficile credere se la realtà dei fatti non fosse sotto gli occhi di tutti. Un frate e una suora svolgono il lavoro esclusivo di spedizioniere dei pacchi, ogni giorno. Le richieste di libri arrivano dall’Italia e dall’estero. È una catena che non si interrompe mai. Sacerdoti e laici, giovani e anziani, professionisti e operai, ragazze e mamme di famiglia..., sono davvero in tanti a chiedere le stampe di Casa Mariana. Non si fa commercio delle stampe. Non si vende nulla. Ogni stampa è “fuori commercio”. Si ricevono e si raccolgono soltanto offerte libere per pagare le cartiere e le tipografie. Fin dall’inizio è stato così, con il primo libretto, e continua a essere così oggi che c’è un catalogo di Casa Mariana con alcune centinaia di titoli di pubblicazioni grandi e piccole. Anche frati e suore lavorano in editrice; ma possono fare solo una parte del lavoro, perché le richieste sono tante e si è costretti a stampare tirature altissime, soprattutto di riviste, libri e opuscoli. Qualche libro con le numerose ristampe ha ormai superato il milione di copie. Altri libri si avvicinano al milione di copie. Non sembra “leggenda”, questa? Ci sono poi le traduzioni dei libri di Casa Mariana in lingue estere. Diversi testi di Casa Mariana sono stati tradotti in inglese, spagnolo, portoghese, francese, tedesco, tagalog, rumeno, coreano... Il libro più tradotto e diffuso è Gesù Eucaristico Amore: si sono avute edizioni in inglese, francese, spagnolo, portoghese, coreano, rumeno; negli Stati Uniti questo 60 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E libro è stato stampato in 750.000 esemplari, diffusi in Inghilterra, Canadà, Africa, Indie... Anche in questo si continua a scrivere la “leggenda”. I libri, gli opuscoli, i quaderni e le riviste sono in prevalenza di contenuto “mariano”, ma trattano anche di altri temi quali la catechesi, la Sacra Scrittura, la morale, la spiritualità, la liturgia, l’agiografia. Il livello culturale dei testi è molteplice: va dal livello dell’alta speculazione e ricerca teologica, al livello di catechesi molto semplice, alla portata di tutti. Lo stile è piano, cosicché tutti possano capire la parola di vita, soprattutto i più semplici e gli indotti. Gli autori sono anch’essi di alta e di media levatura. Eminentissimi Cardinali e grandi teologi, mariologi e biblisti, moralisti e apologisti: il mosaico degli scrittori dona varietà e ricchezza alla produzione della buona stampa in ogni campo della formazione alla vita cristiana e alla vita consacrata “nella luce dell’Immacolata”, come voleva S. Massimiliano. Sono moltissime le lettere che arrivano in Redazione per magnificare il bene incalcolabile che si riceve dalle stampe di Casa mariana, da parte di lettori dotti e indotti. C’è veramente da commuoversi, soprattutto perché sono lettere di gratitudine oltre che di ammirazione. 62 La Chiesa dell’etere... C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E Si sa che era un sogno di S. Massimiliano quello di avere una propria radiotrasmittente e televisione per comunicare al mondo intero il messaggio della salvezza delle anime «attraverso l’Immacolata». Ebbene, l’Immacolta ha concesso anche questa grazia alla Casa Mariana, che dal 1978 (8 dicembre) ha iniziato l’apostolato via Radio, e dal 1988 (25 marzo) ha iniziato l’apostolato attraverso il canale televisivo. Ambedue le emittenti sono intestate alla Madonna del Buon Consiglio e vengono chiamate insieme Tele Radio Buon Consiglio. Se l’estensione dell’area di copertura della Tivù è ridotta alla provincia di Avellino, a parte del beneventano, e in giù verso la città di Bari, l’estensione della Radio Buon Consiglio, invece, si allarga fino a coprire la Puglia, la Campania e la Lucania, a toccare le regioni del Lazio, del Molise, e, ultimamente, ad essere collegata “via satellite” e via Internet. L’emittente radio trasmette 24 ore su 24, secondo un ordine di programmi e di rubriche giornaliere e settimanali a carattere esclusivamente religioso, senza alcuna pubblicità, e con molta preghiera. Chi può dire i miracoli della Provvidenza nel sostenere e nel portare avanti questo apostolato via etere? È un fatto che via via sono sorti, come per incanto, i diversi ponti-radio di qua e di là, a Napoli e a Salerno, a Benevento e a Campobasso, e poi a Bari, Foggia, Brindisi, Lecce, Potenza, Matera, ecc..., con 63 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E antenne e dipoli a servizio della gloria di Dio e dell’Immacolata. La “leggenda francescana dell’Immacolata” continua così, ed è vera “leggenda”, perché solo la mano misteriosa di una “Tessitrice” sta svolgendo le trame di questa “leggenda” che appare incredibile a chiunque voglia chiedersi come possa sostenersi una RadioTelevisione solo sulla Provvidenza, senza un centesimo a disposizione. Eppure si tratta di aver affrontato spese per centinaia di milioni! Chi ha provveduto a tali spese? Non si può descrivere il grande bene che la Tele Radio Buon Consiglio sta operando nei cuori. Bisognerebbe soprattutto ascoltare le migliaia di telefonate e leggere le lettere dei radioascoltatori. Quale mare di benedizioni e di lodi, di riconoscenza e di venerazione per i frati e per le suore di Casa Mariana da parte del Popolo di Dio! Il popolo sta ricevendo direttamente in casa quel che sempre meno può trovare nelle Chiese...: cosi dicono in coro unanime i fedeli. L’indice di ascolto più alto della Tele Radio Buon Consiglio si ha con la S. Messa del mattino e con la recita del S. Rosario e la Benedizione eucaristica la sera. Il conforto maggiore della Tele Radio Buon Consiglio va alle famiglie sperdute nelle campagne, famiglie isolate, si direbbe, da ogni consorzio umano; va alle casalinghe, agli anziani e agli ammalati (specie durante le notti insonni). Significativo, ad esempio, il comportamento di una casalinga che ha comprato tre radio, e le tiene ac64 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E da Siena, S. Lorenzo da Brindisi e S. Leonardo da Porto Maurizio, tutti santi di prima grandezza, teologi e mistici, predicatori e apostoli. Essi hanno lasciato un’eredità preziosissima di dottrina sul mistero di Maria, che tocca a noi accogliere e valorizzare per la gloria perenne dell’Immacolata. Lo studio e l’approfondimento del mistero dell’Immacolata Concezione, a livello speculativo e a livello pastorale, è fondamentale per la conoscenza e per l’amore all’Immacolata, per il culto e per la devozione all’Immacolata, fondati sulla Scrittura e sul dogma, sul Magistero della Chiesa e sugli insegnamenti dei Santi. S. Massimiliano esorta ad affrettarsi anche in questo campo dell’approfondimento teologico e mistico del mistero dell’Immacolata Concezione. In effetti, - dice S. Massimiliano - si conosce ancora poco o nulla dell’Immacolata Concezione, di questa verità che è piena di “consolantissimi misteri”. Lo studio, quindi, è alla base della conoscenza e dell’amore all’Immacolata, da trasmettere agli altri nella sua ricchezza di contenuti ineffabili che svelano le profondità insondabili di Dio Uno e Trino, del Verbo Incarnato e della Chiesa di cui l’Immacolata è la Madre. Per questo si è avuta la premura di avviare l’organizzazione di Simposi mariani internazionali sia in Italia che all’estero (Inghilterra, Portogallo,...). Deve trattarsi di studio sapienziale, ovviamente, 67 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E ossia di studio fatto soprattutto in ginocchio, per ottenere grazie e lumi alla debole ragione umana, capace solo di smarrirsi di fronte al mistero. Ascesi e studio, preghiera e studio, contemplazione e studio, portano alla conoscenza e all’amore dell’Immacolata sia il grande studioso che l’umile apprendista. È programma dell’Istituto erigere studi e accademie, facoltà e biblioteche dell’Immacolata; ciò va bene ed è necessario, purché sia frutto dell’orazione e sia animato dall’orazione incessante a Colei che è la “Sede della sapienza”. In particolare, la verità della “Mediazione universale delle grazie”, che tanto stava a cuore a S. Massimiliano, dovrà essere oggetto di approfondimento speciale, insieme a quelle sui rapporti fra l’Immacolata e la SS. Trinità, fra l’Immacolata e la Chiesa, fra l’Immacolata e ogni anima. Le Missioni e i mass-media, lo sviluppo dei popoli e le piaghe sociali che stanno devastando tanta parte dell’umanità ad opera delle forze del male, nulla deve essere sottratto alla “luce dell’Immacolata”, che è luce di verità e di vita da estendere su tutta la terra, specie là dove le tenebre dell’errore dominano e le catene del peccato schiavizzano miliardi di uomini, tutti inquieti, tutti in cerca di verità e di pace, di amore e di felicità perenni. 68 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C Passo dopo passo... A La famiglia dei frati e delle suore Francescani dell’Immacolata è chiamata a muoversi e a camminare sulle strade della terra, passo dopo passo, di luogo in luogo, fino alla fine dei tempi, per spingere e portare tutti gli uomini in Paradiso “attraverso l’Immacolata”. Poiché Gesù è venuto a noi “attraverso l’Immacolata”, anche noi dobbiamo andare a Lui, il Salvatore, per la sua stessa via, ossia “attraverso l’Immacolata”, vivendo fedelmente la propria vocazione francescana e incrementandone i «carismi originari in quanto doni di Dio alla sua Chiesa», come insegna il Magistero della Chiesa (Elementi essenziali dell’insegnamento della Chiesa sulla vita religiosa, 11). Ricordiamo S. Francesco d’Assisi, che nella celebre predica al popolo sul “Perdono” della Porziuncola, disse le ardenti parole: «Vi voglio portare tutti in Paradiso!». Questa è l’ansia apostolica, è la carità soprannaturale di ogni frate e ogni suora dei Francescani dell’Immacolata: portare e donare Gesù agli uomini «attraverso l’Immacolata», aiutare, spingere, trascinare tutti in Paradiso «attraverso l’Immacolata». La tensione missionaria è connaturale alla vocazione dei Francescani dell’Immacolata, in forza, soprattutto, del Voto mariano di consacrazione illimitata all’Immacolata. Di qui, la disponibilità di ogni frate e AS C E Su tutte le strade del mondo... 70 AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E suora a muoversi e andare là dove l’Immacolata vuole per mezzo dell’obbedienza, portando ovunque, ad ogni fratello, quell’amore materno, dal quale devono essere animati tutti coloro che, associati alla missione apostolica della Chiesa, collaborano per la rigenerazione degli «uomini» (Lumen gentium, 65). Certo, la debolezza umana è sempre una realtà da cui guardarsi e di cui non meravigliarsi. Rinnegare se stessi per amore di Dio e dei fratelli è amore eroico, è santità vera. C’è chi è più innanzi e chi è più indietro in questo cammino di amore-sacrificio. È un fatto normale. L’importante è non rassegnarsi o disarmarsi di fronte agli sforzi da compiere e alle difficoltà da superare. Con la grazia dell’Immacolata Mediatrice, con la grazia del Voto mariano si può essere in grado di progredire costantemente sulla via dell’amore-sacrificio che fa «rinunciare a tutte le cose» (Lc 14,33), che fa «perdere se stesso» (Mt 10,39) per il Signore, per l’Immacolata, per i fratelli da salvare in ogni luogo dalla terra. In tal modo, come insegna la Chiesa, «il carisma dei fondatori (ET 11) si rivela come un’esperienza dello Spirito, trasmessa ai propri discepoli per essere da questi vissuta, custodita, approfondita e costantemente sviluppata in sintonia con il Corpo di Cristo in perenne crescita» (Direttive sulla formazione negli Istituti religiosi, 67). C Chiamati da ogni parte... Sono già molte, e troppe, le chiamate che arrivano ai frati e alle suore Francescane dell’Immacolata perché 71 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E accanto a qualche chiesa o santuario, dove i frati prestano il loro servizio ministeriale a beneficio di tante anime. Anche fuori d’Italia le comunità missionarie si moltiplicano rapidamente: sono state aperte Case Mariane in Austria, Francia, Portogallo, Inghilterra, e fuori d’Europa, oltre che nelle Filippine, in Brasile, Stati Uniti, Africa (Benin, Nigeria, Camerun), Australia, Kazakistan, India, Argentina. Nuovi progetti di aperture di Case Mariane si trovano sul tavolo e in esame: Terra Santa, Canadà, Indonesia, Germania, Taiwan, Singapore, Russia. Che cosa dire di tutto ciò, considerando che è trascorso soltanto poco tempo dall’erezione dell’Istituto? Risponde uno dei frati Fondatori: «Se si guarda alle poche forze che si hanno, alla nullità dei mezzi a disposizione e alle molte debolezze e fragilità di ognuno di noi, c’è solo da concludere che qui c’è qualcosa della “follia” di cui parlano S. Paolo (1 Cor 4,10) e S. Massimiliano M. Kolbe: è la “follia” d’amore per Cristo e per l’Immacolata. Senza questa “follia” nulla si sarebbe potuto fare di ciò che è stato fatto; con questa “follia”, invece, anche la “leggenda” diventa realtà, è storia». C AS Suore in crescita ed espansione Anche per le Suore Francescane dell’Immacolata il cammino di crescita e di espansione è stato rapido e sorprendente. Anche per esse, passo dopo passo, si è costruita una realtà di vita e di opere che sanno di 75 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E “leggenda” perché fiorita solo per l’effusione di tanta grazia dal Cuore dell’Immacolata. Esse sono chiamate ad essere il prolungamento e la presenza dell’Immacolata sulla terra e devono essere le «Immacolate» fra gli uomini di ogni continente, immagini pure e radiose dell’Immacolata per illuminare gli uomini «che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte» (Lc 1,78). Bruciate dall’ardore serafico di S. Francesco d’Assisi e consumate dalla “follia” d’amore di S. Massimiliano M. Kolbe, esse devono raggiungere l’identificazione mistica, la “transustanziazione” d’amore nell’Immacolata, come ha insegnato S. Massimiliano. Nella misura in cui realizzano questo sublime ideale, che è patrimonio dei frati e delle suore Francescani dell’Immacolata, esse cooperano attivamente alla “Missione dell’Immacolata Mediatrice”, sempre feconde con l’Immacolata nel compiere le meraviglie della sua grazia. Anche per esse la “leggenda francescana” va avanti di sorpresa in sorpresa, fra difficoltà e sofferenze, con gioia e con fatica. Le vocazioni si moltiplicano nelle Isole Filippine dove esse hanno numerose case con un totale di circa duecento membri divisi tra suore, postulanti e aspiranti. Si moltiplicano anche in Italia, dove ogni vocazione è un “miracolo” e dove hanno aperto già tante case (più di 15), in tensione continua di crescita e fecondità soprannaturale. Anche all’estero l’Istituto delle Suore Francescane dell’Immacolata ha aperto già diverse case del78 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E re» (Ivi, p. 169) e far sì che queste “sorgenti segrete di grazia” si moltiplichino in tutto il mondo. La realtà di grazia delle case di contemplazione non riguarda solo le suore, ma anche i frati i quali hanno anche ricevuto anche essi l’inestimabile dono di una comunità contemplativa - un Ritiro mariano aperta nel novembre 2008 in un antico e solitario Monastero presso Amandola (AP), dopo una prima esperienza ad experimentum presso il Convento di Bosco ai Frati in provincia di Firenze. I Francescani dell’Immacolata contemplativi, frati e suore, afferma il Fondatore «fanno come Mosè che sul monte prega con le braccia alzate. Anche le braccia alzate dei contemplativi sostengono e danno energia alle sorelle e ai fratelli nel portare sempre avanti l’attività della “Missione dell’Immacolata Mediatrice” sulla terra» (Libro della Santificazione, p. 168). 83 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E Decreto di erezione pontificia C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E Prot. n. B. 242 – 1/94 DECRETO L’Istituto religioso dei Frati Francescani dell’Immacolata, la cui Casa Generalizia si trova nell’Arcidiocesi di Benevento, fondato da Padre Stefano Maria Manelli e Padre Gabriele Maria Pellettieri, fu eretto in Istituto religioso di diritto diocesano il 22 giugno 1990, solennità del Sacro Cuore di Gesù. I Frati Francescani dell’Immacolata si propongono di realizzare la propria santificazione e la salvezza dei fratelli per mezzo dell’Immacolata, cercando, in modo particolare, di organizzare, guidare e diffondere il movimento “Missione dell’Immacolata Mediatrice”, secondo gli insegnamenti e gli esempi di San Massimiliano Maria Kolbe; di promuovere gli studi sul mistero di Maria ed incrementare il culto e la devozione all’Immacolata. C AS A Essendo l’Istituto cresciuto e sparso in varie diocesi, Sua Eccellenza Mons. Serafino Sprovieri, Arcivescovo di Benevento, sostenuto anche dalle lettere commendatizie degli altri Vescovi diocesani interessati, ha rivolto supplici preghiere perché detto Istituto fosse costituito come Istituto religioso di diritto pontificio. Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, udito il parere favorevole della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, si degnò di da- 90 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E religiosi anche per le Suore, come già per i Frati. Anche per le Suore Francescane dell’Immacolata, quindi, il Voto mariano è il voto posto in capite alla loro forma di vita serafica, così come S. Maria degli Angeli è posta in capite all’esperienza serafica della vita evangelica e missionaria. Con altra immagine e analogia, volendo, si può dire che come la Porziuncola, emblematicamente, è stata il grembo mariano del francescanesimo, così il Voto mariano si assimila alla Porziuncola e costituisce, potrebbe dirsi, la Porziuncola tutta mariana dei Francescani dell’Immacolata, frati e suore, frutti genuini di quel «Grembo dell’Immacolata» sempre così prezioso e fecondo. Ancora i Rosari in azione… C AS A Anche per le Suore, ovviamente, c’era da attendersi che dovessero passare diversi anni prima di poter ottenere l’erezione di diritto pontificio. Se i Frati Francescani dell’Immacolata, infatti, erano nati come istituto religioso di diritto diocesano nel 1990, le Suore, invece, erano nate tre anni dopo, il 2 agosto del 1993. L’attesa fino al 2000 e oltre, quindi, era ritenuta d’obbligo, secondo quell’esigenza di avere almeno un decennio di esperienza di vita religiosa nel diritto diocesano. Ma, sull’esempio dei frati, anche le suore decisero subito di mettere in atto la crociata delle corone del Rosario con le Novene del B. Bartolo Longo alla Ma95 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E donna di Pompei. Se i frati erano riusciti ad ottenere il riconoscimento pontificio dopo soli sette anni di diritto diocesano, chissà che ad esse non poteva capitare di riuscire ad ottenerlo in meno di sette anni… Certo, l’impresa si presentava davvero ardua, anch’essa da leggenda… Ad aprile 1998 le suore organizzavano, quindi, la crociata dei Rosari con le Novene alla Regina del S. Rosario di Pompei. Erano in molte suore. Difficile precisarne il numero. Forse cinquanta, o più ancora. Tutte nutrivano la speranza del miracolo dei Rosari, nonostante la posizione di chiusura ermetica da parte della CRIS, da cui arrivavano soltanto segnali di lunga attesa. La marcia dei Rosari tuttavia continuava tenace e senza scoraggiamenti: aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre 1998… A questo punto si era già superata la somma di 20.000 Rosari. E qui avvenne la leggenda del miracolo! Dedicazione della Basilica Lateranense 9 novembre 1998: Erezione pontificia C AS A La notizia del decreto di erezione pontificia ha fatto andare in tilt tutte le fibre del cuore delle suore (e dei frati)… Impossibile esultare senza lacrime… La commozione immediata toglieva la parola, costringeva a balbettare… o a gridare!… La notizia era davvero una cascata di grazie troppo violenta. E il miracolo dei Rosari, ancora una volta!… Come per i 96 C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E frati, e più che ai frati, perché l’erezione pontificia delle suore è arrivata dopo soli 5 anni di diritto diocesano. «Madre Santissima, Immacolata e Regina del Rosario, grazie!». Significativo è stato il particolare della data del decreto, 9 novembre, giorno della Dedicazione della Basilica Lateranense, la Basilica del Papa, Vescovo di Roma, la Basilica Caput et Mater di tutte le Chiese cattoliche nel mondo. Proprio in questo giorno viene alla mente il ricordo del celebre episodio della vita di S. Francesco d’Assisi, in cui il papa Innocenzo III, incerto se approvare la forma di vita del Poverello di Assisi, vide in visione proprio S. Francesco, piccolo uomo, che sosteneva sulle sue spalle la Basilica Lateranense tutta cadente. Comprese allora il Papa che la vita serafica di S. Francesco e dei suoi frati sarebbe stata sostegno e salvezza della Chiesa, e quindi ne approvò la Regola e lo benedisse. Ebbene, così sia anche di questo ramo novello della vita serafica femminile. Anche queste suore sono chiamate ad essere, con la loro vita, sostegno e salvezza della Chiesa. Possa davvero il Sommo Pontefice poggiarsi su di loro, fidarsi sempre di loro, trovando in esse conforto e sostegno sicuro, specialmente nei momenti di lotta e di travaglio. Un particolare significato, in questo senso, è legato al ricordo di ciò che successe, qualche anno fa, in un incontro delle Suore Francescane dell’Immacolata con il papa Giovanni Paolo II a Castelgandolfo. Al momento in cui si metteva nel gruppo delle suore per la foto, il Papa in97 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C E ogni luogo e di ogni tempo. L’Immacolata che incarna Gesù in se stessa e che genera Gesù nei cuori: ecco l’ideale che deve incarnarsi in ogni frate e suora francescana dell’Immacolata. Essere presenza dell’Immacolata e operare come l’Immacolata, però, vuol dire trasformarsi e “transustanziarsi” in Lei, realizzando cosi la suprema e più sublime “conformità” a Gesù, l’identificazione con Lui al vertice di ogni vertice. Essere presenza dell’Immacolata: significa imitare Colei che è la «piena di grazia» (Lc 1,28), «candore di luce eterna» (Sap 7,26), ostia consacrata di Gesù, vergine sempre intatta, umilissima, povera e obbediente, mite e generosa, materna e tenerissima, tutta preghiera e sacrificio: è questo il modello della perfezione ultima della persona umana. Operare come l’Immacolata: come Lei, tutta soprannaturale e celestiale, «nascosta con Cristo in Dio» (Col 3,3), protesa costantemente a Dio, Genitrice di Cristo per gli uomini, cooperatrice di Cristo nell’immolazione che salva, sollecita nel soccorrere (a S. Elisabetta), attenta ai bisogni altrui (a Cana), sempre presente nel sacrificio (sul Calvario): le parole più belle non possono dare che una pallida idea della realtà sublime del suo operare materno e salvifico. Frati e suore, poveri e fragili, ma trasfigurati nell’Immacolata per ritrovarsi «conformi» a Gesù (Rm 8,29) con la stessa «faccia che a Cristo più s’assomiglia» (Dante, Par. 33), per ritrovarsi perfettamente 104 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E E Conclusione C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C Questa grande famiglia francescana, scaturita dal Cuore dell’Immacolata e coadunata sotto il suo materno manto, compaginata e guidata sapientemente dal padre Fondatore, unisce armonicamente in sé l’azione e la contemplazione, la preghiera più alta e l’attività apostolica e missionaria più alacre a intensa, nonché il contribuito insostituibile di numerosi laici, e così costituita, sotto lo stendardo candido dell’Immacolata Mediatrice, porta avanti una missione universale di salvezza. La “leggenda francescana dell’Immacolata” possa scrivere le sue pagine più gloriose con questi frati, suore e laici, deboli e fragili, sì, ma segnati dalla “follia” dell’amore all’Immacolata, da glorificare con tutte le forze, a cui portare l’umanità intera perché si ritrovi tutta nel Cuore di Gesù. 114 p. 3 “ 4 I nostri Santi profeti... Terreno, radici, frutti Un Concilio bussa S. Francesco e S. Massimiliano M. Kolbe S. Maria degli Angeli e Niepokalanow Bisogna seguire i “Profeti” “ 6 “ 6 “ 8 “ 10 “ 12 “ 14 Sui passi dei Profeti... Da quell’anno 1965... ... al 24 dicembre 1969... ... al 2 agosto 1970: S. Maria degli Angeli! Dalle quattro del mattino... Vocazioni, vocazioni, vocazioni... Il granello di senapa... Le Suore: un grappolo di Angeli “ “ “ “ “ “ “ “ A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C Presentazione Prefazione AS C E INDICE Il cammino di un carisma novello «Per decisione del Santo Padre» Nel Cuore di Gesù e di Maria: «Tutti là sono nati» (Sal 86,5) Il “diamante” dell’Istituto 18 18 20 24 25 27 30 33 “ 41 “ 41 “ 46 “ 49 115 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E “ 102 L’Immacolata a tutti La Missione dell’Immacolata Mediatrice (MIM) “ 109 Conclusione “ 114 Indice “ 115 E Frati, suore, frati, suore... C AS A C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C “ 109 117 C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E C O M FR A PY IG RIA RI EN N GH TO A E T D 20 IT 09 RI C A AS C E