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Diapositiva 1 - NurSind Roma
SALUTE & LAVORO La gestione del rischio connesso al fenomeno dell’aggressività e/o violenza negli ambienti di lavoro Roma, 19 maggio 2014 D.Lgs. 81/2008 Brevi cenni sulla normativa La sicurezza negli ambienti di lavoro: obiettivi fondanti del D.Lgs. 81/2008 Gli obiettivi principali, più o meno dichiarati, del D.Lgs. 81/2008 (norma che ha abrogato il D.Lgs. 626/94) sono fondamentalmente tre: Eliminazione/riduzione del Rischio Partecipazione attiva dei lavoratori Creazione di una “cultura della sicurezza” Giuseppe Braga La sicurezza negli ambienti di lavoro: obiettivi fondanti del D.Lgs. 81/2008 Eliminazione/riduzione del Rischio Responsabilità: Datore di Lavoro L’obbligo, ove ve ne sia la possibilità concreta, è quello dell’eliminazione del Rischio alla fonte. Se ciò risulta impossibile: Riorganizzazione delle attività lavorative; Ristrutturazione Ambientale; Dotazione di Dispositivi di Protezione Collettiva. Se ancora Rischio presente: Dotazione di Dispositivi di Protezione Individuali Giuseppe Braga La sicurezza negli ambienti di lavoro: obiettivi fondanti del D.Lgs. 81/2008 Partecipazione attiva dei lavoratori Priorità: Lavoratori Fondamentale per la miglior applicazione della norma Chi conosce meglio il proprio ambito lavorativo se non lo stesso lavoratore che vi opera? Non diventare apatici o pedanti Per chi lavora nel pubblico ricordarsi delle possibilità economiche e dei tempi di intervento Giuseppe Braga La sicurezza negli ambienti di lavoro: obiettivi fondanti del D.Lgs. 81/2008 Creazione di una “cultura della sicurezza” Responsabilità: Datore di Lavoro e Lavoratori • Fornire attività di informazione • Fornire attività di Formazione • Garantire la partecipazione ai programmi Informativi e formativi • Partecipare alle attività di informazione • Partecipare alle attività di Formazione • Garantire la possibilità di partecipazione ai programmi Informativi e formativi Giuseppe Braga D.Lgs. 81/2008 Art. 15 - Misure generali di tutela 1. Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono: a) la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza b) la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell'azienda nonché l'influenza dei fattori dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro c) l'eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico • A.O. “Ospedale di Circolo” di Melegnano - Servizio di Prevenzione e Protezione - Michele Epiro RSPP - Giuseppe Braga ASPP D.Lgs. 81/2008 Art. 15 - Misure generali di tutela d) il rispetto dei principi ergonomici nell'organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo e) la riduzione dei rischi alla fonte f) la sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso g) la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio h) l'utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro • A.O. “Ospedale di Circolo” di Melegnano - Servizio di Prevenzione e Protezione - Michele Epiro RSPP - Giuseppe Braga ASPP D.Lgs. 81/2008 Art. 15 - Misure generali di tutela i) la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale l) il controllo sanitario dei lavoratori m) l'allontanamento del lavoratore dall'esposizione al rischio per motivi sanitari inerenti la sua persona e l'adibizione, ove possibile, ad altra mansione n) l'informazione e formazione adeguate per i lavoratori o) l'informazione e formazione adeguate per dirigenti e i preposti p) l'informazione e formazione adeguate per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza q) le istruzioni adeguate ai lavoratori r) la partecipazione e consultazione dei lavoratori • A.O. “Ospedale di Circolo” di Melegnano - Servizio di Prevenzione e Protezione - Michele Epiro RSPP - Giuseppe Braga ASPP D.Lgs. 81/2008 Art. 15 - Misure generali di tutela s) la partecipazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza t) la programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, anche attraverso l'adozione di codici di condotta e di buone prassi u) le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato v) l'uso di segnali di avvertimento e di sicurezza z) la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione dei fabbricanti • A.O. “Ospedale di Circolo” di Melegnano - Servizio di Prevenzione e Protezione - Michele Epiro RSPP - Giuseppe Braga ASPP Prevenzione e riduzione delle conseguenze di agiti aggressivi e/o violenti da parte degli utenti in ambito sanitario Evento sentinella n. 10 Suicidio o tentato suicidio di paziente in ospedale Evento sentinella n. 11 Violenza su paziente EVENTO SENTINELLA Evento avverso di particolare gravità, potenzialmente evitabile, che può comportare morte o grave danno al paziente e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario. Il Ministero della Sanità ha redatto una lista di eventi sentinella, tale lista, che non include tutti i possibili eventi sentinella, è soggetta a periodico aggiornamento. Evento sentinella n. 12 Atti di violenza a danno di operatori DUE APPROCCI, DUE CIRCUITI MODELLO ACCUSATORIO ERRORE NASCOSTO APPROCCIO ALLA PERSONA CIRCUITO VIZIOSO RICERCA COLPEVOLE INERZIA ORGANIZZATIVA DISAPPRENDIMENTO MODELLO FUNZIONALE APPRENDIMENTO ORGANIZZATIVO RIDUZIONE DEI RISCHI APPROCCIO AL SISTEMA CIRCUITO VIRTUOSO RICERCA CRITICITA’ ORGANIZZATIVE SEGNALAZIONE ERRORI RIMOZIONE RISCHI LATENTI EVENTO SENTINELLA N° 12: Atti di violenza a carico degli operatori IL LORO VERIFICARSI: è indicatore della presenza di situazioni a rischio e vulnerabilità nel contesto lavorativo PREVENZIONE e PROTEZIONE CONTENIMENTO DELLE AGGRESSIONI MISURE STRUTTURALI E ORGANIZZATIVE FORMAZIONE MINISTERO DELLA SALUTE Raccomandazione N° 8 Il ruolo della FORMAZIONE sarà quello di: promuovere la conoscenza sul fenomeno, l’adozione e il potenziamento di buone pratiche cliniche per la gestione e la prevenzione del rischio aggressività LA SICUREZZA rappresenta ormai a livello internazionale uno dei temi principali affrontati dalle istituzioni governative e dalle organizzazioni sanitarie. Perché? Una medicina sempre più tecnologica, aspettative di cura più elevate da parte di cittadini più competenti e esigenti in tema di salute, hanno determinato criticità che pongono la gestione del rischio come uno degli strumenti più importanti per il miglioramento della qualità delle prestazioni sanitarie. AGGRESSIVITÀ e/o VIOLENZA IN AMBITO SANITARIO ______________________________________________________________________ PROBLEMA DI AMPIA PORTATA (confermato dai dati di letteratura) BISOGNO PRIORITARIO DI SALUTE PUBBLICA FONTE DI STRESS PER GLI OPERATORI SANITARI CONSEGUENZE: singoli individui sull’équipe curante sul clima di lavoro RICADUTE SUL PIANO ETICO/MORALE RICADUTE CLINICO/ASSISTENZIALI, ORGANIZZATIVE, GESTIONALI E ECONOMICHE. TEMA DI GRANDE ATTUALITÀ SOTTOSTIMATO E SOTTOVALUTATO AMBITO DELICATO CHE INVESTE LA PERSONA NELLA SUA INTEREZZA 19/05/2014 (Kin Lowry, Infermiera Da CANADA NURSING, Agosto, 2000, Vol. 96, N° 7. Fonte: Professioni Infermieristiche, Organo Ufficiale della Consociazione Nazionale Infermiere/i (CNAI), anno 54, numero 1, gennaio-marzo 2001. Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è in preoccupante aumento e non deve essere tollerato o minimizzato, ma monitorato ed affrontato con decisione. Pausa caffè 45,00% 40,28% 40,00% 35,00% 30,56% 30,00% 22,22% 25,00% 20,00% 15,00% 10,00% 4,86% 5,00% 2,08% 0,00% Richiesta trasferimento Infortunio lieve Infortunio grave nessuna conseguenza altro Il rischio lavorativo: strumenti e metodologia di analisi D.Lgs. 81/2008 La valutazione del Rischio Documento Valutazione dei Rischi Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo” di Melegnano FATTORI DI PERICOLO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. Aree di transito Spazi di lavoro Scale Attrezzature Attrezzi manuali Deposito di materiali Impianti elettrici Apparecchi a pressione Reti distribuzione gas Apparecchi di sollevamento Mezzi di trasporto Incendio Esplosione Agenti chimici Agenti cancerogeni Agenti biologici 17. Aerazione 18. Agenti Fisici 18.1 Rumore 18.2 Vibrazioni 18.3 Microclima 18.4 Campi Elettromagnetici 18.5 Radiazioni ottiche artificiali 19. Illuminazione 20. Radiazioni ionizzanti 21. Farmaci antiblastici 22. Movimentazione Manuale Carichi 22.1 Carichi 22.2 Pazienti 23. Videoterminali 24. Amianto 25. Stress correlato al lavoro A.O. “Ospedale di Circolo” di Melegnano - Servizio di Prevenzione e Protezione - Michele Epiro RSPP - Giuseppe Braga ASPP Raccomandazione n.8 AGGRESSIVITÀ Che cos’è l’aggressività? ● un istinto ● una modalità comportamentale ● un’emozione Può alludere simultaneamente al correlato comportamentale di un'emozione (agitazione, tachicardia, rossore in volto, ecc) AGGRESSIVITÀ Uno stato psicologico, cioè una qualità astratta, un atteggiamento mentale o una propensione interna che possono anche non manifestarsi a livello comportamentale Nella lingua inglese: aggression e aggressiveness Nella lingua italiana : ad = "verso, contro, allo scopo di", egradior = "vado, procedo, avanzo" Cause, manifestazioni, conseguenze molto diverse. AGGRESSIVITÀ Il comportamento aggressivo può essere espresso: ● Aggressività diretta ● Aggressività indiretta ● Irritabilità ● Negativismo ● Risentimento ● Sospettosità ● Aggressività verbale ● Colpa AGGRESSIVITÀ • Lotta o fuga verso o da una realtà minacciosa • Pericolo per la propria incolumità di persona • Forma di difesa, per spaventare, sottomettere, • • • persuadere Manifestazione impulsiva Espressione di rabbia e frustrazione Comportamento finalizzato alla sopravvivenza dell’individuo AGGRESSIVITÀ AGITA Le situazioni che si possono verificare nel lavoro con utenti minacciosi sono: ● Momenti di esplosione di impulsività non contenibile: richiedono fermezza nell’intervento e non permettono il dialogo. La dinamica emotiva sottesa è quella del paziente che non svolge la funzione di guida adulta della personalità e la delega. AGGRESSIVITÀ AGITA Poiché il personale deve svolgere questa funzione perché la situazione glielo richiede, finisce con l’essere percepito come “cattivo”. Deve tollerare di essere vissuto come figura incomprensiva, non empatica, minacciosa e lontana. AGGRESSIVITÀ in PSICHIATRIA Pazienti minacciosi perché: immersi in un’atmosfera delirante, in cui hanno paura di tutto. Comunicano questo stato d’animo: occorre non controagire l’aggressività, non entrare nella dialettica “botta e risposta”. La difficoltà è garantire la giusta distanza: non la fuga, non l’abbandono, e non una stretta vicinanza comprensiva che sarebbe vissuta come minaccia. AGGRESSIVITÀ in PSICHIATRIA La consapevolezza di ciò e il ricordarsi che si è di fronte ad una persona spaventata aiutano ad inventare strategie utili per guadagnare tempo e spazio, contribuendo così ad allentare la tensione. In questo modo non si interrompe il rapporto ma non lo si riconduce neanche nell’immediato ad una comunicazione. Per affrontare e fronteggiare la paura: saper aspettare, recuperare la propria identità personale e professionale, utilizzare strumenti di mediazione. AGGRESSIVITÀ in ambito sanitario Pazienti improvvisamente e imprevedibilmente aggressivi che colpiscono fisicamente gli operatori: non si ha tempo per avere paura. Attenzione alla paura a posteriori: se non elaborata può minare il modo di lavorare futuro. E’ importante parlare e confrontarsi con il gruppo curante per elaborare l’accaduto. AGGRESSIVITÀ in ambito sanitario Necessità, sul piano metodologico, di situare concretamente i comportamenti aggressivi o violenti soprattutto nel caso di pazienti con diagnosi psichiatrica. Conseguenza: appiattimento a parametri nosografici che isolano l’evento dal contesto reale in cui questo prende corpo. Si impedisce così una comprensione autentica dell’accaduto. AGGRESSIVITÀ in ambito sanitario Nella diagnosi situazionale occorre prestare attenzione a: ● Fattori clinici (diagnosi, anche se la valutazione del rischio di aggressività va compiuta a parte e indipendentemente dal procedimento diagnostico della persona) ● Fattori personologici (modalità di interazione con le altre persone, precedenti episodi aggressivi) AGGRESSIVITÀ in ambito sanitario Sicurezza ambientale Ogni azione volta al controllo, prevenzione, contenimento di un potenziale aggressivo o violento dovrebbe essere realizzata in condizioni di sicurezza e garanzia per gli operatori e per il paziente. Necessità di norme pratiche e precise, linee guida, ambienti possibilmente “sicuri” (vie di fuga, standard di personale). CICLO DELL’AGGRESSIONE • Schematizza • • le fasi che si succedono in un episodio di aggressività. Suddivide ogni singolo episodio in fasi successive Individua gli approcci prioritari e gli interventi efficaci per ciascuna di esse. CICLO DELL’AGGRESSIONE CICLO DELL’AGGRESSIONE Fondato sul riconoscimento che qualunque atto di aggressività comporta una attivazione psicofisiologica (arousal) che: produce cambiamenti somatici e psicologici, primariamente cognitivi, in relazione alla percezione di una minaccia reale o percepita come tale. CICLO DELL’AGGRESSIONE Da ciò derivano: interventi di desensibilizzazione mirati e progressivi, volti a ridurre e contenere, attraverso azioni specifiche per le diverse fasi, lo svolgersi del ciclo dell’aggressività (la cosiddetta descalation). Si utilizzano tecniche di comunicazione per modulare gli stimoli positivi e avversativi. CICLO DELL’AGGRESSIONE 1 Fase del fattore scatenante (trigger) Primo scostamento dal baseline psicoemotivo della condizione ordinaria; i comportamenti verbali ed espressivi segnalano l’avvio del Processo (sguardo, respiro, verbalizzazione, velocità dei movimenti, del passo). TRIGGER Fattori scatenanti: legati alla persona stessa, legati all’ambiente. Esempi: Disinibizione indotta da sostanze, percezione di mancanza di alternative, paura, presenza di fattori di provocazione (insulti, derisioni), esperienza di fattori stressanti (perdite), percezione di una mancanza di attenzione. Intervento: ha come obbiettivo riconoscere il fattore scatenante e rimuoverlo, isolare la persona in un ambiente con stimoli più bassi. Se non siamo riusciti a identificare e depotenziare o disinnescare il fattore scatenante, ci troviamo come i piedi nelle scarpe della foto: obbligati a restare insieme ma incapaci di camminare efficacemente se non a balzi e con un grande rischio di cadere e farsi male. A volte non è possibile fare altrimenti e purtroppo dobbiamo affrontare la fase dell’escalation dell’aggressività. RIMUOVERE IL FATTORE SCATENANTE CICLO DELL’AGGRESSIONE 2 Fase dell’escalation Il disagio dell’individuo aumenta, si verifica un ulteriore scostamento dal baseline psicoemotivo. La tempestività dell’intervento diminuisce la probabilità che si verifichi l’aggressione. Obiettivo: contenimento della persona, riconoscimento positivo delle sue istanze, trasformazione progressiva dei contenuti di violenza in una dialettica che può portare ad una negoziazione. Recepire il contenuto emotivo e razionale della crisi e deviare il decorso comportamentale. ESCALATION Si prevede l’utilizzo di approcci verbali attraverso una comunicazione diretta, specifica (legata al contesto, a ciò che sta succedendo) e positiva. Talk down: non assumere un atteggiamento negativo, non minacciare, mantenere una distanza utile, non invadere lo spazio occupato dal paziente, stabilire un contatto verbale, usare frasi brevi e dal contenuto molto chiaro, utilizzare un tono di voce caldo, calmo e rassicurante. TALK DOWN Down= basso, profondo. Rivolgersi alla persona chiamandola per nome, accogliere le sue istanze dichiarandosi d’accordo con quanto sostiene; non polemizzare o contrastare; continuare a dichiararsi d’accordo con i contenuti e fare subito presente le proprie prescrizioni; cercare di presentare scelte alternative per impegnare l’attenzione e distogliere la persona dall’originario programma motorio (Maier e Van Rybrock, 1995). CICLO DELL’AGGRESSIONE Preaggressione: fase del trigger e fase dell’escalation caratterizzate dalla comparsa, come segni prodromici, di manifestazioni comportamentali di tensione e irrequietezza. Questi segnali dovrebbero suscitare allarme e preoccupazione negli operatori ed orientare per le decisioni successive. CICLO DELL’AGGRESSIONE 3 Fase critica È la fase di massimo eccitamento e di massima distanza dalla linea basale psicoemotiva. L’attenzione deve essere focalizzata sulla sicurezza e sul contenimento delle conseguenze. L’intervento si fonda sulla scelta fra: contenimento, fuga e autoprotezione. Non è possibile ottenere risposte razionali. CICLO DELL’AGGRESSIONE 4 Fase del recupero Graduale ritorno al baseline normale. Attenzione però al livello di arousal ancora elevato e potenzialmente ricettivo a nuovi fattori scatenanti. È la fase più delicata: interventi troppo precoci volti alla rielaborazione della crisi possono scatenare una riacutizzazione. CICLO DELL’AGGRESSIONE 5 Fase della depressione post-critica Compaiono emozioni negative: colpa, vergogna, rimorso. È possibile ora attuare interventi per una elaborazione di ciò che si è verificato, per una comprensione razionale delle circostanze che hanno scatenato l’incidente, per una risoluzione di contenuti emotivi gravi (colpa). CICLO DELL’AGGRESSIONE Maier e Van Rybrock, 1995* *Maier GJ, Van Rybrock GJ. Managing countertransference reactions to aggressive patients. In: Eichelman BS., Hartwig AC., eds. (1995) Patient’s Violence and the Clinicians. Washington, DC: American Psychiatric Press Inc. p. 73-104. AGGRESSIVITÀ in ambito sanitario La gestione di episodi di violenza e di aggressività è problema con cui spesso un operatore si deve confrontare. Le condotte aggressive sono manifestazioni essenzialmente relazionali. L’aggressività degli utenti è sempre diretta contro qualcosa o qualcuno. AGGRESSIVITÀ in ambito sanitario L’aggressività pone l’altro nella condizione di elemento motivante o testimone. È espressione di un bisogno specifico che, se non soddisfatto, può generare nei soggetti manifestazioni violente (vedi paziente psichiatrico). L’operatore deve mantenere la capacità di leggere il comportamento disturbato come espressione di un bisogno o di una paura. Conferenza delle Regioni e Province autonome 2010 ● ● ● ● Le buone pratiche, in una logica di prevenzione dei comportamenti violenti, puntano su: Rispetto degli standard del personale nei luoghi di cura Necessità di personalizzare il rapporto terapeutico Evitare l’isolamento del paziente Favorire adeguati livelli di comunicazione dell’equipe curante e un buon clima lavorativo Grazie per l’attenzione