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Apri scheda - Il geoparco della Tuscia
DESCRIZIONE GEOSITO 17: SORGENTI DEL BAGNACCIO A) DESCRIZIONE GEOLOGICA, NATURALISTICA E PAESAGGISTICA DEL GEOSITO L’area idrotermale delle sorgenti del Bagnaccio è ubicata in località Piano di Viterbo, occupando un’area compresa tra il bivio della S. P. Martana con la S. S. Cassia e la Strada Garinei. In passato l’area presentava numerose piccole emergenze termali, come testimoniato dalle storiche Terme di Naviso e dalle poco distanti Terme del Bacucco. Le manifestazioni sorgentizie ancora visibili sono molto meno numerose, sia per le modificazioni dovute all’attività agricola, sia a causa delle perforazioni profonde eseguite per ricerche endogene nel corso degli anni. Il gruppo delle sorgenti del Bagnaccio comprende il Laghetto del Bagnaccio e una perforazione degli anni 50 poco distante. Il Laghetto era conosciuto fin dai tempi romani come “I Bagni Piasanelli” o “Bagno delle Serpi” e, fino ad un passato non molto lontano, era utilizzato dalle popolazioni locali. Attualmente la zona fa parte della concessione “Terme dei Papi S.P.A.” di Viterbo, ed è utilizzato per l’estrazione di fanghi ad uso terapeutico. Il laghetto copre una superficie di circa 4000 m2 e si origina da almeno dodici venute di acqua termominerale fortemente gassosa. (Foto 1). 1 Foto 1. Laghetto del Bagnaccio. Il laghetto è costituito da una parte centrale più profonda, sede dell’attività estrattiva, dove prevalgono depositi fangosi accompagnati da forti venute gassose che conferiscono violenti moti turbolenti alle acque, e da una parte laterale dove prevalgono manifestazioni gassose di anidride carbonica e idrogeno solforato (Foto 2). Le acque del laghetto vengono classificate come bicarbonato-solfuree o come solfato-alcalinoterrose. Foto 2. Venute gassose in acqua fredda superficiale intorno al Laghetto del Bagnaccio. Intorno al Laghetto scaturiscono circa venti piccole emergenze a carattere temporaneo, con una temperatura intorno ai 30 °C. Queste sono caratterizzate da venute gassose (con presenza anche di metano) e sono circondate da vegetazione palustre. Lungo la Strada Garinei è presente il Sondaggio Bagnaccio, perforazione eseguita negli anni ’50 per la ricerca di energia endogena. La perforazione aveva dato luogo alla violenta fuoriuscita di acque provenienti dall’acquifero termale in pressione. Dato lo scarso interesse a fini energetici, la perforazione era stata prontamente ricementata. Ma, a causa dell’artesianesimo della falda profonda, le acque termali hanno trovato vie alternative per risalire in superficie, andando ad alimentare così una serie di piccole emergenze (Foto 3). Queste presentano una temperatura 2 intorno ai 66 °C e fanno parte di un’area termale attrezzata con piscine scavate nel travertino, oggi tra le più frequentate e conosciute (Foto 4). Foto 3. Le due sorgenti vicino al Sondaggio Bagnaccio. Foto 4. Vasche dell’area attrezzata del Bagnaccio e panorama sui domi cimini e caldera di Vico. Il territorio è caratterizzato dall’affioramento di travertino, anche in formazione presso le attuali emergenze. Dall’area attrezzata si gode di una vista panoramica della piana viterbese dalla quale si elevano i domi cimini e l’edificio vicano. Sono facilmente distinguibili il Monte Cimino, il domo della Palanzana, e più a sud la caldera del Lago di Vico. B) DESCRIZIONE DEL RISCHIO DI DEGRADO Il rischio di degrado dell’area è legato all’assenza di una zona di protezione idrogeologica specifica in relazione ai meccanismi di affioramento delle polle termali. La realizzazione non controllata di pozzi nei dintorni dell’area di emergenza può avere un notevole impatto sulla qualità e quantità delle risorse idrotermali. C) DESCRIZIONE DEL GRADO DI INTERESSE Il geosito è rappresentativo e significativo delle venute idrotermali e gassose legate ai fenomeni tardo-vulcanici che caratterizzano l’area nell’intorno di Viterbo. A queste peculiarità di interesse idrogeologico si associa il valore storico-archeologico del luogo e una buona panoramica sulla eterogenea morfologia dei Distretti vulcanici Cimino e Vicano. 3 D) RIFERIMENTI DOCUMENTALI BIBLIOGRAFICI Camponeschi B., Nolasco F. (1984) – Le risorse naturali della Regione Lazio. Monti Cimini e Tuscia Romana. Regione Lazio, Roma, 497 pp. Conforto B. (1954a) – Risultati della prima fase di ricerche di forze endogene nel Viterbese. L’Ingegnere, 27, 345-350. Conforto B. (1954b) – Risultati della prima fase di ricerche di forze endogene nel Viterbese. L’Ingegnere, 27, 521-530. Duchi V., Minissale A. (1995) – Distribuzione delle manifestazioni gassose nel settore peritirrenico tosco-laziale e loro interazione con gli acquiferi superficiali. Boll. Soc. Geol. It., 114, 337-351. Duchi V., Minissale A., Romani L. (1985) – Studio su acque e gas dell’area geotermica Lago di Vico-M.ti Cimini (Viterbo). Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., 92, 237-254. Minissale A., Kerrick D. M., Magro G., Murell M. T., Paladini M., Rihs S., Sturchio N. C., Tassi F., Vaselli O. (2002) - Geochemistry of Quaternary travertines in the region north of Rome (Italy): structural, hydrologic and paleoclimatic implications. Earth and Planetary Science Letters, 203, 709-728. Piscopo V., Barbieri M., Monetti V., Pagano G., Pistoni S., Ruggi E. e Stanzione D. (2006) – Hydrogeology of the thermal waters in Viterbo area, central Italy. Hydrogeology Journal, 14, 1508-1521. Regione Lazio (2007) – Termalismo antico e moderno nel Lazio. Edizioni Quasar, Roma, 271 pp. E) EVENTUALI COMMENTI E ANNOTAZIONI AGGIUNTIVE 4