Il capitale sociale - Teorie e metodi di analisi delle reti sociali e del
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Il capitale sociale - Teorie e metodi di analisi delle reti sociali e del
Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” Il capitale sociale Definizioni concettuali e strategie di misurazione Dott.ssa Stefania Milella 2007 1 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” “Le reti contano” Gli studi sociologici condotti in Italia e all'estero negli ultimi anni hanno posto l'accento sull’importanza che la dimensione relazionale riveste per l'individuo, evidenziando l'esistenza di un potenziale di risorse contenuto all'interno delle reti, accessibile e mobilizzabile da parte dei membri della rete attraverso le proprie relazioni sociali CAPITALE SOCIALE “patrimonio” di risorse relazionali, simboliche (informazione, supporto, ecc.) o materiali, incardinate nelle reti sociali. Ste 2 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” “Le reti contano” Connessione del concetto di capitale sociale con il concetto di rete, da cui tuttavia deve essere distinto a livello analitico le reti possono costituire opportunità e risorse, ma anche vincoli per l’azione, mentre il capitale sociale è sempre produttivo, in quanto fa riferimento alle risorse di cui l’attore si può appropriare per realizzare i propri obiettivi (Piselli, 2001). Ste 3 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” C Concetto di CAPITALE SOCIALE Complessità euristica e natura multidimensionale del capitale sociale contribuiscono a rendere difficile la formulazione di una definizione univoca e rigorosa del concetto. Concetto “ombrello“ (Lin, 2003), sotto il quale viene ad essere incluso in pratica qualsiasi aspetto della struttura sociale che produca un qualche beneficio alle azioni degli individui coinvolti. L'ambiguità e la molteplicità delle forme che il capitale sociale può assumere è letta da alcuni autori come segno di vaghezza e imprecisione (Portes, 1998); secondo altri, tali caratteristiche rinvierebbero invece all'aspetto situazionale e dinamico del concetto (Piselli, 2001). 4 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” C Concetto di CAPITALE SOCIALE A fronte di una molteplicità di contributi teorici sul tema del capitale sociale, si riscontra la mancanza di definizione condivisa. Il moltiplicarsi di tentativi definitori ha determinato un allargamento del campo semantico del concetto (Chiesi, 2003), che in questo modo viene a perdere scarso rigore concettuale e precisione epistemologica (Lin, 2003). Dal punto di vista metodologico, ciò comporta l'adozione di strategie di misurazione differenziate, basate su differenti presupposti teorici, i cui risultati in molti casi si sottraggono alla possibilità di una comparazione. 5 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” TEORIE del CAPITALE SOCIALE APPROCCIO MICRO (capitale sociale individuale) APPROCCIO MACRO (capitale sociale collettivo) Collegamento tra micro e macro connotato tipico del capitale sociale (Coleman, 1990; Bagnasco, 1999). 6 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” TEORIE del CAPITALE SOCIALE APPROCCIO MICRO (capitale sociale individuale) considera il capitale sociale dal punto di vista individuale, quale insieme di risorse che l'attore è in grado di ottenere dalla sua rete di relazioni sociali. Matrici teoriche: Rational Choice Theory; Exchange Theory. 7 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” TEORIE del CAPITALE SOCIALE APPROCCIO MACRO (capitale sociale collettivo) Intende il capitale sociale nella sua accezione di bene pubblico e assume il significato di coesione sociale, condivisione di norme e valori, fiducia generalizzata. Capitale sociale viene letto come una caratteristica complessiva del sistema, che trova comunque la sua origine nelle reti di relazioni individuali. Matrici teoriche: teoria funzionalista 8 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO MICRO: BOURDIEU Un primo tentativo di elaborazione del concetto si deve a Bourdieu (1980), che lo utilizza per spiegare i processi di differenziazione sociale, quale terza forma di capitale che si affianca al capitale culturale e a quello economico. Definizione strumentale di capitale sociale risorse materiali e simboliche, attuali o potenziali, che sono connesse al possesso di una rete durevole, fatta di relazioni sociali - di mutua conoscenza o riconoscimento – istituzionalizzate. Le reti sociali vengono costruite attraverso l'istituzionalizzazione di relazioni di gruppo; la prima fonte di capitale sociale è data dalla famiglia; successivamente l'individuo accresce e continuamente modifica il volume di capitale sociale attraverso l'accesso a differenti ambiti relazionali. 9 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO MICRO: BOURDIEU Critiche a Bourdieu Sebbene l’analisi di Bourdieu sia interessante nel mettere in evidenza la centralità delle relazioni sociali nella spiegazione dei processi di riproduzione delle classi sociali, la sua definizione di capitale sociale proposta rimane piuttosto generica, dal momento che non specifica quale tipo di risorse facciano parte del capitale sociale (Chiesi, 2003). 10 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO MICRO: COLEMAN Coleman dedica all'analisi del capitale sociale un'apposita sezione della sua imponente opera (“Foundation in Social Theory”, 1990), che rappresenta il tentativo di elaborare una complessa teoria della società nell'ambito della prospettiva dell'individualismo metodologico e della Rational Choice Theory. Capitale sociale le risorse derivanti dal tessuto di relazioni sociali in cui gli attori sociali sono inseriti: il capitale sociale è incorporato nelle relazioni tra le persone, “is embodied in the relations among people” (tratto distintivo rispetto altre altre due forme di capitale, capitale fisico e capitale umano). 11 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO MICRO: COLEMAN Il capitale sociale è definito dalla sua funzione: l'insieme di elementi relazionali e normativi - fiducia, interazioni, norme di reciprocità - di cui è costituito, fornisce risorse che possono essere utilizzate in modo strumentale dagli attori per realizzare obiettivi che non sarebbero raggiungibili in sua assenza o lo sarebbero ad un costo maggiore; in questo consiste l'aspetto di produttività del capitale sociale. Capitale sociale fenomeno strutturale, si basa sulla rete di relazioni, che rappresentano sia elementi della struttura, sia delle risorse per l'azione individuale; il capitale sociale rappresenta il potenziale di interazione messo a disposizione dalla struttura sociale (Bagnasco, 2002). 12 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO MICRO: COLEMAN Presenza di un attore razionale, che intenzionalmente utilizza le reti sociali al fine di realizzare certi obiettivi, all'interno di una determinata struttura sociale. Coleman attribuisce importanza non tanto alla possibilità per l'attore di accedere alle risorse derivanti dall'esistenza di una rete di relazioni, quanto nell'aspetto di intenzionalità che lo contraddistingue nell'utilizzare razionalmente tali risorse per il raggiungimento di un proprio fine. Capitale sociale bene pubblico (i benefici ad esso connessi dal singolo attore individuale si riversano sul tessuto sociale nella sua interezza). 13 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO MICRO: COLEMAN Critiche a Coleman: Ambiguità della definizione di capitale sociale: se da un lato il concetto designa un set di relazioni, dall'altro rinvia alle risorse che è possibile derivare dalle relazioni stesse. In questa nozione di capitale sociale vengono ad essere ricompresi elementi riferiti all'ambito relazionale dell'attore individuale ed elementi afferenti alla dimensione istituzionale, fatta di norme sociali e fiducia, aspetti che richiederebbero di essere distinti a livello analitico. 14 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO MACRO: PUTNAM Il riferimento alla dimensione della cooperazione costituisce invece l'ambito preferenziale dell'approccio macro o sistemico al capitale sociale. Si deve allo studio di Putnam sulla tradizione civica delle regioni italiane il rinnovato interesse nei confronti del concetto di capitale sociale (Putnam, 1993). Nella sua analisi, il politologo americano mette in relazione il rendimento istituzionale delle regioni con la dotazione di capitale sociale, inteso come civicness: una maggiore dotazione di civicness si accompagna ad una maggiore performance istituzionale. 15 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO MACRO: PUTNAM Capitale sociale consiste di quegli aspetti della vita sociale – reti di associazionismo civico, norme di reciprocità, fiducia - che, permettendo agli individui di agire insieme in modo più efficace per il raggiungimento di obiettivi condivisi, incrementano l'efficienza della società. Il concetto di civicness fa riferimento a quello di fiducia generalizzata, la quale facilita la cooperazione dei cittadini volta al raggiungimento del bene comune, al di là di atteggiamenti particolaristici. Capitale sociale variabile in grado di favorire lo sviluppo politico ed economico di un sistema sociale, perché facilita l'identificazione di identità ed interessi individuali con quelli della comunità di appartenenza. 16 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO MACRO: PUTNAM La concettualizzazione di Putnam sposta il focus dalla dimensione individuale a quella collettiva, estendendo l'attenzione sulle dinamiche di sviluppo e integrazione sociale. Tuttavia è presente anche in Putnam un riferimento all'elemento relazionale, dal momento che il capitale sociale, nel suo significato di impegno civico e fiducia generalizzata rinvia alle connessioni tra gli individui. Dunque anche la lettura del capitale sociale in termini di civicness e fiducia trova origine dall'approccio micro-relazionale, che considera il capitale sociale quale insieme di risorse che l'attore individuale è in grado di ottenere dalla sua rete di relazioni sociali. La prospettiva di Putnam offre un'interessante chiave interpretativa dei processi di modernizzazione, e costituisce la cornice teorica di riferimento privilegiata per tutti quegli studi che si focalizzano sul capitale sociale come elemento cardine su cui si impernia lo sviluppo di una società. 17 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO MACRO: PUTNAM Critiche a Putnam: La definizione di capitale sociale genera un equivoco: pur richiamandosi alla tradizione micro per avvalorare la sua teorizzazione, in realtà a livello empirico la misurazione della civicness è effettuata soprattutto in relazione ai tassi di associazionismo, mentre è del tutto assente nel suo lavoro l'analisi delle reti di relazioni personali individuali. Altro nodo irrisolto: in che modo la partecipazione associativa a livello micro produce l'esito del rendimento istituzionale a livello macro? (Trigilia, 2001). Rispetto alla visione di Coleman, che dà rilievo all'intenzionalità dell'attore, nella prospettiva di Putnam le strategie individuali sono sostanzialmente estromesse dell’analisi. 18 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” ALTRE PROSPETTIVE TEORICHE BURT (1992) Teoria dei “buchi strutturali” (structural holes) capitale sociale come funzione dell'opportunità di esercitare il ruolo di broker all'interno di una rete FLAP (1999) tre dimensioni essenziali del capitale sociale (gli alters, le risorse accessibili attraverso le relazioni con gli alters; la disponibilità di tali risorse) LIN (2001) elaborazione di una teoria della struttura sociale e dell’azione intorno al concetto di capitale sociale, inteso come come “investimento in risorse embedded nelle reti sociali e accessibili e/o mobilitabili attraverso azioni intenzionali con l'aspettativa di trarne un profitto” (Lin, 2001). 19 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” ALTRE PROSPETTIVE TEORICHE Lin visione strumentale del capitale sociale, imperniata intorno al concetto di investimento intenzionale. In realtà, in molti casi è possibile per l'attore ottenere risorse grazie alla propria posizione strutturale, senza necessariamente dover investire in tali risorse (Salvini, 2005). Kadushin (2004) propone di sostituire al concetto di capitale sociale quello di “risorse di rete” (“networked resources”), ossia di risorse accessibili attraverso una determinata posizione strutturale. Ciò porterebbe a superare il problema fondamentale della misurazione del capitale sociale, relativo alla costruzione degli indicatori. 20 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” ALTRE PROSPETTIVE TEORICHE INTERAZIONISMO STRUTTURALE (Forsè, Tronca, 2005) Presupposti teorici: Lin e Burt. Tentativo di superare il problema del determinismo di cui è stata accusata l'analisi strutturale, affermando come la struttura rappresenti, ad un tempo, una costrizione ed un effetto emergente: mentre, da un lato, la struttura delle relazioni influenza gli atteggiamenti, i comportamenti, e le opinioni degli individui, dall'altro, caratteristiche, comportamenti e interazioni degli attori contribuiscono a configurare la struttura delle reti. Mentre la prospettiva di Lin enfatizza la dimensione dell'individuo, spostando il focus sui modi attraverso cui gli individui accedono/utilizzano le risorse incardinate nelle relazioni, l'approccio dell'interazionismo strutturale si focalizza sull'elemento strutturale. 21 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” ALTRE PROSPETTIVE TEORICHE In realtà, nella nozione di capitale sociale entrano in gioco e pertanto devono essere valorizzati tre elementi: l'individuo, la struttura, e le relazioni. Le relazioni rappresentano il minimo comune denominatore che sta alla base delle diverse intuizioni teoriche relative al capitale sociale, il blocco portante della sua definizione (Lin, 2003). Alcuni di questi presupposti teorici costituiscono il fondamento concettuale sulla cui base sono stati intrapresi molteplici percorsi di ricerca, e al quale sono state ancorate differenti strategie di misurazione. 22 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” IL PROBLEMA DELLA MISURAZIONE La complessità euristica del capitale sociale e la mancanza di assenso sulla definizione rendono problematica la sua misurazione, dando origine a posizioni diversificate in ordine alla possibilità di rilevazione empirica del concetto. La mancanza allo stato dell'arte di criteri standard di misurazione e di un apparato di indicatori consolidato e universalmente condiviso dalla comunità scientifica, tale da rendere possibile la comparabilità degli studi, fa sì che il dibattito sulla misurazione del capitale sociale risulti tuttora aperto (Chiesi, 2003). 23 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” IL PROBLEMA DELLA MISURAZIONE Lin individua alcune controversie di ordine teorico che si riflettono sul piano della misurazione empirica, e che sarebbero alimentate in buona sostanza dalla duplice concettualizzazione che è stata fatta del capitale sociale, ovvero dallo scontro tra prospettiva micro e prospettiva macro. Un primo nodo problematico sorge quando il capitale sociale viene identificato con concetti di tipo collettivo quali la fiducia o le norme, venendo in questo modo ad essere separato dalle sue radici relazionali, e determinando l'adozione di strategie di misurazione intercambiabili per concetti che invece dovrebbero essere distinti a livello analitico (Lin, 2005). 24 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” IL PROBLEMA DELLA MISURAZIONE Un secondo problema è poi quello della fallacia tautologica da cui è affetto il concetto di capitale sociale (Portes, 1998; Lin, 2005). Lin critica la visione funzionale di Coleman, in base alla quale il capitale sociale diventa tautologicamente presente ogni volta che se ne ravvisa un effetto: la causa viene in questo modo ad essere definito dall'effetto. Sul piano empirico, ciò comporta che frequentemente nella prassi di ricerca gli indicatori degli effetti del capitale sociale vengano utilizzati come indicatori del concetto, mentre dovrebbero essere operativizzati con misurazioni indipendenti. 25 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” IL PROBLEMA DELLA MISURAZIONE Un'altra questione critica riguarda più da vicino il livello macro: negli studi sull'impegno civico i dati individuali vengono aggregati a livello ecologico, e successivamente utilizzati in analisi di regressione insieme a dati provenienti da statistiche ufficiali, al fine di rappresentare la situazione di specifiche aree. Tale livello di aggregazione, nel momento in cui perde di vista gli attori e la loro possibilità di investimento e mobilitazione sociale delle risorse, risulta affetta da fallacia ecologica (Lin 2003). Inoltre, il basso numero di osservazioni compiute in questo genere di analisi provoca ulteriori distorsioni a livello statistico, dal momento che rende i coefficienti di correlazione artificiosamente alti e dunque poco significativi. 26 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” STRATEGIE DI MISURAZIONE DEL CAPITALE SOCIALE FILONE “ANGLOSASSONE” si richiama a Putnam nel focalizzare l'interesse sul capitale sociale nella sua accezione di impegno civico. Metodi standard; uso sporadico della SNA (analisi delle reti di relazione attraverso indicatori tradizionali quali la frequenza dei contatti). SCUOLA OLANDESE (e alcuni contributi italiani) focus sui network sociali e sulle risorse ad essi connesse. Adozione di strategie fondate sulla social network analysis (SNA). 27 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” STRATEGIE DI MISURAZIONE. APPROCCIO ANGLOSASSONE (UK, USA, AUSTRALIA) Il primo approccio di ricerca accomuna quei paesi per i quali, a partire dall'ultimo decennio, la crisi del capitale sociale collettivo rappresenta una fonte di crescente preoccupazione (Halpern, 2005). A risvegliare l'interesse sul tema del capitale sociale, che fino ad allora era rimasto confinato all'ambito accademico, fu il famoso saggio pubblicato da Putnam nel 1995 sul declino del capitale sociale negli Stati Uniti, che veniva ricondotto sostanzialmente alla crisi della partecipazione associativa. È in questa versione il capitale sociale che si è imposto all'attenzione del pubblico dibattito, ed è stato fatto proprio anche da istituzioni sovranazionali come la World Bank. 28 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” STRATEGIE DI MISURAZIONE. APPROCCIO ANGLOSASSONE (UK, USA, AUSTRALIA) Il ruolo strategico che in questa visione viene attribuito al capitale sociale nel promuovere il benessere e lo sviluppo delle comunità, ha catturato l'attenzione dei policy makers, determinando una crescente domanda di indagine empirica, stimolata in molti casi dalle stesse istituzioni governative. A livello mondiale, le istituzioni nazionali e sovranazionali si sono poste l'obiettivo di sviluppare un framework concettuale valido per la misurazione del capitale sociale, da incorporare nei vari programmi nazionali di rilevazione statistica. 29 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO ANGLOSASSONE. UK Negli ultimi anni il governo britannico si è fatto promotore, attraverso l'Office of National Statistics di numerose survey nelle quali sono stati incorporati diversi indicatori di capitale sociale. Es. British Crime Survey, British Household Panel Survey, Health and Lifestyles Survey, Poverty and Social Exclusion Survey, British UK Time Use Survey. Impianto metodologico survey di tipo tradizionale, senza la previsione di strumenti di analisi di rete. Riferimento teorico Putnam 30 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO ANGLOSASSONE. UK Partendo dall'assunto che il capitale sociale è considerato un attributo sia dell'individuo, che della comunità, viene adottata una cornice di misurazione che utilizza indicatori a livello individuale, riconducibili a 5 dimensioni collegate al capitale sociale (Harper, Kelly, 2003): Partecipazione sociale (coinvolgimento in gruppi organizzati) Indicatori: adesione ad associazioni; svolgimento di attività di volontariato. Partecipazione civile (coinvolgimento individuale negli affari locali o nazionali). Indicatori: contatti con esponenti politici. Reti sociali e supporto sociale (contatto con/supporto da familiari e amici). Indicatori: frequenza dei contatti con i familiari e gli amici. Reciprocità e fiducia (negli altri e nelle istituzioni). Indicatori: fare e ricevere favori; percezione dei valori condivisi. Percezione dell'area locale. Indicatori: livello di paura del crimine. 31 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO ANGLOSASSONE. UK Studi condotti nell'ambito dell'ESRC (Economic & Social Research Council), gruppo di ricerca “Families and Social Capital” focus sulle interrelazioni tra le dinamiche del cambiamento nella famiglia e i processi di capitale sociale. Metodologia: survey, talvolta integrata da tecniche qualitative. Approccio parzialmente diverso ESRC Savage, che ricorre saltuariamente all'analisi strutturale a integrazione dei metodi standard, come nel caso di alcuni studi sul tema del capitale sociale e attivismo politico (Savage, 2004). Rilevando come l'approccio di rete in Gran Bretagna sia sostanzialmente trascurato, evidenzia la sua potenzialità nello spiegare come il diverso attivismo politico presente all'interno dei gruppi politici sia riconducibile alla diversa configurazione delle loro reti di relazione. 32 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO ANGLOSASSONE. USA Inchieste promosse dal Governo Federale: Survey sul capitale sociale in rapporto a temi di interesse politico (sviluppo economico, istruzione, salute, crimine, ecc.) Es. National Crime Victimation Survey; Adult Education and Lifelong Survey; American Community Survey; American Time Use Survey. Inchieste generali che incorporano al loro interno indicatori di capitale sociale. Focus su determinati aspetti del capitale sociale (ad es. sul volontariato) Vengono trascurate altre dimensioni significative del concetto (Hudson, Chapman, 2002). Es. General Social Survey; Giving and Volunteering in the USA. Riferimento teorico: Putnam Metodologia di ricerca : standard. 33 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO ANGLOSASSONE. AUSTRALIA Australian Bureau of Statistics costruzione di un framework di misurazione consolidato, attraverso l'individuazione di un universo di indicatori di tipo tradizionale riconducibili alle dimensioni chiave del capitale sociale (reti; norme di fiducia e reciprocità). Inchieste a livello nazionale: Survey; Queensland Household Survey; Social Capital Omnibus Survey. W.Stone (Australian Institute of Family Studies) capitale sociale e reti familiari. Indicatori “ proximal” outcomes del capitale sociale direttamente collegati alle sue componenti chiave (ad es. l'impegno civico come indicatore della componente delle reti). Indicatori “distal” outcomes che risultano collegati al capitale sociale soltanto in modo indiretto (ad esempio l'aspettativa di vita o i tassi di crimine) (Stone, 2001). 34 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO ANGLOSASSONE. AUSTRALIA Framework di misurazione del capitale sociale. Esempio di indicatore di capitale sociale. Dimensione chiave: Qualità delle reti Sottodimensioni: Scopo comune (partecipazione civica, partecipazione sociale, supporto alla comunità) Esempio di indicatore: Adesione a organizzazioni e associazioni 35 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” APPROCCIO ANGLOSASSONE. Limiti metodologici. Misurazione della dimensione dell'attività partecipativa attraverso indicatori riferiti alle componenti principali del capitale sociale (reti, norme, fiducia), che rilevano dimensioni quali la partecipazione alle organizzazioni della comunità locale, l'impegno in attività pubbliche, il volontariato, le reti di informazione, la fiducia. Identificare il capitale sociale con concetti collettivi come la fiducia o le norme ne svuota la natura tipicamente relazionale (Lin, 2003). In molti casi gli indicatori selezionati misurano gli outcomes del capitale sociale in luogo del concetto, misurano dimensioni collegate al capitale sociale, senza riuscire a dar conto dei meccanismi causali che spiegano il fenomeno. Vengono messi sullo stesso piano indicatori di capitale sociale riferiti a unità sociali di livello diverso (individuo, famiglia, relazioni di vicinato, organizzazioni formali). 36 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” STRATEGIE DI MISURAZIONE DEL CAPITALE SOCIALE. SOCIAL NETWORK ANALYSIS (SNA) Il secondo approccio che viene seguito nello studio del capitale individuale, spostando il focus sulle reti sociali e sulle risorse esistenti all'interno delle reti, fonda la propria strategia di misurazione del capitale sociale nella Social Network Analysis (SNA). Borgatti, Everett e Jones, “Network Measures of Social Capital” (1998), recentemente pubblicato in italiano nel numero monografico di «Sociologia e politiche sociali» dedicato a capitale sociale e analisi dei reticoli (Forsè, Tronca, 2005) rassegna delle più diffuse misure reticolari del capitale sociale Tecniche di campionamento adottate nello studio del capitale sociale: saturation survey, il name generator e il position generator (Lin, 2005). 37 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” Misure egonetwork standard. Borgatti, Everett e Jones, “Network Measures of Social Capital” (1998; 2005). Misure Descrizione Associazione al capitale sociale Ampiezza Numero di alters con cui ego è connesso Densità Proporzione di coppie di alters connesse Eterogeneità Diversità di alters per quanto riguarda dimensioni importanti (ad es. sesso, età) + Composizione N° totale di alters con elevati livelli di caratteristiche necessarie (ad es. potere) + + - 38 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” Reti sociali e capitale sociale Reti dense, basate su legami forti (es. legami familiari, che assicurano protezione e sostegno ma richiedono un intenso investimento affettivo), e sul principio di omofilia (le reti sociali mostrano la tendenza alla localizzazione dei contatti in virtù L della condivisione di caratteri simili tra i membri della rete) veicolano le stesse risorse capitale sociale meno ricco. Reti meno dense, fondate su legami deboli (minor investimento affettivo, minor frequentazione e maggiore impersonalità del rapporto) permettono un maggior flusso di risorse nella rete (es. informazioni per la ricerca di una nuova o di una miglior occupazione lavorativa, Granovetter 1973; 1982) capitale sociale più ricco. I legami che collegano cluster diversi di attori sono detti “ponti”, e sono legami deboli, poiché non connettono persone che condividono caratteristiche simili (omofile); senza tali ponti non potrebbe realizzarsi alcuno scambio effettivo di risorse nuove (Salvini, 2005). 39 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” Strategie di misurazione. ITALIA In Italia la più feconda applicazione della metodologia della Social Network Analysis si deve agli studi sul capitale sociale (Salvini, 2005). cfr. numero monografico di “Inchiesta” “Reti e capitale sociale” (2003). Analisi rapporto tra reti e capitale sociale da un punto di vista teorico (“mappa” delle concezioni di capitale sociale presenti in letteratura); riflessione su misurazione del concetto; descrizione di alcune applicazioni empiriche. Riflessione sulla capacità euristica della network analysis, diretta a verificare fino a punto essa corrisponda alle aspettative di quanti la ritengono una valida opzione empirica per lo studio del capitale sociale. 40 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” Strategie di misurazione. ITALIA METODOLOGIE STANDARD Gastaldi, Milanesi (2003). Studio del rapporto tra capitale sociale e territorio Gambino, Mingione, Pristinger (2003). Studio su capitale sociale e riproduzione delle diseguaglianze sociali. METODOLOGIE STANDARD + TECNICHE SNA Alberta Andreotti (2003) Studio su capitale sociale e bisogno economico. (Ricostruzione delle reti delle donne in stato di bisogno attraverso interviste qualitative). Fortunata Piselli (2003). Studio sul capitale sociale delle PMI del nord-est. (Individuazione percorsi biografici dei soggetti attraverso interviste). Paolo Barbieri (2003a). Studio su capitale sociale e lavoro autonomo. (2003b). Studio su capitale sociale individuale quale fattore di sviluppo locale. Enrica Amaturo (2003). Studio di su capitale sociale e classi dirigenti a Napoli. 41 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” Strategie di misurazione. ITALIA METODOLOGIE STANDARD + TECNICHE SNA Nel panorama degli studi italiani ricorrono all'analisi di rete soprattutto Barbieri e Amaturo. L'intuizione che sta alla base di questi studi è che si possa misurare il capitale sociale a partire dalla ricostruzione dei reticoli individuali. L’intento di queste analisi, condotte prevalentemente con l'ausilio di tecniche quali l'intervista in profondità, è prevalentemente descrittivo. 42 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” Strategie di misurazione. ITALIA Paolo Barbieri (2003a). Studio su capitale sociale e lavoro autonomo. Misurazione del capitale sociale dei lavoratori autonomi attraverso la ricostruzione delle loro reti di relazione. Ipotesi che a situazioni e percorsi professionali differenziati corrisponda un diverso volume di capitale sociale. Analisi di tipo descrittivo: 1) Ricostruzione dei vissuti individuali dei lavoratori autonomi mediante l'intervista in profondità. 2) Questionario SNA: identificare gli “alters” rilevanti per la sfera relazionale e professionale del rispondente (“network civile” e “network politicoeconomico”). Analisi rete complessiva del soggetto attraverso le tipiche misure reticolari (ampiezza, densità, ecc.). L'analisi strutturale mostra come le reti dei liberi professionisti siano più estese, e caratterizzate da maggiori legami con alters collocati in posizioni di prestigio, il che consente loro maggiori opportunità di accedere ad un patrimonio di risorse relazionali. 43 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” Strategie di misurazione. ITALIA Enrica Amaturo (2003). Studio su su capitale sociale e classi dirigenti a Napoli. 1. Mappatura delle principali figure di potere presenti nella realtà napoletana e somministrazione di un questionario con sezione dati relazionali. Ricostruzione di un “network sociale” (relazioni di amicizia e di frequentazione sociale) e di un “network politico” (insieme dei legami di consultazione e confronto politico informale). 2. Analisi del “network politico” . Ricostruzione delle posizioni di influenza dei singoli attori all'interno del network e della differenziazione gerarchica della rete. Individuazione all'interno dell'élite napoletana di un “reticolo rosa”, componente femminile che si configura come una clique (reticolo caratterizzato da elevata densità interna e ricco di buchi strutturali), che può rinviare ad una sorta di capitale sociale di genere. 44 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” Strategie di misurazione. SCUOLA OLANDESE La costruzione di un modello esplicativo del fenomeno del capitale sociale è invece l'obiettivo perseguito da un gruppo di studiosi olandesi tra cui ricordiamo Tom Snijders e Martin Van der Gaag, a cui si deve l'elaborazione di una riflessione critica sulle strategie di misurazione del capitale sociale, nonché l'introduzione di alcuni modelli statistici innovativi. Nell'intento di dar conto della complessità e multidimensionalità che connota il capitale sociale, e ancorando la strategia empirica ad un solido background teorico, gli studiosi olandesi perseguono il tentativo di costruire un modello di spiegazione causale del fenomeno, suscettibile di assumere valori predittivi. 45 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” Strategie di misurazione. SCUOLA OLANDESE In una serie di contributi recenti (cfr. Van der Gaag, Snijders, 2003, 2004; Van der Gaag, Snijders, Flap, 2004) gli autori, facendo riferimento dalla teoria delle risorse sociali di Lin, sviluppano una riflessione critica sulla possibilità di costruire una strategia di misurazione del capitale sociale focalizzata sull'aspetto sulle risorse sociali, attraverso l'utilizzo di tre strumenti: name generator, position generator e resource generator, passando in rassegna per ciascuno i punti di forza e di debolezza che li contraddistinguono sul piano metodologico. 46 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” NAME GENERATOR Tecnica di SNA che consente la mappatura di reti ego-centrate ricavando da ego una lista di alters - individuati sulla base di un criterio di selezione stabilito dall'osservatore - e le relazioni tra questi. Si chiede all'intervistato di elencare i nomi delle persone che fanno parte della sua rete di relazioni, secondo il criterio individuato; per ciascuno di questi criteri, l'osservatore può stabilire un numero massimo di alters che ego può elencare. Punto di forza capacità di fornire informazioni dettagliate riguardo alle reti sociali 47 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” NAME GENERATOR MODULO G RELAZIONI SOCIALI. Domanda G1 Se tu dovessi avere problemi di salute, quali sono le (3) principali persone su cui potresti contare per un aiuto concreto (supporto, cura, somministrazione medicine, ecc.) Se tu dovessi avere problemi di tipo economico (anche transitori), quali sono le (3) principali persone su cui potresti contare per un aiuto concreto (prestito, ecc.) Se tu avessi bisogno di confidarti con qualcuno su qualche problema personale, quali sono le 2 o 3 persone cui ti rivolgereresti? Quali sono le 3 persone principali cui ti rivolgereresti per un aiuto rispetto allo svolgimento delle attività di volontariato? Quali sono le 3 principali persone che consideri gli “amici” con i quali svolgi attività nel tempo libero (per es., con cui fai attività sportive, vai a mangiare fuori, vai al cinema...) 48 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” NAME INTERPRETER Nella fase successiva, il rispondente per ogni persona elencata deve indicare un certo numero di caratteristiche: variabili attributo di alter (sesso, età, titolo di studio, ecc.) attributi della relazione tra ego e gli alters (es. familiare, parente, amico, ecc.) intensità affettivo/emotiva; durata del legame; frequenza dei contatti 49 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” NAME INTERPRETER 50 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” NAME GENERATOR Limiti: Impossibilità di conoscere in anticipo la popolazione di riferimento su cui effettuare il campionamento Tendenza a selezionare i legami forti piuttosto che quelli deboli, dal momento che ego tenderà ad elencare in primis gli alters che gli sono più vicini Adozione di una visione del capitale sociale centrata più sugli individui che sulle posizioni sociali Per superare tali limiti Position generator (Lin, 2005) 51 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” POSITION GENERATOR Strumento che consente di verificare l'accesso di ego a una serie di posizioni strutturali ordinate, considerate significative all'interno di un determinato contesto sociale. Misurare la possibilità che un individuo focale ha di accedere attraverso i membri della rete a certe occupazioni, che rappresentano dotazioni di risorse sociali basate sul prestigio professionale (Lin, 2005). Enfasi sugli indicatori relativi al prestigio legato alle posizioni professionali, intesi quale rappresentazione adeguata delle risorse sociali presenti all'interno delle reti sociali (Van der Gaag, Snijders, Flap, 2004). 52 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” MISURE POSITION GENERATOR HIGHEST ACCESSED PRESTIGE La più elevata posizione sociale accessibile da ego attraverso i suoi legami, “la miglior risorsa accessibile attraverso i legami sociali”, si basa sull'ipotesi che gli effetti positivi del capitale sociale risultino dalla possibilità di accedere a membri della rete collocati in posizioni prestigiose” (Lin, 2001). RANGE IN ACCESSED PRESTIGE Differenza tra la più alta e la più bassa posizione accessibile da ego attraverso i suoi legami. ll range, ossia la diversità delle posizioni a cui si ha accesso può essere interpretata come accesso ad una varietà di persone che controllano dotazioni differenziate di risorse. NUMBER OF DIFFERENT POSITIONS ACCESSED Numero totale di occupazioni accessibili da ego attraverso i suoi legami Sono misure di diversità, basate sull'idea proposta da diversi autori (tra cui Burt, 1992, Granovetter, 1973, Lin, 2001) che specifiche risorse siano collocate – e risultino di conseguenza più accessibili - in reti che presentano una maggior differenziazione di relazioni. 53 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” POSITION GENERATOR 54 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” POSITION GENERATOR Ti chiediamo inoltre di indicarci, per ognuna delle persone eventualmente indicate, se le hai conosciute in situazioni indipendenti dall’attività di volontariato, oppure le hai conosciute in occasione di attività svolte in qualità di volontario (o perché, magari, sono membri della tua stessa organizzazione). Hai conosciuto queste persone: 1 Indipendentemente dall’attività di volontariato 2 Attraverso l’attività di volontariato 55 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” POSITION GENERATOR Presupposti teorici: Riferimento alle tre dimensioni del capitale sociale che sono state individuate come essenziali per la misurazione da Flap e da Lin: la presenza di alters, le risorse accessibili attraverso le relazioni con gli alters; la disponibilità di tali risorse per un individuo focale. Distinzione tra componenti “access to” e “mobilitation or use of” (Lin): enfasi sulla costruzione di misure di tipo “access” Distinzione tra azioni strumentali, dirette ad acquisire risorse, ed espressive, volte a mantenere risorse (Lin, 2001): il Position generator si presta preferibilmente allo studio di quelle strumentali (ad es. la ricerca di un'abitazione, o di un impiego migliore (capitale sociale strumentale) 56 Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali Sezione “Teorie e metodi di analisi delle reti sociali” GRAZIE PER L’ATTENZIONE Dott. Dott.ssa Stefania Milella Università di Pisa Dipartimento di Scienze Sociali milella@ milella@dss. dss.unipi.it unipi.it 57