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Un’iniziativa della World Union of Wound Healing Societies PRINCIPI DI BEST PRACTICE Gruppo di lavoro di esperti internazionali Redazione Dr Jan Apelqvist, Clinic of Endocrinology, University Hospital MAS, Malmö, Sweden Professor Keith Harding, Wound Healing Research Unit, School of Medicine, Cardiff University, Cardiff, UK Dr Diane Krasner, Wound and Skin Care Consultant, York, PA, USA Professor Christina Lindholm, Kristianstad University/ Kristianstad General Hospital, Kristianstad, Sweden Dr Sylvie Meaume, Hôpital Charles Foix, Ivry sur Seine, France Professor Christine Moffatt, Faculty of Health and Human Sciences, London, UK Professor Patricia Price, Wound Healing Research Unit, School of Medicine, Cardiff University, Cardiff, UK Professor Marco Romanelli, Department of Dermatology, University of Pisa, Italy Dr José Contreras Ruiz, Clinica Interdisciplinaria de Cuidado de Heridas y Estomas, Tlalpan, Mexico Dr Thomas Serena, Pennsylvania North Center for Advanced Wound Care, Warren, PA, USA Professor Gary Sibbald, University of Toronto, Canada Wendy White, Nurse Consultant/Educator, Australia Professor Richard White, University of Worcester, UK Dr Douglas Queen, Scientist, Women’s College Hospital, Toronto, Canada Kevin Woo, Clinical Scientist/Wound Care specialist, Women’s College Hospital, Toronto, Canada Recensione Internazionale (tramite sondaggio elettronico) Simon Barrett, UK Tabatha Rando, Australia Laura-Jane Lunau, Germany Susan Bermark, Denmark Justo Rueda, Spain Menna Lloyd Jones, UK Catherine Buergi, Switzerland Diane St-Cyr, Canada Deiter Mayer, Switzerland Karen Campbell , Canada Jackie Stephen-Haynes, UK Clare Morris, UK Pat Coutts, Canada Geert Vanwalleghem, Belgium Britta Østergaard, Denmark Ramón Delgado, Spain Else Godsk Vestergaard, Denmark Yolanda Peter, Switzerland Riccardo Gabriolo, Italy Val Winberg, Canada Tiina Pukki, Finland Mirella Fullone, Italy David Bergstrom, Switzerland Eric Roovers, Belgium David Keast, Canada Tommaso Bianchi, Italy Pamela Savage, Canada Jan Marie Morgan, Canada Runbjørg Buner, Norway Helle Sørensen, Denmark Deb Mings, Canada Matteo Costa, Italy Laura Teague, Canada Anette Norden, Denmark Juan M. Cuñarro, Spain Kathy Vowden, UK Fania Pagnamenta, UK Julie Evans, UK Sally Warmington, Australia Sebastian Probst, Switzerland Mary Harrison, UK Trudie Young, UK WORLD UNION OF WOUND HEALING SOCIETIES Secretariat: MF Congrès, 8 rue Tronchet, 75008 Paris, France Tel: 00 33 1 40 07 11 21 Fax: 00 33 1 40 07 10 94 Web: www.wuwhs.org Con il contributo di Mölnlycke Health Care Le opinioni espresse in questo documento non rispecchiano necessariamente quelle della Mölnlycke Health Care Minimizzare il dolore durante il cambio di medicazione: “Implementazione di strategie” Evidence Informed Practice Fare riferimento a questo documento citando: Principi di Best Practice: Minimizzare il dolore durante il cambio di medicazione. Un documento di consenso. Toronto, Ontario, Canada: © WoundPedia Inc 2007. © WoundPedia Inc 2007 F6877 Pain Practice bklet_IT.indd 1-2 24/9/08 12:52:39 PRIN C IPI DI BEST P R ACTI CE Questo documento di consenso è un’iniziativa educazionale della World Union of Wound Healing Societies, che nasce da quanto già evidenziato dal primo documento sul dolore del 2004,1 ma anche dalla pratica, dall’evidenza e dalle conoscenze maturate e raccolte in preparazione al World Union Congress 2008. Le tematiche affrontate sono state ispirate dalla necessità di formulare delle raccomandazioni, basate sulle conoscenze finora acquisite, per ridurre il dolore associato alla lesione (wound-related pain - WRP), durante il cambio di medicazione. Si tratta di un’iniziativa internazionale e si rivolge a tutti coloro che, direttamente o indirettamente, sono coinvolti nelle procedure di medicazione. Il documento fornisce le strategie per la gestione del dolore e gli strumenti per la loro implementazione nella pratica clinica. I principi presentati sono un aggiornamento del documento di consenso di Delphi2 che raccoglie dati di letteratura e conoscenze di un gruppo di lavoro di esperti internazionali. L’implementazione dei principi e delle linee guida del documento di “Best Practice” possono contribuire a migliorare la cura. Valutazione, documentazione e gestione del dolore dovrebbero essere pratica abituale nelle procedure di trattamento delle lesioni, soprattutto durante la fase di medicazione. Professors Gary Sibbald, Keith Harding e Patricia Price IMPRESSIONI DEL PAZIENTE “Ho sempre male. Gli altri non credono al mio dolore.” “Questo dolore mi sta rovinando la vita” “La medicazione si è attaccata alla ferita e le infermiere hanno dovuto inumidirla a lungo, prima di riuscire a toglierla” “Mi vergogno tantissimo a causa del dolore” “Mi sento impotente… non posso fare INTRO DUZIO NE T raguardi e O bietti v i CONSENSO Il dolore è un evento comune nei pazienti con lesioni croniche,3,4,5 quali ulcere da pressione e ulcere degli arti inferiori. Il dolore neuropatico è frequente nei soggetti diabetici che lamentano una sensibilità alterata. Definiamo il dolore associato alla lesione (WRP) come “un’esperienza emotiva e sensoriale”, associata a danno tessutale. Il WRP può essere un dolore di fondo (cronico o persistente) che si percepisce per la maggior parte del tempo o acuto, relativo a traumi/procedure correlate alla medicazione oppure a procedure operative, quali biopsia o rimozione del tessuto necrotico (debridement).1 Il dolore associato alla lesione, per sua natura cronicamente debilitante, necessita di un approccio fondato sulla conoscenza. E’ fondamentale accrescere la consapevolezza e diffondere linee guida appropriate affinché la gestione del dolore diventi pratica comune presso operatori, pazienti e strutture sanitarie. É importante incoraggiare un approccio multidisciplinare per garantire una gestione ottimale, documentata e costante del dolore. L’obiettivo di questo documento è: La frequenza delle visite può essere variabile, a seconda delle esigenze del paziente, dell’ambiente di lavoro e delle procedure cliniche. Il dolore è descritto dai pazienti come un’esperienza soggettiva e personale.6 Molti fattori individuali influenzano la percezione del dolore: lo stato d’animo, l’ansia, il dolore stesso. Esso è spesso amplificato da altri fattori locali inerenti la gestione della ferita, inclusi la rimozione della medicazione, la detersione della ferita, il debridement, le infezioni e la scelta inappropriata della medicazione. Ciò potrebbe spiegare perché la maggior parte dei pazienti percepisce il dolore in modo più intenso durante il cambio di medicazione.7,8 Per ridurre al minimo la sofferenza, devono essere considerate diverse strategie (farmacologiche e non) da adottare durante la gestione della lesione, incluso il cambio di medicazione.1,9,10 •Diffondere conoscenze e competenze relativamente all’importanza del dolore associato alle lesioni Il dolore associato alla lesione può essere alleviato da: •Valutare e documentare in modo appropriato la gestione del dolore da ferite •Aumento del flusso ematico, mediante interventi chirurgici e ambulatoriali, nei pazienti con ulcere ischemiche (claudicatio/dolore a riposo) •Valutare modalità di trattamento delle lesioni con l’obiettivo di ridurre il dolore durante la medicazione • Trattamento della causa, per esempio: Il WRP di fondo, cronico e persistente, può avere un impatto negativo sulle numerose attività legate alla vita quotidiana, compromettendo la qualità di vita dei pazienti.11 Gli stessi descrivono il dolore derivante dalle ferite come “onnipresente” e come la parte peggiore del convivere con una ferita cronica.12 Nonostante ciò, l’incidenza e il significato del WRP sono spesso sottostimati.13,14 Gli operatori sanitari potrebbero considerare la gestione del dolore come un elemento poco rilevante, rispetto ad altri aspetti relativi al trattamento delle ferite, mentre indagini svolte sui pazienti evidenziano che la riduzione del dolore rappresenta l’aspetto più importante.15,16 Per migliorare la gestione del dolore, i medici dovrebbero riflettere sul loro atteggiamento riluttante nel prescrivere e somministrare dosi efficaci di antidolorifici, a causa dei frequenti effetti collaterali e dei timori non circostanziati sull’eventuale farmacodipendenza.17 Alcuni medici evitano di porre domande sul dolore per timore che queste possano indurre un innalzamento della soglia di allerta dei pazienti e, di conseguenza, amplificare il dolore! Con la continua evoluzione delle conoscenze sulla gestione del dolore, i medici avranno modo di aggiornarsi sui più recenti studi per applicare i principi di “best practice” e ridurre le distanze tra l’evidenza scientifica e la sua integrazione nella pratica (trasferimento delle conoscenze, implementazione della ricerca). •Suggerire gli strumenti pratici per attuare nuovi approcci di trattamento •Comprendere l’importanza della gestione del dolore per promuovere la preparazione adeguata del letto della ferita e favorire la guarigione Le dieci dichiarazioni di consenso sono state sviluppate inizialmente da un gruppo di lavoro di esperti internazionali, appartenenti a diverse specializzazioni cliniche. Tali dichiarazioni sono state ulteriormente affinate, in base al riscontro di un sondaggio condotto in rete, che ha coinvolto esperti internazionali nella cura delle ferite. In questo documento ogni dichiarazione è discussa individualmente, con la relativa evidenza clinica e opinione dell’esperto. Ulteriori dettagli sul procedimento e sui risultati sono disponibili in un articolo pubblicato dall’International Wound Journal.16 1 I dentificare e curare la causa delle ferite croniche, gestire le preoccupazioni espresse dal paziente e valutare l’entità del dolore ad ogni visita –Riduzione degli edemi nei pazienti affetti da ulcere venose degli arti inferiori, utilizzando un bendaggio elastocompressivo. –Ridistribuzione della pressione, allo scopo di rimuovere quelle eventualmente responsabili del danno ischemico tessutale nei pazienti con ulcere da pressione. Altri fattori che potrebbero potenzialmente aggravare il dolore sono l’incontinenza, l’attrito e la rasatura. • Gestione delle preoccupazioni espresse dal paziente: –L’aumento dello stress indotto dal dolore può ostacolare la guarigione delle ferite.21 –Riduzione del dolore neuropatico (dolore associato a bruciore, dolore urticante, pungente, lancinante) che si manifesta frequentemente in pazienti diabetici. Se il dolore nocicettivo (GATT – Gnawing, Aching, Throbbing, Tender)22 si manifesta improvvisamente, con alternazione della sensibilità, potrebbe sussistere un’infezione dei tessuti profondi (osteomielite) o un danno strutturale (per esempio l’artropatia di Charcot). La patologia deve essere trattata tempestivamente. Sono stati elaborati in passato alcune Linee Guida e documenti di consenso,1,18,19 incluso il primo Consensus Document1 del WUWHS del 2004. L’attuale documento è un aggiornamento ed include nuove evidenze scientifiche, opinioni di esperti e osservazioni dei pazienti.18 quello che vorrei” “Non voglio essere di peso per gli altri (a causa del dolore)” 1 F6877 Pain Practice bklet_IT.indd 3-4 2 24/9/08 12:52:40 2 Valutare e documentare regolarmente (prima, durante e dopo le procedure di medicazione) l’intensità del dolore e le sue caratteristiche Il dolore associato alla lesione può variare nel tempo, richiedendo frequenti rivalutazioni. Nonostante la maggior parte dei pazienti identifichi nel cambio della medicazione l’aspetto più doloroso della gestione delle ferite,7,8,23 gli stessi riferiscono anche episodi di sofferenza tra un cambio di medicazione e l’altro, e durante lo svolgimento delle attività quotidiane. 8,16,24 La valutazione del dolore può aiutare i medici nella differenziazione del dolore di fondo da quello associato alle procedure. Gli obiettivi di una valutazione continuativa del dolore sono: a) Determinare lo schema temporale del dolore per selezionare e pianificare interventi appropriati b)Valutare l’efficacia dei trattamenti/interventi sul dolore c)Analizzare i fattori che possono aumentare o peggiorare il dolore associato alle ferite d) Identificare eventuali fattori (pazienti/fattori sistemici) che possono impedire la corretta gestione del dolore Una valutazione completa del dolore può essere riassunta dall’acronimo NOPQRST25: Numero dei siti dolorosi, Origine del dolore (qual’è la causa del dolore?), Palliativi/Fattori scatenanti (che cosa migliora o peggiora il dolore?), Qualità del dolore (quali parole useresti per descriverlo?), Regione/Irradiazione del dolore (il dolore si trasmette da qualche parte?), S = Grado (Severità) di dolore (valutazione espressa in una scala da 0 a 10), aspetto Temporale del dolore (il dolore aumenta durante la notte? È costante o intermittente?). La rimozione del tessuto necrotico è essenziale per avviare il processo di guarigione della ferita. I medici devono ricordare che il debridement attivo o aggressivo dovrebbe essere preso in considerazione SOLO nelle ferite per le quali è garantita una perfusione adeguata, indispensabile a supportare il processo di guarigione. Esistono diversi metodi di debridement, quali: la tecnica chirurgica, autolitica, meccanica, enzimatica e biologica. Ogni metodo è associato a livelli variabili di dolore (Tabella 1). La scelta del metodo di debridement deve tenere conto dell’urgenza e del potenziale di guarigione. Il dolore è spesso più intenso con il debridement chirurgico, se la ferita non è associata a neuropatia. Per ridurre il dolore da debridement chirurgico, sono stati usati con successo EMLA (Miscela Eutettica di Anestetici Locali), lidocaina e prilocaina in pazienti con ulcere venose degli arti inferiori.42 Sono stati sviluppati molti validi strumenti di valutazione del dolore (Figura 1). La Scala Visiva Analogica (VAS) è uno strumento uni-dimensionale comunemente usato nella letteratura scientifica26 per valutare il dolore. Tuttavia, i pazienti più anziani prediligono le scale di valutazione verbale o numerica, per la loro praticità di utilizzo e concretezza. Per pazienti in età pediatrica e per coloro che presentano deficit cognitivi, nella pratica clinica si fa largo uso della scala di Wong-Baker.27,28 Recentemente la scala è stata modificata per riflettere con maggior fedeltà le espressioni facciali di un adulto. Gli strumenti di valutazione del dolore, fondati sulle emozioni, comprendono un’ampia gamma di indicatori, quali espressioni facciali, movimenti corporei, pianti o altri segnali vocali. Questi dovrebbero essere presi in considerazione nei pazienti impossibilitati a comunicare verbalmente, come coloro che soffrono di deficit cognitivi.29,30,31,32,33,34 Per uniformare i risultati di valutazioni ripetute nel tempo, dovrebbe essere utilizzata sempre la stessa scala. Un cambiamento nel livello di intensità del dolore può indicare la necessità di effettuare nuove valutazioni sulla causa delle lesioni, sulle possibili complicazioni, sulla procedura, sulla scelta dell’analgesico o su altri interventi per la gestione del dolore. 0 SCALE DEL DOLORE Chiedi al paziente quale faccia descrive meglio il suo attuale livello di dolore 4 S elezionare un metodo appropriato per il debridement delle ferite ed esaminare i potenziali fattori scatenanti il dolore 10 Chiedi al paziente di scegliere il punto sulla scala che meglio descrive l’intensità del dolore percepito Nessun Dolore Scala visiva analogica L’impiego di garze impregnate di soluzione salina, consente la rimozione del tessuto necrotico, che resta imbrigliato nella trama delle garze, favorendo il debridement meccanico. NESSUN DOLORE DOLORE LIEVE Dolore insopportabile DOLORE MODERATO 0 1 2 3 4 5 Nessun Pochissimodoloredoloredoloredolore doloredolore lievein aumentointensoinsopportabile Scala di Wong-Baker Copyrighted by Mosby Inc. Reprinted by permission. 1 2 3 4 5 6 7 DOLORE INTENSO 8 9 Possibile dolore associato Tecniche per ridurre il dolore Autolitica (p.e.idrogeli) Bruciore Utilizzare una diversa tipologia di idrogeli Enzimatica Bruciore Sospendere – utilizzare un’altra tecnica Larve Prurito; bruciore; fitte Rimuovere, lavare, utilizzare un’altra tecnica Meccanica Prurito Medicazione topica, terapia sistemica, distrarre Chirurgica (bisturi/forbici) Dolore pungente, pulsante. Fitte. Medicare Wet-to-dry Bruciore Evitare questa tecnica Diversi fattori contribuiscono ad una rimozione dolorosa delle medicazioni, inclusi materiali che si asciugano sulla ferita, adesivi aggressivi e croste di essudato. La ripetuta applicazione e rimozione di medicazioni con adesivi tradizionali52,53 crea traumi sulla superficie cutanea, portando al depauperamento della barriera dermica.46 In casi gravi, sono stati osservati eritema, edema e vesciche (dermatite allergica e irritazioni da contatto). È stato ampiamente dimostrato che i pazienti accusano un maggior dolore, quando si applicano delle garze, Chiedi al paziente di indicare su una scala da 0 a 10, dove 0 = nessun dolore e 10 = dolore insopportabile, un valore che rappresenti al meglio l’attuale intensità di dolore 0 Tecnica di debridement 5 Utilizzare medicazioni che minimizzino il trauma/dolore durante l’applicazione e la rimozione Scala di valutazione verbale 10 Applicazione Rimozione Acrilati/Poliuretani •F orte adesione cutanea (la forza aumenta col passare del tempo) • Possono causare allergie (dermatite allergica da contatto) • Possono generare un’alta incidenza di trauma e dolore (“skin stripping”) •C onsiglio: utilizzare un film-barriera liquido sulla cute perilesionale • Possono lasciare residui sulla cute Adesivi idrocolloidali •O ccorre modellarli sulla superficie cutanea (riscaldamento locale per favorirne l’adesione) •P ossibile dermatite allergica da contatto, soprattutto con Pentalyn H • I bordi potrebbero arrotolarsi •L ’adesivo potrebbe dissolversi in presenza di essudato •P ossono lasciare residui sulla cute e nella ferita •P ossono causare macerazione e “skin stripping”. •P ossono causare trauma e dolore (“skin stripping”) Medicazioni con stratto di contatto in silicone morbido • Buona applicazione •B uona permanenza in situ •T rauma e dolore minimizzati durante il cambio di medicazione •F acile controllo della ferita e ri-applicazione della medicazione stessa Alternative non adesive (p.e. garze, Hydrofiber,™ alginati di calcio, schiume non aderenti, pomate) • Può essere difficile fissarle sulla cute • Suscettibili all’attrito locale e alla rasatura • La scelta dipende dal grado di essudato •P otrebbero causare traumi locali, macerazione o essiccamento della ferita, se non è mantenuto il giusto tasso di umidità Scala di valutazione numerica 3 D etergere delicatamente la ferita, evitare l’uso di materiale abrasivo e di soluzioni fredde 3 F6877 Pain Practice bklet_IT.indd 5-6 per asciugare la superficie delle ferite, poiché potrebbe causare dei danni tessutali e dolore locale persistente.39,40,41 Gli analgesici dovrebbero essere utilizzati per minimizzare il dolore oppure si dovrebbe prendere in considerazione un metodo alternativo per la detersione (es. l’irrigazione). rispetto a qualsiasi altra medicazione avanzata, che mantiene umido l’ambiente della ferita.54,55,56,57,58 Le medicazioni che prevedono l’uso di silicone morbido (es. Safetac) sono state studiate per risultare meno dolorose prima, durante e dopo il cambio di medicazione, soprattutto se confrontate con altre medicazioni avanzate con adesivi tradizionali.52,59 Differenti tipi di adesivi e la possibilità che questi causino o riducano il dolore, sono descritti nella Tabella 2. Adesivi per medicazioni Figura 1 Esempi di strumenti per la di valutazione del dolore1 Il dolore associato alla lesione potrebbe intensificarsi durante il cambio di medicazione. La rimozione delle medicazioni e la detersione delle ferite rappresentano i momenti più dolorosi.35,36,37 Per ridurre al minimo il dolore, le soluzioni detergenti ed irriganti, prima di essere utilizzate, dovrebbero essere portate a temperatura corporea.38 Nella pratica giornaliera dovrebbe essere sconsigliato l’uso di pinze o garze Il debridement enzimatico utilizza enzimi proteolitici quali collagenasi, papaina, e altri.47,48,49 In letteratura sono state descritte sensazioni di bruciore, associate all’uso di agenti enzimatici e potrebbero manifestarsi rischi di infezioni. Il debridement biologico consiste nel deporre larve all’interno della ferita e può anch’esso essere utilizzato per la rimozione del tessuto necrotico. Anche tale procedura di debridement è 50,51 associata ad una sensazione variabile di dolore (Tabella 1). Tabella 1 Esempi di dolore durante il debridement Chiedi al paziente quale parola descrive meglio l’attuale livello di dolore percepito Questo metodo di debridement è poco costoso ma risulta traumatico e doloroso. Questa pratica non è raccomandata dalle linee guida.43 In alternativa, si dovrebbe considerare il debridement autolitico, meno traumatico, fondato sull’impiego di medicazioni che apportano e mantengono un’idratazione, quali idrogeli, alginati, carbossilmetilcellulosa, idrocolloidi e medicazioni in schiuma (preferibilmente con medicazioni che garantiscano atraumaticità : es. silicone morbido) che risultano meno dolorose al momento della rimozione.45, 46 Tabella 2 Esempi di medicazioni e il loro ruolo rispetto al dolore durante le procedure di applicazione e rimozione 4 24/9/08 12:52:41 6a C urare le infezioni poichè possono causare dolore ed ostacolore la guarigione differenza esistente nelle ferite croniche, tra infezioni superficiali e infezioni profonde e della cute perilesionale.63 Nota: è raccomandata particolare attenzione nell’uso di sostanze antidolorifiche ad uso topico, che potrebbero mascherare il dolore causato da infezione ed impedire una corretta diagnosi. Infezione locale (colonizzazione critica, aumento della carica batterica, infezione latente) Può essere dolorosa NERDS Non-healing – guarigione difficile Essudato (in aumento) Tessuto di granulazione Rosso e friabile Presenza di Detriti/frammenti Odore Sgradevole Infezione profonda e della cute perilesionale L’aumento del dolore costituisce il sintomo tipico e potrebbe essere clinicamente più utile di altri segnali STONEES Size increasing – allargamento delle dimensioni della ferita Temperatura aumentata (cute perilesionale) (Allargamento della ferita, fino all’esposizione Ossea Nuove aree di cedimento Eritema /o Edema Essudato (in aumento) Odore Sgradevole Medicazioni in schiuma di alta qualità rimuovono e trattengono l’essudato della ferita, l’essudato della ferita e sono generalmente indicate per il trattamento di ferite mediamente essudanti. Le medicazioni a base di schiuma di poliuretano non sono adatte per lesioni cavitarie; alginati o carbossilmetilcellulosa rappresentano alternative utili per la gestione dell’abbondante essudato. Per 8 Valutare i bisogni di ogni paziente per approntare delle strategie farmacologiche (topiche, sistemiche) e non-farmacologiche, allo scopo di minimizzare il dolore associato alla lesione L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)66 raccomanda un approccio graduale nella terapia del dolore nocicettivo (GATT = Gnawing, Aching, Throbbing, Tender) iniziando con farmaci non oppioidi, quali acido acetilsalicilico, acetaminofene o antinfiammatori non steroidei (FANS) per il trattamento del dolore lieve. Quando il dolore si intensifica, i medici devono prendere in considerazione l’uso di oppioidi blandi, quali la codeina, per sedare il dolore moderato e di oppioidi forti (morfina, ossicodone)67,68 per sedare il dolore intenso. Terapie con antidepressivi e anticonvulsivi dovrebbero essere prese in considerazione per sedare il dolore neuropatico (BSSS=Burning, Stinging, Shooting, Stabbing). L’uso topico di agenti antinfiammatori ha dato invece risultati promettenti per ridurre al minimo gli effetti collaterali sistemici.69,70 Tabella 3 Il dolore della ferita come conseguenza dell’infezione – Tre o più segni clinici NERDS e STONEES riconducono a un danno di origine batterica63 6b T rattare i fattori locali causa di dolore associato alla lesione (es. infiammazione, trauma, pressione, macerazione) ↑ Danni tessutali provocati da pressione interstiziale locale (squilibrio degli scambi nutrizionali: accumulo di cataboliti) Venoso, linfatico: elastocompressione, pompe meccaniche CHF, ↓albumina: Trattare le cause Edema (venoso, linfatico, insufficienza cardiaca congestizia (CHF - Congestive Heart Failure), ↓albumina) Scala del dolore OMS co , Evitare di trattare eccessivamente la ferita i Ridistribuzione della pressione 1 te Co r n es ven sid . l’ t er am o ar pu ch ta iru e zio r ne gi Non oppioidi ± Adiuvanti sic Ischemia con conseguente lesione tessutale e irritazione delle fibre nervose, danni da riperfusione Pressione l’in ge Proteggere le fibre nervose esposte (es. con medicazioni che mantengono l’ambiente umido della ferita) Oppioidi per dolore da lieve a moderato ± Non oppioidi ± Adiuvanti el al Mediatori dell’infiammazione attivati e lesione tessutale associata a danno delle strutture nervose 2 in vo pr lger oc e es il so pa di zie cu nte ra n an Anti-infiammatori topici e sistemici 3 Co Co ↑MMPs (metalloproteasi); danni tessutali; deposizione di immunocomplessi; attivazione di bradichinina e sostanze correlate ua Infiammazione tin on ec ion Trattamento az Fisiopatologia del dolore Identificare cause scatenanti e lenitive del dolore ri; o e lula nzi n e l o l i e i az c s ol ni, à e Co-analg s, esici it mlefo illit /ga Dolor sia le/topico re Antidepre e Neuropati rs te qu e co g ssivi tricic e l lo a lici: brucior a r o an tic o d n i’ p o a ran on vulsivi: do e/fitte. A OMS, ti del lore lancin ante. s i e un : N di t l r a i lo l do ti/spec re : es ni e d a n la it e io Sca onsule Ev ntal uaz C e sit i Oppioidi per dolore da moderato a intenso b e ± Non oppioidi ± Adiuvanti am ear r C rm Fo Fattori locali Trauma (incluso attrito, rasatura) Dialogo con il paziente carica batterica superficiale oppure all’infezione profonda, a livello dermico, o ancora, a traumi ricorrenti. Il dolore associato alla lesione può essere minimizzato evitando i fattori che potrebbero prolungare la fase infiammatoria. I medici dovrebbero rivedere le procedure, selezionando metodiche di debridement e medicazioni più idonee per un approccio meno traumatico. e. ico fitt at re/ op ucio te. ur i: br inan Ne iclic lanc ore. re ric ti: ol lo ivi t ivan del d Dopress nvulsalisti o e i tid tic ec An An Sp Il dolore può essere causato da molti fattori locali, inclusa l’infiammazione della ferita (Tabella 4). Cellule infiammatorie e loro mediatori presenti nell’essudato della ferita possono danneggiare i tessuti neoformati e irritare la cute perilesionale.64 Sebbene sia sconosciuto l’esatto meccanismo di insorgenza del processo infiammatorio, questo può essere correlato alla causa primaria della ferita, all’aumento della Il dolore, data la sua natura multifattoriale e la sua complessità, richiede l’uso di altri approcci non farmacologici per la sua gestione. Tali tecniche possono includere: rilassamento, musica,71,72,73,74 contatto,75 stimolazione visiva,76 ipnosi, strategie per ridurre lo stress,77 descrizioni illustrate guidate,78 terapia del comportamento e cognitiva, in aggiunta alla distrazione.74 Semplicemente parlare e mostrare interesse alla vita del paziente, può essere di pari efficacia alla “strategia non farmacologica”. Ascoltare ed essere partecipi è importante per costruire un rapporto di fiducia.79,80 Modalità d’approccio fisiche, quali la stimolazione elettrica dei nervi, l’agopuntura, la terapia laser e termale, hanno offerto anch’esse risultati promettenti nella gestione del dolore associato alla lesione.81 i nt mesano u tr u o i s ca nt o d ne: ame s ’u io in e l oz u ar rim sang t i Ev r la re, pe dolo R Tessuto di granulazione are idu una rre da sensa l’an par s te d zione ia d el p azie i contr ollo nte Segni clinici Solitamente assente/in relazione al danno prodotto dai batteri In presenza di lesioni molto essudanti, si possono verificare fuoriuscite di essudato, causa principale di macerazione e dolore della cute perilesionale.64 Come regola generale, il tempo di applicazione dev’essere calcolato in base al livello di essudato, onde evitare macerazione o altre complicazioni. Le medicazioni a base di silicone morbido (es. Tecnologia Safetac®) e, in qualche caso, altre medicazioni adesive, hanno la capacità di sigillare i margini della ferita, minimizzando fuoriuscite e macerazione. Cre Dolore Colonizzazione ferite scarsamente essudanti o asciutte si dovrebbero utilizzare medicazioni a base di idrogeli o medicazioni che favoriscono il mantenimento di un ambiente umido. Intensificarsi del dolore Stato della ferita In lavori precedenti effettuati da Winter,65 è stato dimostrato che la guarigione delle lesioni può essere accelerata mantenendo lo stato di umidità tramite medicazioni occlusive. Attualmente vi è disponibilità di molti tipi di medicazioni che hanno la capacità di mantenere il giusto tasso di umidità della ferita, con modalità differenti (assorbimento, cessione e ritenzione parziale). Trat tar seco e le cau s nda rie e La diagnosi di ferita infetta è basata su un’attenta valutazione clinica. Il dolore è uno dei sintomi più frequenti tra quelli associati all’infezione delle ferite.60,61 Cutting e Harding hanno proposto per primi i criteri utili per la diagnosi delle infezioni nelle lesioni croniche.62 Sibbald et al. hanno creato i NERDS e STONEES mnemonici, finalizzati a concettualizzare la 7 S elezionare una medicazione idonea a minimizzare il dolore associato alla lesione in relazione al tempo di permanenza in situ, il corretto tasso di umidità, le possibilità di guarigione e la macerazione della cute perilesionale “Gesti delicati” io Soluzioni intiepidite. Minimizzare l’esposizione Conc uagg re ed il contatto doloroso eder ‘ P ificamico & Linga, a s e al u r s e a v pa ’ Di ento e rit ia, Music lega zienti di p ti all iro l tera a pro stabilire Resp , Aroma tuale o t cedu i tem t ir a o ra pi Cont figurat Realtà v Tabella 4 Meccanismo del dolore della ferita e opzioni di trattamento Figura 2 Strategie farmacologiche e non-farmacologiche per minimizzare il dolore associato alla lesione (scala OMS modificata66) 5 F6877 Pain Practice bklet_IT.indd 7-8 6 24/9/08 12:52:42 9 Coinvolgere e incoraggiare i pazienti per ottimizzare la gestione del dolore Molti pazienti con ferite croniche vivono stati di depressione, debolezza e isolamento sociale. Pazienti affetti da ulcere venose, che frequentano gruppi di pazienti con simili patologie, partecipano più attivamente al trattamento della lesione e sentono meno dolore.82 I pazienti che si sentono incoraggiati a condividere le proprie esperienze con altri pazienti, con il medico, o con l’infermiere, possono sopportare meglio il dolore (Figura 3). Il dolore può essere alleviato instaurando rapporti terapeutici e migliorando la comunicazione.83 A 2018 pazienti, coinvolti in un’inchiesta internazionale su larga scala,16 è stato chiesto di valutare le differenti fasi della procedura di medicazione, usando una scala da 1 a 5 (1 = nessun dolore, 5 = dolore insopportabile). Ordinando 10 Medici ed infermieri dovrebbero adottare misure per il controllo del dolore, per ogni paziente la valutazione dei sintomi, ne risulta che il dolore è maggiormente percepito, nelle seguenti situazioni: quando si tocca la lesione, nella fase di detersione, durante la rimozione della medicazione, fra un cambio di medicazione e l’altro. Ai pazienti è stata chiesta anche una valutazione, da esprimere con quattro dichiarazioni, sul dolore derivante dal cambio di medicazione e sulla qualità di vita condotta con una medicazione mantenuta a lungo. L’80,1% dei pazienti ha risposto che preferiva essere attivamente coinvolto nel cambio della medicazione, il 58,1% ha espresso preoccupazione per gli effetti collaterali a lungo termine della medicazione e il 40,3% dei pazienti ha dichiarato che il dolore percepito durante il cambio di medicazione costituisce l’aspetto peggiore del convivere con una ferita. Sono stati svolti diversi studi per standardizzare la valutazione del dolore, sin dal primo World Union pain consensus document.1 Per esempio il lavoro svolto da Hollinworth,36 che fu presentato nel 2005 e lo studio pilota di Lindholm,39 riconosciuto come punto di riferimento negli anni recenti. Nel Regno Unito, nel 2006 Mölnlycke Health Care Ltd ha sviluppato un programma per supportare l’implementazione delle esistenti linee guida sul dolore1,18 offrendo ai medici un metodo standard per documentare e gestire le lesioni.86 Questo programma, denominato “Heal not Hurt”, è stato condotto con riscontri eccellenti da parte dei medici,85 ed ha dimostrato che un cambiamento procedurale può migliorare la valutazione, gestione e documentazione del dolore associato alla lesione. Crea un rapporto con il tuo paziente Chiedi Osserva Ascolta Il dolore associato alla lesione è un problema importante per molti pazienti86 ed è quindi fondamentale che medici ed infermieri adottino (Tabella 5) strumenti standard per la valutazione del dolore. Così come la detersione, la valutazione, la misurazione e la documentazione fotografica sono divenuti uno standard nella pratica, anche il controllo e la valutazione del dolore dovrebbero diventare momenti integranti della procedura di medicazione. Per agevolare tutto ciò, è stato sviluppato e messo a disposizione un semplice strumento di valutazione del dolore scaricabile da www.wuwhs.org oppure www.molnlycke.com Come iniziare •Maturare il desiderio individuale di migliorare le esperienze relative al dolore associato alla lesione (WRP) sui pazienti, particolarmente durante il cambio della medicazione Impara •Modificare la pratica clinica, affinchè, attraverso la valutazione, si possa monitorare, gestire e migliorare l’esperienza vissuta dal paziente SI Porre le domande chiave Osservare i segnali non verbali Ascoltare quello che i pazienti hanno da dire/ quali sono le loro aspettative •Sentirsi responsabili : ognuno di noi può contribuire a ridurre la sofferenza Imparare a rispettare i bisogni dei pazienti –Il WRP può essere la preoccupazione maggiore per il paziente costretto a vivere con una lesione cronica (es. lesioni degli arti inferiori) –Il WRP è associato al peggioramento della qualità di vita del paziente –Il WRP è talvolta insopportabile NO Dare per scontato Ignorare i segnali di scarso rilievo o non correlati alla malattia Fare altre cose in contemporanea (es. prendere annotazioni) •Considerare la valutazione del dolore associato alla lesione (WRP) come parte integrante della pratica clinica quotidiana • Chiedere, riferire e agire per comprendere meglio la storia individuale ed unica di ciascun paziente Continuare malgrado tutto •Utilizzare le informazioni derivanti dalla valutazione come guida base per intraprendere azioni correttive allo scopo di alleviare la sofferenza: trattamenti sistemici, topici o entrambi •Monitorare l’impatto delle procedure e degli interventi •Lavorare in team per gestire e minimizzare il WRP e rispondere alle singole necessità e preoccupazioni dei pazienti Figura 3 Relazione paziente e operatore sanitario •Mantenere il paziente attento e focalizzato sul processo •Agire!! –Identificare la persona responsabile delle modalità di registrazione dei dati del paziente e dei sistemi di follow up –Condividere con i colleghi l’implementazione dei sistemi di valutazione del dolore – Conservare i dati raccolti nella cartella clinica del paziente Tabella 5 Processo di implementazione 7 F6877 Pain Practice bklet_IT.indd 9-10 8 24/9/08 12:52:42 Conclusion I E S O mmar I O R I fer I M E N T I Una delle parti più importanti di ogni iniziativa fondata sulla conoscenza teorica è la sua implementazione pratica. Questo documento fornisce il contesto, l’evidenza e, cosa più importante, gli strumenti per agevolare l’implementazione della valutazione, documentazione e trattamento del dolore associato alla lesione. Medici e Infermieri devono comprendere, gestire e valutare il dolore, per migliorare la qualità delle cure e la qualità della vita del paziente 1.World Union of Wound Healing Societies. Principles of best practice. Minimising pain at wound dressing-related procedures. A consensus document. 2004. Published by Medical Education Partnership, London. 2.Waltz CF. Strickland OL. Lenz ER. Delphi Technique. Designing Nursing Tools and Procedures. Second Edition.1991.F.A. (Davis Company, Philadelphia). pp338-55. 3.Reddy M. Keast D. Fowler E. Sibbald RG. Pain in pressure ulcers. Ostomy Wound Manage. 2003; 49(4 suppl): 30-5. 4.Ryan S. Eager C. Sibbald RG. Venous leg ulcer pain. Ostomy Wound Manage. 2003; 49(4supl): 16-23. 5.Queen D. Woo K. Schulz VN. Sibbald RG. 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CHIEDI [valuta / ascolta] : RIFERISCI [comunica e documenta] : AGISCI [cura/ controlla / valuta] : MIGLIORA! Figura 4 Chiedi-Riferisci-Agisci 9 F6877 Pain Practice bklet_IT.indd 11-12 48.Bott R. Crissman J. Kollar C. Saldajeno M. Ganshaw G. Thomas X. Lane TH. Klykken P. Davidson JM. Nanney LB. A silicone-based controlled-release device for accelerated proteolytic debridement of wounds. Wound Repair & Regeneration. 2007; 15(2): 227-35. 49.Falabella AF. Debridement and wound bed preparation. Dermatologic Therapy. 2006; 19(6):317-25. 50.Steenvoorde P. Budding T. Oskam J. Determining pain levels in patients treated with maggot debridement therapy.[erratum appears in J Wound Care. 2006 Feb;15(2):71]. Journal of Wound Care. 2005; 14(10):485-8. 51.Kitching M. Patients’ perceptions and experiences of larval therapy. Journal of Wound Care. 2004; 13(1): 25-9. 52.Dykes PJ. Heggie R. The link between the peel force of adhesive dressings and subjective discomfort in volunteer subjects. 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