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(La gratuit\340 dell`Amore di Dio

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(La gratuit\340 dell`Amore di Dio
La gratuità dell’amore di Dio ci salva
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,9-14)
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due
volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece,
fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si
batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi
tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà
umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.
Abbiamo bisogno
(Helder Camara)
Abbiamo bisogno di trovarti, o Dio.
Più riceviamo nel silenzio della preghiera,
più daremo nella vita attiva.
Abbiamo bisogno di silenzio
per smuovere le anime.
Abbiamo bisogno di trovarti, o Dio.
L'importante non è ciò che diciamo,
ma ciò che tu dici attraverso di noi.
Tutte le nostre parole saranno vane
se non vengono da te.
Resteremo certamente poveri
finché non avremo scoperto le parole
che danno la luce di Cristo.
Resteremo ingenui,
finché non avremo imparato
che ci sono silenzi più ricchi
dello spreco di parole.
Resteremo inetti,
finché non avremo compreso che,
a mani giunte,
si può agire meglio
che agitando le mani.
Abbiamo bisogno di trovarti, o Dio.
Sono anch’io come il fariseo, Signore:
vengo da te e, proprio perché
sono alla tua presenza,
mi ritengo superiore a quelli che ti ignorano,
a quelli che ti dimenticano,
a quelli che non ti ascoltano,
a quelli che hanno altro da fare.
Vorrei, pertanto, un trattamento di favore,
qualche privilegio in più o almeno un’esenzione
dalle malattie e dalle sofferenze,
dalle prove della vita.
Talvolta, però, mi sento anche
come il pubblicano.
So di aver commesso il male,
di non meritarmi il tuo amore.
Mi sento sporco davanti a te,
ho coscienza dei miei tradimenti,
delle mie infedeltà, dei miei errori.
Non ho neppure il coraggio di levare il capo,
di prendere la parola per chiederti qualcosa.
Sono una persona strana,
Signore, un po’ fariseo e un po’ pubblicano;
ma tu accoglimi lo stesso, solo per amore,
per misericordia.
Quando mi pare di essere più bravo degli altri,
tappati le orecchie.
E quando sono a terra, rialzami
e regalami il tuo perdono!
Amen
Dio, fece osservare frate Leone, richiede il nostro sforzo e la nostra fedeltà.
Senz’altro, rispose Francesco. Ma la santità non è una realizzazione di sé, né una
pienezza che uno si dona. Essa è innanzitutto un vuoto che si scopre e si accetta e che
Dio viene a riempire nella misura in cui ci si apre alla sua pienezza. Il nostro nulla,
vedi, se è accettato, può diventare lo spazio libero in cui Dio può ancora creare.
Riflessione di Don Tonino Bello: I piedi degli
onesti
Fa’ digiunare il nostro cuore:
che sappia rinunciare
a tutto quello che l’allontana dal tuo amore,
Signore,
e che si unisca a te più esclusivamente
e più sinceramente.
Fa’ digiunare il nostro orgoglio,
tutte le nostre pretese,
le nostre rivendicazioni,
rendendoci più umili e infondendo in noi
come unica ambizione, quella di servirti.
Fa’ digiunare le nostre passioni,
la nostra fame di piacere,
la nostra sete di ricchezza,
il possesso avido e l’azione violenta;
che nostro solo desiderio
sia di piacerti in tutto.
Fa’ digiunare il nostro io,
troppo centrato su se stesso,
egoista indurito,
che vuol trarre solo il suo vantaggio:
che sappia dimenticarsi,
nascondersi, donarsi.
Fa’ digiunare la nostra lingua,
spesso troppo agitata,
troppo rapida nelle sue repliche,
severa nei giudizi, offensiva o sprezzante:
fa’ che esprima solo stima e bontà.
Che il digiuno dell’anima,
con tutti i nostri sforzi per migliorarci,
possa salire verso di te come offerta gradita,
meritarci una gioia più pura, più profonda. Amen
Abbi pietà di me
Abbi pietà di me
che sto lontana
che tremo del
tuo futile abbandono,
tienimi come terra
che pur piana
dia nella pace
tutto il suo perdono
od anche come aperta meridiana
che dia suono dell'ora
e dia frastuono,
abbi pietà di me
miseramente
poichè ti amo
tanto dolcemente.
Alda Merini
Il prossimo incontro è per giovedì
26 maggio
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